Oggetto del Consiglio n. 4346 del 28 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4346/XVI - Interrogazione: "Iniziative e azioni messe in campo dall'Azienda USL in seguito agli episodi di aggressione agli operatori sanitari".
Marguerettaz (Presidente) - Punto 25 all'ordine del giorno.
Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Venendo alla risposta alle domande 1 e 2, come già abbiamo condiviso in quest'Aula, i fenomeni di violenze e aggressioni nei confronti del personale sanitario sono tema di grande attenzione su tutto il territorio nazionale.
L'argomento è quindi di grande attualità e attenzione e di una portata tale da aver impegnato il Governo centrale a procedere con disposizioni urgenti per arginare, per quanto possibile, il fenomeno.
I quesiti che lei pone nell'interrogazione chiedono rispetto alle iniziative assunte dall'Azienda, sia per tutelare la propria immagine, sia per adempiere a quanto previsto dalla legge. È innanzitutto corretto rilevare che non sia compito né dell'Assessore né del Consiglio regionale entrare nel merito di eventuali provvedimenti che possano, o meno, conseguire alle condotte dei dipendenti dell'Azienda USL in quanto la materia è di esclusiva competenza del datore di lavoro.
In merito al caso riportato all'attenzione, è opportuno in primo luogo precisare che la questione riguarda la sfera di vita privata di una persona che, proprio in quanto persona, ha diritto alla tutela della propria riservatezza e privacy.
Inoltre da distinguere se si riferisca a comportamenti condotti in un'area di lavoro o se gli stessi riguardino spazi di vita privata.
La circostanza oggetto di cronaca che viene riportata all'attenzione si è manifestata in uno spazio temporale extra lavorativo, pertanto poco rileva che nel caso specifico la persona lavorativamente sia dipendente di una pubblica azienda; poco rilevante pertanto anche il tentativo di voler rappresentare al Consiglio un collegamento che non cogliamo tra la vicenda specifica e la questione più generale dei fenomeni di violenza e aggressioni verso il personale sanitario. Circostanza questa, tra l'altro, di cui peraltro non siamo a conoscenza, rispetto al caso da lei riportato all'attenzione.
Dovremmo quindi capire se l'intenzione è di dibattere il tema che è all'attenzione a livello nazionale oppure dovremmo capire invece se il tentativo è quello, come traspare, di utilizzare il tema generale per nuovamente far scendere la discussione a livello di una singola vicenda personale.
Per il nostro ruolo, e per la maniera di interpretarlo, siamo ogni tanto tirati per la giacchetta perché non ci uniamo pubblicamente sempre e solo alla messa in pubblico di ogni singola occasione per dare un'immagine negativa della nostra sanità, addirittura in questo caso su un aspetto della vita privata di una persona.
Siamo vecchi politicamente e crediamo esistano dei confini tra la vita pubblica e la vita privata oltre alla quale esiste la libertà personale di agire e ogni tanto anche di sbagliare.
Sempre citando però fatti di cronaca, vi è un parallelo riferimento al medesimo professionista rispetto a un eccellente risultato che lo stesso ha conseguito con la sua équipe grazie a un intervento di grande complessità svolta a elevatissima tecnica innovativa.
Ecco, questo è un episodio che può destare meno interesse e apprezzamento ma, di fatto, rientra a tutti gli effetti nella vita del professionista che nel suo orario di servizio è chiamato a svolgere con diligenza il proprio operato, sia nei confronti del proprio datore di lavoro, e cioè l'Azienda USL della Valle d'Aosta, sia verso tutti gli assistiti e i cittadini valdostani che rappresentano i veri interlocutori diretti dei professionisti della sanità.
Venendo alla domanda n. 3, rispondendo riguardo alle azioni intraprese dall'Azienda, il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è costantemente e attentamente monitorato dal medico competente dell'Azienda USL.
Le azioni poste in essere sono a livello di prevenzione, informazione e formazione, valutate ai sensi del decreto legislativo 81/2008, e di dissuasione, anche attraverso presidi di Polizia e di vigilanza.
L'Azienda USL ha inoltre adottato una procedura operativa interna di indicazione per la prevenzione degli atti di violenza nei confronti degli operatori dell'Azienda USL della Valle d'Aosta.
Questa procedura è finalizzata a dare indicazioni ai propri operatori per riconoscere comportamenti verbali e non verbali di tipo aggressivo. Questo sia per prevenire l'aumento dell'aggressività, sia per utilizzare gli strumenti idonei a segnalare episodi di violenza e per adottare le necessarie misure e procedure per la riduzione del rischio.
Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in aumento ed è trattato alla stregua di una vera emergenza. Ne è conferma il fatto che il legislatore nazionale, come abbiamo già richiamato, abbia inasprito le pene rendendo il reato perseguibile d'ufficio, prevedendo per tali reati l'arresto in flagranza differita.
In Valle d'Aosta il fenomeno, seppur in relativo aumento, è significativamente più contenuto di quanto avviene nelle altre regioni, sia dal punto di vista dell'incidenza che dal punto di vista della gravità, essendo le stesse tutte riferibili ad aggressioni verbali che oggi non hanno portato l'Azienda USL ad intraprendere specifiche azioni.
Presidente - Per la replica, la parola alla collega Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Lei sa bene, e conosce meglio di me, che quando alcune cose vengono commesse da noi o da persone con dei codici deontologici, molto probabilmente hanno una rilevanza diversa rispetto a quelle commesse da altri, non per altro, ma per la conoscenza delle norme che noi, in qualche modo, dovremmo avere; quindi, al di là di ogni valutazione, sotto questo punto di vista credo che, come se un evento di questo tipo accadesse a qualcuno di noi, alla stregua di questo, anche quando coinvolge delle persone con degli incarichi pubblici, abbia rilevanza diversa rispetto alla signora Maria del quartiere Cogne, immagino. Sotto questo punto di vista credo che sia del tutto evidente.
Ancora una volta, rilevo che, nonostante sia tappezzato tutto l'Ospedale di locandine per dirci che offendere, aggredire è un reato di inciviltà e via dicendo, si continuano a registrare episodi di questo tipo, eppure - lo ha confermato ancora una volta - noi avevamo già fatto un'iniziativa a novembre su questo, che non c'è stato alcun provvedimento.
Evidentemente queste azioni e questi reati di inciviltà non si registrano nella nostra regione.
Dobbiamo prenderne atto e quindi molto probabilmente anche tutto il battage che c'è all'interno dello stesso Ospedale - perché dove ci giriamo c'è una locandina di questo tipo - evidentemente non ha questa ragione di esistere vista la splendida regione in cui abitiamo, fatta da persone che, assolutamente, atti di inciviltà non compiono.
Come sempre cerca di eludere le domande. Torneremo su questo tema perché è del tutto evidente che quanto lei ha affermato non può essere e non è assolutamente condivisibile, tant'è che se fosse come lei ha detto non ci sarebbe stato anche tutto il risvolto che ci è stato rispetto a questa vicenda.