Oggetto del Consiglio n. 4173 del 21 novembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4173/XVI - Interpellanza: "Intendimenti circa le procedure da avviare affinché la discarica di Aymavilles-Pompiod diventi una discarica di inerti a gestione pubblica".
Bertin (Presidente) - Punto n. 43. Per l'illustrazione, consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - La discarica di Pompiod è da tempo al centro di un importante dibattito pubblico e amministrativo. Ricordo che è oggetto di due messe in sicurezza e di un processo che ha fatto emergere irregolarità amministrative e gestionali, a partire dagli atti relativi alle concessioni e ai relativi rinnovi.
In un comunicato di Valle Virtuosa di qualche giorno fa, tutte queste criticità sono ben evidenziate e le riporto: il mancato aggiornamento della valutazione di impatto ambientale, nonostante l'aumento dei volumi, i cambiamenti morfologici e l'ampliamento delle tipologie di rifiuto, trasformando di fatto la discarica per inerti in una discarica per rifiuti non pericolosi, il mancato rispetto dei criteri di ammissibilità per rifiuti inerti, il contrasto con il Piano regionale di gestione dei rifiuti, la non conformità ai criteri costruttivi, in particolare riguardo all'ubicazione, alle CER autorizzate e alle deroghe concesse, l'inadeguata distanza dall'abitato e dall'area agricola, in violazione del principio di precauzione, il controllo delle barriere di confinamento e delle polveri, il rischio di instabilità, il monitoraggio inadeguato delle acque sotterranee, i conferimenti non autorizzati accertati dalla Procura quali terre e rocce da scavo contaminate da mercurio, scorie diffusione con antimonio, pietrisco contenente fibre di amianto, scorie non trattate con valori di PH tali da rendere il rifiuto pericoloso, rifiuti da dissabbiamento con idrocarburi pesanti e oli minerali oltre i limiti consentiti.
A questi vanno aggiunti i disagi per la popolazione e l'incompatibilità con gli obiettivi turistici di quella zona, oggetto peraltro di valorizzazione turistica e culturale del territorio, visto che ci troviamo tra il Castello di Aymavilles e i meravigliosi vigneti di Pompiod.
In Commissione ora stiamo discutendo un aggiornamento del volume quarto del Piano regionale dei rifiuti che declassa alcuni fattori di esclusione in fattori di attenzione, in caso di rinnovo, e lo studio commissionato dalla Regione all'ARPA per la riorganizzazione delle discariche di inerti in Valle d'Aosta, redatto proprio dall'ARPA a supporto del percorso teso a individuare possibili soluzioni per la riqualificazione dell'area di Pompiod.
Lo stesso ipotizza che la discarica di Pompiod diventi una discarica di inerti a gestione pubblica, che riceva unicamente rifiuti prodotti nel territorio valdostano, evidenzia che nell'analisi non sono stati considerati gli aspetti relativi agli iter tecnico-amministrativi eventualmente necessari per la loro effettiva disponibilità.
Dichiara che la discarica di Pompiod rappresenta l'opzione approntabile in tempi più brevi e risulta funzionale a garantire la continuità di servizio nel breve periodo.
Visti tutti i fattori ostativi all'insediamento, rinnovo o nuova concessione di qualsiasi tipo di impianto nel sito di Pompiod e della necessità di una definitiva e puntuale realizzazione di opera di bonifica e gestione post operativa, completa di piano di controllo trentennale in puntuale osservazione di tutte le normative nazionali e locali in materia, come più volte evidenziato, fra l'altro, dai vari Comitati che si sono susseguiti anche in questi periodi in audizione, chiediamo al Governo regionale se gli uffici deputati hanno verificato tutti gli aspetti relativi agli iter tecnico-amministrativi necessari per l'effettiva disponibilità della discarica di Pompiod e gli esiti degli stessi, quali siano le procedure che si intendono avviare perché la discarica di Aymavilles-Pompiod diventi una discarica di inerti a gestione pubblica, e sottolineo a gestione pubblica, che riceva unicamente rifiuti prodotti nel territorio valdostano.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Ringrazio innanzitutto la collega per l'iniziativa che ci permette di tornare sull'argomento, l'argomento che abbiamo trattato in un'apposita seduta della terza Commissione consiliare nella quale, ahimè, lei era assente e mi dispiace, perché è proprio in quell'occasione che abbiamo presentato lo studio ARPA dicendo un po' quanto oggi riporterò, quindi è bene riparlarne in modo che anche lei possa essere aggiornata nella sede ufficiale.
Un'analisi che è stata sviluppata nell'ambito di un'azione prevista nel Piano rifiuti.
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti prevede che tale azione sia sviluppata di concerto da CELVA e Regione e per dare concretezza a tale azione è stato appunto chiesto all'ARPA di sviluppare uno studio a supporto delle decisioni che gli enti pubblici, titolari delle discariche, sono chiamati ad assumere per una loro riorganizzazione; in realtà poi gli studi sappiamo bene essere due, una prima fase alla quale ha fatto seguito la seconda.
Ho visto il suo richiamo alla delibera di Giunta regionale 1.224 del 17 ottobre 2022 che è la proposta di intervento di riqualificazione ambientale presentata dal Comune di Aymavilles, ritenuta condivisibile dal gruppo di lavoro; presuppone il riempimento della discarica con un'adeguata - ma seppur ridotta rispetto al profilo autorizzato, quindi ridotta - riprofilazione del terreno nella sua configurazione originale. Ecco che quindi l'utilizzo di materiale inerte, e lì ci fermiamo, perché questa è la grande partita che si sta giocando, può rappresentare sicuramente un elemento di opportunità.
A pagina 15 della fase 2 dello studio ARPA c'è poi un'espressa richiesta del Comune di Aymavilles, che parla di una variazione volumetrica, ovviamente che è intesa come variazione in ribasso, quindi un'ulteriore minor capienza, che è proprio una richiesta che nel confronto in atto è stata posta al tavolo dai due Comuni, Aymavilles e Jovençan, con i quali si è lavorato e si lavora costantemente, e ovviamente l'intenzione è quella di accogliere quanto questi Enti locali, ma anche gli altri, hanno proposto in modo estremamente costruttivo.
Tale soluzione era stata poi proposta dall'Unité des Communes Grand-Paradis quale risposta a evidenti, concrete e immediate esigenze espresse dal proprio territorio, rese ancor più evidenti dal recente evento alluvionale.
Tale indicazione è individuata come una soluzione temporanea, una soluzione transitoria, nelle more dell'approntamento della discarica di Arvier, in una sorta di staffetta, nella quale si ipotizza un arco temporale, relativamente contenuto, per il riempimento e per quel recupero ambientale che tutti noi auspichiamo del sito di Pompiod, appunto, per consentire quella che è una riqualificazione dell'area in tempi relativamente contenuti.
Abbiamo appreso poi di un comunicato stampa di alcune associazioni con delle accuse di una gestione poco trasparente, sicuramente un titolo che ha un certo effetto nell'ambito dello studio ARPA, credo che sia accettabile esprimere del dissenso e confrontarsi, ma rimandiamo con forza al mittente le accuse di poca trasparenza, quindi prendiamo atto dell'approccio, ma qui si lavora a delle soluzioni, perché decidere di non decidere credo sarebbe peggio, però si garantisce assolutamente che non verrà meno quell'azione di confronto, quella ricerca di condivisione, non facile, con le varie associazioni, ma va detto, lo dice spesso anche il collega Aggravi, che la tematica non è esclusiva e riservata a qualcuno, ma è bene che anche altre forze politiche, di cui si apprezza magari un approccio diverso, affrontino la questione.
Uno studio di fase 2, quello di ARPA che, ribadisco, essere uno studio tecnico di supporto alle scelte gestionali che fa seguito, come dicevo, alla prima parte, dove si tracciava una sorta di carta d'identità di tutte le discariche inerti presenti in Valle d'Aosta.
Preso atto di tutto ciò, la fase 2 prosegue un percorso che ha l'obiettivo di dare soluzioni al problema della gestione dell'inerte che coinvolge il territorio, gli Enti locali, ma soprattutto coinvolge anche il mondo imprenditoriale, di cui non ci dobbiamo dimenticare e di tutta la nostra regione, una regione che oggi, questo va ricordato, esporta due terzi dell'inerte che produce fuori regione.
Ho la sensazione quasi che dia fastidio, che il percorso fatto con ARPA possa intravedere delle possibili soluzioni, soluzioni non facili, ma sulle quali ovviamente ci impegneremo per arrivare all'obiettivo.
Il problema quindi va affrontato anche sviluppando in parallelo l'attività del riciclo, l'abbiamo detto e lo ribadiamo con forza, l'utilizzo del materiale derivante, così come fatto durante l'emergenza dell'alluvione del 29 e del 30 giugno, con la ricostruzione della strada regionale di Cogne, con l'inserimento dell'utilizzo di tale materiale nei capitolati d'appalto delle opere pubbliche, così come ci chiede il territorio e ci chiedono anche quelle imprese con le quali stiamo lavorando.
Ricordo infine che la legge regionale sui servizi associati dispone che tale operazione sia gestita operativamente dagli Enti locali in forma associata.
Venendo ai quesiti, sul primo quesito, lo studio ARPA è, per quanto detto in premessa, un'analisi che deve essere innanzitutto fatta propria dagli Enti locali, Enti locali che sono stati protagonisti del confronto, con contributi costruttivi, un approccio pragmatico, un percorso che vuole giungere a soluzioni, obiettivi di un'azione politica portata avanti dall'Amministrazione regionale e da tutti i territori.
A seguito di una condivisione da parte di tutti i 74 Comuni della nostra Regione, può in effetti partire quella che viene definita come fase operativa, relativa all'avvio delle azioni necessarie per la sua attuazione.
Iter tecnico-amministrativi per la sua attuazione dipendono dal modello gestionale, un modello gestionale che CELVA, dopo i confronti con la Regione Autonoma Valle d'Aosta e le sue strutture, riterrà di adottare con la disponibilità di detti uffici regionali a fornire un supporto ed esplicitare quell'azione di coordinamento che è prevista dall'articolo 16 della legge 6/2014.
Per quel che riguarda il secondo quesito, le procedure da avviare perché la discarica di inerti di Aymavilles-Pompiod diventi una discarica a gestione pubblica, sono anch'esse dipendenti dal modello gestionale che il sistema degli Enti locali, come dicevo, dopo il confronto e il lavoro in corso con l'Amministrazione regionale e con le sue strutture, riterrà di adottare. Un sistema gestionale che coinvolgerà anche tutti quei siti che, preso atto delle nuove normative, andranno verso un recupero ambientale, quindi non parliamo di chiusura per gli altri siti, ma di un recupero ambientale, considerata la non sostenibilità tecnico-economica che le due fasi di studio ARPA ci dimostrano; quindi una visione non più solo territoriale, non più del singolo Comune, ma una visione regionale che deve essere portata avanti per garantire una piena sostenibilità e anche delle tariffe interessanti per il mondo imprenditoriale valdostano.
È un obiettivo difficile, è un obiettivo ambizioso, ma è quello di risolvere le criticità passate anche del sito di Pompiod e quello della gestione dell'inerte in Regione.
Come detto, dobbiamo lavorare al fine di essere autonomi nello smaltimento dell'inerte che produciamo, favorire il riuso del materiale di riciclo e mettere in atto tutte le azioni possibili, nell'ambito delle nostre competenze, al fine di evitare conferimenti da fuori Regione e per dare ai territori coinvolti le giuste e doverose garanzie di sicurezza, che sono nel cuore di tutti noi.
Il tutto va portato avanti per gli Enti locali e insieme a loro.
I Sindaci, così come l'esecutivo regionale, governano dei territori che aspettano risposte e anche soluzioni concrete, quindi ben venga un confronto, ma che sia corretto e costruttivo, così come è con le associazioni e con il mondo ambientalista, ma che sia questo un confronto finalizzato al raggiungimento di soluzioni concrete che noi dobbiamo e vogliamo raggiungere.
Presidente - Per la replica, consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Guardi Assessore, come lei ben sa, io non sono un Commissario della terza Commissione, lo è la mia collega che, prontamente, mi ha riportato quanto è stato detto e poi ho il dono di comprendere quando leggo, quindi ho letto sia il verbale che lo studio ARPA, sinceramente il fatto che io per una volta non fossi presente in una Commissione spero mi venga concesso.
In tutto questo, Assessore, manca un pezzo, che io speravo che lei oggi ci dicesse.
Guardate nelle procedure di VIA che ci sono in questo momento in discussione in Valle d'Aosta, troviamo il rinnovo della discarica di Pompiod, e tutto quello che lei ha detto, viene prontamente smentito in quel rinnovo.
I CER diventano 68 e fra questi troviamo anche i fanghi rossi, i rifiuti industriali, troviamo addirittura che la discarica è previsto che venga esaurita in dieci anni, nel rinnovo si prevede che finisca in tre anni.
Allora mi chiedo: vuol dire che forse arriveranno anche i rifiuti da fuori, perché sotto questo punto di vista, chissà, forse potrebbe succedere anche questa, ma poi ho avuto anche il tempo di analizzarlo, perché mi sono chiesta: ma come mai continuano a venire in audizione e non ci dicono di questa procedura di VIA? Ho pensato che non lo sapeste. Allora io mi sono messa anche a studiare quella procedura di VIA.
Le deroghe rimangono, quindi abbiamo atti della Procura che ci dicono che quella autorizzazione, così come è stata fatta, non esiste, le deroghe rimangono.
Come dicevo, rimangono 68 CER, vengono considerati quindi autorizzati tutti i CER che non erano stati autorizzati, perché io ricordo che gli unici CER autorizzati sono gli undici della prima discarica, della prima autorizzazione, chiusa anch'essa e di cui sappiamo benissimo. Ho ricordato che stiamo parlando di due messe in sicurezza e noi cosa facciamo? Premiamo chi, in questi anni, molto probabilmente quella discarica non l'ha gestita al meglio.
Si afferma poi che le autorità competenti hanno escluso la sussistenza di potenziali impatti derivanti dall'impianto e ritengono addirittura superflua ogni ulteriore verifica ambientale. Questo si legge in quel rinnovo.
Poi lascio anche agli altri leggersi con attenzione, perché, come lei potrà immaginare, ci saranno delle osservazioni rispetto a quel rinnovo, però sinceramente io mi chiedo di cosa stiamo parlando. Lo studio dice una cosa, non si tiene conto dei documenti tecnici-amministrativi e, oltretutto, nella procedura di rinnovo, troviamo qualcos'altro.
Mi sembra che ci stiate prendendo in giro, questa è la mia impressione.
Rispetto alla gestione pubblica, non ha risposto, in sostanza. Sinceramente - o poi forse è un limite mio, chiederò e andrò a riascoltarmi -, non mi ha detto di chi diventerà la proprietà di quella discarica, o per lo meno io non l'ho assolutamente capito.
Avremo una nuova audizione in Commissione, ne parleremo di nuovo, quindi chissà che magari qualcuno non si degni di venire in Commissione e di illuminarci anche rispetto a tutte queste tematiche. Invito naturalmente i colleghi che fanno parte della terza Commissione a leggersi con attenzione quella procedura di VIA.