Oggetto del Consiglio n. 3497 del 3 aprile 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3497/XVI - Interpellanza: "Spostamento a Donnas della quasi totalità della produzione e della lavorazione della canapa della Coop. 'Lou Dzeut'".
Bertin (Presidente) - Punto n. 38. La consigliera Minelli si è prenotata per intervenire: ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Torniamo sulla vicenda del trasferimento della Cooperativa "Lou Dzeut" da Champorcher a Donnas, oggetto lo scorso autunno di varie iniziative, non solo del nostro gruppo.
Lei ricorderà, Assessore, che alla mia interrogazione il 23 novembre scorso mi aveva risposto: "Come è indicato nel parere del Comitato tecnico, la sede legale e operativa della Cooperativa 'Lou Dzeut' è mantenuta a Champorcher nella nuova sede di Maison de Thomas. La superficie dei locali non consente di inserire i due telai produttivi, in quanto la cooperativa ha espresso la condivisibile esigenza di mantenere a Champorcher l'area espositiva di vendita tenendola separata da quella produttiva, di conseguenza in uno dei due locali sarà installato il telaio per la produzione, gli spazi non consentono di inserirne due; nell'altra stanza troverà posto l'attività di vendita e di esposizione".
Aveva poi risposto alla mia seconda domanda ("chi controllerà che la maggior parte della produzione rimarrà a Champorcher?") dicendo: "Come concordato, essa resterà a Champorcher; il parere favorevole espresso dal Comitato tecnico è riferito al fatto che la produzione venga mantenuta sia nella sede di Champorcher che in quella aggiuntiva di Donnas. Il controllo della produzione spetterà all'Amministrazione regionale".
Io, nella mia replica, avevo espresso già allora una serie di perplessità: la prima riguardava proprio la questione dei locali, perché avevamo fatto un sopralluogo a settembre 2023 e avevamo visto che, nei due locali del primo piano o pianterreno rialzato della Maison de Thomas, vi erano due telai, uno più piccolo e quello esistente, che era ed è nella vecchia sede; al piano di sopra si poteva avere lo spazio espositivo, perché ci sono anche queste specie di nicchie dove si potevano mettere tutta una serie di cose ad opera del Comune, e poi uno spazio di vendita.
Soprattutto, io avevo espresso delle perplessità sul fatto che la maggior parte della produzione sarebbe rimasta a Champorcher, così come si era concordato, visto che uno dei due telai sarebbe stato portato a Donnas e se ne sarebbe acquistato un altro sempre per Donnas.
Avevo rilevato che si poteva anche mettere in discussione la questione della produzione in senso più lato, perché la legge 44 dice: "Produzione di tela di canapa a Champorcher", quindi la maggior parte della produzione doveva rimanere lassù e non la maggior parte a Donnas, piuttosto che a Champorcher.
Ora le cose sono andate avanti, è stata pubblicata la graduatoria dei progetti finanziati dal GAL della Valle d'Aosta, in cui risulta inserito un contributo di circa 25 mila euro alla Cooperativa "Lou Dzeut" per l'acquisto di telai e arredi per l'allestimento di un punto vendita e un laboratorio artigianale per la realizzazione di tessuti tradizionali in canapa a Donnas.
Poi però, leggendo tutto, si vede che ci saranno due telai nuovi per la sede di Donnas, destinati alla produzione di tela da 80 cm e da 150 cm di larghezza; a questi due telai si aggiunge un terzo telaio per la produzione di tela della larghezza di 130 cm, il telaio esistente, quello che è a Champorcher e che verrebbe appunto spostato a Donnas, quindi tre telai a Donnas, uno solo a Champorcher, il più piccolo, finora l'unico da sempre in uso, che può tessere una tela di 70 cm di larghezza.
A me, sinceramente, pare difficile vedere questo nuovo assetto come rispondente a quell'assicurazione di novembre circa la permanenza a Champorcher della maggior parte della produzione, infatti pare anche che i tessuti più richiesti sul mercato siano quelli di più ampie dimensioni, o almeno così ci era stato detto quando avevamo fatto quel sopralluogo e avevamo visto effettivamente che la sede utilizzata in affitto era piccolina per contenere tutto.
La scelta di trasferire tutta la produzione di questi tessuti più ampi, che ci è stato detto che erano richiesti, a Donnas con i tre telai più grandi, a nostro avviso comporta di tutta evidenza che Champorcher non potrà più essere la sede operativa principale, ma avrà un ruolo marginale, e questo ci pare in contrasto con la legge 44/91 che, come dicevo, promuove e sostiene la lavorazione della fibra di canapa "a Champorcher" e non "di Champorcher", e l'uso delle parole - in questo caso di una piccola preposizione - è quanto mai significativo, perché fa la differenza.
Ho esaminato poi la documentazione prodotta dalla Cooperativa e allegata alla domanda di finanziamento al GAL che contiene, tra le altre cose, i riferimenti al bilancio societario del 2021, due preventivi presentati per gli arredi destinati alla sede di Donnas ed un solo preventivo - e questa è una cosa strana perché dovrebbero essere, da quello che abbiamo capito, due - per la costruzione dei nuovi telai da installare a Donnas.
C'è allegata anche una planimetria della sede di Donnas, in cui però noi non abbiamo visto indicato alcun locale da destinare ad aula didattica per i corsi di apprendimento della tessitura, un'attività che era stata prevista e citata espressamente in quel verbale del Comitato tecnico del 6 ottobre 2023, che prevedeva per Donnas un'ulteriore sede formativa, percorsi e/o botteghe scuola. Quindi "ulteriore" vuol dire in più, in aggiunta a quella che doveva esserci a Champorcher.
Io faccio anche notare en passant che le attività di apprendimento della tessitura difficilmente si possono svolgere su quei tre telai che sono adatti a produrre tessuti di ampie dimensioni; normalmente - ho provato ad informarmi - si impara su dei telai più piccoli.
Abbiamo poi anche visto che il bilancio del 2022, che non è quello allegato alla domanda di contributo, presenta qualche criticità di cui forse bisognerà tenere conto, considerato che la Cooperativa dovrà per i prossimi mesi, credo, sostenere le spese di due affitti, quello nuovo di Donnas ma anche quello vecchio, perché mi sembra che al momento la Maison Thomas, di cui avevamo parlato e di cui tutti - credo - quelli che hanno partecipato al sopralluogo avevano visto l'importanza e anche la possibilità di essere una buona collocazione, mi risulta che non sia ancora utilizzabile.
Poi, ovviamente, ci saranno altre spese, stipendi, spese accessorie, eccetera.
Rileggendo quel verbale del Comitato tecnico di ottobre che ha dato parere favorevole all'ampliamento o trasferimento (non so come vogliamo chiamarlo) della Cooperativa, si apprende che "la sede legale operativa della Cooperativa è mantenuta a Champorcher, a Maison Thomas, dove sarà creato uno spazio produttivo oltre che espositivo di vendita.
L'unità aggiuntiva a Donnas presso l'edificio Ancienne Maison Communale sarà destinata ad ampliamento della produzione con installazione di un ulteriore telaio che permetterà di diversificare la tipologia delle dimensioni del tessuto", un punto vendita aggiuntivo ed un'ulteriore sede formativa, quindi un ulteriore telaio, non due come risulta ora.
Ricordo che le disposizioni che ho appena letto, hanno costituito la conditio sine qua non per poter mantenere il diritto ai contributi previsti dalla legge 44/91 e circa 50 mila euro l'anno.
A proposito di norme e disposizioni, ricordo anche le recenti direttive dell'Unione Europea in merito ai prodotti tipici, geograficamente individuati o tradizionali, siano essi prodotti alimentari, ma anche artigianali.
Il 12 settembre 2023 il Parlamento europeo ha adottato un regolamento che introduce la tutela come indicazione geografica a livello di Unione Europea dei nomi dei prodotti artigianali e industriali rinomati a livello locale.
Tali indicazioni geografiche sono note anche come non alimentari, non agricoli, io immagino che la produzione della tela possa rientrare qui.
Ecco perché, con queste considerazioni e valutazioni, poniamo delle domande al Governo regionale per chiedere se ritiene che la modalità di ampliamento della Cooperativa definita nella domanda sia conforme a quanto stabilito dal verbale del Comitato tecnico e della legge 44; se la documentazione fornita, a corredo del finanziamento sia esaustiva; se non ritiene che lo spostamento della produzione nei locali di Donnas sia in contrasto con quella legge; se condivide la preoccupazione che questo trasferimento possa costituire una diminutio per la comunità di Champorcher.
Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Per quanto riguarda il primo quesito, l'ufficio artigianato, al momento dell'erogazione del contributo, previsto dalla legge 44/91, controllerà che sussistano le condizioni per l'erogazione dello stesso, con particolare riferimento rispetto a quanto previsto in sede di Comitato tecnico, vale a dire il mantenimento della sede legale operativa a Champorcher.
Il rispetto di quanto previsto dalle condizioni del bando GAL verrà invece valutato in altra sede, non dipende dal nostro Assessorato, trattandosi di due procedimenti distinti. D'altra parte, l'Amministrazione regionale non ha titolo per sindacare le scelte operative di un operatore privato, nel caso specifico, in ordine al numero di telai acquisiti.
Per quanto riguarda il quesito n. 2, il bando del GAL Valle d'Aosta è relativo alla sottomisura 642, dal titolo "Investimenti per lo sviluppo e la creazione di attività extra agricole", è rivolto alle microimprese, finanzia l'acquisto di macchinari, attrezzature, impianti, allestimenti, arredi e beni mobili, funzionali alla creazione e allo sviluppo di diverse attività extra agricole.
Nel bando disponibile sul sito istituzionale del GAL, sezione bandi conclusi, sono specificati i criteri di ricevibilità e ammissibilità della domanda, i requisiti oggettivi relativi all'intervento e soggettivi relativi ai proponenti e criteri di selezione della procedura di valutazione.
Tra le iniziative finanziabili è prevista l'attività di produzione e vendita di prodotti artigianali tipici, come definiti dalla legge 2/2003 (tutela e valorizzazione dell'artigianato valdostano di tradizione).
La Cooperativa "Lou Dzeut" rientra nella definizione di micro imprese in quanto ha meno di dieci dipendenti, un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro annui, oltre ad avere la propria sede legale, come da visura camerale, nel Comune di Champorcher, area d'intervento del GAL.
La Cooperativa "Lou Dzeut", alla data di presentazione della domanda di sostegno, così com'è tutt'oggi, dispone di tutti i requisiti oggettivi e soggettivi previsti dal bando 642.
Per quanto riguarda la domanda n. 3, a seguito della presentazione della domanda di contributo, l'ufficio artigianato di tradizione verificherà, anche con ispezioni in loco, se sono rispettate le condizioni previste dalla legge e dalla delibera applicativa.
Al momento, le ricordo - magari lo ricordo anche a chi dà questo tipo di informazioni - che la Cooperativa sta producendo a Champorcher, e siamo nel 2024, quindi ad oggi la produzione della Cooperativa è ancora completamente in Champorcher.
Rispondendo al punto 4, il nuovo assetto, qualora irrispettoso delle prescrizioni previste dal verbale del Comitato tecnico, potrebbe essere - come detto in più occasioni - un elemento di sviluppo della Cooperativa nel rispetto della tradizione, come condiviso nel corso di numerosi incontri avvenuti anche a Champorcher.
Per quello che mi riguarda, io mi riferisco al lavoro che ha fatto il Comitato tecnico, pongo l'attenzione al fatto che la Cooperativa possa mantenere la sua attività, che è la prima cosa importante per mantenere anche il nome "Lou Dzeut" della Cooperativa di Champorcher; quindi, per quello che è possibile, dovremo cercare tutti quanti di lavorare in questa direzione, cercando di valorizzare la comunità di Champorcher, la produzione, gli investimenti nel tempo fatti dal Comune, per esempio su Maison Thomas. Il Sindaco mi ha informato che si stanno completando tutte le operazioni per lo spostamento della Cooperativa ma, allo stesso tempo, la sopravvivenza della Cooperativa che, come tutti sappiamo, e non è la sola, vive un momento di grandi cambiamenti che credo vadano tenuto nella giusta considerazione, sempre che si vogliano tenere in considerazione tutti gli elementi necessari a dare uno sviluppo a quest'importante tradizione.
Noi sicuramente non erogheremo risorse se non come da legge attuale o da modifiche di legge che interverranno nel tempo, perché questo è il compito che spetta, sia alla parte politica che alla parte amministrativa, che è la parte che andrà a fare le verifiche che lei ha sottoposto.
Presidente - Per replica, consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Lei mi ha dato due risposte, la prima e la seconda, che sono più tecniche; ha detto che verranno effettuati questi controlli da parte dell'ufficio artigianato per quello che gli compete e da parte del GAL per la seconda parte.
Io, però, credo che i controlli vadano fatti ovviamente post ma anche ante, perché io ho letto la graduatoria e come dovevano essere fatte le domande del GAL: i preventivi dovevano essere due, per quello che riguardava sia i telai che gli arredi, ne è arrivato uno solo, mi risulta anche che adesso questo preventivo sia decaduto, perché è stato ritirato, quindi è difficile capire sulla base di che cosa, poi, si quantifica che cosa si dà se non c'è neanche più un preventivo valido.
Questa è una cosa che emerge, non so se è vera, però vedremo... faranno le verifiche lei ha detto giustamente... lei mi ha detto che il GAL farà le sue verifiche. L'ufficio artigianato le farà per la sua parte, e vedremo quelle che saranno.
Sulle altre due domande, che ovviamente erano delle domande non tanto tecniche quanto politiche, lei dice giustamente una cosa che condivido, cioè che l'obiettivo di tutti deve essere quello di fare in modo che questa Cooperativa possa andare avanti ed avere un futuro.
Ricordo anche che nessuno aveva contestato, né quando abbiamo fatto il sopralluogo, né quando ne abbiamo parlato anche in Aula, nemmeno la parte che rappresentava il Comitato di Champorcher, che ci fosse anche la possibilità di scendere a Donnas e di avere lì una parte della produzione ed un punto vendita; nessuno ha mai contestato questo. Il problema è la parte maggioritaria di quella che deve essere sia la produzione che la vendita, dove sta, perché se la trasferiamo a Donnas, abbiate pazienza, quella non è più un'attività che è della comunità e per valorizzare la comunità di Champorcher, è una cosa diversa, e su questo io credo che ci sia da fare una riflessione, che devono fare ovviamente tutti quanti, la Cooperativa ma anche chi poi deve sostenere economicamente questa cosa, sulla base di una legge che dice delle cose precise.
Stamattina è uscito anche un articolo su "La Stampa", che parla proprio di questa interpellanza: è un'intervista alla Presidente della Cooperativa, che accusa la nostra interpellanza di essere piena di falsi. É un chiaro esempio di come si possa manipolare un testo e dire delle cose che non sono vere: per esempio, c'è scritto che il fatto che il Comune metta a disposizione i locali di Maison Thomas quale futura nuova sede non risolve il problema, perché sono più piccoli di quelli attuali.
Qui c'è gente che è andata a fare il sopralluogo, e non so se quelli che abbiamo visto sono più piccoli di quelli dove c'è in questo momento la Cooperativa!
Poi lei dice adesso che la Cooperativa sta lavorando a Champocher: per forza! A Donnas non sono ancora disponibili i locali, non ci sono gli arredi e non ci sono i telai, quindi meno male che lavorano lassù.
C'è poi scritto che è falso che la produzione sia di grandi dimensioni: ci è stato detto quando siamo andati lassù che avevano bisogno di avere uno spazio per mettere il telaio grande, perché la richiesta era di quel tipo.
Poi si dice che non è vero che non ci sono a Donnas dei locali per la didattica e che noi diciamo questa cosa qua. Io invito a leggere quello che c'è scritto nell'interpellanza: noi abbiamo detto che nelle planimetrie allegate alla domanda non ci sono questi locali, che poi ci siano per fare la didattica meno male, perché sennò non so che cosa facciamo come corsi per avviare le persone alla produzione.
Poi c'è una conclusione che direi delirante, perché si dice che dall'interpellanza si apprende che le cinque persone che fanno parte della Cooperativa potranno mettere in crisi il tessuto sociale economico della regione, con conseguenze sulle generazioni future di artigiani.
Io non so se davvero si vuole fare una polemica del tutto gratuita, quello che noi abbiamo chiesto, e che ho chiesto anche all'Assessore nelle domande, è se si condivide la preoccupazione che questo nuovo assetto, così come è stato pensato, delle attività della Cooperativa possa costituire per la comunità di Champorcher una diminutio, la comunità di Champorcher che nel tempo ha tenacemente conservato quella tradizione mandata avanti.
Questo non significa che noi pensiamo che questa Cooperativa abbia lavorato male; tutt'altro, sono state fatte un sacco di iniziative che sono state positive, però c'è un problema, come lei ha detto, che riguarda un po' tutte le cooperative, non soltanto questa, soprattutto di commercializzazione, ed è su quello che bisogna intervenire, però nell'ambito di quelle che sono le regole di una legge e di quelli che sono i bandi.