Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3863 del 24 luglio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3863/XVI - Interpellanza: "Introduzione di ristori alle ditte di autotrasporti in seguito all'interdizione al traffico pesante sulla tratta Ivrea-Santhià".

Bertin (Presidente) - Punto n. 41. Consigliere Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (FI) - Abbiamo presentato quest'iniziativa relativa alle problematiche che sta generando la bretella Ivrea-Santhià, dove dal 17 gennaio è stato interdetto il traffico per mezzi pesanti superiori alle 3,5 tonnellate e per gli autobus e per i veicoli aventi larghezza superiore a metri 2,40.

L'ordinanza di chiusura diceva che il periodo interessato sarebbe stato dal 17 gennaio alle ore 18:00 sino al 31 luglio 2024.

Questa situazione sta generando un grave disagio per tutta la mobilità, come qualcuno ha già anticipato in iniziative precedenti, soprattutto per ciò che concerne i mezzi pesanti, ma anche per i pullman che vogliono venire in Valle d'Aosta, perché sostanzialmente, chi arriva da Milano, deve andare a Torino e poi venire ad Aosta per non uscire dall'autostrada.

È un'interruzione quindi che crea un pregiudizio sotto due profili: uno all'accessibilità alla Valle d'Aosta, quindi tutto il traffico di scorrimento per e dalla Valle d'Aosta, e l'altro genera dei problemi a coloro che si trovano ad esercire l'attività di autotrasporti.

Non sono tantissime le ditte in Valle d'Aosta che operano in questo settore, però stanno subendo dei danni che sono di natura rilevante, dei danni che se fossero limitati a un breve periodo, si può capire, ma qui c'è una situazione che sta andando a regime.

I danni derivano un po' da questo, ci sono delle ditte di autotrasporti che facevano due viaggi al giorno e quest'interruzione consente di fare solo un viaggio (pertanto questo significa dimezzare il fatturato annuo) anche perché gli autisti possono condurre il mezzo per nove ore a fronte di un impegno che è il periodo tra l'accensione del mezzo e lo spegnimento di tredici ore giornaliere, quindi fatto un viaggio, si devono fermare, perché tutto questo genera un'ora di ritardi aggiuntivi per tratta.

Abbiamo presentato quest'iniziativa proprio per la ragione che la situazione sembra perdurare e, al di là di quello che abbiamo visto a livello di discussione nel Canavese, in Valle d'Aosta non c'è stata una grossa discussione sull'argomento.

Sotto il profilo tecnico, da informazioni di corridoio, parrebbe che la situazione vada per le lunghe, perché la chiusura non sarà terminata al 31 del mese di luglio, perché pare debba essere rifatto tutto il viadotto, dall'area di servizio, con direzione a scendere, sino alla prima galleria e questo vuol dire che per due o tre anni dovrebbe esserci un'interruzione della viabilità per i mezzi pesanti.

È vero che stanno studiando di realizzare una soluzione alternativa, creando una nuova strada a lato dell'autostrada per risolvere la problematica il prima possibile, per creare un bypass - perché diversamente la questione non è più gestibile - ma, al di là del danno agli autotrasportatori, si tratta anche di un grosso danno alle partecipate della Valle d'Aosta, perché ho guardato questo pomeriggio sui dati (che sono pubblici) dell'Aiscat, ad esempio, e le percorrenze e i pedaggi del Traforo del Monte Bianco dal mese di gennaio a oggi sono calati per 20.700 passaggi di mezzi pesanti; questo significa circa il 20% del fatturato, sono già qui 10 milioni di euro di danni, solo i pedaggi del Traforo del Monte Bianco. Poi bisogna aggiungere a questo i mancati proventi sulla RAV, sulla SAV, bisogna tener conto di tutta l'economia che ne deriva, che sono vendite di gasolio, ristoranti.

Ci sono tante situazioni che vanno considerate sotto questo profilo, purtroppo qualcuno deve far fronte a questa situazione di danneggiamento di chi lavora nel quotidiano in questo settore e subisce questo disagio, perché occorre tener conto che il gestore di quella bretella subisce anche lui dei danni dal mancato passaggio, però bisogna anche considerare che l'azionista della società è lo stesso azionista della Sitaf che gestisce il traforo del Frejus, quindi tutto il traffico che passa dall'altra parte finisce nel salvadanaio della stessa capogruppo, pertanto lì danni, sotto il profilo economico, non ce ne sono, perché spostano del traffico che passa dalla direttrice del Monte Bianco alla direttrice del Frejus.

Credo quindi che, a fronte di questa situazione, bisogna mettere anche in atto delle azioni per difendere gli interessi della Valle d'Aosta, perché, se stiamo subendo dei danni, qualcuno deve in qualche modo ristorare i mancati introiti che noi viviamo, perché, come dicevo prima, un conto è se la cosa dura quindici giorni, un mese, due mesi, ma se deve durare degli anni c'è un problema, che va affrontato forse su dei tavoli di carattere politico.

Per questa ragione abbiamo presentato l'interpellanza, per cercare di difendere le situazioni della Valle d'Aosta e delle partecipate da una parte e dall'altra anche di vedere come si può fare a prendersi in carico questa situazione che stanno subendo le ditte che si occupano dell'autotrasporto in Valle d'Aosta.

Presidente - Risponde il Presidente della Regione.

Testolin (UV) - Il collega ha tracciato un quadro che evidentemente è un'analisi che è già stata fatta un po' a tutti i livelli, a partire dalle necessità e dagli interessi principalmente in senso più ampio anche per la quantificazione di quelle che possono essere le ripercussioni di questa chiusura in primis per il Tunnel del Monte Bianco, che è forse quello più gravato da un mancato passaggio, soprattutto di automezzi pesanti, e con il quale ci si è già confrontati per valutare delle iniziative, però, a monte di questo, non possiamo non prendere in considerazione il fatto che la concessionaria è autorizzata in queste sue operazioni dal Ministero, quindi ci sono delle situazioni che difficilmente possono darci una soluzione se non traguardata da dei sistemi d'interesse più generale, a beneficio dello stesso Frejus: magari si vede destinatario di un numero più importante di TIR e da un punto di vista del mero incasso ha dei vantaggi, ma da un punto di vista della transitabilità e delle ripercussioni anche nel versante francese della Maurienne, non è che questo rallegri moltissimo né gli abitanti di quei luoghi né rassicuri dal punto di vista del traffico.

Avremmo voluto darle una risposta rassicurante, invece l'ordinanza del 19 luglio da parte di Ativa, della quale siamo riusciti ad avere contezza tramite vari passaggi, perché non era stata comunicata direttamente alla Regione Autonoma Valle d'Aosta, prolunga almeno fino al 31 dicembre le limitazioni del percorso.

Condividendo quindi le sue preoccupazioni, assieme all'Assessore Bertschy abbiamo già programmato un incontro con il Presidente della concessionaria Ativa per la prossima settimana, in modo da capire se quelle che lei ha illustrato come voci di corridoio si trasformeranno in qualcosa di più convincente e più serio del quale si potrà dare notizia nelle prossime settimane o se rimarranno delle informazioni sottobanco.

Presidente - Per la replica, consigliere Marquis.

Marquis (FI) - È evidente che dalla sua risposta le preoccupazioni rimangono perché di fatto adesso si è posticipata l'interdizione al traffico sino al 31 dicembre, però la situazione lì è veramente complessa, perché pare che non solo vada sostituito tutto l'impalcato del viadotto ma che vadano rifatti anche i pilastri, tutte le pile, quindi bisogna buttare giù due viadotti.

Voi capite che a oggi non c'è ancora un progetto approvato per la strada di variante a lato; dovrebbe essere una strada di qualche chilometro che venga realizzata per potere procedere a buttare giù un viadotto per volta, perché bisogna lasciare, in alternativa, almeno una corsia per passare, quindi la situazione è ben lontana dal trovare una soluzione.

Pertanto credo che sia corretto prima avere tutte le informazioni sotto il profilo tecnico, però non sottovalutare gli interessi economici della Valle d'Aosta che vive purtroppo una situazione di disagio profondo che, come ha detto lei, va calcolato in qualche maniera. Io ho voluto solo mettere sul tavolo i dati del Traforo del Monte Bianco per dare un minimo di dimensione, già di certezza dell'entità del problema, ma qui stiamo parlando di decine di milioni di euro di danni tra tutto, perché c'è anche tutto l'indotto turistico, vedremo poi alla fine dell'anno cosa succederà, se i pullman che vengono la domenica in Valle d'Aosta per frequentare le nostre stazioni sciistiche che viaggiano in giornata, se partendo da Milano andranno a Torino per poi arrivare ad Aosta o troveranno preferibile, purtroppo, fare delle altre scelte che sono più convenienti sotto il profilo logistico. Quindi i problemi è bene che vengano presi in carico sin da subito perché credo che siano enormi da affrontare sotto questo profilo.

Auspicherei che il disagio che vivono le ditte di autotrasporti venisse affrontato come si affrontano le situazioni di estrema emergenza che si vivono purtroppo sul nostro territorio.