Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4286 del 14 gennaio 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4286/XVI - Interpellanza: "Risultati degli studi sulle ricadute economiche e ambientali a seguito della chiusura del Tunnel del Monte Bianco".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 30 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola alla collega Minelli.

Minelli (PCP) - Torniamo per l'ennesima volta su un argomento che abbiamo già ripetutamente affrontato in Consiglio, ma finora con scarsa fortuna, vale a dire la questione del monitoraggio delle ricadute ambientali ed economiche della chiusura del Tunnel del Monte Bianco avvenuta nell'autunno del 2023, quindi oltre un anno fa, e lo facciamo anche con un certo sconcerto perché io ho l'impressione, Presidente - magari un'impressione sbagliata, me lo dirà lei - che siamo stati un pochino presi in giro nel tempo. A partire dal mese di ottobre 2023 e fino a maggio 2024 ho presentato per conto del mio gruppo consiliare quattro iniziative ispettive e, se si esclude la prima, che di certo non presupponeva delle risposte sui risultati di quel monitoraggio, ma lo richiedeva in buona sostanza, le altre tre hanno ricevuto delle risposte insoddisfacenti perché, nonostante il passare del tempo, non siamo riusciti ad avere dei dati neppure parziali.

Ricordo che era stata ufficialmente annunciata in quest'aula una prima restituzione dei risultati relativi all'aspetto economico entro sei mesi dall'avvio dello studio, quindi a marzo 2024. Il 22 maggio scorso, quindi due mesi dopo l'ipotizzata consegna di quello studio, alla mia richiesta di conoscere gli esiti delle rilevazioni di ARPA e dell'Agenzia che opera sul versante francese riguardo ai dati ambientali e sui risultati delle ricadute economiche, per cui lo ricordo era stata incaricata l'Università della Valle d'Aosta, lei mi aveva risposto testualmente che i dati erano in fase di validazione: "Faremo a questo proposito al più presto il punto della situazione con il professor Alderighi e, non appena sarà disponibile, provvederemo a trasmettere lo studio in questione". Inoltre mi informava che, per quanto riguarda invece l'impatto ambientale, l'ARPA ha consegnato la prima relazione relativa al 2023 completata rispetto a quanto già illustrato nella stessa riunione del 16 aprile scorso. Per inciso, lo dico per chi ascolta, si riferiva a una riunione che c'era stata qui a palazzo con il GEIE in cui erano state illustrate le future chiusure, quelle del 2024. Poi concludeva: "L'intenzione è di trasmettere contestualmente al Consiglio i due documenti e ci premuriamo di farlo nel tempo più breve possibile. Non sembrerebbe corretto anticipare dei dati che non avete ancora avuto modo di valutare e analizzare e si ritiene invece più che condivisibile analizzarli anche con gli autori dei rapporti stessi al fine di poterli audire più compiutamente nella Commissione consiliare competente". Questo era quanto ci era stato detto e avevamo anche accolto questa cosa di dire: "Va bene, ci arriveranno così ci verranno anche spiegati".

Sono passati oltre otto mesi da quell'ultima risposta e qui non è arrivato nulla, eppure abbiamo evidenziato più volte la necessità di avere quei dati, sia sulle ricadute economiche, sia sulle ricadute ambientali di quella prolungata chiusura del 2023 e li chiedevamo anche in vista delle chiusure dell'autunno 2024, chiusure che ci sono state, che sono terminate il 16 dicembre scorso, però, appunto, di chiusure ce ne sono già state due, ma noi di monitoraggi non ne abbiamo visti.

Nel corso del 2023 da più parti, e in particolare da Confindustria della Valle d'Aosta, si era prospettata una vera e propria catastrofe economica per la chiusura autunnale del Tunnel, che mi sembra non essersi verificata, almeno in quei termini che erano stati evidenziati, per cui mi piacerebbe veramente poter disporre di queste ricerche per analizzarle con calma.

Ricordo anche che, in occasione della tragica chiusura del Tunnel tra il marzo del 1999 e il 2002, erano stati redatti e consegnati ben tre rapporti sulle ricadute sia economiche che ambientali sui due versanti, evidenziando, fra l'altro, una situazione che aveva smentito le precedenti previsioni. Questi rapporti non erano arrivati al termine dei tre anni, ma in itinere nel periodo della sospensione della circolazione per i lavori di ripristino.

Con queste premesse e fiduciose nonostante tutto, interpelliamo il Governo regionale per conoscere innanzitutto a questo punto: "se e quando saranno resi noti i risultati dello studio dell'Università della Valle d'Aosta rispetto alle ricadute economiche della chiusura del Tunnel nel 2023 - c'è un errore nel testo che è stato consegnato, ma credo che si capisca che ci si riferisse al 2023 - e i risultati dei monitoraggi di ARPA rispetto alle ricadute ambientali, così come emerso dai rilevamenti effettuati dalle due stazioni di misurazione".

Secondariamente chiediamo: "come si intenda procedere con il monitoraggio relativo alle chiusure, che poi ci sono già state, ma su cui immagino si faranno delle riflessioni, perché queste ricerche, chiamiamole così, possono essere ovviamente utili e immagino che siano state predisposte anche per il 2024.

Io spero, Presidente, che a questo punto lei non mi dirà: "Aspettiamo anche i nuovi dati, li validiamo e vi consegniamo tutto insieme fra qualche mese" perché forse è un po' troppo.

Presidente - Per la risposta, la parola al presidente Testolin.

Testolin (UV) - Intanto parto con una premessa, spero di dare un minimo di soddisfazione oggi visto che ha riletto soprattutto questo iter travagliato. La scorsa settimana abbiamo ricevuto il rapporto del professor Alderighi e dell'ingegner Bertalero dell'Università della Valle d'Aosta sulle ricadute della chiusura del Traforo del Monte Bianco. Il rapporto considera gli impatti previsionalmente previsti in relazione anche alla chiusura di 15 settimane, dal 2 settembre al 16 dicembre del 2024, quindi nei prossimi giorni tale rapporto sarà messo a disposizione del Consiglio regionale, insieme ai report di ARPA sulle ricadute ambientali che sono evoluti e che sono ad oggi disponibili e si procederà, come era già stato indicato precedentemente, a una presentazione dei dati da parte dei soggetti che hanno provveduto alla loro elaborazione al fine di un'illustrazione il più puntuale possibile e anche al fine di un'interpretazione autentica dei dati da parte di chi li ha raccolti ed elaborati, perché penso che questo sia fondamentale per evitare fughe in avanti o delle valutazioni che non siano coerenti con quello che è stato analizzato. Questo quindi è lo stato dell'arte.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Minelli.

Minelli (PCP) - Cum gaudio magno nostro vobis nuntio, finalmente arriveranno questi studi, che in qualche modo ci daranno conto della situazione e devo dire che insistere qualche volta serve, perché, se solo la settimana scorsa è arrivata la versione definitiva, allora magari l'interpellanza ha avuto un piccolo ruolo di spinta in questo senso. Lo dico perché alla fine di ottobre-primi di novembre, per puro caso, per un incontro fortuito con una persona del team delle persone che si sono occupate di questo studio, l'ho incontrata per strada e mi ha detto: "È pronto", allora io mi aspettavo che arrivasse. Si vede che mancava ancora un pezzo, arriva adesso e va bene.

Devo dire che per chi è della mia generazione... lei, Presidente, è un pochino più giovane di me, però siamo più o meno lì, forse si ricorderà che Renzo Arbore in "La vita è tutta un quiz" diceva: "Aspetta e spera che poi si avvera, teniamo alta la nostra bandiera"... e finalmente vedremo questo studio.