Oggetto del Consiglio n. 3381 del 7 marzo 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3381/XVI - Interpellanza: "Motivazioni della scelta di alcuni criteri per la concessione dei mutui agevolati per interventi nel settore dell'edilizia residenziale di cui alla DGR 142/2024".
Bertin (Presidente) - Punto n. 24. Illustra l'interpellanza il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Restiamo nell'alveo dei mutui. Il riferimento di quest'interpellanza è legato alla delibera di Giunta del 19 febbraio 2024 n. 142, "Approvazione delle disposizioni applicative per la concessione di mutui agevolati per interventi nel settore dell'edilizia residenziale, ai sensi del titolo IV capo III quater della legge 3/2013".
Nella premessa cerchiamo di concentrare immediatamente l'attenzione delle domande, in particolare andiamo a fare un riferimento alle disposizioni applicative di questa deliberazione; in particolare all'interno del punto 11 delle disposizioni troviamo due sottopunti: l'11.1, in cui si dice che per l'accesso ai mutui l'indicatore della situazione economica equivalente (l'Isee) del nucleo familiare di ciascun richiedente in corso di validità alla data di presentazione della domanda non può essere superiore a 80.000 euro, e il punto 2 declina i tassi applicati fino alla concorrenza dell'Isee di 80.000 euro.
Invece - e lo cito, visto che siamo freschi della discussione del Piano Energetico - il punto 11.3 applica delle riduzioni: nell'ambito degli immobili che interessano i mutui, laddove ci siano delle classi energetiche particolarmente performanti e la non presenza dell'utilizzo di vettori energetici che non sono considerati in linea con la decarbonizzazione, c'è un'applicazione di un tasso leggermente più favorevole.
Nella presentazione di questa deliberazione porto come esempio, che mi è utile poi a fare le domande, le dichiarazioni che ha fatto il Presidente dicendo: "Dopo lo stop a questi contributi nel 2019, tornano i finanziamenti anche per le seconde case, l'obiettivo è ridare impulso al settore edilizio, oltre al recupero e alla riqualificazione dei centri abitati". La uso soltanto come spiegazione e introduzione delle successive tre domande.
Le prime due in particolare sono relative al contenuto dei due punti che ho citato, l'11.1 e l'11.2, chiediamo per l'appunto al Governo "Quali motivazioni abbiano determinato la scelta di fissare un limite massimo di reddito nell'ambito di una misura volta a sostenere interventi di recupero edilizio privato", sicuramente può darsi che il Presidente nella risposta mi possa dire: "Quelli precedenti avevano...", però la domanda è più di natura politica e se l'obiettivo è dare impulso all'edilizia, facciamo e poniamo questa domanda.
La seconda domanda: "Quali motivazioni invece abbiano determinato l'individuazione della cifra massima di 80.000 euro come nel limite posto al già richiamato punto 11.
Poi la terza domanda in realtà è più una domanda politica, ma non tanto nel contenuto, è anche una sorta di stimolo o comunque di valutazione che si può fare per implementare, se possibile, queste tipologie di interventi, in particolare "Perché nell'ambito della già richiamata deliberazione non si siano previste forme d'incentivazione, ad esempio sui tassi d'interesse applicati, a favore d'interventi condotti in aree territoriali a rischio spopolamento o poste a determinate quote altimetriche". Forse ci sono delle ragioni regolamentari, non parlando d'imprese non penso, però, più che una domanda sul contenuto, è una domanda di prospettiva e quindi, per l'appunto, capire perché non si sia fatto questo ragionamento.
Presidente - Risponde il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - Grazie per l'interpellanza, che ci dà modo anche di esprimere alcune valutazioni in merito alle scelte operate e al ragionamento che ci sta dietro.
"Quali motivazioni abbiano determinato la scelta di fissare un limite massimo di reddito nell'ambito di una misura volta a sostenere interventi di recupero edilizio privato", prima di rispondere puntualmente alla quaestio, occorre premettere che la misura di cui si parla è rimasta inattiva dal 31/12/2019 a oggi, in quanto le precedenti disposizioni attuative, in vigore fino al 31/12/2019 appunto, avevano determinato la presentazione di un numero di domande importante, molto elevato, per cui non era stato possibile dare immediata soddisfazione alle stesse con le risorse disponibili sul fondo di rotazione costituito presso Finaosta.
Nei primi mesi del 2022 è stato possibile finanziare le ultime domande presentate nell'anno 2019, di conseguenza riattivare le misure per la concessione dei mutui per l'edilizia residenziale, un momento d'ingorgo che ha pregiudicato la possibilità di dare questi mutui.
Alla luce di quanto accaduto nel 2019, si è deciso - con deliberazione 531 del 9 maggio 2022, poi modificata con deliberazione 667 del 12 giugno 2023, che è quella di cui abbiamo parlato prima - di riattivare solo i mutui per l'acquisto, il recupero e la nuova costruzione d'immobili destinati ad abitazione principale, per il recupero di immobili situati nei centri storici.
Dalla data di riattivazione di tali misure, il primo luglio 2022, e fino al 31 dicembre dello scorso anno, quindi per un totale di circa diciotto mesi, sono stati concessi circa 647 mutui, per un importo complessivo di 96 milioni e qualcosa.
Di questi, nel solo 2023, sono stati concessi 457 mutui, per un importo complessivo di 68 milioni di euro.
Le domande continuano a pervenire con una certa regolarità e non si registra al momento una riduzione significativa dell'adesione all'iniziativa.
Tutto ciò premesso, in sede di predisposizione delle disposizioni per la riattivazione dei mutui per il recupero edilizio d'immobili, anche non destinati ad abitazione principale, di cui appunto alla deliberazione 142 dello scorso 19 febbraio, si è voluto definire un importo massimo da destinare a tale misura, pari a 10 milioni di euro delle risorse disponibili sul fondo di rotazione dedicato, proprio al fine di non intaccare eccessivamente le risorse disponibili nel loro complesso per la concessione di mutui per la prima casa e non penalizzare tale misura, ritenuta prioritaria rispetto alla misura dei mutui delle seconde case.
Ora, disponendo l'iniziativa di un budget limitato, si è reso necessario definire dei criteri di accesso maggiormente restrittivi, in modo da orientare la misura a favore prioritariamente di coloro con minori disponibilità finanziarie e pertanto meno propensi a ristrutturazioni d'immobili con risorse proprie o ricorrendo a mutui bancari in forma diversa da quella di Finaosta.
Non disponendo di dati o di elementi concreti per fare delle ipotesi in merito all'adesione a tale intervento, sarà quindi necessario fare un puntuale monitoraggio in questo primo step di erogazione contestualmente al monitoraggio delle risorse, tempo per tempo disponibili sul fondo di rotazione, per rivalutare l'appropriatezza dei requisiti di accesso previsti, che sono evidentemente tutti da verificare e da valutare alla luce di quelle che saranno le varie richieste.
Passando al secondo quesito, "Quali motivazioni abbiano determinato l'individuazione della cifra massima di euro 80.000 come limite posto già al richiamato punto n. 11": la cifra massima di 80.000 euro è stata stabilita sulla base della valutazione dell'appropriatezza dell'importo massimo dei 60.000 euro previsto a oggi per i mutui prima casa, tenendo in considerazione il fatto che la proprietà, gli ulteriori immobili rispetto alla prima casa, di per sé determina un incremento del valore dell'Isee.
Sulla base di alcune simulazioni di Isee, si è ritenuto che la misura possa trovare una sufficiente platea di aderenti tra chi è proprietario di non solo un immobile ma di più immobili.
Per andare al terzo quesito, "Perché nell'ambito della già richiamata deliberazione non si siano previste forme d'incentivazione a favore d'interventi condotti in aree territoriali a rischio di spopolamento poste a determinate quote altimetriche", la deliberazione 142/2024 prevede in generale tassi agevolati e comunque inferiori, anche di molto in qualche caso, agli attuali tassi di mercato, che vanno appunto da un minimo dell'1,50 a un massimo del 2,50, e si è voluto con questa deliberazione prevedere un'ulteriore agevolazione a favore degli immobili con determinati requisiti energetici, in coerenza con le linee guida per la progressiva decarbonizzazione del territorio regionale, affinché anche tale misura concorra agli obiettivi di risparmio energetico ivi previsti; una misura che è coerente con altre tipologie di mutui che vengono dati per l'efficientamento energetico, è coerente con le valutazioni che sono state fatte oggi nell'approvazione del PEAR e che sono un po' un'innovazione anche all'interno di questo percorso di concessione dei mutui, perché è un'aggiunta che è stata inserita in questa versione rispetto al passato.
Per quanto concerne l'ubicazione degli immobili oggetto di recupero, si è invece ritenuto di agevolare in egual misura il recupero del degrado edilizio d'immobili ovunque essi siano situati, in coerenza con la finalità della legge regionale 3/2013.
È chiaro che le valutazioni sono tutte sostenibili e anche queste interpretazioni che noi abbiamo voluto dare sono valutazioni che vanno nell'ottica di privilegiare evidentemente chi ha meno risorse finanziarie ma ha comunque immobili da ristrutturare. Fissare un limite massimo per fare un primo step di verifica sull'utilizzo di questi 10 milioni ci darà una fotografia sufficientemente interessante per poi poter apportare, nel caso, delle varianti ai parametri inseriti in questa delibera e meglio sviluppare quelle che possono essere le esigenze del territorio.
Per il momento crediamo che questi siano dei meccanismi motivati che ci permettono di approcciare in maniera corretta questo primo step.
Presidente - Per la replica, consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Sulle premesse giuste che ha fatto il Presidente del perché si fosse interrotta l'erogazione non torno, perché lì tanto si potrebbe dire che, quando si aprono le maglie maggiori, bisogna giustamente prevedere le giuste risorse.
Capisco che l'inserimento della misura è soprattutto determinato dalla limitatezza ovvia delle risorse, ça va sans dire, la domanda, se vogliamo, anche un po' provocatoria era sul fatto che, siccome si parla e ci si concentra anche su di un recupero che non è di necessità, mettiamola così, rispetto a quella che può essere una prima casa, si voleva capire meglio perché si fosse identificata questa misura degli 80.000 euro, perché giustamente un conto è operare... o comunque agevolare la prima casa, un conto ovviamente è andare oltre la prima casa.
La domanda n. 3: capisco benissimo la volontà di premiare le ristrutturazioni o gli immobili più performanti dal punto di vista energetico, giustissimo, e anche considerare come caratteristica di guida il degrado, quindi recuperare tutti gli immobili che hanno delle problematiche; la proposta era anche volta a dire che magari spesso e volentieri ci siamo anche molto intrattenuti su possibili "N" soluzioni per recuperare non soltanto immobili degradati ma anche aree soggette a spopolamento o aree soggette a determinate problematiche e poi in realtà magari a volte si può anche pensare su misure che già abbiamo - che come in questo caso hanno anche un rodaggio e sulle quali gli uffici hanno un'esperienza da tempo - di prevedere magari anche, perché no, lo stesso meccanismo del punto 11.3, quindi abbassare i punti percentuali del tasso rispetto alla classe energetica, magari prevedendo anche di dare una premialità per delle realtà che sono effettivamente in una situazione disagiata e dove forse il degrado è anche comune magari all'abitato, proprio perché è più difficile viverci.
Questa è più una suggestione che non voleva essere assolutamente una critica, ma era proprio un pour parler che però direi ha molta sostanza, non è fine a sé stesso.