Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3725 del 19 giugno 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3725/XVI - Interrogazione: "Revisione della legge regionale riguardante gli interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere".

Bertin (Presidente) - Punto n. 18 all'ordine del giorno. Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - La domanda n. 1: "A che punto è il lavoro di revisione da parte delle strutture assessorili della legge n. 4/2013 di cui si è in attesa da tempo"; la domanda n. 2: "Se e quando verrà portata all'attenzione della V Commissione la bozza di revisione del testo di legge prima che la stessa sia approvata dall'esecutivo".

Il lavoro di revisione della legge regionale 4/2013 è stato avviato con la prima attività necessaria e propedeutica che consiste nella verifica dello stato dell'arte della normativa internazionale nazionale specifica di settore. La verifica si rende necessaria per poter considerare le indicazioni e gli orientamenti sovra-regionali che dovranno essere recepiti.

Considerata la complessità e la delicatezza dei fenomeni contemplati, il lavoro di revisione della legge deve essere il più possibile partecipato; deve quindi prevedere il coinvolgimento sia dei diversi soggetti che intervengono a vario titolo nell'ambito delle politiche a contrasto delle violenze, sia dei Dipartimenti di tutti gli Assessorati regionali coinvolti in sinergia in ordine alla programmazione sul tema.

Questo è uno dei vari temi che, di fatto, ha una connotazione più generale e non di ambito.

In tale ottica partecipata assume anche particolare rilievo il ruolo del forum permanente contro le molestie e la violenza di genere.

Il forum, in occasione della riunione del primo febbraio scorso, ha definito e condiviso il suo coinvolgimento all'interno delle attività di revisione della legge, in quanto lo stesso, in parte, è già espressione e rappresentativo di alcuni soggetti da coinvolgere in tale processo.

In particolare, in occasione del citato incontro con il Presidente della V Commissione, cosa che tra l'altro il Presidente stesso ha più volte - e debbo dire anche purtroppo inutilmente - ricordato in aula, si era evidenziato quanto abbiamo sinora descritto circa l'opportunità di attendere l'emanazione degli atti a livello nazionale per poi successivamente avviare la revisione della legge regionale, potendo così recepire quanto previsto anche a livello centrale in modo da individuare quindi ulteriori azioni da adattare alla specificità della nostra realtà valdostana.

Si era inoltre rappresentato come la revisione della legge possa rappresentare l'occasione e il valore aggiunto per realizzare una nuova norma quadro che comprenda tutte le politiche a contrasto della violenza di genere e quelle determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere stesso, anche perché dal 2013 a oggi, anche l'attenzione, e quindi la produzione normativa e di ambito, è praticamente aumentata a livello geometrico.

È attraverso una legge quadro che si potranno declinare le azioni di sistema i servizi e gli interventi che trasversalmente sono in capo ad Assessorati nei diversi settori dell'amministrazione, come ad esempio l'istruzione, le politiche del lavoro e la sanità.

Saranno infatti proprio gli Assessorati che potranno, nell'ambito delle proprie competenze, attraverso risorse economiche loro assegnate, dare attuazione alle disposizioni di leggi.

Questo, come detto, sempre nell'ambito di una normativa quadro che possa fornire con la necessaria sinergia indicazioni, orientamenti e specifici interventi, in modo da evitare parcellizzazioni e sovrapposizioni, consentendo anche di prevedere adeguate e congrue coperture economiche per la realizzazione degli interventi.

Attraverso la legge quadro, in coerenza con i principi costituzionali e statutari - che vanno dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta fino all'ONU - si riconoscerebbero di fatto le necessità di sviluppare una revisione sinergica e complementare.

La struttura regionale di riferimento si avvarrà della collaborazione di un soggetto esterno per coadiuvare gli uffici in tale attività, tenendo conto di tutti gli aspetti legati a ogni forma di violenza che ho appena finito di citare, soprattutto per la complessità e per gli ambiti tutti richiamati.

Chiariamo quindi, per concludere, che condividiamo l'importanza della PL 64 - lo abbiamo sempre fatto - sul tema delle discriminazioni e delle violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere.

Come abbiamo contestualizzato, vi è però una necessità di ordine superiore, dettata dalla complessità dei fenomeni che richiedono risposte adeguate di sistema attraverso una legge quadro che, di fatto, la PL 64 non contempla come visione complessiva.

In ogni caso, non abbiamo intenzione alcuna di sminuire i contenuti della vostra legittima proposta, che saranno sicuramente presi in considerazione nel contesto della predisposizione di una legge quadro complessiva.

Prevediamo quindi di presentare una bozza di revisione del testo di legge all'attenzione della V Commissione nell'arco del prossimo anno.

Presidente - Consigliera Minelli per la replica, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - L'interrogazione, come si è visto, contiene una domanda che avevamo già presentato in un'interpellanza iscritta all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio di quindici giorni fa, poi rinviata a questa seduta, quindi quando ci arriveremo, a una parte di quelle richieste sarà già stata data risposta, una risposta ovviamente che non ci soddisfa.

Noi abbiamo voluto portare quest'iniziativa specifica perché mercoledì 5 giugno, proprio mentre noi eravamo riuniti in aula, in occasione dell'anniversario della Fondazione dell'Arma dei Carabinieri, sono stati resi noti i dati relativi ai reati legati al cosiddetto "Codice rosso" nella nostra regione, dati che risultano particolarmente allarmanti.

Su cinquantatré arresti complessivi eseguiti in un anno, da maggio 2023 ad aprile 2024, ben ventotto, cioè oltre la metà, sono per delitti legati alla violenza di genere, a maltrattamenti e abusi e di questi la quasi totalità riguarda uomini che hanno compiuto reati contro le donne. A ciò si aggiungono cinquantadue provvedimenti di allontanamento dal domicilio familiare e ottantatré denunce a piede libero.

Sono dei numeri in forte crescita rispetto al 2023, gli arresti sono più che raddoppiati, le denunce sono salite anch'esse del doppio, i provvedimenti di allontanamento sono pressoché quadruplicati.

Sappiamo poi comunque che le denunce e le segnalazioni fotografano solo in parte la realtà dei fatti, perché c'è un sommerso direi fisiologico, dovuto alla difficoltà per molte vittime di rivolgersi alle forze dell'ordine.

Ora lei ci dice che il lavoro di revisione della legge regionale è stato avviato. È da parecchio tempo che questo lavoro è stato avviato, ed è chiaro che sia una revisione che deve tener conto dei cambiamenti legislativi a livello nazionale ma deve tenere conto anche dell'acuirsi del fenomeno in Valle d'Aosta, credo che i dati che ho citato parlino da sé, non c'è bisogno di aggiungere molto.

Noi crediamo che ci sia a questo punto obiettivamente un'urgenza, una necessità non più rinviabile, lo avevamo già detto a gennaio, quando la Procura aveva reso noto l'aumento del fenomeno delle violenze di genere.

Avevamo sollecitato già allora la stesura di questa norma, lo avevamo detto sia in aula che in Commissione, e torniamo a farlo.

Lei ci dice che si deve fare, si deve arrivare a una legge quadro che comprenda tutte le forme di discriminazione, una legge che poi declinerà le azioni di sistema.

Io dico: "Aspetta e spera", perché se questo è l'obiettivo - e se ne parla da tre anni praticamente di fare una norma quadro, e sicuramente da due, perché ci è stato detto più e più volte - se l'obiettivo è evitare parcellizzazioni e sovrapposizioni, come ha detto lei, io penso che bisogna rivederlo quell'obiettivo, perché qui c'è una vera e propria urgenza ad avvalersi poi... ha parlato al futuro: "Ci si avvarrà di un soggetto esterno non meglio definito", per seguire l'impostazione di questa norma.

A me sembra che siamo veramente ormai tanto, tanto in là nel tempo, siamo a giugno del 2024, lei ha concluso dicendo che c'è l'intenzione di portare una bozza di revisione nell'arco del prossimo anno, quindi saremo al quinto anno di legislatura su un tema che è stato preso in carico durante il primo anno.

Mi sembra una cosa che assolutamente non possa essere condivisa e che non vada bene, ne parleremo più tardi quando discuteremo dell'interpellanza che abbiamo presentato.

Io ribadisco che non c'è, dal nostro punto di vista e non solo, nessun bisogno di fare una norma che comprenda anche la proposta di legge sulle discriminazioni che noi abbiamo presentato più di due anni fa, la proposta di legge 64, magari poi inserendo dentro anche l'abilismo.

Sono delle norme che possono procedere separate, anzi, secondo noi devono essere separate, devono procedere separatamente, e la volontà di fare una norma unica, di fare questa legge quadro allunga ancora i tempi, di sicuro allungherà ancora i tempi che a me sembrano già esagerati.

Poi la tempistica che lei ha dato - questa volta ha dato una tempistica - è assolutamente inadeguata. Concentratevi sulla revisione della 4/2013 e procediamo in Commissione con la discussione sulla P.L. sulle discriminazioni.