Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3335 del 22 febbraio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3335/XVI - Interpellanza: "Azioni volte a risolvere le criticità relative all'allontanamento di alcuni pazienti dalla struttura residenziale terapeutica e riabilitativa per dipendenze patologiche in regione Talapé ad Aosta".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 44 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola alla collega Foudraz.

Foudraz (LEGA VDA) - Sono pervenute alla scrivente alcune segnalazioni in merito a pazienti che verrebbero allontanati dalla struttura sita nel comune di Aosta in regione Talapé che accoglie utenti che hanno problematiche legate a dipendenze, vengono allontanati perché considerati ingestibili e questi sono quindi costretti pertanto a restare fuori dalla struttura per giorni, arrivando anche a una settimana di allontanamento dalla stessa, senza peraltro avere un luogo dove potersi rifugiare, non avendo la possibilità di essere ospitati da nessuno. Dalle segnalazioni è emerso che a questi soggetti, poiché definiti ingestibili, non era permesso rimanere in struttura per tempi, appunto come ho appena precisato, che si dilatavano, fino ad arrivare a sette giorni. Queste persone hanno dovuto quindi arrangiarsi e cercare soluzioni alternative sicuramente non facili: parliamo di persone che si sono adattate a dormire al freddo, in case non agibili, in condizioni sanitarie indescrivibili, individui che non dovrebbero essere lasciati soli a loro stessi, sono loro i primi che hanno chiesto un aiuto per uscire da un percorso buio che il più delle volte ha fatto sì che perdessero anche gli affetti più cari, perdessero un lavoro e le amicizie. Questo per riuscire a migliorare quindi il loro percorso di vita e ritrovare la luce.

Atteso che queste segnalazioni e informazioni trovassero riscontro, sarebbero atti e comportamenti gravissimi, considerato che le persone che usufruiscono di queste strutture - ricordo che la struttura di cui stiamo parlando è accreditata a livello regionale, una struttura residenziale psichiatrica per interventi socio-assistenziali - sono soggetti fragili e con delle dipendenze, pertanto necessitano di essere accompagnati nel loro percorso di ripresa di una vita serena, una vita che non sia segnata da continue dipendenze. Per capire bene di cosa stiamo parlando, dobbiamo inquadrare qual è il significato del termine "dipendenza": per "dipendenza" si intende un'alterazione del comportamento che si caratterizza per la ricerca anomala ed eccessiva di sostanze o di attività, che si mantiene nonostante l'evidenza che queste siano dannose. Il concetto di "dipendenza" nasce in relazione all'utilizzo di sostanze stupefacenti, come eroina e cocaina, anche se poi ultimamente si è esteso anche alle dipendenze comportamentali. Non esistono infatti solo dipendenze legate all'assunzione di sostanze illecite, altre dipendenze possono riguardare il gioco d'azzardo, ludopatia, l'alcool, Internet, social media, pornografia, così come anche a volte l'eccessiva passione per lo sport e il fitness. Tra le dipendenze però più comuni troviamo comunque l'utilizzo, l'abuso di sostanze stupefacenti, le cosiddette "droghe", come eroina, cocaina, ma anche cannabinoidi e oppiacei, farmaci, perché anche questi creano dipendenza, soprattutto antidolorifici, antidepressivi, ansiolitici o sonniferi e l'alcool. Le conseguenze dalle dipendenze per gli individui sono molteplici, oltre ad arrecare appunto un danno a livello fisico all'individuo, si innescano dei meccanismi che fanno sì che il soggetto il più delle volte perda i contatti con i familiari e con le amicizie. Tutto questo non aiuta ovviamente la persona a cercare di risalire la china, anzi, nella maggior parte dei casi è un'ulteriore bastonata che l'individuo fragile riceve.

Uscire dalle dipendenze è difficile, soprattutto se non si ha il desiderio di farlo, nonostante l'evidenza che una dipendenza crea un danno. Il primo passo fondamentale per il paziente quindi è quello di decidere di uscirne una volta per tutte, nel momento in cui però il paziente decide di farlo, di uscire da questa sua situazione personale che lo sta privando di tutto, dagli affetti familiari all'ambito lavorativo e a tutto il resto che corona e attorna la sua vita di individuo, deve avere la possibilità di appoggiarsi a quelle strutture che sono riconosciute e accreditate, che sono nate proprio per essere un valido supporto a questo tipo di problematiche.

Poiché stiamo parlando di una struttura accreditata sul territorio regionale per svolgere tale compito, così come è stato concepito, e qualora dovesse venir meno il possesso dei requisiti che la struttura deve garantire, requisiti che sono stabiliti con una deliberazione della Giunta regionale e anche con successivi provvedimenti dirigenziali regionali, l'accreditamento all'esercizio dell'attività in oggetto decadrebbe e non solo, vi sarebbe anche una possibile revoca del titolo autorizzativo.

Per quanto le ho appena risposto, interpello l'Assessore per conoscere se tali fatti corrispondano al vero, se il Governo regionale sia a conoscenza di questa gravissima problematica, se esista un protocollo d'intervento da parte dei gestori del servizio e cosa preveda nel caso di pazienti considerati ingestibili e quali siano le azioni che si intendono adottare.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Le domande sono: "se tali fatti corrispondono al vero, se il Governo regionale sia a conoscenza di questa gravissima problematica, se esiste un protocollo d'intervento da parte dei gestori del servizio, quali siano le azioni che si intendono adottare".

In premessa è bene precisare che la sospensione temporanea del percorso con l'allontanamento del paziente è messa in atto solo in caso di ripetute trasgressioni e che è sempre comunque previsto e concordato il rientro in struttura. La sospensione non ha ovviamente scopo punitivo ma è finalizzata alla rimotivazione alla cura, esattamente quello che lei ha appena finito di rappresentare.

Il SERD, o Servizio per le dipendenze dell'Azienda USL, e le cooperative convenzionate con l'Azienda medesima hanno sempre risposto alle esigenze di cure sociali di un'utenza fragile. È importante infatti precisare che tutti i percorsi residenziali per le dipendenze patologiche e per i disturbi di interesse psichiatrico sono avviati esclusivamente su base volontaria e così deve essere. L'utente in ingresso accetta quindi il programma terapeutico proposto, ma anche le attività e i controlli connessi, compreso il regolamento interno alla struttura. Il regolamento è a tutela del percorso trattamentale dell'utente, come di tutti i presenti della struttura, e prevede di tenere un comportamento adeguato, vietando ovviamente di assumere sostanze stupefacenti. L'eventualità che un paziente faccia uso o introduca nella struttura sostanze stupefacenti o alcool rappresenta infatti un pericolo di ordine sanitario per i soggetti fragili presenti, con il rischio di scompensi psichici, urgenze mediche che, nei casi più gravi, può condurre sino alla morte per overdose. In ogni caso, anche quando vengono verificate trasgressioni al regolamento o positività ai test tossicologici, l'utente non viene mai allontanato immediatamente, ma le situazioni sono approfondite in più incontri tra gli operatori e confronti con gli operatori del SERD. In questi confronti vengono valutate le conseguenze in termini di ricadute e gli eventuali aspetti psicopatologici derivanti dalle trasgressioni che determinano quindi necessari trattamenti. Solo in caso di ripetute trasgressioni la struttura mette in atto una sospensione temporanea del percorso con allontanamento dell'utente e suo rientro concordato: ecco perché la sospensione non ha ovviamente finalità punitiva, lo ripetiamo, ma è intesa quale mezzo di freno e rimotivazione alla cura. È anche necessario considerare che la dipendenza patologica, oltre a essere sempre soggetta a ricadute, è assai spesso caratterizzata da comportamenti antisociali, generata sovente da ansia e da stati di agitazione, che non sempre possono trovare soluzione nei trattamenti farmacologici.

Nel corso dell'anno 2023 sono stati allontanati dalla struttura "Il Ponte" quattro utenti, nello specifico:

- un o una paziente dal 7 al 13 marzo a causa della positività a sostanze stupefacenti riscontrata al rientro in comunità terapeutica da un permesso (la persona nel periodo di allontanamento risiedeva nella casa di proprietà);

- una persona dal 9 al 14 giugno per non aver aderito al programma, per ripetuti abusi alcolici e per aver introdotto di nascosto nella struttura bevande (la persona nel periodo di allontanamento risiedeva in un alloggio in affitto);

- una persona dal 19 al 23 luglio per ripetuti alcoltest positivi e poi dal 13 al 20 agosto per essersi allontanato o allontanata senza autorizzazione (la persona di riferimento nel periodo di allontanamento disponeva comunque di una casa);

- una persona dal 28 agosto al 1° settembre per aggressività verbale marcata e ripetuta nei confronti degli operatori, sempre a questa persona è stato assicurato un insediamento temporaneo in una struttura in Valle.

In conclusione, quindi, solo in caso di trasgressioni reiterate la struttura procede con l'allontanamento temporaneo dell'utente che vede comunque il successivo rientro controllato. Tutto ciò si rende necessario sempre a tutela del paziente e degli altri utenti della struttura. Nei casi di sospensione è comunque e sempre posta una particolare attenzione affinché gli utenti abbiano alternative residenziali certe in attesa del rientro in struttura.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Foudraz.

Foudraz (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta che comunque non mi soddisfa pienamente. Lei mi ha parlato di sospensioni concordate con gli operatori della struttura, però io le vorrei far presente che le segnalazioni che mi sono state fatte non mi hanno parlato di nessun accordo di sospensione temporanea, cioè non gli è più stato permesso di entrare in struttura.

Poi, Assessore, mi ha dato dei dati, mi ha detto che nel 2023 sono stati allontanati quattro utenti, un utente è tornato nella casa propria, uno in un alloggio in affitto e poi non ricordo bene cosa ha detto degli altri due. Vorrei solo farle presente che nessuno ha effettuato verifiche in tal senso, se le persone fossero effettivamente alloggiate lei mi ha detto in alloggi in affitto... io posso dirle che per la segnalazione che mi è stata fatta questa persona ha dormito in una casa abbandonata. Poi io non lo so, presumo che controlli da quel punto di vista non ne vengano fatti e questo lo ritengo abbastanza grave perché persone che soffrono di patologie vengono allontanate per una settimana - detto da lei o comunque da chi le ha scritto la risposta - in maniera concordata, io le posso dire che di concordato non c'era nulla.

Io credo che comunque strutture che siano accreditate a livello regionale devono garantire comunque il possesso dei requisiti per l'esercizio dell'attività per cui sono preposti.

Io auspico che i controlli che sono previsti da parte dell'Amministrazione regionale vengano svolti per evitare che si ripetano situazioni del genere, perché non è possibile lasciar dormire fuori al freddo e in giacigli di fortuna persone che stanno già scontando un qualcosa di brutto per la loro persona. Vero è che sono scelte che un individuo ha fatto per ritrovarsi in quella situazione, però non abbandoniamoli, dobbiamo recuperarli, quindi non lasciamoli soli.