Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3840 del 24 luglio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3840/XVI - Interrogazione: "Informazioni relative alla diffusione e al consumo di crack in Valle d'Aosta".

Bertin (Presidente) - Punto n. 18 all'ordine del giorno.

Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Collega Minelli, io non sono uso a fare i complimenti per le iniziative in Consiglio, e men che meno mi viene da farlo rispetto a un'iniziativa il cui titolo è "Il consumo di crack in Valle d'Aosta", però devo farle i complimenti, perché questo tipo di temi va trattato in questa maniera, e dare soddisfazione di altra natura lo si concede a tutti.

Inoltre io sono assolutamente certo che lei ascolterà quanto le sto per dire e non penserà che siano delle scribacchiate, visto il tema delicatissimo trattato. Grazie.

Il crack viene sintetizzato a partire dalla cocaina in polvere, quella che tecnicamente viene definita la cocaina cloridrata, con una base debole, solitamente bicarbonato di sodio o ammoniaca, e assunto inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli in pipe apposite di vetro o ricavate spesso da bottiglie di plastica modificate.

Il crack ha una breve durata di azione, dell'ordine di 5-10 minuti, con conseguente rapida insorgenza del bisogno di farne nuovamente uso. La cocaina in questa forma può indurre una fortissima dipendenza psichica e un intenso craving, cioè una compulsione all'uso, pertanto può ingenerare irrequietezza, discontrollo degli impulsi, agiti aggressivi e comportamenti assolutamente antisociali.

Le conseguenze sull'equilibrio psichico sono marcate e vanno dall'instabilità all'angoscia, sino ad arrivare a sintomi psicotici, cioè le allucinazioni.

La sostanza è rilevabile come cocaina nei test tossicologici e solo l'ammissione da parte del soggetto di averla assunta in forma fumata ne testimonia la differenza dall'uso inalatorio o iniettivo classico: non vi è pertanto possibilità strumentale di differenziarla dalla cocaina in polvere e di monitorarla separatamente.

Negli ultimi anni, oltre alla presenza di abusatori prevalenti di crack, nella popolazione di tossicodipendenti abituali appare sempre più frequente la tendenza a farne uso e ciò testimonia la progressiva, ahimè, diffusione del fenomeno e l'aumentare dell'offerta.

Venendo alla domanda n. 1, "Se sono disponibili i dati relativi alla diffusione e al consumo di crack nella nostra regione", nel 2021 erano ventidue i pazienti del SERD per cui risultava un uso di crack - ho detto poc'anzi che per saperlo bisogna che ce lo dicano - e, più in dettaglio: zero nella fascia 0-19, uno nella fascia 20-25, sei nella fascia 26-30 e quindici nella fascia "maggiore dei 30 anni".

Nel 2022 i pazienti sono diventati trenta, più in dettaglio: zero nella fascia 0-19, due nella fascia 20-25, otto nella fascia 26-30 e venti nella fascia "maggiore dei 30 anni".

Nel 2023 i pazienti sono diventati cinquantuno, più in dettaglio: zero nella fascia 0-19, quattro nella fascia 20-25, diciotto nella fascia 26-30 e ventinove nella fascia "maggiore dei 30 anni".

Al momento attuale, nel 2024, sono cinquantacinque i pazienti: uno nella fascia 0-18, cinque nella fascia 20-25, venti nella fascia 6-30 e ventinove nella fascia "maggiore dei 30 anni".

È comunque da precisare che i dati relativi alla diffusione e al consumo di crack sono solo indirettamente desumibili dal dato della richiesta di accesso alle strutture sanitarie che, ricordiamo, può essere solo su base volontaria e quindi non fotografa in toto il problema.

Per quanto concerne inoltre le segnalazioni (ex articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica 309/99, che prevede l'applicazione di sanzioni amministrative per l'uso personale di sostanze stupefacenti, le cui funzioni prefettizie fanno capo alla struttura regionale Invalidità civile e interventi per la disabilità) per la detenzione di crack sono state n. 4 nell'anno 2023 e n. 1 nell'anno 2024 fino a oggi.

Altri dati sono in possesso degli altri enti coinvolti nel contrasto alla diffusione e consumo di sostanze stupefacenti, forze dell'ordine ovviamente in primis.

Per quanto riguarda la domanda n. 2, "Se esiste una forma di monitoraggio della dipendenza da tale sostanza stupefacente", il monitoraggio del fenomeno dipendenze esiste sulla base di quanto premesso e precisato al punto n. 1 e si rivolge al fenomeno e non alla specifica sostanza: quindi include alcool, stupefacenti, ludopatie, eccetera, da cui il passaggio da SERT a SERD.

"Quali azioni sono state messe in campo per sensibilizzare in particolare i giovanissimi a contrastare l'espansione di questa pericolosa sostanza": a oggi tutti gli interventi di prevenzione orientati alla popolazione in età scolare o ai giovani rispetto all'uso di sostanze vertono anche sulla cocaina e sui, purtroppo, multipli e rischiosi utilizzi, compreso naturalmente il crack, tenuto presente che epidemiologicamente la maggior parte dei giovani e giovanissimi tende al poli-abuso di sostanze. A puro titolo di esempio il THC piuttosto che l'alcool e i farmaci.

La complessità della condizione dell'abusatore di sostanze (in special modo le persone giovani, cui contribuiscono un insieme di condizioni psicologiche evolutive, familiari, educative, socio-economiche e culturali) fa sì che l'importante azione svolta dalle strutture sanitarie nella prevenzione nell'ambito trattamentale sia una parte di una risposta articolata fra più enti e naturalmente anche più agenzie.

Azioni di prevenzione sono infatti costantemente proposte alla popolazione nelle scuole e in altri setting dai servizi dell'Azienda USL in collaborazione con altri stakeholder istituzionali e del terzo settore.

Presidente - Consigliera Minelli per la replica.

Minelli (PCP) - Ringrazio l'Assessore per la risposta, le chiedo poi anche se è possibile avere copia dei dati sull'evoluzione, dal 2021 in poi sono riuscita a scrivere soltanto una parte di quanto da lei detto.

L'interrogazione che abbiamo presentato prendeva spunto sia dalla lettura delle recenti dichiarazioni del gruppo Abele di Torino (che, come sappiamo, è da sempre impegnato nella lotta alle tossicodipendenze e - soprattutto, direi - nel recupero e nella prevenzione) sia poi anche dalla lettura del rapporto tossicodipendenze 2023 del Ministero della salute, pubblicato anche questo recentemente.

In entrambi si sottolinea come il consumo da crack sia in aumento ormai da anni, un aumento progressivo in Italia, e mi sembra che i dati che lei ha citato poc'anzi confermino che la nostra regione, purtroppo, non fa eccezione.

Come lei diceva, le caratteristiche di questa droga, che è un derivato dalla cocaina, sono da tenere in considerazione.

La forma di dipendenza da crack sappiamo che sfocia in atteggiamenti che sono particolarmente problematici in pochissimo tempo; c'è una rapidità dei danni che è preoccupante rispetto anche ad altre situazioni e i dati che sono stati resi noti dalla Direzione centrale dei servizi antidroga sui quantitativi delle sostanze sequestrate progressivamente sono anche un ulteriore elemento da prendere in considerazione, perché si parla di raddoppio in pochi anni.

È una droga poco costosa - si parla addirittura di 5 euro a dose in alcune città e comunque mai più di 30 euro - e questo ovviamente è un campanello d'allarme, perché significa che è piuttosto alla portata di tutti, anche di giovanissimi, e i dati che lei ha citato in qualche maniera ci dicono che bisogna stare attenti, anche se mi sembra che le fasce più giovani siano quelle nella nostra regione che hanno un dato minore.

Interessante quindi che ci sia anche questa fotografia.

Sul monitoraggio, l'Assessore dice: "Il monitoraggio riguarda il fenomeno nella sua interezza", quindi è un monitoraggio in senso lato e riguardo un po' a tutte le forme di dipendenza; io credo che in questo senso bisognerà però pensare a mettere in campo qualche azione più mirata, proprio perché mi sembra che gli esperti a livello nazionale si stiano concentrando molto su un'azione molto mirata per cercare di arginare questa situazione.

Sulla prevenzione, anche qui si sta facendo qualche cosa che è ad ampio spettro. Lei ha parlato giustamente di poliabuso di sostanze, però io credo - anche un po' per l'esperienza che ho avuto come insegnante, che ha partecipato ai progetti di prevenzione delle tossicodipendenze - che ci dobbiamo inventare qualche cosa di più, perché sono importanti ma non sono sufficientemente incisivi e - se abbiamo vissuto un periodo, una stagione negli anni passati in cui forse si andava in una direzione un po' più positiva, con un calo, almeno per alcune forme di tossicodipendenza, un calo delle persone interessate - adesso c'è una ripresa che è imputabile a tante questioni, anche alla difficoltà che le persone quotidianamente vivono nel loro percorso, però i dati che noi deriviamo dai principali osservatori del fenomeno delle tossicodipendenze lanciano un vero e proprio grido d'allarme per quello che riguarda il crack, quindi credo che andrebbe posta molta attenzione sul fatto che bisogni mettere in campo delle forze supplementari.

Le forme di psicosi, addirittura, a cui porta questa dipendenza che incide completamente sul sistema nervoso centrale, hanno degli effetti devastanti, quindi credo che sia da affrontare a livello di Assessorato, in collaborazione con la USL e con il SERD, anche perché poi sappiamo che i costi si ripercuotono sul Servizio sanitario regionale, perché le prestazioni che poi bisogna mettere in campo per aiutare queste persone comportano spese che forse sono maggiori di quelle che comporterebbe un'efficace prevenzione.