Oggetto del Consiglio n. 3737 del 19 giugno 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3737/XVI - Interpellanza: "Attuale assetto organizzativo dei servizi dei consultori per quanto concerne il coinvolgimento delle associazioni e dei volontari".
Bertin (Presidente) - Punto n. 44. Consigliere Aggravi, ha facoltà di intervenire.
Aggravi (RV) - Torniamo su un tema che è stato oggetto di ampia discussione e anche un po' di polemica nel Consiglio del 22 e 23, relativamente alla presentazione, da parte delle colleghe del PCP, di una mozione che riguardava il tema molto più ampio della legge 194 e dei consultori.
Non voglio tornare sul tema della discussione che c'è stata ma, in realtà, voglio concentrarmi su un altro passaggio che è oggetto di quest'interpellanza che abbiamo presentato con il collega.
Alla luce dei contenuti di quella mozione e di quello che è stato poi il dibattito e quello che è successo, noi avevamo proposto un emendamento che poi non è stato considerato, ma tant'è. Più che altro, successivamente, è stata presentata una risoluzione sul punto e, rileggendo il testo finale dell'impegnativa, oggettivamente è sorto un dubbio collegato in particolare a che cosa? Ad una previsione all'interno del Piano regionale della salute e del benessere sociale. In particolare, laddove c'è la sezione dedicata ai consultori e all'assistenza materno-infantile, si dice quanto segue: "La rete consultoriale coinvolge molti ambiti specialistici, con tutte le professionalità presenti, per la presa in carico, l'assistenza e la prevenzione delle donne, delle donne in gravidanza, dei neonati e dei bambini, e ad oggi è caratterizzata da diversi livelli organizzativi e da specifiche articolazioni dei servizi territoriali e ospedalieri attraverso..." e c'è giustamente tutta un'elencazione, tra cui è presente la seguente denominazione: "associazionismo e volontariato".
La risoluzione che è stata portata, quella che poi è stata oggetto di voto, ha un'impegnativa di questo tipo: "Impegna il Governo regionale a mantenere l'attuale assetto organizzativo dei servizi dei consultori che non prevede il coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità".
Oggettivamente - e l'abbiamo anche evidenziato nelle premesse dell'interpellanza - l'espressione "Sostegno alla maternità" può riguardare più casistiche riguardanti non soltanto necessariamente il caso dell'interruzione volontaria di gravidanza, e se vogliamo quello che era stato l'oggetto della discussione, considerato anche il passaggio che ho citato, senza tutta l'elencazione di tutte le tipologie, ma soltanto dell'ultima, che comunque è citata nell'ambito della sezione "consultorio, assistenza materno infantile" del Piano regionale per la salute e il benessere sociale.
A questo punto, quello che noi chiederemmo è quanto segue: quale sia l'attuale assetto organizzativo dei servizi dei consultori in termini di coinvolgimento dell'associazionismo e del volontariato per la presa in carico, l'assistenza e la prevenzione delle donne, delle donne in gravidanza, dei neonati e dei bambini, e soprattutto - seconda domanda - se, alla luce dell'utilizzo nell'impegnativa della già richiamata risoluzione dell'espressione sostegno alla maternità, si ritenga opportuno precisare il perimetro di azione dei soggetti del terzo settore, al di là del contesto di riferimento inerente l'IVG (interruzione volontaria di gravidanza), al fine di non precludere ogni altro coinvolgimento di realtà associative e di volontariato a sostegno per l'appunto delle donne, delle donne in gravidanza, dei neonati e dei bambini, perché oggettivamente l'impegnativa ci sembra un po' troppo stringente nel ventaglio di possibilità che lo stesso Piano regionale per la salute e il benessere sociale identifica.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - L'attuale assetto organizzativo dei servizi dei consultori non prevede nessun associazionismo o volontariato all'interno dei consultori stessi, così come attuale organizzazione del percorso IVG (interruzione volontaria di gravidanza) non prevede il coinvolgimento di enti del terzo settore da parte degli operatori dei consultori.
Inoltre, né associazioni né enti del terzo settore hanno mai avanzato domanda di autorizzazione al coinvolgimento in tal senso.
Il consultorio familiare è un servizio di base, orientato a tutelare e promuovere la salute delle donne, delle coppie e dei minori e deve costituire luogo privilegiato di prossimità agli assistiti; risulta pertanto strategico potenziare la rete regionale dei consultori e le attività nelle aree previste per questo setting assistenziale. In particolare, il supporto dei progetti di vita affettiva, sessuale e riproduttiva delle persone, la prevenzione, l'educazione, l'assistenza e il monitoraggio, nonché l'offerta di consultazione esperta e l'orientamento al fine di generare consapevolezza negli assistiti stessi.
Il modello di erogazione deve essere orientato alla logica di rete ed integrazione dei servizi territoriali e ospedalieri, e di lavoro in équipe multidisciplinare, definendo percorsi condivisi con i servizi di promozione della salute, delle cure specialistiche e della diagnostica ambulatoriale, delle cure intensive e della diagnostica complessa.
In tale direzione i servizi consultoriali troveranno principalmente spazio - come richiamato dall'iniziativa del collega Brunod e come io e lei ci siamo detti in svariate occasioni - presso le Case della comunità, strutture intermedie, previste nell'ambito della riorganizzazione del potenziamento dell'assistenza territoriale.
Il decreto ministeriale 77/2022, richiamato già con la 43, prevede che nelle Case della comunità, oltre all'integrazione e alla multidisciplinarietà dei servizi sanitari e sociali, sia presente anche la partecipazione della comunità locale attraverso le associazioni dei cittadini, dei pazienti, dei caregiver e del volontariato.
L'interrelazione tra tutti i soggetti portatori di interessi è promossa dall'Assessorato e consente di intercettare, condividere e adattare le priorità di intervento alle necessità e ai bisogni della comunità.
Di tale necessità e bisogni le associazioni sono sentinelle e ricettori privilegiati.
Per questo, il confronto con il mondo delle associazioni è continuo e proficuo, sia per raccogliere le loro istanze, sia per una collaborazione efficace nell'attività dell'Assessorato, volta a disciplinare i vari settori della sanità, del welfare e del sociale.
I tavoli interistituzionali in tal senso presso l'Assessorato e i due Dipartimenti sono una delle gambe su cui tutto quanto l'Assessorato si sostiene.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (RV) - Mi rimane sempre un po' vaga la risposta alla seconda domanda e soprattutto mi resta il dubbio che l'impegnativa, che è stata votata la scorsa volta, sia sostanzialmente un po' tranchant e abbia sottovalutato il passaggio che forse meritava una maggior specifica, ovvero quella di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità.
Riascolterò però la risposta e a questo punto mi rimane anche un po' vaga la finalità della previsione alla pagina 63 del Piano regionale per la salute e il benessere sociale, ma probabilmente sono io che non sono riuscito a seguire con solerzia la prima parte della risposta.
Detto questo, tornerò a sentire la risposta e capire se in realtà la risposta c'è o è tra le righe. Ripeto, io rimango dell'idea che, spesso e volentieri, le mozioni, o comunque le risoluzioni o gli ordini del giorno che a volte presentiamo, sono tutt'altro che da sottovalutare, soprattutto nella forma delle impegnative che vengano presentate, perché altrimenti si rischia di impegnare il Governo in un senso e di aver scritto da un'altra parte e magari di aver votato da un'altra parte un provvedimento che dice di fare tutt'altro.