Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3739 del 19 giugno 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3739/XVI - Interpellanza: "Revisione della legge regionale 4/2013 in materia di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere".

Bertin (Presidente) - Punto n. 46. Consigliera Minelli, ha facoltà di intervenire.

Minelli (PCP) - Il Consigliere segretario ha appena letto il titolo che è stato dato a quest'interpellanza nell'ordine del giorno, ma è un titolo parziale, perché fa riferimento soltanto ad una parte dell'iniziativa, cioè le domande sulla revisione della legge 4/2013.

In realtà, l'interpellanza che è stata depositata circa un mese fa era più ampia ed aveva un duplice scopo. Questa mattina, con un'interrogazione che abbiamo depositato invece quindici giorni fa, che in sostanza riprendeva la prima domanda della vecchia interpellanza, abbiamo già avuto risposta: una risposta che non ci ha per nulla soddisfatte ma che, ovviamente, Assessore, non le farò ripetere, perché mi sembra che la richiesta sia stata evasa, in qualche modo.

Ripercorro invece la vicenda che riguarda l'altra parte dell'interpellanza.

Come è noto, oltre due anni fa, il 17 maggio del 2022, la collega Guichardaz ed io abbiamo depositato la proposta di legge n. 64, "Disposizioni contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere", poi già tra il 2022 e tutto il 2023 avevamo insistito per la calendarizzazione e la discussione in Commissione.

Un anno fa, il nostro comunicato stampa datato 17 maggio 2023, che era poi sia il primo anniversario del deposito della proposta, sia poi anche una data importante, perché era la data in cui si celebra la giornata contro l'omobitransfobia.

Dopo quel comunicato stampa, durante un incontro informale, ci era stata prospettata da parte del Presidente della quinta Commissione e dei funzionari dell'Assessorato competente, l'intenzione (della maggioranza) di costruire un disegno di legge che riguardasse entrambe le tematiche, vale a dire sia la revisione della legge regionale 4 2013 relativa alle azioni di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere e le misure di sostegno alle donne vittime di violenza, sia la proposta di legge n. 64.

Mi scuso perché nel testo depositato c'è un refuso, è stato citato il titolo dell'altra legge.

In quell'occasione, in occasione di quell'incontro, la collega Guichardaz ed io avevamo sollevato delle perplessità perché ritenevamo le due questioni diverse, ma anche e non solo, perché temevamo che l'elaborazione di un testo unico avrebbe comportato dei tempi lunghi e delle difficoltà. Mi pare che la situazione che è stata prospettata, in qualche maniera, lo confermi.

Ci eravamo però dette disponibili a valutare eventuali proposte, che fossero pervenute nella sede opportuna, vale a dire la Commissione competente.

Tuttavia, da allora, di proposte concrete non abbiamo più avuto alcuna informazione, se si esclude un brevissimo accenno che è stato fatto in quinta Commissione da parte del Presidente e dal coordinatore del Dipartimento politiche sociali per sottolineare che l'iter di questa proposta di legge n. 64 era in qualche modo congelato (questa mi pare l'espressione che fosse stata utilizzata), che però era una decisione non presa dalla Commissione stessa.

A marzo scorso, in occasione di un nostro question time sulle segnalazioni di maltrattamenti in famiglia, intervenendo in Aula avevo ricordato che in Commissione ci era stato detto che si era al lavoro per la revisione della legge 4/2013, che si occupa di contrasto alla violenza sulle donne e che si stava pensando ad un testo che recepisse anche la nostra proposta di legge.

Anche in quell'occasione avevo ribadito che, secondo noi, non aveva senso mescolare le due cose, auspicando, al contempo, un confronto in occasione sull'intera questione.

Successivamente, ad inizio aprile, c'è stata una riunione della quinta Commissione e il verbale che la documenta riporta chiaramente la nostra posizione, oltre anche alle considerazioni dei vari Consiglieri che erano presenti e che avevano rilevato come non fosse mai stato deciso nulla in quella Commissione circa la sospensione dell'iter della proposta, arrivando anche a chiedere l'espressione del parere su quella PL seduta stante.

Poi, mi pare anche che mancasse, a quel punto, il numero legale, perché qualcuno era già scappato via, cosa che peraltro poi succede, succede nelle Commissioni in cui mancano le persone, quindi non sia diano poi anche dei pareri, ma questa è un'altra questione.

È passato ancora del tempo e il 17 maggio scorso, secondo anniversario del deposito della proposta e data in cui si celebra la Giornata internazionale contro l'omobitransfobia, l'Associazione Arcigay Queer VDA ha inviato agli organi d'informazione un comunicato stampa dal titolo: "17 maggio, per la Giornata internazionale contro l'omobitransfobia, illuminare le coscienze, non i monumenti".

Scrive l'Associazione: "Quest'anno, in occasione della giornata contro l'omobitransfobia, l'Arcigay Valle d'Aosta non ha richiesto l'accensione della Porta Praetoria con i colori rainbow, ma sollecita la politica ad un impegno concreto. Al Consiglio regionale chiede di ricalendarizzare il disegno di legge contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e identità di genere, sepolto a Palazzo Deffeyes da due anni in quinta Commissione. Chiede inoltre che il testo non sia modificato, diventando una generica legge contro ogni discriminazione in un timido tentativo di unire ad esempio omofobia e abilismo, senza considerare i differenti approcci di cui necessitano due importanti problematiche. La legge non può essere così vaga da non essere più efficace".

Al di là del piccolo errore lessicale riguardo al testo che noi abbiamo depositato che non è ovviamente un disegno di legge, ma una proposta di legge, crediamo che occorra, a questo punto, fare chiarezza e dire esattamente cosa si vuole realmente fare per (incomprensibile) una proposta che è ferma da due anni e che avrebbe potuto essere esaminata, discussa, eventualmente emendata, modificata in qualche punto e poi portata al voto, che poteva essere positivo o negativo, questo lo sappiamo.

L'Assessore oggi, rispondendo alla mia interrogazione, ha detto che non si vuole sminuire quella proposta di legge, che c'è attenzione e rispetto per quello che è stato scritto e chiesto, però a me sembra che, più che altro, quella proposta di legge sia stata messa in naftalina, e l'esigenza e la sollecitazione che è stata espressa dalla principale associazione di riferimento, secondo noi deve essere colta e rispettata, ma, al di là del rispetto o meno di questa richiesta, ci devono essere delle risposte chiare.

Stamattina l'Assessore già diceva: "Noi vogliamo arrivare ad una legge quadro", noi no, quindi le chiedo di rispondere alla domanda specifica che è quella se intendete raccogliere queste sollecitazioni; in ogni caso, noi pensiamo che a questa proposta di legge debba essere data una definizione e si debba andare avanti comunque.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Come ricordato dalla collega Minelli, rispondendo all'iniziativa n. 18, nell'incontro che viene citato spesso e che si è tenuto presso l'Assessorato, proprio per fare un'analisi con gli uffici rispetto all'opportunità della modalità amministrativa migliore per raggiungere un obiettivo politico comune, si è considerato, insieme al presidente della quinta Commissione Padovani - che tra l'altro in quest'Aula spesso ha riprovato nuovamente a far presente le cose più o meno inutilmente -, che la revisione della legge debba rappresentare l'occasione e il valore aggiunto per realizzare una nuova norma quadro - che capisco a voi non piaccia, ma che, di fatto, per quanto ci riguarda, risulta essere lo strumento migliore; poi, visto che quest'iniziativa ci consente di spiegare meglio, proveremo anche a dire perché -, che comprenda tutte le politiche a contrasto della violenza di genere e quelle determinate dall'orientamento sessuale o dalle identità di genere.

Attraverso la legge quadro, si potranno infatti declinare le azioni di sistema e i servizi di interventi trasversalmente in capo a diversi Assessorati o Dipartimenti dell'Amministrazione - e già solo questo prevede una legge quadro - come ad esempio l'istruzione, le politiche del lavoro e la sanità che potranno, nell'ambito delle proprie competenze, e attraverso risorse economiche proprie, dare attuazione alle disposizioni di legge.

La prima attività necessaria e propedeutica alla revisione della predetta legge consiste nella verifica - lo ripeto questo pomeriggio -, che è già stata avviata, della normativa internazionale e nazionale specifica del settore, necessaria per considerare le indicazioni e gli orientamenti sovra-regionali che dovranno essere recepiti.

Da qui è emersa la necessità di adottare un lavoro di revisione della legge il più possibile partecipato, sia interno all'Amministrazione che all'esterno.

In tale ottica, assume particolare rilievo, come richiamato stamane, il ruolo del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere che, in occasione della riunione del primo febbraio scorso, ha definito e condiviso il suo coinvolgimento all'interno delle attività di revisione della legge in quanto in parte già espressione rappresentativa di alcuni soggetti da coinvolgere in tale processo.

Sempre in occasione del citato incontro con il Presidente della quinta Commissione, si era evidenziata l'opportunità di attendere l'emanazione degli atti a livello nazionale, per poi successivamente avviare la revisione della legge regionale potendo così recepire quanto previsto a livello centrale, individuare ulteriori azioni da adattare alla specificità della realtà valdostana.

Con il decreto del 17 dicembre del 2020, il Dipartimento competente per le pari opportunità ha definito un programma per la prevenzione ed il contrasto della violenza legato all'orientamento sessuale all'identità di genere proprio attraverso l'implementazione di azioni volte alla parità di trattamento e alla cultura della non discriminazione nei confronti delle persone LGBTQ+.

Tale programma prevede inoltre la realizzazione sul territorio nazionale di centri per il sostegno delle vittime di discriminazione o violenza o in condizioni di vulnerabilità legate all'orientamento sessuale o identità di genere, in ragione del contesto sociale e familiare di riferimento, indipendentemente dal luogo di residenza.

Ad oggi - è qui il punto, collega Minelli, perché lei è persona attenta e che studia - tale programma non è ancora stato approvato, sebbene siano già state avviate alcune attività di concertazione, confronto o condivisione con le Regioni.

Come già anticipato sempre nelle varie interlocuzioni e occasioni menzionate nell'iniziativa, la prima attività necessaria e propedeutica alla revisione della legge è la mappatura di tale tipologia di violenza sul territorio regionale, al fine di disporre di un quadro reale e utile ad individuare l'identità del fenomeno per le conseguenze ed opportune valutazioni.

Questo è il motivo per il quale stiamo lavorando con questa cadenza e, di fatto, non per l'inerzia che è stata rappresentata nella mattinata.

La mappatura del fenomeno è stata avviata nel secondo semestre del 2023.

Per rendere le dimensioni del lavoro intrapreso, si rappresenta che sono stati interessati diciassette soggetti, tra i quali le Forze dell'ordine, il Servizio sociale professionale regionale, l'Ordine degli avvocati, l'Ordine degli psicologi, il servizio di psicologia territoriale, l'Associazione Arcigay della Valle d'Aosta.

Nonostante il quadro, seppur parziale, sino ad ora emerso non restituirà una rilevazione allarmante a livello territoriale, ribadiamo la volontà dell'Assessorato nel proseguire ad attenzionare la tematica della violenza per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere.

Questo, come detto, sempre nell'ambito di una normativa quadro che possa fornire indicazioni, orientamenti scientifici e interventi con la necessaria sinergia, in modo da evitare parcellizzazioni e sovrapposizioni, consentendo quindi di prevedere adeguate e congrue coperture economiche per la realizzazione degli interventi regionali programmabili.

Riteniamo che quest'approccio risulti tutt'altro che generico e vago, ma che, al contrario, sia diretto a conseguire quell'efficacia che tutti auspichiamo, proprio per giungere alla concretezza che giustamente anche le associazioni reclamano, al di là dei momenti meramente celebrativi che ricorrono nelle Giornate internazionali dedicate.

Attraverso la legge quadro, l'Amministrazione regionale, in coerenza con i principi costituzionali e statutari e le leggi vigenti, le risoluzioni dell'ONU e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, le risoluzioni e i programmi dell'Unione europea, riconoscerebbe quindi che ogni forma e grado di violenza contro le donne e basata sul genere e nei confronti di persone in relazione all'orientamento sessuale e all'identità di genere costituisce una violazione dei diritti umani e della dignità della persona, della libertà e sicurezza individuale, una lesione dell'integrità e della salute fisica e psichica ad una limitazione al diritto ad una cittadinanza piena.

Alla luce di quanto esposto e tenuto conto della complessità della materia e della vastità della normativa da verificare e recepire, dell'approccio partecipativo da prediligere, della necessità di sviluppare una revisione sinergica e complementare, la struttura regionale di riferimento si avvarrà della collaborazione di un soggetto esterno, come richiamato questa mattina, per coadiuvare gli uffici in tale attività, tenendo conto di tutti gli aspetti legati ad ogni forma di violenza.

Come abbiamo considerato in risposta alla precedente interrogazione, la 18 della mattinata sul medesimo tema, riteniamo importanti i contenuti della PL 64, ribadiamo però la necessità di affrontare la complessità dei fenomeni attraverso una programmazione di interventi adeguati di sistema, attraverso una legge quadro che la PL, prospettata, non contempla come visione complessiva.

I contenuti della vostra legittima proposta saranno quindi sicuramente presi in considerazione nel contesto di una predisposizione di una legge quadro più complessiva.

Io credo di essere stato chiarissimo al riguardo.

Presidente - Per la replica, la parola alla consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Assessore, la visione è completamente diversa. Lei dice: "Quello che noi vogliamo fare è una legge quadro, la revisione della legge 4/2013 è avviata, bisogna aspettare le direttive nazionali, bisogna fare tutto il monitoraggio, la mappatura", eccetera.

Io però rilevo una cosa: questa legge è stata depositata oltre due anni fa, e la legge 4/2013 ha esattamente undici anni. Ora, se ancora siamo nella situazione di dover fare delle mappature, e di quella revisione della 4/2013 si parla esattamente da tre anni e mezzo almeno, se ne era parlato anche precedentemente anche nell'altra Legislatura, ma qui, in questa Legislatura, sono tre anni e mezzo che ne parliamo, c'è un problema Perché in qualche modo nascondersi o comunque chiamare a sostegno il fatto che non ci siano ancora delle linee nazionali, a me fa specie, e soprattutto non condividiamo - lo abbiamo detto e lo ripetiamo - che si faccia questa legge quadro.

Dico di più, la legge quadro si potrebbe anche farla, recependo però prima quella che è invece una legge che potrebbe essere approvata.

Le dico, Assessore, che una legge sulla omobitransfobia è stata approvata in Toscana nel 2004, in Liguria nel 2009, nelle Marche nel 2013, in Sicilia nel 2015, in Piemonte nel 2016, in Umbria nel 2017, in Emilia nel 2019, in Campania nel 2020, e non credo che non pensino anche loro che possa essere utile; io non lo ritengo così utile, ma penso che anche loro credano che ci debba essere una legge quadro, forse, sulle discriminazioni.

Ciò non toglie che hanno preso dei provvedimenti legislativi che vanno nella direzione di prevenire e di tutelare quelle specifiche minoranze.

Dal mio punto di vista, dal punto di vista nostro, continuiamo a credere che la legge di contrasto alla violenza sulle donne debba essere una cosa, questa è altra cosa. Quindi non condividiamo assolutamente il percorso che avete intenzione di fare, perché siamo convinte che rischiamo, in questo modo, di arrivare alla fine di questa Legislatura con un nulla di fatto, né per una legge, né per l'altra, né per la legge quadro.

Questo è quello che temiamo e se andiamo avanti di questo passo, visto che soltanto nei primi sei mesi del 2023 è partita la mappatura, siamo ormai oltre i sei mesi del 2024, vuol dire che è più di un anno.

A me sorge anche un altro dubbio però, e lo voglio esplicitare, è che questa situazione sia da imputare anche al fatto che qualcuno non vuole che passi una nostra proposta di questo tipo, ma abbia in testa un altro cappellino pronto da mettere o una bandierina da piantare, usando il lavoro altrui, come è successo anche nel passato Consiglio di inizio giugno a proposito della questione sull'interruzione di gravidanza.

Un atteggiamento che io giudico scorretto, perché si possono fare degli emendamenti, e direi anche un atteggiamento che io reputo particolarmente puerile, ma tant'è.

Quello che noi chiederemo in Commissione è di riprendere l'iter della proposta di legge 64, chiederemo che vengano calendarizzate le audizioni, se ci saranno delle proposte emendative saranno prese in considerazione, altrimenti la proposta di legge andrà al voto, sarà bocciata o approvata ma finirà il suo iter.

Chiederemo quindi formalmente al Presidente, fin alla prossima riunione, di portare a termine questo iter della PL 64.