Oggetto del Consiglio n. 3856 del 24 luglio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3856/XVI - Interpellanza: "Creazione di un centro di ricerca 'Sport, montagna e salute' anche in collaborazione con la facoltà di Medicina di Torino".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo al punto n. 34 all'ordine del giorno.
Per l'esposizione, la parola al consigliere Restano.
Restano (GM) - Quest'interpellanza dal titolo "Centro di creazione di ricerca, sport, montagna e salute" prende spunto da una dichiarazione ANSA dell'Assessore alla sanità e dell'Assessore al turismo e sport, laddove in occasione di un congresso nazionale della società italiana di radiologia medica e interventistica, nel loro intervento, nelle loro dichiarazioni, dichiararono che eventi come questo congresso rafforzano il continuo impegno che con l'Azienda sanitaria locale è volto ad attrarre professionisti qualificati e a installare collaborazioni strategiche con altre realtà italiane ed europee.
L'Assessore al turismo, sport e commercio ebbe a dichiarare: "Con la sua bellezza naturale, le sue infrastrutture turistiche di alta qualità, la Valle d'Aosta è una meta ideale non solo per i turisti appassionati di sport, ma anche per i professionisti che vogliono vivere ogni giorno queste opportunità".
In effetti queste dichiarazioni non sono che da condividere, perché questa è la verità e la nostra Regione rivolge notevoli sforzi per attrarre le professioni sanitarie, per cercare di mantenere elevati i servizi sanitari da offrire alla popolazione e ai turisti.
Proprio in virtù di queste dichiarazioni e in base alle esperienze personali che ho avuto modo di vivere nel Nord Italia, mi è venuto in mente di ricordare a quest'Aula di proporre all'Assessore competente l'esperienza del centro di ricerca sport, montagna e salute dell'Università di Verona che opera a Rovereto.
All'interno di questo centro si fa della ricerca e della formazione in determinati settori specifici, quindi attività sportiva in montagna, attività fisica, salute e adattamento, risposte funzionali in ambienti straordinari, ricerca di base e applicata nell'ambito dell'attività fisica e sportiva, con particolare attenzione alle risposte all'ambiente naturale in condizioni straordinarie, quali ipossia e ipo-ipertermia, specificità di genere in popolazioni sane, soggetti anziani e soggetti con patologie cronico-degenerative. Si fa anche attività didattica, corsi di formazione e aggiornamento per insegnanti, corsi post-laurea in attività motorie riguardanti la montagna, master internazionali, corsi di formazione in collaborazione con la Scuola dello sport del Coni su sport e attività fisica, servizi in ambito di valutazione funzionale e fisiologica, supporto medico, consulenze scientifiche, ricerche su commissione per privati e federazioni sportive e così via, non mi dilungo oltre perché ne ho già elencati a sufficienza.
Ora, se andiamo a valutare gli sforzi che la nostra Regione ha fatto nei settori che ho appena elencato che sono di interesse del CeRiSM di Rovereto, possiamo elencare l'attività della fondazione "Montagna sicura", l'attività della medicina dello sport, l'ambulatorio USL di medicina di montagna e recentemente anche gli investimenti, se vogliamo dirlo, sulla Maison de la montagne, sull'attività di formazione delle guide dei maestri di sci, oggi anche degli accompagnatori di media montagna.
Non possiamo trascurare tutta l'attività formativa che viene svolta dalla scuola militare alpina, l'attività del Centro sportivo esercito.
Allora la riflessione è di questo tipo: perché non unire le forze? Noi che siamo la regione con le più alte vette, che abbiamo investito tanto in questi settori, perché non prendere spunto da quanto è stato fatto a livello di collaborazione interregionale tra una facoltà di medicina di Verona, quindi Regione Veneto, e la Regione Trentino, ed avviare anche noi un centro di questo tipo?
Così facendo, saremmo anche attrattivi per le professioni sanitarie, per l'attività formativa di queste professioni, forse saremmo attrattivi anche per chi vuole svolgere un'attività di ricerca.
Questo è uno spunto e una riflessione che voglio rivolgere a tutti voi, ma soprattutto al Governo; un'attività di questo genere forse ci porterebbe anche a delle economie di scala, perché oggi abbiamo parecchi ambulatori che ripetono le loro attività ma, per esempio, nella valutazione funzionale ci limitiamo a un'attività di certificazione, mentre in altre regioni si svolge un'attività di altissimo profilo e di ricerca.
Vorrei sapere cosa ne pensano gli Assessori competenti.
Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Lei ha ragione quando chiede che cosa ne pensano gli Assessori competenti, perché io mi faccio lettore di diversi contributi, poi gli uffici del Consiglio avranno letto "Università valdostana" e hanno assegnato a me l'iniziativa, ma di fatto, se si leggono bene le premesse, riguardava anche altri Assessorati perché si parla di centro di ricerca, si parla di turismo eccetera.
Questo lo dico anche per invitare gli uffici del Consiglio, nel momento in cui assegnano le iniziative, a leggerle bene e a leggere bene anche le premesse, sennò poi siamo tenuti e costretti a fare questo lavoro di collage, di patchwork rispetto ai contributi di tutti, quindi parlo al Consiglio in modo tale che questa cosa sia messa a verbale.
In ogni caso rispondo alla sua domanda: lei interpella il Governo regionale per conoscere se - nell'ambito della realizzazione della nuova Università valdostana, della Maison de la montagne, nonché degli interventi nell'area sportiva di Aosta - intende investire nella creazione di un centro di ricerca sport, montagna e salute, sul modello di quello di Rovereto, anche in collaborazione con la facoltà di medicina di Torino, al fine di rendere la Valle d'Aosta un polo attrattivo per il Nord-Ovest.
Quando ho letto quest'interpellanza, ho dovuto far riferimento ovviamente alla USL della Valle d'Aosta perché sono loro che si occupano della materia e che stanno lavorando e che hanno lavorato lungamente anche sul tema della medicina di montagna.
Leggo quindi il contributo che mi è pervenuto dal direttore della USL, dottor Massimo Berti, lo leggo integralmente, almeno non ci sono approssimazioni maldestre.
"In riferimento all'interpellanza protocollo n. 48/24 del 28 giugno 2024, nello specifico, riguardo alla richiesta se il Governo regionale intende investire nella creazione di un centro di ricerca sport, montagna e salute, si ritiene che, compatibilmente con le risorse disponibili, tale attività possa essere presa in carico e sviluppata in maniera competente dall'ambulatorio di medicina di montagna dell'azienda, che ha già svolto nel corso degli ultimi anni numerosi progetti di ricerca, ricordiamo, ad esempio, il progetto transfrontaliero Ires "A-mont" di cui l'Azienda USL era capofila, che prevedeva da un lato attività di promozione, divulgazione e formazione, rivolta sia ai professionisti della montagna, sia al grande pubblico e dall'altro lo sviluppo di studi fisiopatologici sulla risposta all'alta quota - lei ha fatto un accenno - nei soggetti con patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, studi genetici ed epidemiologici, la creazione di banche dati e certamente la collaborazione con la facoltà di Medicina universitaria sarebbe auspicabile, potrebbe favorire la competenza del personale sanitario locale, rendendo contestualmente la nostra Regione un polo attrattivo per i professionisti interessati.
All'interno della USL della Valle d'Aosta esiste da tempo un Centro di medicina della montagna, che svolge principalmente attività clinica ma anche, come le dicevo prima, di ricerca e formazione in collaborazione con varie Università italiane, tra cui Verona e il centro di Rovereto, e centri di ricerca, principalmente il CNR Eurac di Bolzano.
L'attività clinica e l'esperienza sul campo dei medici aostani è riconosciuta in tutta Italia e anche all'esterno, grazie alla possibilità di valutare sul terreno e in Ospedale le patologie tipiche della montagna, quindi malattie da alta quota, congelamenti e ipotermia.
Poche altre regioni possiedono contesti montani con altitudini simili alle nostre, numerose vette superiori a 4.500 metri e almeno sei rifugi a quote intorno ai 3.500 metri, tra l'altro anche il dottor Giardini credo abbia contribuito, perché ci siamo poi confrontati per fare un po' il punto.
Esiste una rete transalpina francofona con i colleghi di Chamonix e Sion, si chiama "Résamont" che ha sviluppato numerosi progetti transfrontalieri sulla medicina di montagna e la telemedicina in ambiente difficile.
Attualmente la USL sta seguendo da vicino la spedizione delle alpiniste italiane e pakistane al K2, fornendo la possibilità di una second opinion ai medici di spedizione presenti in sede sul ghiacciaio del Baltoro, con l'utilizzo della piattaforma di telemedicina sviluppata nell'ambito del progetto "Résamont 2" insieme al CNR di Pisa.
Tutta quest'attività ha trovato maturazione e capitalizzazione nel gruppo di progetto "Medicina di montagna e Assessorato sanità, salute, politiche sociali, Dipartimento sanità e salute". Sicuramente l'attività attuale potrà essere implementata in ulteriori reti di ricerca e formazione per le quali è indispensabile appoggiarsi a realtà accademiche riconosciute.
Si rappresenta infine che tre medici USL già da anni sono docenti di medicina di montagna nel corso di perfezionamento in medicina di montagna dell'Università di Padova, unico a livello nazionale, e nel master internazionale di medicina d'emergenza in montagna dell'Università dell'Insubria, che è un unico master europeo sull'argomento, che tiene una settimana delle lezioni tecnico-pratiche di cui lei ha dato conto proprio presso la Fondazione "Montagna Sicura" di Courmayeur in collaborazione anche con il Soccorso alpino valdostano e l'Unione valdostana delle guide di alta montagna".
Per quanto invece concerne il domaine di mia competenza, riporto che il Piano triennale di sviluppo dell'Università della Valle d'Aosta, deliberato a dicembre 2023, prevede studi di fattibilità per l'avvio di nuovi percorsi di studio, in particolare la laurea triennale in innovazione sociale, comunicazione e nuove tecnologie, la L20, la laurea triennale in scienze dell'educazione, la L19 di cui abbiamo già parlato in questa sede, e poi la laurea magistrale in "Geological risk & Climate change", la LM74 - di cui parleremo poi successivamente.
In futuro, valutare altri percorsi di studi inerenti al tema proposto potrebbe anche rispondere alle esigenze del territorio e posizionare l'Università della Valle d'Aosta come un polo d'eccellenza nella ricerca e nella formazione in ambiti cruciali per il benessere delle comunità montane.
Considerando che i corsi di laurea in scienze e tecniche psicologiche in economia e management hanno già sviluppato competenze specifiche sui temi della montagna e della salute, il nuovo Centro di ricerca, qualora intendesse promuoverlo - ma, come le ho detto, adesso è nel Piano triennale che è stato discusso e che lei sa essere un Piano che viene adottato a livello di Consiglio dell'Università, quindi che viene adottato con una procedura che prevede anche un confronto con tutti gli organismi interni dell'Università, nell'ambito anche della propria autonomia - questo nuovo centro di ricerca potrebbe beneficiare di queste competenze esistenti e creare sinergie utili per promuovere ulteriormente lo studio e la ricerca di questi settori.
Presidente - Grazie, Assessore, per la risposta a quest'interpellanza multidisciplinare.
A sostegno dei nostri uffici, vorrei soltanto sottolineare che a volte non sempre gli argomenti sono facilmente discernibili, quindi anche per gli uffici non è semplice a volte distribuire all'Assessorato competente, comunque il Governo è una squadra, quindi grazie.
Per la replica, la parola al consigliere Restano.
Restano (GM) - Colgo l'occasione per ringraziare gli uffici per quello che fanno per noi.
Al di là delle battute, mi aspettavo una risposta anche dagli Assessori che avevo coinvolto, soprattutto dall'Assessore alla sanità che era, a mio modo di vedere, maggiormente coinvolto, però lei ha risposto per tutti, direi.
Giustamente il direttore generale della USL ha detto: "Se mi date i fondi, io faccio" e l'interpellanza era tesa a conoscere la volontà politica, non quello che fa oggi l'Azienda sanitaria locale o quello che può fare con i soldi che ha a disposizione.
L'attività dell'ambulatorio USL di medicina di montagna a servizio del pubblico - qua ho preso dal sito - si limita a due pomeriggi (due ore per due volte la settimana), l'attività che ho proposto io è tutta un'altra cosa, e non ha nulla a che vedere con quello che mi avete risposto.
Si tratta veramente di un polo, perché, se ha letto le premesse della mia interpellanza, si parla di attrattività e le dichiarazioni dell'Assessore al turismo e dell'Assessore alla sanità riguardavano questo tema, l'attrattività della Valle d'Aosta rispetto alle professioni sanitarie, perché ci si riferiva a un congresso di sanitari.
L'interpellanza quindi andava tutta in questo senso, di essere attrattivi rispetto alle professioni sanitarie che attualmente vivono un momento di crisi.
Con le risorse che abbiamo oggi, con l'attività che viene fatta oggi, noi possiamo permetterci quello che il direttore generale ci ha detto. La politica deve valutare se vuole fare un salto di qualità, collaborare con l'Università, ma collaborare in maniera diversa rispetto a quello che viene fatto, essere protagonisti, non essere comprimari.
Essere protagonisti vuol dire avere i leader qua.
Del resto, quando i Valdostani vanno a fare il test a Rovereto, il test di valutazione funzionale, qualche motivo ci sarà.
Presidente - Facciamo una breve pausa.
La seduta è sospesa dalle ore 17:20 alle ore 17:35. Alla ripresa dei lavori riassume la Presidenza il presidente Bertin.