Oggetto del Consiglio n. 4100 del 7 novembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4100/XVI - Interpellanza: "Azioni per prevenire ulteriori futuri contenziosi di docenti alla luce degli orientamenti degli organi giudiziari nazionali e dell'Unione europea".
Bertin (Presidente) - Punto n. 65. Consigliere Sammaritani, per illustrare l'interpellanza. Ne ha facoltà.
Sammaritani ((LEGA VDA) - Si tratta di una questione relativa ai contratti a tempo determinato dei docenti. Nel mese di aprile di quest'anno, 7 docenti, assunti appunto con contratto a tempo determinato, in servizio nelle nostre scuole, hanno ottenuto dal giudice del lavoro di Aosta il diritto al riconoscimento agli scatti di anzianità e, quindi, ai trattamenti retributivi conseguenti.
Nello specifico, la Regione autonoma Valle d'Aosta - pare, almeno, dalle notizie che abbiamo avuto dalla stampa, eccetera - è stata condannata a riconoscere a questi docenti, a titolo di differenze retributive, un importo attorno ai 45.000 euro.
È chiaro che altre cause potrebbero probabilmente arrivare, in ordine a questo tema che, come ricordiamo, è abbastanza analogo a quello dei bonus docenti di qualche tempo fa, che poi fu risolto, oltre che con esborsi di spese legali e risarcimenti, anche con dei provvedimenti appositi che si dovettero poi prendere per porre rimedio a questa problematica che si stava diffondendo.
Ricordiamo anche che la Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia UE per l'uso abusivo di contratti a tempo determinato e condizioni di lavoro discriminatorie nelle scuole.
Secondo la Commissione europea, infatti, la legislazione italiana attua una discriminazione tra gli insegnanti delle scuole pubbliche a tempo determinato e quelli assunti a tempo indeterminato, perché non prevede per i primi una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio. Può essere discutibile anche dal punto di vista del diritto, ma questo è.
Ricordato quindi l'articolo 2, primo comma, lettera a), dello Statuto di autonomia, in base al quale la Regione autonoma Valle d'Aosta, appunto, ha competenza legislativa primaria per quanto concerne lo stato giuridico-economico del personale, interpelliamo il governo per sapere questo: "Se l'amministrazione regionale abbia preso conoscenza del citato provvedimento di deferimento della Corte di giustizia UE" - penso di sì -, "Se siano state fatte delle stime su quali potrebbero essere le conseguenze di ordine patrimoniale per l'amministrazione regionale in conseguenza dei predetti orientamenti degli organi giurisdizionali nazionali e dell'Unione europea" e "Se sia intenzione del governo regionale di prevenire ulteriori futuri contenziosi e, in caso positivo, attraverso quali specifiche azioni".
Presidente - Per la risposta, assessore Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Trattandosi di questioni molto tecniche, di cui lei è sicuramente più pratico di me, mi sono fatto scrivere un contributo da parte degli uffici, che si sono comunque raccordati anche con l'Avvocatura. Io le rispondo non politicamente e poi alla fine faccio una piccolissima divagazione, neanche politica, ma di carattere sindacale, se vuole.
Sì, sono a conoscenza della decisione della Commissione europea che ha deferito l'Italia. Lei mi chiede se l'amministrazione ne è a conoscenza. Sì, la Corte di giustizia europea, affinché si riducano le condizioni per i ricorsi ai contratti a termine, affinché i docenti precari abbiano gli stessi scatti di anzianità degli insegnanti di ruolo... e questo in nome di una piena parificazione dei diritti. Lei ha ricordato, tra l'altro, la questione del bonus docenti, lì siamo riusciti a operare a livello locale attraverso gli strumenti che ci sono concessi, proprio perché crediamo, tra l'altro, nella parificazione dei diritti di persone che fanno le stesse cose.
Aggiungo che, per procedere a una soluzione concreta di questa complessa questione, che da tanto tempo è uno dei maggiori problemi della scuola italiana, - e lo sappiamo -, serve un intervento legislativo nazionale, perché la legislazione italiana, che determina la retribuzione dei docenti a tempo determinato nelle scuole pubbliche, non prevede una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio.
Si ricorda, infatti, che il DPR n. 861/1975, che è la norma di attuazione dello Statuto, prevede che al personale dirigente e docente appartenente ai ruoli della Regione Valle d'Aosta si applicano, per quanto concerne lo stato giuridico e il trattamento economico e di carriera, le norme vigenti per il corrispondente personale degli istituti e delle scuole funzionanti nel restante territorio dello Stato.
Questo lei lo sa, avendo tra l'altro ricoperto per un certo tempo anche il ruolo di Assessore all'Istruzione. Noi siamo vincolati, per quanto concerne lo stato giuridico e il trattamento economico e di carriera, alle norme nazionali e al contratto nazionale.
La domanda due, "Se siano state fatte delle stime e quali potrebbero essere le conseguenze, eccetera": è impossibile, mi dicono gli uffici - ma è tema di cui dibattiamo quotidianamente, perché neanche a me piace vedere, ovviamente, la Regione soccombente rispetto ai ricorsi, così come non mi piace vedere ricorsi seriali, che alla fine portano soldi agli avvocati e questi sono ovviamente soldi pubblici - però le dicevo che è impossibile fare delle stime.
La platea dei potenziali beneficiari è rappresentata dai supplenti che hanno superato i 36 mesi di servizio con contratti a termine, ma non è possibile quantificarne il numero, perché non è preventivabile il numero di coloro che continueranno a lavorare nella scuola, soprattutto perché per il settore scolastico non vi è un piano di fabbisogno predeterminato delle supplenze, in quanto i contratti a tempo determinato vengono definiti sia in fase di adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto, sia a seguito di varie vicende contrattuali dei docenti di ruolo, come part-time, mobilità o altre tipologie di permessi, sia durante tutto l'anno scolastico per coprire malattie, gravidanze, congedi e aspettative.
Anche su questo ci siamo confrontati e vi è un'alea di incertezza rispetto anche solo a una possibilità di fare delle stime che siano minimamente affidabili, proprio perché sono tantissime le ore e le situazioni che annualmente intervengono, sia in fase di ridefinizione degli organici, dopo gli organici di diritto, sia in fase di fruizione dei permessi e di tutte le tipologie contrattuali a cui hanno diritto gli insegnanti.
Lei poi mi chiede "Se sia intenzione del governo di prevenire ulteriori futuri contenziosi e, in caso positivo, attraverso quali specificazioni". Se si potesse, le posso assicurare che nessuno avrebbe voglia di confrontarsi quotidianamente con contenziosi che, peraltro, politicamente portano sempre a delle situazioni politicamente non così positive.
Come le dicevo prima, laddove siamo potuti intervenire - la questione del bonus docenti, per esempio, è una di queste, così come adesso, per esempio, nella definizione del contratto integrativo sui permessi per studio - noi abbiamo cercato di intervenire a livello di contrattazione integrativa.
Come risposta, le leggo ciò che mi hanno scritto gli uffici: "Si segnala che, a partire dall'ultimo concorso PNRR 2023, la logica è stata quella di ridurre progressivamente il precariato, con la previsione di una riserva di posti del 30% per gli insegnanti precari con almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, nei 5 anni precedenti".
È stata fatta una manovra legislativa che a mio parere è stata anche interessante.
Con questa misura prevista nel bando nazionale, la nostra Sovraintendenza ha previsto nel bando regionale del predetto concorso ordinario 2023, di cui al decreto del Presidente della Regione n. 12 del 15 gennaio 2024, di comprendere nelle graduatorie regionali tutti i candidati idonei, e non solo i vincitori, consentendo così, all'atto delle immissioni in ruolo per l'anno scolastico 2024-2025, di scorrere tali graduatorie e assumere più docenti rispetto al numero dei posti originariamente banditi.
Si rammenta, infatti, che ad agosto la Sovrintendenza agli studi ha disposto l'assunzione di 86 nuovi docenti rispetto ai 36 dell'anno scorso.
Come già detto, però, sarà a livello nazionale che occorrerà predisporre le norme necessarie per ridurre l'utilizzo di una successione di contratti a tempo determinato nel settore scuola, quindi attendiamo che a livello nazionale si agisca affinché questo fenomeno, che lei ha segnalato come un fenomeno non positivo, possa in qualche modo arginarsi.
Continuo a garantirle che, siccome sono frequentissimi gli incontri con le organizzazioni sindacali, noi stiamo lavorando per cercare di aggiustare, laddove possibile, le situazioni di precariato e le situazioni che hanno delle ricadute negative su dipendenti che lavorano per il sistema scuola oramai da tempo.
Presidente - Per la replica, consigliere Sammaritani.
Sammaritani (LEGA VDA) - Capisco benissimo, naturalmente, che quella del precariato nella scuola è un po' come la quadratura del cerchio, perché diventa davvero estremamente difficile, per motivi oggettivi a volte, perché il fabbisogno è quasi impossibile da determinare in modo certo, mentre per altro verso abbiamo questo cancro di questo precariato che si protrae a volte per anni, in modo peraltro illegittimo dal punto di vista costituzionale, come diritto delle persone al lavoro e ad avere una certezza lavorativa, appunto.
Questo per la nostra società è un tallone d'Achille davvero pesante. Comprendo, quindi, come ci sia la volontà di risolvere questa questione e che siano questioni che ci cadono anche dall'alto, che non si possono poi gestire in prima persona.
Il precariato c'è da troppi anni, è troppo diffuso, e lo dico da parte di un partito in cui in particolare il senatore Pittoni si è impegnato tantissimo su questo ambito.
Credo comunque che qualcosa si possa fare, anzi, molto. Poi arrivano chiaramente le sentenze in cui ti dicono che il precariato è illegittimo e devi anche prevedere la progressione di carriera, che sembra un po' paradossale, per uno che lavora a tempo determinato, ma in effetti è un problema di una contraddizione in termini che diventa difficile risolvere.
Quello che sarebbe opportuno, forse, ma la butto lì proprio come suggerimento, perché davvero è difficile e comprendo benissimo quale sia la situazione così melmosa in questo settore... lei mi ha detto che avete continui dialoghi con i sindacati, quindi cercare di mantenere un continuo dialogo, certo, non è che siano solo i sindacati che mandano la gente dagli avvocati, ci mancherebbe, io mi trovo in una sorta di vago conflitto d'interessi, perché è vero che tutti noi vogliamo non spendere soldi inutili per cause che sono peraltro ormai scontate, come quelle del bonus docenti, quando ci sono precedenti giurisprudenziali così determinati ormai è inutile, si è quasi costretti a subire delle cause che sai già che perderai, quindi è una cosa davvero paradossale, però forse in quell'ottica sensibilizzare i sindacati, che poi sono gli unici interlocutori... non si può andare a prenderli uno per uno e forse è difficile addirittura individuare i docenti che potrebbero avere queste caratteristiche; sensibilizzare i sindacati, cercare di ottenere almeno una sorta di moratoria nel dire che, nel momento in cui, come già stiamo facendo, mettiamo in atto delle politiche di maggiori assunzioni, speriamo con interventi legislativi nazionali efficaci, probabilmente ci potrà essere modo di conciliare, o quantomeno di prevenire le cause nel senso di dire che, una volta che ci sarà un panorama legislativo e normativo un poco più preciso, a coloro che avranno maturato quei diritti diremo: "Non state a farci una causa, decidiamo quanto vi dobbiamo", che è sempre la soluzione conciliativa migliore quando sai di essere debitore di qualcuno, seppure, come in questo caso, incolpevolmente.