Oggetto del Consiglio n. 4275 del 14 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4275/XVI - Interrogazione: "Notizie in merito alle liste d'attesa e di galleggiamento per prestazioni sanitarie".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo al punto n. 19 all'ordine del giorno. Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Rispondiamo a tutte e tre le domande. Riteniamo innanzitutto sia opportuno porre l'attenzione su un dato che riteniamo oltremodo significativo e che fa riflettere rispetto alle ingenti richieste di visite mediche che giustamente la nostra comunità impegna rispetto al servizio sanitario regionale. Sono infatti attualmente oltre 50 mila le richieste di visite mediche prenotate da soddisfare, un numero su cui pesa l'appropriatezza rispetto alla reale necessità; l'appropriatezza, che, come è strutturato il sistema sanitario nazionale, non è una condizione verificabile, è considerata sempre più centrale per garantire la sostenibilità del servizio sanitario, che passa attraverso un utilizzo appropriato delle risorse e un'organizzazione che consenta che i pazienti ricevano le cure di alta qualità nei tempi dovuti e quando effettivamente è necessario.
Rammentiamo ora ciò che abbiamo già avuto modo di evidenziare rispetto a quelli che consideriamo i tre problemi della sanità pubblica nazionale e valdostana anche rispetto alle liste di attesa: per prima cosa il finanziamento, che, seppur ad oggi non rappresenta una preoccupazione per la Valle d'Aosta, la quale, autofinanziando interamente il proprio servizio sanitario, è in grado di garantire un livello di finanziamento notevolmente superiore rispetto al fabbisogno standard definito per le Regioni a Statuto ordinario... ricordiamo la polemica della fine del mese di dicembre, infatti in quel caso si era esplicitato il fatto che finanziamo la nostra sanità regionale ben oltre quanto prevedrebbe il fondo sanitario nazionale, finanziamo infatti con circa 321 milioni di euro a fronte di quelli che sarebbero i 260 milioni di euro se fossimo una Regione a Statuto ordinario, quindi 61 milioni di euro in più, che è pari a un incremento del 23,46%. La dimostrazione ultima dell'insufficienza, ripetuta da pressoché ogni parte politica e sociale non di Governo, si è evidenziata con l'entrata in vigore del nuovo nomenclatore o tariffario, sospeso, poi fatto partire all'ultimo momento a suon di ricorsi al TAR. L'entrata in vigore rinviata più volte proprio perché non sufficientemente remunerativa nelle tariffe nei confronti dei soggetti privati accreditati. Consapevoli di questo, in Valle d'Aosta abbiamo già approvato tariffe adeguate nel corso del 2024, in alcuni casi significativamente superiori rispetto a quelle nazionali, ponendo i maggiori costi a bilancio regionale, come previsto e consentito dalle norme statali. Abbiamo quindi adeguato il tariffario regionale, anticipando l'entrata in vigore delle indicazioni nazionali per consentire quanto prima al settore privato convenzionato di offrire maggiori possibilità di visite e contribuire così anche al recupero dei tempi delle liste di attesa. È questo che assicura una serie e corretta collaborazione pubblico-privato con i soggetti privati accreditati valdostani, non certo un approccio che tenderebbe, con una certa semplificazione, a far pensare di poter risolvere i problemi della sanità attraverso una mera distribuzione di buoni in denaro da spendere nel privato.
Veniamo alla seconda motivazione, per quanto riguarda i problemi sulle liste d'attesa, l'assoluta carenza di personale, annoso problema nazionale e internazionale, che è causa principale delle lunghe liste d'attesa. Su questo tema, infatti, la nostra Regione e l'Azienda stanno mettendo in campo diverse iniziative e progettualità, quali concorsi, campagne di reclutamento, convenzioni con altre Aziende sanitarie per la collaborazione di professionisti. Come ben spiegato, tra l'altro, da molti rappresentanti sindacali anche in occasione di incontri pubblici, le mancate scelte a livello nazionale non hanno favorito misure finalizzate sia a incentivare a studi e professioni sanitarie, sia per contrastare l'esodo dei medici e degli infermieri all'estero, sia un massiccio pensionamento che vede il suo apice proprio in questo periodo storico e che era già da anni ampiamente prevedibile. La pandemia poi dopo ci ha messo il "carico da undici", come si direbbe in gergo.
Terza cosa: le liste d'attesa, argomento centrale della sanità italiana e quindi non solo valdostano, causato in parte da due fenomeni precedenti, ma anche dalla composizione demografica italiana, sempre più anziana e come tale bisognosa di cura. Infatti, il crescente aumento della domanda a cui l'offerta non riesce a far fronte ha spinto il Governo nazionale a emanare, nello scorso giugno, il DL 73/2024 per cercare di disciplinare la materia e per tentare di trovare soluzioni che nell'immediato non sono di facile raggiungimento. Nella risposta alla mozione successiva, iscritta al punto 57 dell'ordine del giorno, presentata dal suo collega, andremo a specificare nel dettaglio tutte le iniziative che la Regione e l'Azienda USL hanno posto e continuano a porre in campo per fornire le necessarie risposte ai cittadini, risposte alle quali, tuttavia, non esistono soluzioni immediate: ricordiamo brevemente la campagna di reclutamento del personale; il POLA, o Piano di recupero delle Liste d'Attesa; l'aumento dell'offerta sia incrementando il ricorso agli erogatori privati accreditati, sia potenziando le attività rese in regime di libera professione aziendale, che, lo ricordiamo nuovamente, è istituto ad adesione volontaria da parte dei medici; i percorsi di tutela inoltre, secondo quanto previsto appunto dal DL 73/2024 che, come diremo meglio in seguito, prevedono il ricorso al privato accreditato, alla LPA e alla LP, quindi la libera professione aziendale e la libera professione intramoenia, che è la libera professione sottoposta a vincoli normativi rispetto a un equilibrio con le prestazioni istituzionali. Questi percorsi sono autorizzati, quindi quelli di tutela, solo rispetto alle casistiche previste d'urgenza e alla verifica dell'appropriatezza delle richieste, che rimane centrale, come abbiamo già affermato, in una gestione sostenibile delle prestazioni sanitarie.
Riferiamo ora rispetto ai dati richiesti: le persone in liste d'attesa alla data del 10 gennaio 2025, ovvero quelle che hanno una prestazione prenotata tramite il CUP, come abbiamo richiamato in premessa, sono oltre 50 mila, quindi 51.477. Di questi 20.937 sono gli utenti con una prenotazione per un primo appuntamento, visita e/o prestazione diagnostica, quindi una prima visita o una prima prestazione; sono invece 30.500 gli utenti in attesa di visita di controllo o di altre prestazioni non qualificabili come primo appuntamento. Le liste di galleggiamento, ricordiamo, sono state istituite per prendere in carico l'utente nelle ipotesi di indisponibilità di slot di prenotazione, evitando loro lo stillicidio di continui accessi al CUP, ma questo non vuol dire che velocizzino nel raggiungimento della prestazione ovviamente. I pazienti inseriti nelle liste attive e relative a prestazioni ambulatoriali individuate dal piano nazionale del Governo delle liste d'attesa 2919-2021, alla data dell'8 gennaio 2025, sono 488 per le ecografie, 135 per l'endoscopia (che siano colonscopie o gastroscopie), 168 per l'elettromiografia, 168 per la prima visita neurologica, 305 per la visita oculistica, 191 per le risonanze magnetiche con e senza mezzo di contrasto. I pazienti in lista di galleggiamento per le ecografie e le elettromiografie per la visita oculistica sono chiamati in questi giorni dagli operatori del CUP, che offriranno loro un appuntamento negli ambulatori istituzionali o presso le strutture private accreditate convenzionate.
L'Azienda USL ha inoltre definito la nuova procedura relativa ai percorsi di tutela. Questi prevedono che gli utenti iscritti al servizio sanitario regionale e i residenti possano chiedere di essere inseriti nel percorso di tutela quando la prenotazione fornita dal CUP eccede i tempi massimi previsti dalla classe di priorità presente nella prescrizione. In tali casi gli operatori CUP prendono in carico la ricetta ed effettuano la prenotazione nel primo posto libero a disposizione, anche quando questa supera i tempi di attesa previsti dal codice di priorità indicato. Se l'utente esercita il suo diritto a fruire della prestazione nei tempi stabiliti dal codice di priorità, l'operatore CUP inserisce il paziente nell'apposita lista "Percorso di tutela". Il personale amministrativo nei diversi servizi coinvolti nel percorso deve occuparsi di gestire l'avanzamento dell'erogazione della prestazione. Dall'entrata in vigore del DL 73/2024, quindi giugno 2024, alla data dell'8 gennaio 2025, sono pervenute in totale 2.291 richieste di inserimento nel percorso di tutela, di queste ne sono state soddisfatte quasi 1.600, 252 sono state cancellate per rifiuto da parte dell'utente e 452 sono in attesa di trovare soddisfazione. Diciamo che l'applicazione del DL 73/2024 rispetto ai percorsi di tutela - e lo dimostrano anche i numeri - è sicuramente la parte sulla quale più si ha avuto efficacia rispetto alla normativa nazionale di riferimento; mi sentirei di dire al momento una delle poche.
Presidente - Grazie Assessore. Replica il consigliere Marquis.
Marquis (FI) - Grazie Assessore. Vista l'approfondita risposta, le chiederei se è possibile avere copia di quanto ci ha letto per avere poi più contezza dei dati che sono stati forniti.
Mi fermo a una considerazione sul dato generale: 50 mila persone in lista d'attesa, un Valdostano ogni due, quindi è un problema che tocca direi tutte le case, tutte le famiglie. I numeri sono spaventosi e, per avere una piena contezza della situazione, bisognerebbe capire anche poi qual è la capacità di trattamento nel corso dell'anno da parte dell'offerta delle visite, ma approfondiremo poi successivamente quest'aspetto.
Noi continuiamo a ritenere che non si possa continuare a fare dei riferimenti con la situazione nazionale, adesso siamo arrivati addirittura a quella internazionale, perché oggi è stato fatto riferimento nella sua risposta alle difficoltà internazionali. Credo che la Valle d'Aosta abbia una sua autonomia, come ha detto lei, se noi fossimo una Regione ordinaria, avremmo 260 milioni di euro di stanziamenti sulla sanità, mentre qui ce ne sono 321, ovvero 60 milioni di più. Ce ne fossero 10 in più, magari si affronterebbe il problema in modo diverso, con un maggiore piglio e con un maggiore rapporto attraverso una contribuzione che può offrire il privato a fronte di questo momento estremamente difficile che tocca tutti, però, dal momento che le risorse le abbiamo a disposizione, abbiamo detto anche poc'anzi che i bilanci sono floridi, non è questo un problema, l'ha evidenziato anche lei, quello dei finanziamenti, ma credo che avremo modo poi di tornare anche nell'interrogazione iscritta al punto n. 21.
Qui traspare anche una questione che forse non si prendono con il giusto piglio diciamo gli argomenti che vengono trattati, che sono argomenti, secondo noi, di carattere prioritario, perché la tutela della salute dei Valdostani è il punto n. 1 che dovrebbe essere all'ordine del giorno di ogni movimento e partito politico, per noi lo è. Pertanto siamo insoddisfatti della situazione che c'è in essere ed evidenziamo nuovamente che non ci si può continuare a soffermare sul fatto di dire: "Gli altri sono nella stessa condizione, aspettiamo tempi migliori, aspettiamo che le politiche di carattere nazionale che sono state attuate recentemente diano degli esiti". Noi riteniamo che, considerata la situazione, non si può aspettare, non si possono aspettare gli esiti delle nuove aperture delle facoltà di medicina e una maggiore partecipazione alle iscrizioni, perché ci vogliono magari 7-8 anni prima di vedere dei risultati. Il nostro problema è l'oggi, nel 2025, e riteniamo che l'Assessorato competente debba in qualche modo offrire delle soluzioni che vadano a ridurre drasticamente queste liste d'attesa.
Poi, per quanto riguarda il discorso dell'appropriatezza, possiamo anche convenire che è un problema che esiste e va affrontato, ma teniamo conto che, dato che si tratta di 50 mila persone in lista di attesa, anche se venisse dimezzato il numero, ci sarebbe il problema, non è che possiamo dire: "È una questione prettamente legata all'appropriatezza", perché sono dei numeri che sono spaventosi. Riteniamo quindi che vada posta un'attenzione e che questa costituisca una vera e propria emergenza da affrontare.