Oggetto del Consiglio n. 4280 del 14 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4280/XVI - Interrogazione: "Informazioni sul fenomeno della povertà sanitaria in Valle d'Aosta".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 24 all'ordine del giorno. Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Venendo alle domande 1 e 2, rispetto al tema della povertà sanitaria, che vede 4 milioni e mezzo di Italiani dichiarare di aver rinunciato alle cure, la Valle d'Aosta indica dati in decremento, in controtendenza quindi rispetto al trend italiano, con valori tra i più bassi a livello nazionale. La Valle d'Aosta vede infatti nel 2022 una cifra del 6,4% rispetto a una media italiana del 7%, e nel 2023 una cifra del 6,3%, rispetto alla media italiana del 7,6%, quindi in aumento rispetto al 2022. Il dato sulla rinuncia alle cure è ora considerato giustamente un indicatore di equità del nuovo sistema di garanzia dei LEA in quanto, valutando l'accesso ai servizi sanitari, monitora eventuali disuguaglianze regionali o socio-economiche. L'indicatore di rinuncia a prestazioni sanitarie origina da diverse situazioni, come i problemi economici, le lunghe liste di attesa e la difficoltà a raggiungere i luoghi di erogazione del servizio. I dati dei rapporti disponibili sulle motivazioni della rinuncia alle cure non dettagliano però a livello di Regione e non sono quindi disponibili.
Rimanendo però sui motivi della rinuncia a livello nazionale, è interessante rilevare come i motivi economici, rimasti sostanzialmente stabili tra il 2019, il 4,3%, e il 2023, il 4,2%, sono passati in secondo piano negli anni del Covid 2019, cioè circa il 2,9%. Sono invece aumentate le rinunce dovute alle lunghe liste di attesa passate negli stessi anni dal 2,8% del 2019 al 3,8% del 2022 e al 4,5% del 2023. Queste dinamiche sono influenzate dall'esperienza della pandemia, che ha costituito una barriera all'accesso ai servizi sanitari per il quasi 5% nel 2020 della popolazione e per il 5,9% nel 2021, scemando poi nel 2022 solo all'1,2 ed esaurendosi nel 2023 allo 0,1%.
La povertà sanitaria rappresenta in ogni caso una manifestazione del disagio economico, indicando l'incapacità di sostenere spese mediche essenziali. Per contrastare il fenomeno della povertà, l'Assessorato ha previsto a bilancio nel triennio 800 mila euro per ciascuna delle prossime annualità, quindi la 2025, la 2026 e la 2027, ma soprattutto nel 2024 ha erogato aiuti sotto forma di contributi per quasi 360 mila euro a valere sulla legge regionale 23/2010 che abbiamo novellato nel 2023: proprio sugli articoli richiamati da quest'iniziativa l'Aula si espresse con voto favorevole all'unanimità.
L'Assessorato nel 2024 ha inoltre previsto l'avvio di diversi progetti nell'ambito delle coprogettazioni dedicate alla bassa soglia e alla povertà, dimore senza fissa dimora, riattivazioni per inserimenti socio-occupazionali, emporio per fornire pacchi alimentari, l'housing first per l'individuazione di appartamenti da destinare a progetti e il terzo settore con l'individuazione di un fondo per il Pronto Soccorso sociale.
Oltre all'impegno profuso, un quadro indicativo della situazione di decremento della povertà sanitaria nella nostra Regione rispetto alla media nazionale può essere collegato anche ai dati dell'Osservatorio regionale che mostrano negli ultimi anni in Valle d'Aosta miglioramenti nel mercato del lavoro, infatti il tasso di occupazione è salito dal 2024 al 73,5%, mentre nel 2018 era del 68,4%, con una disoccupazione che, se nel 2018 arrivava al 6,9%, oggi è sensibilmente ridotta al 3,2%. Parallelamente, le procedure di rilascio di immobili mostrano un lieve miglioramento, passando da 93 del 2019 a 83 nel 2023, riflettendo una tensione abitativa sempre importante, ma moderata. La lettura di insieme di questi dati relativi agli aiuti economici, alle progettualità messe in campo, alla crescita occupazionale e alla diminuzione degli sfratti mostra, in linea più generale, come questi contribuiscano anche a dare una risposta al tema evidenziato con quest'iniziativa.
A fronte di un miglioramento a livello di coesione sociale, l'aumento della povertà relativa dovrà comunque essere monitorato nel tempo e continuare ad avere la nostra massima sensibilità.
Presidente - Per la replica, la parola alla collega Minelli.
Minelli (PCP) - Ringrazio l'Assessore per le risposte. L'interrogazione, come ha rilevato anche l'Assessore, derivava dalla notizia della pubblicazione, nel mese di ottobre scorso, della relazione 2024 sui servizi pubblici a cura del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, secondo cui, come ha giustamente ricordato l'Assessore, nel 2023 4 milioni e mezzo di Italiani hanno rinunciato alle prestazioni sanitarie per problemi di offerta, in particolar e soprattutto per le lunghe liste d'attesa o anche per la difficoltà a raggiungere i luoghi in cui vengono erogati i servizi sanitari. È una percentuale a livello nazionale che è pari al 7,6%, un dato in aumento rispetto al passato. L'altro dato interessante che si può desumere da questo rapporto è che le rinunce massime sono nella fascia tra i 55 e i 59 anni, l'11% della popolazione, vale a dire quindi persone che in larga maggioranza hanno un lavoro o sono in età da lavoro e hanno anche un reddito sia pur magari basso. La percentuale fra le persone anziane è del 9,8%, quindi più bassa rispetto a quella di chi è in età da lavoro, le donne rinunciano più degli uomini a curarsi, 9% contro 6,2%, e le rinunce per motivi economici vengono indicate dal 4,2%, anche qui anche a livello nazionale è un dato stabile, mentre quelle per le liste d'attesa, come peraltro ha confermato l'Assessore anche per quanto riguarda la nostra Regione, sono in aumento.
L'interrogazione derivava dal fatto che nella relazione non è possibile reperire i dati disaggregati relativi ad ogni singola Regione e, di conseguenza, si voleva capire meglio la situazione della Valle d'Aosta, per cui sono stati forniti questi due dati del 2022 il 6,4%, del 2023 6,3%, quindi in sostanza una percentuale abbastanza stabile e - è vero - inferiore rispetto a quella a livello nazionale; è anche vero che la nostra Regione è considerata fra quelle che hanno un livello medio di benessere superiore ad altre. È un peccato però che, come diceva l'Assessore, ci sono spesso dei dati che nella loro particolarità e peculiarità non sono sempre disponibili e - lo abbiamo già detto in tante altre occasioni - questo è un peccato perché non ci permette di poter fare dei raffronti rispetto alla situazione del resto del Paese. Questo - ma non è la prima volta che lo diciamo - è un problema che va affrontato in maniera più incisiva, perché, se poi bisogna mettere a sistema un nuovo modo di gestire la situazione, occorre per forza confrontarsi con gli altri, perché è vero che noi abbiamo un nostro sistema, ma poi alla fine rientriamo anche noi nel sistema generale della casistica e quindi delle statistiche. L'Assessore ha evidenziato le misure che vengono erogate per far fronte a delle situazioni di povertà, ha fatto riferimento anche alla questione abitativa o al lavoro e sono sicuramente delle misure importanti. A dare retta però ad alcune segnalazioni che sono - lo ammetto - difficili da verificare, ed è la motivazione per cui si pongono anche le domande, sembra che il tema della povertà sanitaria si stia comunque concretizzando anche nella nostra regione sia riguardo alle prestazioni specialistiche, perché lo abbiamo già detto anche stamattina: ci sono liste di attesa e dei tempi biblici per arrivare... la gente non può permettersi in gran parte di rivolgersi al privato, ma poi c'è anche un problema legato alla povertà sanitaria che riguarda il costo dei medicinali. che per molte persone, per molte famiglie oggi è troppo, e non mi riferisco alle famiglie che hanno un ISEE molto basso, che hanno comunque degli strumenti per cui alle volte vengono aiutate, ma per chi è in quello che un tempo era il cosiddetto "ceto medio", quindi è una situazione sicuramente, come diceva l'Assessore, da indagare e monitorare.