Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3577 del 8 maggio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3577/XVI - Interrogazione a risposta immediata: "Verifiche e azioni per la tutela del diritto sancito dalla legge 194/1978".

Bertin (Presidente) - Punto n. 6.04. Consigliera Erika Guichardaz, a lei la parola.

Guichardaz E. (PCP) - La legge 194 garantisce il diritto delle donne di poter richiedere l'interruzione volontaria della gravidanza. Un emendamento al decreto PNRR quater prevede che le Regioni possano avvalersi del coinvolgimento di associazioni pro vita nei consultori. Questa volta, senza delimitarne le finalità, come invece è attualmente nella 194 e soprattutto inserendo un intervento estraneo al piano di governance del PNRR, come rilevato peraltro dall'Unione europea. Un ennesimo attacco al diritto di autodeterminazione delle donne e per questo va il nostro ringraziamento al Centro donne contro la violenza, che, in sinergia con tutti i centri antiviolenza aderenti alla Rete Nazionale Dire, ha condiviso questa preoccupazione e ha annunciato l'avvio di azioni di monitoraggio della corretta applicazione della legge 194. Nella stessa nota comunicava la ricezione di alcune segnalazioni di donne vittime di violenza, che, come ben sapete, sono una percentuale microscopica rispetto a tutte le altre donne e comunicava anche le interferenze di cui anche il consigliere Manfrin ha parlato.

I giornali dei giorni successivi hanno riportato, secondo me, alcune dichiarazioni preoccupanti, come quella di una ginecologa che ha prestato attività consultoriale fino a poco tempo fa in Valle d'Aosta, che ha suggerito sempre il metodo Gemma, che non è sicuramente una misura strutturale, ma è una misura riferita a una fondazione privata, e un'ostetrica che ha dichiarato che i medici, quando fanno l'ecografia alla paziente che ha scelto di interrompere la gravidanza, chiedono sempre se vuole guardare il monitor e ascoltare il battito fetale. Queste sono sicuramente due osservazioni che vanno prese in considerazione, quindi chiediamo al Presidente quali verifiche e azioni sono in corso.

Presidente - La parola al Presidente della Regione.

Testolin (UV) - Intanto due piccole premesse: penso che la considerazione con la quale ho concluso la risposta precedente valga anche per questa risposta, cioè la considerazione è di non voler strumentalizzare questo tipo di situazioni che sono decisamente delicate.

Evidentemente rispondo anche con informazioni fornite dagli uffici dell'assessore Marzi, che oggi non può essere presente, dove è opportuno premettere alcuni aspetti, vale a dire che nessun volontario dell'associazione pro vita o simile è mai stato autorizzato, né ha chiesto di accedere ai presidi sanitari pubblici che nelle prime verifiche condotte dall'Azienda USL non risulta neppure che qualcuno l'abbia fatto in modo fraudolento.

Una seconda considerazione che porta a nessuna segnalazione rispetto a quanto riportato nel comunicato stampa dell'Associazione Centro Donne contro la violenza del 27 aprile scorso è mai pervenuta né all'Azienda USL, né al Dipartimento politiche sociali da parte di cittadini o associazioni. Infine i responsabili dei servizi competenti escludono che tali fatti costituiscano prassi ed escludono altresì di essere a conoscenza di casi di irregolarità, scorrettezze o reati posti in essere da soggetti interni o esterni all'Azienda USL.

A seguito della pubblicazione del comunicato stampa di cui si tratta, l'Azienda USL della Valle d'Aosta e il Dipartimento politiche sociali dell'Assessorato della sanità, salute e politiche sociali hanno immediatamente provveduto a chiedere all'Associazione di circostanziare quanto riportato dai mezzi di stampa, in modo da poter interrompere e sanzionare eventuali condotte non rispettose del dettato normativo, invitando l'Associazione a fornire elementi utili e a effettuare indagini mirate nel rispetto della riservatezza delle donne. Nella risposta l'Associazione, sempre nel rispetto della privacy, non ha potuto segnalare fatti precisi inerenti alle inadempienze da lei citate nel suo comunicato stampa.

L'Azienda ha inoltre evidenziato come le donne possono sempre con la garanzia di assoluta riservatezza rivolgersi al Presidente del Comitato Unico di Garanzia aziendale, CUG o alla referente aziendale per la lotta alla violenza di genere. Nonostante l'Associazione Centro Donne contro la violenza abbia fornito informazioni estremamente generiche e prive di particolari, l'Azienda USL ha avviato ulteriori approfondimenti diretti a verificare i fatti segnalati e a individuare eventuali responsabilità, alla luce delle quali, come si è già detto in precedenza, si assumeranno eventualmente le conseguenti decisioni.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Credo che nessuno voglia strumentalizzare questa situazione ma, secondo me, è corretto fare chiarezza, quindi è bene che ci sia un'indagine, ben sapendo che non parliamo di reati ma di fatti gravi, come detto anche dalla Ministra alla famiglia. Chiunque di noi abbia avuto un figlio si ricorda benissimo che cosa vuol dire ascoltare il battito fetale e questo credo sia veramente il passaggio peggiore, ma vi invito a leggere proprio il giornale successivo in cui proprio un'ostetrica della Valle d'Aosta dichiara apertamente che viene fatto sentire. Credo che situazioni di questo genere non debbano più accadere nella nostra regione e per questo abbiamo anche fatto degli accessi agli atti per capire qual è la prassi ed il protocollo previsto all'interno dell'Azienda.