Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3593 del 8 maggio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3593/XVI - Interpellanza: "Valorizzazione dei siti delle Insulae 51-52-59 in occasione delle celebrazioni della nascita dell'Urbe di Augusta Praetoria Salassorum".

Bertin (Presidente) - Il Presidente della Regione è temporaneamente assente, pertanto riprenderemo le interpellanze che fanno riferimento al Presidente della Regione successivamente. Passiamo al momento all'interpellanza al punto n. 25. Ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.

Lucianaz (RV) - À la fin de la prochaine année on va célébrer la naissance d'Augusta Praetoria Salassorum, un moment important qui nous permet de revenir sur la richesse architecturale historique d'importants témoignages de la domination romaine. Avec cette initiative on voudrait en particulier - et je remercie le Chef du groupe qui me permet d'avancer certaines initiatives... c'est magnanime, je peux le reconnaître - et donc je voudrais en particulier me pencher sur l'aire de l'insulae 51, actuellement appelée "Giardino dei ragazzi". Je parle donc de rue Festaz où, au fond du jardin, face au Château de Bramafam, ou Tour si vous préférez, après la réalisation d'une voie cyclable, on se retrouve une impactante clôture qui empêche totalement d'accéder aux remparts et entrave même la vue et cela depuis désormais le commencement de cette piste, de ces travaux, donc ça fait, je dirais, plus d'une année et tout cela est fermé au public.

Toujours dans la même insulae 51 et à côté, il y a la 52, donc juste ici à côté, nous avons des importants témoignages du passé juste au-dessous du parking où vous garez votre bagnole, Monsieur l'Assesseur, je dirais des vestiges pas trop valorisés.

Sans nous occuper de l'insulae 59, en proximité du castrum de Bramafam, et toujours sur le même axe de l'ancienne via dell'Impero, de fasciste mémoire, on retrouve deux statues en bronze d'importantes dimensions, placées là depuis 1936, si je rappelle bien, qui présentent à la population valdotaine et à tous les touristes qui viennent en visite à Aoste l'image des deux premiers dictateurs de Rome: Jules César et son arrière neveu Octave, devenu après Auguste. Alors, si les raisons de la deuxième présence, je parle d'Auguste, est compréhensible, comme au nom d'Augusta Praetoria Salassorium, doit à sa volonté son édification, sa naissance; on ne comprend pas bien la raison pour laquelle il y a une statue de Jules César. Il a été un cadeau de Benito Mussolini à la population d'Aoste, d'accord, mais maintenant, cela fait presque 100 ans, on voit une statue qui représente un homme qui n'a eu aucun lien avec notre communauté, avec l'histoire de la Vallée d'Aoste, avec les questions valdôtaines; donc pourquoi maintenir une statue qui n'a aucune raison d'être là s'il y a la volonté, j'imagine pour la prochaine année, de revoir l'histoire d'Aoste, revoir les thématiques de son emplacement, de la situation historique, sociale, anthropologique, qu'il y avait à côté de cette plaine, qui est devenue la plaine d'Aoste. Donc, je demande avec ma troisième question s'il y a la volonté de la part de l'Assessorat de revoir, d'une façon peut-être plus digitalisée, avec des moyens plus modernes tous ceux qui étaient les témoignages, les considérations, les études qu'on a faites sur cette période importante pour notre communauté: je parle du 25 avant Jésus-Christ; donc, j'écouterais avec intérêt votre réponse, Monsieur l'Assesseur.

Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.

Guichardaz J. (FP-PD) - Rispondo a nome del Governo regionale perché sono argomenti che sì toccano la Soprintendenza alle attività e ai beni culturali, ma lei li pone giustamente come argomenti anche di riflessione e le propongo anche alcune riflessioni sulle quali potrebbe essere interessante anche aprire un ragionamento sulla memoria, sulla storia, sul valore che la storia e la contestualizzazione storica hanno a prescindere poi dall'autenticità della storia stessa.

Lei mi chiede nella prima domanda: "come intende, in occasione delle prossime celebrazioni di fausta romana memoria, valorizzare i siti delle insulae 51, 52 e 59 citati in premessa". Il sito del Giardino dei ragazzi rientra a tutti gli effetti nel percorso di valorizzazione della città romana, prevista nell'ambito delle celebrazioni di "Aosta 2025". Nell'area giochi L. Brivio in via Festaz ad Aosta si cela infatti un importantissimo sito archeologico che contiene un ampio settore di alcune case private, le insulae 51 e 52 oggi visibili e l'insulae 59, che è conservata sotto il parco giochi dell'antica Augusta praetoria, che sono databili tra il primo e il terzo secolo d.C.. Si tratta di edilizia che oggi definiremmo popolare, costruita da più nuclei di caseggiati pluripiani con numerosi ambienti di piccole dimensioni gravitanti intorno ad aree cortilizie generalmente scoperte. A separare le insulae settentrionali era la strada, il cardo minore, orientata a nord sud, larga 8,20 metri porticata sul lato occidentale e pavimentata in lastre di bardiglio che poteva ospitare negozi e botteghe.

Tra i numerosi reperti trovati, tra l'altro, di ottima fattura, figurano i medaglioni bronzei degli imperatori Adriano e Antonino Pio, un cammeo in sardonica raffigurante la personificazione di Africa e il meraviglioso balteo di parate in bronzo dorato proveniente dal Mitreo dell'insulae 59, oggi conservati al MAR. Tra l'altro, approfitto di questa risposta per invitare i Valdostani e chi ci ascolta comunque di andare a vederli perché sono delle opere di fattura veramente eccezionale.

Per rispondere alla sua domanda, il sito sarà oggetto di manutenzione straordinaria proprio in vista dell'apertura al pubblico.

Domanda n. 2: "se non intenda razionalizzare le esposizioni statuali di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, ormai presente in più di un punto della città e principalmente se intenda, ostentando corretta visione storica, ricoverare in altri lidi più confacenti la statua di Gaio Giulio Cesare, eradicandola da una terra che mai il sanguinario tiranno calcò ne dominò. I falsi storici non rendono onore allo studio e alla ricerca dei bravi professionisti che su Augusta Praetoria Salassorum operano incessantemente. Come il consigliere Lucianaz correttamente espone, le statue che oggi campeggiano allo sbocco di Avenue Conseil des Commis e che fronteggiano la stazione ferroviaria sono in quella posizione da ormai più di 80 anni. La volontà dell'allora Governo italiano, come lei ha citato di Benito Mussolini stesso, era proprio quella di marcare fortemente l'identità romana in un'ottica di rilettura storica centralista, come lei ha giustamente rilevato, del tutto avulsa alla moderna stereografia che evidenzia piuttosto l'impossibilità di attribuire facili e utilitaristiche etichette al passato. Tuttavia, proprio il carattere politico e propagandistico di tale statuaria assume oggi, agli occhi della persona di cultura, priva di pregiudizi, un valore che il nostro Codice dei beni culturali riconosce all'articolo 10, quando afferma che: "Le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestano un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica militare, della letteratura, dell'arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose sono a tutti gli effetti beni culturali", almeno fino a quando non sia intervenuta una verifica rispetto al loro interesse. Se da un lato si può comprendere l'affezione che certa storiografia locale mantiene nei confronti della memoria di una parte del passato dei nostri territori, dall'altro non si può non rimarcare però - e questo è stato anche argomento di riflessione che abbiamo fatto insieme ai tecnici della Soprintendenza - la pericolosità di un simile approccio, che porterebbe a risultati potenzialmente in contraddizione con la stessa missione propria di una Soprintendenza. Negli anni 20 e 30 del XX secolo, periodo qui oggetto di attenzione, l'utilizzo con fini ideologici del ricordo della Fondazione di Augusta Praetoria portò, ad esempio, alla cancellazione di altre parti della città medievale di Aosta percepite come inadatti alla "narrazione" imperante in quell'epoca. Tra questi ricordiamo, a semplice titolo di esempio, la Cappella della Trinità presso la Porta Praetoria. Non può e non deve essere questo l'approccio di una moderna attività di tutela, non si agisce sull'onda della "memoria" ma in linea con la storia - e parliamo di storia con la "S" maiuscola - nella consapevolezza che non esistono monumenti sbagliati ma solo opere frutto del tempo in cui sono state concepite, come peraltro recita l'articolo del codice che le ho appena letto. Per questo motivo non si ritiene di dover prevedere la rimozione delle statue, quanto piuttosto - e di questo la ringraziamo collega Lucianaz per lo stimolo e la provocazione - si coglie l'invito, quello sì, a una sua più corretta contestualizzazione che ne spieghi il significato storico moderno ormai consolidato.

Lei chiede alla domanda n. 3: "se non ritiene che vada condotto un approfondito studio relativamente al periodo legato alla nascita dell'urbe augustana - quindi alla fine del primo secolo A.C., leggo la sua domanda - che, oltre alle preziose testimonianze archeologiche e i testi storici già noti, con l'ausilio di nuove tecniche di studio e di ricerca, quale, ad esempio, l'utilizzo della prorompente digitalizzazione, si vedrebbe favorire una più approfondita conoscenza delle realtà antropiche, oltre che storiche e architettoniche di quel periodo, permettendo pertanto un approccio empatico più resiliente, storicamente sostenibile dell'evento che, tramite le suddette manifestazioni, si intende celebrare". Sono in corso da circa 4 anni studi approfonditi supportati da moderne tecnologie condotti dal personale della Struttura Patrimonio archeologico e restauro beni monumentali relativi proprio al periodo storico inquadrabile alla fine del primo secolo a.C.. Le faccio un esempio: il progetto "Siti d'alta quota", condotto in collaborazione con l'Office cantonal du Valais per mezzo di una convenzione, ha come scopo primario la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione di una rete di accampamenti militari di epoca romana, età tardo repubblicana augustea, ubicati in alta montagna tra Valle d'Aosta e Vallese, utilizzati per conquistare il territorio alpino controllato all'epoca dai Salassi e arrivare alla fondazione della nuova colonia di Augusta praetoria. Lo studio dei siti archeologici e dei numerosi reperti in essi trovati sta portando questo studio - questo per dire come la storia viene modificata anche in base poi alle più recenti valutazioni e ricerche -, sia dei siti archeologici che dei reperti, a una rivalutazione di quelli che prima erano considerati "villaggi salassi", interpretandoli appunto come avamposti dell'Esercito romano inviato da Augusto. L'asservimento completo dei Salassi - condotto anche con l'ausilio di altre popolazioni locali, questo non dobbiamo dimenticarcelo - si compì, come lei ha giustamente citato, nel 25 a.C. con la costruzione della nuova città, nella quale gli sconfitti, come ci racconta l'attuale storiografia, poterono trovare spazio e nuove forme di vita sociale per mezzo di commerci e matrimoni, arrivando addirittura a ricoprire importanti cariche pubbliche, come dimostrano alcune iscrizioni aostane.

Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Lucianaz.

Lucianaz (RV) - Assessore, non posso non ringraziarla per questa risposta abbastanza dettagliata, abbiamo appreso parecchie notizie di cui io non ero al corrente, quindi la ringrazio.

Qualche appunto glielo devo sollevare, il fatto che comunque rimarrà questa statua di Giulio Cesare, non so in che modo si potrà giustificare la sua presenza, comunque rimarrà lì ad imperitura memoria, un personaggio storico che nulla ha a che fare con la nostra Valle, ripeto, quindi continuerò a criticare questa ostentazione. Abbiamo criticato la lupa di Piazza del Fascio per tanto tempo, è ancora lì e nessun'altra giustificazione storica ha, però probabilmente siamo affezionati a questi simboli della Roma eterna.

Sul fatto della sconfitta dei Salassi io apprezzerei un approfondimento, perché la logica mi spinge a interrogarmi sul fatto che la cinta muraria è stata creata a partire dal 25 d.C., quindi un periodo di due anni, credo, per edificarla... è stata edificata una cinta muraria di dimensioni ciclopiche: circa 6 metri, con un posto di guardia impressionante, in una terra di sconfitti dove vigeva la Pax Augusta, dove vi chiedo: ma per quale ragione è stata edificata una cerchia così importante di mura a difesa di una città se l'avversario era stato sconfitto e venduto al mercato di Ivrea, come raccontano storici, tipo Dione Cassio vissuto nel III secolo d.C. o Svetonio vissuto 100 anni dopo i fatti. Vi chiedo quindi per quale motivo è stata edificata una cosa così importante se non c'erano nemici? Se i nemici erano stati sconfitti? È una delle ragioni per le quali apprezzerei uno studio più approfondito.

Detto questo, contesto fortemente la presenza di certi simboli che, ripeto, secondo me, è un'offesa al buon senso e alla storia ma, ripeto, mi ritengo soddisfatto della sua risposta.