Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3740 del 19 giugno 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3740/XVI - Interpellanza: "Garanzie previste dall'Azienda sanitaria regionale volte a evitare alle donne che richiedono l'interruzione volontaria di gravidanza il contatto con il personale obiettore di coscienza".

Bertin (Presidente) - Punto n. 47. Per l'illustrazione, la consigliera Erika Guichardaz ha facoltà di parola.

Guichardaz E. (PCP) - Torniamo a parlare della legge 194/1978, relativa alle norme per la tutela sociale della maternità e l'interruzione volontaria della gravidanza, che garantisce il diritto delle donne di poter richiedere la stessa interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute economici, sociali o familiari.

Abbiamo discusso già nello scorso Consiglio dell'emendamento del Governo al decreto PNRR quater, e anche oggi, con un'iniziativa del consigliere Aggravi, che in qualche modo interferisce, sotto questo processo, perché è previsto che le Regioni possano avvalersi del coinvolgimento di soggetti del terzo settore su questa tematica; con una risoluzione sulla nostra mozione, si è detto che in questo caso la Regione non intenda avvalersi, o meglio, non è stato esplicitato che non intenda avvalersi, ma dice che rimane l'assetto attuale, dalla risposta data oggi sembrerebbe il caso che, in questo momento, non vi siano soggetti del terzo settore, però all'interno di quella mozione da noi presentata c'è stato anche a seguire e anche prima un lungo dibattito rispetto a quello che è avvenuto o sta avvenendo nella nostra regione.

Abbiamo in quest'iniziativa anche richiamato il comunicato del Centro Donne che, secondo me, in molta sua parte è stato in qualche modo preso non direi alla lettera, perché io in nessuna parte ho letto "associazioni di volontariato", ad esempio, su cui poi si è insistito molto, da nessuna parte ho letto "grandi condanne", si rilevavano delle segnalazioni che erano state fatte al Centro.

Visti gli articoli che si sono susseguiti dopo quelle segnalazioni, evidentemente quelle segnalazioni proprio così peregrine non erano, perché, ad un certo punto, troviamo su La stampa del 28 aprile 2024 una nota ginecologa valdostana che dice che proprio nella sua attività consultoriale, che ha ricoperto dal 1990 al 2022, ha sempre suggerito il metodo "Gemma" e poi, rispetto al far sentire il battito del feto, ha dichiarato in un primo momento di non ricordare, poi successivamente, evidentemente, la memoria le è tornata e ha ricordato che non lo aveva fatto.

Nello stesso giorno, quindi il 28 aprile, La Repubblica intervista invece un'ostetrica di Aosta che dichiara: "I medici, quando fanno l'ecografia alla paziente che ha scelto di interrompere la gravidanza, chiedono sempre se vuole guardare il monitor e ascoltare il battito cardiaco".

Due dichiarazioni, quindi, che ci sono state il 28 aprile da parte di due operatori della sanità valdostana.

A seguito di queste prese di posizione, anche la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità ha preso posizione dicendo che far sentire il battito del nascituro ad una donna che sta andando ad abortire non è un modo per aiutare la maternità difficile, ed è una cosa che non bisogna fare; dall'altra parte, la Presidente di SVS, Donna aiuta donna Onlus dice: "Se fosse dimostrato che davvero è stato fatto ascoltare il battito cardiaco fetale ad una donna che aveva chiesto di abortire in una struttura pubblica, sarebbe grave".

Alla luce di queste dichiarazioni e alla luce anche degli approfondimenti che abbiamo fatto in questo periodo, chiediamo all'Assessore se è corretto che un operatore sanitario, nell'espletamento della propria attività presso l'Azienda USL, proponga o abbia proposto il metodo "Gemma", misura non strutturale finanziata da una fondazione privata; cosa si sta facendo per evitare di far sentire il battito cardiaco del feto ad una donna che ha intenzione di interrompere la gravidanza; quali sono le garanzie previste dall'Azienda USL affinché le donne che necessitano del certificato medico per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza non entrino in contatto con il personale obiettore durante tutto il percorso; se è intenzione dell'Assessorato e dell'Azienda rivedere la procedura richiamata nelle premesse.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Rispondendo ai primi due quesiti, confermiamo le risposte già fornite sul tema con le precedenti iniziative consiliari, confermando che non è prevista la presenza di alcune associazioni pro-vita nei consultori e nei presidi sanitari dell'Azienda USL e che nessuna associazione ha mai avanzato domanda di autorizzazione in tal senso.

Quest'aspetto, che noi continuiamo a ripetere ciclicamente e che hanno ripetuto i colleghi, che ringrazio, che hanno risposto prima a questa domanda, dovrebbe da solo interrompere la questione.

L'Azienda USL ha comunicato di aver ascoltato personalmente tutto il personale di tutte le figure professionali a vario titolo coinvolte, tutte le testimonianze raccolte hanno confermato i seguenti aspetti:

1) di non essere a conoscenza della presenza di associazioni pro-vita o volontari non autorizzati nei consultori o presso il reparto di ostetricia e ginecologia;

2) di non essere a conoscenza di donne sottoposte a pressioni o a promesse di sostegni economici o beni di consumo per dissuaderle dalla scelta di abortire;

3) di non essere a conoscenza di forzature o obblighi alle donne per l'ascolto del battito cardiaco fetale per dissuaderle dalla scelta di interrompere la gravidanza; anzi, i clinici dell'Azienda USL hanno precisato che l'esame del cuore svolto nelle prime dieci settimane di gestazione è sconsigliato dalle linee guida in quanto potrebbe comportare possibili danni alle valvole cardiache.

Confermiamo quindi che tutti gli operatori si sono attenuti alle sole procedure sanitarie, rispettando le pazienti e senza proporre loro alcuna azione dissuasoria.

L'attenzione alle donne su queste tematiche è alta, come alta è l'attenzione più in generale sulla tutela della dignità e la salvaguardia dei pazienti.

Il confronto con le Associazioni di riferimento è proficuo e volto ad una collaborazione efficace nelle attività che l'Assessorato promuove per disciplinare gli ambiti nella sanità e nel sociale.

Venendo alle domande n. 3 e 4, il personale obiettore - peraltro esiguo nei numeri della nostra regione -, rispetto ad altre realtà non si occupa del percorso di interruzione volontaria di gravidanza.

Nel caso di un obiettore che venga a contatto con tali pazienti, nel rispetto dell'autodeterminazione delle donne, indirizza le stesse ai colleghi non obiettori.

La donna che intenda interrompere la gravidanza nei modi previsti dalla legge può rivolgersi per il rilascio del certificato sia ai consultori che a strutture socio-sanitarie a ciò abilitate, sia al proprio medico di fiducia.

Ricordiamo che la tutela delle donne è sempre garantita con assoluta riservatezza attraverso la segnalazione alla Presidente del Comitato unico di garanzia aziendale o alla referente aziendale per la lotta alla violenza di genere e per ogni caso che presupponga comportamenti non rispettosi o scorretti.

Le varie risposte finora fornite in Aula e dai soggetti che operano con denari pubblici che hanno deciso autonomamente di convocare hanno confermato ed evidenziato che non emerge fino ad oggi alcuna necessità di procedere ad una revisione della procedura aziendale relativa all'interruzione volontaria, anche perché tutto quanto richiamato di fatto non è confermato dai fatti.

Presidente - Per la replica, si è prenotata la consigliera Erika Guichardaz: ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Io non ho capito se sono io che non so scrivere o se chi le prepara le risposte non sa leggere, perché io di associazioni pro-vita in nessuna delle quattro domande ho chiesto nulla, nulla di nulla, e per le dichiarazioni ho esplicitato che erano dichiarazioni di operatori sanitari; quindi mi dispiace che dica: "No, non è mai stato così".

C'è una dichiarazione su un giornale nazionale di una persona che ha lavorato per oltre 30 anni nell'Amministrazione, nell'Azienda, e guarda caso nessuno ne sapeva nulla; eppure nella dichiarazione c'è scritto chiaro e tondo che si proponeva questo progetto, questo metodo "Gemma".

Anche rispetto alla questione del battito, io come lei sa - perché li vede - ho chiesto la procedura alla USL e, guardi, è una procedura vaga, nel senso che sembrano delle linee guida, delle raccomandazioni.

Viene lasciato ai singoli come fare; sul non contatto poi gli obiettori, su questa procedura non si dice assolutamente nulla.

Lei adesso ci dice che se una persona si trova davanti ad un obiettore, questo gli dice: "No, torna domani che c'è un altro che non è un obiettore".

Ecco, di questo qua sopra non c'è assolutamente nulla e soprattutto non c'è nulla rispetto a come garantire in generale la non colpevolizzazione della donna.

Manca poi tutto il pezzo per garantire la privacy, e soprattutto per garantire anche di evitare il contatto con le puerpere.

Sotto questo punto di vista, sinceramente, io mi aspettavo che un minimo almeno di apertura per rivedere questa procedura ci potesse essere.

Prendiamo atto che invece qui come sempre "Stiamo già facendo tutto, va bene tutto" ed evidentemente uno deve avere la fortuna di capitare nel giorno giusto in Consultorio, perché, se capiti nel giorno sbagliato, ti toccherà tornare per una cosa che non credo sia un passaggio... come può credo immaginare anche lei, non è una passeggiata per una donna.

Sinceramente, la sua risposta, ancora una volta, non solo non mi convince, ma veramente mi lascia anche con dell'amaro in bocca, perché bastava leggersi la procedura per capire che questa, in tutte le sue articolazioni, non prevede nulla di tutto quello che lei ha detto.

Presidente - Sospendiamo brevemente per arieggiare i locali. I lavori del Consiglio sono sospesi.

La seduta è sospesa dalle ore 16:56 alle ore 17:31.