Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3844 del 24 luglio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3844/XVI - Interpellanza: "Richiesta di attribuzione di ulteriori competenze alla Regione Valle d'Aosta nelle materie di legislazione concorrente previste dall'articolo 117 della Costituzione che non necessitano di determinazione dei Lep".

Bertin (Presidente) - Riprendiamo con il punto n. 22. Consigliere Lavy ne ha facoltà.

Lavy (LEGA VDA) - Per chi si definisce autonomista - quindi in questa sala tutti, quando ci fa comodo - la riforma riguardante l'autonomia differenziata è una grandissima vittoria, e anche per lei sicuramente, presidente Testolin, lo è, visto che già in passato aveva risposto ad alcune iniziative e si era detto favorevole a questo disegno di legge, che oggi è diventato legge.

Ovvio, deve rimanere comunque l'attenzione per ciò che concerne la definizione dei Lep e dei costi e fabbisogni standard e il fatto che comunque la modalità di concertazione fra le Regioni a Statuto ordinario e lo Stato non avverrebbe tramite la norma d'attuazione, come con le Regioni a Statuto speciale; questo renderà sicuramente la devoluzione di competenze più agile per le altre Regioni rispetto a noi, però bisogna vedere i tanti aspetti potenzialmente positivi anche per la nostra Regione.

Vediamo in Italia tutta una serie di critiche, attacchi forti e richieste di referendum da parte di chi vuole mantenere lo status quo in uno Stato centralista, e queste critiche fanno sorridere quando arrivano evidentemente da esponenti che il testo della legge neanche l'hanno letto, o peggio, provengono da esponenti di Regioni a Statuto speciale, che comunque sono già un'autonomia differenziata, basata su dei presupposti speciali, ma noi abbiamo tutta una serie di competenze che altre Regioni non hanno, quindi formalmente siamo già un'autonomia differenziata.

Si è sollevato poi il tema dell'incostituzionalità, e si è visto che il presidente Mattarella non ha battuto ciglio, abbiamo visto governatori del PD prima sostenere l'autonomia per le loro regioni e poi, una volta approvato il testo, fare giravolta dicendo che questa legge è pericolosa; da un lato si parla di scatola vuota, dall'altro si dice che è una legge che spaccherebbe il Paese. Chissà ancora quanti piagnistei dovremo sentire da qui fino a una vera attuazione della legge, perché a oggi la legge c'è, ma non è ancora stata attuata.

La legge sull'autonomia differenziata prevede l'attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione per trasferire (per chi vorrà, ovviamente) ventitré materie concorrenti dell'articolo 117 terzo comma alle Regioni. Di queste ventitré materie, nove non hanno bisogno di determinazione dei cosiddetti Lep, cioè i livelli essenziali di prestazione e dei costi e fabbisogni standard, che garantiranno una soglia minima di diritti sociali e civili in tutte le Regioni.

Ecco, alcune Regioni hanno già manifestato la loro intenzione di richiedere appunto queste competenze che sono svincolate dalla definizione dei Lep, Veneto e Piemonte in primis, cosa che anche come Valle d'Aosta potremmo fare.

L'articolo 11 comma 2 della legge sancisce infatti che, ai sensi dell'articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3, le disposizioni di cui alla presente legge si applicano anche nei confronti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano.

L'articolo 10 citato stabilisce che, sino all'adeguamento dei rispettivi Statuti, le disposizioni della presente legge costituzionale si applicano anche alle Regioni a Statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, per le parti in cui prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già attribuite.

Questa appena illustrata è la cosiddetta clausola di maggior favore.

Ora sappiamo che alcune di queste nuove materie sono già in capo alla Regione, ed è vero che c'è in discussione anche il tema della riforma degli Statuti speciali, ma credo che queste due strade possano essere strade parallele da portare avanti, quindi da un lato la riforma dello Statuto speciale, dall'altro una richiesta di maggiori competenze.

Una Valle d'Aosta che, per esempio, avesse delle competenze sul commercio con l'estero, mi immagino, sarebbe una Valle d'Aosta che avrebbe solamente dei vantaggi, degli enormi vantaggi, visto che è una Regione di frontiera.

Si chiede quindi, con quest'interpellanza, se sia intenzione lavorare, insieme ovviamente al Governo centrale con un tavolo di concertazione, affinché alcune materie, o tutte quelle che non necessitano di Lep o che non siano già in capo alla Regione, possano diventare di competenza regionale.

Presidente - Per la risposta, il Presidente della Regione.

Testolin (UV) - Quest'interpellanza dimostra per certi versi come il percorso di appiattimento e di omologazione delle regioni sia un percorso assolutamente da attenzionare.

A beneficio di tutti, possiamo dire che le materie nel perimetro dell'autonomia differenziata delle Regioni ordinarie sono ventitré, e tra queste ve ne sono alcune non riferibili ai Lep, per le quali pertanto il trasferimento può essere effettuato nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente.

La legge 86/2024 definisce poi tutti gli aspetti procedurali per l'attribuzione delle ulteriori funzioni alle Regioni a Statuto ordinario, che sono le stesse per tutte le materie, con o senza Lep, nonché le condizioni e i vincoli, come per esempio il fatto che il finanziamento delle funzioni trasferite dovrà essere basato sulla compartecipazione regionale a uno o più tributi erariali e che, in ogni caso, dall'applicazione della legge delle singole intese non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Quello che più ci interessa in questo caso, però, è che la legge 86/2024 - rispetto al testo originario che stabiliva l'applicazione della clausola di maggior favore, di cui all'articolo 10 della legge costituzionale 3/2001 per quanto riguarda le Regioni a Statuto speciale - prevede ora l'estensione tout court anche a queste ultime dell'intera disciplina introdotta, compresa quella procedurale; previsione questa che già crea alcune problematiche non di poco conto.

Intanto sull'applicabilità alle autonomie speciali di questa disciplina (in quanto imporrebbe delle procedure di negoziazione diverse da quelle disciplinate costituzionalmente dai rispettivi Statuti), per quanto ci riguarda, essa si fonda sull'articolo 48bis dello Statuto e sulla Commissione paritetica ivi prevista.

Inoltre, altro aspetto importante, è l'analisi di queste nove materie, che stando agli articoli di stampa, il Veneto avrebbe già richiesto, così come anche recentemente il Piemonte.

Esse riguardano: la Protezione civile, la previdenza complementare e integrativa, il lavoro e la vigilanza sugli ordini professionali, l'organizzazione della giustizia di pace, le Casse di risparmio aziende di credito regionali, il commercio con l'estero, gli Enti di credito fondiario e agrario regionali, i rapporti internazionali con l'Unione Europea, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.

Ora, rispetto a quest'elenco, s'impongono una serie di considerazioni. Intanto bisogna capire quali materie non siano già attribuite alla Regione dallo Statuto e dalle successive norme di attuazione statutarie, ma non limitandosi alla loro enunciazione - anche perché è difficile individuare il perimetro di alcune di queste, come per esempio il lavoro e i rapporti con l'Unione Europea - bensì alla luce della giurisprudenza costituzionale che negli anni le ha plasmate e interpretate.

Una volta fatto questo, occorrerebbe poi decidere quali funzioni afferenti a materie eventualmente non ancora attribuite sia opportuno richiedere, ma non per partecipare a una gara a chi ha più competenze, ma perché la Regione può esercitare quelle materie o quelle funzioni in maniera più efficace ed efficiente per la comunità valdostana.

Queste sono alcune prime considerazioni su aspetti che devono essere chiaramente evidenziati e chiariti preventivamente, prima di poter procedere.

Inoltre, come già detto, rispondendo all'interrogazione della consigliera Minelli, nella negoziazione in corso nel tavolo tecnico politico di concertazione tra le autonomie speciali e il Ministero degli affari regionali e delle autonomie per la revisione dei punti comuni degli Statuti speciali, si sta lavorando in particolare sulla revisione dell'articolo 50 del nostro Statuto, per introdurre il principio dell'intesa nel procedimento di modifica dello Statuto speciale, per cui le modifiche allo Statuto stesso possono avvenire solo d'intesa tra il Governo e il Consiglio regionale.

Tale previsione - per la quale auspichiamo che il Ministero per gli affari regionali e per le autonomie crei le condizioni per renderla evidente - costituirebbe la garanzia imprescindibile per intraprendere un percorso bilaterale tra Regione e Stato, per definire nuovi margini di autonomia, comprese ulteriori materie o funzioni, che, per quanto ci riguarda, possono comunque essere già acquisite anche nella materia di cui al terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, quale strumento delle norme di attuazione ai sensi dell'articolo 48bis dello Statuto.

Pertanto la Regione prosegue l'attento monitoraggio del percorso del regionalismo differenziato e dell'impatto dello stesso sulla nostra autonomia, con la cautela d'obbligo, tenuto conto delle incertezze illustrate e del concreto rischio di confusione e di appiattimento dell'autonomia speciale rispetto all'autonomia differenziata, che si distinguono invece per ragioni storiche, culturali, geografiche e anche sociali.

Presidente - Consigliere Lavy per la replica.

Lavy (LEGA VDA) - La confusione ce la creiamo noi. È ovvio che sono fasi delicate da gestire, però sinceramente mi aspettavo che, almeno a livello di competenze, cioè capire quali siano in capo alla Regione, ci fossero, un minimo, le idee un poco più chiare, proprio perché a questo è un treno che sicuramente può essere storico e in qualche maniera noi dobbiamo essere pronti a sederci sopra.

Per quanto riguarda quindi questa questione delle competenze, capire quali siano in capo alla Regione, sapendo che la giurisprudenza è molto complessa, è il primo passo per eventualmente poi dopo lavorare per richiedere altri tipi di competenze che non siano già in campo adesso alla Regione.

Seconda questione è la faccenda procedurale perché, come ho detto anche nella mia illustrazione, con l'autonomia differenziata l'iter in evoluzione delle competenze per le Regioni a statuto ordinario sarebbe più semplice rispetto a quello che abbiamo noi, che appunto prevede la norma di attuazione.

Questo non significa che comunque questo tipo di percorso non possa anche essere intrapreso tramite la norma d'attuazione.

È bene che possa essere costituito un tavolo di lavoro - magari con il Ministro per gli affari regionali - so che già in primavera del 2023 lei, presidente Testolin, aveva detto che c'erano delle interlocuzioni con il ministro Calderoli per individuare in qualche maniera degli strumenti di dialogo per superare eventualmente anche lo strumento dell'articolo 48bis e per puntare magari più sul discorso dell'intesa, quindi è tutto in divenire.

Le opportunità ci sono. Come ha detto lei, non è una gara a chi ha più competenza, perché ovviamente alcune sono già in capo a noi, altre potrebbero esserci più utili, altre invece no, però sfruttare il fatto di essere una regione di frontiera e lavorare, per esempio, sull'ambito del commercio internazionale per noi sarebbe assolutamente positivo.

Sicuramente su questo tema noi continueremo a pungolare giustamente, perché è un tema assolutamente necessario da sviluppare e, in qualche maniera non vedo un rischio di appiattimento delle competenze della Regione a Statuto speciale rispetto a quelle a Statuto ordinario, perché comunque noi tutti, da buoni autonomisti, dobbiamo solo essere contenti che altre Regioni possano in qualche maniera avere anche competenze in più, facendo attenzione che comunque anche noi dobbiamo avere ulteriori competenze, sapendo attualizzare e usare meglio anche quelle che abbiamo.