Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3870 del 25 luglio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3870/XVI - Interpellanza: "Revisione della legge regionale 5/2008 in materia di disciplina delle cave, delle miniere e delle acque minerali naturali, di sorgente e termali".

Bertin (Presidente) - Punto n. 48. Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - L'interpellanza è un po' datata, ha quasi un mese, ma pone dei quesiti che sono ancora più che validi. Avevamo già avuto modo di discutere e di parlare del piano regionale delle attività estrattive sempre con l'assessore Sapinet nell'ottobre scorso, laddove al netto di alcuni altri quesiti, l'Assessore, nel rispondere a quella che era sempre un'interpellanza del sottoscritto, annunciava che, a fronte di un piano datato nel marzo 2013, si stava ipotizzando di portare nel corso del 2024, compatibilmente con la dotazione organica e le risorse disponibili dell'Assessorato... avviare una procedura, in particolare parlavo di una procedura di gara per l'assegnazione del servizio di redazione del piano e di confronto appunto con gli stakeholder interessati.

Sappiamo che, tra l'altro, è stato oggetto, non soltanto, lo era già in quella sede... ma anche e soprattutto quanto è emerso poi nell'audizione avvenuta nelle Commissioni III e IV dell'Associazione regionale produttori lapidei e riciclati della Valle d'Aosta in cui si è, tra l'altro, anche parlato di un passaggio non banale, ovvero il fatto che dalle direttive europee a quelle nazionali e quant'altro si sta passando sempre più dall'estrazione, quindi dalla coltivazione, al riutilizzo di materiale da costruzione, cercando di minimizzare il più possibile il ricorso alle cave. A fronte di tutta una serie di segnalazioni, o comunque anche di osservazioni che, ripeto, sono nate anche durante quella audizione, ma poi in realtà anche con altre iniziative già poste al Governo regionale, ci sono due temi molto collegati. Se da un lato si dice: "Bisogna riutilizzare il materiale edile", dall'altro, bisogna anche permettere di creare dei siti di lavorazione o di riciclo, di riconduzione di questo materiale, con le problematiche connesse, anche che toccano il piano dei rifiuti, abbiamo già avuto modo di parlarne, come, dall'altro lato, c'è anche un discorso chiamiamolo più di mercato o di richiesta di questa tipologia anche di riutilizzo e quindi di uso di nuovo materiale.

A fronte di questo, con quest'interpellanza, vogliamo chiedere quale sia lo stato delle attività in corso volte a definire la revisione del vigente piano regionale delle attività estrattive. In realtà, anche se è la terza domanda, l'anticiperei, perché è direttamente collegata con questa, un altro tema è legato alla revisione della vigente legge 5/2008 che è stato, tra l'altro, oggetto anche di attenzione durante le Commissioni III e IV. Chiediamo anche di capire se sia intenzione di dare corso a questa revisione ed eventualmente, sulla base di quali direttrici, perché immaginiamo che la revisione del piano debba necessariamente avere anche un collegamento con la revisione della normativa vigente, non soltanto perché dal 2008 in avanti le cose sono anche molto cambiate, banalmente tutta la parte di direttive... arriva successivamente, e poi con particolare attenzione a quello che ho detto prima, ovvero il fatto delle logiche di recupero, il riutilizzo dei materiali di costruzione, chiediamo quale sia l'attuale politica adottata dalle strutture dell'Amministrazione e sue emanazioni in merito alla previsione di acquisti o utilizzi di materiali inerti riciclati nell'ambito degli appalti pubblici. Questo anche perché gli operatori ci hanno segnalato che in molte occasioni, proprio a partire dall'Ente pubblico, non c'è quest'espressa richiesta, seppur poi le normative lo prevedono. Dico anche questo, e concludo la presentazione, facendo anche una considerazione più di carattere generale: di piani e di pianificazioni in quest'aula, come in altre aule, se ne fanno tantissimi, poi magari ci si dimentica o non si prevedono delle politiche, ma questo non è neanche colpa della politica, è colpa anche della produzione di tutti questi piani, che a volte uno sovrasta l'altro, ma si rischia appunto di perdersi e di non prevedere, come in questo caso, l'applicazione di politiche semplici che possono anche avere un grande risultato. Chiediamo quindi quale sia l'attuale politica dell'Amministrazione anche su quest'aspetto.

Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Grazie collega. Per rispondere al primo quesito, il piano regionale delle attività estrattive vigente è stato approvato con la deliberazione del Consiglio regionale n. 2898 del 27 marzo 2013 e, come è già stato fatto presente nell'interpellanza richiamata, è necessario procedere con il suo aggiornamento che si ipotizza e si ipotizzava nel corso del 2024 compatibilmente con la dotazione organica e con le risorse economiche disponibili.

Siamo nel 2024 e stiamo affrontando le carenze di organico anche facendo sinergia tra i vari dipartimenti, questo ci aiuta nella difficoltà, così come ci aiuta anche nell'affrontare la tematica l'aver accorpato opere pubbliche e viabilità con l'ambiente, al fine appunto di consentire di avviare le procedure di gara per l'assegnazione del servizio di redazione dell'aggiornamento del piano stesso.

Per le valutazioni circa l'aggiornamento del piano si fa comunque presente che l'attuale disponibilità di siti e tipologie di materiale è comunque adeguata come potenzialità al fabbisogno, sebbene sulla base dei rinnovi e delle nuove autorizzazioni pervenute, si è potuto constatare una leggera ripresa della produzione che è stata stagnante negli ultimi anni, con la presentazione di nuove istanze da parte di società locali e non. Va tenuto conto inoltre che la revisione del piano dovrà considerare una revisione in diminuzione delle stime dell'attuale piano, alla luce delle normative europee che fissano precise percentuali di recupero del materiale da costruzione e della riduzione di consumo del suolo, come ha espresso anche lei durante l'iniziativa. Vanno a questo considerate le criticità legate all'orografia delle aree interessate, l'alta valenza ambientale turistica del nostro territorio, che sono elementi che andranno tenuti in considerazione. Infine i nuovi indirizzi europei attenzionano l'estrazione e la lavorazione di una tipologia di pietra ornamentale molto presente nella nostra regione, le cosiddette "pietre verdi" caratterizzate dalla presenza di amianto nella loro matrice. Non sono state comunque presentate significative richieste di ulteriori aree di attività estrattiva, a conferma che le aree presenti nell'attuale piano sono probabilmente sufficienti, in considerazione anche che non tutte le aree sono state oggetto di autorizzazione o che i proprietari di tali aree non sono al momento incentivati a sviluppare dei progetti di coltivazione.

Risponderei quindi al terzo quesito, per seguire il suo ordine, riguardo alla legge 5/2008, la legge del 13 marzo 2008, la n. 5, disciplina delle cave, delle miniere, delle acque minerali naturali e di sorgente termali, disciplina unicamente l'attività estrattiva.

L'impianto normativo è ancora attuale, non necessita di importanti revisioni strutturali ma sicuramente di alcuni affinamenti. La Regione invece non dispone di una normativa specifica o di un piano che disciplini il tema dell'efficiente utilizzo delle risorse e dei materiali. Tale argomento, estremamente ampio e trasversale, richiede poi l'avvio di un percorso partecipato che coinvolga tutti gli stakeholder dei diversi settori, ovvero economico, produttivo e ambientale.

Riguardo al secondo quesito, molto interessante, che ci permette anche di fare qualche passaggio sui recenti interventi in corso, proprio in merito alla previsione di un'incentivazione e riutilizzo dei materiali inerti e riciclati, sono in corso incontri e approfondimenti con le associazioni di categoria, tra le quali la neoformata Associazione ARPLER (l'Associazione Regionali Produttori Lapidei e Riciclati), abbiamo accolto con favore la ricostituzione di quest'associazione, stiamo lavorando per la deliberazione di un tavolo di lavoro che possa permetterci un dialogo continuo e sicuramente proficuo e costruttivo, come sembra essere così dalle premesse. Ulteriori incontri quindi verranno sviluppati anche con il CELVA, con le strutture regionali e con gli ordini professionali al fine di inserire nei capitolati pubblici e negli elenchi i prezzi e l'obbligo di percentuale di utilizzo dei materiali inerti e riciclati. Probabilmente siamo già in ritardo ma è importante arrivare all'obiettivo. L'utilizzo di materiale di recupero è già comunque previsto e in uso per alcune lavorazioni edili, inoltre un prossimo aggiornamento dell'elenco prezzi potrà proprio andare a comprendere e dettagliare una serie di voci specifiche, già individuate anche con le associazioni di categoria, le associazioni che, come dicevo, sono state coinvolte e sono state coinvolte anche nella fase di ripristino dei danni dell'alluvione. A questo proposito è interessante comunicare un primo dato, che non è definitivo, ma è comunque significativo, per l'intervento al chilometro 9.4, che è stato oggetto del nostro sopralluogo, per un primo parziale ripristino della viabilità sono stati impiegati materiali di riciclo per circa 15 mila metri cubi, che rappresentano circa la metà del rilevato che è stato realizzato.

Presidente - La parola al consigliere Aggravi.

Aggravi (RV) - È comunque interessante anche quest'ultimo passaggio, ieri ho avuto occasione, trattando con il Presidente, di un'interpellanza, di parlare appunto anche di opere di mitigazione del rischio in senso lato, forse le politiche anche di riutilizzo di questi materiali potrebbero - perché no? - anche direttamente portare a un utilizzo per quelle che sono opere non soltanto da realizzare in momenti emergenziali, ma anche proprio di mitigazione, di prevenzione del rischio in tutta una serie magari di realtà già attenzionate e già sorvegliate.

Per quello che riguarda la prima risposta, mi soffermo sull'ultimo passaggio che lei ha fatto sul discorso della revisione delle stime, effettivamente sia per quello che riguarda un diverso fabbisogno dei materiali, le logiche giustamente di protezione e salvaguardia delle aree interessate da questo tipo di attività, teniamo anche conto, soprattutto per gli impianti nuovi, o comunque anche già esistenti e nei rinnovi, che poi nel frattempo l'impianto non è proprio avulso dal fatto che intorno a sé si sia vissuto e si siano realizzate delle strutture, magari anche residenziali, che poi rischiano di mettere in difficoltà gli stessi impianti nel momento del rinnovo. Questo è un tema non banale, e ne avevamo anche già trattato con lei, perché altrimenti rischiamo che magari degli impianti che sono lì da molti anni e operano nel momento del rinnovo si trovano strozzati rispetto a un'urbanizzazione prossima che non è colpa stessa di chi gestisce l'impianto.

Per quello che riguarda la legge 5, bene, abbiamo compreso qual è il tenore, ovviamente sul tema del piano, essendo anche la parte più applicativa, è quella che poi sarà più interessante e bisognerà capire come fare.

Ben venga anche il discorso del tavolo, del coinvolgimento delle controparti e, ripeto, il tema del potenziamento, o comunque di un maggior utilizzo del materiale riciclato anche da parte dell'Ente pubblico, può essere un buon volano di sviluppo.

Ovviamente il tema dei prezzi è un tema non banale, soprattutto considerata la conformazione del nostro territorio e anche di questo ne avevamo già parlato, perché gestire un cantiere nel fondovalle ha dei costi, gestirlo invece da altre parti ovviamente ha dei costi ben differenti.