Oggetto del Consiglio n. 4289 del 14 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4289/XVI - Interpellanza: "Interventi regionali volti a sanare il mancato riconoscimento del bonus docenti agli educatori".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo alla trattazione del punto n. 33 all'ordine del giorno. Espone la consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Quest'interpellanza è stata depositata per capire come la Regione intende procedere rispetto all'ennesimo ricorso perso, nella scorsa seduta se n'è parlato di un altro, in quella prima di un altro ancora, questo riguardante l'estensione del riconoscimento del bonus docenti agli educatori. Infatti una recente sentenza del Tribunale di Aosta ha accolto un ricorso fatto dalla CGIL riconoscendo il diritto della Carta dei docenti per la formazione professionale, quello che tutti noi chiamiamo bonus docenti, anche a un educatore del Convitto regionale, Federico Chabod. A seguito di questa sentenza, la Regione dovrà versare 3 mila euro per i 6 anni di servizio dell'educatore; è evidente che nella stessa situazione si trovano anche tutti gli altri educatori che non hanno in prima battuta promosso un ricorso, ma che in qualche modo comunque ne hanno diritto proprio alla luce di questa sentenza, in base al contratto nazionale, come viene riportato proprio dalla sentenza di cui stiamo parlando. Altre Regioni si legge che da subito hanno riconosciuto anche il bonus docente della Regione, mentre la nostra Regione, sotto questo punto di vista, non lo aveva riconosciuto, ecco perché sono tre le domande che poniamo all'Assessore: conoscere le motivazioni per cui il bonus docente non è stato inizialmente riconosciuto agli educatori, stimare i potenziali educatori coinvolti e i costi per sanare questa situazione, chiedere poi al Governo regionale quali sono le azioni che intende intraprendere per riconoscere il bonus senza ulteriori ricorsi, perché ne avevamo già parlato in occasione di un'altra sentenza, forse questa rincorsa ai ricorsi non ha molto senso, mentre molto probabilmente qualcosa sta già avvenendo con le organizzazioni sindacali, magari per evitare tutto questo e cercare di dare le risposte a quegli educatori che si trovano nella stessa identica situazione.
Presidente - Risponde per il Governo l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Grazie collega. La sua iniziativa si unisce a diverse altre iniziative su temi che evocano questa modalità tutta valdostana dei ricorsi da parte dei lavoratori: dico "tutta valdostana" perché ovviamente fuori dalla Valle d'Aosta è lo Stato a pagare e lo Stato spesso, come mi ricorda adesso il collega Caveri, non paga, l'abbiamo visto per il bonus dei 500 euro, fa magari delle disposizioni di legge posteriori e non fa, come spesso abbiamo fatto noi, dove attraverso disposizioni di legge nostre, cerchiamo di sanare perché, come avrò modo di dire, noi abbiamo a cuore prima di tutto la qualità del sistema educativo, ma anche i diritti dei lavoratori, perché poi gli educatori, così come i docenti, così come il personale tecnico-amministrativo, sono dei lavoratori e il loro lavoro merita di essere valorizzato.
L'ultima cosa che vogliamo come Regione è di arricchire gli avvocati, questo lo voglio dire, perché ne abbiamo già parlato con il collega Sammaritani già più di una volta e anche lui, responsabilmente, ha ammesso che se si riescono a trovare delle soluzioni soprattutto legislative... perché poi si possono anche fare delle sanatorie di carattere amministrativo, ma poi lasciano il tempo che trovano perché risolvono problemi una tantum, il nostro obiettivo è proprio quello di andare nella direzione di trovare delle soluzioni legislative che possano sanare una volta per tutte anche i problemi che vengono poi rilevati e ovviamente le sentenze, questo lo devo dire, alle volte ci aiutano a chiarire, perché l'Amministrazione poi a quel punto è confortata da pronunciamenti giurisprudenziali che la aiutano anche ad assumere delle responsabilità di carattere finanziario, che, alle volte, non sono così facili. Uno si chiede ma come mai tanti ricorsi, eccetera, eccetera, perché, fin tanto che non c'è una definizione certa e netta, il resistere magari in Tribunale è l'unica possibilità che si ha per poter erogare magari questi contributi. Desidero innanzitutto ribadire che questa Amministrazione è pienamente consapevole, lo dicevo prima, della necessità di tutelare i diritti di tutti i lavoratori, e che la figura degli educatori, per il ruolo che svolge, merita attenzione e valorizzazione. Proprio per questo stiamo analizzando, come le dicevo prima, con grande attenzione il quadro normativo e giurisprudenziale, anche con le organizzazioni sindacali che riuniamo periodicamente, per individuare una soluzione che sia sostenibile, ovviamente dal punto di vista amministrativo e finanziario, ma che vada anche nella direzione del conforto dei diritti dei lavoratori coinvolti.
La carta elettronica è stata istituita, do qualche elemento, dalla legge nazionale 107/2015, con l'obiettivo di rafforzare la funzione specifica del personale docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Successivamente è stata ampliata a nuovi destinatari dalla legge regionale: la 18/2016, che è intervenuta. Tuttavia, la normativa non ha incluso, tra i beneficiari, il personale educativo, distinguendo quest'ultimo dalla figura del docente, sia per ruolo che per funzione, è stato preso pari pari ciò che indicava la norma. Fino a tempi recenti questa distinzione è stata confermata anche dalla giurisprudenza, infatti nella sentenza del Tribunale di Aosta 95/2016, poi confermata dalla Corte di appello di Torino nel 2018, è stato sottolineato come il legislatore abbia sempre operato una separazione tra docenti educatori, prevedendo che la carta elettronica fosse destinata esclusivamente ai primi. La recente sentenza del dicembre 2024 del Giudice del lavoro di Aosta, tuttavia, ha adottato un orientamento diverso, aprendo nuove prospettive sul tema, io dico anche per fortuna, almeno ha chiarito un tema che era un tema per cui andava trovata una soluzione. Tale decisione quindi ci invita a considerare una possibile revisione normativa per superare le difficoltà interpretative e sanare una situazione che per molti educatori è fonte di comprensibile disagio. Gli educatori del Convitto - lei mi chiedeva quali sono i numeri, tra personale a tempo indeterminato e determinato - sono circa 35 unità. L'erogazione del bonus di 500 euro annui per ciascun educatore comporterebbe quindi un costo stimato pari a 17.500 euro l'anno.
Se consideriamo gli ultimi cinque anni, il costo complessivo degli arretrati ammonterebbe a circa 87.500 euro, che si tratta di una cifra sostenibile rispetto al nostro bilancio regionale, che dovrebbe essere oggetto però di un intervento specifico volto a sanare il pregresso in maniera uniforme e, come le dicevo prima, prevenire ulteriori contenziosi, perché penso non sia interesse né dei lavoratori, né dei sindacati, né dell'Amministrazione moltiplicare contenziosi che alle volte rischiano di costare ancora di più rispetto poi ai benefici che entrano in tasca ai lavoratori.
Quali sono le nostre intenzioni ci chiedeva. Dopo l'ultima sentenza, l'Amministrazione sta valutando con attenzione due tipi di intervento normativo: la modifica dell'articolo 16 della legge 18/2016 includendo, tra i beneficiari della carta elettronica, anche gli educatori, sia di ruolo sia supplenti, a partire dal corrente anno scolastico. Quest'intervento consentirebbe di riconoscere agli educatori l'importo annuale di 500 euro in modo strutturale e poi un intervento normativo per sanare gli arretrati, seguendo un modello simile a quanto previsto dalla legge regionale 12/2023 (non so se si ricorda, l'avevamo fatto sul bonus). Tale misura garantirebbe il ristoro delle somme arretrate spettante agli educatori per gli anni passati, riducendo il rischio di ulteriori contenziosi con potenziali effetti negativi sia per i lavoratori che per l'Amministrazione, perché, quando apri un contenzioso, sai quando cominci, non sai quando finisci e soprattutto non sai come finisci, perché poi abbiamo visto.
Va ovviamente sottolineato che, nel rispetto della trasparenza e della correttezza amministrativa, tali interventi richiedono un'analisi tecnica per garantire, ovviamente, rispetto ai vincoli di bilancio, bisogna trovare i capitoli, fare le dovute variazioni e delle procedure legislative ma, come le ho detto, stiamo puntando su quel tipo di soluzione.
Qual è l'impegno dell'Amministrazione? Voglio ribadire che la Regione intende affrontare - questo è un messaggio che do sia alle organizzazioni sindacali, sia ai lavoratori e anche agli avvocati - questa questione con senso di responsabilità e con un approccio costruttivo. Il nostro obiettivo è garantire che tutti i lavoratori interessati ottengano un ristoro adeguato per i loro diritti, in coerenza con le recenti evoluzioni giurisprudenziali. Siamo consapevoli del valore del lavoro svolto dagli educatori del Convitto e della necessità di valorizzare questa figura professionale il cui ruolo è essenziale - questo l'ho detto più di una volta - per la formazione e la crescita degli studenti. L'intento quindi è quello di porre fine a una disparità che per molti lavoratori rappresenta un'ingiustizia, rafforzando al contempo un senso di coesione e anche di equità all'interno del sistema educativo regionale.
Concludo quindi confermando l'impegno dell'Amministrazione a cercare di individuare una soluzione adeguata, lavorando in sinergia con tutti gli attori coinvolti al fine di tutelare i diritti dei lavoratori e garantire un sistema educativo sempre più inclusivo e valorizzante per tutte le sue componenti.
Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, la parola alla consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Credo sia un messaggio importante per gli educatori che, in questo caso, si erano già iniziati a muovere proprio alla luce di quanto è avvenuto, quindi, come diceva anche lei, Assessore, calcolando la cifra piuttosto ridotta che sappiamo peraltro essere dedicata proprio all'attività formativa e all'attività educativa, quindi non sono soldi che arrivano direttamente nello stipendio degli insegnanti, ma sono soldi che loro utilizzano per svolgere il loro lavoro. Sotto questo punto di vista, quindi, sicuramente questo è un messaggio importante e dunque aspettiamo l'evoluzione, anche perché lei ha citato un pezzo riguardante le leggi regionali, ma nel contratto collettivo nazionale, proprio nell'articolo 25, noi troviamo invece questa figura del docente che riferisce sia al personale docente che al personale educativo. Poi certo che in altre situazioni invece è stato completamente diviso e quindi si è creata quella confusione che nella sentenza è chiarissimo, perché a un certo punto evidentemente anche il legislatore dovrebbe in qualche modo rendersi conto che, se anche il personale educativo ha una funzione docente, in qualche modo deve essere totalmente equiparato e sempre.
Grazie quindi, Assessore, aspettiamo naturalmente di vedere gli esiti dell'analisi che state facendo e le modifiche normative che in qualche modo andrebbero a sanare questa situazione, anche perché credo che gli avvocati costerebbero quasi di più di quello che costerebbe invece andare in qualche modo a sanare questa situazione, perché spesso, per cifre così esigue, effettivamente comunque anche solo il lavoro che c'è dietro a quella sentenza è normale che è diverso rispetto poi a quello che l'educatore magari riceve in cambio. Spesso viene fatto per una questione di principio, quindi grazie anche all'educatore che in qualche modo ha deciso di portare avanti questo ricorso completamente da solo, fra l'altro, perché spesso invece sono diverse le figure che si mettono insieme per dare forza al ricorso.
Aspettiamo quindi quanto lei ha detto, ma rassicuriamo in questo senso gli educatori.