Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3429 del 20 marzo 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3429/XVI - Interpellanza: "Stato dell'arte dei lavori della sede della Nuova Università della Valle d'Aosta".

Bertin (Presidente) - Punto n. 24. Il consigliere Lavy illustra l'interpellanza.

Lavy (LEGA VDA) - Mi ricordo, quando frequentavo l'Università, che con i miei compagni scherzavo sulla possibilità che un giorno avremmo magari potuto presenziare a una lezione nella nuova sede, qua si parlava della triennale. Passata la triennale, passata la magistrale, ora sono qua e la sede non è ancora aperta, sperando che apra per il prossimo anno accademico. Sappiamo che i tempi si sono allungati un bel po', ultimamente anche a causa della dotazione tecnologica, perché nei progetti iniziali si prevedevano le lavagne LIM, tecnologia che ormai è superata da un bel po', quindi giustamente si è dovuto provvedere a una sorta di rinnovamento tecnologico della strumentazione della nuova serie.

La storia un po' la conosciamo, nel progetto originario erano previsti ben undici laboratori, un'aula magna, cinque sale riunioni, una sala biblioteca dotata di cinque aule studio, una libreria universitaria, un centro multimediale attrezzato, un'aula per le associazioni studentesche, uno spazio informativo dedicato, quarantasei uffici per il Corpo docenti, trentanove uffici amministrativi, una caffetteria addirittura, gli spazi di deposito e archivio, centrali tecnologiche, in più uno studentato di 4.600 metri quadrati, circa cento posti letto, una palestra, un'area sportiva, duecentoventisette posti auto, trecento posti fra moto e biciclette. Di quel progetto rimane un lotto che è un pochino un simbolo di una volontà di grandeur che si aveva e che tuttora anche in parte si ha, grandeur che però ad oggi è decaduta e decadente. Perché dico questo? Perché se si guarda un po' da lontano, se si va di fronte alla facciata, quella tutta strana, la si può vedere solamente da lontano dietro a delle reti di protezione perché non si ha accesso all'area di cantiere, si può vedere che praticamente, soprattutto sull'ingresso a sinistra, sui tamponamenti esterni, che ricoprono le strutture in cemento, sembrano esserci delle grandi macchie scure sul bianco di questi tamponamenti e di queste coperture.

Ora, è vero che questa è una struttura che si ispira a un ghiacciaio - e negli ultimi anni abbiamo visto i nostri ghiacciai molto più scuri, perché lo strato superficiale della neve si scioglieva e quindi faceva trasparire un po' di più l'essere scuro del ghiaccio sotto -, però qui credo che a livello di realismo stiamo andando un pochino troppo oltre, proprio perché il design originario prevedeva il bianco, l'azzurro ma se sembrano esserci delle macchie nere, magari significa che ci sono delle infiltrazioni e in una struttura che non è ancora stata inaugurata sarebbe grave avere già delle infiltrazioni e, nel caso in cui ci fossero, di chi è la responsabilità? Di chi ha progettato l'opera? Di chi ha fatto i lavori? Della Regione? Dell'Università? È una domanda che pongo in quest'interpellanza, insieme anche alla questione dei collaudi, per esempio, degli ascensori, perché mi è stato riferito che un ascensore esterno, per esempio, non abbia superato il collaudo, però qui con quest'interpellanza si vuole capire un po' di più: 1) se è confermato che nel prossimo anno accademico sarà aperta questa nuova sede dell'Università; 2) se effettivamente ci sono delle infiltrazioni o meno, di chi è la responsabilità nel caso ci fossero e anche la questione del collaudo degli ascensori. È un'interpellanza che serve per fare chiarezza, sperando che tutte le questioni che pongo sulle infiltrazioni e mancati collaudi siano delle segnalazioni non vere, perché altrimenti sarebbe alquanto grave.

Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.

Guichardaz J. (FP-PD) - La risposta l'abbiamo formulata ovviamente grazie ai contributi pervenuti da diversi soggetti, quindi dall'UNI VDA, dai servizi dell'Assessorato del collega Sapinet, da SIV, abbiamo fatto un po' una raccolta perché serve anche a me per avere poi un quadro aggiornato.

"A che punto siano i lavori o quali siano le intenzioni riguardo all'effettiva apertura della nuova sede": in data 13 dicembre 2023 l'Amministrazione regionale ha assegnato in comodato d'uso gratuito il nuovo polo universitario all'Università della Valle d'Aosta. Con delibera del Consiglio dell'Università n. 71/2023, è stata perfezionata l'aggiudicazione definitiva a RTI Adicom S.r.l. - ISET S.r.l., per la fornitura chiavi in mano delle dotazioni tecnologiche informatiche necessarie all'entrata in funzione del nuovo polo universitario. In data 29 gennaio 2024 è stato firmato il contratto con la sopracitata RTI e sono stati avviati i lavori di fornitura e posa in opera. Il cronoprogramma, da quello che mi viene riferito, prevede la piena operatività delle dotazioni entro il mese di luglio 2024 e attualmente mi riferiscono che non si rilevano particolari criticità o ritardi nell'esecuzione, a eccezione del potenziale ritardo ai piani meno 1 e meno 2 nell'ipotesi di mancata tempestiva risoluzione dei problemi di infiltrazione di acqua di cui poi le farò sapere. L'Ateneo comunque sta mettendo in campo tutte le proprie risorse al fine di rendere fruibili gli spazi per l'avvio del nuovo anno accademico.

Lei chiede: "se siano state riscontrate infiltrazioni d'acqua in parti dell'edificio e quali siano gli eventuali danni". In relazione al secondo quesito, SIV ha comunicato che sono state riscontrate infiltrazioni d'acqua prontamente segnalate dall'Università della Valle d'Aosta in data 7 marzo scorso. In particolare trattasi di infiltrazione di acqua al piano meno 1, lato est dell'edificio, di un trafilamento di acqua lungo il cavidotto di accesso dei cavi Deval al piano meno 1 lato sud-est, di un accumulo/trafilamento d'acqua sul cono di luce nord e poi di infiltrazioni lungo la tromba dell'ascensore n. 1.

Per quanto concerne le infiltrazioni di acqua al piano meno 1 lato est dell'edificio, si segnala che tali venute di acqua non si erano mai verificate prima per quanto noto, pertanto è stato eseguito un sopralluogo in data 13 marzo dai tecnici SIV congiuntamente ai tecnici dell'impresa realizzatrice, al fine di condurre l'indagine e le opportune valutazioni. Le risultanze di tale sopralluogo - mi riferiscono - hanno evidenziato che trattasi di perdite provenienti da alcune tubazioni, non dipendenti in questo caso dalle condizioni meteorologiche. L'impresa quindi - mi dicono - interverrà prontamente per la risoluzione di tali problematiche.

Per quanto riguarda il punto B, cioè un trafilamento d'acqua lungo il cavidotto di accesso dei cavi Deval al piano meno 1 lato sud est, il trafilamento saltuario di un paio di cavidotti su circa nove presenti era già stato ipotizzato ma mai constatato direttamente. Per la risoluzione di tale problematica, è stato deciso di interpellare Deval per definire la soluzione più efficace per eliminare il trafilamento, circostanza che potrebbe dover interessare forse anche un intervento su un pozzetto di derivazione esterna al lotto di intervento di proprietà, questa sì, della società distributrice elettrica.

In ogni caso il saltuario trafilamento di acqua di cui trattasi interessa, e non può che interessare, un cavedio esterno al perimetro della cabina elettrica situata al piano meno 1 dell'edificio.

Per quanto riguarda il punto C, cioè un accumulo/trafilamento di acqua sul cono di luce nord, la situazione è stata trattata anche nell'ambito della relazione di collaudo che ha evidenziato come la struttura, pur presentando effettivamente dei ristagni di acqua in prossimità della scala nord, sia stata realizzata "secondo le previsioni progettuali e che l'eliminazione della problematica sia da trattare nella fase di esercizio dell'immobile. Trattasi di acque che piovono direttamente sulla porzione a cielo libero del cono di luce e di acque che percolano lungo il profilo fortemente curvo della facciata, per poi ricadere nei camminamenti e su alcune porzioni di controsoffitto esterno presente. Allo stato si possono configurare quindi interventi correttivi". SIV ha già fornito la propria disponibilità a coordinare interventi puntuali nel senso appena menzionato. Relativamente alle infiltrazioni lungo la tromba dell'ascensore n. 1, nel corso del sopralluogo si è concordato di interpellare la ditta manutentrice al fine di aprire il vano ascensore per verificare le griglie di areazione dalle quali potrebbe potenzialmente prodursi l'infiltrazione dell'acqua piovana.

Punto 3: "se tutti gli ascensori della struttura abbiano superato i collaudi". Relativamente all'ultimo punto, nel ricordare che nella struttura vi sono quattro ascensori e un montacarichi, si riassume di seguito l'iter per utilizzare gli ascensori nei seguenti quattro punti: a) installazione ascensore; b) collaudo interno della ditta che ha installato l'ascensore; c) emissione della certificazione UE dell'installatore. Non viene rilasciato nessun documento denominato "Collaudo" poiché fa fede la dichiarazione UE che non viene emessa senza il collaudo interno; d) con la dichiarazione UE, unita al contratto di manutenzione che fa il gestore con una ditta specializzata, dove sono indicate anche le visite ispettive periodiche, sempre il gestore chiede al Comune il numero di matricola con il quale poi è possibile avviare gli impianti. I punti a), b) e c) li assolve la ditta installatrice, quindi la stazione appaltante, certificazioni già consegnate al gestore, mentre il punto d) è a carico del gestore.

Relativamente ai punti a), b) e c), installazione, collaudo, emissione di certificazione UE, si segnala che gli stessi sono stati assolti dalla stazione appaltante, mentre, per quanto riguarda il punto d), cioè la dichiarazione UE unita al contratto di manutenzione dove sono indicate anche le visite ispettive, eccetera, il gestore ha già provveduto a richiedere e ottenere l'immatricolazione di tre dei quattro ascensori presenti nella struttura che quindi sono già in esercizio. In merito all'ascensore esterno, si è in attesa della messa in esercizio conseguente alla pratica d'immatricolazione in quanto su tale impianto è necessario provvedere alla posa di una pensilina a copertura dello stesso.

Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Lavy.

Lavy (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta. Il quadro è abbastanza negativo perché, per carità, per quanto riguarda le infiltrazioni che non sono dovute alla struttura ma sono dovute per cause terze, lì non si può fare niente, ma se effettivamente ci sono delle infiltrazioni nella struttura, qua stiamo parlando di un problema e in effetti è stato detto che ci sono degli interventi correttivi da fare. Io veramente da questo lato sono alquanto stupito in negativo, poi chi magari conosce meglio le tecniche costruttive poteva già immaginare che un tipo di costruzione del genere, con tutti questi pannelli tramezzati dal silicone, nel tempo e con il tempo possono avere tutta una serie di infiltrazioni e sappiamo benissimo tutti che tutti quei pezzi, o almeno una gran parte di essi, sono dei pezzi unici, quindi per sostituirli è molto complesso. Questo è veramente un qualcosa di preoccupante, di certo non è colpa sua, Assessore, la colpa è di qualcun altro, però abbiamo già subito un calvario nella costruzione di questa nuova sede, ora molto probabilmente ne subiremo un altro nella manutenzione, perché se con una sede non ancora inaugurata abbiamo già questi problemi, immagino da qui a dieci anni cosa dobbiamo fare, cioè la ributtiamo giù e la rifacciamo, perché appunto la situazione - e qui basta vederla da fuori - è molto preoccupante. Se l'intento è di rendere questa struttura simile a un ghiacciaio, credo che l'intento sia stato raggiunto, non vorrei però che la similitudine con un ghiacciaio si abbia con quello del Planpincieux, perché quello sta venendo giù. Mi auguro che la sede dell'Università non cada come quel ghiacciaio.