Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3857 del 24 luglio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3857/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'attuazione di un percorso didattico in ambito idro-geologico presso l'Università della Valle d'Aosta".

Bertin (Presidente) - Riprendiamo dopo la pausa. Punto n. 35. Consigliere Distort per l'illustrazione.

Distort (LEGA VDA) -. Introduco quest'interpellanza sull'istituzione di un corso di laurea in materie di idrogeologia presso l'Università della Valle d'Aosta, richiamando un esempio significativo che quest'anno compie 20 anni, vi parlo di Pollenzo, una frazione del Comune di Bra in provincia di Cuneo, diventata famosa in tutto il mondo come primo Ateneo internazionale della gastronomia.

Qui vengono formati i gastronomi - afferma Petrini, il fondatore di questo progetto, fondatore di Slow Food - figure professionali in grado di coniugare le esigenze del mondo produttivo con una visione del cibo che sappia rispondere alle sfide economiche, sociali, ambientali e climatiche attuali.

Vi parlo di un'Università della gastronomia quando in realtà il tema è un corso di laurea in approfondimenti di natura idrogeologica, perché c'è un parallelo che ha un senso, un significato particolare. Quest'Università, presa come esempio, appunto di Pollenzo, ha seguito la visione di un progetto assolutamente legato al territorio, che declina, che sviluppa, che approfondisce le caratteristiche tipiche di un territorio e, di conseguenza, emerge un progetto didattico, un progetto accademico, che è fortemente connotato di territorialità e proprio perché è connotato di territorialità, ecco che s'innesca un meccanismo secondo il quale la dinamica di concorrenza con eventuali atenei di pari argomento non si pone nemmeno, perché c'è un'unicità che fa di questo ateneo qualcosa di unico, o comunque di particolare, a livello addirittura internazionale.

Teniamo conto che, per chiudere il discorso del parallelo con quest'Università della gastronomia, in 20 anni si sono succeduti 3 mila studenti provenienti da 87 Paesi diversi; molti di loro ovviamente sono impegnati oggi in progetti imprenditoriali di successo, quindi voglio evidenziare con questo parallelo, con quest'esempio, una soluzione vincente, per l'appetibilità di un ateneo, che prevede strategicamente di non entrare in competizione con altri atenei di pari discipline, ma di proporsi con corsi di laurea esclusivi, unici, fortemente legati alla peculiarità del territorio.

Questo è il suggerimento che proviene dai banchi dell'opposizione, dal gruppo Lega, in quest'interpellanza, per una visione di questo tipo: si tratta di pensare che il nostro territorio esprime un contesto territoriale tradizionale, che deve poter essere una proposta unica, senza competitori, o comunque capace di attrarre allievi e docenti, nel caso appunto dell'ateneo, senza entrare nei meccanismi della concorrenza con realtà analoghe che, tra l'altro, immaginiamo in concorrenza con Torino, Milano, Genova, con altre realtà che hanno, per propria natura, dei numeri e delle potenzialità decisamente superiori e quindi in un confronto l'ateneo valdostano rischia di partire debole in partenza.

Invece la sfida quotidiana, tra l'altro nel mondo dell'iper connessione, consiste - a nostro parere - nel creare dei modelli di nicchia, fortemente collegati al territorio e quindi difficilmente replicabili.

Questa dinamica vale a livello commerciale, a livello imprenditoriale e vale anche a livello accademico, è chiaro che non intendo minimamente sostituirmi a chi gestisce l'Università della Valle d'Aosta - a cui auguro buon lavoro - ma come Consigliere regionale non posso esimermi dall'osservare, dal pensare, dall'immaginare scenari di valorizzazione per la nostra regione.

Come è evidente, la nostra regione ha un territorio che, per conformazione geologica e geomorfologica - e adesso arriviamo proprio al tema - possiede tutti i rischi idrogeologici della letteratura di settore, ovviamente escludendo i vulcani e i rischi di natura marina, chiaramente.

Se noi dovessimo dire: frane, le abbiamo; colate detritiche, le abbiamo; alluvioni, le abbiamo; erosioni, le abbiamo; smottamenti, li abbiamo; valanghe, le abbiamo; rischi connessi ai ghiacciai, li abbiamo; scioglimento di permafrost, l'abbiamo.

Non è un elenco di doléances e neanche da uccello del malaugurio, chiaramente, però questa è la realtà ed essere amministratori, essere classe politica, essere Governo regionale significa avere questa visione; saper gestire i punti di debolezza e trasformarli in punti di forza.

Questo fatto, che quindi appare uno svantaggio, deve diventare un punto di forza, perché oltretutto, nel nostro territorio, con distanze chilometriche basse, quindi con pochi chilometri, gli esperti di settore possono osservare in concreto e studiare dal vivo tutti questi aspetti nel campo dell'idrogeologia e delle tecniche di protezione del suolo, diventare addirittura territorio sperimentale.

Una regione che quindi, avendo questa potenzialità di proporsi come territorio sperimentale, lo è altrettanto dal punto di vista accademico, è un'occasione assolutamente da prendere seriamente in considerazione.

Peraltro Fondazione Montagna Sicura è esattamente un esempio che va in questa direzione, che ci mostra come la Valle d'Aosta riesce a essere eccellenza in questo settore, riesce a essere attrattiva per autorità accademiche.

Manca - a nostro parere - il passaggio successivo, proprio perché siamo arrivati a questo livello, a questo alto livello. Mettendo insieme la realtà e la natura del nostro territorio, allora valutiamo l'ipotesi, ma valutiamo seriamente l'ipotesi di pensare alla strutturazione di un corso di laurea che formi professionalità specializzate nel settore con tutti i legami, anche con le aziende che lavorano nell'ambito del consolidamento dei versanti, nella mitigazione dei rischi, nelle tecnologie di geo-ingegneria, in tutto quanto si muove in questo settore dal punto di vista della ricerca, dello sviluppo, dal punto di vista delle tecniche, degli approfondimenti.

Questo è saper, a nostro parere, gestire un territorio, questo è un compito, una sorta di vocazione della classe politica che governa.

Tra l'altro è una strada che, tutto sommato, ha già delle porte aperte, perché andando a ricercare su Internet, ho trovato l'allegato 1 alla deliberazione del Consiglio dell'Università n. 32 del 27 giugno del 2023, "Obiettivi strategici di sviluppo 2024-2026", in cui si legge: "Consolidare e sviluppare l'offerta formativa anche in relazione alle necessità del territorio e del mondo del lavoro", in particolare il punto B recita: "Ampliare l'offerta formativa progettando nuovi corsi innovativi in ambito ambientale, turistico e territoriale, valutando prioritariamente la possibilità di convenzione con altri atenei" e poi su un altro documento, il Piano triennale di sviluppo 2024-2026, Piano della performance 2024, in una sezione di dati al punto 3 lettera E si riporta: "Laurea magistrale in ambito geological risk and climate change, laurea magistrale 74".

Il corso dovrà fornire le competenze in ambito geologico, applicativo, geofisico, nonché di valutazione e gestione dei rischi nel contesto climatico attuale/futuro legato all'impatto dei cambiamenti climatici.

Tutte queste riflessioni si condensano nella richiesta di sapere, da parte del Governo, essendo parte integrante del CdA, quali siano le intenzioni in merito all'avviamento di un corso in questa direzione e quali siano ovviamente le attuali previsioni.

Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.

Guichardaz J. (FP-PD) - Mi viene un po' da ridere perché mentre lei faceva l'elencazione delle dannazioni che caratterizzano il nostro territorio dal rischio idrogeologico con l'esclusione dei soli rischi di natura vulcanica, c'era qualcuno che faceva dei gesti apotropaici evidentissimi perché così è un modo di tirarsela.

Diciamo che non vorremmo essere, come ha scritto lei, territorio sperimentale di studio diretto dell'intera disciplina in campo idrogeologico, nel senso che abbiamo quelle caratteristiche ma si spera che ci sia un po' di tregua rispetto a ciò che è avvenuto in questi ultimi anni; questo lo dico a livello di battuta ma effettivamente siamo un territorio piuttosto complesso da quel punto di vista.

Ovviamente quest'interpellanza è stata elaborata insieme all'Università e insieme al Presidente Testolin, che è anche Presidente del CdA dell'Università, quindi do conto, anche questa volta, di risposte inter-assessorili, con il contributo anche della Presidenza. Intanto la ringrazio per aver voluto affrontare questo tema in aula, sicuramente gli ultimi eventi alluvionali e il tema del cambiamento climatico ci portano sempre più alla consapevolezza che i temi prioritari siano quelli dell'assetto del territorio, della sua salvaguardia e della sua tutela, quindi, rispetto al corso di laurea in ambito geological risk and climate change, l'LM74 che noi abbiamo inserito nel piano di sviluppo 2024-2026, la scelta di inserirlo appunto nel Piano di sviluppo dell'Ateneo è stata fatta proprio dal Consiglio; rispondendo a un'altra interpellanza, dicevo che l'elaborazione dei piani triennali sono operazioni complesse che coinvolgono ovviamente tutti gli organi interni all'ateneo, anche nel rispetto dell'autonomia dell'Università.

Quest'inserimento è stato fatto dal Consiglio valutando le potenzialità didattiche operative e pratiche offerte dal contesto territoriale, alle quali si sono unite le esigenze di professionalità, come lei ha ben evidenziato, che emergono dal territorio, richieste di fabbisogni che i recenti eventi peraltro hanno dimostrato essere sempre più pressanti. Non solo, l'efficacia con cui il sistema Regione ha saputo rispondere, dimostra che esistono tutte le basi per attivare un corso che sposi appieno la parte teorica con quella pratica, facendo del Polo universitario valdostano un centro di competenza che possa attrarre ricercatori e studenti anche dall'estero, come hanno dimostrato peraltro gli ottimi riscontri ottenuti dalle ultime tre edizioni della Summer School, tenutesi all'Università valdostana in collaborazione con la IAEG CNR sui rischi naturali e sull'impatto sulla società.

L'Università sta compiendo i doverosi passaggi procedurali per addivenire all'attivazione di questo corso, sono procedure, come le ho detto prima, non banali, e l'attivazione necessità di base di un partenariato interateneo con un'altra università che già lo abbia attivato, che è già stata individuata e con la quale peraltro le interlocuzioni sono già in corso.

Le faccio un piccolo richiamo all'iter procedurale così lei ha il quadro dei passaggi.

Il CdA inserisce la volontà di attivare un nuovo corso nell'ambito del Piano di sviluppo dell'Ateneo - come effettivamente è stato fatto nel piano in essere che lei ha citato nelle sue premesse - e poi il Consiglio a gennaio ha demandato al Senato accademico di predisporre, come richiesto nel Piano di sviluppo, uno studio di fattibilità di laurea magistrale interateneo con Milano Bicocca e la fattibilità in merito al nuovo corso sarà oggetto del prossimo CdA che avverrà il 26 luglio, dopodomani. Questi sono i vari passaggi.

Laddove ovviamente vi fossero impedimenti oggettivi da parte degli atenei coinvolti, si valuteranno poi altri percorsi o altre tempistiche, tenuto conto che l'attivazione del corso, come le ho detto e come lei ha ribadito, è inserita nel Piano triennale.

Spero di aver fornito sufficienti elementi e anche soddisfazione alla sua richiesta.

Presidente - Per la replica, consigliere Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per la risposta che in qualche modo conforta e risponde anche parzialmente alle aspettative dell'interpellanza.

Tornando all'elencazione della check list sulle fragilità idrogeologiche, mi aspettavo che ci fosse anche un po' un atteggiamento di scongiuri, e questo è ovvio, ma risolta la fase di tipo ironico, è chiaro che una classe politica che ha la responsabilità di governare un territorio, deve saper governare anche le proprie fragilità, ma ribadisco, molto spesso le fragilità possono diventare punti di forza, perché, per compensare la fragilità, si sviluppano, a livello generale di meccanismo in tutti i settori, delle dinamiche di approfondimento, delle dinamiche anche di studio, di analisi, di esame, quindi questo innesca una sorta di capacità di reazione alle fragilità, e questo è quello che noi raccomandiamo in generale per l'attività di governo, raccomandiamo in termini di augurio, ovviamente rispettando l'autonomia dell'Ateneo, però sotto il profilo dell'augurio da parte nostra emerge la voce e la posizione di sostenere, da un punto di vista delle indicazioni consiliari, le attività dell'Ateneo in questa direzione, tra l'altro anche in questi rapporti di partenariato interateneo, per i quali noi tifiamo, per carità, però raccomandiamo anche di ricordarci che il territorio sperimentale lo abbiamo noi, ed essere territorio sperimentale non vuol dire trasformarsi in una cavia inerme, ma vuol dire trasformarsi in uno spazio che accoglie delle opportunità - in questo caso accademiche professionali di alto profilo, di alto livello -, quindi pensare che siamo noi in un certo senso a tenere il coltello dalla parte del manico.

Altri atenei sono strutturati dal punto di vista della gestione didattica, probabilmente del personale, di tutta una serie di questioni organizzative, ma noi abbiamo un territorio che è proprio la dimostrazione plastica di come si può trasferire la conoscenza di una realtà geografica, geomorfologica, delle sue fragilità e dei suoi punti di forza, in un collegamento immediato, diretto, con un'attività puramente didattica che in un altro Ateneo si svolgerebbe all'interno di un'aula, con la proiezione di tutta una serie di supporti didattici.

Noi i supporti didattici ce li abbiamo qua fuori, è il nostro territorio, noi abbiamo la possibilità di permettere dei percorsi sperimentali che farebbero di una disciplina, di un orientamento, di un corso di laurea in quest'ambito, un'eccellenza che può veramente farci diventare un polo di riferimento a livello internazionale.

I migliori auguri quindi per il CdA di venerdì e da parte nostra incoraggiamo ancora di più il Governo regionale, per quanto di competenza rientrante e facente parte del CdA, a sostenere questa direzione che riteniamo assolutamente virtuosa.