Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4045 del 5 novembre 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 4045/XVI - Reiezione della P.L. n. 146: "Interventi a favore delle persone affette da celiachia".

Bertin (Presidente) - Passiamo adesso al punto dell'ordine del giorno seguente, vale a dire il n. 12. La proposta di legge in questione è composta da tre articoli. Il relatore è il consigliere Manfrin, a cui passo la parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Questa proposta di legge prende spunto da alcuni approfondimenti sui prezzi dei prodotti senza glutine e su alcune criticità che abbiamo osservato nella nostra regione.

Come sappiamo, il costo dei prodotti senza glutine è particolarmente elevato in generale, e il fenomeno dei prezzi, evidentemente fin dalla nascita del mercato del senza glutine, è condizionato da vari fattori: investimenti delle industrie di ricerca e sviluppo, linee dedicate e/o procedure specifiche (come procedure di pulizia particolare e controlli specifici), selezione di fornitori in materie garantite senza glutine. Ma soprattutto i numeri del mercato che non consentono economie di scala come per l'industria convenzionale, oltre al canale distributivo che evidenzia differenze anche significative.

Recenti rilevazioni condotte in ambito europeo hanno evidenziato che i prezzi dei prodotti per celiaci non sono più elevati in Italia, ma presentano un generale costo maggiore degli analoghi convenzionali in tutti i Paesi censiti, e questo è un dato di cui dobbiamo tenere ovviamente conto quando parliamo proprio dei prodotti senza glutine.

Ecco perché, proprio per questo motivo, tra gli interventi previsti a sostegno di chi soffre di celiachia, è prevista un'erogazione gratuita degli alimenti sostitutivi per mezzo di buoni somministrati e forniti dal Servizio sanitario nazionale per mezzo delle Regioni.

A questo proposito - e questo è molto interessante -, nasce l'Osservatorio dell'Associazione italiana celiachia sulla qualità della vita delle persone affette da celiachia, che ha la finalità di esplorare e di analizzare il vissuto quotidiano dei celiaci in tutti i suoi aspetti, dagli stili di vita alla compliance, dalla dieta alle dinamiche del mercato dei prodotti senza glutine.

Grazie a quest'Osservatorio, abbiamo potuto lavorare sui dati, in primis sullo studio che era stato effettuato nel 2011, mentre nel 2013 troviamo il primo più approfondito, di cui vi riporto gli esiti che si trovano sul sito dell'Associazione Italiana Celiachia. Cito: "Ai celiaci non conviene fare la spesa in farmacia. É questa la conclusione scientifica che dimostra una sensazione comune a molti celiaci e a chi acquista alimenti senza glutine.

Secondo un'indagine condotta su tredici regioni italiane dall'Osservatorio Associazione italiana celiachia, per l'acquisto di un paniere di dodici prodotti senza glutine, scelti tra quelli più venduti, abitualmente consumati da chi è celiaco, la differenza fra supermercati e farmacie è di circa 20 euro.

Lo scarto di 20 euro è abbastanza rilevante, visto che il paziente celiaco, in alcune regioni, può acquistare prodotti senza glutine solo in farmacia, disponendo di un buono unico di importo compreso tra 99 e 142 euro".

Per la cronaca, riporto che quest'analisi del 2013 considera le cifre che venivano erogate ai tempi, oggi le cifre sono state aggiornate e l'importo varia fra i 56 euro e i 110, quindi molto inferiori rispetto a quello che venivano erogate nel 2013 e quindi la differenza, che ai tempi era di 20 euro, diventa sicuramente rilevante, ma ovviamente non vi preannuncio il finale che tra poco ascolterete.

Questo studio è stato infatti poi affinato nel tempo, il paniere è stato perfezionato proprio per avere dati che possano essere il più possibile precisi e fotografare la situazione in maniera specifica.

Per questo compito, è stato elaborato un paniere che risulta composto di dieci alimenti specificamente formulati per persone intolleranti al glutine.

Queste categorie di prodotti presentano prezzi al consumatore finale più alti degli analoghi convenzionali, e sono quelli che pertanto differenziano il costo della spesa per il celiaco rispetto alla popolazione generale.

Ascoltate bene qual è ovviamente la costituzione di questo paniere: tra i dieci prodotti individuati per comporre il paniere, si trovano due tipologie di pane, rosette e pane a fette, tre tipologie di pasta, due spaghetti, una pasta corta, biscotti per la prima colazione, snack dolci (tipo plumcake o merendina), due mix di farina preparati per pizza surgelata e un primo piatto ready to eat, ovvero pronto da scaldare. Quindi, un paniere che può eventualmente sostentare, diciamo una persona per una settimana e mezza/due.

Ogni singolo prodotto indicato nel paniere è stato rilevato sia nella grande distribuzione organizzata, sia in farmacia, sia nei negozi specializzati, per un totale di 70 prezzi riscontrati nei capoluoghi di regione italiani.

Come già anticipato, inoltre, per quanto riguarda la grande distribuzione organizzata, sono stati rilevati anche i prezzi dei prodotti con glutine comparabili per tipologie e grammatura con quelli presenti nel paniere senza glutine e, in contemporanea, sia per i prodotti senza glutine, sia per quelli convenzionali, sono stati rilevati i prezzi dei prodotti corrispondenti per tipologia e grammatura meno costosi presenti sullo scaffale.

Teniamo a mente quelli meno costosi: secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio, la grande distribuzione organizzata si conferma la più conveniente. Farmacie e negozi specializzati sono invece i più cari.

Come già rilevato nei precedenti panieri, il negozio specializzato si conferma il canale distributivo più costoso.

A livello nazionale, il costo per acquistare i prodotti inseriti nel paniere (che, ricordo, serve per soddisfare le esigenze di una persona per una settimana/due) è di 51 euro per il negozio specializzato (questa è una media, c'è un massimo di 56 e un minimo di 46, ricordiamo sempre che il buono si aggira fra i 56 euro e i 110), 48 euro in farmacia, (massimo 57, quindi addirittura superiore al negozio specializzato), minimo 39, e 37 per la grande distribuzione organizzata (massimo 41, minimo 32).

C'è da dire, tra l'altro, che si trovano delle tabelle interessanti, sempre sul sito dell'Associazione italiana celiachia che spiegano come nella nostra regione l'Osservatorio rilevi il prezzo più basso, sia nella nostra che in quella del Piemonte, quindi siamo intorno ai 32 euro come costo medio, il che significa che 32 euro è il costo più basso del costo applicabile alla nostra regione.

A fronte di queste forbici, possiamo quindi dire che il valore del buono che viene concesso, che al netto dei bambini varia in un range, come abbiamo detto fra 56 e 110, è pesantemente minacciato dal sovrapprezzo che un acquisto vincolato impone, e che questo acquisto sia vincolato con le regole odierne lo dicono le risultanze delle iniziative ispettive presentate, quelle che abbiamo presentato a più riprese in quest'Aula, che evidenziano come nella nostra regione gli esercizi convenzionati diversi dalle farmacie in Valle d'Aosta, ad oggi sono solo due: uno ad Aosta e un altro a Donnas.

Sempre nel corso della risposta fornita in occasione della discussione dell'oggetto del Consiglio n. 2683 del 25 luglio 2023, l'assessore Marzi poneva in evidenza che il basso interesse per gli operatori a erogare alimenti per celiaci in regime di servizio sanitario è verosimilmente ascrivibile a due fattori: il primo alle contenute dimensioni del mercato di riferimento; il secondo alle necessità di doversi conformare a un modello di gestione ormai ampiamente digitalizzato che comporta dover asportare delle fustelle dai prodotti. Tale incombenza, che prevede la consegna mensile delle fustelle all'Azienda USL a testimonianza dell'avvenuta fornitura, non sempre incentiva le attività a dedicare spazio alla vendita dei prodotti inseriti nel registro nazionale del Ministero della salute di tale tipologia.

In conclusione, possiamo dire, dati alla mano, che la necessità che abbiamo come Consiglio regionale è quella di assicurare da una parte la possibilità di accedere a prodotti il più conveniente possibili, consentendo a chi ha una minore possibilità di spesa, di massimizzare la resa del buono; dall'altra di consentire la più ampia facoltà di scelta possibile sui prodotti.

È proprio per questa finalità che la proposta di legge 146 trova il suo scopo, poiché, con la sua approvazione, si permette al buono, oggi erogato tramite un complicato sistema di accredito di fustelle, di convenzioni che ha trovato poca disponibilità nei canali della grande distribuzione organizzata, di essere accreditato direttamente sul conto corrente, consentendo all'utilizzatore finale di scegliere dove poterlo consumare al meglio.

Che sia l'attività di vicinato sotto casa, che sia la grande distribuzione, che sia la farmacia o il negozio specializzato, il buono acquista una spendibilità assoluta, potendo essere impiegato, per esempio, anche per i prodotti online o persino fuori dalla nostra regione o all'estero.

La bontà di questa proposta viene peraltro confermata, oltre che dai dati che ictu oculi sono rilevabili, anche da altri due fattori. Da una parte, dal parere espresso dal Consiglio permanente degli Enti locali, che nella seduta del 28 maggio 2024 ha reso parere positivo, confermando che gli Enti locali della Valle d'Aosta ritengono utile la proposta fatta.

In secondo luogo, dalla procedura già adottata dalla Provincia autonoma di Trento fin dal 3 giugno 2011, che consente, come specificato anche sul sito dell'Associazione Italiana Celiachia della provincia, di acquistare i prodotti presenti nel registro nazionale del Ministero della salute in tutta Italia, presso i negozi specializzati, nella grande distribuzione organizzata, nelle farmacie pubbliche e private e anche sui siti di acquisti online.

In caso di soggiorno per motivi di studio all'estero, è possibile acquistare i prodotti dal registro nazionale del Ministero della salute e rimangono valide le stesse modalità.

Anche la Basilicata ha fatto un passo in questa direzione, arrivando ad accreditare il denaro su una carta bancaria prepagata, ottenendo lo stesso effetto della Provincia autonoma di Trento, ovvero quello di aumentare il potere d'acquisto degli utenti e di ampliare la possibilità di scelta degli stessi. Il tutto con evidenti benefici per le persone affette da celiachia.

A fronte di questi benefici, però, stupisce.... Chiedo scusa Presidente, se potessi ottenere del silenzio sarei veramente grato, capisco che interessi a pochi, ma questi pochi hanno diritto di ascoltare.

Presidente - Sì...

Manfrin (LEGA VDA) - Anche la Basilicata ha fatto un passo avanti in questa direzione, arrivando ad accreditare il denaro sulla carta bancaria prepagata, ottenendo lo stesso effetto della Provincia autonoma di Trento, ovvero quello di aumentare il potere d'acquisto degli utenti ed ampliare la possibilità di scelta degli stessi; il tutto con evidenti benefici per le persone affette da celiachia.

A fronte di questi benefici, però, stupisce il parere negativo, senza alcuna motivazione, reso in sede di votazione della proposta di legge della Commissione consiliare competente, ovvero la quinta, in data 23 ottobre 2024.

L'unica motivazione che giustifichi la contrarietà a questa proposta di legge, infatti, proviene dalla seduta della Quinta Commissione consiliare competente, datata 30 luglio 2024, nella quale, a sostegno della contrarietà, grazie a quel documento che ci è stato lasciato, si evidenzia che la Struttura complessa farmacia (che l'Azienda USL) ha pertanto evidenziato un'incompatibilità normativa nella modalità di erogazione dei prodotti senza glutine descritta all'articolo 2 della proposta di legge146.

Eppure, questa argomentazione è fallace nella pratica, poiché la medesima modalità di erogazione è ad oggi in vigore nella Provincia autonoma di Trento, e una differente modalità, ma sempre diversa da quella dei buoni, è in uso nella Regione Basilicata.

Se fosse effettivamente così come descritto, nessuna delle due potrebbe sussistere e invece non c'è stata alcuna impugnativa e nessuna contrarietà da parte del Governo centrale, di cui si richiama il decreto ministeriale 8 giugno 2001, così come modificato dal decreto ministeriale 17 maggio 2016.

Messo di fronte all'evidenza, il funzionario intervenuto, alla riunione della Quinta Commissione, non ha saputo replicare o motivare questa palese incongruenza e si è chiuso in un colpevole silenzio.

Credo che a oggi sia nei fatti, quindi, che questa proposta di legge porta unicamente vantaggi, se adottata, o a costo zero per la pubblica Amministrazione, ma sarebbe particolarmente efficace nel supportare e moltiplicare il buono che oggi le persone con celiachia ricevono.

Presidente - La relazione è stata presentata, apriamo la discussione generale sulla proposta di legge. Chi vuole intervenire in discussione generale, è pregato di prenotarsi. Consigliere Ganis, ne ha facoltà.

Ganis (FI) - In Italia esiste una normativa che tutela i diritti dei celiaci e ne regolamenta l'assistenza sanitaria.

In sintesi, la normativa prevede l'assistenza sanitaria gratuita, quindi l'erogazione di alimenti senza glutine con limiti di spesa, l'esenzione del ticket sanitario e la tutela dei diritti. La legge riconosce una vita normale ai celiaci, garantendo loro l'accesso ai servizi e alle opportunità, come tutti gli altri; tenuto conto che la normativa sulla celiachia è in continua evoluzione, nella nostra Regione il gruppo della Lega ha recentemente presentato una proposta di legge, la n. 146, volta a migliorare la vita delle persone celiache in Valle d'Aosta.

Questa iniziativa mira a semplificare l'accesso ai prodotti senza glutine e a garantire una maggiore libertà di scelta. Ma quali sono i punti chiave della proposta? L'erogazione diretta dei fondi: al posto dei buoni si propone di accreditare direttamente sul conto corrente la somma destinata all'acquisto di alimenti senza glutine. Una maggiore libertà di scelta: questa modalità permetterebbe ai celiaci di acquistare i prodotti di cui hanno bisogno in qualsiasi negozio, non solo nelle farmacie convenzionate.

La semplificazione delle procedure: la procedura per ottenere i fondi sarebbe semplificata, riducendo il carico burocratico per i pazienti e il miglioramento della qualità della vita.

La proposta mira a garantire una maggiore autonomia e flessibilità ai celiaci nella gestione della loro dieta.

Ricordo che questa proposta di legge mette in risalto anche alcune criticità. I costi elevati: i prodotti senza glutine hanno spesso un costo superiore rispetto a quelli tradizionali; l'erogazione diretta ai fondi potrebbe contribuire a ridurre questo onere economico per le famiglie valdostane.

La limitazione nell'acquisto: in molte regioni i celiaci sono vincolati ad acquistare i prodotti solo in determinate farmacie o negozi convenzionati; questa proposta offrirebbe una maggiore libertà di scelta.

Il riconoscimento delle esigenze dei celiaci: questa proposta dimostra un'attenzione crescente verso la necessità di una categoria di pazienti che spesso si sente trascurata.

In conclusione, questa proposta sulla celiachia potrebbe rappresentare un passo avanti importante verso una migliore gestione di questa patologia. Se approvata, potrebbe migliorare la qualità della vita dei celiaci in Valle d'Aosta e fungere da esempio per altre regioni italiane.

Per queste ragioni, quindi, noi come gruppo di Forza Italia, voteremo questa proposta di legge.

Presidente - Vi sono altri interventi in discussione generale colleghi? Non vedo richieste, chiudo pertanto la discussione generale. La discussione generale è chiusa.

Per il Governo, replica l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Cosa prevede la proposta di legge 146? Prevede di assegnare alle persone affette da celiachia una somma annuale, di importo fisso, erogata mensilmente anche sul conto corrente da parte dell'Azienda USL.

La somma parrebbe destinata all'acquisto dei prodotti senza glutine presso qualsiasi rivenditore, negozi specializzati, grande distribuzione organizzata, farmacie pubbliche, private, parafarmacia, nonché sui siti di acquisto online. Non più, quindi, soltanto presso le farmacie, le parafarmacie e gli esercizi commerciali convenzionati.

Cosa prevedono a oggi le norme in vigore? L'articolo 3, comma 2, del decreto ministeriale dell'8 giugno 2001, così come modificato dall'articolo 2 del decreto ministeriale 17 maggio 2016, stabilisce che sia l'Azienda USL a rilasciare alle persone affette da morbo celiaco "buoni o altro documento di credito, anche di tipo magnetico, attraverso i quali è possibile acquistare prodotti privi di glutine a carico del servizio sanitario regionale".

L'articolo 6 del decreto sancisce inoltre che i prodotti privi di glutine debbano essere erogati direttamente dai centri di riferimento presso i quali sono in cura le persone, dai presidi dell'Azienda USL, dalle farmacie convenzionate e da tutti gli altri fornitori autorizzati alla vendita, secondo le direttive all'uopo emanate dalle Regioni stesse.

Il decreto ministeriale, quindi, del 10 agosto 2018 riconosce all'articolo 2, comma 1, quali sono le categorie di alimenti privi di glutine specifici per celiaci che possono essere erogati a carico del servizio sanitario nazionale.

Spetta quindi alla Struttura complessa farmacia dell'Azienda USL verificare l'effettiva ammissibilità e rimborso dei prodotti, rimborso che inoltre è attuabile solo tramite un sistema di gestione informatizzato che è accessibile unicamente a seguito di un convenzionamento.

Il dottor omissis, che ha presenziato alla Commissione richiamata, ha chiaramente esplicitato il passaggio fondamentale rispetto al convenzionamento.

Dove la proposta di legge 146 contrasta quindi con le norme nazionali? La Struttura complessa farmacia dell'Azienda USL, così come ribadito dal responsabile della Struttura semplice farmacia territoriale in occasione dell'audizione in Quinta Commissione del 31 luglio scorso, ha evidenziato un'incompatibilità con le norme nazionali nella modalità di erogazione dei prodotti senza glutine descritta dall'articolo 2 della proposta di legge regionale n. 146 oggi in discussione. Il dottore non ha sicuramente bisogno del mio ringraziamento e del fatto che sia io a dirlo, ma, durante quella sessione, per chiunque fosse presente, non ha assolutamente avuto un atteggiamento remissivo, né di silenzio, anzi, è stato assolutamente propositivo e, nel corso del resto della mia risposta, spiegherò che, semplicemente, ha rappresentato come, a oggi, certi tipi di proposte vorrebbero e rappresenterebbero un tornare indietro anche da un punto di vista amministrativo.

In primo luogo, quindi, la 146 è, di fatto, non compatibile rispetto alle norme nazionali perché prevede il versamento dell'importo spettante direttamente sul conto corrente dell'assistito. La proposta di legge, infatti, non rispetta le modalità che il decreto ministeriale detta per l'utilizzo di un buono o altro documento di credito.

In secondo luogo, perché la possibilità che la proposta di legge introdurrebbe di spendere il buono d'acquisto presso qualsiasi rivenditore, anche su siti online, è in contrasto con le disposizioni nazionali che prevedono che, anche per l'utilizzo di un buono o altro documento di credito, si debba necessariamente passare appunto attraverso un convenzionamento tra gli esercizi commerciali erogatori di alimenti per celiaci e l'Azienda USL, anche per salvaguardare le attività di controllo e di vigilanza sanitaria a cui è tenuta l'Azienda USL stessa.

Inoltre, è opportuno precisare che sempre il decreto ministeriale del 10 agosto 2018 ha individuato i tetti di spesa in seguito a un'articolata istruttoria tecnico-scientifica, stabilendo quindi l'effettivo fabbisogno in relazione all'età, al sesso e sulla base dei prezzi medi di mercato nel canale delle farmacie. Quindi, il passaggio riportato nella relazione illustrativa, che definisce il buono erogato insufficiente a coprire il fabbisogno dei pazienti, non può trovare riscontro favorevole in quanto i tetti di spesa devono essere quelli stabiliti dalla legge stessa.

Nel merito, inoltre, si evidenzia che non risulta, a oggi, essere mai pervenuta alcuna rimostranza in merito all'inadeguatezza dell'entità delle misure economiche elargite, né presso i servizi competenti dell'Azienda USL, né presso l'Assessorato.

Veniamo alle normative che sono state richiamate sia il 31 che nella relazione: l'Azienda USL evidenzia come un modello che preveda un rimborso sulla base di giustificativi cartacei delle spese inizialmente sostenute dagli assistiti sarebbe anacronistico e ingestibile per due ragioni, e questo ha ribadito il tecnico responsabile della Struttura semplice convenuto in Commissione, non in un atteggiamento remissivo, ma propositivo e audente.

L'Azienda USL e l'esercente sarebbero privati della possibilità di controllare a priori la congruità della fornitura, quindi la possibilità garantita dal controllo bloccante oggi presente. L'Azienda USL sarebbe gravata da una mole ingestibile di controlli manuali, considerati:

1) i circa 700 celiaci che accedono mensilmente, anche più, agli esercizi di vendita;

2) le migliaia di referenze presenti nel registro;

3) i tetti diversificati per sesso ed età.

L'impegno quindi dell'Assessorato rispetto a quanto a oggi in corso vede, collaborando con la Struttura complessa della farmacia dell'Azienda USL, la sua disponibilità, a fronte di un interesse concreto e nell'intento di ampliare la rete degli esercizi convenzionali, a digitalizzare ulteriormente l'attuale modello di gestione, rivedendo il ruolo delle fustelle degli alimenti.

L'asportazione delle fustelle dagli alimenti e la consegna all'Azienda USL fungono come deterrente di condotte fraudolente, anche per evitare che un alimento possa venire attribuito a un assistito ignaro utilizzandone il codice fiscale. Gli alimenti privi di fustella, come i farmaci, non possono infatti essere conservati in farmacia.

Per superare la gestione delle fustelle, l'Azienda ha valutato con il fornitore di ricorrere a un codice personale aggiuntivo rispetto al codice fiscale che implica la presenza fisica del cliente per la fornitura.

Tale soluzione implica un onere organizzativo e, probabilmente, anche economico che l'Azienda potrebbe ragionevolmente assumersi a fronte di una concreta prospettiva di allargamento della rete distributiva.

A livello regionale, abbiamo approvato la delibera di Giunta 1360/2018 di adeguamento delle modalità di erogazione degli alimenti senza glutine di cui al DM 2018, con parziale modificazione della delibera di Giunta regionale 1755/2016.

Con tale delibera, abbiamo aggiornato il valore dei contributi mensili, quindi nel 2018, ai soggetti celiaci come, di fatto, consegue rispetto alle indicazioni del DM 2018.

Veniamo a un aspetto, secondo me centrale, di questo dibattito, cioè il tavolo tecnico. Evidenziamo infatti che sul tema celiachia l'Assessorato con l'Azienda USL intrattiene rapporti regolari e costanti con il tavolo tecnico competente in materia, istituito a livello regionale con la delibera 520 del maggio 2023.

Nel tavolo vengono esaminate tutte le questioni poste all'attenzione dei rappresentanti che lo costituiscono e tra gli argomenti di maggior rilievo a oggi, trattati nelle ultime riunioni, vi è anche quello di estendere l'utilizzo dei buoni presso la grande distribuzione, argomento per cui, come detto, stiamo lavorando con l'Azienda USL e che a breve potrà trovare effettiva concretizzazione.

Per tutti questi motivi, che sono fondamentalmente organizzativi, tecnici, di rispetto della normativa, ma soprattutto anche il fatto che a oggi è presente un tavolo interistituzionale, dove di fatto l'Associazione celiachia ha la possibilità di confrontarsi direttamente sia con l'Assessorato che con tutte le strutture pertinenti dell'Azienda USL, la proposta di legge 146 evidenzia una chiarissima sensibilità politica rispetto a questo tema che, nei fatti, è assolutamente accompagnata anche a livello assessorile nei confronti di questo tipo di problematiche, e di fatto, quindi, la proposta di legge 146 ha avuto, da parte dell'Assessorato, espressione negativa.

Manteniamo assolutamente chiaro il fatto che, di fatto, la minoranza, nel caso specifico i proponenti della proposta di legge, avessero evidenziato per l'ennesima volta un tema con un disegno di legge dedicato, ma a tutti gli effetti quanto stiamo facendo si rifà, sia in termini politici che di sensibilità, alle necessità che le persone affette da questo morbo in Valle d'Aosta: devono avere assolutamente risposte e ci deve essere un confronto politico-amministrativo continuativo.

Presidente - Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Assessore, perché ha avuto, secondo me, una straordinaria capacità nella sua replica, quella cioè di riuscire a ridisegnare la cartina politica del nostro Paese. Ovvero, lei ci ha detto, Assessore, che c'è un decreto ministeriale a livello nazionale, che ovviamente abbiamo citato, e che questo decreto ministeriale impone, anzi, impedisce, di poter fare due cose: di poter erogare la somma del buono con un bonifico diretto sul conto corrente del beneficiario (questo secondo lei il decreto ministeriale lo vieta) e che questo deve essere fatto esclusivamente con una convenzione.

Bene, io sono felice e ritengo che sia utile che lei comunichi all'Istituto geografico del nostro Paese che, da questo momento in poi, la Provincia autonoma di Trento e la Regione Basilicata non si trovano più sotto lo stellone d'Italia, perché evidentemente, se così fosse, queste due Regioni non avrebbero avuto modo di potersi dotare di una norma autonoma che consente alla Provincia autonoma di Trento di accreditare direttamente l'ammontare del buono per la celiachia sul conto corrente delle persone e alla Regione Basilicata di poter accreditare su un supporto, su una tessera, una sorta di carta di credito alle persone e queste poi possono spenderlo dove ritengono più opportuno. Quindi sarà opportuno comunicare che c'è stata una modifica dei confini del nostro Paese.

Oppure, in maniera molto più pragmatica, potremmo evidenziare che sicuramente il dottore che lei ha citato sarà stato molto loquace, ma quando io ho formulato a lui questi stessi rilievi dicendo: "Ma come, lei dice che non si può fare perché questa legge contrasta con i decreti ministeriali", io gli ho detto: "Mi scusi dottore, ma lo vede che in questa Regione si fa così, esattamente come chiediamo noi, e in quest'altra Regione si fa cosà? E quindi?", qui il silenzio si è fatto profondo.

Che si sia detto tutta un'altra serie di cose è assolutamente vero, ma, su questo, risposte non ce ne sono state. Com'è possibile? Risposte non ce ne sono.

Questo è possibile perché si può fare, lo hanno fatto altre regioni e attualmente è in vigore. Questo si può fare.

Lei dice, Assessore, che c'è una difficoltà con i controlli, allora le dico cosa avviene in Provincia di Trento: vengono fatti dei controlli campione. Lei dice: "Non si possono fare dei controlli", come non si possono fare?

La Giunta provinciale ha deliberato un sistema dei controlli che sono i consueti, quelli che vengono fatti anche, come ricorderà, per esempio, sul bando affitti o su tante altre erogazioni che avvengono da parte delle politiche sociali, controlli campione su un 10% del totale sulla base degli scontrini, quindi la persona va, compra con il suo bel pagamento il prodotto o i prodotti che gli servono, pagando appunto dal conto corrente, mette sullo scontrino i prodotti che le servono e, a fronte della richiesta, fornisce gli scontrini. Questo è il controllo a campione sul 10%.

È fattibile? È impossibile? Sì, è fattibile, viene fatto, quindi il controllo è possibile ed evidentemente si può fare.

Dice ancora: "Non è possibile fare un controllo perché ci sono ben 700 persone che usufruiscono di questi buoni, come si fanno a controllare 700 persone?".

Sono andato a controllare i dati e la Provincia Autonoma di Trento ha 545 mila abitanti, penso che 545 mila sia superiore a 126 mila e molto probabilmente abbia un numero di persone affette da celiachia superiore alla nostra regione, eppure lo fanno. Sono più bravi loro? Sono molto più efficienti? Magari sì, magari sono molto più efficienti o magari qualcuno non ha voglia di impegnarsi.

Veniamo alle motivazioni, ovviamente al principio che muove questa legge: questo principio è evidente. Lei dice che non c'è stata nessuna segnalazione di inadeguatezza.

Assessore, lei pretende, per esempio, come in alcuni casi che abbiamo evidenziato, che qualcuno faccia una mail al... non so, ufficio pubbliche relazioni della sanità, ufficio pubbliche relazioni della Regione, a lei direttamente, al suo Segretario particolare, a suo cugino, non lo so, con oggetto: "Non mi basta il buono".

Svolgimento, testo: "Può darmi dei soldini in più? Può darmi una maggiore capacità di spesa in più?".

Lei vuole questo? Assessore, io le farò mandare anche le mail, ma è evidente che se questa legge nasce e alcune Regioni si dotano di questa legge, è chiaro che nasce da un bisogno. Il principio è chiaro.

Se i dati... e questi penso lei non me li abbia contestati, almeno questo possiamo dirlo. Se ci sono negozi convenzionati che hanno un costo maggiore rispetto alla grande distribuzione (ma non penso di dire una cosa così incredibile), che alcune tipologie di negozi, negozi specializzati, su alcuni tipi di alimenti hanno un costo superiore rispetto alla grande distribuzione, eppure forniscono gli stessi prodotti o prodotti similari succedanei ma che comunque hanno il marchio del senza glutine, allora è chiaro che se mi conviene di più andare da una parte rispetto ad un'altra, dare la libertà di potersi approvvigionare dove è più conveniente, credo che sia un atto che permette di avere una maggiore capacità di spesa.

Io le ho fatto l'esempio, non c'è bisogno di lamentarsi o di capire o di citare alcuni dati. Il paniere preso in esempio, che è stato fatto da parte dell'Associazione italiana celiachia, è evidente che mette in risalto come il costo medio del paniere, che è abbastanza e sufficiente per una settimana e mezza-due, costa - bene che vada - nei negozi specializzati 50 euro, cioè praticamente tutta la cifra che dovrebbe utilizzare per un mese, ed è evidente che non è sufficiente.

A questo abbiamo aggiungere una cosa, perché su questo ci siamo spesi: se io ho un negozio, un'attività vicino a casa, immaginiamo di essere nelle comunità che non sono situate sul fondovalle ma sono situate in alta montagna, nelle Terre Alte, come dice giustamente il collega Lavy, immaginiamo di avere un negozio sotto casa, un negozio di vicinato che vende gli stessi prodotti, io posso uscire di casa e, senza spendere soldi per la benzina e per spostarmi, e con grandi risparmi di tempo, posso approvvigionarmi direttamente da quel negozio.

No! Prendiamo la persona e la obblighiamo a scendere a valle, nella farmacia convenzionata, per comprare quei prodotti; perché? Perché lo dico io: perché non c'è nessun'altra motivazione.

Allora è evidente che se si mette, dal punto di vista del "nessuno mi ha segnalato che il buono non basta", io le assicuro che il buono non basta, perché ci sono persone che sono residenti in zone della Valle d'Aosta che non sono così comode e così agevoli e con le quali non si possono raggiungere i negozi così facilmente, che sono costrette ad approvvigionarsi ai negozi che costano di più.

Con questa scelta, con l'approvazione di questa legge, gli si dà la libertà di poter scegliere dove approvvigionarsi.

Allora voi volete bloccare la libertà di queste persone, io lo capisco, è una scelta politica, però le dirò una cosa, Assessore, che metti mai che domani dovesse cambiare il Governo, lei è pronto a scommettere che su impulso politico, probabilmente la stessa persona che ci ha detto che non si può fare, sarebbe la prima a dire che si può fare?

Io sono pronto a scommetterlo con lei, Assessore, e che questa persona, probabilmente o in generale la Struttura, abbia avuto ordine di trovare una motivazione per bocciare la proposta perché arriva da quei cattivoni brutti che non governano con noi.

Allora, vede, ad ulteriore conferma del fatto che la proposta è buona, c'è un qualcosa che lei nei suoi interventi più volte, ma non soltanto lei, tutta la Giunta e in particolare il Presidente, ha considerato esiziale, cioè il via libera del Consiglio permanente degli Enti locali. Il CPEL ha espresso parere positivo su questa proposta, e lei invece ritiene che sia opportuno esprimere il parere opposto.

Ne prendiamo atto, Assessore, però delle due l'una: o il parere del CPEL conta sempre, oppure il parere del CPEL non conta mai.

Se lei dice quindi che questa cosa non è fattibile, la cosa è smentita nei fatti; andate a vedere la legge provinciale, se volete vi do anche i riferimenti normativi, la legge provinciale che oggi sviluppa i suoi effetti nella Provincia autonoma di Trento, oggi è funzionante e sviluppa i suoi effetti, quindi si può fare, è molto semplice.

Se invece si vuole pensare a mettere dei paletti, degli ostacoli, se invece si vuole pensare di dire: "Non bisogna approvare le proposte perché potrebbero essere delle buone proposte e magari portano..." non so lei di cosa abbia paura, immagino che con l'avvicinarsi delle elezioni abbia magari timore di poter dare soddisfazione o anche soltanto dire che la proposta dell'opposizione è buona; se questo è il ragionamento, io credo che lei, Assessore, e la sua maggioranza non andrete lontano.

È evidente che le cose che sono state dette non corrispondono a verità, la necessità di garantire una maggiore capacità di spesa c'è e viene confermata, quindi io più di questo non so che dirle.

Noi ovviamente rimaniamo convinti della bontà della nostra proposta ed evidentemente voteremo con convinzione questa legge.

È chiaro che ognuno, quando poi schiaccerà quel pulsante, si prenderà la responsabilità di dire alla comunità, che ovviamente soffre di questo problema, "sappiate che noi sappiamo bene che voi non avete alcun problema, che il buono che vi diamo va benissimo, che va bene che voi dobbiate spostarvi di chilometri per andare a trovare l'attività convenzionata, che non ci sono costi ulteriori perché va benissimo così, quindi per noi si può continuare in questa maniera".

Assessore, se questa è la scelta che lei ha fatto e che lei ha dato mandato di perseguire a tutta la sua maggioranza, le facciamo un grosso in bocca al lupo e rimaniamo convinti della bontà della nostra proposta.

Presidente - Ci sono altri interventi? Altrimenti passiamo... Consigliera Minelli per dichiarazione di voto: ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Devo dire, poi il collega Manfrin se lo ricorderà, che in Commissione, già quando aveva illustrato la prima volta la proposta di legge e poi anche successivamente, avevamo posto dei quesiti, fatto delle domande, sollevato anche alcune perplessità per quello che riguarda per esempio i controlli, che saranno controlli fatti a campione.

Avevamo ascoltato anche con interesse l'esposizione del dottor omissis e fermo restando che alcune perplessità le manteniamo, soprattutto per quello che riguarda la possibilità di effettuare questi controlli, abbiamo però cercato di approfondire un po' di più la tematica e quanto è stato riportato riguardo sia alla situazione nella Provincia di Trento che in Basilicata, effettivamente va nella direzione di dare questa possibilità.

A queste due Regioni, si aggiunge anche la Regione Sardegna che, con una delibera recente, di luglio 2024, ha in pratica dato delle nuove disposizioni, facendo sì che per le persone affette da celiachia sarà possibile - e si andrà a regime dall'inizio del 2025 - utilizzare un buono spendibile in vari esercizi, non soltanto le farmacie e gli esercizi convenzionati, ma anche attraverso la grande distribuzione. Però per fare questo, ciò che hanno previsto è un adattamento dei sistemi informatici degli esercizi commerciali autorizzati e delle farmacie, che renda più facile anche quello che è il controllo. Le stesse persone che faranno questi acquisti dovranno conservare per 12 mesi le pezze giustificative, la documentazione.

Crediamo quindi che, sostanzialmente, sia possibile fare questo e io credo che la proposta di legge dei colleghi, forse, considerato quello che ha detto l'Assessore, cioè che si sta lavorando in quel senso, avrebbe potuto essere, laddove necessario, emendata o si sarebbe anche potuto anche, come è già accaduto in altre situazioni, avere un disegno di legge parallelo e poi arrivare a un testo di legge condiviso.

Con qualche perplessità sulla possibile rendicontazione di tutto quello che è previsto, voteremo comunque questa legge.

Presidente - Assessore Marzi per dichiarazione di voto: ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Noi naturalmente ci asterremo, però è importante, visti i continui richiami che vengono fatti in replica alla popolazione e alla cittadinanza, specificare due cose.

La prima: collega Manfrin, lei può far scrivere tutte le mail che vuole dalle persone affette dal morbo celiaco rispetto agli importi, ma è lei che mischia gli ambiti perché gli importi sono prestabiliti a monte e sono legati al sesso e all'età da un decreto ministeriale; quindi, di conseguenza, indipendentemente dagli importi, l'importo quello resta.

Seconda cosa: a proposito dell'intervento della collega Minelli, che ringrazio, quanto abbiamo evidenziato in Commissione, è legato al fatto che... - io non ho fatto nomi né di altre Province né di Regioni per rispetto di tutti - quanto il referente della struttura semplice dell'USL ha rappresentato non era l'impossibilità, ma ha evidenziato che quello sarebbe un modello anacronistico e ingestibile in termini di controlli perché, per quanto ci riguarda, noi, in questo momento, siamo in grado di controllare a monte non soltanto la corrispondenza con chi necessariamente ha bisogno di quel tipo di cibo, ma anche la qualità del cibo che viene fornito in termini medici e sanitari, e questo è un passo avanti.

Noi quindi non abbiamo detto che altri fanno cose che non si possono fare, abbiamo semplicemente detto che in un modello che deve tendere al meglio, in questo momento ci posizioniamo in una mediana alta.

Abbiamo anche rappresentato che all'interno del tavolo interistituzionale che è stato creato, dove - ripeto - sono principalmente coinvolte le associazioni assieme all'Azienda e all'Assessorato, si è in questo momento in opera per arrivare ad avere un tipo di controllo di questo genere applicabile anche alla grande distribuzione, grande distribuzione che in questo momento ci ha chiesto, in Valle d'Aosta, di potersi adeguare (quindi è lei che ci ha chiesto tempo) per arrivare a dare una soluzione che consentirebbe quest'avanzamento.

In termini politici, io non ho nessun tipo di timore a essere una persona coerente soprattutto nel continuare a rappresentare che non esiste una tirannia politica nei confronti delle aziende e dei tecnici delle aziende tale per cui, un domani, dovesse arrivare qualcun altro, sarebbe nella condizione di poter dire all'Azienda USL e alle sue strutture che cosa fare secondo un'opportunità politica. Quindi, di conseguenza, non lo faccio io e credo non lo farebbe, perché non potrebbe, neanche lei, ma di fatto ciò non esiste e continuare a dire ai cittadini che è possibile fare questo è una maniera per dar loro di fatto delle visioni che non arrivano a risolvere i problemi.

I problemi si risolvono confrontandosi tra indirizzo e gestione, cioè tra quello che si vuole fare e quello che si può fare, nella maniera migliore possibile. È questo, di fatto, che è avvenuto anche in Commissione.

Venendo anche a una sua dichiarazione di voto durante la giornata, uno dei momenti per i quali probabilmente non si arriva in alcuni casi a recepire le proposte di legge della minoranza è proprio perché, di fatto, tendono a non prendere in considerazione la difficoltà tra quello che si vuole fare e quello che si può fare.

Nel momento in cui noi abbiamo chiaramente rappresentato che non si può partire dal presupposto di creare una normativa dedicata a ogni singola patologia, ma che bisogna, per forza di cose, fare i conti con quello che si sta facendo e che si è fatto e che, peraltro, non ho iniziato io a fare. Il numero di tavoli interistituzionali presente presso il Dipartimento sanità e salute della Regione autonoma Valle d'Aosta non è stato istituito dall'assessore Carlo Marzi come una specie di medaglietta che lui si dovrebbe apporre al petto per dimostrare che lavora, ma è una metodologia lavorativa corretta di ascolto nei confronti del territorio, di chi è in difficoltà che esiste da prima di me: continua con me e sopravviverà sicuramente al sottoscritto, ma è la maniera corretta per ascoltare chi è in difficoltà e incrociare l'indirizzo con la gestione, quindi quello che si vuole fare con quello che si può fare.

Dei dispotismi, delle tirannie, per le quali la politica può dire a un tecnico: "Fai così perché te lo dico io" o "Non fare così perché lo propone il collega Manfrin", non esiste, non è corretto che esista e mi auguro che non esisterà mai.

Presidente - Consigliere Manfrin, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Assessore perché, come lei sa, quando si infervora e non legge i fogli, finalmente viene fuori il carattere vero e il suo vero pensiero rispetto a quello che le scrivono direttamente gli uffici da dover dire; quindi possiamo fare anche una verifica di quello che giustamente ci ha detto.

Ci ha detto una cosa importante, ce ne ha dette diverse di cose importanti: ci ha detto che gli importi, e il fatto che qualcuno le scriva per dirle che gli importi non sono sufficienti, non dipende da lei, perché gli importi sono stabiliti a livello nazionale e non sono variabili, e su questo ha perfettamente ragione.

Allora qualcuno ci dovrebbe portare a riflettere su una cosa: se un importo non è variabile, ma non è sufficiente a coprire i bisogni di queste persone, soprattutto delle persone che sono in una condizione di necessità, cosa possiamo fare?

Possiamo garantire che, invece di potersi rifornire dove è più caro, la persona si rifornisca dove costa di meno; in questa maniera si aumenta il potere d'acquisto a parità dei fondi che riceve; a parità di buono, la possibilità di rifornirsi nei negozi in cui costa meno è, nei fatti, aumentare la capacità di spesa di queste famiglie, e come si può fare? Con una proposta che costa zero.

Ed è qui che veniamo alla seconda cosa che ha detto: non si può fare una legge per ogni patologia. Assessore, ringrazio innanzitutto la collega Minelli, che ci ha aggiornato sulla parte della Sardegna di cui non ero a conoscenza, quindi questa è una cosa importante che evidenzia come molte Regioni stiano andando nella direzione di concedere maggior potere d'acquisto alle famiglie, ma se questa norma è a costo zero, c'era bisogno di questa per poter arrivare a questo risultato. Non è che si fa una legge per ogni patologia, questa è una legge che dice: diamo un obbligo alle persone di poter spendere un buono che è limitato in alcuni negozi, che sono quelli che costano di più. Punto. Con questa proposta di legge diamo loro la possibilità di spenderlo dove caspita preferiscono. Dove caspita preferiscono.

Mi sembra una scelta di buon senso. Obiettivamente, chiunque venga messo di fronte a questa scelta: "Ma preferisci spendere il buono dove ti dico io, in pochi negozi dove costa di più, o dove vuoi tu?", io credo che il 90% delle persone, messe di fronte a questa domanda, risponderebbe: "Preferisco spenderlo dove voglio io". Questo penso sia lampante.

Veniamo alla terza cosa che lei ha affermato: lei ha detto che nessuno ha detto che questa legge non si poteva fare. Assessore, ma come non l'ha detto nessuno? Ma l'ha scritto nel parere che ci ha trasmesso; c'è scritto qui, c'è scritto nel parere che ci ha trasmesso: "La Struttura complessa di farmacia dell'Azienda USL ha pertanto evidenziato una incompatibilità normativa nella modalità di erogazione dei prodotti senza glutine descritta all'articolo 2 della proposta di legge regionale 146". Il parere lo avete scritto voi, ce l'avete trasmesso voi, è scritto: verba volant, scripta manent. È scritto, quindi non è che non l'avete detto, l'avete detto e l'avete anche scritto, è qui, quando vuole tutti i membri della Commissione, e penso anche tutti i colleghi, visto che questo è stato messo agli atti e ce l'hanno, lo possono leggere.

Avete scritto che è incompatibile, lo avete scritto voi, eppure nella Provincia di Trento si fa, in Basilicata si fa, in Sardegna si farà, allora avete scritto una cosa falsa, è molto semplice.

Per venire rispetto ai dubbi che ha espresso la collega Minelli, specificamente per la parte dei controlli, avevamo previsto, se lei guarda l'articolo 2 della nostra proposta di legge, che con delibera di Giunta si andasse poi a disciplinare quelli che erano i controlli, quindi è evidente che una serie di aspetti, che sono più minuti rispetto alla parte dei controlli, era delegata poi a una delibera che andava ad applicare - la famosa delibera applicativa - la legge, quindi disciplinava come i controlli sarebbero stati erogati.

Io credo però, senza ombra di dubbio, che abbiamo dimostrato oggi che questa legge è fattibile, che questa legge è a costo zero, che questa legge aumenta il potere d'acquisto di coloro che oggi ricevono i buoni, e che qualcuno sta cercando di difendersi in maniera evidente, perché le motivazioni che sono state fornite, tecnici o non tecnici, si sono dimostrate fallaci e la mancata accettazione di questa proposta di legge è solo politica. Mal gliene incoglierà.

Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, mettiamo pertanto in votazione l'articolo n. 1 della proposta di legge. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin).

L'articolo n. 1 non è approvato

In ragione del fatto che l'articolo n. 1 non è stato approvato, ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento del Consiglio regionale, l'intera proposta di legge si intende respinta, pertanto le votazioni si fermano qui.

Prima di passare alle mozioni, sospendiamo brevemente per arieggiare i locali. I lavori del Consiglio sono sospesi.

La seduta è sospesa dalle ore 17:02 alle ore 17:27.