Oggetto del Consiglio n. 3495 del 3 aprile 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3495/XVI - Interpellanza: "Salvaguardia della specie capriolo e marmotta e azioni intraprese riguardo all'espansione dell'orso sul territorio regionale".
Bertin (Presidente) - Punto n. 36. Consigliere Planaz, ha facoltà di intervenire.
Planaz (RV) - Tenuto conto della proposta del "Piano Regionale Faunistico venatorio 2024", il cui fine è quello di definire strategie ed individuare azioni tese alla conservazione e al mantenimento di densità ottimali delle specie faunistiche di interesse conservazionistico e venatorio; appreso dal sopracitato documento che le azioni utili ad assicurare il buono stato di conservazione della fauna includono:
- la regolamentazione del prelievo venatorio che deve essere attuato attraverso forme programmate della caccia;
- progetti di riqualificazione delle risorse ambientali in un contesto di gestione integrata della fauna che prevede una coerenza gestionale;
- piano di miglioramento ambientale per favorire la riproduzione naturale della fauna selvatica;
evidenziato che sul territorio valdostano esistono aree destinate alla caccia programmata, altre alla caccia riservata e a gestione privata ed altre ancora destinate alla protezione della fauna selvatica ove la caccia è vietata;
ricordato il fatto che le aree del territorio valdostano destinate alla gestione faunistico-venatoria sono racchiuse in un unico comprensorio alpino di caccia diviso in comprensori omogenei e delimitati, suddiviso in circoscrizioni venatorie composte in sezioni comunali, alla cui gestione amministrativa provvede il Comitato regionale per la gestione venatoria;
evidenziato l'aumento incontrollato di molti predatori che mette a rischio la conservazione di alcune specie faunistiche;
richiamata la Direttiva comunitaria Habitat , dalla quale discende anche la normativa italiana, che promuove la protezione degli habitat naturali di interesse comunitario inserendo il lupo nell'Allegato II (specie d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione) e nell'Allegato IV (specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa), proibendone la cattura, l'uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione, specificando però all'art. 16 una deroga per scopi preventivi, in particolare per evitare "gravi danni, segnatamente alle colture, all'allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico e alle acque e ad altre forme di proprietà";
interpelliamo il Governo regionale e l'Assessore competente per conoscere quali siano gli intendimenti per la salvaguardia della specie capriolo, perché, a quanto pare all'interno di questo Piano faunistico, c'è un importante decremento di questa specie e tenendo conto che nel 2020 non sono stati effettuati i censimenti dovuti alle restrizioni da Covid e in seguito c'è stato un calo sporadico di questa specie, il fatto che i dati riportati nel testo del nuovo Piano faunistico regionale indicano un calo importante della specie sopra citata, i dati riguardanti il numero di predatori, invece - quello che dicevo già prima - non abbiamo un censimento annuale e un monitoraggio adeguato, almeno per quanto ci riguarda, perché se per altre specie i censimenti e i monitoraggi vengono effettuati ogni anno, per le specie predatorie è diverso, un altro modo di controllo che oggi forse non va a dare un dato effettivo di quale sia la popolazione nella nostra regione.
La seconda domanda - e qui ritorniamo ad una specie protetta da molti anni, che gode di una particolare protezione - chiede quali siano le azioni che si intendono intraprendere per arginare il preoccupante calo del numero di marmotte evidenziato nel nuovo Piano faunistico regionale a pag. 317, calo che di certo non è attribuibile all'attività venatoria viste le normative rigorose che ne vietano la caccia, a causa proprio del numero limitato di capi presenti sul territorio regionale. Anche qui, se andiamo a vedere i dati degli ultimi anni, da quando è stato attivato il divieto di caccia su quest'animale, abbiamo visto un calo superiore al 50%.
L'altra domanda, l'altro quesito, perché è sempre una cosa che mi è saltata all'occhio all'interno del Piano faunistico, dove si cita la possibilità di un'eventuale espansione della specie orso all'interno della nostra regione. E mi sembra che la volontà politica di quest'Aula fosse contraria all'inserimento o ad un'eventuale introduzione della specie orso nel nostro territorio per molti fatti che noi sappiamo, anche dovuti alla nostra consistenza territoriale, che non sempre si adatta ad avere delle superfici idonee per mantenere questi predatori.
Quella volontà politica che ho citato, gliela dico subito, è quella che era stata anche sottoscritta dal suo Capogruppo, l'impegnativa diceva: "Non autorizzare l'immissione di esemplari di orsi nel nostro territorio" e poi ce lo troviamo nel Piano faunistico, dove bisognerebbe prendere delle precauzioni, ma non dice la stessa cosa che c'è scritto qua.
Poi altre due impegnative che potrebbero avere un senso che riguardano il territorio al di fuori della nostra regione.
La nostra impegnativa è capire un po', anche per la tutela di tutte le specie della nostra regione, a fronte di quello che è inserito in questo Piano faunistico, la volontà di andare a proteggere questi animali, perché se da una parte abbiamo grandi numeri di predatori, eventualmente la possibilità di un'espansione dell'orso ed un calo di tutte le altre specie che sono nell'elenco delle specie cacciabili ma, come tanto è definito nella proposta del Piano faunistico, da un numero in base alla popolazione che è presente nella nostra regione, andando a prelevare tutti i capi che gli esperti pensano che siano più idonei e che non rechino danni per l'estinzione di questa razza, è per capire un po' ed avere una visione un po' più concreta per quanto riguarda il Piano faunistico.
Presidente - Risponde l'assessore Carrel.
Carrel (PA) - Per quanto attiene alla sua prima domanda, come è indicato nella bozza del Piano regionale faunistico venatorio, la popolazione del capriolo in Valle d'Aosta ha evidenziato un incremento costante dal 2007 al 2018, con un massimo di 6.771 capi censiti, mentre a partire dal 2019, per molteplici cause concomitanti, tra cui la presenza del lupo, si è riscontrato un repentino calo demografico, che ha portato il numero di caprioli a stabilizzarsi intorno ai 4 mila capi.
Per il prossimo futuro, la gestione venatoria di questo ungulato dovrà quindi essere caratterizzata da un approccio prudenziale nella predisposizione dei Piani di prelievo annuali, oggetto anche di riflessioni in previsione della discussione del Piano regionale faunistico venatorio.
In risposta al suo secondo quesito, vorrei evidenziare che in Valle d'Aosta vengono effettuati i conteggi della marmotta dal 2003. Nel periodo preso in considerazione per la revisione del Piano regionale faunistico venatorio sono stati effettuati i censimenti in tredici aree campione almeno una volta l'anno.
La metodologia utilizzata dal Corpo Forestale si basa solo sull'osservazione diretta.
Nel periodo 2003-2022 sono stati registrati 1.045 esemplari e non c'è evidenza di osservazioni dirette di predazioni.
Il suo ultimo interrogativo riguarda l'orso bruno: è noto come questo animale mostri un forte legame con gli ecosistemi forestali di montagna, soprattutto querceti, faggete e boschi di conifere.
Secondo le osservazioni effettuate sugli orsi in Trentino, la specie occupa spazi compresi tra i 500 e i 1.600 metri sopra il livello del mare.
Ad oggi in Valle d'Aosta non è stata rilevata la presenza dell'orso, tuttavia negli anni passati ci sono stati alcuni avvistamenti accertati nelle valli piemontesi del biellese.
Si evidenzia a tal proposito che la rete di monitoraggio, attualmente presente sul territorio per la gestione del lupo, permette anche di individuare l'eventuale presenza dell'orso. Sul tema dell'orso gli uffici dell'Assessorato si mantengono costantemente aggiornati ed al corrente di quanto avviene in altre Regioni, ed io stesso più volte ho avuto modo di confrontarmi di proposito con la collega della Provincia di Trento che ha riscontrato non poche difficoltà nella gestione dei casi messi in risalto dai media.
Nell'eventualità in cui dovesse essere individuata la presenza di uno o più esemplari di orso, dovremmo fare riferimento alla normativa vigente che, visti i recenti sviluppi, è in fase di evoluzione.
Presidente - Consigliere Planaz, ha facoltà di replica.
Planaz (RV) - Come obiettivo della nostra interpellanza, a fronte di altre specie che popolano fortunatamente anche il nostro territorio, ne abbiamo preso in considerazione tre: un predatore e due specie che oggi forse sono quelle che risentono della presenza di predatori nella nostra regione: il capriolo e la marmotta.
Il capriolo, lo sappiamo tutti, era in un numero non rilevante vent'anni fa, quando si è introdotto nella nostra regione; nel 2018, prima della pandemia, è arrivato ad un numero abbastanza soddisfacente, infatti anche nei censimenti che effettuano sia il Corpo Forestale che i cacciatori - che fanno addirittura assieme, come è regolamentato dal Piano faunistico -, si vede palesemente la diminuzione di questo animale, perché forse, diciamo, che di tutti gli ungulati che abbiamo nel nostro territorio è quello che oggi è un po' più debole e che riesce meno a difendersi dagli attacchi dei predatori.
Forse non è solo quella l'unica causa, però, se fosse anche un po' questa la causa del calo del numero di questo animale, non bisogna togliere l'attenzione anche per gli altri animali perché, di conseguenza, oggi quello un po' più debole viene attaccato, è più facile magari da predare da parte dei predatori ma, di conseguenza, la ricaduta ricadrà anche sugli altri animali.
È per questo che con quest'iniziativa abbiamo voluto portare all'attenzione questi argomenti, anche a fronte di una richiesta che abbiamo presentato - e non ho ancora avuto modo di avere risposta -, se c'è la possibilità di poter approfondire la tematica del Piano faunistico regionale, di questa proposta, in Commissione, per poter avere dei dati a sufficienza - se possibile - e per poter dare a tutti i nostri colleghi delle indicazioni che potrebbero magari essere utili per la salvaguardia di tutte le specie. Io penso che non ci sia nulla di male, anche perché l'attività venatoria nella nostra regione risente anche di un'attività che è tramandata da molte generazioni, è anche una tradizione che è importante per il mantenimento, e fino adesso è stato l'unico modo di controllare tutte le specie esistenti nel nostro territorio e prelevare quelle che forse, in base ai dati scientifici, potevano essere in esubero, e far sì di poter arrivare ad un documento che dia delle risposte il più possibile, sia per gli animali che dobbiamo tutelare, ma anche per quanto riguarda l'attività venatoria e la buona gestione di quest'attività venatoria, perché, non dimentichiamoci, che se attuiamo un documento che sia corretto e di facile interpretazione, di conseguenza sono anche più facili i controlli e tutto il resto che ne consegue per il buon riconoscimento di quest'attività.