Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3884 del 25 luglio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3884/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno a trasmettere alla I Commissione consiliare permanente la bozza di revisione dello Statuto speciale attualmente all'esame del tavolo tecnico istituito dalle Regioni a statuto speciale".

Bertin (Presidente) - Punto n. 63, passiamo ora alle mozioni. Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Questa mozione affronta un tema che, a nostro avviso, è di grande rilevanza istituzionale. Come è noto, nell'ambito del tavolo tecnico istituito dalle Regioni a Statuto speciale e dalle Province autonome, si sta definendo l'articolato di un testo di legge che porterà delle importanti revisioni a cinque Statuti speciali. L'intesa che a suo tempo era intervenuta fra le Regioni speciali ed esponenti del Governo nazionale prevedeva sostanzialmente che, parallelamente al percorso di approvazione della legge statale di applicazione del principio dell'autonomia differenziata che riguarda le Regioni a Statuto ordinario, ci fosse anche un provvedimento sotto forma poi di una legge costituzionale, che riguardasse le Regioni a Statuto speciale per rafforzarle nel loro potere.

Ora il primo dato che dobbiamo osservare è che, mentre la legge sull'autonomia differenziata è stata approvata, e ci sono alcune Regioni con in testa il Veneto che chiedono o si apprestano a farlo, chiedono l'utilizzazione, per quanto riguarda invece le Regioni a Statuto speciale, siamo ancora all'inizio del percorso, che oltretutto è molto complesso, perché, trattandosi di una legge costituzionale, richiede una doppia approvazione sia da parte della Camera, sia da parte del Senato. Comunque anche se il percorso non è credo né semplice, né breve, pensiamo che sia opportuno che si intervenga su alcuni aspetti degli Statuti speciali che ormai hanno quasi 80 anni e devono essere aggiornati rispetto a vari cambiamenti che nel tempo sono intervenuti. È positivo quindi, a nostro avviso, che ci sia un tavolo tecnico a cui partecipa la professoressa Randazzo su incarico della Giunta regionale della Valle d'Aosta, che appunto ha dato quest'incarico con delibera 288/2024. C'è però un problema politico e anche istituzionale molto rilevante e sta nel fatto che il Consiglio regionale e le Commissioni non sono adeguatamente coinvolti in quest'importante lavoro che si sta facendo per individuare proposte di cambiamento dello Statuto. A ottobre dello scorso anno i Presidenti delle speciali hanno consegnato alla Presidente del Consiglio una bozza di legge costituzionale in cui c'è anche un intero articolo dedicato alla Valle d'Aosta, l'articolo 2, ma questo è avvenuto senza che il Consiglio regionale ne sapesse nulla e ricordo che su questo si era anche intervenuti. Poi il lavoro è proseguito al tavolo tecnico e lo scorso 15 maggio, nel corso di un'audizione in I Commissione, il presidente Testolin ha accennato ad alcuni degli articoli dello Statuto su cui si intende intervenire, ma ha affermato che non c'è ancora un testo definito e quindi la bozza di articolato non può essere messa a disposizione dei Consiglieri regionali. Ora noi osserviamo che non si può aspettare il testo definitivo per discutere in Consiglio regionale e nelle Commissioni, perché, una volta che questo testo è pronto ed è concordato fra le cinque Regioni a Statuto speciale, la discussione è stanzialmente finita, non si tocca più nulla o quasi, perché appunto è il frutto già di un lavoro effettuato con le altre Regioni. Secondo noi, è nella fase preparatoria che il Consiglio regionale deve far sentire la sua voce; oltretutto, questo tavolo che sta lavorando alla proposta non ha un tempo indefinito per farlo, perché nella delibera che abbiamo visto di incarico alla professoressa Randazzo si fa riferimento a fine giugno 2024 per la produzione del testo. Ora io credo che quella scadenza non sia stata rispettata ma sicuramente immaginiamo che le cose saranno a buon punto e il Consiglio regionale della Valle d'Aosta in realtà non sappia niente di più di quello che ha saputo a maggio. L'unica bozza che abbiamo potuto vedere è quella relativa all'autunno del 2023 e rilevo che è passato quasi un anno, più di nove mesi, e vorremmo capire anche a che punto siamo.

Anche in assenza di un testo aggiornato del disegno di legge costituzionale, sarebbe opportuno disporre di una nota, di una bozza del disegno di legge, oppure anche più semplicemente di una nota circa quegli articoli dello Statuto speciale della Valle d'Aosta su cui si sta ragionando e le relative modifiche sulla cui opportunità o meno si stanno facendo delle valutazioni. Capire quindi chi ha scelto gli argomenti che sono da inserire nella revisione, quali sono i motivi per cui si pensa che sia più opportuno portare avanti una cosa piuttosto che un'altra. Nel Consiglio di quindici giorni fa, con un'interpellanza sullo Statuto e le concessioni idroelettriche, io ho fatto l'esempio di uno di quei temi che non c'erano nella bozza di ottobre 23 e che, a nostro avviso, invece avrebbe dovuto e dovrebbe rientrare, ma questo è solo un esempio, ce ne sono ovviamente anche altri.

In conclusione quello che chiediamo con questa mozione e che riteniamo opportuno è che il Consiglio impegni la Giunta regionale a richiedere alla professoressa Randazzo, nostra rappresentante in quel tavolo che ho citato, per l'elaborazione delle revisioni statutarie, o una bozza del disegno di legge aggiornata allo stato attuale o semplicemente, in alternativa, anche una nota con l'indicazione degli articoli su cui si sta lavorando, le ipotesi di formulazione per le modifiche che il tavolo tecnico sta guardando; in secondo luogo a trasmettere questa nota alla I Commissione consiliare affinché possa avanzare le sue valutazioni ed esprimere degli indirizzi, far sentire la sua voce.

Presidente - La discussione generale è aperta. Ci sono richieste di intervento? Non ve ne sono, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, replica il Presidente della Regione.

Testolin (UV) - La ricostruzione sviluppata dalla collega Minelli è sostanzialmente corretta, difetta solo di un passaggio all'interno di quello che è stato il confronto che abbiamo avuto all'interno della Commissione consiliare nel mese di maggio, dove fondamentalmente sono stati esplicitati due concetti. Uno, che è quello dove si è espresso il lavoro sviluppato e svolto da questo tavolo tecnico-politico, che ha visto confrontarsi le cinque speciali con il Ministero preposto per la valutazione inerente il cambiamento degli Statuti e che esplicitava chiaramente che il lavoro era stato scisso in due parti: una prima parte comune a tutti gli Statuti e sulla quale si sta lavorando per concepire un punto di caduta e con tre principi fondamentalmente inseriti all'interno dello stesso: la valutazione sul principio dell'intesa, l'esclusività da parte regionale di certe materie, che sono già per certi versi individuate sul principio di esclusività da parte delle Regioni, e un terzo aspetto di aggiustamenti tecnici, che sono sostanzialmente conseguenti a una modifica generale delle tematiche relative ai vari Statuti e che nel tempo si sono accavallate e quindi richiedono una messa a giorno di alcuni articoli. Mentre è demandata a una seconda fase quella che è, se vogliamo, la parte più specifica di ogni Regione che dovrà vedere un contraddittorio vis à vis per l'assegnazione di ulteriori attribuzioni. La prima fase è ancora oggetto di confronto per tanti motivi, che sono un po' tecnici e un po' politici, di cui vi ho fatto anche partecipi in quell'audizione e che devono trovare una chiusura, a questo punto politica, che permetta di sdoganare il testo definitivo e di portarlo, ognuno per quello che è di propria competenza, ai propri Consigli, cosa che avverrà appena ci sarà una quadratura del cerchio assieme al Ministero competente.

Ad oggi, così come era già stato evidenziato nel mese di maggio, questo tipo di richiesta non è accoglibile, anche perché è stato concordato di manifestare il lavoro della Commissione in maniera unanime a tutti i Consigli nel momento in cui si fosse trovata una convergenza con il Ministero. Questo è il lavoro che stiamo ancora continuando a fare, fiduciosi che questa collaborazione possa portare i propri frutti per poi presentarli al Consiglio, che ovviamente sarà sovrano in merito a questa prima fase, così come lo sarà nella seconda fase, ma che è ancora tutta da costruire. Per questo motivo quindi chiediamo il ritiro della mozione, altrimenti la maggioranza si asterrà.

Presidente - Vi sono altri interventi? Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Lei dice: "Le premesse sono corrette, manca un passaggio che è quello relativo alla distinzione del lavoro in due parti" e, riguardo alla prima parte, afferma che è stato concordato dalle varie Regioni che si sarebbe portato poi un testo definitivo, semi-definitivo, non lo so, ai Consigli regionali tutti e poi dice: "Per quanto riguarda la seconda parte, in pratica il lavoro deve ancora iniziare". Io trovo un po' strano che non si discuta in Consiglio regionale e nella Commissione che è deputata, cioè la I Commissione, di revisione dello Statuto speciale, perché sicuramente questo tavolo ha un'autorevole rappresentante nominata dalla Regione a cui però io immagino che verranno dati comunque degli indirizzi, verranno date delle suggestioni, anche soltanto, nel rispetto della sua competenza e delle sue capacità. Ricordo però una cosa che forse ogni tanto, a mio avviso, qui si dimentica un pochino. La Giunta, che interloquisce spero con la professoressa Randazzo, è un organo esecutivo, ma l'organo legislativo, che deve dare degli indirizzi, secondo me ancora di più quando si parla di revisione dello Statuto speciale, è il Consiglio regionale e questo Consiglio regionale, al di là di quell'audizione del 16 maggio in cui si è stati informati che si lavorava in due fasi e poco più, non ha fatto nulla, non ha avuto la possibilità di fare nessuna osservazione, nessuna proposta. Credo che sarebbe corretto che anche sulla parte che dovrebbe essere concordata da cinque Regioni a Statuto speciale ci fosse la possibilità perlomeno di esprimersi, non di dare una valutazione definitiva che arriverà nel momento in cui, con la sovranità del Consiglio, si approverà o non si approverà una cosa, perché lì sarà ormai il lavoro praticamente finito. Io credo che, a livello di Commissione consiliare, una discussione, un aggiornamento, una possibilità di comprendere su che cosa si sta lavorando debba essere fatta, perché altrimenti si svuota, secondo me, il Consiglio di un suo ruolo specifico, di una sua prerogativa, perché qui stiamo parlando dello Statuto della Regione e non è una materia come un'altra, credo sia una cosa fondamentale. Perché poi che cosa succede? Che il Consiglio, l'Assemblea, la massima Assise valdostana viene poi tirata in ballo soltanto quando si tratta di ratificare l'esito di un lavoro su cui nella lunga fase preparatoria non ha potuto dire nulla.

Secondo me non ha senso; sicuramente per la seconda parte che dovrà essere messa in piedi mi auguro che si utilizzerà una modalità diversa, ma non ha senso neanche per la prima parte; poi che sia stato concordato di portarlo ai Consigli il testo definitivo va bene, però le indicazioni, almeno in maniera informale... non lo so, può esserci un gruppo di lavoro se si ritiene che non debba essere istituzionalizzato il lavoro e incardinato in I Commissione, però uno strumento in questo senso, a mio avviso, deve essere previsto, perché siamo di fronte a un'occasione che è quella dell'aggiornamento dello Statuto dopo una serie di anni. Allora io credo che una cosa del genere dovrebbe essere fatta con la partecipazione di tutti, mi sembrerebbe una cosa assolutamente normale mettere sul piatto quelli che si ritengono essere gli aspetti, le caratteristiche da modificare, su cui semplicemente anche fare un confronto e ragionare e vedendo poi - e questo è il lavoro ovviamente che deve fare chi partecipa al tavolo - che cosa si può ottenere e che cosa no, perché sappiamo benissimo che è un lavoro di grande mediazione. Dal nostro punto di vista, però questo tipo di dossier non può essere gestito soltanto dall'organo esecutivo, deve essere gestito dal Consiglio.

Devo dire che magari poi ci saranno altri interventi, ma mi stupisce un po' che su un tema come questo non ci sia stato fino qui del dibattito, non ci siano stati degli interventi. Io penso veramente che anche l'impegno che è scritto nella mozione può essere emendabile, nel senso che se si vuole distinguere tra le due fasi di lavoro, non lo so, però prevedere che ci sia un coinvolgimento di quest'Assemblea - io ho indicato la I Commissione perché è quella che si occupa di queste materie, ma si può pensare a un organismo intermedio - mi pare che sia assolutamente corretto e sensato, perché poi quello che succederà è che nel momento in cui... doveva essere giugno la scadenza dell'incarico alla professoressa, sarà prorogato, si andrà un po' più avanti, in autunno noi ci ritroveremo con un testo che ci verrà sottoposto, però io credo che a quel punto sarà veramente difficile se già c'è stato un accordo fra le cinque Regioni speciali andare a intervenire e fare delle modifiche. Da un punto di vista anche soltanto operativo, di modalità di lavoro, al di là del fatto che ritengo che sia competenza del Consiglio una revisione dello Statuto anche nell'iter, ma, al di là di questo, io credo che abbia più senso lavorare nella fase preparatoria, non dire qualcosa alla fine, quando probabilmente servirà a poco, non servirà a nulla questo no, però a poco. Trovo anche un po' strano che ci sia questa posizione, perché ancora una volta non c'è una volontà di fare della polemica, ma di dire che un po' tutti avremmo il desiderio o la necessità, mettiamola come vogliamo, di confrontarci su un tema che, secondo noi, è veramente molto importante.

Presidente - La parola al consigliere Marquis.

Marquis (FI) - Anche noi facciamo due considerazioni come gruppo in dichiarazione di voto. È un'iniziativa che, di fatto, è stata ben rappresentata dalla collega proponente, abbiamo ascoltato la risposta del Presidente della Regione, abbiamo avuto modo di partecipare all'audizione del 16 maggio dove sono state date alcune indicazioni di quello che era lo stato dei fatti e di quelle che potevano essere le volontà di perseguimento di aggiornamento dello Statuto secondo le nostre peculiarità e non per ciò che concerne la parte comune alle cinque Regioni speciali.

Per quanto concerne l'impegnativa, posso capire magari da una parte che non c'è la possibilità di avere un testo del disegno di legge definitivo complessivo, e su questo ci rimettiamo alla volontà del Governo regionale, però, per quanto riguarda la seconda parte, l'alternativa, che è quella che viene proposta dalla collega, dove si dice di fornire una nota, con le indicazioni che sono state in qualche modo rappresentate a livello indicativo in Commissione, da parte della dottoressa Randazzo, oppure una semplice audizione in Commissione, crediamo che sia una cosa più che ragionevole su un argomento di questa portata, un argomento che è fortemente politico, ancorché poi la sua attuazione sia un'attuazione tecnica. Di fatto però la tecnica traduce delle ispirazioni di carattere politico sulle quali riteniamo che un coinvolgimento del Consiglio regionale, attraverso le sue articolazioni, anche se è solo una Commissione, potrebbe essere una cosa positiva, perché diversamente, quando arriverà in aula, si tratterà solo più di una presa d'atto di quello che sarà stato fatto e diventerà difficile anche intervenire se ci volessero essere dei contributi da parte dei vari gruppi politici.

Pertanto, il nostro voto, per queste ragioni, sarà favorevole a quest'iniziativa perché riteniamo che un piccolo coinvolgimento della Commissione o in modo diretto attraverso un'audizione, o attraverso la trasmissione di una nota da parte della dottoressa Randazzo sia una cosa positiva e utile alla politica per poter contribuire tutti con una finalità costruttiva all'aggiornamento del nostro Statuto.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - Per esprimere la posizione del voto del gruppo Rassemblement Valdôtain. Io non vorrei farla troppo complicata, ho ascoltato sia la presentazione che la replica della collega Minelli, sia la posizione del Presidente del Governo. Sinceramente anche sull'impegnativa, leggendola, mi sono già posto dei dubbi, nel senso che mi trovo che la Giunta regionale dovrebbe chiedere alla professoressa Randazzo una bozza del DDL e poi, giustamente, si è detto, e l'ha detto anche il collega che mi ha preceduto, qual è di fatto il principio, il fil rouge, che almeno, secondo il sottoscritto, dovrebbe essere esplicitato... Voteremo questa mozione anche se l'impegnativa, ripeto, non è propriamente convincente, ma il principio di fondo lo è.

Sicuramente al tavolo tecnico i tecnici stanno facendo un lavoro che però nasce da delle indicazioni politiche, o comunque dagli indirizzi politici. Io penso che se questi indirizzi, senza neanche il coinvolgimento della parte tecnica, ma almeno comprendere da dove sono nati e quali sono e possono essere rappresentati in Commissione, al di là del voto di questa mozione e faccio anche appello al Presidente della I Commissione e allo stesso presidente Testolin per poter almeno comprendere quali sono gli indirizzi, perché quello che noi ad oggi abbiamo sul tavolo, o comunque è stato oggetto di discussione è quel testo che è stato presentato al Festival delle Regioni. Dico questo perché, al di là di tutto, giustamente poi alla fine il Consiglio regionale qualcosa dovrà dire su questo testo e su altre espressioni. Sinceramente, ripeto, senza complicare troppo il percorso, il principio penso che sia più che condivisibile e forse in I Commissione almeno un'esposizione per comprendere quali indirizzi sono stati dati può essere utile.

Poi giustamente Governo e Consiglio, come controparte tecnica e controparte politica, hanno e fanno il loro dovere, però che ci piaccia o no non è che la posizione o il lavoro dei tecnici nasce sostanzialmente dallo Spirito santo, ma per forza nasce da un'indicazione politica se questa è stata data, al netto di alcune modifiche che sono forse più tecniche che politiche, in particolare per quello che riguarda - è stato detto anche nel corso del Consiglio di ieri - i meccanismi di applicazione e di messa a terra delle varie misure o delle varie previsioni di delega dello Statuto speciale.

Per quanto ci riguarda, ripeto, è più un voto a favore del principio che, se vogliamo, dell'impegnativa tout court, perché sinceramente pensiamo che già solo almeno poter comprendere quali sono stati gli indirizzi politici dati alla controparte tecnica può essere qualcosa di molto utile, soprattutto per i prossimi passi che potranno essere condotti.

Presidente - Altri? Altrimenti mettiamo in votazione. Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Solo per ribadire, sulla scorta anche delle osservazioni dei colleghi, i principi fondamentali di questa prima fase di contrattazione con lo Stato e con il Ministro degli affari regionali, che fa da interlocutore prioritario, e non potrebbe che essere così. Il principio dell'intesa è un principio che è stato ribadito maintes fois praticamente all'inizio di ogni legislatura, è uno di quei principi che andrebbe a tutelare e a sancire una pari dignità nella modifica statutaria, quindi penso che su questo non ci siano delle questioni da ribadire in maniera più approfondita. Il resto è il principio dell'esclusività che deve venire espresso a chiare lettere all'interno della rivisitazione delle parti comuni dello Statuto e gli altri sono, come è già stato esplicitato in maniera un po' più tecnica per quanto di mia capacità all'interno del momento di confronto in Commissione nel mese di maggio. Questa prima fase deve trovare un punto di caduta che è assolutamente importante per noi per il prosieguo di quella che sarà l'attività di affinamento e di implementazione delle nostre caratteristiche.

Penso che, alla luce di questo, la rappresentazione che è stata data a suo tempo non ha delle integrazioni da portarsi, perché è frutto di un lavoro continuato su queste tre tematiche che deve trovare la sua chiusura naturale da un punto di vista politico, non soltanto di questa Regione, ma un po' più ampio e che può però portarci a un punto di arrivo che stiamo inseguendo da svariati lustri.

Presidente - Altri? Se non vi sono altri interventi... ha chiesto la parola la consigliera Minelli per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - In dichiarazione di voto perché ovviamente portiamo la mozione al voto e non la ritiriamo. Io ho detto nel mio secondo intervento che la mozione poteva essere emendata soprattutto se la sua formulazione nella parte dell'impegno fosse stata poco precisa, accolgo i rilievi del collega Aggravi, però effettivamente quella che è stata ben rappresentata è la questione del principio e quel principio, secondo me, deve essere ribadito in questa sede, deve farlo il Consiglio. Ora il Presidente ci ricorda che i principi fondamentali su cui ci si è concentrati e che si sono ribaditi a quel tavolo anche con il Ministro per gli affari regionali sono quello dell'intesa, quello dell'esclusività e poi c'è tutta la parte tecnica. Questo ovviamente era stato già detto, e lo ha ricordato il Presidente anche in altre risposte che sono state date sia nel Consiglio scorso e poi anche mi pare in questo.

La cosa che mi stupisce un pochino è la chiosa finale, cioè che, alla luce di quanto detto, non ci sono in questo momento delle integrazioni da portare. La sua audizione era stata a maggio 2024 e si era discusso di una situazione e anche di un testo che era stato consegnato a ottobre, quindi con quei principi già concordati. Ora che non ci sia stata un'evoluzione e che tutto sia rimasto tel quel mi pare un po' strano, perché a quel punto avremmo già dovuto aver ricevuto il testo, al di là dei vari passaggi, però torno a dire che noi riteniamo che un ruolo di ratifica sia un ruolo mortificante per il Consiglio regionale e quindi pensiamo veramente che ci dovrebbe essere, da parte del Governo, la disponibilità a trovare una strada per renderci in qualche modo partecipi di un percorso che ha una sua grande importanza e che avrà delle sue conseguenze, perché altrimenti, nel momento in cui si è solo qui poi a schiacciare un bottone, che è per un "sì" o per un "no", mi pare veramente un po' troppo poco.

Presidente - Metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)

La mozione non è approvata.