Oggetto del Consiglio n. 4293 del 14 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4293/XVI - Interpellanza: "Processo di decarbonizzazione della Cogne Acciai Speciali e riduzione in generale dei consumi fossili e di energia non rinnovabile entro il 2030".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo al punto n. 37 all'ordine del giorno. Espone l'iniziativa la collega Minelli.
Minelli (PCP) - Abbiamo appreso da un comunicato stampa di CVA del 17 dicembre scorso che fra il gruppo CVA e la Cogne Acciai Speciali, presso la sede di Confindustria, alla presenza anche dell'assessore Bertschy è stato sottoscritto un protocollo d'intesa finalizzato a individuare delle azioni per favorire il processo di decarbonizzazione della CAS. L'intesa riguarda una sorta di diagnosi che la società CVA Smart Energy deve condurre per individuare delle soluzioni tecnologiche migliorative sui consumi energetici dello stabilimento CAS. Il protocollo ha quindi per oggetto un problema sicuramente importante, ma, dalle informazioni che sono state rese disponibili, non sono chiari alcuni aspetti e quindi si presta anche l'intera questione a varie considerazioni: ad esempio, un aspetto che non è chiaro è come si concilia questa diagnosi che si vuole condurre, che si dice che si metterà in piedi con gli studi che già la CAS ha effettuato sulle sue emissioni. Leggendo il bilancio di sostenibilità 2023 della Cogne Acciai Speciali, a pagina 70 si trova scritto questo: "Terminata nel 2024 la prima fase di studio sulle emissioni di CO2 dello stabilimento, l'azienda sarà in grado di identificare progetti specifici di decarbonizzazione basati sulla carbon footprint di prodotto", cioè sull'impronta carbonica dell'acciaieria. Come si concilia, come si coniuga quindi l'intesa con CVA rispetto al fatto che CAS, per sua missione, dovrebbe essere in grado già ora, che il 2024 è terminato, di identificare dei progetti specifici di decarbonizzazione.
Un secondo aspetto che non è molto chiaro è questo: nell'intesa è prevista anche la ricerca delle condizioni per la stipula di un contratto di fornitura di energia green che coinvolge CVA EOS. Immagino che energia green significhi energia da fonte rinnovabile, quindi da idroelettrico, da fotovoltaico o da eolico. È un'affermazione un po' difficile da comprendere, perché è vero che nel corso del 2022 e del 2023 la Cogne aveva dichiarato che solo il 30% dell'energia da lei consumata proveniva da fonti rinnovabili, ma il 19 luglio del 2024, con un suo comunicato, CAS ha affermato che, a partire da gennaio 2024, quindi da un anno a questa parte, tutta l'energia elettrica che alimenta gli stabilimenti produttivi europei, quindi compreso anche quello di Aosta, ha origine da fonti rinnovabili. Evidentemente credo che siano state introdotte nel frattempo delle modifiche nei contratti di fornitura, però allora, se dichiarano che tutta l'energia ora utilizzata proviene da fonti rinnovabili, non è ben chiaro che cosa significa questa fornitura green che dovrebbe far capo a CVA EOS. Comunque, al di là di questi due aspetti del rapporto della diagnosi con gli studi già fatti e della fornitura di energia green da parte di CVA EOS, che sono poi da capire, la questione principale ovviamente da affrontare è l'utilizzo del metano nella produzione della Cogne o, meglio, la decarbonizzazione rispetto al metano. I consumi energetici dello stabilimento, sempre dati che si possono trovare nel bilancio di sostenibilità, sono così ripartiti: 61% metano, 39% energia elettrica e ora pare energia elettrica da fonti rinnovabili. Evidenzio che i quantitativi di metano consumati dalla Cogne sono pari a 39 milioni di metri cubi ogni anno, quantitativi che, facendo dei calcoli che abbiamo provato a fare, potrebbero soddisfare il fabbisogno di riscaldamento e anche di acqua calda sanitaria di circa 25-30 mila famiglie di due persone. Ci sono delle modellizzazioni per cui è possibile fare dei calcoli. Sono dei numeri sicuramente imponenti, quindi crediamo che una Valle d'Aosta fossil full free al 2040 certamente non può prescindere dall'azzeramento dei consumi di metano della CAS. Sappiamo che c'è un progetto di utilizzo dell'idrogeno verde per il processo produttivo dell'acciaieria finanziato con i fondi PNRR, ma anche qui, sulla base delle informazioni e dei dati disponibili, su cui si può provare a fare dei calcoli, risulta che il progetto permetterebbe di sostituire approssimativamente - e questa è una cosa che abbiamo provato a fare - solo il 2% degli attuali consumi fossili, quindi è evidente che il problema da affrontare sulla decarbonizzazione di Cogne è molto rilevante.
Sulla base quindi di queste considerazioni, ma anche di questi dati, chiediamo di conoscere "qual è la società che attualmente fornisce la maggiore quantità di energia elettrica utilizzata dalla CAS; se la diagnosi che verrà realizzata da CVA Smart Energy riguarderà sia i consumi elettrici, sia i consumi fossili; come si intende operare per una riduzione rilevante dei consumi di metano nel processo produttivo della CAS e quale percentuale di riduzione dei consumi fossili e di energia non rinnovabile si pensa di realizzare in CAS entro il 2030 anche in vista dell'obiettivo di una Valle d'Aosta fossil full free al 2040".
Presidente - Risponde per il Governo l'assessore Bertschy.
Bertschy (UV) - Non sarà attraverso quest'iniziativa che riusciremo ad avere tutte le informazioni che anche nella sua premessa lei ha presentato, anche perché ovviamente noi abbiamo chiesto la possibilità di avere questi dati alla CAS in particolare, ma ci sono anche tutta una serie di aspetti che hanno portato la società a darci delle possibili informazioni essendo anche una società che ha una sua attività di tipo industriale a livello mondiale, che probabilmente ritiene di non divulgare. La cosa importante di questo protocollo però - e io spero che altre imprese seguano questo esempio - è che ritengo ci possa aiutare e va un po' nella direzione di sostenere l'asse 4, quello delle imprese e dei cittadini, nel continuare a parlare dei temi che riguardano in particolare la riduzione dei consumi da fonti fossili e la divulgazione a livello culturale delle buone intenzioni prima di tutto e poi delle buone pratiche e delle azioni concrete che possano andare nella direzione di efficientare i sistemi e, appunto, ridurre i consumi.
Siamo nella fase iniziale, a tutte le domande che pone io credo che avremo possibilità di dare una serie di risposte, almeno per i temi che sono centrali del protocollo, di qui a qualche mese, quando l'attività sarà completata, soprattutto l'attività di diagnosi.
Io le rispondo per quello che è dato sapere e abbiamo posto queste domande sia alla CVA che alla CAS e le risposte che sono pervenute sono quelle che poi io le leggerò.
Per quanto riguarda il primo tema: "qual è la società che attualmente fornisce la maggiore quantità di energia elettrica utilizzata dalla CAS", "essendo CAS un'azienda privata, si ritiene di non divulgare informazioni confidenziali o comunque si tratta di azienda privata del settore energetico...": questa è la risposta che al momento viene fornita. Se la diagnosi che verrà realizzata da CVA Smart Energy riguarderà sia i consumi elettrici, sia i consumi fossili, il protocollo d'intesa fa riferimento a una diagnosi energetica, eventuale efficientamento dei consumi energetici relativi alle infrastrutture, ovviamente infrastrutture che non prenderanno in considerazione per questa parte di protocollo gli impianti dedicati alla produzione di acciaio. La diagnosi verterà su edifici, impianti di climatizzazione e sistemi di illuminazione. Per tale scopo verranno presi in considerazione i consumi di energia elettrica e di gas naturale.
Punto 3: "come si intende operare per una riduzione rilevante dei consumi di metano nel processo produttivo della CAS". La CAS ha elaborato e mantiene costantemente aggiornato un piano di decarbonizzazione, in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi. Questo piano prevede, ove possibile, l'implementazione delle tecnologie più avanzate per migliorare l'efficienza e favorire il recupero energetico degli impianti, tuttavia il settore siderurgico è classificato, come tutti sappiamo, come quei settori dove è difficile ridurre le emissioni ed è un settore particolarmente complesso in cui le attuali tecnologie industriali, sebbene in continua evoluzione, non sono ad oggi in grado di garantire il raggiungimento dell'obiettivo zero previsto per 2050. La sfida di decarbonizzare questo settore è dunque notevole, richiedendo soluzioni che vadano oltre agli approcci convenzionali e coinvolgano nuove tecnologie, attualmente in fase sperimentale.
Punto 4: "quale percentuale di riduzione dei consumi fossili di energia non rinnovabile si pensa di realizzare entro il 2030, anche in vista dell'obiettivo di una Valle d'Aosta fossil full free entro il 2040". Il piano di decarbonizzazione della CAS, sempre fonte azienda, è sviluppato in conformità con gli obiettivi stabiliti dai vari accordi a livello europeo e mondiale, in particolare l'accordo di Parigi del 2015, garantendo che le riduzioni dei consumi di energia elettrica e il gas naturale entro il 2030 siano allineate con le migliori pratiche scientifiche per limitare il riscaldamento globale.
Questo approccio punta a conseguire progressi significativi nella transizione verso un futuro più rispettoso del pianeta, attraverso un miglioramento costante ed efficienza energetica, l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, una catena di approvvigionamento sostenibile ed una conseguente riduzione sostanziale dell'impatto ambientale.
Ripeto: non avendo la possibilità di avere informazioni, se non attraverso quello che ci può dire l'azienda, noi quello che stiamo facendo è da un lato richiedere informazioni, e lo faremo nei prossimi mesi, su come il protocollo avanzerà e quali saranno le azioni che verranno messe in campo; sostenere, anche attraverso le sperimentazioni, come quelle che sono state presentate e progetti innovativi sulla ricerca, come quelli che sono stati presentati un po' di tempo fa con la CAS e Telcha; investire anche sugli immobili, come abbiamo fatto con VdA Structure, per esempio l'installazione di pannelli fotovoltaici, quindi facendo in modo che questa grande azienda, che se è vero che da un lato, come ha segnalato lei, utilizza una notevole quantità di gas di metano in particolare, dall'altra parte dà anche una fortissima risposta occupazionale e anche a livello di sviluppo economico, come questa società, e trovo l'orientamento del management orientato in questa direzione, possa seguire e avanzare nei prossimi anni, mano mano che l'innovazione a livello industriale, di quelli che possono essere nuovi impianti, in particolare per la riduzione dell'utilizzo del gas naturale, evolvono, come poter sostenere questi investimenti per far sì che anche la CAS, con i suoi progetti di sviluppo, possa concorrere all'attuazione del nostro piano energetico ambientale a livello regionale.
Presidente - Replica la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Devo dire che risposte sostanzialmente non ce ne sono, al di là del fatto che si è appena partiti e che quindi potranno arrivare lungo il percorso delle delucidazioni che siano tali, però sostanzialmente il primo dato che emerge è un dato del tutto paradossale e cioè che la maggior parte dell'energia che la CAS utilizza, non si sa chi la fornisce, non so se questo è un segreto industriale, mi sembra una cosa strana, però non lo sappiamo, ma di sicuro sappiamo che non è CVA che la fornisce. Noi abbiamo quindi una società che è CVA, che è di proprietà della Regione, che era stata creata innanzitutto per soddisfare i fabbisogni di energia elettrica pulita delle famiglie del sistema produttivo regionale, sappiamo che esporta tanto fuori Valle la maggioranza di quell'energia che produce e la Cogne, che è la maggiore consumatrice di energia elettrica di tutta questa Regione, ha un fornitore top secret che però arriva da altrove. È una cosa che mi lascia alquanto sconcertata.
Non abbiamo neanche poi sentito - e questo me lo aspettavo - nessun commento in materia, cioè nessun rilievo sul fatto che questa sia una situazione comunque assurda.
Come mai la Cogne compra l'energia da qualcun altro? Io non lo so, non si dice perché è un segreto industriale, ma verosimilmente immagino che sia perché quella che c'è qui, quella di CVA, è più costosa, ma di nuovo la mission di CVA mi sembra che fosse quella di fornire energia a basso costo al sistema produttivo e alle famiglie. A nostro avviso, quindi, bisogna cambiare anche qui l'impostazione e l'energia elettrica della Cogne dovrebbe essere in qualche maniera acquistabile dall'acciaieria e, secondo noi, la Regione dovrebbe anche dare un chiaro indirizzo politico in questo senso.
Nel merito del protocollo di intesa tra CAS e CVA per la decarbonizzazione, si tratta sicuramente di una collaborazione positiva, noi pensiamo che sia positiva. L'Assessore ha fatto un rilievo anche sull'importanza della divulgazione delle buone prassi e quindi che ci si impegni in questo senso ed è un impegno che deve essere anche corale, questo è condivisibile, però poi, da quello che mi è stato detto, e anche da quello che è uscito dai comunicati, è veramente difficile capire che cosa sarà questo studio, questa diagnosi che si vuole fare, perché se CAS dice già di aver individuato le fonti di emissioni da CO2, che cos'è questo studio? Mi viene da pensare che sia una sorta di duplicato di cose che si sono già fatte. Si capisce dall'intesa che si vuole introdurre un po' di fotovoltaico, io immagino sui pannelli e sui capannoni, però mi aspettavo che ci fossero dei parametri e degli obiettivi di quantità indicati. L'obiettivo di ridurre del 50% le emissioni di CO2 entro il 2030, obiettivo europeo, e quello della Regione di azzerare al 2040 il fossil full free come verranno perseguiti? È un importante obiettivo, il protocollo sarà sicuramente importante, però non riusciamo a capire se è adeguato rispetto ai risultati.
La questione dell'idrogeno verde, che è anche questa una cosa molto importante secondo noi per la Cogne, perché potrebbe andare a sostituire il metano... però quel progetto, che è in via di realizzazione con i fondi PNRR, interessante, anche quello ci sembra limitato. Abbiamo parlato di un progetto che, secondo i nostri calcoli, andrebbe a coprire il 2% del metano attualmente consumato, forse magari sono calcoli sbagliati, non lo so, ma, fosse anche il 5% o il 10%, sarebbe decisamente poco e l'obiettivo del 2040 è fra 15 anni, non è fra un secolo. In alcune situazioni ho visto l'esperienza dell'acciaieria Arvedi di Cremona, da due anni sono a emissione zero di CO2, ed è una grossa acciaieria; ma cosa hanno fatto per arrivare lì? Hanno fatto degli investimenti veramente molto, molto grossi, allora anche nelle domande che ancora si potranno fare o nelle interlocuzioni che avrete bisognerebbe anche capire la Cogne quanto e quando intende investire, quali tecnologie realistiche intende utilizzare. Sono delle domande che, secondo me, vanno poste, per cui occorrono delle risposte.
Sulla questione della fornitura di energia green da parte di CVA EOS non ho sentito delle risposte e quanto alla fornitura di energia elettrica, ripeto, noi crediamo che debbano essere date delle indicazioni.
Presidente - Grazie collega Minelli. Assessore, mi vuole specificare la richiesta di ulteriore intervento? Prego, a lei la parola.
Bertschy (UV) - In punta di piedi solo per dire che alla domanda n. 1 io ho letto la risposta che arriva dalla CAS: "Essendo CAS un'azienda privata, si ritiene non divulgare informazioni confidenziali, comunque si tratta di un'azienda privata...". Io non ho detto né che è o né che non era CVA, quindi è un'interpretazione sua che non era CVA, quindi non diamo interpretazioni di cose che non sono state dette.
Presidente - Era giusto specificare, grazie Assessore. La parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Un'ulteriore specificazione, perché in iniziative precedenti - parlo di parecchio tempo fa - era emerso, lo avevo detto anche in aula, che le forniture erano estremamente limitate. Piccoli contratti, parlo del passato, oggi non lo so, ma immagino che non sia cambiato, contratti di fornitura di energia da parte di CVA a CAS.