Oggetto del Consiglio n. 3873 del 25 luglio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3873/XVI - Interpellanza: "Azioni volte a risolvere le problematiche relative alle liste di attesa per esami e visite specialistiche".
Bertin (Presidente) - Punto n. 51. Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Assessore, noi a febbraio avevamo avuto un confronto in Consiglio e lei ci aveva detto che era a ricoprire il ruolo di Assessore alla sanità valdostana da 11 mesi e quindi l'abbiamo lasciata relativamente tranquillo in questo percorso, anche per ovvi motivi di carattere personale, ma ora ne sono passati 16 di mesi, quindi cerchiamo di capire che cosa si è mosso, affrontiamo oggi un trittico di interpellanze abbastanza legate una all'altra ma tutte hanno un comune denominatore, un comune problema che richiamano alcuni articoli apparsi su alcune testate e tutti e tre dicevano: "La sanità valdostana è allo sbando". Le assicuro che non ci fa assolutamente piacere quanto si legge. Sarebbe stata anche un'interpellanza esageratamente lunga se avessi richiamato tutte le interrogazioni, le interpellanze, le mozioni, le risoluzioni, direi tutte le possibilità che il gruppo di Forza Italia ha messo in campo per cercare di avere e dare risposte ai cittadini valdostani. In queste premesse dell'interpellanza abbiamo ricordato l'ultima di febbraio 2024 proprio perché lei ci ha risposto anche un po' troppo piccato.
In realtà, a sollecitare questo nuovo atto ispettivo sulle liste d'attesa è stata appunto l'ennesima lettera apparsa qualche giorno fa - quest'interpellanza è di 15 giorni fa - di un mesetto fa, di una cittadina valdostana che comunicava la sua indignazione e la lettera apriva proprio con un titolo: "La sanità valdostana è allo sbando". Nonostante i tanti comunicati, nonostante le vostre interviste, giustamente tutte poste al positivo, immagino con l'intento di trasmettere sicurezza, di assicurare i cittadini rispetto a un cambiamento e a una svolta che tanto avevamo auspicato fin dalla fine del 2022, dalla pandemia, avevamo chiesto una decisa inversione di tendenza e un cambio di paradigma a seguito dei tanti provvedimenti di rafforzamento significativi che ci sono stati da parte di questo Consiglio per la sanità valdostana: parlo delle maggiori e importanti risorse economiche messe a disposizione dal bilancio regionale, ancora ieri si sono rimpinguati i capitoli della sanità; le maggiori risorse per l'acquisto di prestazioni dalle strutture private accreditate; le maggiori risorse per l'attrattività, medici e infermieri, poi successivamente anche le professioni sanitarie, ora con l'intervento di ieri pare anche gli operatori socio-sanitari e il comparto tutto; i numerosi concorsi, vedremo in seguito con altri atti ispettivi, quante nuove assunzioni hanno generato, l'atto aziendale stesso, che ha messo in campo premi e avanzamenti di carriera con l'aggiornamento del documento interno all'USL. Tutto questo conseguentemente all'approvazione della delibera dell'Azienda USL 435 del 5 settembre 2022 che approvava il piano operativo delle liste per il recupero delle liste d'attesa e la sua eventuale rimodulazione con la delibera 826 del 24 luglio 2023 che certamente sarà stata recepita dal Ministero. Il Ministero, quel Ministero dello Stato, Stato che qualcuno di voi chiama ostile nei confronti della nostra Regione, ma che ancora in questi giorni sta confermando il contrario, che aveva assegnato alla nostra Regione nel 2019 ben 4 milioni e 832 mila euro per finanziare il progetto regionale per il recupero della lista di attesa e sono stati spesi la più parte per l'acquisto di che cosa? Per l'acquisto di un nuovo software che mi pare si chiami TrakCare o nuovo TrakCare. Ne parleremo nell'interpellanza che conclude questo trittico che abbiamo messo a vostra disposizione. Tutti questi valori aggiunti avrebbero dovuto confermare che il piano di recupero avrebbe dato risposte, invece non è così, in termini di dati ma soprattutto anche in termini di percepito.
Dice altro ma non solo, "non si capisce chi governa i tempi d'attesa in così malo modo, chi non programma interventi atti a finalizzare l'abbattimento delle liste d'attesa".
Alcune agende sono gestite dalle CUP, altre agende sono gestite internamente dalla segreteria di reparto, altre agende sono ancora chiuse, le urgenze che devono avere risposte devono essere gestite nelle 72 ore. Bene, allora affidiamo a tutti i reparti e alle loro segreterie la gestione delle urgenze, agli specialisti per valutare se ci sono richieste magari non così appropriate. Questo può succedere. Alcuni reparti, come la Radiologia, lo fanno già, fanno la valutazione delle urgenze. Parliamo delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, diagnostica e di screening, i ritardi sono davvero preoccupanti.
Aggiungo che si evidenzia la criticità della carenza di posti letto per i ricoveri post intervento. Tenuto conto che siamo a metà luglio, con vacanze programmate da parte del personale sanitario, con affluenza di turisti che si prospetta, ecco che nuovamente l'attività delle sale operatorie è stata ridotta. Passi avanti con le agende chiuse non ne abbiamo visti, è assolutamente impossibile. Viste le attese chirurgiche, oltre 1.500 interventi ordinari, attenzione a questi numeri, 1.500 interventi ordinari, 150 in ortopedia, 110 in chirurgia toracica, 300 in otorinolaringoiatria. Questi sono i dati al 30 maggio, perché al 30 maggio? Perché dal 1° giugno è entrato in vigore il nuovo TrakCare e non si riesce a leggere, non si riesce a capire. Tutto questo quindi è davvero drammatico. Avevamo denunciato che c'era qualcosa che non funzionava dal punto di vista organizzativo, noi abbiamo individuato proprio nella gestione delle agende e nel monitoraggio dei tempi di attesa questa forte criticità. Ora provi lei a dirmi che tutto è cambiato e che le cose vanno bene, come è stato detto in altri interventi. Intanto le famiglie continuano a curarsi attraverso le visite specialistiche private, ovviamente le famiglie che hanno una sufficiente capacità economica, gli altri aspettano tempi biblici, come se le malattie potessero aspettare e purtroppo, drammaticamente, altri non si curano.
In quest'interpellanza ci sono delle suggestioni che possono anche essere recepite, delle proposte, qualcuno che garantisca le urgenze, si deve assegnare a ogni reparto le proprie urgenze, le urgenze entro 72 ore, le visite specialistiche entro le 72 ore.
Qualcuno che concluda gli accordi esterni con le Aziende USL, ma non solo quelle del Piemonte, perché c'è anche la Lombardia e c'è anche la Liguria, dove ci sono delle opportunità importanti, basta perseguirle, bisogna lavorarci. Abbiamo un mix di troppe persone e troppe interferenze e troppi che non sanno rispondere, uno chiama il CUP: "Guardi, non le so dire perché l'agenda è chiusa". Affidiamo, questa è una proposta, a In.Va. il CUP telefonico ospedaliero e la gestione sanitaria, che è un'altra cosa, deve essere in capo al Direttore sanitario. Queste sono alcune proposte che arrivano dal nostro gruppo, mi dica qualcosa sul governo CUP, sul monitoraggio, controllo e governo delle liste di attesa che non funziona assolutamente.
Presidente - La parola all'assessore Marzi per la risposta.
Marzi (SA) - Precisiamo innanzitutto che ad oggi non ci sono liste chiuse. Come già riferito, per le specialità che vedono le maggiori carenze di organico sono state create e aperte apposite liste, definite "di galleggiamento". Come lei sa bene, il problema delle liste di attesa esiste da tempo ed è stato poi solo aggravato in conseguenza dell'emergenza sanitaria in tutto il territorio nazionale. Nel 2019, anno in cui lei presidiava questo Assessorato e l'emergenza Covid non era ancora comparsa, i tempi di attesa già erano assolutamente difficili. Citiamo alcuni esempi del monitoraggio condotto ogni anno da Agenas: ad aprile 2019 non vi era una sola visita cardiologica erogata entro i tempi massimi previsti, mentre nello stesso mese del 2023 il rispetto dei tempi era assicurato per ben il 64,6% dei casi. Per le visite oculistiche, di cui abbiamo parlato ieri, ad aprile 2019 si vedevano rispettati i tempi solo nell'8,33% dei casi, mentre nello stesso mese del 2023 questa percentuale saliva al 27,54%. La risonanza magnetica alla colonna a luglio del 2019 vedeva rispettare i tempi solo per il 13% delle prescrizioni, mentre nello stesso mese del 2023 questa percentuale era dell'88,66%.
Abbiamo voluto rammentare dati del 2019 non certo per sottendere a una critica nei suoi confronti, per cui non è necessario che lei commenti "Adesso lo ammazzo", ma proprio per far ancora più capire come la problematica sia datata e complessa e non certo risolvibile con soluzioni prese al momento. Ribadiamo, infatti, come il problema sia legato sostanzialmente alla penuria di medici ed esisterà sino a che a livello nazionale non si individueranno percorsi veramente utili a reperire queste figure. Da anni, anche con il suo concreto impegno, insieme all'Azienda USL siamo impegnati a bandire numerosi concorsi, realizzando convenzionamenti da lei citati nelle premesse e perseguendo collaborazioni con altre realtà regionali.
Proprio perché il fenomeno è datato e coinvolge pesantemente l'intero territorio italiano, incluse le Regioni tradizionalmente più virtuose, il Governo in carica ha emanato il decreto-legge 73 sulle liste di attesa e sulle garanzie delle prestazioni. A inizio giugno, appena prima delle elezioni europee, con tale decreto il Governo ha riconosciuto, di fatto, come il problema sia strutturale e abbia una dimensione nazionale: quello delle liste di attesa appunto. Tale decreto ha generato un forte confronto tra Governo nazionale di Centro-Destra e le Regioni, incluse quelle guidate sempre da Governi di Centro-Destra. Le Regioni ritengono infatti che il decreto non intervenga concretamente sulla reale causa a monte del problema, cioè la forte carenza di figure professionali, su cui poco possono fare le Regioni stesse. Le Regioni giudicano infatti che il decreto si limiti a istituire un organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria con il solo effetto di superare le Regioni nel loro ruolo istituzionale verso le aziende sanitarie. Tale decisione è stata percepita di fatto come una sorta di sostituzione, alimentando la tensione dei rapporti tra il Governo e le Regioni, rapporti che su temi così vitali per l'intero Paese dovrebbero al contrario caratterizzarsi con la massima sintonia e condivisione.
Come Valle d'Aosta ci si è impegnati, insieme alle altre Regioni, in particolare a quelle autonome, per affrontare queste problematiche, richiedendo apposite clausole di salvaguardia a seguito di un lungo confronto di tutte le Regioni con il Governo, avviato il 25 giugno scorso, in cui addirittura il Ministro della salute si è detto aperto a un confronto e ad accogliere emendamenti. Si è giunti a una riformulazione dell'articolo 2 finalizzata a superare i potenziali profili di illegittimità evidenziati dalle Regioni. Nel testo del decreto-legge approvato al Senato, attualmente all'esame della Camera, è stata inserita la clausola di salvaguardia, mentre le richieste delle Regioni riferite alla riformulazione dell'articolo 2 concernente l'organismo di verifica e controllo sono state accolte solo in parte. Parallelamente, insieme all'Azienda USL, continuiamo a lavorare su molti fronti, senza mai dimenticare che l'efficacia delle nostre iniziative messe in campo è indebolita dalla generale difficoltà di arruolare personale qualificato.
L'Azienda USL, consapevole della complessità del fenomeno e considerate le numerose variabili che ad oggi influiscono sui tempi di attesa prolungati, sta definendo una nuova modalità di gestione dei codici di priorità delle visite. Il continuo monitoraggio delle attività sospese delle liste di galleggiamento sono volte a predisporre procedure organizzative straordinarie, appunto per recuperare le attese, dov'è possibile. Stiamo inoltre continuando ad attivare appositi accordi con strutture private accreditate, come da lei richiamato nelle premesse, e a ricercare dirigenti medici di altre Aziende sanitarie locali disponibili alla copertura dei turni. Alla data odierna le liste di galleggiamento aperte che registrano le maggiori attese sono quelle di Dermatologia - ne abbiamo già parlato -, Neurologia, Gastroenterologia e Odontoiatria, ne abbiamo parlato ieri. Per meglio comprendere la reale situazione di carenza di medici, riferiamo di seguito quanti essi sono: Dermatologia, due medici più il Responsabile; Neurologia, due medici più il Direttore; Gastroenterologia, sei medici più il Responsabile; Radiologia, undici medici più il Direttore, sette giorni su sette, H24. La differenza tra direttore e responsabili rende evidente che per Dermatologia e Gastroenterologia non esistevano delle strutture complesse, volgarmente detti "primariati" nel precedente atto aziendale, cosa che lei sa benissimo. Solo con il nuovo atto aziendale siamo riusciti a dare dignità organizzativa per la Gastroenterologia e a mantenere la Dermatologia come struttura semplice dipartimentale, impegnandoci per entrambe queste strutture a trovare nuovi medici con concorsi dedicati e sviluppi di carriera per chi, speriamo, sceglie la nostra Valle per vivere e lavorare. Tali numeri spiegano meglio di ogni altra considerazione come, nonostante il grande impegno profuso da parte di tutti, lei compreso, siano assolutamente inevitabili gli effetti diretti sulle liste di attesa data la mancanza di professionisti.
Riguardo ai percorsi di tutela sperimentali ancora su tutto il territorio nazionale, ma confermati anche dal citato decreto-legge, l'Azienda USL continua a garantire l'erogazione delle prestazioni richieste, ove previsto e nei limiti delle risorse disponibili, sia attraverso l'utilizzo dell'attività libero professionale intramuraria, sia delle prestazioni aggiuntive che avvalendosi del sistema del privato accreditato. I percorsi di tutela sono attualmente in fase di riorganizzazione, lo abbiamo detto, e, prima di riavviare una nuova campagna informativa per diffondere e far conoscere tutte le modalità dei percorsi, occorre quindi comprendere come la norma del DL 73 sarà definitivamente resa stabile. Sulla base delle nuove disposizioni di legge, sarà possibile aggiornare la procedura aziendale. È corretto e responsabile, come abbiamo già fatto, spiegare ai cittadini che è opportuno al momento astenersi dal decidere in autonomia percorsi di visita legati ad aspettativa di conseguente rimborso in assenza di disposizioni che disciplinino le casistiche ammissibili al rimborso e le relative modalità. La ringraziamo per aver voluto riportare questo tema all'attenzione del Consiglio perché questo è il tema.
Ogni volta che viene data una qualsiasi notizia sulla sanità, l'ha richiamato anche lei nelle premesse, e ovviamente si cerca di dare le notizie migliori possibili, il solo commento che riceviamo - e lei lo sa perché capitava anche a lei - è: "Okay, ma io ho provato a chiedere una visita e me l'hanno messa nel 2025". Qualsiasi cosa di positivo si faccia in ambito sanitario, dappertutto, il riscontro che la popolazione ha è rispetto al fatto che i tempi delle liste di attesa sono procrastinati di mesi e di anni, questo da circa 20 anni in Italia. La soluzione a questo problema non c'è: c'è una continua e quotidiana guerra per risolvere il problema delle liste di attesa, ma ad oggi con i soldati in campo questa guerra non la si può vincere. Al momento, per vincere questo confronto, possiamo solo resistere, sperando le forze in campo a loro volta resistano - gli operatori sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali - e confidando che, un po' alla volta, aumentino nel loro numero, a maggior ragione in Valle d'Aosta dove per il fatto di avere un solo Ospedale non possiamo avere vasi comunicanti, non possiamo insomma spostare le truppe da una provincia a un'altra o da un Ospedale a un altro perché ne abbiamo uno solo.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Baccega.
Baccega (FI) - Assessore, questo non deve essere un dibattito tra lei, che è attualmente Assessore, e il sottoscritto che l'ha fatto dal 2018 all'ottobre 2020 e nel 2019 era Assessore alla sanità soltanto da un mese e in quell'anno abbiamo portato a casa, come le ho detto poco fa, ben 4 milioni e 832 mila euro, anziché i 340 mila euro che erano destinati alla Valle d'Aosta perché ci siamo posti all'attenzione della Commissione salute in modo diverso rispetto a tanti altri prima di me.
Al di là di questo, io non so se quest'intervento che lei ha letto è tutta farina del suo sacco oppure se glielo hanno scritto. Allora se è farina del suo sacco, le ricordo che in quest'aula più di una volta per menate come quelle che lei ha detto - le chiamo "menate" perché sono menate - hanno chiesto le dimissioni a un Assessore che diceva le cose che lei ha detto in questo momento, perché questo non è un tema, questo è un problema, che sia un problema a livello nazionale, ma io le ho spiegato che cosa è successo in questi anni. Abbiamo caricato di soldi la sanità come non mai, lei lo sa che la spesa pro-capite di questa Regione è la numero 1 in Italia e che quindi le risposte che si aspettano i cittadini sono ben diverse da quelle che state dando? Vi abbiamo anche fatto delle proposte, non ci ha risposto, qualcosa sul governo CUP lei non me l'ha detto. Mi dica se entro le 72 ore è possibile che i vari reparti possano decidere per loro le agende. Ci state lavorando? E allora lo dica apertamente in questo Consiglio, ma questa è una proposta seria che viene da questo Consiglio, Assessore. Io non gliele chiedo le dimissioni, ma le ricordo che qui in altri tempi per queste cose hanno chiesto le dimissioni, anche al sottoscritto, quindi mi faccia il piacere di non spostarla sulla questione politica, la politica è un'altra cosa, la politica la affronteremo negli ambiti politici, il Governo di Centro-Destra sta dando delle risposte a livello nazionale e il Centro-Destra valdostano è molto attento alle questioni di questa Regione. Capisce? Il problema non è la politica, il problema è l'organizzazione. Quest'organizzazione non funziona, glielo abbiamo detto da quando lei si è insediato, l'avevamo detto all'Assessore che lo ha preceduto, è un problema organizzativo. Noi abbiamo fatto anche delle proposte, mettiamo in campo tutte le opportunità che ci possono essere e miglioriamo questa situazione perché la popolazione valdostana non ne può più, ho visto gente a Biella, ho visto gente a Torino che si va a curare, non è possibile e spendono i soldi e le famiglie sono in difficoltà. Abbiamo la città più cara d'Italia, abbiamo gli stipendi più bassi e abbiamo la spesa sanitaria pro-capite più alta d'Italia. C'è qualcosa che non funziona, me lo dica lei.