Oggetto del Consiglio n. 3875 del 25 luglio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3875/XVI - Interpellanza: "Riduzione delle ore di assistenza infermieristica in alcune strutture per anziani e verifica della corretta somministrazione delle terapie".
Bertin (Presidente) - Punto n 53. Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Torniamo con quest'interpellanza su quella che potrei definire una vexata quaestio, cioè la questione del taglio dell'assistenza infermieristica di cui abbiamo già discusso ampiamente, tanto io quanto la collega Guichardaz all'interno di quest'aula nelle scorse settimane, perché, come sappiamo, dal 1° di giugno è passato un taglio lineare, lo definirei, dell'assistenza infermieristica all'interno di alcune strutture per anziani della nostra Regione e ovviamente da questo poi sono discese tutta una serie di criticità che abbiamo elencato in quest'aula.
Il vero problema è che, rispetto alle risposte che sono state fornite, cioè il fatto che questo taglio si fosse reso necessario perché non c'era sufficiente personale o perché appunto si doveva potenziare il territorio, in realtà poi dopo non hanno trovato riscontri nella praticità di tutti i giorni, perché il territorio non è risultato potenziato, ovviamente sul territorio le persone hanno continuato a lamentare delle necessità e nelle strutture invece si è creato l'effetto opposto con il taglio dell'assistenza infermieristica, abbiamo potuto anche prendere atto e parlare tanto con i parenti quanto con alcuni lavoratori e anche il personale infermieristico rimasto nelle strutture, che ci hanno evidenziato alcune cose che riteniamo siamo molto gravi.
Rimanendo l'assistenza infermieristica al solo mattino, perché poi così è successo, cioè nelle strutture rimaste, la presenza dell'infermiera è garantita solo al mattino... che poi lei, Assessore, dica che il pomeriggio è garantita eventualmente un'assistenza, la chiamata, la copertura, se uno ha bisogno o quant'altro, lei sa benissimo che non è così, quindi l'assistenza che prima veniva fatta da due unità di personale o più viene fatta da unità di personale dimezzate e già ai tempi il lavoro era già talmente importante che veniva fatto nei limiti del possibile, quello che si riusciva a fare, oggi quel tipo di servizio viene ulteriormente dimezzato e fatto in tutta fretta, con gli effetti negativi che lei potrà immaginare. Non sono in catena di montaggio ma se mi devo occupare di tutelare e di garantire la salute di un paziente, di una persona anziana, non potrò fare un servizio così meccanizzato compiendo sempre la stessa operazione, ma dovrò fare invece un servizio di dedicare attenzione alla persona in questione ma che purtroppo però, senza aver tempo, non potrò fare.
La cosa che però è maggiormente inquietante è il fatto che per le terapie, che lei sa benissimo non possono essere somministrate, per esempio, dal personale OSS, né da nessun altro, lei nella risposta a un'iniziativa precedente ha detto che le terapie sostanzialmente sono autosomministrate da parte delle persone che sono ospiti della struttura. Lei sa benissimo però che la maggior parte delle persone che sono ospiti in quelle strutture sono persone che vengono definite N3, quindi persone allettate con gravissimi problemi che non possono autosomministrarsi le terapie e quindi devono essere aiutate o addirittura gli deve essere somministrata tout court la terapia. Non tutte le terapie si somministrano al mattino e quindi succede che l'infermiere predispone la terapia e poi qualcuno la somministra il pomeriggio, a volte il personale OSS, a volte i parenti, e lei sa benissimo che il personale OSS non può somministrare le terapie. Se questo è già un problema, lei immagini, per esempio, una medicina in gocce che deve essere diluita nell'acqua, quindi l'infermiere conta, per esempio, dieci gocce e le mette nel bicchiere e le mette al mattino, poi questa medicina deve essere somministrata il pomeriggio o la sera, immagini qual è l'effetto di queste gocce lasciate nel bicchiere dal mattino fino alla sera. Questo è già sicuramente un effetto negativo ma si immagini la mia sorpresa quando il personale OSS mi ha raccontato che in realtà l'assistente infermieristica si ferma al venerdì mattina, quindi praticamente nel week-end l'assistenza infermieristica non è presente e viene predisposta la terapia al venerdì mattina che poi viene data il venerdì pomeriggio, il sabato mattina, il sabato pomeriggio, la domenica mattina e la domenica pomeriggio. Si immagini lei la stessa soluzione, per esempio, di dieci gocce messe nel bicchiere, messe a stagnare da venerdì mattina alla domenica sera quale effetto può provocare. Nella migliore delle ipotesi quella medicina non avrà alcun effetto, nella peggiore potrebbe ovviamente anche creare degli effetti negativi e le ho fatto un esempio su tanti. Allora è chiaro che questa situazione è particolarmente critica e che le soluzioni che lei ci ha un po' prospettato non sono evidentemente applicate, né inapplicabili, né utili, allora abbiamo fatto un po' una verifica rispetto anche agli studi sul tema, per esempio, andando a recuperare un interessante approfondimento rispetto all'influenza della carenza di personale infermieristico nelle strutture ad esempio e c'è uno studio molto interessante del professor Nudelman, che ha cercato le risposte ad alcune domande tra cui: la qualità e la quantità degli organici infermieristici hanno delle influenze sulla qualità dell'assistenza erogata ai pazienti? Quali sono gli effetti misurabili di organici con presenze di infermiere al di sotto di certi standard? Quali sono gli effetti di rapporti diversi fra infermieri e operatori di supporto? E non le sto a leggere ovviamente tutto l'esito dello studio ma, in estrema sintesi, i risultati dello studio del professor Nudelman e dei suoi collaboratori indicano che - faccia molta attenzione alle parole che seguono - il tasso di mortalità e la probabilità di andare incontro a eventi avversi legati alla degenza, per esempio, soccorsi mancati, infezioni, cadute, lesioni da pressione, eccetera, aumentano quando gli organici hanno una presenza di infermieri al di sotto di determinati standard e quando gli infermieri si trovano a fronteggiare elevati turnover di pazienti. Questo è un dato di fatto che gli studi ci restituiscono.
È chiaro che una realtà di questo tipo, come le ho sottolineato più volte, è poco compatibile con una Regione come la nostra, abbiamo assistito a un suo intervento rispetto alla questione delle liste d'attesa, però io devo anche aggiungere una cosa, cioè abbiamo detto più volte che, per esempio, sui siti di alcune strutture per anziani c'è scritto che c'è un'assistenza infermieristica e chiarito quante sono le ore garantite dall'assistenza infermieristica, quale dovrebbe essere la copertura, per esempio, abbiamo preso atto che su alcune strutture del Comune di Aosta ci sono altrettanti livelli di assistenza che deve essere garantita. Ora noi non abbiamo preteso, Assessore, che lei o l'USL coprissero questo tipo di servizio, quello che sappiamo è che questo tipo di servizio e questa unità di personale di assistenza infermieristica venivano fornite dall'USL perché non c'era disponibilità o per accordi che l'USL aveva preso per le strutture per anziani, ma il problema che abbiamo detto è prima ancora di comunicare che si tagliava l'assistenza infermieristica, perché non si è concordato con le strutture di dargli del tempo per poter coprire? Perché, da quello che ha risposto la volta scorsa alla collega Guichardaz, lei ha detto che avete fatto una comunicazione alle strutture il 10 maggio 2024, quindi comunicate che l'assistenza infermieristica sarebbe stata tagliata e poi questo avviene venti giorni dopo. È chiaro che bisogna dare il tempo perlomeno di concordare che la struttura si possa organizzare diversamente. Mi pare che questo tempo non sia stato dato, anche perché, per esempio, lei ha citato la volta scorsa che è arrivata una risposta il 5 giugno con delle informazioni e l'USL ha risposto l'11 giugno, ma ormai chiaramente il taglio era già avvenuto, per cui si è fatto tutto chiaramente in ritardo e mi pare che questo ritardo nelle comunicazioni sia credo simbolo e sintomo anche dello scoramento che la struttura e il Presidente dell'Unité hanno rilevato a fronte di questa comunicazione.
Io non vado oltre e con quest'interpellanza, anche rispetto ai dati che ho fornito, le chiederei quali siano in definitiva le strutture oggetto del taglio delle ore di assistenza infermieristica in tutta la regione, se sia intenzione di verificare la corretta somministrazione di farmaci escludendo la possibilità che questi vengano erogati imperfetti, ovvero scaduti, e da personale non legittimato sotto il profilo della responsabilità, se con gli attuali aggiornamenti e sull'assistenza alle strutture per anziani della Regione rispettino i requisiti previsti dalla DGR 492/2014 e 1885/2017 e se in virtù del taglio infermieristico è stato modificato l'accreditamento, ovvero l'autorizzazione all'esercizio dell'attività sanitaria all'interno delle strutture oggetto di dimensionamento, non rimodulazione, dell'attività infermieristica.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Collega Manfrin, non me ne voglia, due cose. La prima: lei ha letto giustamente le domande ma nella sua iniziativa lei utilizza nelle premesse diversi termini che non possiamo condividere quali strutture colpite dai tagli, criticità, farsi carico di compiti non previsti, somministrazione di terapia da parte di personale non autorizzato, farmaci imperfetti e scaduti che presentano numerosi rischi per la salute.
Il secondo aspetto è che, giustamente, lei ha fatto una presentazione dell'iniziativa già citando buona parte delle cose che dirò o delle cose che ho già detto: su questo non posso darle una mano perché le domande le fa lei, quindi io al massimo posso provare a rispondere, ma, se le domande sono sempre le stesse sullo stesso tema, le risposte non possono che ripetersi.
I termini di cui sopra, tra l'altro, lei è assolutamente legittimato a utilizzarli, ma nel concreto contribuiscono proprio a rendere una negativa immagine dei servizi della Valle d'Aosta e della situazione delle strutture che, tra l'altro, non corrispondono allo stato dell'arte. In realtà non esiste alcun taglio: al contrario, esiste una riorganizzazione che abbiamo avviato per potenziare l'assistenza territoriale e che abbiamo avuto modo più volte di illustrare in quest'aula anche, tra l'altro, su sua richiesta in merito all'assistenza domiciliare. È vero che lei dice: "Io non vi ho chiesto di farla", ma nel momento in cui più volte, naturalmente prima del tema Roisan/Doues, ci ha sollecitato quello che tecnicamente viene definita l'ADI da parte del personale infermieristico, ça va sans dire che si pensava che, visto l'interesse, poi, in una qualche maniera, bisognasse intervenire e si interviene dislocando personale infermieristico.
Le nostre risposte fotocopia, come giustamente da lei definite, corrispondono per forza di cose alle iniziative fotocopia a cui siamo ormai abituati a rispondere e che, se da un lato ci chiedono con insistenza di potenziare l'assistenza domiciliare, nel contempo, dall'altro criticano una riorganizzazione che è proprio finalizzata a potenziare l'assistenza sul territorio. La riorganizzazione infatti, oltre a essere gradita dal personale infermieristico, cosa questa molto importante, è anche altrettanto coerente con il decreto ministeriale 77/2022 e le norme del PNRR e declina quindi la programmazione regionale contenuta nel piano della salute e del benessere sociale e nella delibera di Giunta 1609/2022. Tutto quanto ciò, che può sembrare essere assolutamente noioso, - io me ne rendo conto tant'è che li taglio i riferimenti normativi, però poi dopo sono sempre gli stessi - perché il decreto-legge 77, il famoso Balduzzi, introduce e soprattutto norma la medicina territoriale e con il piano della salute e del benessere sociale dell'anno scorso è stato inserito all'interno dei piani programmatici della sanità valdostana. Le deliberazioni di cui sopra sono delle deliberazioni che, guarda caso, parlano proprio di queste organizzazioni e quindi della medicina territoriale. ADI o assistenza domiciliare vuol dire, di fatto, medicina territoriale. Sono quindi questi tutti atti che parlano appunto di riforme della medicina territoriale.
Come già abbiamo avuto modo di spiegare, la riorganizzazione riguarda anche l'assistenza infermieristica presente all'interno delle strutture residenziali e semi-residenziali. La logica è quella di garantire la presenza degli infermieri quando vi è effettivo bisogno: infatti la rimodulazione nelle strutture è stata introdotta nei casi in cui la presenza infermieristica andava oltre alle necessità organizzative delle strutture stesse. Questo ha permesso di potenziare l'attività degli infermieri sul territorio, garantendo quindi una maggiore copertura giornaliera per l'assistenza al domicilio. Grazie a tale potenziamento, inoltre, all'occorrenza gli infermieri nel territorio possono recarsi, per bisogni naturalmente di assistenza infermieristica, presso le microcomunità che vi hanno esigenza, anche al di fuori degli ordinari turni svolti in struttura. In sintesi, è di tutta evidenza come questo rappresenti un indubbio valore aggiunto per la presa in carico e cura degli assistiti sul territorio. Le strutture coinvolte nella rimodulazione oraria della presenza infermieristica attuata a partire dal 1° giugno scorso, con l'obiettivo di rispondere alle effettive esigenze assistenziali, con garanzia del servizio 7 su 7, sono Doues, Roisan e la Casa famiglia in Viale Europa.
Ricordiamo che tale organizzazione è stata da tempo già attuata in strutture di pari complessità assistenziali, come Cogne, Challand-Saint-Anselme, Sarre, Introd, Gaby e Gressoney. Si tratta quindi sia di un percorso già sperimentato, sia di un'omogeneizzazione dei trattamenti fra le strutture, che corrisponde, tra l'altro, alle richieste del personale infermieristico sul territorio di potersi prioritariamente dedicare alle attività di competenza, cioè quelle di natura sanitaria, rispetto a quelle di natura burocratico-amministrativa. La riqualificazione della professione infermieristica territoriale che ne deriva rappresenta anche un elemento di attrattività per il personale delle professioni sanitarie, in linea con tutte le attività che l'Assessorato e l'Azienda stanno portando avanti in tal senso. La nostra attenzione è rivolta anche alle figure degli operatori socio-assistenziali che, in parallelo agli infermieri, svolgono importanti compiti di assistenza alla persona e che stiamo di fatto per rincontrare proprio rispetto a questo tema. A tale proposito, evidenziamo l'impegno del Dipartimento politiche sociali volto alla formazione e alla valorizzazione, tra l'altro, delle nostre OSS che ringraziamo.
Ribadiamo inoltre le risposte già fornite sul medesimo aspetto, confermando che la procedura prevista dall'Azienda USL per la somministrazione delle terapie nelle strutture territoriali è conforme alle disposizioni che disciplinano la materia contenute negli accordi Stato-Regioni del 2001 e del 2003, che disciplinano le figure degli operatori socio-assistenziali. È importante ribadire queste cose perché poi è vero che parliamo di strutture e parliamo di organizzazione come compete al Consiglio - e lei è molto attento su questo tema -, ma è anche vero che dentro quelle strutture ci sono poi delle persone che sono in difficoltà e che hanno dei familiari e potrebbe capitare che, a forza di ascoltarci e dire sempre le stesse cose, a qualcuno viene anche in mente che facciamo delle cose strane, indipendentemente dal dibattito politico, quindi è importante essere ridondanti e ripetere per l'ennesima volta che le cose che vengono fatte vengono fatte secondo legge e, peraltro, come previsto dalle figure professionali. Confermiamo infatti che il personale infermieristico prepara la terapia, individuando quindi i farmaci idonei e verificandone l'integrità e la scadenza, ed eventualmente la somministra al paziente, mentre gli operatori socio-sanitari aiutano gli ospiti nell'assunzione della stessa. Precisiamo il termine "assunzione" e non "somministrazione" come si continua erroneamente a citare, perché aiutare all'assunzione è quanto viene previsto da un punto di vista lavorativo per gli OSS all'interno degli accordi Stato-Regioni succitati, mentre la preparazione è attinente al professionista infermiere.
La procedura seguita rispetta quindi la disciplina prevista dal richiamato accordo Stato-Regioni del 2001. L'allegato B dell'accordo riporta infatti tra le competenze riconosciute all'operatore socio-sanitario quella di aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso. Le competenze tra infermieri e operatori socio-sanitari sono quindi ben distinte sui procedimenti della preparazione della terapia e dell'aiuto all'assunzione della stessa. La riorganizzazione dell'assistenza territoriale prevede altresì che gli infermieri dedicati alle cure domiciliari sul territorio effettuino, in caso di comprovati bisogni assistenziali non programmati da terapia, passaggi straordinari nelle strutture obbligate nei distretti di competenza.
Venendo all'ultima risposta, la rimodulazione oraria nelle strutture è stata messa in atto proprio per meglio adempiere alle disposizioni contenute nella delibera di Giunta 492/2014 e indica la presenza infermieristica in relazione al comprovato bisogno assistenziale e non attraverso una presenza oraria fissa. La delibera 1885/2017 che lei cita apporta invece modifiche all'allegato A della 492 e fa riferimento esclusivamente alle strutture protette plus che non attengono alla riorganizzazione delle strutture di Doues e Roisan.
Venendo all'ultima risposta e venendo quindi alla 4, dove di fatto non è previsto nessun taglio perché nella domanda dell'altra volta c'era il taglio infermieristico in relazione alla delibera 492/2014, la presenza infermieristica nelle strutture socio-assistenziali è correlata al comprovato bisogno assistenziale, pertanto la rimodulazione non ha comportato nessuna modificazione in termini autorizzativi.
Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Assessore per le sue risposte. Io non mi aspettavo che lei variasse la sua risposta o che ci desse delle risposte più approfondite, ma devo spiegarle un paio di cose che forse i suoi uffici non le hanno spiegato. Lei definisce termini non accettabili quelli che sono stati inseriti nell'interpellanza, ora i termini inaccettabili o non accettabili sono i termini tecnici, perché, vede, l'esempio che le ho fatto delle gocce è un esempio calzante, perché un medicinale che viene preparato il venerdì mattina e somministrato la domenica sera inevitabilmente, viste le variazioni che possono intervenire, soprattutto, per esempio, sulle terapie liquide, è un medicinale scaduto, perché non ha più efficacia o non ha la stessa efficacia di quando è stato preparato, è evidente, quindi è il termine tecnico che abbiamo reperito e che è calzante rispetto all'esempio. Questo come tanti altri che abbiamo utilizzato, ne abbiamo utilizzati a tempo e luogo e ci siamo confrontati con professionisti per dire le cose in maniera tecnica e precisa.
Lei, Assessore, dice che restituiamo un'immagine negativa, ma, vede, l'immagine negativa purtroppo è quella che lei dà quando definisce rimodulazione un taglio delle ore, un dimezzamento delle ore. Se lei prende 100 euro di stipendio e io le 50, lei potrà chiamarla rimodulazione, potrà chiamarla variazione del compenso, potrà chiamarla nella maniera che vuole, ma ha sempre tagliato del 50% lo stipendio che percepisce. Allora è chiaro che se vogliamo utilizzare dei termini che, come lei ha detto, non diano un'immagine negativa, possiamo utilizzare i termini aulici, alti, che non fanno magari capire eccessivamente quello che è accaduto, ma nella pratica purtroppo l'effetto è quello. Lei mi ha detto che mi sono lamentato per l'assenza domiciliare e poi lei taglia le ore degli infermieri, li mette a fare assistenza domiciliare e io mi lamento perché ha tagliato le ore.
Vede, Assessore, io non so come spiegarglielo, non è che se lei toglie da una parte e mette dall'altra ha risolto il problema. Se devo bere 2 litri d'acqua, devo bere 2 litri d'acqua, non è che se lei mi dà un litro solo e ne dà ad un'altra persona abbia risolto il problema, non funziona così. Io le ho detto una cosa diversa, le ho detto: se lei voleva arrivare a quest'obiettivo, e se non è scritto da nessuna parte che l'USL sia costretta a fornire questo tipo di servizio, in realtà per la struttura di Viale Europa forse in realtà c'è un obbligo ma lei lo sa benissimo, allora forse questa rimodulazione andava fatta partire prima, nel senso che prima ci doveva essere un dialogo con le strutture che dovevano avere questa rimodulazione per permetterle di potersi organizzare e riorganizzare. Peraltro non lo dico io, ma se lei va sul sito delle strutture che lei stesso ha elencato, c'è scritto, cioè le ore di assistenza infermieristica che loro devono garantire sono diverse da quelle che garantiscono, quindi non è che ce la siamo inventati questa cosa, è un taglio e lo dichiarano loro stessi.
Rispetto alla questione del fatto che c'è un aiuto all'auto somministrazione, Assessore, mi dispiace davvero che lei dica questo, ma se ci fosse quest'aiuto, a questo punto non ci sarebbe neanche bisogno di assistenza infermieristica, perché ovviamente c'è bisogno soltanto magari per fare tutt'altro tipo di servizio ma per la preparazione e per quant'altro, se è auto somministrazione, non ce n'è bisogno e invece lei sa benissimo che non è così e sa benissimo che non è così anche perché ci sono dei registri per chi va nelle strutture, e lei vedrà che non c'è personale infermieristico che va, per esempio, nelle strutture il sabato, la domenica o il venerdì pomeriggio e allora lei potrà fare i conti tranquillamente e verificare se chi ha programmato un'assunzione di terapia il venerdì mattina può poi erogarla il sabato e la domenica senza che vada in struttura.
Lei ritiene che vada fatto tutto secondo legge, io non lo so, l'ultima volta ci ha detto che a Variney andava tutto bene e poi ha messo su una Commissione per verificarlo e magari gli esiti di questa non hanno restituito proprio un'immagine perfetta, quindi io due verifiche le farei, perché magari prima o poi una verifica arriverà e magari qualcuno starà facendo qualcosa che non deve.