Oggetto del Consiglio n. 3657 del 23 maggio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3657/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'innalzamento dei limiti di emissione delle antenne SRB".
Bertin (Presidente) - Punto n. 38. Si è prenotato il consigliere Lucianaz.
Lucianaz (RV) - Parliamo di elettrosmog. È scientificamente provato che i campi elettromagnetici interagiscono con i tessuti biologici, interazione tanto più potente quanto più ci si trova vicini alla sorgente e che varia in base alla frequenza.
Gli effetti indotti dai campi elettromagnetici vengono distinti tra effetti termici e non termici. Gli effetti termici sono dovuti alla trasformazione di energia elettromagnetica in calore, la quantità del calore dipende dalla frequenza, dall'intensità del campo, dalla durata dell'esposizione e dal contenuto di acqua presente nei tessuti attraversati. Fortunatamente, i livelli a cui normalmente siamo esposti, ad esempio quando guardiamo la televisione o utilizziamo un PC, non sono sufficienti per produrre un riscaldamento significativo; questi effetti non sono quindi da considerarsi pericolosi.
Gli effetti non termici, invece, comprendono le alterazioni biologiche dovute alle interazioni con le strutture molecolari, ma ancora non sappiamo granché di cosa avvenga.
I principali disturbi che si possono presentare sono legati al sistema nervoso, ad esempio: irritabilità, depressione, tremori, vertigini, disturbi del sonno e all'apparato cardiovascolare, tachicardia e vasodilatazione al sistema endocrino, ipertiroidismo.
Rimanendo nel campo dei tumori, ad oggi non ci sono dati che evidenzino, con assoluta certezza, una correlazione tra l'esposizione ai campi elettromagnetici e il tumore, ma neanche la certezza assoluta del contrario.
Per questo motivo, l'agenzia internazionale per la ricerca del cancro ha classificato i campi magnetici come possibilmente cancerogeni per l'uomo.
Senza rendercene conto, siamo immersi, ogni giorno e notte, in un vero e proprio mare di onde invisibili: le radiazioni ionizzanti; sappiamo ancora poco su questi effetti, in quanto i riscontri degli studi scientifici effettuati non hanno dato, fino a oggi, risultati definitivi né in un senso né nell'altro.
Ricordo ancora che in un campo elettrico e un campo magnetico, inevitabilmente ha luogo un'interazione tra le forze dei campi, le cariche e le correnti elettriche presenti nei tessuti dell'organismo.
Questa è una delle ragioni per cui si sconsiglia fortemente le radiazioni all'interno delle scuole, ad esempio, meglio i collegamenti fisici.
Con l'interpellanza del 7 febbraio 2024, avevo chiesto all'assessore Sapinet, che immagino mi risponda oggi, quali erano gli intendimenti del Governo regionale, in seguito all'emendamento all'articolo 4.09, disegno di legge "Concorrenza", proposto da Fratelli d'Italia, che aveva permesso l'innalzamento della soglia da 6 Volt/metro a 15 Volt/metro massimo, per quanto riguarda il suolo italico.
La risposta dell'Assessore, che avevo definito all'epoca abbastanza confortante, era che i contenuti dei decreti attuativi saranno oggetto di confronto nelle competenti Commissioni tecniche interregionali e in sede di conferenza unificata; in questi contesti sarebbe stato possibile formulare osservazioni rispetto ai contenuti dei decreti ma l'assessore Sapinet, diceva - parlo di febbraio scorso - che non sono ancora state emanate le proposte di bozza e quindi non erano disponibili per eventuali osservazioni.
Una delle ragioni di quest'interpellanza è appunto capire a che punto siamo e qual è stata la posizione dell'ARPA regionale e del Governo regionale.
Ricordo con quest'interpellanza anche che recentemente diversi Sindaci - soprattutto sulla costa del Levante ligure, parlo di Lavagna, Rapallo, Sestri Levante, Cogorno, Pieve Ligure e altri - hanno emesso delle ordinanze per vietare qualsiasi aumento dei limiti attualmente in vigore; questo a tutela della salute pubblica. Ricordiamoci che il principio preminente è quello della precauzione.
Per quanto riguarda l'Europa, sappiamo bene che ci sono Paesi e Stati in cui i livelli sono molto più elevati rispetto a quello italiano, parlo di Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Germania, Romania, Finlandia, Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca, però sappiamo anche bene che il malaugurato Governo Monti, nel 2012, ha disposto che la media del calcolo venisse calcolata nell'arco delle 24 ore, dove i tempi di misura delle emissioni, naturalmente di notte, permettono un adeguamento diverso della media.
Fissare il limite sicuro a 61 Volt/metro per l'Europa, era il massimo, l'Italia ha utilizzato lo stratagemma di permettere una media che concorre con le ore notturne, dove il traffico di telecomunicazioni ad alta frequenza si azzera, praticamente, e questo permette, naturalmente, dei picchi molto più elevati durante la giornata.
Questi Sindaci, questa sensibilità di amministratori locali si è espressa anche in questo senso, chiedendo di riportare i parametri, come nella media europea, ai valori pre-Governo Monti. I limiti massimi, ripeto, previsti dall'Unione Europea, sono stati definiti come livello precauzionale, relativamente in riferimento ai danni di tipo termico, mentre non c'è alcun riferimento ai danni arrecabili al metabolismo cellulare di cui ho parlato all'inizio; grazie agli studi effettuati in particolare dall'Istituto Ramazzini, è stata invece verificata l'esistenza, ripeto, di danni arrecabili al metabolismo cellulare già in presenza di emissioni a 25 Volt/metro.
Il fatto è che le radiazioni di quinta generazione vanno a sommarsi a quelli della telefonia attuale - 2G, 3G, 4G, LTE - creando, pertanto, una palese esposizione amplificata dall'insieme di questa concentrazione e, soprattutto, in riferimento ai giovani, questo è un aspetto che dovremmo tenere sicuramente più in considerazione.
Il senso di questo aumento di 5G, l'implementazione della tecnologia, dovrebbe permettere un maggiore spazio elettromagnetico per consentire, appunto, maggior potenza per gli impianti, fatto che è stato smentito dagli stessi tecnici di ARPA, da numerosi tecnici di ARPA, che hanno dimostrato l'inutilità di ricorrere a limiti meno stringenti per agevolare lo sviluppo.
Allora l'interesse qual è? L'interesse è quello economico perché gli operatori, in caso di mancato aumento delle soglie, avrebbero dovuto spendere cifre decisamente molto più importanti per i loro investimenti; si parla di quasi 4 miliardi di euro e l'interesse del Omissis è stato quello di agevolare naturalmente queste compagnie; coloro che hanno una certa sensibilità su quest'argomento temono che far risparmiare 1,3 miliardi a ogni operatore della telecomunicazione rischi appunto di creare grossi problemi alla salute, che poi impatteranno sulla spesa sanitaria dell'ente pubblico.
Ricordo che l'articolo 191 del trattato dell'Unione europea, fatto proprio dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, sostiene che la protezione della salute ha la precedenza sulle considerazioni economiche. Questo l'abbiamo visto in periodo definito pandemico quando, per ragioni sanitarie, sono state cancellate le più elementari norme di diritto naturale.
Detto questo, io mi avvicino all'interpellanza, cioè alle richieste: se appunto, come ho detto prima, la Regione Valle d'Aosta, l'ARPA, ha avuto modo di esprimersi su queste modificazioni normative; se (punto 1) verrà in qualche modo sensibilizzato il CPEL, comunque i Sindaci valdostani, sulle eventuali possibili creazioni di un registro, di un regolamento comunale, come è stato fatto in altri Comuni italiani; se non sia più interessante cercare per l'immagine stessa della Valle d'Aosta un'immagine più salutistica: molti cittadini, molti turisti, vengono in Valle d'Aosta per abbandonare le concentrazioni di elettrosmog alle quali purtroppo devono sottomettersi in città, quindi se la Valle d'Aosta non possa, ad esempio, studiare un piano alternativo.
Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie, collega Lucianaz, che mantiene l'attenzione su queste tematiche, dopo un'interessante seduta, anche di Commissione, con Terna, che era proprio partita da un'iniziativa che ci ha permesso di sviluppare alcuni ragionamenti e di approfondire.
Il Consigliere - a seguito dell'incremento, ai sensi della legge 214/2023, dei limiti di emissioni delle antenne che passano dagli attuali 6 Volt/metro a 15 Volt/metro in via provvisoria e cautelativa - chiede, con tre quesiti, informazioni circa i potenziali impatti di tale incremento sulla salute dei cittadini.
Riguardo al primo quesito, quanto alle preoccupazioni espresse dal collega sui possibili effetti sulla salute umana, si fa presente che l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro e l'Organizzazione Mondiale della Sanità classificano i campi elettromagnetici a radiofrequenza nel gruppo in cui vi è una limitata evidenza di cancerogenicità dell'uomo, quindi, per rispondere al punto 1, non si ritiene necessario effettuare alcuna segnalazione agli enti locali per i motivi sopra evidenziati.
Sul tema c'è una grande attenzione da parte del Governo e da parte dei Sindaci, ma - proprio perché è una tematica che riguarda la salute dei cittadini - è proprio con rigore scientifico e con l'ausilio degli enti preposti alla salvaguardia della salute umana e degli aspetti ambientali che occorre muoversi, facendosi supportare da dati e da collaborazioni tecnico-scientifiche che sicuramente non mancano e che vengono puntualmente forniti dagli enti che, con la Regione Autonoma Valle d'Aosta e con gli enti locali, collaborano a 360 gradi.
Per quel che riguarda il secondo quesito, pare opportuno ricordare che la competenza in materia è in capo allo Stato e che la norma oggetto d'interrogazione esprime chiaramente che i limiti vigenti in Italia devono essere adeguati nel rispetto di quanto già previsto dalla Legge Quadro 36/2001, alla luce delle più recenti accreditate evidenze scientifiche, nel pieno rispetto delle regole, delle raccomandazioni e delle linee guida dell'Unione europea.
In assenza di decreti attuativi da emanarsi entro i 120 giorni e fino alla loro emanazione, viene definito un aumento del valore di attenzione dell'obiettivo di qualità dall'attuale 6 Volt/metro a 15 Volt/metro.
In caso di proposta di decreto, le Regioni saranno chiamate a esprimersi in sede di Conferenza Stato-Regione, situazione che al momento non si è ancora verificata, quindi - per rispondere al punto 2 - la Regione non ha ancora avuto modo di esprimersi su di una bozza di decreto attuativo in assenza, appunto, della stessa.
È infine opportuno ricordare che in Italia esistono altri limiti da rispettare, come quello di esposizione, come media sui 6 minuti e non sulle 24 ore, che viene applicato ovunque ci sia la possibilità di passaggio delle persone e che si avvicina di più ai limiti imposti dalla Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti, ex ente tecnico internazionale.
Tale limite non viene modificato dal testo di legge nel periodo transitorio all'emanazione dei nuovi decreti.
Si ritiene quindi che le valutazioni fatte dal Governo siano in linea con quanto raccomandato dagli enti internazionali sopracitati.
Relativamente al terzo quesito dell'interpellanza, la questione riguarda l'individuazione di un giusto equilibrio tra il GOL 3 dell'Agenda 2030, mirato alla promozione di salute e benessere per tutti, e la trasformazione messa in atto dal processo di digitalizzazione nell'ambito del GOL 9 "Imprese, innovazioni e infrastrutture", mirato a migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e di fornire un accesso universale a Internet.
Va ricordato che l'Unione europea, nell'ambito delle azioni per l'Agenda 2030, digitalizzazione e sostenibilità, prevede - nel rispetto della tutela della salute umana - di accelerare gli investimenti nella capacità di fornire connessione e dati ad alta velocità attraverso un aggiornamento del Piano d'azione europeo sul 5G e sul 6G.
Ovviamente il primo aspetto è prioritario ma, come dicevo, in un'analisi supportata da dati tecnici e scientifici e opportunamente valutata dagli organismi preposti. Tutti gli aspetti di tale contesto devono essere valutati, la salute umana innanzitutto, ma altresì gli aspetti ambientali, gli aspetti paesaggistici e di pianificazione territoriale, oltre che la giusta attenzione al governo dell'uso delle tecnologie, del loro sviluppo sostenibile e alla crescita del nostro territorio.
Presidente - Per la replica, consigliere Lucianaz.
Lucianaz (RV) - Assessore, io la ringrazio, comunque mi dà sempre delle rassicurazioni, quindi vedremo in futuro come si evolverà la questione.
Sicuramente lei mi ha citato l'Associazione per la lotta al cancro, prima le ho elencato tutta una serie di problemi di salute, non solamente limitati al cancro, però le ricordo che l'IARC, l'Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro, definisce le radiazioni elettromagnetiche possibilmente cancerogene per l'uomo, comunque sicuramente non sono inoffensive.
Il discorso preminente è che i Comuni avrebbero la possibilità in qualche modo di esprimersi, non naturalmente opponendosi a normativa statale che potrebbe magari in futuro creare anche dei problemi economici, ma la legge da lei citata, la 36/2001, mi sono segnato l'articolo 8, questa legge quadro cita testualmente che sul piano della localizzazione si può adottare un proprio regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti, per minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.
La normativa quindi c'è, si potrebbe stimolare i Comuni a creare, a lavorare su una sorta di regolamento che permetta il confronto tra le esigenze degli operatori della telecomunicazione e la cittadinanza ed evitare quel numero di "Antenna selvaggia" che tanti tra di noi stanno temendo.
Qualche passo si può fare anche a livello di enti locali, secondo me sarebbe il caso di occuparsi seriamente comunque della questione, che sicuramente non si fermerà qui, ma avrà successive implementazioni. Dopo il 6G magari verrà anche il 7G o l'8G. Grazie comunque per la risposta.