Oggetto del Consiglio n. 4282 del 14 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4282/XVI - Interrogazione: "Interventi messi in atto per garantire la sicurezza interna dell'Ospedale Parini a seguito di alcune segnalazioni".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 26 all'ordine del giorno. Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Venendo alla domanda n. 1, cioè si interroga l'Assessore competente sulle condotte poste in essere per garantire la sicurezza interna della struttura ospedaliera. In relazione alle segnalazioni descritte e alla presa in carico dei soggetti con le difficoltà evidenziate, è opportuno precisare che l'atrio dell'Ospedale è un luogo pubblico, quindi al libero accesso da parte di chiunque. Rispetto a quanto da lei evidenziato, collega, risulta un unico caso di persona senza fissa dimora che è seguita dalla Direzione medica di presidio, dal servizio sociale ospedaliero e dal cappellano dell'Ospedale. Si tratta di una persona che, seppur disponendo di una pensione di invalidità con la quale far fronte alle spese quotidiane, presenta una situazione complessa sia in quanto residente fuori Valle, quindi impossibilitato a richiedere un alloggio di edilizia residenziale pubblica, sia perché la stessa soffre di importanti problemi di salute. Per tali motivi è seguita dalle strutture del Parini che assicurano i frequenti accertamenti e le cure mediche necessarie. Non disponendo di una sistemazione abitativa, è capitato che la persona stazioni nell'atrio dell'Ospedale anche di notte, questo nonostante i ripetuti allontanamenti eseguiti dalla vigilanza notturna e i numerosi inviti a non stazionare in Ospedale se non per ragioni assistenziali. In particolare, gli è stato intimato il divieto di accattonaggio all'interno dell'Ospedale, divieto che risulta assolutamente rispettato. La persona mostra in ogni caso un atteggiamento educato e collaborante e segue con regolarità le terapie prescrittegli.
Lei nell'iniziativa richiama il fatto che si è recato personalmente a verificare la presenza. Anch'io, come lei sa, frequento il Parini spesso e in varie giornate della settimana, a vari orari del giorno e della sera, in alcuni casi anche la notte, e ho sempre potuto riscontrare da parte di questa persona educazione nello stare all'interno dell'atrio. Periodicamente la stessa fa rientro al luogo di residenza presso parenti che lo supportano con il proprio medico curante, che mantiene gli opportuni contatti con le strutture del Parini stesso. Il servizio sociale ospedaliero sta tentando di fornire il proprio supporto, coinvolgendo anche il PUA, cioè il Punto Unico di Accesso regionale, e cercando di reperire una soluzione di abitazione ad Aosta, soluzione ardua in quanto appunto la persona non risiede in Valle. La Direzione medica di presidio ha coordinato un ultimo colloquio tra la persona, i servizi sociali e il cappellano dell'Ospedale, ringraziamo, tra l'altro, tutti costoro per la solerzia e l'attenzione che stanno ponendo al caso, e questo colloquio si è svolto lo scorso 5 dicembre, allo scopo di esortare la persona a trovare una sistemazione decorosa e non provvisoria. L'Azienda riporta inoltre che, nel corso del colloquio, la persona stessa ha riferito di aver trovato una sistemazione provvisoria per tutta la stagione invernale e nel contempo di essersi anche attivata per trovare una sistemazione definitiva presso il suo Comune di residenza, appunto fuori Valle. Inoltre, la stessa persona si è impegnata a non stazionare più di notte in Ospedale e da allora non risultano più presenze presso l'atrio del Parini.
I fatti riportati confermano con evidenza - e non ne avevamo bisogno alcuno - di come non sia reale la forzata rappresentazione di un presunto fenomeno di persone bivaccanti all'ingresso dell'Ospedale Parini e confermano semplicemente come una sola persona, che è di tutta evidenza in una situazione di difficoltà, non possa presentare situazioni di pericolo. Confermano inoltre che una sola persona di tutta evidenza, in una situazione di difficoltà, dovrebbe suscitare tutt'altro invece che destare preoccupazioni per la sicurezza interna della struttura ospedaliera.
La sua iniziativa ci consente di ringraziare personalmente la Direzione medica di presidio, i servizi sociali e il cappellano dell'Ospedale che si stanno adoperando per fornire aiuto concreto a una persona che è chiaramente in un momento difficile e fragile della propria vita.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Assessore, quanti giudizi, quante valutazioni personali e in generale nel suo intervento, quanto lei ha potuto comprendere, quanto ha potuto valutare il nostro intento nell'incedere della sua risposta.
Vede, Assessore, lasci anche qualche valutazione a noi a questo punto visto che si arroga il diritto di valutare qual era l'obiettivo, qual è l'obiettivo o quali sono le preoccupazioni che ci muovono, quali sono gli obiettivi che ci poniamo.
Innanzitutto mi lasci dire una cosa: quando io - e l'ho riportato apposta - sollevai in quest'aula questo problema nel passato, mi venne detto che di questa persona non c'era traccia. Io l'avevo vista, io ero stato in Ospedale e non qualche mese fa, qualche giorno, qualche ora, qualche minuto, sono tre, quattro, cinque anni che questa persona staziona e non soltanto lei, in realtà in passato, adesso è rimasta soltanto una, benissimo, sono quattro o cinque anni che c'è un senzatetto che dorme dentro alla piastra dell'Ospedale.
Ora, se lei vuol dire che non c'è nessun problema, ce lo dica, in realtà io ero rimasto, per esempio, durante la pandemia, che guai, bisognava fare tutto a norma, con i guanti, le mascherine, lo scafandro e quant'altro, ma poi avevamo le persone senzatetto che dormivano nella piastra dell'Ospedale. Va bene, nessuno l'aveva visto, perché nessuno l'aveva visto, questa è la risposta che è stata fornita: "Nessuno ha visto niente".
Adesso siamo alla fase successiva, ammettere che c'è un problema permette la sua risoluzione, quindi non negarlo più già è un passo avanti, bene.
Lei ci dice, Assessore, che la piastra dell'Ospedale è un luogo pubblico ed è di libero accesso. Io non vorrei che una persona che si fosse sintonizzata solo in questo momento, dicesse: "Ma sai che c'è? Siccome io non ho un posto dove stare, visto che la piastra è di libero accesso, adesso andiamo lì e bivacchiamoci, chiamiamo gli amici, siamo in dieci-dodici", io ne conosco parecchi, anche gente che dorme nei garage, pensi un po', perché non ha un posto dove stare e prende anche del freddo, magari si collega e sente l'Assessore alla sanità che dice: "Siccome è un luogo di libero accesso, sapete che c'è? Andiamoci, facciamo un bel bivacchino, basta un bel sacco a pelo e abbiamo risolto il problema". Non è così, Assessore, non è così, non si può dormire dentro una piastra, la piastra dell'Ospedale è altro!
Ovviamente quest'iniziativa non è finalizzata a denigrare qualcuno che ha un problema, ma serve anche per evidenziare le criticità del servizio delle politiche sociali, perché è evidente che, se c'è una persona che da tre-quattro-cinque anni dorme nella piastra dell'Ospedale... e da tre-quattro-cinque anni parlate, perché questo ha ringraziato: "Grazie a tutti che avete chiacchierato per tre-quattro-cinque anni" mentre una persona dorme nella piastra dell'Ospedale. Grazie per le belle chiacchiere che avete fatto per questi quattro-cinque anni.
Assessore, lei comprenderà che, posto il fatto che questa persona è residente fuori Valle, le opzioni sono due: o si trova una soluzione abitativa per questa persona, e la si toglie da lì, o questa persona giustamente rientra al luogo di domicilio, dove verrà assistita ovviamente dalle persone che lì sono indicate per questo tipo di servizio. Dopodiché lei ci dice che a questa persona però in passato sono stati contestati dei comportamenti di accattonaggio, lei dice che questo non è più successo, sfortuna vuole che - e l'ho scritto - io sono stato testimone di questo, perché questa persona alle persone che vanno a prendere il ticket e pagano alla macchinetta chiede giustamente l'elemosina. Allora non è così, non è come la racconta lei, è come forse le hanno raccontato e come forse lei non vuol vedere. Poi c'è tutto il capitolo dell'utilizzo dei bagni che sono situati nella piastra, che vengono utilizzati in maniera abbondante anche da questa persona.
Allora o noi immaginiamo che questo sia un luogo dove ci si può ricoverare, allora basta che lo dice e io a tutte le persone che conosco che sono senza un alloggio, a gente che vive nei fienili, eccetera, dico: "Guardi, se vuole, basta andare nella piastra dell'Ospedale e va bene, trovate accoglienza, assistenza, c'è il cappellano, c'è il servizio di assistenza ospedaliero e vi fanno tutto quello che volete", oppure dobbiamo dire che quello non è un luogo dove stazionare e ci devono essere delle soluzioni. Lei non ha detto né uno né l'altro, lei ha cercato semplicemente di far ricadere e di dipingere chi la sta interrogando in maniera negativa, in realtà abbiamo sollevato un problema che hanno sollevato tanti, anche il personale sanitario, soprattutto il personale sanitario, che è stufo di questa situazione.