Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4304 del 15 gennaio 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4304/XVI - Interpellanza: "Progetto denominato 'RiUscire' relativo al reinserimento socio-lavorativo della popolazione carceraria".

Sammaritani (Presidente) - Bene, riprendiamo i lavori dell'aula. Consigliere Lucianaz ha chiesto la parola.

Lucianaz (RV) - Sono stato durante l'intervallo nella saletta in cui si raccoglie il pubblico, fa veramente freddo. Allora, io dico o si dà la possibilità a chi è presente di rimanere vestito o altrimenti alziamo un po' la temperatura perché quei santi che vengono a sentirci dovranno avere sicuramente un trattamento migliore. Ringrazio.

Sammaritani (Presidente) - Grazie per la segnalazione, provvederemo a girarla a chi di competenza.

Continuiamo quindi con il punto 48 all'ordine del giorno. Per l'esposizione la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Trattiamo ora di un progetto che è, come giustamente è stato riassunto, quello denominato "RiUscire", quindi un provvedimento, un'iniziativa, un progetto che mira al reinserimento socio lavorativo della popolazione carceraria.

Partiamo dalle cifre di questo progetto che superano gli 800 mila euro di finanziamento, quindi un progetto sicuramente finanziato con risorse più che ingenti, peraltro per gran parte prese dalla cassa ammende del carcere e con una buona collaborazione anche da parte della Regione.

Cominciamo, su questo progetto, a evidenziare la formula. La formula è la consueta formula di co-progettazione, il che significa come sempre che, diciamo, sostanzialmente come potremmo dire? Che questa gestione va sempre agli stessi?

Non lo so, basta leggere i soggetti che la trattano per rendersi conto che effettivamente ogni volta che cerco progettazione più o meno i soggetti sono sempre gli stessi e rinnoviamo, reiteriamo il fatto che forse con una gara a evidenza pubblica, probabilmente, si otterrebbe una miglior concorrenzialità, tanto è vero che in questo progetto, immaginatevi 800 mila euro di finanziamento, quanti soggetti si sono presentati? Uno. Uno solo. Un solo progetto presentato e il risultato che questo progetto ottiene è veramente molto basso, un punteggio molto basso, ottiene 69 punti su 100, diciamo per essere l'unico soggetto che si presenta è veramente un risultato molto deludente, ma tant'è, pare che comunque venga in ogni caso messo in piedi.

Ecco, cominciamo da quelle che sono un po' le modalità del finanziamento, perché vengono stanziati 200 mila euro da parte della cassa ammende e 60 mila euro da parte della Regione Autonoma Valle d'Aosta per ogni anno del progetto, dal 2024 al 2026. Questo progetto inizia e ha un via libera verso metà ottobre, fine ottobre del 2024, il che significa che il mese dell'anno del 2024 vede soltanto due mesi di attività di questo progetto e prende 200 mila euro; l'attività del 2025 vede un anno di attività, ci sono altri 200 mila euro; il 2026 un altro anno di attività, altri 200 mila euro, cioè significa che le cifre sono identiche ma nel 2024 il progetto vale solo per due mesi e c'è già una prima stranezza: come è possibile che su 800 mila euro di finanziamento, di oltre 800 mila euro, la stessa cifra sia divisa esattamente in tre parti uguali, se per il 2024 l'attività è limitata a 2/3 mesi? È molto curioso.

Poi c'è la parte che devono mettere i cosiddetti partner, i partner che sono appunto tutte queste belle cooperative caritatevoli, che è la cifra di circa l'un per cento del totale quindi circa, più o meno, 8.000 euro. È particolarmente curioso vedere come vengono impiegati questi 8.000 euro, perché viene scritto che questi 8.000 euro servono per il volontariato e il monitoraggio e la valutazione. Il volontariato, sinceramente, per sua stessa natura dovrebbe essere gratuito, poi sappiamo che la Valle d'Aosta ci ha abituato a stranezze rispetto al volontariato pagato, però ero convinto che almeno per la parte del carcere il volontariato continuasse a essere gratuito, invece no: 8.000 euro per il volontariato e il monitoraggio, la valutazione del progetto, che non sappiamo esattamente che cosa sia, ma spero che non sia, diciamo, il fatto che si paga magari qualche referente del progetto per sedersi al tavolo e fare il monitoraggio del progetto.

Ecco, l'obiettivo del progetto è questo, viene detto reinserimento socio lavorativo, quindi il leitmotiv che viene portato nel progetto è sempre lavoro, quindi lavoro per i detenuti e formazione. Tre anni di progetto, 800 mila euro, quante persone lavoreranno? Otto persone per sei mesi, due persone per 9 mesi, tre persone per 12 mesi, totale in tre anni 13 persone; 800 mila euro di finanziamento, monitoraggi, volontariato, progetti eccetera. 13 detenuti potranno lavorare.

Se dividessimo questa cifra per il totale e dovessimo darla come stipendio a questi detenuti, probabilmente una volta usciti si troverebbero molto più ricchi di come sono entrati.

Poi c'è la formazione. La formazione, progetto anche qui fantascientifico in questi tre anni: un corso sulla HCCP, che fa qualsiasi datore di lavoro quando vai ovviamente a fare materie di quel tipo, a intraprendere lavori di quel tipo e un corso di sicurezza sul lavoro, che ormai viene fatto on-line da qualsiasi agenzia di formazione.

Quindi 800 mila euro, lavorano 13 detenuti e due corsetti di formazione su HCCP e sicurezza del lavoro, Mi sembra un po' pochino.

Però, voglio dire, come verranno spesi questi soldi? Non penso che verranno dati tutti ai detenuti, ed effettivamente no. Ci sono una serie di figure che vengono assunte per fare questo lavoro, abbiamo tutor, orientatore, educatore, psicologi, educatori, operatore esperto in materia d'immigrazione e regolarizzazione, mediatore culturale, orientatore esperto in politiche del lavoro, questo soltanto per un'équipe.

Poi c'è l'équipe B: tutor, psicologo, educatore, mediatori culturali, consulenti legali e poi l'équipe di presa in carico multi-professionale: operatore referente individuato dalla partnership degli enti del terzo settore, operatore del servizio segnalante.

Così, a guardarlo superficialmente, sembra che in realtà questo progetto, che dovrebbe essere rivolto ai detenuti, sia rivolto per trovare un posto di lavoro a tutte queste persone che ovviamente ci dovranno lavorare. Particolarmente curiosa, però, è l'osservazione di quello che devono fare queste persone; per esempio, questo operatore esperto in materia di migrazione e regolarizzazione, che in due equipe su tre dovrà offrire consulenze legali ai beneficiari di origine straniera per favorirne la regolarizzazione. Si prevedono 280 ore di lavoro nell'équipe A e 655 ore di lavoro nell'altra équipe.

Ora, siamo quasi a mille ore di lavoro in due anni e qui praticamente c'è, mi pare di capire, qualcuno che part-time lavora sostanzialmente per far prendere la cittadinanza italiana ai delinquenti che escono dal carcere o che, diciamo, fanno avanti e indietro dal carcere, non mi sembra, come dire, questo impiego così nobile, non mi sembra peraltro che abbiamo anche bisogno di trattenere sul nostro territorio dei delinquenti, ma questa sicuramente sarà una mia valutazione distorta.

Leggo poi che ci sono dei mediatori che verranno impiegati in funzione della nazionalità, 1248 ore di mediazione culturale e poi dei consulenti, non meglio specificati, assistenza fiscale, contributiva, debitorie abitative, che in funzione delle segnalazioni, ma viene scritto 35 ore, lavoreranno. Ma non è finita qui, perché ci sono anche dei mediatori che viene scritto "al bisogno su richiesta degli enti invianti", quindi non è detto che debbano lavorare, sono al bisogno, ma vengono previste 312 ore di lavoro per questi mediatori.

Poi ci sono i consulenti legali che non abbiamo capito - e questo a supporto delle vittime peraltro dei reati, consulenti legali che non abbiamo capito se siano avvocati o meno, non abbiamo capito che qualifica abbiano e sarebbe interessante capire effettivamente che tipologia d'inquadramento abbiano.

Poi c'è una curiosa composizione dei partner, perché, vede, quello che abbiamo trovato nel progetto è che manca qualche pezzo, a noi risulta che sia stata fatta un po' un'indagine per capire ed evitare che ci siano delle, come potremmo dire, delle azioni che possano mettere in relazione persone che si conoscono, mettiamola così, e ci sono le aziende che compaiono e scompaiono a seconda della necessità e manca anche un dettaglio delle spese di come verranno esaminate, perché noi abbiamo messo la singola spesa, il singolo, diciamo, l'impiego delle ore, ma non c'è un dettaglio di come tutti questi 800 mila euro verranno utilizzati.

Ecco perché con quest'interpellanza, Assessore, le chiediamo: se siano state dettagliate le spese per l'ammontare di cui in premessa, in caso negativo se si intende richiedere il dettaglio ai partner coinvolti; quanti detenuti fruiranno in un anno - ma io, per fortuna, ho recuperato il dato nel frattempo; e quale sarà l'entità dell'emolumento a loro riconosciuto; quali e quante verifiche sono state fatte sulle attività oggetto del progetto e quali siano le motivazioni per le quali, a fronte di un finanziamento cospicuo, si sia presentato un solo soggetto.

Presidente - Risponde per il Governo l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Il piano finanziario con il taglio delle spese per un ammontare pari a euro 810.500 (di cui euro 600.000 a valere sui fondi della cassa delle ammende, euro 180.000 a valere sul cofinanziamento regionale ed euro 30.500 a valere su fondi del Ministero della Giustizia per il sostegno alle vittime di reato) è stata approvato in data 19 novembre 2024 dal tavolo di co-progettazione e gestione in partnership di un sistema integrato d'interventi e servizi finalizzati al reinserimento socio-lavorativo delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale e all'assistenza alle vittime di qualsiasi tipologia di reato.

Le spese contenute sul piano finanziario sono state dettagliate in funzione degli indirizzi (forniti dal Ministero della Giustizia, dalla cassa delle ammende) e dei costi ammissibili. Gli enti terzi partner del terzo settore hanno messo a disposizione, come richiesto dall'avviso pubblico, una quota di cofinanziamento pari all'uno per cento dei fondi pubblici alla base dell'istruttoria di co-progettazione.

Nell'ambito del progetto "RiUscire" sono previste attività progettuali finalizzate al reinserimento occupazionale lavorativo, sia in favore di persone detenute che di persone in area penale esterna, anche mediante percorsi formativi. Nell'arco di vita del progetto 2025-2026, per quanto riguarda i detenuti si ipotizza di organizzare dei percorsi formativi che coinvolgano almeno 32 persone, finalizzati a potenziare le rispettive competenze lavorative, e di attivare almeno 10 tirocini d'inclusione, finalizzati a sostenere l'autonomia, la riabilitazione, l'inclusione sociale mediante appunto percorsi di orientamento, formazione e reinserimento lavorativo all'interno della Casa Circondariale di Brissogne.

Il suddetto numero potrà subire variazioni che dipenderanno dal numero effettivo di progetti personalizzati attivati da parte dell'area trattamentale del carcere e dai bisogni dei beneficiari.

La delibera del Consiglio di Amministrazione della cassa delle ammende, la numero 8 del 2024, di definizione dei criteri generali da seguire per la congruità dei progetti prevede che ai beneficiari coinvolti nei tirocini d'inclusione venga riconosciuta un'indennità di tirocinio oraria pari a euro 5 e il massimale d'indennità mensile non dovrà comunque essere superiore a euro 500. Si sottolinea inoltre che nell'ambito del progetto sono previste diverse attività che illustriamo in quanto sarebbe riduttivo riportare esclusivamente una parte di un sistema più complesso.

Alcune di queste attività sono:

1- il supporto per il reperimento del mantenimento delle collocazioni abitative sia per i detenuti in fase di scarcerazione privi di risorse abitative, economiche e familiari, che per le persone in esecuzione penale esterna nelle medesime condizioni;

2- il potenziamento delle azioni di sostegno psicologico e legale in favore dei detenuti presso la Casa Circondariale di Brissogne e miglioramento della vita in carcere, con attività sportive e ricreative ad esempio;

3- la formazione in favore del personale impiegato presso la Casa Circondariale finalizzate all'acquisizione di strumenti e strategie d'intervento comuni per la gestione di situazioni conflittuali e dinamiche relazionali complesse;

4- il potenziamento del servizio di mediazione interculturale in favore dei detenuti stranieri presso la Casa Circondariale;

5- la promozione dell'accesso ai programmi di giustizia riparativa da parte degli autori diretti di reato residenti in Valle d'Aosta;

6- l'apertura di un centro sostegno alle vittime di reato e raccolta dati per il monitoraggio del fenomeno.

Le attività del progetto sono state definite innanzitutto sulla base delle linee d'indirizzo per la realizzazione di un sistema integrato d'interventi al servizio per l'inserimento socio-lavorativo delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale, sancite dalla conferenza unificata del 28 aprile 2022, mediante l'accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome e gli enti locali.

Dopodiché sono state oggetto di co-programmazione da parte della cabina di regia regionale per l'integrazione dei servizi socio-sanitari e di inclusione socio-lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti limitativi e restrittivi della libertà personale istituita ai sensi, appunto, della delibera 1629 del 2022 e composta dai referenti dell'Amministrazione regionale, dell'Amministrazione della giustizia, del Celva e del Comune di Aosta, dell'Azienda USL della Valle d'Aosta e dell'organizzazione di volontariato operante presso la Casa Circondariale, quindi un processo a dir poco complesso e lungo.

Durante le numerose sessioni di lavoro la cabina ha svolto un'attenta ricognizione, analisi e valutazione del fabbisogno territoriale dell'attività da sviluppare, in collaborazione con tutti i soggetti territoriali coinvolti.

In esito, quindi, a questo percorso di co-programmazione è stato redatto il piano di azione regionale triennale approvato con la delibera della Giunta 226 del 2024 e avallato successivamente con la delibera del Consiglio di Amministrazione della cassa delle ammende, la numero 37 del 2024.

L'istruttoria di co-progettazione e relativo avviso pubblico hanno dunque messo a bando l'attività e servizi individuati nell'ambito del suddetto Piano Triennale che richiedevano specifiche competenze ed esperienze del settore. Il soggetto del terzo settore che si è candidato per la co-progettazione alla gestione delle attività è una partnership composta da quattro cooperative sociali operanti nel settore dell'insegnamento lavorativo, di servizi di educativa territoriale, di servizi per l'accoglienza alloggiativa temporanea. Le medesime, inoltre, ai fini della presentazione della proposta progettuale, hanno coinvolto ulteriori realtà associative del territorio, quali organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni e aziende agricole.

Un percorso quindi complesso e articolato con tantissimi soggetti coinvolti, a partire appunto dalla cassa ammende.

Presidente - Per la replica la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per la sua risposta, anche se in realtà molti interrogativi rimangono sul tavolo. Ne farei uno soltanto, così, en passant.

Sulla delibera che avete approvato c'è scritto che per il finanziamento di questo progetto ci sono tre finanziamenti. Per l'anno 2024, 200 mila euro per la cassa ammende, per la Regione 60 mila euro, al 2024 non si farà; quindi? Per quale motivo si sono stanziati 260.000 euro se il 2024 non si fa? Una domanda così, per curiosità. Chissà se ci potrà rispondere.

In secondo luogo, le ho chiesto dettaglio delle spese fornite, lei dice giustamente che è abbastanza lungo e difficile da fornire, io però, Assessore - lei non lo saprà, lo annuncio io, così lo dico - io ho fatto una richiesta di accesso agli atti, per avere tutti gli atti, mi sono stati consegnati tre atti, una delibera e due progetti e il dettaglio delle spese non mi è stato dato.

Come mai - se c'è e l'ho chiesto - non mi è stato dato? Sa rispondere a questo, Assessore? Così, en passant, perché a questo punto qualcuno è inadempiente e non mi ha consegnato quello che doveva. Non è che magari ci sono dei timori a consegnarmi il dettaglio delle spese?

Le spiego anche il perché. Perché vede, lei giustamente ha detto che ci sono quattro soggetti che aderiscono, che a loro volta... chiedo scusa, quattro enti partecipanti, questa famosa ATI, che a loro volta hanno coinvolto degli altri soggetti. Io ho una lista provvisoria di questi soggetti e vede, lo dico per lei, non vorrei che i soggetti che hanno proceduto a fare le verifiche di eventuali incompatibilità non abbiano considerato le proprie incompatibilità (parentele, magari... che so, legami di coniugio o altre cose) perché sarebbe particolarmente curioso trovare che soggetti coinvolti che magari prendono dei bei soldini per questo progetto hanno dei legami magari con chi a questo progetto ha lavorato, magari ha steso il bando, magari ha partecipato ai tavoli.

Io non so quindi se lei questa verifica l'ha fatta, però sarebbe particolarmente spiacevole trovare questi soggetti coinvolti, perché chi viene coinvolto si dovrebbe sapere fin da subito, non dopo, fin da subito si sa chi viene coinvolto.

Ci sono particolari situazioni e condizioni che ci permettono di guardare con un certo distacco l'efficacia di questo progetto, che ha ottenuto - pur con tutto quello che lei ci ha raccontato, personale qualificato, soggetti esperti e quant'altro - in realtà ha ottenuto un voto molto molto basso, penso che non sarà sfuggito.

Come mai, pur essendoci questo progetto, tutti questi soggetti qualificati, essendo stati così bravi, precisi, con tutta questa esperienza, ha ottenuto questo progetto così basso?

Sarebbe interessante scoprire, sarebbe interessante capire dove vanno a finire i soldi se delle 13 persone che lavorano, peraltro non ogni mese ma per pochi mesi: non portavano a prendere più di 500 euro al mese, tutto il restante ammontare di 800 mila euro dove va a finire?

Perché a me sembra che qui il progetto non sia far lavorare e reinserire i detenuti, ma a me sembra che qui il progetto sia come possiamo trovar lavoro a noi, ai soggetti che aderiscono al bando, perché farei un calcolo spannometrico, ma io non penso, anche soltanto a essere generosi, che più di, vogliamo dire, 300 mila euro, fra tutto, venga speso. E il restante mezzo milione a chi va?

Nelle tasche di chi va il restante mezzo milione? Le attività servono per sostenere le persone, non devono essere attività fuffa. E invece serve per mantenere le cooperative.

Quindi lei sappia, Assessore, che ha un faro puntato su questo, faremo molta attenzione a quello che verrà fatto, io le consiglio di fare molta attenzione ai soggetti che hanno lavorato a questo progetto.