Oggetto del Consiglio n. 4291 del 14 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4291/XVI - Interpellanza: "Ragioni dell'introduzione di un limite temporale agli interventi ricompresi nel piano regionale dei trasporti sottoposti alla procedura di valutazione ambientale strategica".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo al punto 35 all'ordine del giorno. Risponde all'iniziativa il consigliere Marquis.
Marquis (FI) - Abbiamo appreso che nella scorsa estate è stata adottata la delibera di Giunta regionale in relazione al piano regionale dei trasporti, che in questi giorni è sottoposto alla procedura di valutazione di impatto ambientale strategica che credo che debba terminare a fine mese. In relazione a quest'argomento, sostanzialmente si pone l'interpellanza per capire una cosa che sta a monte, a livello decisionale.
Abbiamo visto nella relazione di presentazione generale del piano che è stata fatta a giugno 2024 che sostanzialmente alcune opere e alcuni interventi non sono stati ricompresi nella valutazione di impatto ambientale strategico perché sostanzialmente la loro attuazione viene prevista dopo il 2035, quindi viene demandata a uno scenario evolutivo della gestione del piano. In particolare mi riferisco all'iniziativa sulla A5 della Bassa Valle sull'autostrada, nella tratta Verrès/Pont-Saint-Martin, che viene posticipata sostanzialmente anche a livello valutativo.
La considerazione che ne discende su questo è: ma allora tutte le altre opere previste nel piano sono opere realizzabili entro il 2035? Ecco la domanda, tenuto conto che sono delle iniziative che hanno un grosso impatto sia a livello pianificatorio che strategico, che dovrà essere valutato, ma non solo, anche a livello finanziario.
Parto da Courmayeur, tralasciando il discorso del Tunnel del Monte Bianco, quindi con la possibilità di realizzazione della seconda canna, ma gli interventi che sono previsti sulla rete autostradale... si prevede di rimodulare completamente l'impostazione sulla A5 nella parte alta, con la realizzazione di nuovi svincoli Entrèves, Courmayeur, Morgex, Aosta ovest, una hub sulla circonvallazione. Sono tutte iniziative che praticamente stravolgono un sistema attualmente impostato, alle quali si devono poi sommare tutte le iniziative di investimenti sulla medesima rete che sono stati trattati anche in un'iniziativa precedente che ha disposto il Presidente della Regione, che solo, per quanto concerne la tratta della SAV, impattano circa 400 milioni di euro nel prossimo quadriennio.
Tenuto conto che tutte queste iniziative sono iniziative che vanno a intervenire su delle situazioni in essere convenzionali, che scadranno nel 2032, quindi è verosimile che degli interventi di questa dimensione, anche a livello valutativo, conseguano al 2032, pertanto dal 2032 al 2035 c'è un tiro di fucile che li separa, quindi non si capisce come nei primi tre anni potrebbero realizzarsi tutti gli altri interventi che invece vengono ricompresi nella VAS, a differenza di quello che viene tout court demandato a dopo il 2035. Questa è un po' la ratio della presentazione dell'interpellanza.
Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.
Bertschy (UV) - Il tema dei trasporti l'appassiona in maniera particolare, collega Marquis, addirittura cambia il tono della voce quando parla di trasporti, è emozionato, l'appassiona in maniera diversa da altri temi, anche se vedo che anche quando risponde al collega Marzi a volte si appassiona in egual modo, sarà magari giustamente anche l'esperienza che ha fatto come Presidente della RAV, però sono temi sicuramente che le interessano.
Come ho avuto modo di dire nella scorsa risposta, è proprio l'approccio un po' che cambia tra quello che vorremmo provare a discutere noi con il nostro piano e che abbiamo offerto alla discussione.
La VAS serve proprio per raccogliere il parere delle cittadine, delle imprese, dei gruppi politici e sono sicuro che con le idee che abbiamo messo in campo saranno interessanti e probabilmente anche numerose le osservazioni, ma sarà il primo obiettivo raggiunto, perché avremo finalmente aperto una discussione sul tema dei trasporti nella nostra regione per guardare a un orizzonte che è sì quello del decennio del piano, ma soprattutto è quello di una discussione sui grandi temi.
Abbiamo parlato molto di Tunnel del Monte Bianco negli ultimi periodi, ma io continuo a ripetere che abbiamo dei problemi in ingresso e in uscita dalla Valle che sono di uguale natura.
Il collega Ganis, che fa parte del suo gruppo e che abita in Bassa Valle, sa bene quante difficoltà si vivono in certe situazioni e quanto vecchie sono quelle infrastrutture rispetto alla necessità che oggi abbiamo di pianificazione. Non parliamo di ferrovia, non parliamo di altre cose, però ci sono grandi temi sui quali è necessario provare a mettere in campo una visione e su questo noi abbiamo fatto il nostro lavoro e, una volta ricevute le osservazioni, sia a livello tecnico che politico, inizieremo il confronto. Un confronto che però, giustamente e correttamente, è già iniziato in aula, perché più gruppi hanno portato all'attenzione del dibattito e noi abbiamo provato a dare qualche prima risposta, attendendo però poi una discussione più approfondita con il piano.
La domanda è: "la ragione e gli intendimenti che hanno indotto a introdurre il limite dell'orizzonte temporale in dieci anni per sottoporre gli interventi ricompresi nel PRT e procedura di valutazione ambientale, strategica, nonché se gli altri interventi previsti in PRT vengono attuati entro il 2035". Come ho avuto modo di evidenziare già in precedenza, il PRT intende definire, in maniera complessiva e coordinata, un disegno generale composto da più interventi, che, inseriti in un modo organico e complementare fra loro, diano risposte efficaci ai bisogni della popolazione residente, dei turisti e degli operatori economici. Solo una volta condivisi i principi generali e la loro traduzione in interventi collegati e interallacciati si può pensare di passare alla fase successiva di dettaglio, come ben evidenziato nel caso specifico dell'autostrada A5 a pagina 21 della relazione generale, e la leggo: "Sul potenziamento della capacità di deflusso della tratta autostradale, compresa tra Verrès e Quincinetto, il piano intende offrire un inquadramento preliminare speditivo del quadro motivazionale ed esigenziale, finalizzato ad avviare un percorso di approfondimento con il Governo nazionale che mira a due obiettivi funzionali specifici: predisporre un documento di fattibilità delle alternative progettuali, Docfap, entro il primo biennio di validità del piano 2026, rende disponibile un PFTE della soluzione individuata con anticipo di almeno 18 mesi rispetto alla gara per la nuova concessione autostradale. Tale documentazione dovrebbe costituire la base rispetto alla quale impostare il rilascio della nuova concessione nei termini previsti dalla vigente normativa di settore, con partecipazione agli investimenti da inserire nel PFTE. L'orizzonte temporale del piano è stato fissato in 10 anni essenzialmente per due motivi: un arco temporale maggiore sarebbe stato troppo lungo di fronte alla rapidità con cui avvengono i cambiamenti degli scenari socio-economici nazionali e internazionali, un lasso di tempo inferiore non avrebbe consentito di abbracciare anche tutti quegli interventi che, per la loro complessità e il loro impatto, richiedono anni e anni di programmazione e progettazione". Nello scorso Consiglio abbiamo parlato del ponte sullo Stretto di Messina, pensiamo da quanto tempo se ne parla, quanta pianificazione è stata fatta e a che punto siamo oggi di quest'opera. Questo approccio trova riscontro in altre Regioni italiane, che prevedono un periodo di vigenza di 10 anni, come il Veneto e l'Umbria, o di ciclico aggiornamento mediamente ogni 5-6 anni come la Puglia. In Regioni come il Piemonte, che ha previsto un documento con mozione di indirizzo strategico, il piano regionale della mobilità dei trasporti, con un lunghissimo orizzonte temporale, 2050, ma che ha demandato a due piani di settore: il piano regionale per la mobilità delle persone e il piano regionale della logistica, la definizione delle politiche di medio termine funzionali al raggiungimento dei suoi obiettivi al 2030, nell'intento di coordinare in modo esaustivo le politiche regionali che influenzano la mobilità e i trasporti e che costituiscono un documento unitario, che si compone di un quadro strutturato di linee strategiche, macroazioni e azioni che contribuiscono a conseguire l'evoluzione desiderata, nelle linee guide del MIT per la redazione dei PUMS delle città metropolitane, strumento di pianificazione a livello strategico, per i quali si prevede una durata di 10 anni, ma anche un aggiornamento integrale dopo il primo quinquennio. I 10 anni quindi sono una pianificazione e un tempo che è comunemente usato da questi atti. Il PRT racchiude un insieme di progetti sfidanti e complessi, se non si comincia a organizzarli ed esporli in modo coordinato in un documento di programmazione strategica, non se ne vedrà mai la realizzazione. Ovviamente poi ognuna di queste idee progettuali avrà il suo percorso concertativo, progettuale, autorizzativo e realizzativo, con tempistiche che saranno definite di volta in volta per ogni specifica iniziativa.
Perché tempi diversi per l'autostrada della Bassa Valle, in particolare per la galleria della Bassa Valle più volte citata nei suoi interventi? Perché c'è una scadenza, che è quella del 2032, scadenza alla quale noi ci vogliamo far trovare pronti con un progetto. Vedremo quali saranno le osservazioni, ma vedremo soprattutto, anche a livello politico, come si intenderà provare a risolvere il problema enorme che c'è in quella strettoia, che è quella della gola di Bard, dove non passano le infrastrutture necessarie, dove è necessario fare degli investimenti. Come ex Presidente della RAV, le chiedo di non far più l'errore di parlare di tre corsie, perché, quando c'è una corsia di emergenza, non si può parlare di tre corsie, l'avevamo detto più volte per lasciarlo a verbale, glielo lascio anch'io a verbale, lo rilegga bene, quindi non si tratta di dire che quella è la scelta giusta, si tratta di porre un problema politico e mettere in campo una possibile soluzione. Ce ne sono altre? Benissimo, magari migliori delle nostre? Benissimo, ne prenderemo atto, ma politicamente questo Governo - e ripeto: credo che il collega Ganis più di altri lo possa sostenere - vuole portare il tema dell'entrata e dell'uscita della Valle d'Aosta in Bassa Valle come un problema di eguale importanza di quelli che sono stati più volte citati in altre discussioni. Giusto? Sbagliato? Ripeto: ci sono altre idee? Ben vengano, ma noi non ci possiamo permettere, come Valle d'Aosta, di vedere invecchiare le nostre infrastrutture, soprattutto quelle a pagamento, come le autostrade, senza proporre delle soluzioni. Abbiamo anche scritto nel piano - so che questo è stato oggetto del suo precedente intervento - che noi prevediamo la riduzione dei pedaggi per aumentare i passaggi. Oggi lo cito più volte, così lo teniamo al dibattito, anche il collega Ganis ha portato iniziative così, ma chi non crede nella riduzione dei pedaggi per aumentare i passaggi senza intervenire sulla riduzione del fatturato... noi siamo convinti - lei probabilmente no - che riducendo i pedaggi, passeranno più persone in autostrada e non ci sarà una diminuzione di fatturato. Questo fatturato sarà necessario per sostenere gli investimenti? Non è un tema che dobbiamo affrontare noi ed è qui la grossa differenza tra noi e lei rispetto all'approccio. Le società facciano le società, la politica faccia la politica. Le società diranno che sono piani sostenibili? Ne prenderemo atto e ci confronteremo con i Ministeri, con chi dovremo fare, ma il politico valdostano non può ridurre la sua azione ai piani di bilancio delle società, non lo può fare. Deve porre un problema e cercare delle soluzioni. Se lei non è di quest'idea, ne prendiamo atto, per noi quelli sono dei problemi sui quali andare a cercare delle soluzioni.
Presidente - Grazie Assessore. Replica il consigliere Marquis.
Marquis (FI) - Questo è un tema che mi appassiona perché è un tema importante e che ha una valenza strategica per quello che concerne la creazione della Valle d'Aosta di domani e soprattutto per evitare che la Valle d'Aosta rimanga isolata e si trovi in situazioni che non riesca a essere competitiva con le altre Regioni sotto il profilo del suo sviluppo turistico e per garantire anche la mobilità dei Valdostani. Sono convinto più di lei che c'è la necessità di intervenire sui prezzi delle autostrade, tant'è che nel 2009, quando ricoprivo il ruolo di Presidente della RAV, ho votato contro al rinnovo della convenzione insieme ai colleghi designati dalla Regione proprio per questa ragione. Con grande lungimiranza abbiamo previsto che sarebbe arrivato il giorno che tutto il traffico si sarebbe spostato lungo la strada statale 26 e fuoriuscito dall'autostrada. Allora avevamo analizzato la situazione e siamo ancora convinti, lo sono ancora convinto attualmente; il problema, vede, è che queste infrastrutture sono assoggettate a dei grossi costi di investimento perché sono delle strutture delicate e importanti.
Già solo quanto emerso prima nella trattazione dell'interrogazione... sul tratto della SAV ci sono 400 milioni solo in quattro anni previsti di investimento, ma lei sa benissimo che questi 400 milioni li pagano i cittadini, quelli che passano sull'autostrada, quindi il problema da dirimere è questo: che più interventi si fanno più le tariffe tenderanno a crescere se non c'è Pantalone che mette le risorse. Oggi c'è anche una piccola contraddizione che non è nella società, la Regione è nella società, quindi è stato manifestato con forza all'interno della società dai rappresentanti regionali di andare in questa direzione o di promuovere tutta una serie di investimenti? Questo è un altro dei temi importanti.
Poi, per quanto riguarda le possibilità della Bassa Valle, a prescindere se la vediamo o meno nello stesso modo su un intervento specifico, bisogna tener conto che sono dovute in gran parte al fatto che ci sono cantieri lungo tutta la tratta, perché, se non ci fossero i cantieri, non ci sarebbe nessuna coda sull'autostrada A5, perché ha la capacità di far defluire tutte le auto, perché nei momenti di maggiore carico ci sono 20 mila macchine al giorno. Se lei va a vedere i dati delle autostrade italiane, laddove viene paragonata la Valle d'Aosta in merito all'hub di Aosta con la situazione della Bassa Valle con la situazione di Scandicci, passano 120 mila macchine al giorno sull'autostrada. È l'autostrada più trafficata d'Italia, mentre la nostra è tra le meno trafficate d'Italia con 20 mila passaggi giornalieri, è poca roba sull'autostrada. È del tutto evidente che ci sono una decina di situazioni all'anno dove ci sono dei carichi di pressione maggiore rispetto a quelli ordinari. Si passa in qualsiasi giorno dell'anno a qualsiasi ora e l'autostrada è pressoché vuota, se uno passa in questi giorni, se ne rende benissimo conto.
La considerazione alla base di tutto è: attenzione, lei ha detto che la tratta della RAV, cioè il (incomprensibile) scade al 2032 e dobbiamo fare delle progettualità, anche quella della SAV scade al 2032, quindi le situazioni sono analoghe quelle della SAV e della RAV, quindi non si capisce perché non si è voluto sottoporre quell'intervento a VAS, perché anche gli altri che sono stati disegnati per adesso non sono dei progetti, sono delle righe, sono quattro righe che sono tutte da verificare, pertanto anche quelle righe della Bassa Valle, secondo noi, potevano essere tranquillamente sottoposte a VAS per fare un passo in avanti e per poter impostare anche la discussione su quell'argomento, invece è un argomento che è stato trattato e che si dice verrà poi verificato dopo. Io credo che su questo argomento - poi, tra l'altro, non se n'è mai parlato in Consiglio - la grossa preoccupazione è l'arrivo del 2032, perché qui parliamo di acque, ma le autostrade sono la stessa cosa. Nel 2032 la Valle d'Aosta non avrà più niente, perché dovrà partecipare a una gara per il rinnovo delle concessioni, quindi dovrà partecipare sia per la concessione della SAV sia per quella della RAV, dunque bisognerà anche qui imbastire dei ragionamenti. Si partecipa con gli attuali soci? La Regione parteciperà da sola? Bisogna anche iniziare a capire che cosa bisogna fare. Quanti soldi bisogna mettere sul campo poi per partecipare a queste concessioni? Sono tutti argomenti che sono degli argomenti importanti e che dovranno essere trattati.
Per quanto ci riguarda, la soddisfazione o meno della sua risposta, capiamo le sue considerazioni, però non condividiamo l'approccio di frazionare prima del 2035, dopo il 2035, per sottoporre l'iniziativa alla valutazione di impatto ambientale.