Oggetto del Consiglio n. 4193 del 10 dicembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4193/XVI - Continuazione e chiusura della discussione generale congiunta sulle relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, sul D.L. n. 168 (Legge di stabilità regionale per il triennio 2025/2027) e sul D.L. n. 169 (Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2025-2027).
Bertin (Presidente) - 33 Consiglieri presenti, riprendiamo i lavori.
Siamo sempre in discussione generale della legge di stabilità e di bilancio. Altri Consiglieri vogliono intervenire in discussione generale?
Si è prenotato il Consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (UV) - Il Defr, così come il bilancio, rappresenta gli strumenti di programmazione delle attività amministrative di questo Consiglio, di questa maggioranza.
Il primo ci restituisce - ed è stato oggetto di una lunga discussione qualche Consiglio fa - una fotografia dello stato attuale del sistema Valle d'Aosta, con dati e indicatori che sono utili per comprendere bene il contesto nel quale operiamo e nel quale dobbiamo definire la programmazione futura; il secondo, il bilancio, definisce le azioni finanziarie collegate.
A mio - ma a nostro giudizio - il documento contabile è completo ed esaustivo: affronta con serietà le tante problematiche presenti ed evidenti a tutti.
Le risorse sono importanti e d'impatto, esse si traducono con azioni pragmatiche, senza voli pindarici e fantasiosi, o promettendo favole o cose impossibili.
Tutto questo lo si rileva nell'impostazione del bilancio, un'impostazione che guarda al futuro, ma tutto questo è già stato ben detto dal Presidente nella giornata di ieri.
Occorre, con l'opportuna trasparenza che deve contraddistinguere anche l'attività di questa maggioranza e del Consiglio tutto, evidenziare, tuttavia, che sono ancora tanti gli elementi di criticità su cui dobbiamo concentrare le nostre energie. Un bilancio, lo ribadisco, che inserisce delle risorse importanti in tanti settori.
Rilevo con piacere che molte azioni sono frutto di un'impostazione di tipo strutturale e prospettico, interventi che ci consentono di definire una visione che questa maggioranza vuole dare, ma riscontro, ancora troppo spesso, interventi di tipo spot, la cui durata si esaurisce nell'anno, interventi che - se non riproposti o se non inseriti in azioni a medio termine - rischiano di vederne l'efficacia limitata.
Capisco e comprendo il periodo preelettorale e le relative esigenze, ma questo non deve incidere sulle nostre scelte. Serve confronto, serve condivisione. Sappiamo bene che agire in solitaria non è mai positivo.
Facendo riferimento ai diversi settori del bilancio, che indicherò, seppure in modo sommario, quali temi potrebbero, ad esempio, essere sviluppati ulteriormente? Quali integrano quanto è già previsto?
Rispetto al settore dell'istruzione: porre attenzione al particolarismo valdostano come elemento caratterizzante la nostra identità, come strumento di conoscenza del nostro contesto, come strumento di valorizzazione culturale... ma anche una migliore attività d'indirizzo e orientamento scolastico, assicurando ancora di più il legame tra scuola e mondo del lavoro, in modo da meglio indirizzare, soprattutto, prioritariamente, le scelte, governando il processo e non subendolo o rincorrendolo.
Sulla sanità: dove è apprezzabile l'impegno dell'Assessore, soprattutto in un'operazione verità, con coraggio politico che evidenzia in tutte le occasioni; e non nasconde le difficoltà, ma, soprattutto, indica quali sono le azioni che si possono fare e quali al momento sono irrealizzabili. Lo fa cercando di fermare le azioni di demagogia e populismo politico rispetto a un settore, sanità e sociale, che, per la delicatezza che presenta, non dovrebbe essere utilizzato ai fini strumentali, per avere delle vetrine politiche. Si facciano azioni, dalla maggioranza e dall'opposizione, ma si facciano per costruire, solo per costruire. Ce n'è veramente bisogno. Su questo settore, oltre alle ingenti risorse - che sono assicurate e non è sempre così negli altri contesti regionali - occorre dare una migliore organizzazione, un migliore funzionamento, una migliore strategia.
Mancano i medici, qui in valle come in tutte le regioni, così in Francia e così in Svizzera. Questo è un dato di fatto. Allora si valutino delle proposte importanti, magari anche coraggiose, per far diventare la Valle d'Aosta attrattiva.
Si lavori, ne avevo parlato in Consiglio tempo fa, su una forte valorizzazione dell'indennità di esclusività, già presente, ma attualmente poco incisiva; un aumento di questa indennità di esclusività che deve fare in modo che ci si occupi prioritariamente della sanità pubblica, rispetto al sistema privato.
Ma, ancora, si lavori a un sistema complessivo e integrato del welfare, con un'analisi su quale debba essere il migliore sistema per gestire il sociale, integrando le misure, che fortunatamente sono presenti, ma di cui non si conoscono in maniera complessiva i benefici. Misure che si riscontrano utilizzate maggiormente in territori in cui c'è la corsa a tutte le domande e alle sovvenzioni, ma che hanno effetti ridotti in altri territori, dove, per un certo senso di pudore, non si chiedono gli aiuti che spetterebbero e, quindi, non si attuano certe politiche sociali.
Così le politiche abitative: serve una riforma importante, il sostegno è necessario, ma non a vita. Il mattone, inteso come casa, non può essere la sola soluzione, deve essere affiancato in modo efficace a politiche sociali integrate.
Cito la tutela dell'ambiente e del territorio, che è una nostra prerogativa politica e lo dimostrano tutte le azioni e gli strumenti di programmazione in atto. Territorio che deve essere manutenuto e, per questo, servono interventi e risorse. Ambiente che deve essere protetto e salvaguardato: credo che la nostra Regione sia un esempio, in questo senso.
Ma anche ambiente, che deve essere in connessione con la presenza dell'uomo, quindi un ambiente, un territorio, dove si possa vivere tutto l'anno, dove si possa sviluppare, dove si possa fare economia, con un'integrazione positiva, attuale e sinergica tra ambiente e popolazione; integrazione che è diversa dalla riserva indiana che qualcuno vorrebbe.
Territorio, che ha bisogno d'infrastrutture, e penso ai trasporti, dove il piano che sarà oggetto di prossima discussione sarà uno strumento che migliorerà in parte la situazione attuale; ma anche viabilità: e sappiamo quanto il tema sia attuale, in relazione agli eventi meteorologici e ai fenomeni naturali.
Ancora: rispetto alle direttrici stradali che devono essere potenziate, penso all'attraversamento di Aosta in senso longitudinale, con l'allungamento di via Paravera; oppure il tema dell'attraversamento della Dora a Pont-Suaz, che è oggettivamente una grande criticità. In questo caso, credo che sia necessario immaginare un altro attraversamento a monte, forse da fare ancora prima di quello ciclabile previsto in alto.
Sull'agricoltura: è positivo vedere risorse comunitarie regionali che sono nella più parte dei casi aiuti indispensabili per il comparto agricolo. Ma occorre fare di più: a fianco degli aiuti occorre meglio definire strumenti di programmazione pianificatori, strumenti che prescindano dalla durata della legislatura.
Bene i contributi per gli impianti delle colture specializzate ma, se mi riferisco alla viticoltura, è indispensabile che il sistema regionale s'interroghi su dove sia meglio realizzare i nuovi vigneti, e non parlo di aspetti urbanistici ma di dove sviluppare certi vitigni piuttosto che altri. Mi riferisco alle carte vocazionali necessarie, ma anche a definire un maggiore sviluppo della superficie impiantata: quale sia il migliore sistema di trasformazione, sostenendo gli investimenti delle cooperative e/o dei privati.
Sul settore della zootecnia - il settore che più di tutti necessità di aiuti, aiuti ma anche supporto - serve assistenza tecnica, sono necessari aiuti per sostenere e supportare le scelte d'investimento, per renderle più efficaci. Una maggiore e più efficace sperimentazione, per innovare, per migliorare l'azione.
Serve assolutamente un sostegno a realtà di territori dove le difficoltà sono nettamente maggiori rispetto agli altri. Ci si deve interrogare sul futuro della zootecnia.
Penso ancora ai territori dove l'inverno demografico colpisce anche le aziende agricole, dove il legame tra agricoltura, territorio e ambiente rischia di non essere più in equilibrio, con il conseguente rischio d'instabilità idrogeologica, oltre ad avere impatti negativi in termini d'immagine e di turismo. Sostegno all'agricoltura e alla sua produttività, quindi, ma, indirettamente, sostegno anche all'agricoltura in quanto sostiene l'ambiente.
Sul turismo deve essere necessariamente avviata - e non si aspetti la prossima legislatura - un'operazione d'integrazione delle politiche turistiche. Integrazione all'interno dell'amministrazione regionale, coordinando, migliorando l'azione turistica che troviamo in molti Assessorati, come dei piccoli orticelli che non sempre risultano efficaci, se visti da un ambito più grande.
Ma anche dall'esterno del contesto regionale, parlo sempre di turismo, vediamo iniziative di sostegno turistico anche di grande impatto, che sono espletate da soggetti, partecipate o altro, che hanno altre finalità istitutive.
Bene che siano in molti a fare e a sostenere il turismo, bene che chi è deputato faccia turismo, ma lo si faccia in modo coordinato. Questo solo ed esclusivamente per migliorarne l'efficacia dell'azione.
Sulla riforma dell'amministrazione, intesa come procedimenti amministrativi, è necessario che vengano studiate e avviate azioni forti di informatizzazione. Non è facile eliminare adempimenti amministrativi, ma è più facile, anzi, è doveroso, semplificarne l'utilizzo. È doveroso mettere a disposizione i dati che in mille rivoli sono già raccolti e disponibili, mettere in atto procedure che supportino la gestione dell'informazione.
Lo stanno facendo grandi enti pubblici, lo stanno facendo grandi società. Credo che le dimensioni della nostra regione possano permetterci di fare un grande passo avanti in questo senso. Forse si è fatto troppo poco, in questi anni.
Concludo riprendendo il tema della crisi demografica e della natalità. Non dobbiamo banalizzare questo tema e nemmeno tentare di risolverlo con qualche azione spot. La crisi demografica nasce da ragioni sociologiche profonde, difficili da affrontare, e non basta pensare agli incentivi, ma serve un importante ed efficace insieme di azioni.
Azioni che devono, però, derivare da una molteplicità di soggetti, che possono tutti dare un contributo in questo senso; azioni attuate necessariamente in un'ottica coordinata, con uno sviluppo in ordine temporale di media-lunga durata.
Si parta dal bilancio per definire queste politiche di lunga durata. Politiche che siano di prospettiva, con una visione di un futuro che inevitabilmente non deve coincidere con la scadenza elettorale, ma deve essere in maggiore prospettiva, se vogliamo che sia credibile e serio.
Sono necessarie azioni politiche, mi riferisco a tutto il Consiglio, che siano di interesse generale, collettivo, anche settoriale, ma non puntualmente indirizzate. In quest'ultimo anno di legislatura la politica si interroghi ancora di più su quale sia la Valle d'Aosta del futuro, su quali siano le azioni programmatorie che possano veramente essere sviluppate per far progredire e migliorare la qualità della nostra regione; questo lo si può fare, ne sono convinto, esclusivamente attraverso dei percorsi di confronto, attraverso percorsi di studio, di analisi, solamente mettendo a sistema tutti gli strumenti di cui possiamo disporre nella nostra regione, e non solo: penso agli enti, alle amministrazioni, alle istituzioni, alle rappresentanze sindacali, agli enti di ricerca e studio. Solo così facendo credo che si possano realizzare politiche che poggino veramente su basi solide e strutturate.
Presidente - Consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Ringrazio anche i colleghi per gli spunti che sono sin qui arrivati nella discussione generale.
Come ho detto nella presentazione della relazione di minoranza, mi sarei riservato d'intervenire anche in discussione generale per fare qualche considerazione più di parte, più legata all'azione politica del gruppo di Rassemblement Valdôtain.
Sicuramente quando si parla di bilancio, o comunque quando in generale si parla di provvedimenti che mettono, nel bene o nel male, in campo importanti risorse, c'è il gioco delle parti: da un lato c'è il martello numerico di chi dice: "Abbiamo stanziato tot risorse su questo capitolo, tot altre su questo capitolo, diamo risposte", e quant'altro, e dall'altra parte c'è l'altro martello che, giustamente, oltre magari a criticare alcuni stanziamenti, come hanno fatto alcuni colleghi, può porre l'attenzione, invece, sul fatto che poi l'effettività della spesa non si sia concretizzata, quindi si è iniziato a parlare di avanzi, di utilizzi e via discorrendo. Ovviamente da una parte e dall'altra si cerca, giustamente, di avvalorare la propria posizione.
Io stesso nella relazione di minoranza ho cercato anche di dare degli spunti in questo senso.
Mi si consenta una battuta ironica, penso che il Presidente l'apprezzerà: il martello dei numeri ieri ha colpito molto forte, io l'ho ascoltata molto attentamente, poi oggi abbiamo almeno cercato di rispondere col martello del collega Lucianaz. Non ce ne vogliate, ma abbiamo dovuto controbilanciare la forza dei numeri che lei ieri ci ha rappresentato.
Riprenderò alcuni passaggi, anche più d'indirizzo generale rispetto ad alcune cose che ha detto il Presidente ieri nella sua relazione.
Abbiamo anche voluto, come gruppo, rispondere e cogliere la suggestione, o meglio la sfida, del capogruppo dell'Union Valdôtaine che, a chiusura del Documento di economia e finanza, in sintesi ha detto: "È facile fare gli ordini del giorno, presentate degli emendamenti". Noi ci abbiamo provato, abbiamo messo sul campo dieci proposte, ovviamente non tutte necessitano di copertura, ma io mi auguro che, al di là della condivisione, o meno, dei contenuti di emendamento, lo dico verso tutti i gruppi, si voglia comunque riconoscere e apprezzare lo sforzo e l'impegno che il gruppo ha dato per cercare di avanzare delle proposte emendative per intervenire su una serie di situazioni.
Mi collego a un passaggio che ha fatto poco fa il collega Jordan e che in realtà anche ieri, indirettamente, su un altro punto, ha fatto il Presidente: bisogna cercare di non generare troppe misure spot, che iniziano e finiscono, che iniziano e non si sa dove vadano. Questo lo dico anche nei confronti di quello che sta succedendo nella discussione di un altro provvedimento a Roma. Stamattina alcuni colleghi, giustamente, hanno riconosciuto l'impegno delle loro forze nell'ambito del Governo romano, relativamente a certi interventi, soprattutto in tema di detassazione e defiscalizzazione.
Cosa vediamo, però? Vediamo che la riforma dell'Irpef viene rinviata e, dall'altro lato, vediamo delle roboanti dichiarazioni sull'Ires (quel 4% che manca) che dovrebbero essere finanziate con l'ennesima - la semplifico, perché sappiamo di cosa parliamo - tassa degli extra-profitti sulle assicurazioni e sugli enti bancari; sappiamo però che, se non generano profitti, non generano gettito.
Questo per dire che una risposta necessaria agli interventi spot - o comunque a interventi che vengono messi in campo, questo ad ogni livello - non può essere una contro-tassa o una tassa collegata, ma deve esserci necessariamente un intervento strutturale, che è molto più complesso e molto più difficile da costruire.
Vero è - accetto la critica - che anche in alcuni nostri emendamenti siamo dovuti andare, come hanno fatto anche altri colleghi, a cercare delle risorse qua e là, anche a fronte delle conoscenze e delle analisi che potevamo fare sui documenti di bilancio.
Questo per dire che un lavoro più corale - e io ho apprezzato lo sprone del collega Jordan nell'intervento di poco fa - ci deve essere da una parte e dall'altra, per trovare delle soluzioni strutturali. Se vogliamo creare delle politiche efficienti di defiscalizzazione, per esempio, dobbiamo trovare le risorse in maniera strutturale e non spot in un determinato periodo.
Quelle che noi oggi presentiamo e abbiamo messo sul tavolo della discussione sono delle soluzioni che potrebbero essere finanziate anche con delle coperture strutturali, e io penso anche che bisogna comunque farlo adesso, anche se entriamo nell'ultimo anno "lordo" di legislatura in termini di tempistiche, poiché non sono dodici mesi, perché comunque bisogna provare anche a dare una continuità all'amministrazione.
Io non condivido tanto il passaggio che in alcuni punti ha fatto il Presidente secondo cui bisogna lasciare a chi verrà dopo certe scelte, ma se condividessi tutto ovviamente non sarei da questa parte dello steccato. Penso al tema dell'esenzione della prima fascia dell'addizionale Irpef: è giusto far sì che alcune scelte restino tali e restino soprattutto strutturali nel tempo.
Il nostro primo emendamento vuole essere un tentativo di sostegno a una certa fascia di soggetti che presentano le proprie dichiarazioni fiscali. Abbiamo proposto delle detrazioni a favore di soggetti con figli fiscalmente a carico, entro l'età dei 16 anni ed entro la fascia dei 28.000 euro.
Questa mattina qualche collega - ho ascoltato in particolare i passaggi che ha fatto il collega Lavy - ha dato degli spunti sul tema dell'andamento demografico, o comunque dell'evoluzione della nostra società. Se noi guardiamo, ad esempio, la presenza di soggetti passivi per quello che riguarda l'addizionale Irpef, vediamo una cosa molto particolare: il 65% di chi paga l'addizionale Irpef è concentrato al di sotto dei 28.000 euro. Qualche anno fa era il 60% dei contribuenti. Questo vuol dire - prendo spunto, se non erro, da quello che ha detto la collega Guichardaz sulla classe media, anche se il termine "classe" è molto marxista - che si sta schiacciando, da un certo punto di vista, la capacità contributiva delle famiglie o dei singoli della nostra regione. Di questo dobbiamo tenere conto, perché non è una variabile di poco conto. Si guarda sempre a chi sono i Paperoni, ultimamente avete letto sicuramente le notizie che dicono che ci sarà un numero determinato di grandi ereditieri miliardari, però in realtà, se andiamo a vedere la struttura fiscale della nostra società, vediamo che si sta schiacciando sui redditi al di sotto di certe soglie.
In tal senso che cosa nasconde questa variabile? Può nascondere una perdita di capacità contributiva, di far fronte alle spese, e per questo abbiamo voluto proporre non un contributo ma l'inserimento di una detrazione di 200 euro per ogni figlio minorenne, ovviamente in proporzione alle percentuali dei mesi di carico. Qualcuno potrebbe dire che 200 euro sono pochi, 250 magari sono meglio, io dico che, a volte, "Piuttosto che niente è meglio piuttosto".
La Provincia autonoma di Bolzano applica dal 2011 una detrazione di 252 euro, che quest'anno verrà rivista: è un primo tentativo per proporre una soluzione che non va a redistribuire un contributo, ma che non toglie risorse ai cittadini che fanno la dichiarazione. Perché è importante anche questo: partecipare allo sforzo sociale tramite il pagamento delle tasse.
Quello che volevo fornire come dato, però, è il fatto che questa manovra, che tocca due annualità in particolare, perché si partirà dal periodo di imposta 2025, quindi la dichiarazione dei redditi 2026, nel biennio impegna circa 4.827.000 che, sul quantum della spesa, sono una cifra molto poco significativa. Siamo nell'intorno dello 0,14-0,16% dell'intero ammontare della spesa.
Non voglio rubare il mestiere al collega Marquis, ma se pensiamo al peso che aveva l'ultimo avanzo disponibile, di più di 294 milioni, penso che 4 milioni, o meglio, se li dividiamo in due, 2 milioni e mezzo sull'anno non siano sicuramente una grande cifra. Forse per qualcuno, però, 200 euro in meno da pagare sono e rappresentano una cifra importante.
L'altro emendamento guarda alle imprese. Abbiamo voluto cogliere la sfida che è stata anche sollecitata da alcune forze sindacali relativamente a una proposta, che abbiamo aggiustato sul quadro normativo dell'Irap, quindi l'esenzione dell'imposta regionale sulle attività produttive per quelle realtà che danno corso a procedure di contrattazione secondaria.
La voglio spiegare in un certo termine. Questa proposta non prende spunto solo da una misura che viene dalla Provincia autonoma di Bolzano - loro sono tedeschi, hanno alzato l'aliquota e chi non partecipa alla contrattazione secondaria finisce per pagare l'aumento dell'aliquota, noi questo non lo abbiamo voluto proporre - ma è una misura che vuole anche, in qualche modo, dare atto e riconoscere una delle finalità con cui è stata concepita l'Alleanza per il lavoro di qualità che, lo ricordo, io non ho firmato, volutamente, e ho cercato di spiegarlo, non in contrapposizione con questo documento, ma per spiegare che, almeno dal punto di vista della nostra visione, c'era la necessità di avere anche chiare quelle che potevano essere delle misure da mettere in campo.
Non abbiamo soltanto criticato, oggi abbiamo avuto l'occasione e abbiamo messo a disposizione del Consiglio una proposta che potesse rappresentare anche una risposta concreta a una nostra critica. Ci auguriamo, al di là del posizionamento e del voto, che comunque venga apprezzata.
Non mi dilungo su ulteriori emendamenti, abbiamo presentato e presenteremo successivamente anche quelli legati al settore sportivo e al turismo.
Mi concentro ancora solo su due.
Uno è la proposta d'inserire delle misure a favore del passaggio generazionale dei settori dell'artigianato e dell'industria; non abbiamo citato il commercio perché, come sappiamo, il commercio necessita di un'importante riforma, dal punto di vista delle leggi di riferimento. Anche in questo caso non è soltanto un problema meramente economico o delle aziende, ma è sociale, demografico. Abbiamo dei grossi problemi dal punto di vista dei passaggi generazionali: una volta era per il fatto che qualcuno non sceglieva la strada dei genitori nelle proprie attività economiche, oggi qualcuno non ce la fa, o magari non ha neanche gli strumenti per farlo. C'è la necessità di porre non tanto un freno, ma di dare anche la possibilità e un sostegno a quel parente, quell'affine, oppure quel dipendente che conosce bene l'azienda, per poter subentrare e non portare avanti solo la storia economica di una realtà produttiva, bensì anche un pezzo di Valle d'Aosta e, a volte, anche di tradizione stessa.
L'ultimo emendamento che abbiamo presentato cerca di fare una proposta alternativa rispetto a una serie di querelle, le chiamerei così, che si stanno generando e si sono generate negli ultimi tempi nell'ambito del Consiglio, delle Commissioni e anche del mondo extra-consiliare. Proporremmo di modificare l'attuale articolo 4 della legge 20/2016, in termini di trasparenza delle società controllate dalla Regione.
Il quadro normativo di oggi è vago e ampio e dice sostanzialmente, al comma 1, che le società controllate - direttamente o indirettamente, dalla Regione - assicurano il massimo livello di trasparenza secondo quanto previsto dalla normativa statale vigente. Se c'è un obbligo dal punto di vista della regolamentazione, sappiamo che c'è un mondo (soprattutto quello delle società quotate, o che sono assimilate alle quotate) che non ha soltanto delle norme da rispettare, ma può mettere in campo anche degli istituti di altra natura, che sono considerati, dal punto di vista della normativa - cito in particolare il Regolamento emittenti e gli articoli 89-bis e 89-ter - forse più inclini al mondo anglosassone.
Anche l'Italia stessa - con il Tuf all'articolo 126, credo, vado a memoria e potrei sbagliare - richiama però a questi codici di autodisciplina o di comportamento.
Noi abbiamo una capacità - non dico noi in Valle d'Aosta, ma in Italia - di creare delle vie terze. Una volta il mondo si divideva tra le società non quotate e le società quotate, noi abbiamo creato anche quelle società che non sono quotate, cioè che non quotano sul mercato strumenti partecipativi, quindi azioni, ma che quotano degli strumenti su mercati regolamentati e quindi sono considerate come le quotate. Perché il Tusp (Testo unico delle società partecipate) fa questo, come sappiamo.
Benissimo, nessuno lo critica, però, se per le società quotate sono definite e ci sono le possibilità di aderire a degli istituti di maggior trasparenza e di autodisciplina, che le stesse società si possono dare, perché similarmente, sempre con l'obiettivo di meglio definire che cos'è trasparenza e che cosa sono i rapporti con gli stakeholder e affini - poi vado un po' più nel dettaglio - non far sì che ci sia questa possibilità anche da parte delle società che eventualmente sono quotate o che hanno quotato strumenti in mercati regolamentati a controllo pubblico, a controllo della Regione autonoma Valle d'Aosta?
Lo dico in senso lato, perché potrebbero anche esserci più casi.
In tal senso, questa proposta propone che le società controllate, direttamente o indirettamente, dalla Regione, che hanno emesso azioni quotate in mercati regolamentati, ovvero quelle che hanno emesso strumenti finanziari diversi dalle azioni, quotati in mercati regolamentati, sono tenute ad aderire a codici di comportamento di autodisciplina in materia di governo societario, di rapporti con gli organi di controllo e con gli azionisti, promossi da gestori dei mercati regolamentari o associazioni di categoria, o quant'altro.
Nel mondo anglosassone c'è un principio, che è ripreso dal Testo unico della finanza ed è ripreso anche dagli articoli che ho citato, che è quello del "comply or explain": cioè mi conformo, oppure spiego perché non mi conformo, proprio per una maggior trasparenza nei confronti non soltanto degli azionisti di riferimento, ma anche dei terzi.
Cito uno dei codici, forse il codice di autodisciplina più importante e più accreditato, che è quello di Borsa Italiana, che in dieci articoli cerca di dare una serie di principi guida sull'applicazione di questi principi.
Ce ne sono cinque, in particolare, che vorrei citarvi: quello della nomina degli amministratori; quello della remunerazione degli amministratori; quello del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi; quello dei rapporti col Collegio sindacale e quello del rapporto con gli azionisti.
Se si va a regolamentare meglio, o ad auto-organizzarsi, tenete addirittura conto che nel rapporto con gli azionisti addirittura il primo criterio applicativo consiglia, o suggerisce, di identificare un responsabile incaricato della gestione dei rapporti con gli azionisti.
Vero è che stiamo parlando di società quotate, vero è che bisogna probabilmente declinare come poterlo applicare, ma, se c'è una via di mezzo, definita dal Testo unico delle società partecipate, che crea una sorta di nuova categoria, non vedo perché un codice di autodisciplina, che è adottato sostanzialmente dalla stragrande maggioranza delle società quotate, se non tutte - da quello che mi ricordo sono tutte - non possa essere declinato anche in ottica di società assimilate a società quotate.
Questo nell'interesse di tutti e, prima di tutto, dell'indipendenza e della trasparenza dell'azione di quella società.
Ricordo che, in particolare, il tema della nomina degli amministratori e della remunerazione degli amministratori io li considero al basso, al di sotto della catena di comando di quella società. Questo però poi lo dovrà definire, se passerà l'articolo o un'altra forma, la stessa società, perché sta alla società autodisciplinarsi e autoregolamentarsi.
Tra l'altro, in italiano il termine che usa il legislatore è quello del codice di comportamento, che è derivato proprio dal comportamento che si ha nei confronti degli azionisti. Così come un altro dei principi è che il Consiglio di amministrazione delle società e gli azionisti abbiano una buona comprensione dei ruoli reciproci, ma è importante che la trasparenza ci sia.
È vero poi che nelle società quotate c'è la figura dell'amministratore indipendente, che magari nelle società a controllo pubblico può venire meno, però identificare le nomine degli amministratori che hanno carattere di indipendenza può essere una cosa buona e giusta e far bene a tutti, in particolare al valore economico generato da una importantissima società quale può essere quella magari non quotata, ma assimilata a una quotata, a controllo pubblico.
Questi erano gli emendamenti su cui tenevo a sottolineare alcuni passaggi, alcune questioni. Sicuramente ce ne sono tanti altri.
Negli ordini del giorno che abbiamo presentato ci sono degli aspetti che ritenevamo più di urgenza, o che avevano un carattere di approfondimento.
Chiudo dicendo che spesso capita che un ordine del giorno che non viene approvato per "N" motivazioni, poi un giorno qualcuno lo ritrovi nella discussione al bilancio successivo, o al provvedimento amministrativo successivo.
Ricordo quando fu proposto, con un ordine del giorno - non mi ricordo se fosse il bilancio, o altro - il prolungamento di via Paravera, ed eravamo stati visti con dubbio. Invece ho apprezzato che il collega Jordan condivida con il gruppo di Rassemblement Valdôtain questa proposta, quindi, al di là del posizionamento su alcuni ordini del giorno, ogni tanto succede che poi ritornino anche sotto altra forma.
Val bene una dichiarazione d'intenti, anche se un ordine del giorno magari può avere una forza in più, o forse, come disse qualcuno, "Un ordine del giorno non si nega a nessuno", invece una dichiarazione in discussione generale ha più importanza.
Detto questo, l'importante è che le cose si facciano e, soprattutto, che non restino legate soltanto ai martellamenti che possiamo fare da una parte e dall'altra, in termini di cifre, di spese o di quello che si è fatto o non si è fatto.
Presidente - Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Non avevo previsto d'intervenire in discussione generale, perché la collega Guichardaz lo ha fatto in modo puntuale, soffermandosi su vari aspetti della manovra di bilancio con delle osservazioni che non necessitano di ulteriori precisazioni o di ampliamenti, su cui comunque ci si soffermerà nel momento in cui si discuteranno i vari ordini del giorno, presentati un po' da tutti i gruppi, e gli emendamenti.
Ascoltando però il dibattito che si è sviluppato e, in particolare, alcuni degli interventi dei colleghi, ho ritenuto di dover fare qualche considerazione. In particolare, mi riferisco agli interventi di questa mattina dei colleghi Baccega, Cretier e Lucianaz.
Il collega Baccega ha molto insistito sull'azione di questa maggioranza autonomista di sinistra e ha fatto riferimento alle sue scelte, che poi si traducono ovviamente anche nella predisposizione di bilancio. Io credo, collega, che bisogna comprendere bene che cosa significhi l'espressione "maggioranza di sinistra" che lei ha utilizzato, perché, in molte delle scelte che questa maggioranza sta portando avanti, di una maggioranza che era di sinistra quando si era insediata dopo le elezioni del 2020 è rimasto poco.
Forse si può parlare di scelte di una maggioranza unionista, perché sarebbe sicuramente una fotografia più a fuoco della realtà, e mi spiegherò anche un poco meglio.
Il collega Cretier nel suo intervento ha detto di aver analizzato il programma di legislatura e di aver segnato in verde e in rosso quello che è stato fatto o non fatto, concludendo che il bilancio è positivo, il semaforo in qualche modo è verde. Io immagino che il collega si riferisse non al programma di legislatura, anche se questa è l'espressione che è stata utilizzata, ma piuttosto al programma della Giunta Testolin, presentato a marzo 2023. Immagino davvero che sia così, altrimenti il semaforo non funziona tanto bene.
Il collega Lucianaz, invece, si è concentrato proprio su quel programma del 2020, presentato in aula il 20 ottobre 2020 dal presidente Lavevaz. Un programma alla cui stesura abbiamo contribuito con impegno, lavorandovi alacremente, tanto che, credo lo ricorderete un po' tutti, aveva richiesto delle settimane.
Sorvolo poi sulla questione affrontata dal collega Lucianaz, relativa ai cambiamenti climatici, perché non intendo imbarcarmi qui in una discussione che ci vede su posizioni diametralmente opposte, ma anche perché richiederebbe molto tempo.
Arrivando però, oggi, a dicembre 2024, - siamo all'ultimo anno di legislatura non è solo tempo di bilancio, ma è anche tempo di bilanci, credo - non è sbagliato ripercorrere alcuni passaggi di quel bilancio, proprio perché un bilancio, soprattutto quello che chiude un percorso, quindi quello attuale, dovrebbe essere in linea con quello che è stato previsto all'inizio di una legislatura, quindi ben quattro anni fa.
Sappiamo però benissimo che il governo nato quasi due anni fa è ben diverso dal precedente, e di certo questa legislatura ha avuto sì inizialmente una maggioranza con una forte componente di sinistra, che forse ha anche condizionato l'azione di governo, ma dire che siamo così ancora oggi mi sembra una semplificazione non accettabile, perché da ottobre 2020 ad arrivare a oggi la situazione è sicuramente cambiata.
È vero che il presidente Testolin, nel suo programma di marzo 2023 (che in realtà era già stato presentato a febbraio, quando poi sono mancati i voti ed è stato ripresentato a marzo) scriveva: "Si considera fondamentale, come traccia da seguire, il programma presentato a inizio legislatura, acquisendo dallo stesso gli elementi basilari sui quali garantire continuità di azione di un governo che individua nel rafforzamento delle autonomie e delle prerogative del proprio Statuto speciale gli elementi portanti della sua azione politico-amministrativa", quindi in parte in continuità.
Però, avvertiva anche il Presidente: "Crediamo sia opportuno inquadrare le priorità dei tre ambiti diversi, ma fra loro complementari: iniziative e azioni di confronto politico-istituzionale che possano creare i presupposti per l'azione di governo; interventi di continuità politico-amministrativa per giungere a conclusione di attività già avviate e, infine, iniziative normative e amministrative animate da una nuova visione che s'intendono avviare, in parte non presenti nel programma di legislatura e derivanti da contingenze in atto o da nuove valutazioni di opportunità".
Le nuove valutazioni di opportunità - alcune delle quali peraltro emerse fin dai primi mesi del Governo Lavevaz, lo sappiamo molto bene - hanno cambiato molte carte in tavola, ma ad alcuni è andato bene così e va bene ancora oggi, perché sappiamo tutti che Parigi in tante occasioni val bene una messa.
Mi soffermo però su alcuni punti del programma di legislatura della maggioranza autonomista di sinistra, per intenderci quella del 2020, che aveva effettivamente un'impronta legata alle istanze di quella parte politica.
Si può leggere nel documento del 2020: "Va affrontato il nodo della stabilità di governo attraverso una riforma della legge elettorale, che tenga conto degli esiti dei lavori nel merito svolti nella scorsa legislatura, con meccanismi che assicurino maggioranze certe e stabili".
E nel programma del 2023, a proposito di continuità, si affermava: "Par ailleurs, afin de garantir une stabilité politique et une action du gouvernement plus déterminée et réellement incisive, il faut entreprendre un parcours sérieux, portant à l'approbation d'une nouvelle loi électorale régionale, abordant aussi la question de la représentation équitable des genres au sein du Conseil".
Ora siamo a dicembre 2024, sono passati quasi due anni e quel parcours sérieux non è stato percorso, non è stato portato avanti. Sì, certo, immagino che dopo il bilancio, a gennaio, tra un mese, dal cilindro salterà magari fuori una proposta in zona Cesarini, ma non credo che sarà certo una riforma vera e propria. Più verosimilmente magari arriverà una proposta minimale e striminzita e voglio vedere se si avrà poi il coraggio di chiamarla riforma.
Venendo ad altri punti, che pure potevano costituire la famosa continuità, che poi si traduce in atti come i bilanci, nel 2020 si parlava, ad esempio, di individuare modalità per un miglior funzionamento del Consiglio regionale e di tutti gli organismi regionali. Si diceva che si voleva predisporre un nuovo modello di organizzazione che punti a creare maggiori sinergie tra i diversi settori dell'amministrazione e che uno sforzo importante doveva essere dato alla sburocratizzazione.
E poi, ancora, si parlava di revisione della legge regionale n. 48 e della revisione della legge n. 6.
Mi sembra che su questo non si siano fatti grandi passi avanti, anzi, mi sembra che sulla legge n. 6 forse si sia fatto qualche passetto indietro.
Per quanto riguardava la sanità, nel 2020 il punto sull'ospedale, che teneva conto ovviamente della presenza della componente di sinistra, recitava: "Si ritiene pertanto necessario realizzare una puntuale verifica sui lavori già realizzati per l'attuale presidio ospedaliero e sugli aspetti finanziari connessi e un accurato approfondimento, da realizzare con il coinvolgimento del Consiglio regionale e della società civile". Ma nel 2023 effettivamente la situazione era un'altra. Questo obiettivo è stato bellamente abbandonato, ma non nel 2023, noi sappiamo anche il giorno e l'ora in cui questa cosa è stata abbandonata!
Su altro, però, si poteva probabilmente andare avanti, nel segno di una continuità. Per esempio, riguardo al personale sanitario, nel 2020 si diceva: "Valorizzazione di tutto il personale sanitario e amministrativo della nostra azienda sanitaria". Si parlava d'incremento del numero del personale infermieristico in ospedale e sul territorio.
A proposito di medicina territoriale, si parlava di potenziare la rete territoriale, di fornire personale infermieristico alle strutture territoriali, di fornire fisioterapisti e logopedisti, di potenziare la telemedicina.
Per quanto riguarda gli anziani e i disabili, si parlava di assistenza sanitaria a domicilio e, soprattutto, riguardo agli anziani, si diceva: "Nell'affrontare la questione dal punto di vista politico, va modificato l'approccio: occorre puntare sui temi della domiciliarità e della residenza, rivedere il sistema dei servizi partendo dalle persone e dal loro benessere, non solo in ottica assistenziale, ma di valorizzazione delle persone, in continuità con la vita precedente, i rapporti familiari e la vita comunitaria".
Anche qui mi sembra che si sia andati avanti in maniera un po' diversa.
Per quanto riguarda l'istruzione, c'erano tante cose, ma mi soffermo su una: si parlava di necessità di mettere mano all'istruzione tecnico-professionale, su cui la Regione ha competenza primaria. Si parlava della soluzione di numerosi problemi ancora esistenti, compreso quello delle palestre. Addirittura, nel primo Defr si parlava di tre palestre e poi la situazione anche lì è un po' cambiata.
C'erano altre questioni, ne cito una perché ne abbiamo parlato anche recentemente, in altri Consigli, votando, forse nella variazione... mi riferisco al settore della musica. A questo proposito si diceva: "È obiettivo primario la creazione di un sistema musicale integrato, realizzabile attraverso una sinergica cooperazione tra tutti gli attori musicali, nel rispetto delle specificità e delle finalità che li contraddistinguono".
Qui invece vediamo che arrivano ogni tanto delle misure che possono essere utili, non dico di no, ma che non hanno di certo una visione integrata.
A proposito di turismo, vado a volo d'uccello perché ci sono tante cose, si parlava di marchio ombrello nel 2020 e se ne riparlava nel 2023. Si diceva: "Costituisce una priorità la creazione di un marchio ombrello in Valle d'Aosta". Siamo in continuità, però io sono entrata in quest'aula nel 2018 e una delle prime cose di cui ho sentito parlare durante quell'estate era il marchio ombrello. Sono passati sei anni e ne parliamo ancora.
A proposito dello sport, per esempio, visto che sono state prese delle misure per alcuni sport, si diceva: "È opportuno ripensare a una nuova legge quadro sullo sport. Le azioni e le programmazioni dovranno ricomprendere non solo aspetti inerenti a manifestazioni e attività, ma anche concernenti gestione impianti, formazione e aggiornamento delle figure", eccetera eccetera. Anche su questo credo che in questi mesi abbiamo discusso.
Su un altro argomento non siamo assolutamente andati in continuità con il programma del 2020, anzi, questo punto è stato accantonato, con l'accettazione supina della cosiddetta componente di sinistra, perché nel programma del 2020, a proposito dell'ipotesi di impianti funiviari nel Vallone di Cime Bianche, si diceva, in relazione all'avvio dell'iter di studio previsto dal Defr sulla realizzabilità del collegamento fra i comprensori di Cervinia e Monterosa: "Resta inteso che il Consiglio regionale manterrà il ruolo centrale nelle scelte definitive da assumere" e credo che anche nel Defr, ma poi in tante cose che abbiamo sentito, le cose siano effettivamente cambiate.
Poi ancora, sul contrasto ai cambiamenti climatici si diceva che, per portare a realizzazione la strategia energetica regionale, basata sull'utilizzo delle fonti rinnovabili, un ruolo fondamentale - parlo di strategia energetica regionale - "È assegnato a CVA." Si parlava di aree naturali da rafforzare e valorizzare.
Sul piano tutela delle acque: questo lo ritroviamo, sia nel 2020 che nel 2023, scritto in maniera quasi identica: "Va approvato in tempi brevi - si diceva nel 2020 - tenuto conto dell'iter già svolto e del parere di VAS", e nel 2023 si è scritto: "Approvazione in tempi rapidi del piano territoriale delle acque, già presentato e discusso in Commissione".
Sulla questione della ferrovia, poi, per esempio, si diceva nel 2020 che "L'ammodernamento e il potenziamento della ferrovia valdostana costituisce un obiettivo di primaria importanza e, sulla base del programma strategico d'interventi per la ferrovia, si procederà alla realizzazione degli interventi previsti". Ovviamente nel programma strategico degli interventi c'è anche la riapertura della Aosta - Pré-Saint-Didier. Vediamo che adesso ci si muove in maniera diversa.
Io credo che non si possa proprio dire che questa sia una maggioranza che reca l'impronta della sinistra, di sicuro non di quella che gli elettori avevano votato e a cui avevano dato fiducia sulla base di un programma che in parte, con le opportune mediazioni, era stato inserito in quello di legislatura.
Il bilancio che stiamo discutendo e che non voteremo - l'abbiamo già detto - così come il Defr da cui discende, perché poi è lì che si gioca la programmazione non tanto nella partita che è oggi in corso, credo che dimostri ampiamente tutto questo.
Presidente - Consigliere Baccega, per secondo intervento, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Collega Minelli, non è un fatto personale, ma giusto per chiarirci, così ci chiariamo una volta per tutte: nel mio percorso politico, prima da imprenditore, fino al 2005, poi, quando decisi di entrare in questo mondo fascinoso e appassionante, che è la politica, ho sempre dichiarato la mia attitudine al mondo liberale. Io sono un liberale: anche quando ero nella Fédération, insieme a Franco Salzone decisi, come gruppo liberale, di spostarmi in un altro ambito, ma lo scudetto da liberale noi ce l'abbiamo sempre in testa.
In quella logica di possibile mediazione politica, che si deve fare quando si è al governo o quando si è a confrontarsi con gli uni e con gli altri, ho fatto parte di maggioranze, al Comune di Aosta, di centrodestra, con Forza Italia, pur essendo un autonomista liberale, e maggioranze di centrosinistra, con gli allora DS, credo in una sintonia operativa che guardava un programma e lo portava a buon fine, sempre, sempre.
Abbiamo portato dei risultati. Ricordo che Aosta Capitale nacque con quel centrodestra e con gli autonomisti, e fu un milione e mezzo all'anno in parte corrente e un milione e mezzo all'anno in parte investimenti per il Comune di Aosta.
Allora le ricordo che io questa mattina ho parlato di tre maggioranze che si sono susseguite in questa legislatura, ben tre. Una di queste era la maggioranza di cui faceva parte lei e le altre due si sono poi sviluppate in una logica di slalom speciale, come fa vedere adesso il mio amico Aurelio Marguerettaz, ma sempre tre maggioranze che si sono susseguite.
Se poi lei dice che il programma di governo attuale richiama il programma di governo del 2020, in parte condivido, lo condivido. Dico semplicemente che c'è stata una pausa, 2020-2021, pesantissima, perché il Covid l'abbiamo vissuto anche noi e lei sa come l'ho vissuto io.
Quest'anima liberale mi fa anche dire che con la sinistra i rapporti non sono mai stati facili, soprattutto in una fase avanzata del percorso politico che io ho vissuto.
Perché non sono stati facili? Perché mi ricordo molto bene che a un certo punto di quel percorso voi avete detto: "O votate questa legge elettorale o non vi approviamo il bilancio". È vero o non è vero? Pur di far passare il bilancio, abbiamo dovuto votare questa legge elettorale, che è quella che è ancora in corso e che ha fatto i disastri che ha fatto.
Le lezioni da sinistra le prendo e le valuto, ma dico semplicemente che le cose non vanno in questa direzione.
La sinistra per me è quella, è il PD, siete voi. Se poi voi non andate d'accordo tra di voi, nel senso che ci sono delle differenze, lo vedremo quando si faranno le liste nel 2025 e vedremo quali saranno le vere sinistre e le non sinistre.
Volevo chiarire questo aspetto, che sia chiaro una volta per tutte.
Presidente - Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (UV) - Qualche considerazione dopo un bel dibattito, quello di ieri pomeriggio, di questa mattina e di questo inizio di pomeriggio.
Ieri il Presidente della II Commissione, Malacrinò, poi il collega Aggravi, in rappresentanza delle opposizioni, delle minoranze, e il Presidente della Regione, anche in veste di Assessore al Bilancio, hanno messo in evidenza gli ordini di grandezza principali, a livello numerico e finanziario, di questo importante bilancio. Cercherò quindi di non tediarvi sui numeri.
Questo è l'ultimo bilancio di questa legislatura, accompagnato dalla sua legge di stabilità, che va a mettere in campo tutta una serie di scelte.
Sul piano politico, c'è il gioco delle parti, forse. Questo bilancio è troppo autonomista, questo bilancio è troppo unionista, questo bilancio è autonomista di sinistra, o progressista, oppure tende a essere annacquato da qualche elemento.
Noi pensiamo che siano i fatti a posizionarsi, nel senso che cercherò di mettere in evidenza, dato che è l'ultimo bilancio, quali sono le scelte principali di questi quattro anni abbondanti, al di là ancora del perimetro dei numeri e dei suoi relativi finanziamenti.
Condivido quando il collega Baccega dice che, quando si è in maggioranza, bisogna trovare delle sintesi. La prima sintesi di questa legislatura è stata la scelta del nuovo ospedale, dove abbiamo perso l'estrema sinistra. Questa maggioranza, più Pour l'Autonomie e Restano, ha sostenuto e votato il nuovo ospedale. Questa è stata la grande scelta di questa legislatura.
Ho chiesto poc'anzi all'assessore Marzi quale sia lo stato attuale: nelle prossime settimane sarà bandita la gara, quindi questo è il primo pilier.
Il secondo, sempre sul piano tutto politico: la scelta di approvare, un anno e mezzo fa, il secondo lotto dell'Università (forse eravamo nella modifica di questa legislatura, sul piano politico, tra il Governo Lavevaz e il Governo Testolin, sostenuto praticamente dagli stessi movimenti con un allargamento a un altro movimento autonomista, Pour l'Autonomie) ed è stata una scelta, queste sono delle scelte che questo Consiglio e questa maggioranza hanno fatto in questa legislatura.
Riguardo al terzo pilastro, mi sembra che gli articoli non siano stati votati solo da questa maggioranza e, non vorrei non essere corretto, ma in questi quattro anni abbondanti mi sembra che questa maggioranza abbia fatto un'ulteriore scelta importante sugli impianti a fune: delle scelte strategiche nel comprensorio di Pila, delle scelte strategiche nel comprensorio di La Thuile, delle scelte strategiche nel comprensorio di Courmayeur e nel Monte Rosa e, nell'ultimo Defr (Documento economico finanziario regionale) - sono d'accordo con la collega Minelli, quando dice che forse l'elemento più importante, di natura politica, è il Documento economico finanziario regionale - due mesi fa abbiamo sostenuto importanti investimenti nella Cervino S.p.A..
Sono assolutamente delle scelte di natura politica.
Quinto elemento, cercando di sintetizzare, che vorrei mettere in evidenza con voi: le numerose risorse messe a disposizione della nostra comunità, legate al presidio del territorio e all'attenzione del nostro ambiente, che riteniamo il bene più prezioso che abbiamo, anche se sembra ogni tanto che, per certi estremismi, non sia così. Per quanto ci riguarda, queste sono delle scelte strategiche che in questi quattro anni abbondanti noi abbiamo fatto.
Ho voluto riassumere queste principali cinque scelte perché le riteniamo strategiche e fondamentali.
Un'ulteriore considerazione che vorrei fare con voi è questa: questo bilancio garantisce il finanziamento di prestazioni pubbliche centrali negli ambiti della sanità - apro una parentesi: nel 2023 abbiamo approvato i due più importanti piani strategici, che poi devono essere indubbiamente arricchiti da delle delibere applicative - del sociale, e non dimentichiamoci dell'istruzione pubblica, della cultura e della mobilità.
Oggi ho sentito, da parte di qualche collega, parlando di mobilità, di cercare di ridurre i costi. Io penso che, con le scelte fatte in questi anni sulla mobilità, che vanno a dare delle risposte agli studenti, delle risposte agli adulti, delle risposte agli anziani, con un costo molto ridotto e limitato, penso che, con quello che si sta facendo a livello pubblico, veramente lì abbiamo mosso la classifica e abbiamo dato soprattutto la possibilità, a quelle fasce più fragili, non solo di muoversi, ma di utilizzare il bene pubblico.
Desidero altresì ribadire che non è solo la Valle d'Aosta a trovarsi di fronte a sfide considerevoli, ma oggi è tutta l'Europa che si trova a un bivio. Il futuro è minacciato da guerre, da crisi economiche, da disuguaglianze sociali. I giovani con una buona istruzione e una buona formazione corrono il rischio di ritrovarsi in una condizione economica peggiore dei propri genitori, viste le grandi difficoltà. L'invecchiamento della società, i mutamenti del mondo del lavoro e la crisi climatica richiedono soluzioni indubbiamente innovative negli ambiti dell'economia e dell'istruzione.
Non commento le dichiarazioni di qualche collega di questa mattina, perché penso siano aberranti, sul piano strategico e sul piano di come, invece, accompagnare l'elemento forse più delicato e più difficile, in una Regione come la nostra, contornata dai quattromila, proprio perché il cambiamento climatico tocca di più la montagna, per tutta una serie di indici e di criteri. Ripeto: non voglio entrare in nessuna polemica, ma vorrei invece tornare sulla nostra strategia, che è quella di mettere in campo veramente degli elementi utili, non solo per contrastare, ma quanto meno per accompagnare quello che sta succedendo.
Un ultimo passaggio che vorrei mettere in evidenza, sempre sul piano politico. Questa maggioranza - dopo un ampio confronto, dopo una discussione, dopo delle riflessioni fatte - accompagnerà il percorso di natura amministrativa per quanto riguarda la Casa da gioco, cioè creando le condizioni per affrontare la gestione non più pubblica, con delle regole del gioco, con un bando, indubbiamente con gli obiettivi che gradiremo raggiungere, per accompagnare quello che sarà il percorso di un'azienda assolutamente importante all'interno della nostra regione.
Un altro passaggio che vorrei fare. Non so se avete avuto modo di leggere in questi giorni il rapporto del Censis, metto in evidenza un passaggio, principalmente. A livello nazionale, dopo aver interpellato centinaia di persone, in Italia non c'è possibilità di scalare socialmente per l'85% degli interpellati. Noi pensiamo che con le misure, con le scelte fatte all'interno di questa legislatura e anche all'interno di questo bilancio triennale, in Valle d'Aosta questa percentuale sia nettamente più ridotta. Il che vuol dire che le chances, le misure - e soprattutto il garantire le pari opportunità all'interno di questa comunità - sono più alte rispetto al territorio italiano, e forse anche a quello europeo.
Tutto questo perché? Ho fatto questo passaggio per tornare sul piano che mi interessava di più, che è lo stato di salute della nostra autonomia. Ritengo e riteniamo che lo stato di salute della nostra autonomia sia ancora in buona salute, ma che, nello stesso tempo, dobbiamo avere quella capacità di rivalutare la nostra autonomia in una maniera forse più aperta, ancora più dinamica e, perché no, moderna, basandoci però sulla nostra identità, che è ancora robusta e nello stesso tempo aperta.
Qui metto in evidenza, quindi, un ulteriore elemento, che è la forza lavoro. La Valle d'Aosta, come tutte le altre regioni italiane, come il vecchio continente, quindi tutta l'Europa, ha sempre più bisogno di forza lavoro, legata alla denatalità che tanti di voi hanno messo in evidenza poc'anzi.
Altra considerazione. Non possiamo, nell'ultimo bilancio di legislatura, non fare una valutazione di natura politica di questa maggioranza. Una maggioranza che ha cercato... qualcuno ha utilizzato questa mattina qualche termine, dicendo che è stata una legislatura travagliata: rispetto alle scorse legislature, questa è già stata una legislatura in cui la governabilità ha fatto la differenza, altrimenti non avremmo mai potuto fare le scelte che ho messo in evidenza poc'anzi, quantomeno quelle che ho riassunto, che piacciano a tutti o che non piacciano a tutti, questa è un'altra cosa. Evviva che ci sia la possibilità di potersi posizionare e poter scegliere.
L'ulteriore passaggio, collega Minelli, che prima lei ha messo in evidenza, solo per rendere edotto il Consiglio, ma penso anche quei tanti, o pochi, che ci ascoltano: per quanto riguarda il Piano territoriale delle acque, nel mese di gennaio inizierà il suo iter in VAS e affronteremo tranquillamente in III Commissione il percorso, collega. Ergo, anche su questo abbiamo qualche ordine del giorno congelato, come III Commissione, lo citava anche il collega Lucianaz questa mattina, e avremo modo, perché no, di elaborare, entrare nel merito, audire, farci una nostra posizione e poi decidere, perché, nel momento in cui poi abbiamo tutte le informazioni, è corretto che si possa dare corso agli impegni che abbiamo preso.
Non ultimo, qualcuno ha messo in evidenza la questione della legge elettorale. È facile puntare il dito, dicendo: "Ma come, lo avete scritto nel vostro programma elettorale, lo avete scritto nel programma di governo". Per quanto ci riguarda, sarebbe bello e interessante, nel momento in cui si decidono le sorti e le regole del gioco per le prossime legislature, che non ci fosse una legge elettorale di maggioranza, ma che ci fosse una legge elettorale, la più larga possibile. È normale però che, se su certi posizionamenti è impossibile trovare dei punti di caduta, su questo lato sono certo e siamo certi che nelle prossime settimane, con quei gruppi che intendono trovare una soluzione, magari minimale, qualcuno l'ha già definita tale... ma che pensiamo possa essere utile a tutti, penso che questo sia il ruolo della politica, non il ruolo dell'amministrazione, ma il ruolo della politica, forse anche della bella politica, per trovare delle soluzioni.
Manca la preferenza di genere? Avremo la capacità di trovare una sintesi anche su quello? Benissimo, allora da tutti quelli che credono che la preferenza di genere sia à la une sarà poi bello vedere il sostegno, in quest'aula, nel momento in cui arriveremo a discutere, anche se in maniera minimale, di questa modifica.
Mi sembra di aver capito che il gruppo di Rassemblement su questo sia interessato a trovare nelle prossime settimane delle sintesi, magari anche altri gruppi di opposizione, perché no? Come dicevo, sulle regole del gioco, sarebbe bello trovare il perimetro più largo possibile per decidere le sorti del domani, nel momento in cui avremo comunque la scadenza di natura elettorale.
Presidente - Consigliere Restano, ne ha facoltà?
Restano (RV) - L'illustrazione della discussione nonché il confronto sul bilancio e la sua conseguente votazione sono un atto politico o un atto amministrativo? Qualcuno afferma che il Defr è l'atto politico, mentre il bilancio non lo è più. Io credo invece che sia un atto politico e amministrativo.
Purtroppo dall'illustrazione del relatore di maggioranza e dall'illustrazione del Presidente sembrerebbe una mera attività di contabilità. Addirittura in un caso sembra un adempimento obbligatorio.
Mi levo questo peso, non faccio nessun commento e vado avanti.
Mi dispiace, perché mai come in questo periodo, in questi ultimi sei mesi, abbiamo avuto l'opportunità di parlare di politica e di fare politica e, anche in quest'occasione, di dimostrare i propri ideali, le proprie convinzioni, i propri indirizzi, nei confronti della politica e del futuro della Valle d'Aosta.
In effetti, ripercorrendo il recente passato e alcune affermazioni da parte di politici di grido, mi vengono in mente le affermazioni del Presidente dell'Union Valdôtaine all'atto della sua elezione, che dichiarava: "Il nostro obiettivo è governare da soli". Poi, nella stessa giornata, aveva ripreso questa affermazione, che forse era figlia della grande vittoria che aveva riportato, ed era virato un poco sul "Ni droite, ni gauche", calmando gli entusiasmi e ritornando nel solco delle tradizioni che recentemente sono state abbandonate, con l'opportunità di scegliere di volta in volta, quindi, la posizione ritenuta più idonea per l'amministrazione e il governo della nostra regione.
Successivamente, il grande capogruppo dell'Union, il collega Marguerettaz - così può fare un fatto personale - riprendeva questo concetto, affermando che "Dopo le elezioni del 25 settembre si dovrà lavorare e dialogare per organizzare un tavolo inclusivo attorno al quale costruire un progetto serio, solido e duraturo, che permetta di valorizzare tutte le sensibilità e le professionalità presenti nella nostra regione, al fine di assicurare un futuro corretto e sostenibile alla nostra comunità".
Condivido appieno queste affermazioni. Come non farlo?
Contemporaneamente, gli autonomisti di centro, liberali e moderati, si confrontavano. Hanno iniziato un confronto a livello politico e anche territoriale e di enti locali, su quelli che potevano essere i futuri sviluppi.
È accaduto anche dell'altro, recentemente: la destra estrema ha invitato l'Assessore alla Sanità ad un confronto pubblico. Dall'altra parte il PD, non so come chiamarlo, comunque il gruppo di sinistra moderata di questo Consiglio, ciò che rimane del PD, invita l'attuale maggioranza ad effettuare una verifica di governo e, successivamente, propone un tavolo per il futuro.
C'erano, per così dire, tutti gli ingredienti, dalla destra e dalla sinistra, per un confronto politico di rilievo, fuori dal Consiglio e anche all'interno di questo Consiglio, proprio, guarda caso, all'atto della discussione del bilancio. Non vi è momento più propizio.
Del resto, il Presidente Testolin, rispondendo al PD, disse: "Beh, verifica di maggioranza... la votazione del bilancio è la verifica migliore che si può attuare", quindi bilancio-verifica politica, il bilancio assume un ruolo del tutto politico.
Si creava quindi anche uno dei momenti più importanti per il partito di maggioranza relativa, l'Union Valdôtaine, per sostenere il motto con il quale il presidente Farcoz aveva dato avvio al proprio mandato: "Union Valdôtaine: Identité, Participation et Action".
Dall'illustrazione del bilancio - mi dispiace, forse io non l'ho capito - nulla di tutto questo. È emerso per ben tre, forse quattro volte, dalla voce del Presidente, che ci ha sottolineato la regolarità dei conti. Sì, regolarità dei conti intesa quasi con un obiettivo primario di maggioranza, per lasciare i conti a posto a chi veniva dopo. Aggiungendo anche che si sarebbe lasciata l'opportunità, non si sarebbe invaso il terreno dei governi futuri, per permettere così di lavorare e di portare avanti il proprio programma.
Lasciare i conti a posto, invece, per quanto mi riguarda, è un atto dovuto, non è un atto politico, non è un'iniziativa del politico. Forse il Consiglio e i Valdostani si aspettano altri ragionamenti.
Valorizzare l'identità, la partecipazione e il confronto sono invece degli obiettivi a cui Rassemblement Valdôtain tiene molto. Obiettivi che non sono, a nostro modo di vedere, valorizzati da questo bilancio.
Appare in generale facile approdare all'autoreferenzialità, invece è difficile, molto difficile, confrontarsi con altri partiti o movimenti che esprimono determinati valori, determinate convinzioni. È più facile utilizzare chi si appiattisce sul pavimento e dice "Passatemi pure sopra, fate ciò che volete" e rinuncia alle proprie prerogative.
Il Presidente evidenzia un filo conduttore, che è quello della crescita sostenibile, della sicurezza, dell'accessibilità, della valorizzazione delle risorse insieme alle opportunità professionali, al lavoro e alla dignità.
La valle si sta spopolando. Tante aziende, basta guardare il centro di Aosta, le attività chiudono, anche nelle vallate. Abbiamo una popolazione che invecchia sempre di più, i giovani Valdostani scappano e sono sostituiti da chi viene da fuori.
Accade un fatto, ve lo voglio dire: un ragazzo si laurea con 110 e lode, si specializza col massimo dei voti, partecipa a una selezione in valle e non trova posto. È un atleta portatore di medaglia d'oro ai campionati italiani e viene subito preso in un'altra regione. Questa è la valorizzazione attuale. Non era un concorso pubblico, si badi bene.
Sul riconoscimento delle particolarità e delle doti dei nostri giovani, quindi, almeno in alcuni casi abbiamo fatto un poco di acqua, ci siamo appiattiti su scelte facili.
Ultimamente penso che potremmo correre il rischio di dare la nostra azienda sanitaria in mano all'asse Piemonte-Liguria. e non valorizziamo le menti valdostane. Forse non abbiamo una persona in grado di sedersi alla direzione strategica della nostra sanità.
L'importante è che si faccia bene, in sanità, e si raggiungano gli obiettivi. Su questo credo che siamo tutti d'accordo.
Questa regione deve crescere, colleghi, realmente crescere. I Valdostani devono avere la percezione della crescita. La crescita non è quella che ci raccontiamo noi, che scriviamo sui libri, è quella che percepisce il Valdostano, i soldi che ha in tasca.
Per raggiungere questo obiettivo, servono delle forze politiche consapevoli degli ideali che sostengono, della necessità della popolazione. Serve un progetto politico, che non è proprio riconducibile alla composizione di un puzzle.
Io lo definirei in una maniera diversa, perché incastrare tanti pezzettini, tante scelte spot che ha richiamato il collega Jordan nel suo intervento, che ho molto apprezzato, porta a rompere gli spigoli del puzzle e poi non sta più in piedi, rischia di cadere; mentre avere un progetto che è condotto da un fil rouge assume un altro aspetto, assume più l'idea di un lavoro di gruppo.
Infatti, riprendendo l'intervento del collega Jordan, che ho apprezzato tantissimo, ha parlato di particolarismo, dell'indirizzo che deve essere dato alla pubblica istruzione... oggi forse, in questo recente periodo, l'abbiamo visto immolato sull'altare del Pnrr.
Anni di particolarismo, di investimenti sulla scuola bilingue, sul multilinguismo, sulla capacità d'individuare precocemente determinati disturbi dell'apprendimento, dando in appalto a privati determinate gestioni, sostituendo l'insegnante con un educatore, o presunto tale - perché vi sono dei dubbi in tal senso - lasciando perdere la nostra particolarità.
Ebbene, noi del Rassemblement chiediamo di preservare e promuovere l'autonomia culturale e linguistica della nostra regione e, conseguentemente, chiediamo di valorizzare la particolarità politica della Valle d'Aosta, che accompagna, di conseguenza, anche il concetto di autonomia regionale.
Noi tendiamo a chiedere di fare un salto di qualità, di andare verso la nuova autonomia, un'autonomia diversa, che non è stata evocata nei vari interventi, forse è stata sfiorata dal collega Chatrian.
Il collega Jordan ha sempre parlato d'iniziative spot in altri settori. Ha parlato del turismo, della necessità, nell'ambito del turismo, di avere un'integrazione delle politiche turistiche, e ritorniamo agli interventi spot. Io mi soffermerei anche sugli interventi nel mondo dello sport, che a volte accompagnano il turismo.
Qui vorrei fare un piccolo inciso e parlare dei nostri emendamenti. Per quanto riguarda gli emendamenti, il nostro comportamento è stato quello di non entrare a gamba tesa, di permettere al governo di procedere con la riforma, che ha già impostato, della legge regionale n. 3, ma di sostenere delle attività urgenti, urgenti perché riguardano delle discipline delle federazioni che inizieranno a lavorare appena dopo le feste natalizie, quindi hanno la necessità di capire come e dove investire. Si tratta di progetti che, se non partono con la votazione di questo bilancio, saranno rimandati al prossimo anno, qualora la maggioranza di turno li vorrà approvare. Vi invito a fare una riflessione, ma l'approfondiremo più avanti.
Abbiamo inteso, con l'emendamento sulle agenzie turistiche, colmare quella che abbiamo ritenuto solo una svista da parte della maggioranza: non aver accantonato i fondi per la formazione e per gli esami da sostenere per i direttori di agenzia turistica. Abbiamo provveduto a sistemare questo aspetto, perché noi crediamo nel ruolo delle agenzie turistiche. Si tratta di una legge, pensate, che è già prevista fin dall'inizio della legislatura e che a oggi aspetta ancora di essere realizzata, posta in essere. Se non si mettono questi fondi, sicuramente non si arriva a realizzare la legge o perlomeno a darle gambe. La nostra attività, quindi, ha voluto valorizzare anche questo aspetto.
Federazione ciclistica, con un progetto ad hoc; attività di atletica leggera, parliamo di circa 2.000 persone, quindi un bel parco di persone; e soprattutto un cavallo di battaglia che ci ha sempre contraddistinto: raccogliere i dati nel mondo dello sport e analizzarli, compito che avremmo affidato, con un progetto specifico, al Coni della Valle d'Aosta, insieme a quello della formazione dei nostri quadri sportivi e dei nostri tecnici, attività che è affidata generalmente al Coni.
Altre Regioni hanno già fatto questi progetti, altre Regioni sono più avanti, altre Regioni collaborano con le università. Altre Regioni attraggono i giovani, i giovani che praticano lo sport, che vengono dal mondo dell'atletica e che svolgono professioni sanitarie; già in passato ci siamo concentrati su questo aspetto, su questa esigenza, e la nostra proposta è stata bocciata.
Approvando almeno questi emendamenti urgenti, che non vanno assolutamente a incidere sugli obiettivi del governo, ma vanno ad integrarli, abbiamo l'opportunità di colmare un vuoto importante.
Non possiamo dimenticarci della parte sanitaria. Prendiamo atto della proroga delle indennità sanitarie, di cui alla legge n. 35, fino al 2027, e della disponibilità di 9.300.000 all'anno. Dobbiamo sottolineare come, con un provvedimento dirigenziale, l'azienda sanitaria locale abbia istituito i fondi degli anni 2022 e 2023, che corrispondono a 4.800.000 euro, provenienti da quella norma. Dall'altra parte prendiamo atto della proroga dell'indennità sanitaria, della legge 22/2022, fino al 2027, come per la legge precedente.
In questo caso abbiamo già avuto modo di confrontarci con delle attività ispettive che abbiamo prodotto in precedenza, l'attività sindacale ha ridotto l'importo dell'indennità sanitaria e questa legge di bilancio non prevede di modificare questo aspetto.
L'Assessore si era assunto l'onere di provvedere, in assestamento di bilancio, a modificare questi importi, ma l'assestamento di bilancio arriva alle soglie dell'estate, quando va bene, mentre l'indennità sanitaria deve essere pagata fin dal mese di gennaio.
Come fare, allora? Noi proponiamo di modificare l'accordo sindacale con l'azienda e invitiamo l'Assessore a procedere in tal senso, attraverso un ordine del giorno.
Abbiamo apprezzato l'aumento delle Rar che, come è già stato discusso in altra occasione dai colleghi, prevedono un impegno maggiore da parte degli operatori della sanità, per cui si corrispondono delle risorse economiche a fronte di un'attività lavorativa in più.
Non si sente più parlare di progetti obiettivi, che sono progetti che potrebbero valorizzare il comparto della sanità e che interessano dall'amministrativo fino alla dirigenza, quindi si riesce a coinvolgere l'intero staff. Queste forse sono delle idee che non avete avuto modo di apprezzare, però magari, pensandoci un poco di più, a volte possono sorgere degli spunti da idee che si ritengono trascurabili.
Un milione di euro d'incentivi volti allo sviluppo, alla realizzazione e al potenziamento dell'assistenza territoriale. Non ci è stato spiegato come s' intendono investire queste risorse, però la valorizzazione del territorio è un'attività che noi riteniamo molto importante.
Si prevede invece di aumentare da 500.000 a un milione e mezzo il ristoro concedibile ai privati accreditati che erogano servizi sanitari e servizi sociali. È stato un aumento di un milione di euro. Sarebbe interessante comprendere quali siano state le valutazioni per aumentare di tre volte quello che si era previsto per l'anno precedente.
Alla fine di tutto questo però, colleghi, l'affermazione che politicamente preoccupa maggiormente non sono i numeri di bilancio, perché nei numeri di bilancio si vede un certo impegno. Non si capisce il filo conduttore, non si capisce il progetto, ma l'impegno di mettere a disposizione delle risorse è abbastanza evidente.
Quello che ci lascia un poco a pensare è l'affermazione dell'Assessore alla Sanità nel corso della conferenza che si è svolta insieme a Fratelli d'Italia, dove, sulle liste d'attesa, ha affermato che in Valle d'Aosta al momento non c'è soluzione.
Questa affermazione è un'opera di verità, come ha affermato il collega Jordan.
Ebbene, Rassemblement Valdôtain non si arrende, non accetta questa verità. Il Rassemblement Valdôtain pensa di avere delle idee e delle opportunità da mettere in campo per risolvere determinati problemi.
Pensiamo così, molto modestamente, che questo sia il ruolo della politica: idee per mettersi a confronto, per valorizzare le risorse che ci sono e per risolvere i problemi, o forse per prevenirli, visto che parliamo di sanità. Questa è la cosa importante.
Questa affermazione, collega Marzi, sembra una resa. Una resa non della sua politica: lei non fa altro che portare avanti la politica che ha ereditato dalla maggioranza precedente, della quale facevo parte, e non mi sottraggo, però io il piano socio-sanitario non l'ho votato, questo lo voglio sottolineare.
Noi, colleghi, non abbiamo bisogno del confronto con il Piemonte, non me ne voglia chi ha organizzato l'incontro dell'altro giorno. La nostra particolarità sul mondo sanitario è diversa dalla realtà piemontese, che ha più Asl, ha tanti ospedali. Pensiamo ai quattro milioni di abitanti del Piemonte, in confronto al numero dei nostri abitanti, agli abitanti della città di Torino, che raggiunge quasi un milione di abitanti: è un confronto difficile da farsi.
Direi, però, che partecipare a questi incontri è sempre un valore aggiunto ed è apprezzabile la volontà politica di accettare il confronto, anche se i tavoli forse non sono propriamente quelli più corretti.
Riteniamo, con la nostra attività, come ha già detto il mio capogruppo, di aver accettato la sollecitazione che ci ha fatto il capogruppo dell'Union. Abbiamo presentato degli emendamenti, siamo entrati con delicatezza all'interno degli argomenti, non abbiamo invaso l'operatività della maggioranza, quindi ci aspettiamo le dovute risposte. Se queste non arriveranno, ve ne assumerete le responsabilità.
Presidente - Consigliere Lavevaz, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Anche io faccio qualche brevissima considerazione fuor di retorica. Credo che mi si possa essere riconosciuto il fatto che non sono capace a parlare dicendo delle cose che non penso, quindi dirò, come al solito, quello che penso. Non entrerò nel merito dell'analisi dei numeri, dei dati, che sono già stati analizzati in maniera molto puntuale, sia dai relatori che dal Presidente. Non mi ripeterò per non essere ultroneo.
Dall'altro lato, non voglio neanche entrare nel merito delle scelte politiche di questo bilancio, voglio fare qualche riflessione, sempre di tipo politico, ma di ordine un poco più generale.
Si usa comunemente dire - l'abbiamo detto ancora oggi e anche ieri nelle relazioni - che il momento della discussione di bilancio sia il momento più importante del dibattito politico, il momento in cui si programma il triennio futuro, si programma in particolare, ovviamente, l'esercizio finanziario dell'anno che sta per iniziare, ma di tutto il triennio.
È certamente così, è indubbiamente vero, anche perché quale momento ci può essere di più importante, se non quello del bilancio, per prendere le decisioni, visto che noi siamo qui per prendere delle decisioni per i Valdostani?
È un momento che dovrebbe essere il concretizzarsi di un percorso di condivisione, di maturazione di un dibattito politico, che credo tutti si immaginino ampio, fatto di confronti, magari di scontri, che in qualche modo poi portano a una mediazione. La mediazione credo sia uno strumento fondamentale della politica, che deve portare poi a una decisione, a una sintesi di posizioni diverse, che diventano quella opportunità che noi offriamo alla comunità che siamo chiamati ad amministrare.
Ahimè, non è sempre così. Sempre più il bilancio diventa, non voglio dire una formalità da rispettare, perché ovviamente non è così, ma sempre di più diventa un esercizio contabile, ragionieristico, dove si parla solo e soltanto di numeri, con delle spese correnti che ovviamente ingessano buona parte del bilancio. Questo ovviamente non è colpa di nessuno, ma è così.
Le spese correnti per fortuna aumentano, penso ovviamente alla parte dei contratti dei dipendenti, che finalmente assumono dei valori importanti, che speriamo possano in qualche modo anche dare delle risposte importanti per le mancanze di personale, o comunque per l'allontanamento delle persone dal partecipare all'amministrazione in quanto dipendenti. Questo ovviamente fa sì che si lasci poco spazio poi, invece, alla programmazione degli investimenti, sapendo - lo abbiamo visto in particolare negli ultimi anni, ma è stato già ripercorso un poco da tutti - di poter contare su avanzi di amministrazione che hanno assunto valori troppo importanti, questo bisogna dirlo, è inutile, non possiamo nasconderci.
Ormai il vero momento in cui si possono fare delle scelte politiche, delle scelte strategiche importanti e strutturali, è diventato sempre di più il momento successivo all'approvazione del conto consuntivo, con l'approvazione del primo assestamento, o comunque degli assestamenti; con avanzi, è già stato detto e ripetuto, che sono pari a circa un terzo delle poste di bilancio; questa è sicuramente un'anomalia, una forma di patologia che in qualche modo va risolta.
Le cure probabilmente sono molto complesse e hanno tantissimi fattori caratterizzanti, che sono anche difficili da individuare, ma che certamente in qualche modo partono dalle scelte che si fanno nella redazione del bilancio di previsione. Questo credo che sia assolutamente ovvio.
Qualcuno dirà, e l'ha già detto, che il problema è la non capacità di spesa, cioè la non capacità d'impegnare, per poi liquidare, le risorse previste. Sappiamo che negli ultimi anni, in particolare dal decreto legislativo n. 118 in poi, è cambiato anche il sistema di gestione del bilancio, in particolare degli avanzi, con tutta la gestione, che è cambiata tantissimo, dei meccanismi dei residui, eccetera, non voglio entrare in tecnicismi, però io credo che la cosa importante sia che la responsabilità non è da imputarsi all'amministrazione, ma alla politica. Io credo che ogni Assessore e ogni responsabile politico dei propri dipartimenti e delle proprie strutture, nel momento in cui redige il bilancio, decida quali poste mettere nel proprio bilancio e ogni Assessore ovviamente debba conoscere molto bene la propria macchina, quello che le proprie strutture sono in grado di fare e, in base a quello, poi dimensionare la posta di bilancio.
Ovviamente poi c'è la responsabilità di chi sta sopra, che è la responsabilità politica di chi deve gestire il bilancio, che in qualche modo deve vegliare a che chi ha la responsabilità politica delle singole strutture, dei singoli dipartimenti, faccia questo mestiere.
Premetto che io non voglio fare polemica, né tantomeno colpevolizzare nessuno in questa fase, perché ho avuto io stesso responsabilità di governo fino a poco tempo fa e capisco molto bene queste dinamiche e le difficoltà che ci sono, sono considerazioni che però, secondo me, vanno fatte, perché questa è la realtà che ci troviamo a gestire e per la quale secondo me in qualche modo dobbiamo anche cercare di cambiare un poco marcia.
Il fatto, qualcuno l'ha già detto molto bene, di avere assestamenti fuori misura, in qualche modo crea un circolo non virtuoso, perché abbiamo nuove poste di bilancio importanti, che arrivano a metà anno e che vanno a sommarsi a delle difficoltà d'impegno che già ci sono e questo, spesso, come è stato già detto, crea avanzo su avanzo, oppure, nelle situazioni migliori, avanzo su fondo pluriennale vincolato.
La politica è l'arte della mediazione, è fatta di equilibri. Equilibri che talvolta sono stabili, talvolta sono instabili, e questo è proprio un equilibrio fondamentale, questo equilibrio che c'è tra la politica e l'amministrazione, un equilibrio che deve esserci tra chi detta le scelte politiche e chi, invece, deve in qualche modo trasformare queste scelte politiche in atti. Un equilibrio ben oliato, che deve funzionare a dovere e che oggi probabilmente necessita di una piccola revisione.
La politica poi è fatta di consenso, quel consenso che è fonte di legittimazione popolare, per la quale siamo qui. Qui sorge, secondo me, un altro piccolo delicato equilibrio, quello che muove un poco le ragioni delle scelte politiche, che poi si trasformano in decisioni scritte nero su bianco nel bilancio.
Un sottile equilibrio che c'è tra le Regioni che sono mosse dalla volontà di far crescere una comunità, in senso generale, e quelle invece destinate magari a interventi più puntuali. A volte questi obiettivi non coincidono.
Il consenso di cui parlo, lo voglio ripetere, è assolutamente da non demonizzare, è un concetto di legittimazione che viene dal popolo ed è un aspetto sicuramente intrinseco della politica. D'altronde siamo tutti qui, io credo, perché abbiamo avuto un certo consenso e con quello ci è stato in qualche modo affidato un contratto, che è quello di amministrare. Ci è stato affidato un mandato per il quale dobbiamo cercare di fare il meglio che possiamo.
Questo vale a tutti i livelli di governo, dall'amministrazione della Pro Loco all'amministrazione di uno Stato.
Credo però che a livello regionale, se guardiamo tutte le Regioni del nostro Paese, la nostra abbia una singolarità, come si dice in analisi matematica, una particolarità. Nel senso che nelle altre Regioni, soprattutto le Regioni medie e grandi, il consenso si muove su dinamiche che hanno delle dimensioni più globali, o addirittura nazionali. Nella nostra realtà, invece, la differenza che c'è tra la comunità intera e il singolo, o i gruppi di singoli, organizzati o non organizzati, è la più piccola in assoluto. Questo, ovviamente, per questioni banalmente di numeri.
Diventa facile a volte confondere un intervento per pochi con un intervento per tutti, o un intervento per molti. Questo per una semplice e banale questione di numeri. Potrei fare degli esempi, ma non li voglio fare.
Questo, in modo del tutto naturale e fisiologico, muove anche le dinamiche delle scelte, le dinamiche della politica.
Io credo però che, paradossalmente, anche se potessimo prevedere delle risorse in un bilancio tendenzialmente infinito, se per assurdo avessimo la possibilità di prevedere delle risorse per risolvere tutti i problemi o tutte le richieste dei 120.000 abitanti della nostra regione, non è detto che per forza faremmo il meglio per la Valle d'Aosta, nel suo insieme. Di questo sono abbastanza convinto. Credo piuttosto che spesso si debba passare addirittura per scelte che sono impopolari, per fare il bene di una comunità.
Anche qui potrei fare degli esempi, ce ne sono tantissimi. Penso all'urbanistica, penso a tantissimi aspetti in cui le scelte a volte sono difficili e scontentano qualcuno, però a volte, per il progresso di una comunità o per tendere a un progetto di crescita di una comunità, anche questo bisogna fare; questo per dire che forse la sacrosanta scelta di quegli interventi spot di cui parlava il collega Jordan prima - quindi una sommatoria di tanti piccoli interventi - non per forza fa crescere una comunità nel suo insieme. Io credo invece che, visto anche un po' l'andamento generale della politica, in senso molto generale, e l'andamento delle ultime elezioni, anche di quest'anno, in giro per l'Italia - parlo ovviamente in termini di partecipazione al voto - abbiamo forse il compito, difficilissimo, in qualche modo di recuperare la fiducia dei Valdostani, invece che di rincorrere il consenso.
Questo lo possiamo ottenere solo attraverso delle scelte coraggiose, scelte che passano per forza attraverso riforme più strutturali.
Fiducia e consenso possono sembrare dei sinonimi, ma non lo sono.
Voglio toccare da ultimo, per chiudere, un altro aspetto di questo bilancio che ci prepariamo a votare: un altro sottile equilibrio, quello tra l'esecutivo e il Consiglio.
Come ho detto all'inizio di questo mio breve intervento, il momento di bilancio dovrebbe essere il momento più alto di dialogo e di confronto politico, ma questo dialogo dovrebbe avvenire nel processo di decisione e di redazione del documento, non successivamente; questo, in particolare, per quanto riguarda una maggioranza di governo.
Se invece una maggioranza viene considerata alla stregua di una forza sindacale o delle parti sociali, non credo che siamo sulla strada giusta; o quantomeno, in questo caso, la paternità delle scelte rimarrà in capo a chi le presenta, quindi alla Giunta.
Parafrasando un famoso testo di Giorgio Gaber, che a dire il vero nel suo caso parlava dell'importanza del voto popolare - qui faccio riferimento a un altro tipo di diritto fondamentale della vita democratica, quello per il quale siamo qui - "La libertà non è uno spazio libero, la libertà è partecipazione".
Con questo non voglio dire che voglio in qualche modo prendere le distanze dal bilancio, non è assolutamente così. È un bilancio che peraltro, come è stato detto, seppur magari privo di quelle riforme strutturali, è assolutamente in linea con il programma politico della maggioranza. È un bilancio in continuità con quanto è stato fatto negli anni precedenti, quindi ovviamente il mio voto sarà favorevole.
Voterò con convinzione questo bilancio, ma sono mosso più da un senso di responsabilità, che da un senso di condivisione, soprattutto del metodo.
Presidente - Ci sono altri interventi in discussione generale? Non vedo altre richieste.
Invito i Consiglieri a prenotarsi, altrimenti, se non vedo richieste, chiudo la discussione generale. Non vedo richieste d'intervento, pertanto chiudo la discussione generale.
La discussione generale è chiusa.
Passiamo alle repliche.
Consigliere Di Marco? Mozione d'ordine.
Di Marco (PA) - Mozione d'ordine: le chiedo solo una sospensione per una riunione di maggioranza.
Presidente - Il Consiglio è sospeso.
Sospensione dalle 17.03 alle 18.05.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori, siamo in fase di replica delle due leggi, di stabilità e di bilancio. La replica è del governo.
Assessore Carrel, per la replica del governo. Ne ha facoltà.
Carrel (PA) ? Grazie Presidente e grazie colleghi, per l'illustrazione e il dibattito che si è tenuto in questa prima mezza giornata di Consiglio regionale. Credo che sia importante, per quanto riguarda il Dipartimento Risorse naturali e il Dipartimento Agricoltura, replicare a quanto detto nelle vostre considerazioni generali, nella discussione generale, ma anche mettere l'accento su alcune misure che credo siano fondamentali. Non parlerò esclusivamente di numeri ma, attraverso i numeri, cercherò di fare un sunto della visione politica che questi Dipartimenti, all'interno dell'azione del Governo, cercano di portare avanti in questo triennio 2025-2027.
Parto dai 12.857.500 euro previsti per il 2025 per la realizzazione del Piano degli interventi in amministrazione diretta, che credo siano la voce più importante del Dipartimento Risorse naturali, sulla quale abbiamo modo di confrontarci durante tutte le primavere. In questo anno, con l'alluvione del 29 e 30 giugno 2024, abbiamo avuto la necessità di rivedere questo piano e anche nei prossimi piani dobbiamo comunque tenere in considerazione le esigenze, che sono mutate all'interno di questa stagione estiva. Credo che di questo avremo modo di parlare.
Di questi 12.857.500 euro credo che sia importante sottolineare quei 320.000 euro che abbiamo messo a disposizione per il triennio 2025-27, per dare una risposta concreta di aggiornamento del contratto collettivo agli operai forestali che poi lavorano in questi cantieri.
È proprio di lunedì 9 dicembre l'approvazione della delibera di Giunta regionale di autorizzazione, per la delegazione trattante di parte datoriale, alla sottoscrizione dell'accordo per il rinnovo del contratto integrativo di lavoro per il personale addetto ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria. Credo che sia dovuto un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato al tavolo, soprattutto ai membri di nomina regionale, coloro che abbiamo delegato con una delibera di Giunta ad hoc, ma anche a tutte le parti sindacali, che si sono mostrate molto collaborative e propositive, per aggiornare la parte di questo contratto che riguarda i compensi che dobbiamo recepire, in quanto è stato modificato nel 2021 a livello nazionale. Crediamo e auspichiamo che nei prossimi giorni possa avvenire la firma ufficiale per dare gambe a quei 12 milioni di euro di cui parlavamo in introduzione.
Proprio nella stessa direzione, vanno anche gli 885.000 euro all'anno che sosteniamo per quanto riguarda il supporto tecnico e amministrativo affidato alla Società di servizi Valle d'Aosta S.p.A. Un incremento di 50.000 euro necessario per adeguare i compensi che diamo ai dipendenti della Società di servizi Valle d'Aosta S.p.A., che svolgono un ruolo fondamentale all'interno della gestione del piano lavori e che credo meritino la giusta attenzione da parte nostra. Un'altra voce che, quindi, credo sia importante e opportuno sottolineare.
Per quanto riguarda la viabilità forestale, è una viabilità sulla quale spesso e volentieri ci siamo trovati a confrontarci, e in diversi ordini del giorno poi avremo modo di approfondire alcuni progetti. Abbiamo destinato nel 2025 2.394.000 euro per predisporre e realizzare una serie di piste forestali, le più importanti sicuramente quelle di Grand Jete e Vencorère nel Comune di Verrayes, la pista Bois de Chemp a Perloz e la pista forestale di Molinat a Fontainemore.
Anche questi sono fondi che hanno la necessità di progetti e di grande lavoro prima di essere realizzati.
Credevo che la discussione vertesse anche, un po' o in parte, sul Programma forestale regionale, un programma che per il 2025 vede stanziati 278.793 euro, proprio per tradurre il programma che ci ha visti già di fatto confrontarci in Commissione consiliare il 22 ottobre 2024 e poi con tutti gli stakeholder, proprio il 22 pomeriggio e il 23 ottobre, per cercare di chiudere questo cerchio all'interno dei 18 mesi previsti dal bando, quindi entro il mese di settembre 2025. La realizzazione di questo studio accurato permetterà poi di avere tutti gli elementi utili al fine di redigere una legge forestale esaustiva e concretamente orientata alle esigenze del nostro territorio.
Per quanto riguarda la Struttura Sistemazioni montane, sono stati stanziati 541.000 euro per finanziare dei lavori che sono già previsti sul torrente Closé a Morgex, a valle di Losanche a Valtournenche e sul torrente Vagnod a Saint-Vincent, ma oltre a questo sono state incrementate le somme messe a disposizione per i lavori di somma urgenza, i quali sono previsti per 5.300.000 euro per il 2025.
Ovviamente i cambiamenti climatici hanno degli effetti sul nostro territorio, che è un territorio di montagna, che è un territorio difficile, e sul quale dobbiamo agire in tempi brevi e rapidi e abbiamo bisogno di risorse per far fronte a tutte le problematiche su cui tutti veniamo sollecitati, anche perché, ovviamente, gli strascichi dell'alluvione portano sicuramente degli effetti importanti.
Per quanto riguarda la struttura Flora e fauna, sono stati richiesti 308.000 euro per il 2025, finalizzati alla realizzazione d'interventi per l'insediamento e la gestione del verde pubblico, la cura delle aree verdi e dei percorsi attrezzati e la gestione delle strutture vivaistiche e del CRAS. Credo che sia importante evidenziare due progetti sulla Struttura Flora e fauna di recupero del verde: il primo in località Fontaney, nel Comune di Pont-Saint-Martin, e il secondo riguarda l'affido dei servizi tecnici funzionali alla realizzazione di una nuova area verde in località Torre del Lebbroso, in Comune di Aosta.
Sulla fauna selvatica, diversi sono i numeri e diversi sono i fondi che mettiamo a disposizione anche per il triennio 2025-2027: si parla di 410.300 euro per ogni anno del triennio. Credo che sarà interessante, visti i vostri ordini del giorno, soprattutto approfondire durante la discussione degli ordini del giorno la questione riguardante il lupo, quindi ci addentreremo riguardo all'iter e riguardo agli utilizzi di questi fondi in una seconda fase.
Per quanto riguarda, infine, il Corpo forestale - l'ha già ben evidenziato il mio Capogruppo, Aldo Di Marco, nella sua presentazione - oltre ad avere previsto dei fondi per la gestione e per il rinnovamento degli immobili e delle stazioni, credo che sia fondamentale il risultato che stiamo ottenendo con i nuovi corsi degli agenti forestali e il nuovo corso concorso per i sovrintendenti. La voce più importante, se non dal punto di vista numerico dal punto di vista politico sicuramente, sono i 138.840 euro per il 2025 che abbiamo destinato, ancora una volta, alla formazione.
Ovviamente, continuare a investire sulle strutture e sulle stazioni è fondamentale, ma d'altro canto è altrettanto fondamentale cercare di dare le risposte all'organico e dare la possibilità a tutti di operare e di lavorare nel miglior modo possibile. Credo che questo percorso che abbiamo avviato in questi due anni sia un percorso che va in quella direzione e le stazioni e il Corpo, di fatto, oggi stanno riattivando tutta una serie di servizi che prima non era più possibile esercitare.
Per quanto riguarda il Dipartimento Agricoltura, diversi sono gli aspetti e anche le cifre messe a disposizione riguardo al CSR, in quanto ovviamente il CSR è un fondo dal punto di vista europeo, quindi finanziato da fondi europei, ma cofinanziato dalla Regione attraverso 3,5 milioni di euro, che vengono messi a disposizione dal nostro bilancio.
Accanto alle politiche del CSR dobbiamo e vogliamo continuare a investire nella legge n.1/2024, che ha modificato la legge n. 17/2016, stanziando 1.960.000 euro, che di fatto vanno a finanziare i bandi che abbiamo già in parte approvato attraverso la delibera di Giunta regionale n. 1337 del 4 novembre 2024.
Sono dei bandi che riguardano l'articolo 5 e l'articolo 6 della legge regionale e credo diano la possibilità, soprattutto alle piccole e piccolissime aziende valdostane, di avere delle risposte che dal CSR in questo momento non potrebbero avere.
Credo che non ne sia stata data una giusta pubblicità, soprattutto sui giornali, nei giorni successivi all'approvazione di questa delibera, e come Assessorato abbiamo previsto di organizzare una serie d'incontri, proprio per raccontare a tutte le aziende le opportunità che l'Assessorato ha messo in piedi attraverso l'approvazione della legge n. 17/2016, quindi attraverso l'approvazione dei rispettivi bandi, e attraverso il CSR; questa è stata un'altra scelta politica proprio per dare a tutte le aziende la possibilità di capire quali sono i bandi e quali sono le risorse a cui loro possono attingere.
Altri importanti fondi sono stati investiti, in linea con gli ultimi anni, nel settore zootecnico e nella promozione, settore in cui continuiamo a lavorare per portare i nostri prodotti, quindi il risultato del lavoro dei nostri agricoltori, in giro per il mondo, e permetterci di far conoscere il nostro modo di lavorare in agricoltura, il nostro modo di lavorare in montagna, anche alle persone che non hanno modo di conoscere le nostre tradizioni e la nostra cultura.
Infine, permettetemi di rimarcare i fondi messi a disposizione dei Consorzi di miglioramento fondiario, per i quali abbiamo previsto 1.400.000 euro per le manutenzioni straordinarie di opere comprensoriali o infrastrutturali, che hanno un bando ad hoc, il quale ha una buona capienza e ha un buon tiraggio, in quanto diversi sono i Consorzi di miglioramento fondiario che s'interfacciano con i nostri Uffici, proprio per sistemare e mettere in regola tutti gli apparati idrici dei nostri Consorzi di miglioramento fondiario, o la viabilità, in quanto hanno la necessità di avere un sostegno anche economico importante.
Dall'altra, garantiamo attraverso 2.300.000 euro, con un incremento di 500.000 euro rispetto ai passati stanziamenti, la possibilità di fare domanda per le spese di gestione. La delibera di Giunta prevede, al massimo, un 65% per le spese di gestione sostenute dai Consorzi di miglioramento fondiario. Credo che sia un segnale molto importante garantire la possibilità di avere la sicurezza di avere il 65% per tutti gli investimenti in amministrazione ordinaria, perché credo che questo possa permettere di organizzarsi al meglio e di organizzare al meglio le attività, che poi di fatto sono le attività che aiutano a mantenere il territorio e aiutano anche noi a gestire al meglio i piani lavoro da cui siamo partiti e tutte le politiche che cerchiamo di mettere in atto, attraverso questo bilancio e attraverso l'azione che continuiamo a portare avanti come Assessorato all'Agricoltura e alle risorse naturali.
Presidente ? Dal Governo, qualcun altro? Assessore Grosjacques, ne ha facoltà.
Grosjacques (UV) ? Solo qualche considerazione rispetto al dibattito di questa mattina e di questo pomeriggio, in cui i colleghi hanno messo l'accento su alcuni interventi dell'Assessorato Turismo, sport e commercio.
Credo che in questo bilancio ritroviamo le risposte a tutte le esigenze di queste tre deleghe. Sul turismo sono state incrementate le risorse per le manifestazioni, la pubblicità, la partecipazione a saloni e fiere che, soprattutto in alcune zone (nell'area francofona e nei Paesi scandinavi) stanno dando delle risposte importanti e, quindi, è bene continuare a lavorare in quel settore e in quella zona, perché i turisti apprezzano sempre di più, in particolare nel periodo invernale ? ma stiamo lavorando anche per il periodo estivo ? la nostra regione.
Credo che anche dal punto di vista estivo l'articolo che è stato inserito nella omnibus sull'autoresponsabilità potrà dare una risposta, una prima risposta, che probabilmente non sarà esauriente, per quel che riguarda l'utilizzo delle nostre strade interpoderali, in particolare per il turismo delle due ruote, che è un turismo in crescita e che quindi va valorizzato. Dobbiamo far in modo che possano essere messe a disposizione tutte le destinazioni che possediamo, nello specifico le migliaia di chilometri di piste e di sentieri che abbiamo in dotazione.
Sulla destagionalizzazione, il collega Lavy ha posto giustamente l'accento, perché la destagionalizzazione significa mantenere aperte le strutture turistico-ricettive e fidelizzare il personale in modo da poter anche dare delle risposte al decremento demografico dei nostri comuni, soprattutto quelli di testate di valle, che per alcuni mesi hanno grandi numeri e poi, in altri periodi dell'anno, invece sono praticamente deserti. Sappiamo di che cosa si tratta, vivendo in montagna tutto l'anno.
Questa destagionalizzazione però si è avviata con alcune iniziative, in particolare ovviamente nelle zone della nostra regione dove possiamo fare delle attività anche in stagioni intermedie, quindi autunno e primavera. Il Cammino Balteo è una delle attività che si stanno incrementando e, quindi, sta dando delle risposte in queste zone. Anche le attività che si stanno mettendo in piedi, in particolare nella Bassa valle, per la valorizzazione dei prodotti tipici, potranno in qualche modo andare verso una prima risposta e consentire un turismo anche fuori stagione, che sta cominciando ad avere dei numeri, non significativi ma comunque in crescita.
Sul piccolo commercio, le risposte hanno - l'ho detto in Commissione in occasione della discussione sul bilancio - in qualche modo sostenuto 165 attività e quest'anno, quindi nel 2024, abbiamo avuto anche 14 aperture che, in una regione come la nostra, probabilmente non sono molte ma, associate ai 151 esercizi che sono stati sostenuti e che quindi hanno preso l'impegno, nell'ottenere questo finanziamento, di rimanere aperti ancora per gli anni successivi, direi che è una prima risposta, tenuto conto che è vero che bisogna modificare la legge n. 12/1999 sul commercio, ma i margini di manovra sono molto molto ristretti, anche perché sennò si va verso dei provvedimenti di incostituzionalità per violazione della libera circolazione delle merci, delle persone e delle attività.
Il marchio "Ombrello" è uno degli obiettivi. Siamo riusciti, nel mese di giugno di quest'anno, finalmente, ad avere la piena proprietà e disponibilità del marchio "Cuore", che nelle nostre intenzioni dovrà essere quello che simboleggerà il marchio "Ombrello". Il marchio "Ombrello", ovviamente, ha l'obiettivo di essere un marchio trasversale, che dovrà tenere sotto di sé tutte le attività più importanti, quindi l'artigianato, l'enogastronomia, ovviamente il settore turistico, ma anche tutti coloro che vorranno ottenere una certificazione di qualità, rappresentata appunto dal marchio "Ombrello" e dal marchio "Cuore".
Nel mondo dello sport direi che abbiamo dato risposte a tutte le richieste che sono arrivate dai comitati organizzatori e a tutte le attività che ci sono state proposte dal punto di vista sportivo nella nostra regione: l'anno prossimo ospiteremo grandi manifestazioni a livello sportivo nazionale e internazionale; la fine di quest'anno vedrà due gare, due manifestazioni importanti, la prova di Campionato del mondo di snowboard e la prova di Coppa del mondo di sci alpinismo a Crévacol. Tornerà, inoltre, il Giro d'Italia. Da questo punto di vista quindi direi che le risposte sono state date e ci sarà un 2025 di grandi attività sportive.
Abbiamo poi incrementato il finanziamento agli sport della nostra tradizione, della nostra cultura, quindi gli Esport de Nohtra Téra: ci avevano richiesto di poter incrementare la loro attività verso le scuole, ma anche, più in generale, per approfondire la conoscenza degli sport di tradizione valdostana e abbiamo aumentato il contributo.
Abbiamo dato una risposta forte alle Pro Loco, che da diversi anni avevano delle risorse sostanzialmente bloccate, perché erano disponibili solo per quel che riguarda la predisposizione dei sistemi di sicurezza, mentre da quest'anno avranno la possibilità di avere il finanziamento fino al 70% delle loro manifestazioni, sia sul proprio territorio che per quel che riguarda la Foire de Saint-Ours.
Un'ultima risposta al collega Baccega, che ci ha parlato degli impianti sportivi del Comune di Aosta. Non è una nostra competenza, ma credo che la sua considerazione meritasse una risposta, con riferimento ai campi sportivi Frand Genisot, Zambroni e Ghignone, di cui lei oggi ha evidenziato la carenza in alcune strutture, in particolare negli spogliatoi. Ho chiesto ovviamente al Comune di Aosta per capire quali fossero gli investimenti futuri e soprattutto quelli che sono stati fatti in questi anni. Mi è stato detto che nel 2023, per quel che riguarda gli spogliatoi dell'area sportiva, c'è stata la manutenzione dei servizi igienici, nell'agosto del 2023 la sostituzione della centrale termica e l'allacciamento alla rete di gas metano, nell'estate del 2024 la tinteggiatura interna degli spogliatoi; i lavori sono stati eseguiti dalle squadre di manutenzione del comune.
Il progetto di riqualificazione dell'area prevede un investimento di 2.300.000 euro, finanziato dal bando "Periferie", quindi 100% gestito dal Comune senza la necessità d'intervenire sulla legge n. 16, e comprende la realizzazione di due campi in sintetico e uno naturale, dodici spogliatoi e una tribuna. L'iter è in corso, nella fase di progettazione, mi dicono dal Comune di Aosta, rallentata anche dai vincoli presenti per la distanza dal cimitero. Si sta quindi lavorando anche per dare delle risposte a quelle giuste considerazioni che lei ha portato questa mattina nel dibattito.
Presidente ? Per la replica, assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Un budget important pour notre assessorat, en particulier le département des infrastructures et du réseau routier et le département de la programmation, des ressources hydriques et du territoire, comme vous le savez, gèrent des ressources et réalisent des investissements importants. Un budget qui profite même des financements de l'État et des programmes européens transversaux, dont les activités couvrent une grande partie des activités d'autres assessorats, à partir de la construction des écoles au sport en passant par la gestion des équipements et des bâtiments.
L'attention est portée au territoire, à sa fragilité, dans les secteurs importants qui sont les ouvrages hydrauliques et le secteur hydrologique du terrain mais aussi en ce qui concerne le réseau routier ; un territoire qui a été blessé cette année par un événement majeur auquel nous avons apporté des réponses immédiates d'une part - ensemble aux collègues, au Président et à toutes les structures - et sur lequel nous allons continuer d'apporter des réponses plus structurées dans l'année à venir, en mettant l'accent sur la prévention. Cette attention portée au territoire se traduit ensuite par un soutien important aux communautés locales et même, vous rappelez, le Plan des travaux publics qui fait partie intégrante du budget et comporte plusieurs fiches concernant l'assessorat.
Venendo ai singoli dipartimenti, sul Dipartimento Infrastrutture e viabilità, un importo importante, con un totale di 70.276.000 euro, con, come si diceva, interventi a sostegno dei comuni. Una conferma degli interventi di opere minori di pubblica utilità con 6.300.000 euro annui, che negli ultimi anni hanno avuto addirittura un doppio finanziamento; un intervento che è prorogato anche fino al 2027. Poi una collaborazione, per quanto riguarda le strutture in materia di edilizia scolastica e di infrastrutture sportive, con i colleghi Guichardaz e Grosjacques, con i quali si fa un lavoro di condivisione e di monitoraggio per quel che riguarda la parte delle strutture scolastiche, e sul quale va ricordato anche l'importante parte destinata agli interventi sugli immobili, in particolare riguardo al risparmio energetico.
Citavo le infrastrutture sportive e riprendo l'intervento del collega Grosjacques, per quanto di nostra competenza, in particolar modo sulle strutture d'interesse regionale, e poi sull'itinerario ciclabile, sul quale avremo modo d'intervenire nuovamente nella discussione degli ordini del giorno. Credo che vada messo in evidenza l'impegno di risorse - abbiamo, appunto, anche delle sedute specifiche di Commissioni - risorse regionali ma anche risorse provenienti da altre forme di finanziamento.
Parte importante la fa sicuramente l'infrastruttura viaria regionale, per un totale di oltre 23.578.000 euro, con i vari interventi che in alcuni casi hanno subito una parziale riprogrammazione a causa dell'evento alluvionale.
Per venire a qualche sollecitazione dei colleghi sulla rotonda di Nus, portata all'attenzione dal collega Baccega, l'intervento è ripartito e si è concluso dopo anni di stop dovuti a varie vicissitudini tra Anas e l'impresa; va detto che sulla criticità che è stata sollevata oggi dai residenti si sta già lavorando, ma si era già lavorato in fase di progetto insieme al Comune di Nus, Comune di Nus che ha portato all'attenzione dell'Anas osservazioni che l'Amministrazione ha sostenuto e ragionamenti che vengono portati avanti proprio in queste settimane per contenere i disagi. Ma va detto: rotatoria di competenza Anas, esistono regole e procedure che definiscono e normano i vari interventi in base appunto alla tipologia di viabilità e al flusso di traffico. Il collega Baccega con Anas ha lavorato tanto e lo sa bene.
Rotonda di Sarre: il fine lavori è previsto per la fine del mese di luglio e sta per essere approvata una perizia che conferma appunto quelle tempistiche.
È di oggi la conferma della riapertura del ponte di Brissogne, che avverrà nella giornata di venerdì 13 dicembre; un cantiere che ha subito danni importanti, anche qui, dall'evento alluvionale, come molti di voi sapranno, quindi una riapertura per poi andare avanti con nuovi e numerosi altri interventi, soprattutto su ponti e viadotti.
Sono confermati, come ricordava ieri il Presidente, i finanziamenti in titolo I, indispensabili per mantenere efficiente la transitabilità delle strade regionali, in particolare la manutenzione invernale con sgombero neve e le attività anti-ghiacciamento. Non dobbiamo dimenticare gli importanti investimenti sull'edilizia residenziale pubblica, che ammontano per il 2025 a 1.500.000 euro per la parte investimenti, ma, come vedremo poi nella risposta agli ordini del giorno, muovono e recuperano risorse ben più importanti.
Sul Dipartimento Territorio, programmazione e risorse idrico, il totale di 8.608.000 euro non deve trarre in inganno, perché è un dipartimento che muove molto ma molto di più grazie all'utilizzo di fondi statali ed europei, con risorse quindi ben più ampie, con interventi più operativi delle Strutture Attività geologiche e quella poi delle Opere idrauliche, alle quali va il nostro ringraziamento per il grande lavoro fatto, insieme alla Struttura viabilità, in occasione dell'alluvione
Tra le varie leggi di settore, da ricordare, in particolar modo il contributo agli enti locali sulla legge regionale n. 5/2001 per la realizzazione d'interventi per la riduzione dei rischi idrogeologici, una legge che dà risposte e dà risposte veloci e concrete agli enti locali in situazioni di difficoltà. Enti locali che si cerca anche di sostenere nelle pratiche e in tutto il percorso per, appunto, l'ottenimento di questi finanziamenti.
Poi, oltre alla protezione e alla gestione del territorio, ci sono le attività di pianificazione. Ne parleremo anche qui grazie ad alcune iniziative dei colleghi.
Andiamo incontro ai cambiamenti climatici, lo diceva qualcuno ieri, lo ha ribadito qualcuno nella giornata odierna, poco fa il collega Carrel. Ricordo quindi il finanziamento alle attività di Fondazione Montagna Sicura nell'ambito dei ghiacciai, neve e valanghe, più in generale dei rischi in montagna, con 630.000 euro di finanziamento annuo. Ricordo, a questo proposito, che il 2025 sarà l'Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai.
A proposito di Fondazione Montagna Sicura, saremo questo venerdì impegnati a Bard per un importante convegno della cabina di regia dei ghiacciai, questo dimostra che l'atteggiamento sul cambiamento climatico è concreto, è pragmatico, senza volerlo strumentalizzare, ma sicuramente un atteggiamento scientifico serio a supporto delle valutazioni politiche amministrative; che la politica faccia la politica, ma lasciamo che i tecnici facciano il loro lavoro e cogliamo queste occasioni che ci vengono proposte per saperne sempre di più e per poi riuscire a decidere a decidere meglio.
Poi l'azione del Dipartimento Ambiente, che è focalizzata sulla parte di valutazione ambientale, autorizzativa, di pianificazione e di monitoraggio dello stato di qualità dell'ambiente, per il tramite di ARPA, per cui è destinata una parte importante del trasferimento in quota di bilancio.
Il Piano regionale dei rifiuti, anche questo recentemente approvato, è un piano di settore che definisce come dovrà evolvere il sistema di raccolta dei rifiuti urbani in una logica di recupero della materia e di una ottimizzazione della gestione dei rifiuti speciali. Segnalo alcuni passaggi importanti di questo 2024, sviluppati in accordo col CELVA, quale la definizione di linee guida per la gestione dei rifiuti urbani e la ricostituzione dell'Osservatorio regionale sui rifiuti, un osservatorio all'interno del quale c'è un confronto concreto, serio, positivo, definirei con un approccio corretto da parte di tutti gli attori; un osservatorio che quest'anno si è riunito in quattro occasioni, un trend tendenzialmente che intendiamo mantenere per i prossimi mesi, e che ha di fatto confermato il trend di aumento della percentuale di raccolta differenziata, che comporta, tra l'altro, l'aumento della vita residua della discarica, il cui esaurimento è attualmente stimato al 2034. Bisogna arrivare a questo 10%.
Sempre in merito alla questione rifiuti e agli interventi dei colleghi Consiglieri sulla discarica, in particolare, di Pompiod, ricordo che è in corso la procedura di verifica di assoggettabilità a VIA. A tal proposito si ricorda che all'interno di tale procedimento è stato proposto e portato avanti il dimezzamento dei codici CER attualmente autorizzati. Su questo sito, si sa, si è discusso in queste settimane in Commissione partendo dalle due fasi di studio ARPA, quindi l'obiettivo è la necessità di coinvolgere questo sito all'interno della riorganizzazione dei rifiuti inerti, quindi una sensibile e importante riduzione dei codici CER, per andare in un sistema regionale che possa finalmente dare anche al mondo delle imprese una risposta in una situazione che vede oggi due terzi dell'inerte prodotto in valle conferito fuori regione.
Una parte preponderante del bilancio del Dipartimento Ambiente, come dicevo, è assegnata al funzionamento di ARPA, per un totale di 6.910.000, per il 2026 e 2027, e 7.100.000 per il 2025. ARPA è un'attività molto rilevante, strategica e garantisce il necessario presidio delle principali matrici ambientali e l'attività scientifica relativa al monitoraggio delle dinamiche locali collegate al cambiamento climatico.
Une partie importante du budget est liée au transfert des fonds pour assurer le fonctionnement du parc du Mont Avic d'un montant de 1.300.000 ? par an, également en relation avec son récent élargissement.
En ce qui concerne la biodiversité, des crédits plus modestes, environ 200.000?, ont été prévus pour augmenter les montants destinés à la gestion également évolutive des zones protégées et du réseau écologique.
Pour la partie scientifique, je peux mentionner les fonds nécessaires pour garantir la partie exposition et recherche du Musée Régional des Sciences Naturelles Efisio Noussan, qui registre des chiffres de fréquentation très intéressants et des initiatives telles que l'activité du trekking nature, également confirmée pour les trois années à venir.
Les montants destinés à réduire la charge qui représente l'utilisation de l'autoroute pour les citoyens qui utilisent régulièrement cette infrastructure sont également confirmés pour la période triennale 2024-2026.
Enfin, deux considérations plus d'ordre politique : à l'approche de l'approbation de la dernière manœuvre budgétaire de la législature, on doit même regarder à cette année, au 2024, à ce qui s'est passé, pour après aller de l'avant.
Quelqu'un a parlé de trois majorités, rappelant les différents passages qui en tout cas ont vu le rôle central de l'Union Valdôtaine et où à l'intérieur de laquelle on a pris toutes nos responsabilités : au mouvement qui au cours de ce 2024 a concrétisé le projet démarré en 2018, au mouvement avec un groupe qui est passé de 7 à 11... mais, comme on avait déjà dit, pas une opération mathématique mais la volonté d'atteindre nos objectifs, sous le drapeau du mouvement qui fêtera l'année prochaine ses quatre-vingts ans.
Je termine donc avec un merci à mes collègues du groupe, tout comme je remercie mes collègues de la majorité, pour le soutien, pour le travail accompli et pour celui qui nous reste sur les nombreux et importants dossiers à accomplir.
Presidente ? Assessore Caveri, ne ha facoltà.
Caveri (UV) ? Sarò molto breve perché nel dibattito, tranne qualche cenno alle deleghe che mi riguardano, non ci sono state particolari questioni.
Partirei da un elemento che credo sia positivo per la nostra Assemblea, che prescinde dal fatto che si tratti di una questione che mi riguarda personalmente, e cioè oggi il Consiglio europeo ha confermato le nomine dei membri del nuovo Comitato delle Regioni, che inizierà il proprio lavoro all'inizio dell'anno prossimo. Credo che sia un lavoro, quello di ottenere il posto di titolare, di cui devo naturalmente ringraziare il Presidente della Regione. Questo conferma, tuttavia, il rischio che abbiamo corso di non avere neppure un rappresentante in questa Camera, che è sicuramente meno importante del Parlamento europeo, ma che consente di avere una finestra sull'Europa e di poter conoscere in anteprima tutta una serie di politiche.
Penso alla discussione in corso, di cui abbiamo preso atto anche ieri in un incontro che si è svolto nell'alto Vallese, ed è la preoccupazione che riguarderà il nuovo periodo di programmazione, quello prossimo, con una serie di fatti - come il rapporto Draghi, ma anche le linee guida della Von der Leyen sulla politica di coesione - che sembrano indicare in prospettiva il rischio che ci sia un forte accentramento sugli Stati di questi fondi, che normalmente sono stati gestiti da Regioni ed enti locali;, che questa sarebbe una scelta sbagliatissima e ci auguriamo che il ministro Fitto possa intervenire, visto che ha ottenuto una parte delle deleghe sulla politica di coesione, tenendo conto anche del suo background: viene da esperienze importanti a livello della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma soprattutto è stato Presidente della Puglia, e quindi c'è da augurarsi che possa intervenire.
Così come non sfugge il fatto (che non riguarda tanto la Valle d'Aosta quanto altre Regioni, soprattutto il Sud) che questo obiettivo di concludere il PNRR per il 2026 appare in alcune Regioni italiane, non nella nostra, irrealistico.
Per quel che riguarda le parti di finanziaria che mi concernono, ho già dato i numeri in Commissione, quindi non li ripeterò. Mi limito semplicemente a dire che una parte dei fondi regionali va ad alimentare proprio i fondi comunitari. Proprio nelle settimane scorse abbiamo avuto gli incontri con il Comitato di vigilanza del FESR e delle FSE: abbiamo affinato con i rappresentanti dello Stato e della Commissione europea il percorso che ci deve portare a un primo target per raggiungere i risultati alla fine del 2025.
Abbiamo anche chiuso - con una delibera che riguarda un sistema di riscaldamento e di raffrescamento che ruota attorno alle infrastrutture dell'Università della Valle d'Aosta - quella parte, non ancora completata, dell'Accordo per lo sviluppo e coesione, che è stato firmato ad Aosta dal Presidente con il Presidente del Consiglio Meloni.
Aggiungo anche i buoni risultati che stiamo raggiungendo nelle progettualità di Interreg, che sono sempre in parte finanziate dalla finanziaria. Buoni risultati li abbiamo avuti proprio ieri, come dicevo, con Interreg Italia-Svizzera, ma poche settimane fa lo stesso è accaduto...
È fastidiosissimo il microfono, Presidente. Non so se sia stata messa la modalità automatica, ma quando uno si ferma il microfono è come se si spegnesse. Sarebbe opportuno che chi si occupa della tecnologia magari facesse in modo che non ci sia la modalità automatica, perché, quando uno tace e poi riprende, il microfono fa una piccola pausa.
Aggiungerei ancora l'importanza dei fondi, quasi 25 milioni di euro, senza parlare dei fondi PNRR, nel settore dell'innovazione digitale.
Per quel che riguarda il PNRR, c'era una domanda del collega Baccega rispetto ad Arvier. Proprio oggi c'è stato l'incontro dei tecnici della Soprintendenza assieme al Segretario generale, la dottoressa Fanizzi, e la rimodulazione che noi abbiamo proposto è stata accettata. Noi abbiamo un fondo diciamo "rischi" all'interno della nostra finanziaria e sicuramente l'insieme di realizzazioni dovrebbe poter raggiungere il target nel 2026. Naturalmente, nel caso in cui ci possano essere delle necessità di ulteriori investimenti a completamento, la Regione farà sicuramente la sua parte.
Vorrei concludere con la questione che riguarda la montagna, al di là del fatto che in queste ore abbiamo avuto contezza della cifra del fondo "Montagna" per l'anno scorso, che verrà dato a disposizione a partire dal mese di gennaio: sono più di 5 milioni di euro. In realtà sulla montagna oggi la cosa più importante è aspettare il passaggio parlamentare della legge sulla montagna alla Camera dei Deputati.
Non sono d'accordo col collega Lavy sul fatto che noi siamo un po' pavidi rispetto al fatto di avere una legislazione regionale. Io credo che chi legge la legge statale si renda conto che effettivamente ci sono delle linee che sono piuttosto interessanti, sia nella Parte I, che riguarda le responsabilità delle Regioni e dei Comuni; vengono naturalmente salvaguardate con una norma anche le competenze in Regione a statuto speciale. Poi c'è la seconda Parte, che è quella più significativa, che riguarda i diversi settori, dai trasporti alla scuola, alla sanità, con un meccanismo di premialità di tipo fiscale. Sono soprattutto degli elementi di fiscalità o di premio che sono in mano allo Stato e non in mano alle Regioni.
Vedremo se la tempistica di approvazione definitiva della legge sarà rispettata, questo è naturalmente il nostro auspicio, perché si tratta di norme interessanti, anche se, questo lo posso confermare, all'interno del Comitato delle Regioni fin da subito bisognerà creare un gruppo di esponenti delle montagne europee per riprendere la battaglia che è la madre di tutte le battaglie, vale a dire un maggior riconoscimento della montagna attraverso il principio della coesione territoriale, come contenuto nell'articolo 174 dei Trattati.
Presidente ? Assessore Marzi, per la replica. Ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Per ciò che concerne l'Assessorato e il Dipartimento Politiche sociali, che sinteticamente nello schema di bilancio che riguarda il n. 118/2011 viene sintetizzato con la missione 12, ci troviamo di fronte quest'anno a uno stanziamento complessivo per la missione di circa 124 milioni di euro, ma, soprattutto per la parte inerente al trasferimento delle politiche sociali in capo al Dipartimento, ci troviamo con uno stanziamento per il 2025 da circa 94 milioni di euro, che poi salgono a 96 milioni di euro per il 2026 e a 97 milioni di euro per il 2027.
Il fatto quindi che lo stanziamento venga garantito, non solo in continuità ma in crescita, sul prossimo triennio, è di fatto allo stesso tempo sia una novità per quanto riguarda questo Dipartimento, ma allo stesso tempo un passaggio di consegne di natura amministrativa e politica assolutamente rilevante, com'è stato richiamato dal Presidente durante la sua relazione di ieri.
Per entrare più nel merito delle caratteristiche che il Dipartimento delle Politiche sociali rappresenta sul prossimo triennio, in questo atto politico-amministrativo così importante, sicuramente è rilevante anche rappresentare che, per quanto riguarda il rapporto tra le spese correnti, dedicate appunto alla missione di sintesi 12, e la totalità delle spese correnti sul bilancio, addirittura mantiene stabilmente una percentuale di circa l'8%.
Sicuramente sul tema della povertà, che è una delle grandi novità - con il piano approvato l'anno scorso e soprattutto con l'applicazione dei Livelli essenziali delle politiche sociali, o LEPS - degli ultimi anni anche in seno al PNRR, ci vede collaborare con il territorio, con i Comuni, sia in termini d'inclusione che di risposte a tutti quanti i processi di autonomia, con uno stanziamento di circa 10 milioni di euro.
Lo stesso vale per le persone con disabilità e per la politica legata a tutto quanto il tema della disabilità. È inutile ricordare che veniamo - proprio la settimana scorsa - da un percorso che si è concretizzato in occasione della Giornata dedicata alle persone con disabilità, il 3 di dicembre, e che ha visto, tra le altre cose, un percorso di avvicinamento a questa giornata con tutta una serie di temi che hanno reso assolutamente evidente, come dire, l'adeguatezza delle scelte fatte nel passato, ad esempio per quanto riguarda i progetti di vita individuali, che di fatto oggi vengono perfettamente rappresentati dalle ultime scelte politiche e amministrative, con la legge delega del 2021 e poi, di fatto, con tutti quanti i decreti di attuazione.
Si è reso evidente, e tra l'altro ci è stato anche riconosciuto dai professori universitari che hanno collaborato all'istituzione della legge delega, che la Valle d'Aosta risulta essere l'unica Regione che nel 2018 è partita con l'Unità di valutazione multidisciplinare sul tema delle persone con disabilità e che, quindi, il fatto che si sia arrivati proprio quest'anno ad avviare il percorso di riforma della n. 14/2008 è perfettamente collegato da un punto di vista istituzionale, politico e amministrativo con quello che oggi è il processo amministrativo che vede interventi in tal senso.
Vengono di fatto, tra le altre cose, con questo bilancio, confermati circa 5 milioni di euro di trasferimenti dedicati, oltre a 950.000 euro di piano di eliminazione sulle barriere architettoniche e la conferma, anche per quanto riguarda la ricerca di caregiver e assistenti personali, per circa mezzo milione di euro, oltre alla stabilizzazione dei contributi per quanto riguarda la partecipazione dei minori con disabilità ai centri estivi, che l'anno scorso era stata fatta in maniera sperimentale.
Lo stesso vale naturalmente anche per tutta quanta la politica sui minori. Ricordiamo che questo lavoro viene fatto in un rapporto diretto legislativo con gli enti locali e, di fatto, oltre a confermare gli stanziamenti di riferimento in crescita, riusciamo anche ad applicare sul modello delle tate familiari lo stesso tipo di scontistica, con un intervento in più, di 400.000 euro, come tra l'altro richiamato anche in Consiglio nel corso degli ultimi mesi. Oltre al fatto che si riesce anche a garantire lo stesso tipo di scontistica che nel 2024 è stato applicato sui servizi dei nidi, cercando anche d'incrementare i posti per quanto riguarda gli asili nido, che vedono comunque la nostra Regione, se non al primo posto, tra i primi posti in Italia, perché di fatto riusciamo a garantire una copertura del servizio nella misura praticamente di oltre il 40%.
Lo stesso vale, naturalmente, per quanto riguarda la residenzialità anziani, che di fatto vede un importante stanziamento, di oltre 24 milioni di euro, per non parlare poi di tutto quanto il percorso che oggi è attivato a livello legislativo per una valutazione complessiva di tutta quanta la residenzialità anziani, in una piena logica legata al concetto d'integrazione socio-sanitaria.
Rispetto al disagio socio-abitativo ci saranno sicuramente delle iniziative, che sono state richiamate durante il dibattito, ma che hanno visto comunque un confronto anche negli ultimi mesi. Non più tardi del 25 di novembre, in V Commissione abbiamo rappresentato i primi dati di sintesi per quanto riguarda, appunto, quest'importante ambito sociale.
Per quanto riguarda, tra l'altro, il disagio socio-abitativo, nella sintesi sono stati evidenziati tutta una serie di dati rispetto alla necessità, come richiamato dal collega Baccega, di intervenire in una riforma a livello complessivo della legge n. 3/2013, ma è anche stato stabilito che lo stanziamento in crescita di circa 1 milione e mezzo di euro - che porta lo stanziamento sul prossimo triennio a circa 5 milioni e mezzo di euro per quanto riguarda il disagio socio-abitativo e il sostegno alla locazione - vede un finanziamento di 5 milioni e mezzo su una regione da 123.000 abitanti.
Proprio durante quella giornata di sintesi in Commissione era stato evidenziato come, per fare un numero, ad esempio, una Regione a noi vicina - il Piemonte, che vede 4.600.000 abitanti - stanzia complessivamente 12 milioni di euro. Per cui loro 12 milioni di euro per 4.600.000 abitanti, noi 5 milioni e mezzo per 123.000 abitanti.
Se vogliamo invece fare un ragionamento - sempre sul Dipartimento politiche sociali, ma più complessivo - oltre alla riforma appunto della legge n. 3/2013 e della n. 14/2008, è iniziato il percorso di modifica per quanto riguarda la n. 11/1999, legge sull'invalidità, siamo impegnati sulla legge quadro di riferimento per quanto riguarda le violenze di genere, contro le donne e di orientamento sessuale, sulla quale è iniziato un rapporto diretto con l'Istituto di ricerca sociale di Milano, che è stato anche oggetto d'incontri per quanto riguarda appunto la modifica della n. 4/2013. Sicuramente il quadro di riferimento sulla legge sulla disabilità, la n. 14/2008, vede anche un rapporto diretto con la presentazione della legge del terzo settore per quanto riguarda i rapporti, che potrebbe risultare sicuramente un intervento importante, oltre a quanto inserito da un punto di vista politico e amministrativo, appunto, sul contributo e sul collegamento diretto con il CSV.
Venendo invece al Dipartimento Sanità e salute, è secondo me importante - rispetto a tutto quanto sia stato rappresentato nel corso di questi giorni di dibattito e anche nel periodo di riferimento intercorso da quando il bilancio è stato presentato alle associazioni e anche in Commissione - provare a fare una sintesi rispetto a una conferma, ma anche a un rilancio, rispetto alla missione n. 13, che è quella appunto che negli schemi che riguardano il bilancio della Regione autonoma Valle d'Aosta vede uno stanziamento di circa 460 milioni di euro per la missione Sanità e salute.
Prima di tutto è bene evidenziare che questo stanziamento, di circa 460 milioni di euro, vede di fatto una crescita di circa 56 milioni di euro in termini di spesa su questa missione, che risulta essere un aumento di circa il 14% rispetto al 2024, anche se apparentemente, la cifra vede uno stanziamento, come dire, stabile. Mentre se facciamo un ragionamento rispetto alla parte dedicata alla missione Sanità e salute, rispetto al totale delle spese correnti vediamo una spesa che si mantiene fissa sul prossimo triennio nella misura di circa il 25% e vediamo uno stanziamento della parte corrente rispetto al prodotto interno lordo valdostano nella misura di circa il 7,5%. Ricordiamo che a livello nazionale ciò avviene largo circa nella misura del 6% e questo è oggetto di critiche a livello nazionale.
Se invece facciamo addirittura un ragionamento non soltanto nel rapporto tra la parte di spese correnti dedicata alla sanità e alla salute, ma addirittura di tutta la missione rispetto al prodotto interno lordo, ecco che la nostra percentuale arriva di fatto al 9,85%, percentuali che ci vedono sicuramente primeggiare a livello di sanità.
Sicuramente, una delle cose che vanno assolutamente rappresentate è legata al fatto che queste cifre da sole non bastano a fare un'analisi più politica rispetto alle scelte che sono state fatte nel corso degli ultimi anni, ma anche e soprattutto attualmente e per il prossimo triennio, perché, se c'è un ambito sul quale la stabilità viene resa evidente, è su una parte importante di questo trasferimento che viene fatto sulla sanità e salute, che riguarda il LEA, cioè il finanziamento dei Livelli essenziali di assistenza. Per due motivi.
Primo, perché di questo trasferimento ben 278 milioni di euro sono destinati appunto alla copertura dei Livelli essenziali di assistenza, a livello di Sistema sanitario regionale, e per la prima volta questo stanziamento risulta essere stabile e assolutamente strutturale su tutto quanto il prossimo triennio: sia per il 2025 che per il 2026, che per il 2027, i LEA sono finanziati per 278 milioni di euro. Questa cifra, tra l'altro, consentirà anche alla nostra Azienda unica sanitaria locale di poter avere un bilancio che, di fatto, si struttura appunto con un trasferimento per i LEA che consente di garantire la possibilità da parte dell'Azienda unica sanitaria locale di continuare, com'è successo l'anno scorso e quest'anno, a poter dare il bilancio di previsione alla propria azienda già dal 1° gennaio dell'anno successivo.
In secondo luogo, questo risulta anche essere il trasferimento, per quanto riguarda la copertura dei Livelli essenziali di assistenza, più alto degli ultimi anni, dove comunque per i Livelli essenziali di assistenza - pensate che nel 2021 era 248 milioni di euro - ci sono 30 milioni di euro in più. Oltre a esserci 30 milioni di euro in più, c'è anche, appunto, la stabilità su tutto quanto il triennio.
Venendo però a un'analisi più politica di questi numeri, essi vanno sicuramente incardinati e spiegati da un punto di vista sia politico che amministrativo, perché di fatto - com'è stato richiamato durante il dibattito anche da alcuni colleghi, ad esempio il collega Jordan, che ringrazio - sicuramente la sanità pubblica oggi in tutta Italia, compreso in Valle d'Aosta, non si può solo rappresentare con gli stanziamenti che vengono dedicati alla sanità stessa.
Ci sono tre pilastri, tre problemi macro per quanto riguarda la sanità.
Il finanziamento. Abbiamo appena finito di vedere che il finanziamento pro capite, citiamo un dato, il 2021 - così siamo lontani nel tempo - vedeva la Regione autonoma Valle d'Aosta stanziare circa 2.600 euro pro capite, oggi siamo circa a 3.750, quindi se eravamo a un +20% nel 2021, figuriamoci adesso.
La domanda che, a questo punto, si rende evidente (anche nei rapporti con tutte le istituzioni, che ci sono stati) è: "Se il trasferimento è così dedicato, perché in alcuni casi non dà delle risposte immediate?" Perché non è soltanto una questione di soldi.
Per spiegare quello che a oggi noi stanziamo e perché questo è necessario ma non sufficiente, innanzitutto bisogna fare dei ragionamenti legati al fatto che la sanità valdostana, siccome prevede un solo rapporto, con una sola Azienda unica sanitaria locale, non prevede di fare economie di scala.
In secondo luogo, perché noi, di fatto, siamo in una regione montana e quindi, di conseguenza, tutta una serie di servizi li dobbiamo rendere in maniera assolutamente, come dire, dedicata.
In terzo luogo, la regione è grande ma i Valdostani sono pochi, per cui i residenti per chilometro quadro risultano essere molto meno del resto d'Italia.
In quarto luogo, c'è un rapporto molto particolare da un punto di vista geografico con tutte quante le università, che ci fa essere lontani un po' da ogni tipo di rapporto universitario. Anche questo è molto importante.
In quinto luogo, esistono dei flussi, per quanto riguarda la popolazione della nostra regione, molto ampi, che non sono paragonabili ad altre realtà regionali italiane, perché di fatto nelle altre regioni ci possono essere degli aumenti di popolazione, in momenti ad esempio turistici, ma non che la popolazione raddoppi o triplichi nel suo complesso per motivi di natura turistica. Con un ospedale unico, questo risulta essere un problema.
In sesto luogo, c'è un altro problema, che però è un'opportunità per quanto riguarda il nostro ospedale. Noi abbiamo una sanità completamente in deroga grazie alla nostra autonomia, per cui non conviene mai parlare di costi, ma di investimenti e, soprattutto, di entrate. Soprattutto, abbiamo un punto ospedaliero che dovrebbe avere due o tre reparti al massimo e, invece, ad oggi prevede la possibilità di avere praticamente tutti i reparti, fatta eccezione per la cardiochirurgia.
Non ultimo, le scelte che vengono fatte rispetto alla modulazione di alcuni servizi e anche agli extra LEA.
Un'altra delle questioni, oltre ai finanziamenti e alla specificità della nostra sanità, è sicuramente legata al personale e a tutte le scelte che sono state fatte nel corso degli ultimi anni per cercare di, come dire, ovviare a questo tipo di problematica, che secondo me non è una problematica da poco. Proviamo a vedere che cosa, in pochissimi numeri, si è fatto nel corso degli ultimi anni.
Ad esempio, gli ultimi concorsi sulla chirurgia hanno visto 16 candidati, di cui sei in graduatoria. Prima, di fatto, erano 10 presenti, con solo uno in graduatoria.
Per quanto riguarda i rianimatori, 23 candidati con 13 in graduatoria; e in precedenza soltanto 5.
Per la psichiatria, tre candidati, di cui due in graduatoria; in precedenza zero.
Per la geriatria, quattro candidature, di cui due in graduatoria; in precedenza zero.
Per la medicina legale, 10 candidati, di cui tre in graduatoria: in precedenza zero.
Per la dermatologia, sei candidati, di cui due in graduatoria; in precedenza zero.
La radioterapia, quattro candidature, di cui uno in graduatoria; in precedenza zero.
Infermieri, 141 candidati, di cui 65 in graduatoria; In precedenza numeri molto diversi e lo stesso per le OSS.
Sulla neurologia, 9 candidati, di cui quattro in graduatoria; in precedenza zero.
L'oculistica ha 17 candidati, prima, di fatto, soltanto due in graduatoria.
Ricordiamo anche che, per quanto riguarda la nostra facoltà d'infermieristica, siamo l'unica facoltà d'infermieristica ad aver avuto l'en plein per quanto riguarda le candidature. Lo stesso per quanto riguarda il corso di medici di medicina generale, col corso pieno e 10 persone.
Tutto questo, tra l'altro, garantisce anche il fatto che a oggi, per quanto riguarda la medicina territoriale, non c'è un solo Valdostano senza un medico di famiglia e continuiamo a essere l'unica Regione a garantire il pediatra di libera scelta fino ai 14 anni.
Sul tema, invece, delle liste d'attesa, e poi concludo, mi preme dire semplicemente che i titoli dei giornali non li scrivo io, così come non li scrivono i giornalisti che fanno gli articoli, quindi io non ho dichiarato quanto un paio di ordini del giorno rappresentano, ma non voglio anticipare il reciproco divertimento sulla risposta a quella domanda.
Vi ringrazio, però, per avere chiaramente detto che il sottoscritto è sempre stato molto chiaro con tutti rispetto al tema delle liste d'attesa.
Il tema delle liste d'attesa non è un problema che riguarda solo la Regione autonoma Valle d'Aosta, ma tutte le Regioni d'Italia.
Quello, invece, sul quale si poteva assolutamente intervenire è legato fondamentalmente a due aspetti.
Il primo, quello che abbiamo cercato di fare con due leggi di attrattività e una sulle RAR. Leggi di attrattività: una è la n. 22/2022, la seconda è la n. 27/2023. La terza legge, quella sulle RAR, è la n. 12/2024. Per cui dal 2022 al 2027, con questo bilancio, noi stanziamo in più sul personale, sia per motivi di attrattività che di premialità, 80 milioni e mezzo di euro. Secondo me è un risultato assolutamente positivo di tutto il Consiglio, sempre legato alle dinamiche del personale.
Inoltre c'è anche un tema rispetto al boarding e agli interventi che sono stati fatti, ad esempio, sulle liste d'attesa chirurgiche, che risulta essere assolutamente positivo. Ad esempio, la media in questo momento in Valle d'Aosta sugli ultimi dati del boarding, quindi dell'attesa in pronto soccorso, è passato dal 2023, che era di 7 ore e 57, a 6 minuti e 11 nel 2024. La media italiana è di circa 31 ore in boarding nei pronto soccorso italiani. Per cui risulta essere sicuramente tanta l'attesa, però in Valle d'Aosta riusciamo, per una serie di motivi, a dare dei risultati.
Anche per quanto riguarda le liste d'attesa del post Covid, chirurgiche, ci trovavamo nella fase subito post-Covid con circa 4.900 interventi. In questo momento siamo a 4.192, tenendo anche conto di coloro i quali si sono aggiunti nel 2023 e nel 2024, con un +24% nel 2023 di interventi chirurgici e un +6% sul 2024.
Volutamente ho voluto rappresentare, sia in maniera politica che amministrativa, una serie di dati, per un motivo molto semplice. Perché, come dire, non c'è stata particolare attenzione, ma è importante dare dei dati in un momento di questo genere. Soprattutto, sono perfettamente consapevole che chi ascolta non è soddisfatto lo stesso della sanità valdostana e non è soddisfatto lo stesso perché, naturalmente, la sanità è uno di quegli ambiti che, di fatto, ci vede direttamente coinvolti nel momento nel quale o un nostro caro oppure noi non stiamo bene. Per cui non ci interessano le espressioni di una serie di sforzi per migliorarla, che tutti quanti stiamo cercando di porre in essere, ma, naturalmente, il subito e l'ora.
Per chi però fa politica, quello che, oltre alla trasparenza e alla verità, è importante fare è anche rappresentare che si conosce il contesto e che si cerca di fare il meglio possibile. Questo bilancio su questi due ambiti così importanti lo fa.
Presidente ? Assessore Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz J. (FP-PD) ? Il Presidente della Giunta ha fatto una disamina estremamente dettagliata del bilancio, quindi credo che sia ultroneo ribadire quanto da lui specificato. Qualche precisazione però sul fronte cultura, a beneficio di chi ci ascolta (anche perché in Commissione abbiamo abbastanza discusso e abbondantemente analizzato il bilancio) e anche qualche dato, anche finanziario, rispetto al comparto scuola, in modo tale da avere qualche elemento in più.
Sulla cultura, sul fronte dei beni e delle attività culturali mi pare non ci siano state particolari criticità evidenziate nel corso del dibattito. Forse ciò significa, appunto, che in sede di Commissione sono stati sufficientemente forniti dei dati.
Per quanto riguarda i beni culturali, il bilancio del triennio 2025-27 è fondamentalmente in continuità con le annualità precedenti.
Per quanto riguarda la mission principale della Soprintendenza, ossia la tutela dei beni culturali, sia materiali che immateriali, il bilancio infatti prevede la parte preponderante delle spese previste per investimento destinate agli interventi di recupero dei beni culturali di proprietà regionali, quale, ad esempio, la conclusione dei lavori di restauro al Castello di Quart e il successivo progetto di allestimento, il Teatro romano, L'arco d'Augusto, le balconate di Fénis, le decorazioni murali del Castel Savoia e del Castello di Issogne, dove s'interverrà tra l'altro anche sulla Fontana del Melograno, la manutenzione straordinaria dell'ex Priorato e Centro Saint-Bénin di Aosta, di cui ha parlato il Presidente nella sua relazione.
Oppure interventi funzionali all'attività di tutela e valorizzazione dei beni, quale per esempio il completamento di Maison Caravex, dove saranno realizzati spazi per il deposito delle collezioni di beni storico-artistici di tipo tradizionale-etnografico, di competenza della Soprintendenza regionale per i beni e le attività culturali; anche il parcheggio interrato a servizio del castello di Aymavilles e i lavori di efficientamento energetico della Biblioteca regionale "Bruno Salvadori", che, come sappiamo, rappresenta un punto di riferimento per gli studenti, ma non solo, che gravitano intorno alla città di Aosta ed è un punto di riferimento anche per la regione tutta.
Inoltre, sempre nell'ottica di tutelare il patrimonio immobiliare regionale d'interesse culturale, parte delle spese di investimento del bilancio 2025-27 sono, come sempre, destinate alla concessione di contributi per il recupero di fabbricati, borghi, percorsi storici. In questo ambito è da segnalare l'intesa con la Diocesi di Aosta, grazie alla quale la Regione contribuisce alla conservazione del patrimonio religioso, che rappresenta la memoria di tutta la comunità valdostana.
Anche in parte corrente, alcune spese riguardano la salvaguardia del patrimonio culturale, con la conseguente attenzione nel supporto ai centri di studio e promozione della cultura locale delle sociétés savantes, del settore audiovisivo con il finanziamento di Film Commission, oltre al proseguimento dell'attività di digitalizzazione degli archivi storici regionali, che è ormai imprescindibile per restare al passo con lo sviluppo delle nuove tecnologie di fruizione.
Al Dipartimento Sovraintendenza sono poi assegnate le somme per l'esternalizzazione, come Società di Servizi Valle d'Aosta S.p.A., dei servizi vigilanza, custodia e biglietteria, che consentono, come sappiamo, la fruizione del patrimonio culturale, di cui la quasi totalità è gestita in forma diretta dall'Amministrazione regionale, a eccezione del Forte di Bard, che è un importantissimo volano delle attività legate al turismo culturale della Bassa valle, il cui trasferimento, com'è stato ricordato, per il triennio è stato incrementato del 10%, ma è stato incrementato per consentire l'applicazione dei rinnovi contrattuali del personale dell'associazione. Quello è il motivo per cui si è passati, mi sembra, da 4 milioni, adesso non ho il dato preciso, a 4.400.000.
Al Dipartimento Soprintendenza compete anche la promozione della cultura in senso più ampio, che da sempre rappresenta per la società uno strumento importantissimo per raggiungere la propria indipendenza culturale, attuata attraverso l'ideazione e realizzazione di eventi, mostre, esposizioni, manifestazioni e altre iniziative, quale la partecipazione, anche in accordo e in comunanza con l'Assessorato del collega Grosjacques, a fiere e a saloni di livello nazionale e internazionale, per far conoscere il patrimonio culturale valdostano dentro e fuori dai nostri confini.
Di particolare rilievo nel corso del 2025, voglio ricordare la prima edizione del Premio letterario Regione autonoma Valle d'Aosta, che è organizzato in collaborazione con la Fondazione Bellonci. Il focus del premio sarà sul tema del confine in tutti i sensi, come frontiera sia materiale sia immaginaria. Questo metterà in risalto la volontà di riflettere su una delle capacità della letteratura di scoprire e di far incontrare mondi e culture diverse.
Con il prossimo anno, la Valle d'Aosta aderirà per la prima volta al bando ministeriale per la realizzazione delle residenze artistiche FUS. Con particolare soddisfazione vediamo finalmente inserita la Valle d'Aosta, che era l'ultima Regione a non aver aderito a questo bando, all'interno dell'elenco dei finanziamenti relativi a questo fondo, a questo bando ministeriale.
Il 2025 sarà anche l'anno delle celebrazioni per la ricorrenza del 2050° anniversario della fondazione di Aosta, che vedranno, a partire dal 21 dicembre del 2024, proprio in occasione del solstizio invernale, l'organizzazione di una serie di eventi programmati per tutto l'anno 2025, in collaborazione con il Comune di Aosta, per festeggiare questa importante ricorrenza per la Città di Aosta.
Infine, come è già stato detto in maniera più approfondita in Commissione, per l'anno 2025 è previsto l'avvio della predisposizione del Piano strategico per la cultura, per consentire una programmazione a lungo termine sia delle attività di tutela, conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio, sia di indirizzi di sviluppo del settore culturale in un'ottica di sostenibilità, attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori, con la fruizione della cultura a 360 gradi.
Per quanto concerne l'istruzione, declino alcuni punti fermi della nostra azione, che vedono un corrispettivo anche in termini di posta di bilancio. Dò alcuni dati perché possono essere utili per capire anche la dimensione.
Il Presidente ha fornito nella sua relazione diversi numeri, diversi dati, che dicono anche dell'importanza che il settore dell'educazione e delle politiche giovanili ha sul bilancio nel suo complesso, essendo noi peraltro titolari di ciò che concerne il trattamento economico degli insegnanti e degli operatori di sostegno.
Per quanto riguarda il diritto all'istruzione di tutti gli alunni con disabilità, che sono in costante aumento, tra l'altro, in particolare nella scuola secondaria, nel corrente anno scolastico gli alunni con disabilità che frequentano le scuole della Valle d'Aosta, di ogni ordine e grado, pubblico e paritarie, sono ben 807: 58 all'infanzia, 247 alla primaria, 217 alla scuola secondaria di primo grado e 285 alla scuola secondaria di secondo grado. Pari al 5,14% nelle scuole pubbliche, che è una misura, rispetto al 4,7% delle scuole statali nel resto d'Italia, che si avvicina abbastanza alla media delle scuole statali del resto d'Italia. Quando quindi si dice che il dato è un dato splafonato rispetto al resto d'Italia non è vero, perché siamo abbastanza in linea.
Oltre all'insegnante di sostegno ? l'organico è attribuito dal personale scolastico ? è prevista in Valle d'Aosta anche la figura dell'operatore di sostegno, che nel corrente anno scolastico garantisce una copertura pari a 10.152 ore alla settimana, rispetto alle 5.760 del 2020, per una spesa stimata di oltre 13 milioni di euro. Sono 13.303.000 euro. È stato pertanto richiesto un incremento per le risorse 2025-27, pari a 9.353.000, poco più di 3 milioni di euro per ogni anno.
Per ciò che concerne la valorizzazione personale e scolastica - con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica, che è uno dei temi sui quali purtroppo ci confrontiamo quotidianamente, comprese quelle volte a definire percorsi personalizzati, quindi attraverso docenti formati e tutor orientatori - per gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado sono stati richiesti 750.000 euro, cioè 250.000 euro per ogni anno 2025,26 e 27.
Per favorire l'organizzazione delle uscite didattiche e delle visite sul territorio da parte delle istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo d'istruzione, che è un tema che si è scontrato con l'aumento del costo del trasporto pubblico, abbiamo previsto, in accordo con il Dipartimento Trasporti del collega Bertschy, un contributo straordinario - vincolato, legato alla situazione contingente di limitazione dei trasporti - di 50.000 euro per le scuole del primo ciclo e di 50.000 euro per le scuole del secondo ciclo, per il 2025 e il 2026.
Un altro punto che rientra nella nostra programmazione, che poi trova nei capitoli di bilancio dei corrispettivi, è l'arricchimento dell'offerta formativa delle scuole, che attraverso la garanzia ha le stesse dotazioni straordinarie per progetti d'iniziativa regionale volti a promuovere lo sport e il benessere psicofisico. Spesso questi progetti sono fatti d'intesa con il collega Grosjacques e con il collega Bertschy, perché alcuni toccano il tema dello sport in maniera diretta e altri anche la questione degli impianti a fune, perché molte di queste attività riguardano anche le attività sportive invernali.
Cito il progetto "Classes de sport": tenuto conto che lo stesso negli ultimi due anni non si limita alla promozione, appunto, dei soli sport invernali ? un tempo erano le "Classes de neige" - ma coinvolge, in accordo con il Coni e con il Comitato paralimpico, anche gli studenti che praticano altri sport, con conseguenti maggiori oneri da sostenere da parte delle scuole per garantire l'adeguato supporto, quindi le attività di recupero, tutoraggio, eccetera, agli studenti/atleti durante l'anno scolastico.
Il progetto "Ethical", poi, in accordo con l'Assessorato alla Sanità, salute e politiche sociali e l'Assessorato competente in materia di sport; questo per sperimentare in un'istituzione scolastica pilota del secondo ciclo di istruzione, l'ISILTeP di Verrès, e in un'associazione sportiva, la ASD Tennis Club di Châtillon - Saint-Vincent, strategie volte a contrastare il fenomeno del bullismo per il perseguimento della certificazione antibullismo, ai sensi dell'UNI/PdR 42:2018. Abbiamo stanziato 50.000 euro per gli anni scolastici 2024-25 e 2025-26.
Iniziative progettuali, poi, di supporto psicologico in capo alle singole scuole. Questo è quello previsto dalla legge n. 70 del 17 maggio 2024 per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo.
Sono state fatte anche altre iniziative nell'ambito della cittadinanza attiva, volte a sensibilizzare gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado su aspetti quotidiani e d'interesse della società. Per esempio, la fornitura di attrezzature, il cosiddetto "Tampon Box", che da una parte serve a garantire la salute e il benessere delle studentesse, fornendo loro un prodotto facile per promuovere, in questo caso, un ambiente scolastico sempre più inclusivo. Questa partita complessivamente vale 720.000 euro, 240.000 euro per ogni anno, per le scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione.
Abbiamo poi stanziato 94.500 euro per adeguare o ammodernare i laboratori del Politecnico professionale, come peraltro è stato anche richiesto da alcuni di voi nel corso di alcune iniziative ispettive. Ci siamo interfacciati anche con i dirigenti e abbiamo quantificato questa cifra.
Incrementare le risorse destinate alle attività di PCTO, che è l'ex alternanza scuola/lavoro, attraverso il trasferimento di risorse alle scuole superiori, queste sia pubbliche che paritarie, per sostenere le spese relative alla sorveglianza sanitaria, questo in base all'articolo 41 del decreto legislativo n. 81/2008; era un problema che impediva alle volte di poter fare i progetti di PCTO e abbiamo stimato una spesa indicativa di 108.000 euro nel triennio 2025-27 per le visite di sorveglianza sanitaria.
Per quanto poi concerne la promozione e valorizzazione delle attività svolte dalle singole scuole o da reti di scuole nei vari settori strategici dell'istituzione - quali, per esempio, l'orientamento con il potenziamento di VDA Orienta, che quest'anno vedrà anche gli alunni delle classi seconde delle scuole secondarie di primo grado, e non solo più le quarte delle secondarie di secondo grado, le STEM, il bi/plurilinguismo, attraverso la realizzazione di eventi e campagne informative che possano permettere una miglior conoscenza dell'offerta didattico-educativa regionale, sempre più attenta ad approcci inclusivi e laboratoriali - parliamo di 250.000 euro all'anno per il 2025, il 2026 e il 2027.
Abbiamo poi avviato e stiamo progettando l'avvio nelle scuole secondarie di una sperimentazione riferita alla realizzazione di uno sportello di sostegno, uno sportello psico-pedagogico permanente interno alle istituzioni, per migliorare gli aspetti socio-educativi interni alle scuole, con il coinvolgimento di docenti e famiglie. Lo stanziamento è di 900.000 euro complessivi nel triennio, che sono destinati alle sei scuole pubbliche, però stiamo lavorando con il collega Caveri, con i suoi Uffici, per prevedere, se è possibile, un finanziamento FSE, in modo tale da allargare la sperimentazione anche alle quattro scuole paritarie superiori e alle scuole secondarie di primo grado. Sarebbero 16 scuole pubbliche, più una paritaria, per un importo di 50.000 euro annui a scuola. Il progetto, che sarebbe a regia regionale, è in fase di definizione ancora con i dirigenti scolastici, perché l'auspicio sarebbe che un progetto così esteso potesse essere coordinato dalla Sovraintendenza, ovviamente la distribuzione dei fondi, quindi questi 50.000 euro all'anno, sarebbe affidata direttamente alle istituzioni.
Abbiamo raccolto la richiesta dell'università per quanto concerne una migliore risposta relativamente a maggiori costi della nuova università. Sono 990.000 euro complessivi negli anni 2025-27, così come ci sono stati richiesti.
Per quanto riguarda poi l'incremento dei trasferimenti correnti alle famiglie per l'attuazione del diritto allo studio universitario - com'è stato da più parti richiesto, sia all'interno della maggioranza che della minoranza - a beneficio degli studenti frequentanti sia atenei valdostani che di fuori valle, da destinare sia a un aumento dell'ammontare delle borse universitarie di circa il 20-30%, sia all'emanazione nel 2025 di ulteriori bandi che siano riferiti all'avvio di un anno accademico e non alla sua conclusione, come avviene adesso. Ci sarà quindi - oltre che uno stanziamento di 2.372.000 euro nel 2026 e di 311.000 nel 2027 - nel 2025 tutta una dinamica che vi è stata spiegata anche in Commissione, che presupporrà la possibilità di aumentare queste borse di studio e, al tempo stesso, di farle decollare in tempo, non in una seconda fase.
Per quanto riguarda poi il finanziamento degli interventi di adeguamento normativo, a questo tengo perché è stato ribadito, adesso non ricordo più da quale collega, il tema degli stanziamenti. Si dice che 1 milione è poco. Il milione è solo relativo ai fondi a disposizione della Sovraintendenza, che sono sempre stati di 1 milione, ma che abbiamo aumentato due anni fa a 4 e l'anno scorso a 6, con la prospettiva, come ha detto il Presidente nella sua relazione, di un incremento poi in fase di assestamento.
Questi sono fondi che vengono destinati in aiuto agli enti locali per le certificazioni e per alcune operazioni di messa in sicurezza, di adeguamento e di manutenzione straordinaria, che si aggiungono ai 10 milioni di cui ha parlato il Presidente, stanziati per l'edilizia scolastica, e a tutta quella quantità di denaro che già è impegnata su fondi europei o fondi statali all'interno del DEFR sui lavori.
Non sono pochi i soldi, quindi. Questo per confortare, perché non vorrei che questa idea che noi non badiamo agli edifici poi passasse.
Presidente - Assessore Bertschy, prego.
Bertschy (UV) - Grazie innanzitutto a tutti i colleghi di maggioranza e anche ai colleghi dell'opposizione che sono intervenuti in Consiglio.
Il bilancio è un momento importante, sempre di valutazione e di verifica politica qui all'interno, e per fare un bilancio c'è bisogno di una maggioranza che, pure con i suoi distinguo - lo abbiamo sentito anche da alcuni interventi in aula - sostiene un governo e lavora con il governo per proporre le politiche che poi esprimiamo anche attraverso questo bilancio.
L'intervento di tutti i colleghi ha evidenziato quanto lavoro si sta producendo, quante azioni sono messe in campo e quante proposte, anche di innovazione e di riforma, sono state prodotte. Evidentemente il gioco delle parti fa dire che tutto questo non è sufficiente e sarà poi più o meno sempre così: è evidente che chi è dall'altra parte, anche semplicemente per una questione di sensibilità o di obiettivi diversi, dice delle cose diverse.
Come ho già avuto modo di dire tante volte, poi c'è la gente, ci sono le persone. Con le persone ognuno di noi si rapporta, con le imprese ognuno di noi si rapporta, con le istituzioni ognuno di noi si rapporta e, per fortuna, ognuno trae anche le sue conclusioni. Vi posso assicurare che, per quello che riguarda tante delle politiche che stiamo portando avanti, incontriamo quantomeno l'apprezzamento delle persone che capiscono il valore delle riforme e il valore della proposta.
Questo è quello che ci deve rassicurare, nel senso che questo è il modo di lavorare, con il quale in tutti questi anni abbiamo fatto il lavoro, tutto il lavoro possibile, in un momento di grande difficoltà, perché questa maggioranza - è bene ricordarlo, anche se poi è cambiata nel corso del tempo - è sempre una maggioranza nata nel periodo del Covid e in una fase molto delicata della nostra comunità; da lì ha cominciato a lavorare - seppure, ripeto, con dei cambi che poi sono avvenuti anche a livello di organi di governo - e ha continuato a lavorare con molta serietà e con molta attenzione.
Si è parlato molto di visione politica e di programmazione, in questo bilancio. Alcuni interventi sono stati molto precisi al riguardo. Io credo che concludiamo la legislatura, come gruppo Union Valdôtaine, avendo dato anche dei segnali molto forti dentro questo Consiglio regionale e fuori, alla comunità. È un gruppo che è cresciuto nel corso di questa legislatura e che, grazie anche all'attenzione che c'è stata a relazionarci fra di noi, ha anche dato una stabilità a questa legislatura.
Io, come altri, ho vissuto le legislature precedenti, dove sono stati notevoli i cambiamenti e le difficoltà a mantenere una maggioranza coesa nell'arco di cinque anni. Questa è una maggioranza, ripeto, che con piccoli distinguo ha comunque saputo governare per cinque anni. Questo credo che lo dobbiamo anche alla serietà del lavoro che abbiamo fatto per arrivare a questo obiettivo.
Io auguro a chi sta lavorando, ai cantieri che sono in corso, di riuscire a raggiungere questi obiettivi, perché unire le forze politiche è un segnale importante che si dà alla comunità, un segnale importante per il futuro.
Non è detto che chi si presenta unito in aula invece lo riuscirà a fare. Lo vedremo di qui a qualche mese, quando presenteremo le liste elettorali.
Per quello che riguarda i tre dipartimenti, che ho avuto il piacere e l'onore anche di rigovernare in questo periodo, abbiamo cercato - e io qui non posso che ringraziare le strutture - di lavorare sempre guardando, attraverso il Defr, alla visione politica e attraverso i programmi di bilancio, alla visione concreta delle azioni amministrative.
È quello il lavoro che chi vuole leggere i documenti ritroverà nel lavoro che abbiamo messo in campo. Lo abbiamo fatto cercando di superare le complessità che stanno oggi nel governo delle politiche e della gestione dell'amministrazione pubblica.
Tanti hanno parlato degli avanzi di amministrazione. Mi dispiace a volte che lo facciano colleghi esperti, perché si sa benissimo che oggi l'avanzo di amministrazione non è dato dalla mancanza di visione e neanche dalla mancanza di capacità di programmazione, ma ci sono tutta una serie di elementi che, ormai che è completamente attiva la metodologia che il 118 ha messo in campo, comportano delle difficoltà che non vogliono dire un avanzo da lasciare poi sempre da decidere come impiegare, ma semplicemente da riproporre nella fase successiva.
Faccio un esempio: la legge sulle cooperative che abbiamo recentemente approvato produrrà nel 2024 un avanzo. È chiaro, abbiamo avuto bisogno di un iter amministrativo di alcuni mesi per portarlo all' approvazione del Consiglio, perché la politica deve avere il suo tempo di confrontarsi sui provvedimenti, ma se poi i provvedimenti arrivano alla fase conclusiva dell'anno in aula, quell'imputazione di bilancio rispetto a quell'anno non è più utilizzabile per attivare una misura.
Quello non è un avanzo e non è neanche una colpa della politica prendersi il tempo necessario per studiare un provvedimento per approvarlo, ma rispetto al passato quei soldi non sono impegnabili direttamente negli ultimi due mesi dell'anno e vanno, per forza di cose, riproposti nell'anno successivo. Non credo sia un errore di pianificazione, né del governo né della maggioranza, né, tantomeno, una strumentalizzazione da parte delle forze di opposizione: semplicemente ci va del tempo. Ci va del tempo per maturare i provvedimenti e ci sono tantissime attività da fare, in Consiglio, che portano poi a questa situazione.
Anche leggere l'avanzo è importante, perché rispetto al passato, quando si poteva impegnare i soldi in una maniera diversa, oggi la tempistica è quella.
I tre dipartimenti, Lavoro e formazione, Sviluppo economico e dipartimento Trasporti, hanno tutti degli atti di pianificazione alle spalle.
In Lavoro e formazione abbiamo rivisto completamente la legge, approvato il nuovo piano di politiche del lavoro e messo in campo tantissime misure che non esistevano all'inizio di questa legislatura. Le potrei elencare, ma non è il caso, nel senso che non è questo il momento di raccontare le mille cose che si stanno facendo. Quello che è importante, però, è che, attraverso la legge, la pianificazione del piano delle politiche del lavoro e il coinvolgimento di tutti gli attori, si stanno affrontando, in una visione strategica e collaborativa, le tante necessità che ci sono per governare la transizione che è in corso e i cambiamenti che sono in corso nel mercato del lavoro.
Nel dipartimento Sviluppo economico ancora ultimamente abbiamo proposto - e sarà poi in Consiglio nella prossima primavera - la riforma sull'artigianato: una delle tante leggi che abbiamo portato all'approvazione del Consiglio; ricordo quella sull'imprenditoria giovanile e sulla zona franca, il sistema delle cooperative, e a brevissimo, nei primi mesi dell'anno nuovo, porteremo la riforma della legge n. 6.
Nel frattempo stiamo lavorando sul piano industriale, sullo studio per il centro unico della ricerca, e abbiamo approvato un piano energetico con tutte le azioni che ne sono conseguite. Si terrà una prima edizione di Smau Valle d'Aosta e, sempre per le politiche energetiche, verrà riaperto dopo anni lo Sportello Energia. Tra l'altro, alla fine di questa settimana ci sarà l'apertura di questo servizio nei locali al piano terra di Finaosta.
Ci sono quindi elementi concreti per dire che stiamo andando nella direzione di cercare di mettere in campo tutte quelle azioni che servono alle imprese, alle politiche energetiche, che servono a dare una risposta ai giovani e che servono anche a cercare di governare un'azione di cambiamento utilizzando i fondi del Pnrr. Dopo mille difficoltà iniziali per tutte le Regioni, e con un'attenzione ancora attuale di tutte le Regioni, si stanno sviluppando i primi progetti sull'idrogeno che daranno delle prime risposte; anche queste, per una comunità piccola come la nostra, sono sfide colte, che dovremo cercare di portare a raggiungere come obiettivo.
Non sono cose di poco conto, perché comunque le strutture delle quali disponiamo all'interno dell'amministrazione sono strutture che si debbono dedicare a tanti obiettivi, e - per tutti gli Assessorati, al di là di chi oggi governa - le risorse sono limitate. Attraverso queste risorse, ottimizzandole, dobbiamo cercare di dare una risposta a tutti.
Per concludere, sul dipartimento Trasporti: credo di averlo raccolto - tra l'altro dopo una fase di gestione del dipartimento da parte dell'allora Presidente Lavevaz, con il suo interim - in un momento di grande difficoltà. Ci siamo trovati comunque ad affrontare un'emergenza: la chiusura della ferrovia non era una cosa scontata, né come risposta da organizzare, né come gestione delle politiche da sviluppare in termini di investimento.
Al di là del merito, sempre sul tema dell'elettrificazione, in ogni caso la ferrovia garantiva una risposta, in termini di collegamento tra territori, che è stata riorganizzata attraverso un servizio sostitutivo sul quale, con tutti i limiti, le persone hanno oggi dato una risposta positiva e, mese per mese, stiamo ancora modificando gli orari, attraverso la collaborazione con le persone, per cercare di migliorarla ancora; quelli sono lavori importanti, non sono lavori ordinari, sono cose che sono avvenute in una fase straordinaria.
Nonostante questo, abbiamo innovato le politiche tariffarie. Lo Special 20 non esisteva in Valle d'Aosta. A ottobre, 5.700 famiglie hanno utilizzato lo Special 20, con un risparmio, dando un valore di 50 euro mensili a un abbonamento, di quasi 150.000 euro; all'anno, 2 milioni di euro di risparmio. Sono risparmi per le famiglie.
I trasporti con delle politiche tariffarie nuove hanno garantito alle famiglie valdostane dei risparmi importanti.
La stessa cosa abbiamo fatto sulle politiche tariffarie per il trasporto ferroviario. Il 60% di sconto sull'abbonamento ferroviario ha determinato dei risparmi importanti per le famiglie, sia per quelle che lo usano dalla Bassa valle a scendere e da Aosta a scendere, sia per quelli che vanno verso fuori valle. Quelli sono risparmi per le famiglie, che non vengono mai conteggiati nell'ambito del dibattito politico, che sono inseriti in maniera strutturale nel bilancio pubblico.
Sempre riguardo alla ferrovia, concluderemo questa legislatura avendo acquistato sei treni elettrici. Mentre c'era un problema importante da gestire, è continuata l'azione d'investimento. Alla fine del 2026, alla conclusione dei lavori di questa elettrificazione, comunque la Valle d'Aosta avrà in dotazione undici treni: cinque treni bimodali e sei treni elettrici che, rimessi a lavorare, permetteranno alle persone di avere un servizio di grande qualità.
Potremmo fare altri mille esempi per raccontare di come stiamo cercando di affrontare i temi del trasporto, però, ripeto, ci saranno anche altri momenti durante il Consiglio per parlarne ancora. Quello che credo sia giusto sottolineare è che queste difficoltà sono, dal lato politico, da affrontare, perché le responsabilità si affrontano, ma sul lato concreto poi tutto questo si evidenzia con le difficoltà anche nella gestione dell'amministrazione.
Per quello che mi riguarda, abbiamo sostituito dirigenti che hanno gestito per anni dipartimenti importanti come quello del trasporto e quello degli impianti a fune, con nuove persone che stanno dando tutto il loro contributo per dare una grande risposta e lo stanno facendo già mettendo a disposizione competenze ed energie. In ogni caso questi sono cambi che fanno parte delle difficoltà che si vivono anche all'interno delle strutture.
Per fortuna le persone che sono arrivate, che sono subentrate, hanno voglia d'imparare, voglia di mettere a disposizione le competenze e voglia anche di dare continuità al lavoro.
Tutto questo però incide sul lavoro delle strutture.
Chiudo su un tema che a volte è stato oggetto di grandi discussioni, ma che nel presentare lo studio di Finaosta abbiamo anche un po' dimostrato quanta importanza abbia: parlo del settore impianti a fune, che ha visto, nel corso di questi anni, una crescita degli investimenti, una crescita delle disponibilità economiche e, ripeto, con questo primo studio se ne è capita anche l'importanza, ma è stato oggetto di valutazioni che ci hanno portato, come maggioranza e come Consiglio regionale, a fare delle azioni importanti per dare una risposta complessiva a tutto il settore.
Con il recente assestamento abbiamo finanziato delle importanti opere nei grandi comprensori, ma abbiamo finanziato delle importantissime opere nelle piccole stazioni: abbiamo finanziato il progetto della revisione della seggiovia di Estoul, ma anche gli impianti di innevamento (l'impianto d'innevamento di Antagnod, l'impianto d'innevamento del Weissmatten, l'impianto d'innevamento di Champorcher in corso) e sono in corso le revisioni anche nelle piccole località, grazie alle disponibilità che sono state messe a disposizione con l'assestamento, che ci hanno permesso di raggiungere anche i piccoli comprensori, grazie alla logica che insieme abbiamo costruito sulla risposta, con la legge che abbiamo dedicato a questi comprensori; nel complesso, questa risposta ha permesso e permetterà a queste piccole stazioni di avere una continuità.
Dico una cosa che sovente il collega Grosjacques, a ragione, dice: "Dove altri territori hanno smesso d'investire, in Valle d'Aosta si continua a investire". Si investe negli impianti a fune, si investe nelle località di montagna, si investe anche con una logica del futuro, cercando di traguardare alla revisione anche dell'utilizzo di questi impianti. Non è cosa di poco conto.
Io di questo ringrazio tutto il Consiglio regionale, perché c'è sempre stata disponibilità, ma le scelte sono partite dalla maggioranza e sono state sostenute con forza da questa maggioranza.
In questo provvedimento di bilancio abbiamo aggiunto delle risorse, per quella transizione, quel cambiamento climatico che si può negare ma è sotto gli occhi di tutti, esiste. Abbiamo messo a disposizione un primo milione e mezzo nel triennio per intervenire su quegli impianti che sono dismessi da tanti anni e che, attraverso un'azione di bonifica e di nuova programmazione, potranno essere eliminati per ridare al territorio un valore paesaggistico, o magari anche un valore di tipo storico. Sono azioni che, a mio avviso, sono molto concrete, che dimostrano da un lato la visione, dall'altro la programmazione e dall'altro ancora dei nuovi obiettivi con cui, attraverso l'innovazione messa in campo, si potranno dare delle migliori risposte.
Presidente - Il Presidente della Regione si è prenotato, ha la parola.
Testolin (UV) - L'impegno con il Presidente è quello di fare una replica molto veloce, visto che ieri sono stato tacciato di aver utilizzato più di un'ora per la presentazione di un bilancio.
Rifarei la stessa cosa domani mattina, se mi dovesse succedere, perché credo che il bilancio sia il momento all'interno del quale i numeri abbiano una loro importanza. I numeri mettono a fattor comune gli impegni. È come in una famiglia: quando si fa la conta delle spese alla fine del mese, ci si rende conto del costo del vivere e si mettono in fila delle cose di cui solo quando si fa il punto della situazione si ha contezza.
Questo era il momento per dare una fotografia, la più accurata possibile, degli interventi che l'amministrazione regionale, il governo, la maggioranza e il Consiglio mettono a disposizione dei Valdostani.
A fronte di questo, ho raccolto con piacere che le varie presentazioni - sia da parte del Presidente della II Commissione, sia da parte del Consigliere di minoranza, sia da parte del sottoscritto - abbiano stimolato il dibattito e siano state al centro di alcune riflessioni.
Ovviamente poi, come è già stato detto, le riflessioni sono frutto anche di un posizionamento, di un gioco delle parti, dove ognuno valorizza e cerca di sostenere gli argomenti che meglio conosce, che meglio ha approfondito in questi mesi, e che sono uno spicchio della torta. Fare una torta poi è sempre un po' più complesso, soprattutto se devi farla a due strati e con delle ciliegine sopra.
Detto questo, credo che ognuno di voi abbia espresso nei suoi interventi alcune perplessità, alcuni punti che comunque sono sottoscrivibili. Avremo modo, magari analizzando poi gli emendamenti che sono stati proposti, e che sono stati sicuramente frutto di un lavoro da parte di chi li ha presentati, di fare alcune riflessioni un po' più tecniche, ma anche politiche, perché qualche volta le due cose si intersecano.
In questa fase volevo solo sottolineare un paio di aspetti. I numeri, così come sono stati rappresentati, e l'affermazione, che è stata ricordata anche da qualche Consigliere, di "Conti in ordine", che è un'affermazione che sottoscrivo ancora adesso. Perché "Conti in ordine" non vuol dire costruire un bilancio con i crismi e le regole che il bilancio deve avere per essere costruito, ma vuol dire lasciare un'eredità che sia di prospettiva, un'eredità sulla quale si possono fare ancora delle valutazioni, degli investimenti, si possono dare ulteriori risposte. È un'eredità che ci ha permesso di congelare il contributo alla finanza pubblica, quindi un passaggio politico importante.
In un mondo dove, ad esempio, negli ultimi tre anni l'inflazione è salita quasi del 15%, per cui mantenere eguale il contributo alla finanza pubblica vuol dire che lo abbiamo abbassato del 15%, e ci diamo una prospettiva.
Sono dei numeri che ci hanno permesso, in questi anni, di normalizzare le risorse a disposizione dei mutui per la prima casa, dei mutui per l'efficientamento energetico, per le strutture alberghiere, per il sostegno alle aziende agricole e alle aziende turistiche, o all'imprenditoria in generale, perché abbiamo programmato le risorse necessarie nel prosieguo delle nostre attività.
Mettere in fila dei numeri vuol dire garantire ai Comuni delle risorse che nel prossimo triennio saranno costanti e saranno a disposizione per fare delle valutazioni e delle progettualità che possano avere una copertura.
Mettere in fila dei numeri vuol dire anche garantire un aumento contrattuale importante, che possa incentivare un percorso di avvicinamento di nuovo all'amministrazione pubblica, che ha bisogno come non mai di professionalità, di persone che mettano la loro esperienza, la loro capacità e la loro voglia di lavorare a disposizione della pubblica amministrazione.
Tra il 2023 e il 2024 abbiamo fatto 14 bandi di concorso: 300 assunzioni, triplicando il biennio precedente, quindi dando una nuova linfa al nostro organico, dando delle prospettive alle necessità, per mettere a terra, come qualcuno ha detto, le risorse che abbiamo a disposizione.
Sapere dove siamo vuol dire avere programmato un rimborso dei debiti, dei mutui che avevamo contratto nel tempo, per alleggerire le incombenze da affrontare negli anni successivi e per valorizzare queste risorse nell'ambito di un utilizzo più mirato ai bisogni della popolazione. Ancora, vuol dire aver lavorato per dare delle risposte certe ai bisogni della quotidianità. Quando si fa un elenco di attività che vengono svolte a favore del territorio, della cittadinanza, è importante sapere che si può avere certezza e contare su delle risorse che possano continuare a garantire le scelte nella sanità, nell'elisoccorso notturno, le scelte che vanno a dare delle risposte, perché abbiamo delle risorse importanti a disposizione della viabilità regionale, della sua pulizia durante l'inverno. Ma chi sapeva, se non l'avessimo detto, che pulire le strade regionali costa quasi 5 milioni di euro all'anno? Sono meccanismi importanti, perché bisogna avere contezza anche del quotidiano, per andare poi a fare delle valutazioni più complesse.
Ancora, mettere a confronto i numeri vuol dire avere un rapporto tra le entrate correnti e le spese correnti che ci permetta di utilizzare una parte di queste entrate correnti per fare degli investimenti. Io sfido i colleghi Consiglieri a verificare quante Regioni possano vantare un rapporto come il nostro in un contesto di particolare criticità come quello che stiamo vivendo, per avere una sicurezza, da un punto di vista delle risorse di bilancio e della loro programmazione, che ci permetta di poter avere in programmazione delle risorse da investire a partire dal bilancio di previsione.
Un bilancio di previsione che è sotto gli occhi di tutti e sappiamo che si può sempre fare meglio, che si possono trovare dei percorsi più virtuosi. Si cercherà di farlo, con degli atteggiamenti che dovranno essere compatibili con le regole di utilizzo di queste risorse.
Quest'anno, a differenza degli scorsi anni, abbiamo introdotto all'interno del bilancio già degli investimenti, seppure di tenore molto modesto, che possono avviare delle raccolte di esigenze da parte dell'amministrazione regionale, tramite le sue strutture, e da parte delle amministrazioni degli enti locali per le necessità d'investimento sul territorio. Questo ci permetterà di arrivare, nel mese di aprile e di maggio, con delle graduatorie che potranno essere finanziate, e snellire quei tempi tecnici che servono per mettere a regime e impegnare queste stesse risorse, in modo da creare un circolo più fluido, più virtuoso, rispetto a quello che negli ultimi anni ha caratterizzato magari la macchinosità di recuperare delle risorse durante il periodo primaverile, per poi doverle spendere con nove mesi, otto mesi o sette mesi, rispetto ai dodici mesi di una programmazione iniziale; questo è il meccanismo tecnico che caratterizza questo percorso.
Tenevo a fare queste valutazioni e a lasciare poi altre due o tre questioni che faranno parte, come dicevo prima, di un confronto anche sugli emendamenti o sugli ordini del giorno, che potranno essere motivo di confronto, così come lo è stata soprattutto questa giornata.
La giornata di ieri era dedicata alle relazioni, oggi è stata una giornata all'interno della quale ognuno ha voluto e potuto fortunatamente esprimere i propri punti di vista, mettere a fattor comune delle considerazioni, alcune delle quali sono da portare a casa, sulle quali fare dei ragionamenti, meditare per cercare di migliorare il prosieguo di questa amministrazione e per chiudere questo anno con delle iniziative che possano prendere spunto anche da considerazioni che sono uscite all'interno di quest'aula.
Qualcuno l'ha detto: qualche volta gli ordini del giorno o alcune proposte magari non vengono recepite in maniera immediata, ma sono quello stimolo che poi serve per attivare dei percorsi diversi, più virtuosi, o comunque alternativi a quelli che si sono applicati fino a oggi e che possono dare una visione un po' più ampia rispetto a quella che si è sempre portata avanti.
Penso che, al netto di tutto, chi è in quest'aula deve mettersi a disposizione, sia nel recepire, sia nel proporre, e poi trovare comunque una gratificazione se le proprie proposte, se non subito anche dopo, potranno avere uno sviluppo positivo per la comunità.
Presidente - Nel chiudere i lavori di oggi, con la replica del Presidente della Regione, al fine di organizzare la restante parte dei lavori - per la giornata di domani, in particolare - è convocata una Conferenza dei capigruppo. Sarà breve, ma necessaria.
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La seduta termina alle ore 20:03.