Oggetto del Consiglio n. 4348 del 28 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4348/XVI - Interpellanza: "Azioni messe in campo a sostegno della proposta di legge statale e della norma di attuazione dello Statuto Speciale concernenti l'istituzione di zone produttive speciali e zone franche montane all'interno del territorio regionale".
Marguerettaz (Presidente) - Iniziamo le interpellanze. Punto 27 all'ordine del giorno.
Per la presentazione dell'interpellanza, la parola al collega Aggravi.
Aggravi (RV) - L'interpellanza parla principalmente di due provvedimenti che a un certo punto si sono incontrati e tra le due proposte si è cercato appunto di trovare un'armonizzazione per fare un'azione combinata, quindi adattando il testo di legge, o meglio, il testo di proposta di iniziativa consiliare di legge statale che il nostro gruppo aveva presentato nell'ottobre 2023, di adeguare questi contenuti, per poi arrivare all'approvazione del testo definitivo che oggi è incardinato presso il Parlamento italiano per quello che riguarda appunto le disposizioni concernenti l'istituzione di zone franche urbane e zone franche di montagna in Valle d'Aosta.
A fronte di questo c'era stato un lavoro importante che è stato condotto da un gruppo di tecnici dell'Amministrazione regionale, con il quale si è ipotizzato uno schema di norma di attuazione dello Statuto speciale proprio per cercare di declinare in maniera moderna quella che è una previsione che è già presente all'interno del nostro Statuto speciale e che non è stata mai attuata, o meglio, è stata attuata con una modalità diversa, ma non torno sulla differenza tra il contingentamento e quella invece che è l'applicazione della zona franca integrale ai sensi.
Oggi la proposta di legge statale è - come ho detto - incardinata presso il Parlamento italiano, sia alla Camera dei deputati, che al Senato della Repubblica, e a decorrere dal 16 luglio 2024 tutto è fermo.
Devo dire, per la verità - perché quando abbiamo predisposto l'interpellanza non avevamo ancora questa informazione, quindi lo dico a beneficio di chi mi risponderà -, che per quanto riguarda appunto la domanda con la quale noi chiediamo se ci sono state delle interlocuzioni con i componenti di parte regionale della Commissione Paritetica, abbiamo avuto la possibilità, nell'audizione dell'ultimo 23 gennaio, di chiedere direttamente ai componenti di parte regionale della Paritetica: effettivamente la trasmissione ci è stata confermata e ci è stato anche detto che a oggi, ovviamente, le norme in lavorazione sono altre, ma comunque la norma è stata presentata, quindi di fatto questa risposta ha già avuto soddisfazione.
Nel contempo, e abbiamo voluto sottolinearlo nelle premesse, c'è stato anche un passaggio che forse è stato un po' sottovalutato, ma è stato anche un passaggio molto tecnico, che riguarda alcune previsioni che sono contenute all'interno della sentenza 192 della Corte costituzionale sulla famosa questione dell'autonomia differenziata.
Non entro direttamente su quel tema ma, secondo me, per quanto riguarda la nostra realtà e le realtà di autonomia speciale, alcuni passaggi vanno ben analizzati, anche in prospettiva e anche in collegamento all'applicazione eventuale, non soltanto delle previsioni chiamiamole di zona franca o di facilitazione fiscale, ma in senso lato proprio di applicazione dello Statuto.
Ci sono due passaggi che mi sono appuntato che sono all'interno della sentenza della Corte costituzionale: uno è legato alle richieste, o meglio, alle eccezioni di una Regione a Statuto ordinario, che è la Campania, e l'altra di una Regione come noi a Statuto speciale, che è la Sardegna.
É anche singolare il passaggio, perché da una parte la Campania, nelle varie eccezioni che vengono fatte, addirittura sostanzialmente dice che qualora - sintetizzo - a tutte le Regioni ordinarie venissero riconosciute ulteriori prerogative in tutte le materie menzionate dall'articolo 116, terzo comma della Costituzione, esse avrebbero un'autonomia più marcata delle Regioni speciali, quindi abbiamo una Regione ordinaria che dice: "Attenzione che se si applicano queste previsioni, finisce che le ordinarie diventano più autonome delle speciali".
La Sardegna, che giustamente, da un certo punto di vista, in ottica chiamiamola difensiva, sostanzialmente dice: "Noi siamo già una Regione a Saluto speciale" e ci potrebbe essere il rischio di andare a ledere la sfera di competenze garantita dalla Regione Sardegna, quindi ci sono questi due scontri.
Perché è importante questa sentenza soprattutto per le Speciali? Perché da un certo punto di vista, sostanzialmente, si dividono le due strade tra quelle che sono le Regioni a Statuto ordinario e quelle Speciali; cioè sostanzialmente la Corte dice: l'autonomia differenziata, vista come vista dalla legge 86, è materia delle ordinarie, le speciali hanno tutto un altro percorso.
Magari può essere una previsione banale, ma non lo è, perché questo ovviamente rafforza il carattere speciale della nostra autonomia come delle altre realtà; non si possono quindi includere nel percorso di autonomia differenziata proprio perché c'è una specialità e soprattutto si richiama anche alla fonte storica di questa specialità.
Dico questo perché ovviamente il percorso di attuazione è tutto diverso e soprattutto i piani anche di raffronto con lo Stato centrale sono ben diversi e danno contesto alle domande che noi cerchiamo di porre al Governo regionale, in particolare al Presidente, ovvero se vi siano state interlocuzioni con controparti del Governo nazionale in merito ai contenuti, ovvero all'eventuale percorso, volto all'approvazione della proposta di legge statale di iniziativa del Consiglio Valle per l'istituzione di zone produttive speciali o zone franche.
Se vi siano novità - a questo punto non cito la parte regionale della Commissione Paritetica, ma piuttosto controparti del Governo nazionale - in merito alla proposta di norma di attuazione come citata nelle premesse. E dico questo perché una parte importante sicuramente deriva dal quantum, perché alla fine c'est l'argent qui fait la guerre, di quella che può essere la trattativa, sia in caso di legge che di norma di attuazione con lo Stato, per quello che riguarda il possibile budget per l'applicazione di queste previsioni. Quali azioni di natura politico-amministrativa intenda porre in essere la Presidenza della Regione, ovvero il Governo di questa, per sostenere le due iniziative legislative, ovvero i contenuti in queste rappresentati; non è la forma che è importante, ma sono soprattutto i contenuti, questo lo abbiamo sempre detto.
La quarta domanda che fa un po' da corollario, ma tanto anche per comprendere quale eventualmente sia a oggi la situazione rispetto a un argomento che abbiamo anche avuto modo di trattare non solo in Consiglio ma anche in Commissioni, se vi siano novità in merito alla bozza di proposta di revisione degli Statuti speciali consegnata dai Presidenti delle Regioni al Presidente del Consiglio, nell'ambito del quarantesimo anniversario organizzato a Torino nell'ottobre 2023.
Chiedo questo perché collegandoci a quello che ho cercato di rappresentare in estrema sintesi, è ovvio che una partita importante delle revisioni statutarie sono proprio le modalità di attuazione dei relativi Statuti che sono sicuramente molto rigide e quindi danno una garanzia rispetto a quello che è poi il contenuto delle norme di attuazione, però hanno un percorso - come abbiamo già avuto modo di dire questa mattina per quello che ha riguardato l'idroelettrico -, molto complesso e molto tortuoso, nonché lungo.
Presidente - Per la risposta, la parola al presidente Testolin.
Testolin (UV) - L'illustrazione dell'interpellanza è stata abbastanza completa e in certe sue parti ha dato già delle risposte a quelle che sono le questioni poste.
Nel percorso che è stato analizzato dal consigliere Aggravi - ed è giustamente ricordato anche nelle premesse dell'interpellanza -, la proposta di legge statale è stata incardinata all'interno delle due Commissioni che riguardano da una parte il Senato, dall'altra la Camera dei deputati.
Nel rispondere complessivamente alla prima e alla terza domanda, fondamentalmente, il percorso che si vuole attivare prima di avere delle interlocuzioni per entrare nel merito delle attività da sostenere, oppure da mettere in discussione o comunque da presentare e da condividere con gli esponenti del Governo o gli esponenti dei partiti che sono rappresentati in Commissione, è evidentemente la messa all'ordine del giorno di questa proposta di legge, senza la quale diventa difficile avere delle interlocuzioni; per cui, per quanto ci riguarda, in particolare con il deputato Manes, abbiamo cercato di sollecitare, anche attraverso i responsabili della Commissione alla Camera dei deputati, un'opportunità di poter vedere discusse in un ordine del giorno predefinito le nostre richieste attraverso questa norma.
A quel momento ci sarebbe l'apertura ad avere delle possibilità di interlocuzione, come dicevo prima con chi è poi deputato a votare questa norma da una parte e anche a farci promotori di essere in qualche modo auditi all'interno di questa Commissione, al fine di poter esplicitare anche le nostre caratteristiche e le nostre possibilità di sostenere questo tipo di percorso a livello locale.
Direi quindi che lo sforzo in questo momento è più che altro centrato su questo tipo di obiettivo.
Sulla parte della Paritetica, la risposta l'ha avuta da un referente, se vogliamo più autorevole in quel contesto del sottoscritto, quindi penso che la nostra attività di confronto con il Presidente della Paritetica e con i membri di parte regionale volesse proprio andare nella direzione di far prendere in carico la nostra norma di attuazione e di attivarne l'iter che avesse potuto raccogliere, per lo meno, le indicazioni o, quand'anche possibile, gli okay da parte dei Ministeri competenti, che poi ci potrebbero permettere di fare delle valutazioni sulle proposte della Commissione Paritetica più nel complesso.
Per quanto riguarda invece l'ultimo quesito, io sinceramente ho avuto la sua stessa impressione: che dopo l'ultimo confronto con il ministro Calderoli nell'autunno scorso ci sia stato un po' di raffreddamento anche nella volontà di affrontare questo tipo di situazioni con le Speciali, proprio in funzione di una sentenza che ha riportato la pendule à l'heure per quanto ci concerne, perché effettivamente un meccanismo in un disegno generale, dove poteva anche esserci un appiattimento delle prerogative delle Speciali nei confronti delle Ordinarie, nel caso in cui queste ultime avessero dovuto acquisire delle competenze ulteriori, si è un po' frenato di fronte a questa sentenza, quindi, a mio avviso, do un' interpretazione di questo tipo alla mancata, ancora al momento, convocazione per un'analisi più tecnica e approfondita di questo percorso, per cui la situazione al momento non ha subìto degli avanzamenti e abbiamo verificato anche sugli altri due aspetti.
Nel complesso la cosa che si è mossa in questi mesi è rispetto alla norma di attuazione, per quanto poco si sia potuto fare, anche per delle necessità di chiudere dei percorsi che erano già avviati, e altre invece questioni che sono state già condivise anche con l'Aula e che riguardano problematiche un po' più contingenti che sono state analizzate e mandate avanti dalla stessa Paritetica.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Parto dal fondo. Sicuramente la sentenza, o comunque l'attendismo, era anche necessario da un certo punto di vista per comprendere quale fosse anche l'ordine delle cose su cui ragionare perché, ripeto, quella che magari per qualcuno può essere stata una previsione banale, o comunque un passaggio della sentenza banale, in realtà è tutt'altro che banale, perché ricordo anche in qualche iniziativa che presentai la preoccupazione che a un certo punto ci fosse una velocità maggiore - ma, per carità, non è che diciamo che devono essere rallentate - però il rischio che l'approvazione con legge ordinaria da parte delle Regioni a Statuto ordinario di certe previsioni diventava concorrenzialmente più vantaggiosa rispetto al nostro percorso di applicazione e discussione delle norme di attuazione, per quanto, ovviamente, una norma di attuazione ha un rango totalmente differente da una legge ordinaria.
Probabilmente, quindi, questa è stata la motivazione, però era giusto comunque comprendere effettivamente se c'erano state anche delle interlocuzioni in tal senso.
Per quanto riguarda invece i contenuti delle altre domande, in generale si voleva per l'appunto comprendere se c'erano state, al di là dei passaggi più formali e giusti che devono essere fatti, delle novità. Dico questo perché abbiamo anche avuto modo, in alcune interviste che si sono lette, di sentire da parte in particolare del Senato dire: "É il Governo regionale che si deve muovere".
Io faccio appello a chi oggi è in Senato, come anche a chi è alla Camera, di farsi primi promotori, perché se siamo tutti d'accordo sui contenuti, allora anche l'azione politica dovrebbe essere coerente e, perché no, al di là delle differenze di partito, potrebbe esserci anche una sinergia tra le parti, anche perché, alla fine della fiera, tutti rappresentiamo, magari in modo diverso e con casacche diverse, l'interesse della Valle d'Aosta. Lo dico soprattutto a chi è, tra l'altro, membro della maggioranza di Governo.
Ben venga anche l'iniziativa del deputato: ci auguriamo che la proposta di legge statale possa almeno vedere l'inizio per quello che riguarda la trattazione dell'oggetto e vi possa essere anche un terreno pronto, non tanto in questo fine di Legislatura, ma soprattutto per il prosieguo.
Ovvio che la partita più complessa... anche se ogni tanto qualcuno, nell'ambito politico, la fa estremamente semplice, ma non è così semplice ottenere o mettere in campo un meccanismo di questo tipo o l'applicazione soprattutto di previsioni che poi riguardano dei passaggi legislativi e degli strumenti legislativi estremamente complessi come quelli tributari, era necessario comprendere se si volesse mantenere la volontà da parte della leadership di questo Governo. In tal senso, mi sembra di sì per quanto ovviamente poi la necessità, ripeto, che probabilmente si manifesterà più sulla prossima Legislatura, quella di comprendere se ci sono gli spazi di trattativa, perché tale soprattutto è, tra la nostra Regione e lo Stato centrale, perché poi, alla fine, possiamo fare grandi sofismi però, come ho già avuto modo di dire, non esistendo pasti gratis, neanche l'applicazione di norme di attuazione o di legge sono gratuite.
Ognuno quindi dovrà mettere sul tavolo una quota parte di budget e capire come gestirla. Dipende dalla volontà reciproca, e non è solo una volontà che dovrebbe, almeno a mio modo di vedere le cose, provenire da Place Deffeyes, ma forse anche da Montecitorio o da Palazzo Madama.