Oggetto del Consiglio n. 3943 del 19 settembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3943/XVI - Interpellanza: "Posizione della Regione rispetto ad alcuni dossier delicati definiti dall'accordo di collaborazione transfrontaliera tra Valle d'Aosta e il Dipartimento francese Haute Savoie".
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori del Consiglio. Punto n. 44. Si è prenotata la consigliera Minelli a cui passo la parola.
Minelli (PCP) - A fine giugno avevamo appreso da un comunicato dell'Ufficio stampa della Regione che il 3 e il 4 luglio si sarebbero dovuti svolgere due importanti eventi a Courmayeur a Saint-Gervais per la firma di un accordo di collaborazione transfrontaliera tra la Valle d'Aosta e il Département de la Haute Savoie, eventi che poi sono stati annullati, lo sappiamo, a causa dell'alluvione che ha colpito la nostra Regione, ma che ha interessato in parte anche l'Alta Savoia.
Per sottolineare la rilevanza istituzionale di quell'evento, era prevista - e io immagino che in qualche modo l'impostazione sarà poi confermata quando ci sarà la nuova data - la presenza delle massime autorità della Regione Valle d'Aosta e del Département Haute Savoie, nonché di vari Amministratori dei Comuni dei due territori interessati.
Sulla testata on-line "Nos Alpes", avevamo letto, cito la frase: "L'accordo è passato all'esame dei rispettivi organi decisionali ed è stato portato in consultazione alle Amministrazioni centrali". In effetti abbiamo verificato che il mandato al Presidente della Regione a firmare la déclaration pour une collaboration renforcée è stato dato con la deliberazione di Giunta regionale 1319 del 20 novembre 2023. Gli ambiti della collaborazione definiti da questa déclaration sono tanti: il turismo, il cambiamento climatico, i giovani, l'educazione e l'inclusione sociale, la cultura, il patrimonio, lo sviluppo sostenibile, le relazioni istituzionali, la francofonia. Si tratta di temi tutti di grande rilevanza e noi lo diciamo con chiarezza: è bene che ci sia un organismo transfrontaliero strutturato in cui Valle d'Aosta e Alta Savoia ragionino su temi che riguardano entrambi i versanti delle Valli del Monte Bianco e che hanno una forte importanza.
Ci sono però alcuni aspetti critici che vogliamo evidenziare e avremmo potuto farlo anche nei mesi precedenti all'estate se fossimo stati informati della démarche che era in corso.
Il primo rilievo è che dalla citata deliberazione che dà mandato al Presidente della Regione per la firma dell'accordo non emerge nessun coinvolgimento del Consiglio regionale o delle Commissioni consiliari nell'elaborazione del testo dell'accordo, che pure ha una notevole rilevanza istituzionale, tant'è vero che c'è l'intenzione di celebrare la firma di quell'accordo con un apposito evento pubblico.
Il secondo aspetto è che nel testo quei temi sono appena accennati, sono enunciati e non sappiamo - soprattutto è il Consiglio non lo sa - come la Regione Valle d'Aosta nei rapporti con il Département de la Haute Savoie intende gestire dei dossier che sono delicati: la modificazione della politica turistica in conseguenza dei cambiamenti climatici, il miglioramento della qualità dell'aria nelle due vallate, il contrasto all'eccesso di traffico dei TIR, la tempistica dei lavori nel Tunnel del Monte Bianco, lo sviluppo delle ferrovie locali e via di questo passo. Sono tutti degli argomenti su cui sarebbe bene ci fosse la definizione di una linea di comportamento collaborativa con l'Alta Savoia, altrimenti si rischia magari anche di avere degli elementi di contrasto significativi e di non affrontarli.
In terzo luogo l'accordo intercorso che verrà firmato prevede un'ampia collaborazione transfrontaliera su tanti temi rilevanti, ma non abbiamo visto, non c'è, l'individuazione di un tavolo o di una struttura o di un organismo di coordinamento. Si parla di pragmatismo e di un incontro una volta all'anno per fare il punto, però, secondo noi, questo è un po' poco rispetto a tutti i temi e alla pregnanza di quei temi che sono evidenziati. Ci vuole, a nostro avviso, un nucleo, un organismo che coordini, altrimenti si rischia di avere un accordo che rimane senza gambe. È vero che sui singoli progetti ci sono già gli organismi preposti dalla cooperazione transfrontaliera, ma se l'intenzione è quella di puntare, di mirare a un'azione più complessiva, più strategica, allora, secondo noi, manca un pezzo fondamentale, appunto un organismo di coordinamento.
Lo scopo quindi dell'interpello al Governo è di conoscere se ci sono stati e quali sono stati gli atti con cui la Giunta ha coinvolto il Consiglio e le Commissioni nel corso dell'iter di definizione del documento d'intesa fra la Regione e il Département de la Haute Savoie, perché forse a me sono sfuggiti; quali Amministrazioni centrali - e ho riportato quello che ho letto sul giornale che ho citato - italiane e francesi sono state consultate nel corso dell'iter per la definizione dell'accordo; infine, ma è anche la domanda in qualche modo più importante, qual è la posizione che la Regione Valle d'Aosta intende esprimere nelle interlocuzioni con la Savoia rispetto a dossier delicati, quali, come dicevo, la modificazione della politica turistica sul cambiamento climatico, il miglioramento della qualità dell'aria, il contrasto all'eccesso del traffico dei TIR, la tempistica sul Tunnel del Monte Bianco e lo sviluppo delle ferrovie locali.
Presidente - Risponde l'assessore Caveri.
Caveri (UV) - Ogni tanto nei suoi atti ispettivi sembra di sentire Bartali: tutto è sbagliato, tutto è da rifare. Qualunque argomento dello scibile umano che lei tratta nelle sue interpellanze e interrogazioni è una sorta di imbranataggine, di incapacità da parte del Governo regionale di fare le cose. Io sono ammirativo di questo suo atteggiamento.
Ovviamente non siamo ancora riusciti a firmare per la semplice ragione che lei ha evocato: le vicende drammatiche a Cogne e al Breuil-Cervinia, lo stesso presidente dell'Haute Savoie, Martial Saddier, quel giorno, ancora prima che noi interloquissimo con lui, ci ha detto che non sarebbe stato possibile immaginare di firmare in un momento così di emergenza della nostra Valle. Dopodiché ci siamo trovati di fronte la chiusura del Traforo del Monte Bianco, quindi abbiamo rinviato, ma con l'intenzione di fare appena possibile, la firma di questo nostro documento.
Certo che se lei trae le informazioni da cosa ha scritto un giornale on-line, "Nos Alpes", è chiaro che poi le cose sono distorte, perché è sufficiente leggere la delibera che lei stessa ha citato per capire che si tratta di una dichiarazione politica che serve per conoscersi meglio e per sviluppare delle relazioni nei domaines che sono elencati, che sono le competenze del Département. Noi non potremmo immaginare di stipulare qualche cosa con un Département francese che andasse al di là delle materie delle competenze che sono proprie, dove lei parla del Traforo del Monte Bianco, come lei sa, non è una competenza, neppure della Regione Auvergne-Rhône-Alpes, è una competenza, come esattamente in Italia, strettamente nelle mani dei Governi nazionali, perché questo avviene sulla base di accordi binazionali che devono essere trattati, in questo caso da Roma e da Parigi. Io immagino che lei strumentalmente inserisce la questione del Monte Bianco nella speranza che il Département si esprima in qualche maniera, io immagino contro il raddoppio, ma è del tutto evidente che nessuno, lato francese, andrebbe a occuparsi di vicende che non ricadano strettamente nel potere e nelle competenze che vengono assegnati ai Départements. Questo documento che è stato predisposto, questa dichiarazione politica, fa parte di una progettualità e di un ragionamento. Noi abbiamo oggi strumenti vecchi, come la cooperazione transfrontaliera, che risale agli anni Novanta e che ci consente di avere ormai una familiarità sulle progettualità che sono possibili rispetto ai periodi di programmazione e agli obiettivi che vengono fissati dall'Unione europea e naturalmente lo si fa anche in collaborazione con il Département. Esiste poi un livello ulteriormente diverso, che è quello dell'Euroregione Alpmed, che ha avuto mille vicissitudini e mille difficoltà, speriamo di poter nuovamente riaprire questo tavolo che era stato aperto nel 2005 e fa parte di un jack, quindi di una struttura istituzionale ben precisa.
Abbiamo poi la collaborazione, all'interno della Macroregione alpina di cui facciamo parte, assieme alle Regioni francesi, poi c'è la collaborazione con Région Sud, come si chiama oggi Provence-Alpes-Côte d'Azur, e ancora di più con Auvergne-Rhône-Alpes, tra l'altro, c'è stato un passaggio di testimone e oggi il nuovo presidente di Auvergne-Rhône-Alpes si chiama Fabrice Pannekoucke, sindaco di Moûtiers, che è gemellato con Verrès, persona con cui abbiamo dei rapporti di amicizia ormai da molto tempo.
Il ragionamento che è stato fatto è che era necessario andare al di là dei finanziamenti comunitari e nelle politiche, che nel nostro caso sono sicuramente più vaste di quelle di un Département, abbiamo ritenuto utile scrivere questa progettualità, quest'accordo, che ovviamente non è stato sottoposto, perché non ce n'era bisogno, alle autorità nazionali, io sono stato Sottosegretario che si occupava anche di questa materia e della cooperazione transfrontaliera, si presentano al Ministero delle questioni molto più ampie e più articolate.
In questo caso è un accordo di tipo politico e ci apprestiamo a predisporre un documento analogo, in collaborazione con Hervé Gaymard, che è presidente della Savoia, perché riteniamo che questi siano strumenti più piccoli che ci consentono di poter lavorare anche al di là della semplice Cooperazione transfrontaliera e in fondo la Fête des Alpes, che si è svolta pochi giorni fa, è già la dimostrazione di qualche cosa che non rientra in Alcotra, ma in un rapporto che, tra l'altro, nel caso della Savoia, ha anche una base di tipo storico.
Sfugge per quale motivo sarebbe stato necessario un coinvolgimento del Consiglio o delle Commissioni consiliari, non essendo un atto normativo programmatico ma un atto politico, espressione della volontà del Governo regionale, nei rapporti con l'organo esecutivo dell'Alta Savoia visto che, come lei sa, questo documento sarà firmato dal Presidente della Regione e naturalmente dal presidente del Département Saddier.
Tourisme, en particulier face aux changements climatiques, les jeunes, l'éducation, l'inclusion sociale, la culture, le patrimoine, le développement durable, les relations institutionnelles et la francophonie: questi sono i temi che corrispondono grosso modo alle competenze che lei può ritrovare, se va a vedere il sito dell'Alta Savoia, quelli che sono i compiti del Conseil départemental.
Io credo che ci sarà la possibilità, nei mesi a venire di concretizzare, da una parte, come dicevo, le abitudini, le consuetudini e i rapporti oramai stretti che noi abbiamo con i nostri cugini francesi e, dall'altra, ma anche nuove tematiche; questa è un po' l'ambizione che stiamo trasferendo nei rapporti reciproci, anche su materie, che naturalmente sono quelle che ho elencato, che talvolta sfuggono al nuovo periodo di programmazione di Alcotra e che - e questa è la considerazione finale - rientrano invece nel famoso Trattato del Quirinale. Se uno va a scorrere le materie del Trattato del Quirinale, si rende conto di come l'ambizione italo-francese, incarnata dall'ottimo documento, che è stato, tra l'altro, ratificato dai rispettivi Parlamenti, che è il Trattato del Quirinale, potrebbe consentire in un quadro vasto certamente, ma anche in un quadro più ristretto, una serie di collaborazioni: penso a un settore che sicuramente a lei è caro che è quello della scuola, per la prima volta noi abbiamo la consapevolezza che dobbiamo aumentare il gradiente di rapporti con il mondo francese per l'Università, e le Università della Savoia, che sono le più vicine, abbiamo visto che c'è un interesse da parte loro di capire che cos'è questo bilinguismo, quindi un apprentissage reciproco delle lingue.
Credo che il cantiere sia aperto e mi dispiace che lei, in qualche maniera, non abbia colto lo spirito positivo che anima la scelta di fare quest'accordo e che, tra l'altro, rientra anche in una necessità politica, molto politica, che noi avevamo, perché l'impressione, con il presidente Saddier in particolare, è che ci potesse essere da parte sua un certo scetticismo nei confronti della cooperazione transfrontaliera che anima anche questo documento, invece devo dire che i rapporti interpersonali, che sono spesso alla base della politica, consentono oggi di avere un cielo sereno e molte cose da fare insieme.
Presidente - Per la replica, la parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Assessore, comincio subito con il dirle che è un onore per me essere paragonata in qualche maniera a Gino Bartali, che ricordo essere stato insignito con la medaglia d'oro al valor civile, è un giusto fra le Nazioni, tra il settembre 1943 e il giugno 1944 ha contribuito al salvataggio di 800 persone, quindi essere in qualche modo - e ovviamente non per queste questioni ma per altre immagino - paragonata a una persona così importante, è assolutamente onorevole.
Devo poi dirle che evidentemente lei non ha letto bene, come ha fatto prima il suo collega, le premesse dell'interpellanza, o comunque non ha ascoltato quello che io le ho detto e non è la prima volta, perché lei è concentrato su come deve demolire qualche cosa e non ascolta quello che viene detto...
(intervento dell'assessore Caveri fuori microfono)
...sì, lo dico io, certamente, e lo ribadisco. Io le ho detto, nel corso del mio intervento, che si tratta, a mio avviso, di un importante documento, questa déclaration contiene talmente tanti argomenti e di grande significato che quello che io ho lamentato, se vogliamo, è un mancato coinvolgimento del Consiglio, quindi non ho detto assolutamente che tutto, come dice lei, è da rifare ed è tutto sbagliato. No, io ho detto che ci sono delle questioni su cui non siamo stati interpellati e mi fa specie, anche per quello che poi lei ha detto nel suo intervento. Lei ha detto che la déclaration fa parte di una volontà di andare nella direzione di una progettualità e di una collaborazione in qualche modo definiamola minore rispetto ai grandi progetti come Alcotra, ma che ha un suo significato. Rilevo però che ha tenuto un profilo un pochino basso nel definire questo, ha detto: "Non si è deciso di coinvolgere il Consiglio, ci sfugge la necessità di sottoporre questo documento al Consiglio". Non è la prima volta che il Consiglio viene bistrattato su argomenti che forse hanno poi un'importanza ancora più grande, anzi, sicuramente più grande, però dico che c'è una contraddizione tra questo profilo un po' basso che viene tenuto adesso e il fatto che era stata ipotizzata - e immagino che sarà poi riproposta - una cerimonia di alto livello, il 3 e il 4 luglio, in cui era prevista un'ampia e qualificata partecipazione. Spalmavamo la celebrazione di questa cosa addirittura su due giorni, la firma doveva essere posta, sarà posta, in luoghi emblematici, quali il Pavillon allo Skyway e sul colle francese dove si arriva con il Tramway.
Lei dice che ho inserito strumentalmente la questione del Tunnel del Monte Bianco nell'iniziativa; non so che cosa intenda lei in questo caso con "strumentalmente", ma, visto che si parla di collaborazione transfrontaliera e di temi - e li ha rielencati lei - che sono importanti: la collaborazione sulle politiche turistiche in relazione ai cambiamenti climatici, sono tutti quegli elementi di collaborazione, credo che c'entri benissimo anche la questione del Tunnel del Monte Bianco, perché lo sappiamo tutti che è quello l'elemento di raccordo e che ci permette questa collaborazione transfrontaliera da un punto di vista dei collegamenti.
In conclusione però quello che io vorrei dire è questo... e mi dispiace davvero che lei abbia polemizzato in questo senso, quello di cui noi prendiamo atto è che si intende rafforzare la collaborazione con il Département Haute Savoie e su questo diamo un giudizio positivo. Quello che abbiamo criticato è lo strumento, uno strumento che non ci pare così adeguato proprio perché non è nemmeno previsto un organismo che si occupi poi di sostenere tutto quello che avete intenzione di fare ed è chiaro che l'intenzione va bene, ma periodicamente su tutti quei temi che sono enunciati nell'accordo - e che sono temi importanti su cui un coinvolgimento di questo povero Consiglio regionale forse ci starebbe - chiederemo quello che si sta facendo e i passi avanti che si compiono.