Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3444 del 21 marzo 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3444/XVI - Interpellanza: "Azioni per la cura dei disturbi del sonno quali insonnia, sindrome delle gambe senza riposo e sindrome delle apnee ostruttive del sonno".

Bertin (Presidente) - Punto n. 39. Si è prenotato il Consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Parliamo di apnee ostruttive nel sonno, l'acronimo è OSAS, è un acronimo inglese che sta a significare Obstructive Sleep Apnea Syndrome e consiste in ricorrenti episodi durante il sonno di ostruzione completa o parziale della faringe, la cui causa è una qualsivoglia alterazione anatomica o funzionale delle vie aeree superiori.

L'ipossiemia intermittente e i frequenti risvegli notturni, non percepiti dalla persona, causano alterazioni metaboliche, cardio e cerebrovascolari. L'OSAS è frequentemente associata, e spesso ne è la causa, alle malattie riconosciute come le principali cause di morte ed è per questo associata a una ridotta aspettativa di vita, inoltre è causa di circa il 7% di tutti gli incidenti stradali.

L'OSAS può essere presente in età pediatrica e fra i 48 e gli 85 anni addirittura la sua prevalenza è del 49,7% nel sesso maschile e del 23,4% in quello femminile, con valori più alti dopo la menopausa.

Evidenziato che nel 2014 il Ministero della salute ha prodotto le linee guida nazionali per la prevenzione e il trattamento odontoiatrico della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno e che nel 2016 - questo è importante - la Conferenza Stato-Regioni ha sancito l'intesa sul documento "Sindrome apnee ostruttive del sonno, OSAS", del Ministero della salute, nel quale si afferma che l'OSAS è una malattia cronica e si indica come risulti necessario realizzare la prevenzione e la diagnosi precoce su tutto il territorio nazionale e che sia strategico elaborare un percorso assistenziale a livello regionale, negli anni successivi al 2016 in effetti alcune Regioni hanno recepito gli indirizzi di cui sopra, adottando piani diagnostico-terapeutici specifici per la diagnosi e la cura della sindrome da OSAS.

I costi sanitari e sociali correlati alla sindrome di cui abbiamo parlato sono molto ingenti, perché ci sono costi sia diretti che indiretti; fra i costi diretti citiamo: la comorbilità, i ricoveri ospedalieri, le visite specialistiche ambulatoriali, la diagnostica strumentale, farmaci, cure e riabilitazione, e i costi indiretti, come accennavo già prima, sono correlati al fatto che avvengano gli incidenti a causa di questa sonnolenza, quindi danni alla mancata produzione, danni alle persone, quindi invalidità, danni materiali e altri costi.

In termini economici, all'epoca dell'intesa del 2016 di cui abbiamo parlato prima, intesa Stato-Regioni appunto, si stimava che questi costi sanitari, pari al 55% dei costi complessivi, si attestavano sui 9,2 miliardi di euro, questi sono i costi diretti, mentre il restante 45% dei costi, quindi i costi indiretti, su quasi 17 miliardi di euro a livello nazionale.

Rilevato che tra le malattie del sonno, oltre alla citata sindrome, sono da annoverare anche insonnia e sindrome da gambe senza riposo, siamo a interpellare il Governo per sapere quanti siano attualmente i pazienti in terapia domiciliare per OSAS in Valle d'Aosta, se nella nostra regione sia stato individuato un percorso diagnostico terapeutico multidisciplinare per i pazienti sospetti di soffrire della sindrome da OSAS in linea con le indicazioni di cui all'intesa Stato-Regioni del 2016 e se esista a livello regionale, come già esiste in altre regioni, un modello regionale assistenziale organizzativo per la presa in carico sia delle persone adulte con OSAS, sia dei pazienti in età pediatrica e, in caso negativo, se sia intenzione del Governo regionale, in sinergia con l'Azienda USL, di avviare le azioni di cui sopra in ossequio all'intesa Stato-Regioni del 2016.

Infine, sapere quali siano le azioni poste in essere dall'Azienda USL nell'ambito dell'ambulatorio per la cura dei disturbi del sonno aperto nel gennaio 2018 con riferimento all'insonnia e alla sindrome delle gambe senza riposo.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Rispondendo al primo quesito: sono 700 i pazienti attualmente in terapia per la sindrome delle apnee ostruttive del sonno.

Rispondendo ai quesiti seguenti, nella nostra regione l'Azienda USL ha individuato un percorso diagnostico terapeutico multidisciplinare che garantisce una presa in carico efficace dei disturbi del sonno e, più specificatamente, per la sindrome delle apnee ostruttive del sonno.

La presa in carico è attiva a partire dalla diagnosi sino alle opzioni terapeutiche, infatti è operativo un ambulatorio del sonno che fa capo alla struttura aziendale di pneumologia, che ringraziamo per il lavoro che continua a svolgere con personale dedicato a questo tema.

Anche in considerazione dell'attenzione data alle attività correlate a tali disturbi, il nuovo atto aziendale, cioè lo strumento organizzativo per antonomasia di un'Azienda USL, ha valorizzato la struttura semplice della pneumologia qualificandola in struttura complessa.

Tale attenzione è stata riconosciuta anche dall'associazione A.L.I.Ce., che, sin dal 1997, opera nella nostra regione per supportare i malati e i familiari e per rapportarsi con le istituzioni per migliorare e uniformare i livelli di assistenza e di cura.

A.L.I.Ce. si dedica anche a un'importante attività di screening per la prevenzione dell'ictus, fortemente correlato alle patologie del sonno, che in Italia, con circa 200 mila casi all'anno, è la prima causa d'invalidità, la seconda di demenza e, ahimè, la terza di morte.

In occasione della Giornata mondiale del sonno, lo scorso 16 marzo si è svolto ad Aosta il convegno patrocinato dall'Amministrazione regionale, a cui anche A.L.I.Ce., ha partecipato sul tema dei disturbi del sonno in età evolutiva ed adulta.

Il convegno - organizzato congiuntamente dalle Associazioni RLS Italia, AIPAS e da A.L.I.Ce. Valle d'Aosta, co-organizzatrice dell'evento - ha approfondito le patologie associate ai disturbi del sonno, quale le apnee ostruttive del sonno - quelle che lei giustamente ha richiamato, OSAS, e la sindrome delle gambe senza riposo, RLS - e il legame tra ictus e sonno.

Nel corso del convegno è stato ribadito, come da lei ricordato, che i disturbi del sonno che concorrono all'aumento del rischio di ictus determinano sul piano sociale un diretto aumento, un incremento dei costi sanitari; una riduzione della capacità lavorativa con perdita di produttività; un maggior rischio d'infortuni sul lavoro e in ambito domestico e incidenti stradali. Sia da parte di tutti i relatori che delle associazioni dei pazienti e volontari, è stato ribadito come queste problematiche debbano essere affrontate e risolte a livello nazionale, attraverso il riconoscimento dell'apnea ostruttiva del sonno come malattia cronica e invalidante, il suo inserimento nei livelli essenziali di assistenza, LEA, l'istituzione di un registro nazionale e inoltre attraverso l'introduzione dei disturbi del sonno nei corsi di laurea in medicina, a oggi non previsti in Italia, se non molto marginalmente solo nella facoltà di neurologia.

Sin dal 2019, in ambito nazionale il tema è stato trattato più volte negli organi parlamentari, con risoluzioni e proposte di legge presentate da diverse forze politiche, a partire dalla Lega fino al PD.

La ex senatrice Boldi della Lega, presente al convegno, ha dichiarato come a oggi nulla sia ancora stato definito e di come il Governo nazionale abbia sinora dato attenzione e copertura finanziaria ad altre priorità.

L'insonnia viene normalmente diagnosticata e trattata all'interno degli ambulatori di neurologia generale in quanto sintomo diffuso e trasversale a tutte le patologie neurologiche, soprattutto quando a queste è associata una relazione emotiva, ansiosa e/o depressiva.

La sindrome delle gambe senza riposo è un disturbo specifico del movimento potenzialmente associato a malattia di Parkinson, viene quindi affrontata nell'ambito dell'ambulatorio dedicato alle malattie neuro-degenerative.

Le patologie neurologiche primitive del sonno hanno una base a prevalenza, pertanto i pochi pazienti con tale sospetto di disturbo vengono messi in contatto con i centri di regioni limitrofe più popolate che trattano una maggiore casistica di tale rilievo.

Presidente - Consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - È importante che sia stato citato anche il convegno dello scorso sabato su questi temi, organizzato dalle associazioni sia dei pazienti affetti da OSAS, sia dai pazienti affetti dalla sindrome delle gambe senza riposo e naturalmente da A.L.I.Ce., un'Associazione che è nata in Valle d'Aosta e si è estesa a tutta l'Italia e svolge un'attività molto importante sul piano riguardante l'ictus, quindi sicuramente ha una valenza davvero significativa anche a livello nazionale e non solo regionale.

Direi che è tutto giusto, è tutto vero, nel senso che anche sabato scorso, da specialisti del settore molto preparati, sono state rilevate queste situazioni, nel senso che una delle cose più importanti è sicuramente il fatto che si tratta di una patologia soprattutto, quella delle OSAS, che è non particolarmente riconosciuta e quantomeno, anche dai pazienti stessi, un po' negata: si tende a banalizzare il "Russamento" quasi fosse una cosa quasi fisiologica, quando invece questo tipo di disturbi poi hanno delle ricadute molto importanti e molto gravi anche sul fatto di avere poi una sonnolenza nel periodo diurno che è poi la conseguenza, molto spesso, di altre situazioni, tipo gli incidenti stradali, gli incidenti sul lavoro, gli incidenti domestici.

Sono tutte cose correlate, quindi c'è una concatenazione di fatti che poi portano a dei costi personali e sociali anche molto elevati, perché, come si saprà, gli incidenti stradali sono mortali a volte e comunque con lesioni permanenti, per le persone sono davvero una delle cause principali di mortalità, soprattutto in età giovanile, perché la prima causa di morte a livello mondiale, fra i 15 e i 29 anni, sono proprio gli incidenti stradali, e molto spesso questi incidenti stradali sono appunto correlati a problemi di sonnolenza e di mancata attenzione.

Uno degli elementi che è emerso nel sentire questi esperti è appunto il fatto che a volte quando si dorme il cervello ha delle zone, le cosiddette isole, che sono sveglie ma, viceversa, il problema purtroppo è quello che anche quando la persona è apparentemente sveglia essa può avere delle zone nel cervello che invece si addormentano, e questa è una cosa davvero interessante per i profani e comunque molto significativa.

Per questo tipo di cure è molto importante l'approccio multidisciplinare, perché ci sono coinvolti non soltanto gli aspetti pneumologici o neurologici, ma c'è la cardiologia, la dietologia, la pediatria, l'odontoiatria e infatti qui abbiamo un ruolo molto importante degli odontoiatri... ed è molto rilevante quello che lei ha già accennato, cioè il fatto che ci vorrebbe una preparazione anche maggiore da parte delle Università nei confronti dei medici, perché si è detto mi pare che i medici nel loro curriculum universitario facciano circa otto ore dedicate a questo tipo di discipline in tutto il corso universitario, quindi c'è poca sensibilità e poca preparazione.

Non è soltanto il paziente che a volte minimizza questi disturbi, ma anche gli stessi medici che, non essendo preparati, qualche volta trascurano o sottovalutano certe forme di patologia.

È vero, bisogna risolverlo anche a livello nazionale e soprattutto in via primaria a livello nazionale, ma l'attività di sensibilizzazione che potrebbe essere svolta dall'Azienda USL regionale, in coordinazione probabilmente con l'Assessorato, potrebbe avere davvero un grande significato nel far conoscere meglio queste patologie e far sì che le persone affette da questi disturbi non sottovalutino questi sintomi e si rivolgano il prima possibile, in modo da fare prevenzione, all'Azienda USL e ai loro medici per far sì che le conseguenze di cui abbiamo parlato prima non si verifichino e si cerchi di fare quindi una grande attività di prevenzione piuttosto che di cura.

Presidente - A questo punto, vista l'ora, concludiamo la seduta del Consiglio, che riprenderà alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 12:49.