Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4359 del 29 gennaio 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4359/XVI - Interpellanza: "Azioni volte a favorire l'applicazione della contrattazione di secondo livello o forme di sviluppo del welfare aziendale per i lavoratori valdostani".

Bertin (Presidente) - Punto numero 38. Consigliere Aggravi per illustrare l'interpellanza, ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - L' interpellanza prende come spunto i dati che sono stati pubblicati dall'ufficio studi della CGIA di Mestre a fronte di dati INPS.

Come riportato, io cito un articolo ma, in realtà, sono anche apparsi su altri giornali, "Stipendi, le Regioni dove si guadagna di più e di meno in Italia".

Diciamo che di queste classifiche ce n'è un po' per tutti i gusti, sia in termini di livelli stipendiali, sia in termini di costo della vita, si fa ogni tipologia di confronto e poi, alla fine, quello che rimane di più non è il numero dopo la virgola, ma è il tendenziale, come diciamo in gergo.

Al di là di questo, quello che emerge da questa ricerca, da questo lavoro fatto - ripeto - su dati INPS sul 2023, è che c'è un netto divario, che non è una novità, tra le regioni del Nord e le regioni del Sud, sia in termini di diseguaglianze salariali ma in particolare - e qui è quello che un po' manca nell'ambito della valutazione - anche in termini di costo della vita, perché ovviamente avrebbe poco senso andare a confrontare i livelli stipendiali se poi non si ragiona in termini di costo della vita.

Sul costo della vita, almeno per quello che riguarda il sottoscritto, bisognerebbe considerare quello locale e non quello nazionale, perché altrimenti non avremmo una valutazione omogenea effettivamente dei termini.

Quello che emerge da questa ricerca è che la Valle d'Aosta è sostanzialmente l'ultima delle regioni del Nord; vero è che noi abbiamo sempre la condanna, o meglio, la maledizione dei numeri, perché siamo più piccoli e quindi, in proporzione, il numero piccolo sappiamo ha il suo effetto, però comunque è significativo questo punto di vista perché, ripeto, è dal lato più che altro della retribuzione questa valutazione e non del caro vita.

Proprio per questo si chiede con quest'interpellanza all'Assessore competente: se l'Amministrazione monitori nel tempo (in caso positivo con quali meccanismi o strumenti) il livello dei salari dei vari settori produttivi e dei servizi su base comunale, regionale, nonché il relativo costo della vita, e anche qui ci proviamo a comprendere se c'è un indicatore regionale o comunale, al di là - io dico - delle statistiche elaborate su base annuale.

Spesso si cerca, giustamente, di collegare le politiche che vengono poi applicate non soltanto nell'emanazione delle leggi o delle delibere ma anche proprio nell'applicazione - e soprattutto più quelle che hanno degli effetti economici e sociali - rispetto a un'analisi, o comunque a dei dati che non devono ovviamente essere distaccati dalla realtà, quindi comprendere effettivamente sia se lo strumento che stiamo mettendo in campo ha un senso, sia se lo strumento è sostenibile; buona cosa sarebbe poi periodicamente valutarne gli effetti e soprattutto capire se c'è qualcosa che andrebbe modificato.

La seconda domanda chiede appunto: quali siano a oggi, almeno a conoscenza dell'Amministrazione, i dati di applicazione della contrattazione di secondo livello su base regionale; introduciamo la seconda parte dell'interpellanza.

Ne avevamo già avuto modo di parlare in sede di bilancio, avevamo fatto una proposta con un emendamento che aveva un'ottica più propositiva, se vogliamo, che sostanziale, ma in realtà elementi di sostanza ce li aveva: a fronte di una possibile esenzione dell'imposta regionale sulle attività produttive si chiedeva però un impegno da parte dei datori di lavoro di procedere con un'attività di secondo livello, quindi applicazione di contratti collettivi integrativi aziendali o territoriali, oppure comunque con forme di benefit dal punto di vista del welfare aziendale in termini anche di produttività, che è l'altro grosso problema che spesso abbiamo nelle statistiche economiche; noi l'avevamo concentrato a determinate categorie di imprese, perché quando si parla di contrattazioni di secondo livello o comunque di contratti integrativi aziendali, parliamo di realtà estremamente più complesse e con numeri maggiori, ma anche in termini settoriali si potrebbe fare un ragionamento, come in qualche passaggio è già stato anche avviato o comunque ci sono state anche delle discussioni anche in seno al Consiglio politiche del lavoro con alcuni settori che per noi sono più strategici di altri.

Le grandi aziende le conosciamo e possiamo contarle su una mano, quindi dobbiamo ragionare in termini più territoriali, proprio in ottica del costo della vita dalle nostre parti che, comunque, è degno di rispetto.

Assessore Bertschy, il suo vicino, l'assessore Caveri, ogni tanto ha giustamente parlato dei costi della montagna e c'è anche uno studio che si sta sviluppando proprio anche per capire quanto sia magari il quantum, ancorché ovviamente di massima - stiamo sempre parlando di tendenze - però che ci permetta di capire effettivamente qual è il peso maggiore, quindi comprendere se ci sono delle possibilità d'incrementare il livello salariale o gli strumenti dei salari.

Ho citato nelle premesse (evito il plurale maiestatis perché l'ho firmata solo io) più che una provocazione, un ballon d'essai quasi - nel senso che è un esempio forse di scuola ma che rappresenta bene quello che potrebbe essere un meccanismo sicuramente lontano dall'ingessato mondo contrattuale italiano - che è rappresentato dal London Living Wage, ovvero un salario orario minimo calcolato annualmente per riflettere il costo della vita nella città di Londra. Guardo i colleghi Padovani e Guichardaz che si sono dilettati tempo fa a parlare di salario minimo, non è il salario minimo questo, il salario minimo in Gran Bretagna è già presente, non c'è il sistema della contrattualistica come da noi e soprattutto questo salario orario minimo non è ingessato nelle pieghe di una legge: è un sistema volontario, c'è una Fondazione che lo calcola, una Fondazione non con benefit, che va ad aggiornare questo livello salariale in base a un paniere di costi essenziali, quindi è una libera scelta da parte di una serie di operatori per cercare appunto d'individuare quel quantum che permetta di sostenere il costo della vita, in questo caso in una delle città più care del mondo, forse la più cara, che è Londra.

Io non voglio concentrarmi tanto su quello che avviene lì, ma sul meccanismo: c'è un meccanismo volontario da parte delle parti datoriali, e non soltanto, per cercare appunto di riflettere al meglio e di parametrare, in base all'andamento del costo, quello che possono essere gli strumenti o le misure che poi finiscono in quello che noi chiamiamo genericamente il salario o comunque il livello stipendiale; cerco di comprendere qual è il livello di costo della vita a cui devono far fronte i miei lavoratori, per identificare un ottimo o comunque un adeguamento in termini soprattutto legati a una specifica zona territoriale.

In passato qualcuno parlò anche delle cosiddette "Gabbie salariali", ci furono anche delle proposte in tal senso che, secondo me, torneranno di attualità, proprio perché abbiamo una spaccatura che è tutt'altro che omogenea sul territorio nazionale nonché in Europa.

Chiediamo pertanto - è la terza domanda - quali azioni intenda porre in essere il Governo regionale al fine di favorire la contrattazione di secondo livello nell'ambito regionale, ovvero forme di sviluppo del welfare aziendale a fronte del riconoscimento di benefit, o premi produzione, ai dipendenti che comportino comunque vantaggi fiscali o contributivi anche per le aziende.

Se il vantaggio è reciproco, quindi abbiamo un'efficienza perfetta.

Presidente - Per il Governo, risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (UV) - È un tema che probabilmente avrà bisogno anche di un lavoro di confronto con tempi, che non sono quelli di una risposta in Consiglio, molto ampi; giustamente ha richiamato anche l'attività che si sta facendo come Consiglio politiche del lavoro e ovviamente ci sono le Commissioni che possono dedicare le attenzioni necessarie anche a una parte dell'intervento che ha fatto.

Io prendo questi dati sempre - ma ho visto che l'ha fatto anche lei - con molta attenzione, perché nel fare un rapido conto (e su questo mi riservo, gli uffici ci stanno lavorando) dei numeri che sono stati presi ad esempio per fare le valutazioni, si parla di 41.522 lavoratori nel 2023 nel settore privato. Noi abbiamo circa 10.000 lavoratori nel settore pubblico, 9.700 che applicano il contratto di comparto, quindi teoricamente ne rimangono almeno 45.000 nel settore privato, ma in quel settore privato poi c'è tutto il tema legato a fondazioni e a società partecipate, c'è tutta una serie di società che stanno nel settore privato, che hanno natura di contrattazione privata ma hanno anche natura di gestione e di indirizzi di tipo pubblico, dico questo perché poi su una parte del comparto privato non c'è molta possibilità d'incidere, anche perché si tratta appunto di area privata, mentre su altre si possono dare degli indirizzi.

È anche difficile, su un mercato del lavoro come il nostro, dividere gli stipendi per 12-13 mensilità: è vero che anche altri territori di montagna hanno le stesse attitudini, però noi sappiamo che una parte del nostro lavoro almeno, il 15%, è lavoro stagionale e all'interno di questo poi c'è un 22% di lavoro part-time che comunque incide su questi calcoli.

Detto questo, in ogni caso questi numeri servono per affrontare i temi e considerare il lavoro che si sta facendo e quello che si può fare. Il dato generale è un dato sul quale bisogna completare degli studi ma bisogna capire appunto su quali settori del comparto privato incida in maniera particolare e significativa il salario minore rispetto ad altri territori, perché, senza parlare di codici Ateco, dobbiamo capire se questo è un dato che si riferisce in particolare - e non li cito per evitare poi di fare delle categorie - a un settore piuttosto che a un altro, perché poi il settore del lavoro stagionale si caratterizza in particolare in certi settori della nostra economia.

Partendo da quel macro-dato, cercando di capire quali siano gli elementi che sono stati messi in quel dato per capire come sia stato composto, facciamo un ragionamento al contrario sul nostro territorio per invece ricostruire una fotografia più chiara; mi impegno a realizzare questo lavoro e a darlo a disposizione del Consiglio politiche lavoro e delle Commissioni.

I quesiti che pone sono: "Se l'Amministrazione regionale monitori per tempo, in caso positivo con quali meccanismi, il livello dei salari dei vari settori produttivi e dei servizi su base comunale regionale, nonché il relativo costo della vita": la risposta è che tutto questo ovviamente riviene per quello che riguarda i dati ai quali poter far riferimento all'Istat, partiamo da quei dati che sono i dati riconosciuti e sui quali possiamo fare le nostre valutazioni.

Sappiamo anche che i dati Istat su territori di piccole dimensioni vanno analizzati con le giuste attenzioni.

Il rapporto sul mercato del lavoro e sulla contrattazione collettiva, approvato dall'Assemblea del CNEL il 18 aprile 2024, ha evidenziato come la conoscenza della contrattazione collettiva decentrata in Italia sia ancora molto limitata e parziale, evidenziando l'assenza di un monitoraggio sistematico di tipo qualitativo.

Su questo ci sarà da affrontare, sia a livello regionale che nazionale, un tema d'informazione e di conoscenza, proprio per sviluppare delle politiche che diano la possibilità di crescere.

La risposta a questa domanda è che comunque il tema ce lo siamo posti per tempo, un paio d'anni fa: il tema della strategia sull'alleanza del lavoro di qualità, che è da riempire di contenuti, di progetti e di azioni, si proponeva proprio di andare oltre al dato matematico di una buona occupazione.

Anche il Governo nazionale se lo sta ponendo il nostro problema: avere tanti occupati non è sufficiente rispetto a dire che gli occupati sono ben remunerati e l'occupazione è un'occupazione che garantisce tutti gli aspetti di una buona qualità della nostra vita, perché anche l'aspetto economico è importante.

Poi il mercato del lavoro oggi avanza nuove richieste e su queste le imprese pubbliche e private si devono concentrare e L'Alleanza del lavoro di qualità si propone proprio di andare in questa direzione.

Le due domande successive: "Quali siano a oggi i dati di applicazione della contrattazione" e "Quali azioni intenda porre in essere il Governo", le metterei insieme in questa risposta.

Intanto la contrattazione collettiva, la conoscenza dei contratti collettivi, è competenza dell'Ispettorato del lavoro. Abbiamo chiesto un aggiornamento, glielo fornirò una volta che lo avremo; da una prima informazione, non abbiamo tantissimi contratti integrativi sul territorio.

Il tema della contrattazione di secondo livello e quello del welfare aziendale, sono ovviamente - ma non lo dico a lei - tematica di natura strettamente privatistica e sono legati a decisioni imprenditoriali e sindacali che esulano da un possibile intervento della RAVA, per una parte del mercato del lavoro privato aggiungo, perché, come dicevamo prima, se in quei 41.000 lavoratori ci sono anche le società e gli enti che lavorano per conto della Regione. Tra gli indirizzi che abbiamo dato, per esempio, nel settore degli impianti a fune, il rinnovo del contratto ha portato delle condizioni economicamente migliori, anche a livello di welfare, ma soprattutto gli indirizzi degli ultimi anni sono stati di dare stabilizzazione ai contratti che sono quasi simili a un contratto a tempo determinato, nel senso che il "Contratto part-time lungo" alla fine per la società non costa in maniera così importante ma per i lavoratori cambia, perché il contratto a tempo indeterminato garantisce tutte le condizioni che servono, e in questi anni si stanno realizzando le stabilizzazioni dove è possibile raggiungerle.

La stessa scelta sulla Società dei servizi - in avanzamento nei prossimi mesi - è una scelta che dipende da un indirizzo politico. L'obiettivo è di passare a una società che possa garantire un contratto continuativo almeno in alcuni settori, come quelli socio-assistenziali, e potremmo far riferimento poi ad altri aspetti.

Sul mercato privato ci sono delle cose sulle quali possiamo incidere e altre sulle quali ovviamente possiamo fare qualche cosa ma non in maniera così diretta.

Ci sono poi i due livelli, il livello del contratto collettivo territoriale e il livello del contratto collettivo aziendale, che sono ancora differenziati.

Su quello territoriale si tratta di agire, e lo stiamo facendo per esempio nel comparto del turismo, dove abbiamo cercato di fare tutto un lavoro per migliorare la situazione generale di quel tipo di contratti; ora che è stato firmato il contratto nazionale, il contratto integrativo territoriale dipende da imprese e da rappresentanti dei lavoratori. C'è una piattaforma attiva che speriamo che possa realizzarsi.

Per concludere quello che dobbiamo fare è continuare a sollecitare e indagare i settori per capire dove questo problema insista in maniera maggiore, supportarli nella conoscenza delle informazioni e, se possibile, ragionare su delle leve che possano aiutare le imprese a ridurre i costi, non è così semplice perché il tema della zona franca ci appartiene; nella misura in cui si potrà andare in quella direzione, bisognerà agire sul fatto appunto di una riduzione dei costi, che possa comportare un aiuto a sviluppare contratti di settore e contratti aziendali che migliorino questa situazione.

Presidente - Per la replica, il consigliere Aggravi.

Aggravi (RV) - Prendo spunto dai vari passaggi della risposta e sicuramente con quest'interpellanza non si voleva risolvere un problema che penso nessuno riuscirà a risolvere in maniera completa, ma almeno parlarne, o comunque aggiungere un elemento in più a un ragionamento molto più ampio che nelle Commissioni ma anche al Consiglio politiche del lavoro possa alimentare magari la fantasia in senso positivo sulle misure da poter mettere in campo.

Certo, sono l'ultima delle persone che possa chiedere al pubblico di dire al privato che cosa fare, anzi, e le ho citato proprio il tema dell'emendamento che avevamo presentato come esempio: tra le varie misure che ci possono essere di invito o suggestione indiretta, c'è anche la leva fiscale su cui qualcosa si può fare: laddove io ovviamente non devo andare a dire all'imprenditore che cosa fare, però posso dire a questo imprenditore che c'è una possibilità, o comunque anche alla parte della rappresentanza sindacale, perché i due soggetti possono tutti e due fare delle proposte, non necessariamente c'è uno che le fa e l'altro che risponde, e questo lo dico a beneficio dei buoni rapporti interni a tutte le aziende grandi e piccole, e può essere una variabile in cui il pubblico può fare la sua parte.

Laddove c'è invece il para-privato, il para-pubblico, che per noi ha un'incidenza notevole - e forse da noi addirittura non bisogna dividere il mondo tra privato e pubblico ma tra privato pubblico e privatistico, perché effettivamente il controllante non è di seconda importanza, anzi - quindi identificare delle leve che possano essere utili per incentivare questo tipo di attività a beneficio ovviamente degli uni e degli altri.

Sicuramente c'è una questione di notevole importanza, che lei citava, legata al tema degli stagionali, quindi anche del numero di mensilità, della tipologia salariale che viene messa in campo, su questo punto forse un ragionamento anche in termini chiamiamoli di attrattività e concorrenzialità - guardo anche l'assessore Grosjacques pensando al settore turistico - sarà importante farlo, magari anche mettendo in comparazione altre realtà, andando a cercare il dato, perché il vero grosso problema è che, seppur effettivamente, come ho già cercato di dire nella presentazione, il dato è per definizione autoritario, devo stare molto attento a utilizzarlo, perché il dato è quello, però un insieme di dati può dare un risultato ben diverso, quindi devo essere in grado di dominarlo e soprattutto di confrontare delle partite che siano ovviamente confrontabili senza andare a fare delle considerazioni fuori luogo.

Comunque è una materia complessa ma da qualche parte bisogna partire e sicuramente, visto che l'Amministrazione e comunque il Consiglio e la Giunta si sono dotati di strumenti di compensazione dei vari interessi e anche di collaborazione tra le parti, parlarne è sicuramente utile e magari, perché no, anche identificare strumenti innovativi che possono nascere dal confronto tutto valdostano, non per forza dobbiamo sempre replicare esempi terzi.