Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4096 del 7 novembre 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 4096/XVI - Interpellanza: "Predisposizione di un regolamento per disciplinare la pubblicazione di comunicazioni sulla bacheca Intranet dei dipendenti della Regione".

Bertin (Presidente) - Punto n. 61. Illustra l'interpellanza il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Come il presidente Testolin ricorderà bene, avevamo già affrontato questo tema qualche seduta fa.

Questo tema era emerso in tutta la sua virulenza nel momento in cui alcuni sindacati, unitamente a numerose sigle politiche, che peraltro penso non siano mai esistite nella storia - credo siano sigle composte da una persona sola, probabilmente - avevano pubblicato un volantino, sulla intranet dedicata ai dipendenti della Regione, contro l'autonomia differenziata. Già questo aveva poi permesso di fare tutta una serie di valutazioni politiche nel merito.

Su questo volantino era stata inserita anche una frase particolarmente discutibile, dove era stato affermato che "Dire no all'autonomia differenziata significava difendere la Costituzione nata dall'antifascismo come lotta e come valore che i fascisti oggi al governo vogliono smantellare".

Se l'autonomia differenziata ci darà anche la possibilità, eventualmente, a fronte dell'apertura di un tavolo, di ampliare anche le possibilità per la nostra Regione, probabilmente, Presidente, sarà un po' fascista anche lei. Se ci sarà la possibilità di modificare anche il nostro Statuto speciale, probabilmente sarà un po' fascista anche lei. Magari dovrà fare attenzione e guardarsi un po' le spalle dai sindacati, però vedremo quello che sarà il percorso - a prescindere, questo è sicuro.

La questione è che lo avevamo trovato di estremo cattivo gusto, tanto è vero che erano uscite una serie di contestazioni e, a fronte di queste contestazioni, i sindacati, uggiolando, avevano poi tolto questo manifesto per sostituirlo con un altro nazionale.

Avevo poi presentato un'interpellanza su questo tema. La cosa curiosa e divertente è che - a fronte della mia richiesta di avere una maggiore sensibilità, una maggiore attenzione rispetto a quello che veniva pubblicato - lei aveva risposto in maniera assolutamente condivisibile, dicendo che avrebbe poi sensibilizzato le strutture, che le strutture avevano già provveduto a sensibilizzare per un più centrato uso della bacheca sindacale.

Immagini lo sconcerto quando vedo che lo stesso sindacato, la firma principale che aveva firmato questo manifesto, fa poi un comunicato stampa contro la mia interpellanza e lo pubblica sulla bacheca sindacale.

Abbiamo chiesto di sensibilizzare per mettere sulla bacheca sindacale soltanto quelle comunicazioni che hanno inerenza sindacale e il sindacato fa un comunicato stampa e, invece di mandarlo ai giornali, lo pubblica sulla bacheca intranet, per rispondere alla mia interpellanza.

La mia interpellanza è tutto tranne che sindacale, ovviamente, ma è un atto ispettivo politico. Qui possiamo assolutamente escludere il fatto che sia centrato.

La cosa più divertente, però, è che da una parte il sindacato fornisce una scusa alla rimozione di questo volantino, dicendo che il comunicato in bacheca ha avuto un "naturale decorso di pubblicazione" e il naturale decorso è che l'hanno pubblicato, si sono resi conto di aver fatto una castroneria e l'hanno cancellato. Quello è stato il naturale decorso, è quindi defunta questa cosa, ma loro dicono che è stato un naturale decorso perché l'hanno organizzato loro, ma richiamano, in merito alla possibilità di pubblicare questi documenti sulla bacheca sindacale, l'articolo 1 della legge n. 300 del 20 maggio 1970, altrimenti conosciuta come Statuto dei lavoratori - tuttora in vigore, ci risulta - che sancisce la libertà di manifestazione del pensiero nel rispetto dei principi costituzionali. Sostanzialmente rivendicano il diritto di pubblicare quello che caspita gli pare.

In realtà, nella citazione di questo articolo dello Statuto dei lavoratori manca un pezzo, perché effettivamente c'è scritto all'articolo 1 che "I lavoratori, senza distinzioni di opinioni politiche, sindacali e fede religiosa, hanno diritto, nei luoghi dove prestano la loro opera, di manifestare liberamente il proprio pensiero nel rispetto dei principi della Costituzione", ma poi c'è un altro pezzettino: "... e delle norme della presente legge". Perché lo Statuto dei lavoratori dispone anche una serie di norme.

Cosa dicono le norme della presente legge sulla facoltà di poter pubblicare qualcosa sulla bacheca sindacale? All'articolo 25 della stessa legge troviamo il diritto di affissione, che dice: "Le rappresentanze sindacali aziendali hanno diritto di affiggere su appositi spazi, che il datore di lavoro ha l'obbligo di predisporre in luoghi accessibili a tutti i lavoratori all'interno dell'unità produttiva, pubblicazioni, testi e comunicati inerenti a materie d'interesse sindacale e del lavoro", non l'universo mondo, lo scibile umano, la lista della spesa, le fotografie della nonna: testi e comunicati inerenti a materie d'interesse sindacale e del lavoro.

Cominciamo con il dire che io non sono un dipendente pubblico né regionale, eppure ho accesso a tutto quello che è stato pubblicato perché i dipendenti regionali - tendenzialmente ce ne sono anche alcuni che non sono di sinistra, o non sono unionisti - sono particolarmente scocciati per la continua pubblicazione di queste cose, quindi giustamente ci danno le giuste informazioni, e c'è da dire che effettivamente possiamo dire di tutto, ma non possiamo dire che un comunicato stampa inviato per rispondere al sottoscritto sia una materia d'interesse sindacale e del lavoro.

La mia è un'iniziativa ispettiva politica, la risposta di un sindacato è assolutamente legittima se trasmessa ai giornali, ma metterla sulla bacheca intranet dei dipendenti... obiettivamente non tratta nessuna materia sindacale del lavoro.

Oltre a questo, però, immaginate l'ulteriore sconcerto quando, sempre gli stessi sindacati - non minimamente toccati dal fatto che forse quello strumento non è quello più adatto per affrontare un certo tipo di temi - pensano di pubblicare questo bel volantino contro il disegno di legge "Sicurezza", per annunciare un bel presidio. In questo volantino compaiono nuovamente le firme, oltre che di alcuni sindacati, anche dell'Associazione nazionale partigiani - va bene, guardo la collega Guichardaz, che è appena passata - del Partito comunista italiano, di Rifondazione comunista, di Valle d'Aosta aperta - riguardo la collega Guichardaz, che ci sfila dietro - e un'altra sigla che è troppo piccola da identificare, ma immagino che sia tendenzialmente più o meno dello stesso alveo. È sempre rosso, ha le scritte rosse e bianche, magari chiederò alla collega di interpretarle.

Io questo lo vedo obiettivamente come un senso d'impunità, anzi, addirittura quasi di sfregio, di dileggio, rispetto alle norme che loro stessi, che i sindacati stessi citano all'interno del loro comunicato stampa, fatto per rispondere al sottoscritto - ripeto: liberissimi di farlo, non mi tange minimamente - che però non rispetta le disposizioni che la legge prevede.

Io credo che qualcuno, forse convinto che quello che viene fatto con certe attività politiche, cioè ammantare di "apoliticizzazione", di "apartiticità", di associazionismo, un'azione politica - perché questo è: un'azione politica - abbia pensato che si possa fare il furbo pubblicando le proprie comunicazioni politiche sulla bacheca dei dipendenti.

Aggiungo ancora un capitolo. Se la bacheca fosse qualcosa che si può consultare in maniera apposita, cioè io entro e non vedo nulla, se non vado appositamente a vedere la bacheca sindacale, non andrebbe comunque bene, ma sarebbe tutto sommato meno grave; ma il problema è che questa bacheca appare proprio quando tu entri nella tua intranet, del dipendente, è la prima cosa che ti appare. Se io voglio andare a vedere qualcosa, inevitabilmente vengo attratto da questo.

Ecco perché con quest'interpellanza, Presidente, le chiedo se sia intenzione predisporre un regolamento per disciplinare la pubblicazione di comunicazioni sulla bacheca intranet dei dipendenti, in ossequio proprio a quello che le ho citato, ovvero l'articolo 25 della legge n. 300 del 20 maggio 1970.

Presidente - Risponde all'interpellanza il Presidente della Regione.

Testolin (UV) - Inizio con una battuta, nel senso che se, a distanza di un mese, gli auspici che avevamo formulato sono caduti invano da tutte e due le parti, non è che ci sia poi stata quella grossa condivisione. Insomma, siamo di nuovo qui a parlarne, è il nostro lavoro e lo facciamo con la correttezza di sempre.

È citato anche nell'interpellanza, ricordo quanto recita l'articolo 25 dello Statuto dei lavoratori: "le rappresentanze sindacali aziendali hanno diritto di affiggere su appositi spazi che il datore di lavoro ha l'obbligo di predisporre in luoghi accessibili a tutti i lavoratori all'interno dell'unità produttiva, pubblicazioni, testi, comunicazioni inerenti a materie d'interesse sindacale e del lavoro"; probabilmente si potrà considerare che sia un eccesso di democrazia, ma ci sono alcune parole significative all'interno di questo dettato, che dicono "diritto di affiggere" e "obbligo di predisporre". La regola è quella.

Come già detto nella scorsa occasione, il datore di lavoro, la Regione nel caso specifico, è obbligato a mettere a disposizione uno spazio, che oggi è diventato virtuale e rilascia credenziali di accesso verificate a chi opera su questo spazio, così come avevamo già detto la volta scorsa. Non è responsabile dei contenuti pubblicati, trattandosi di materiale formato e gestito da soggetti terzi, né può impedire o rimuovere unilateralmente il materiale pubblicato.

Chiede l'interpellanza "Se si intende predisporre un regolamento per disciplinare la pubblicazione delle comunicazioni su questa bacheca". Avendo la certezza che l'interpellanza non intenda "Disciplinare" come un sinonimo di "Censurare", perché non sarebbe possibile, si segnala intanto che un regolamento in questo ambito dovrebbe essere concordato con le stesse organizzazioni sindacali.

In secondo luogo, sono stati esaminati alcuni regolamenti in materia, reperibili in rete, e quello che appare evidente è che sostanzialmente si tratta di dichiarazioni di principio, che riprendono lo Statuto dei lavoratori, i contratti collettivi e gli accordi quadro di lavoro, sottolineando sempre l'aspetto già richiamato, ovvero che la responsabilità dei contenuti è totalmente in capo ai soggetti autorizzati all'inserimento.

Più in generale, la responsabilità non è richiamata in relazione ai contenuti di quanto pubblicato, ma per quanto riguarda l'eventuale violazione del decreto legislativo 82/2005 (cioè il codice dell'amministrazione digitale) e del decreto legislativo 196/2003 (cioè il codice in materia di protezione dei dati personali). Le uniche altre disposizioni significative riguardano poi il divieto di utilizzo della bacheca ai fini personali e la fissazione di termini temporali, in genere tra 60 e 90 giorni, trascorsi i quali i testi devono essere rimossi, se non li rimuovono prima.

Non vi è nessuna disposizione volta a individuare ciò che è di interesse sindacale e del lavoro, posto che sarebbe tutto molto opinabile e questo potrebbe essere ritenuto una limitazione non giustificata al diritto di affissione.

Questi, dunque, sono i parametri entro i quali dovrebbe operare un eventuale regolamento dell'utilizzo della bacheca sindacale del sito intranet della Regione. Chiederò comunque al Dipartimento del Personale di avviare questo ragionamento con le organizzazioni sindacali, pur avendo qualche dubbio che ciò risponda alle attese complessive dell'interpellanza, perché probabilmente non sarà risolutivo di quanto richiesto.

Concludo con due piccole riflessioni. La prima è che è possibile che, grazie a questa interpellanza, la bacheca sindacale della pagina intranet del sito regionale abbia avuto un incremento di consultazione e sicuramente sarà di interesse per le organizzazioni sindacali.

La seconda è che le occasioni di prendere visione di testi e documenti come quello stigmatizzato dall'interpellanza nell'attuale società virtuale sono ormai tante e tali per cui è perlomeno dubbio che l'opinione politica dei dipendenti regionali si formi attraverso la bacheca intranet, alla quale peraltro, come ha sottolineato anche lei, per un semplice fatto statistico accedono anche persone che non condividono quanto sostenuto dal volantino, che hanno una visione opposta a quella che magari il volantino stesso vorrebbe significare.

Presidente - Per la replica, consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Chiaramente voglio prendere la parte positiva della risposta che ci ha fornito, al netto delle considerazioni, che è una riflessione sul tema del diritto alla pubblicazione.

È una parte positiva perché sicuramente con questo si apre una riflessione.

Presidente, lei ha giustamente detto, non so se ironicamente o in maniera più seria, che ovviamente con questo non s'intende censurare l'opinione di nessuno. Questo io vorrei rivendicarlo, come ho già avuto modo di dire in occasione della discussione della mozione delle colleghe di PCP: io sono un attento difensore dell'articolo 21 della nostra Costituzione che, ancor più dello Statuto dei lavoratori, garantisce la libertà di espressione.

Come lei ricorderà, però, e come peraltro alcuni interventi, sempre in quella discussione, hanno ricordato, li ha ricordati anche il collega Perron, quello che purtroppo dobbiamo sempre tenere a mente è quello che si può fare o quello che non si può fare negli spazi pubblici, cioè garantiti da tutti. Nessuno vuole censurare quello che viene pubblicato, da una parte o dall'altra. Io sono certo, Presidente, che se domani un sindacato non di sinistra dovesse pubblicare un manifesto, ad esempio, sul presidio per la vittoria del presidente Trump di ieri, allertando un presidio con tutte le firme, con le firme dei partiti di centrodestra sotto, qualche sindacato di sinistra molto probabilmente qualcosa da dire ce l'avrebbe.

Potrei addurre tutte le motivazioni possibili, ma è evidente che quello sarebbe un esempio classico di comunicazione che con il lavoro non ha nulla a che vedere.

Qui non è in discussione se censurare o non censurare qualcuno, qui è in discussione come utilizzare gli spazi che sono di tutti.

È giusto quello che lei ha detto, cioè che con i social oggi la comunicazione si è moltiplicata e quindi che non ci sia difficoltà ad accedere alle informazioni, questo è verissimo, ma proprio per questo motivo questo rafforza la nostra idea che gli spazi pubblici - parliamo della bacheca sindacale, parliamo di spazi pubblici come per esempio la Cittadella dei giovani, che è stata teatro di alcuni eventi in questi giorni - devono avere un profondo rispetto e una profonda laicità politica al loro interno. Nessuno può utilizzare degli spazi per piegare, da una parte o dall'altra, la propria narrazione.

Ognuno ha i suoi canali, ognuno ha la facoltà e la possibilità di dire quello che ritiene più opportuno, al di fuori dei canali che sono pagati con i soldi di tutti, quindi questa facoltà deve essere garantita, ma deve essere limitata e non deve essere sfruttato, invece, un canale pubblico come quello che è stato sfruttato.

Tutto si può dire ma, ripeto, quello che è stato fatto è una cernita delle comunicazioni sulla materia sindacale che credo possa essere fatta banalmente a partire da un comunicato stampa. Questo è un comunicato stampa che ai lavoratori non interessa, su un'iniziativa ispettiva politica.

È un comunicato stampa che evidentemente non aveva il diritto di essere pubblicato. Ma non mi interessa se è stato pubblicato o meno, anzi, se il sindacato in questione avesse fatto un comunicato stampa e l'avesse mandato ai giornali, io l'avrei esibito come una medaglia. Questo sindacato di estrema sinistra è contro di me? Molto bene, vuol dire che sono nella direzione giusta.

Pubblicare delle cose di questo tipo sulla bacheca sindacale di tutti, però... evidentemente non è materia sindacale, questo va ribadito.

Attenderemo quindi che ci siano gli esiti di questa verifica, di questo approfondimento che lei ci ha annunciato, e ci auguriamo che questo possa essere un modo per superare questo utilizzo distorto degli strumenti, che invece dovrebbero essere messi a disposizione dei lavoratori e dei loro rappresentanti per delle giuste riflessioni rispetto alla materia del lavoro e rispetto alla materia sindacale, che è assolutamente necessaria, utile e soprattutto che supporta i lavoratori che non fanno politica.