Oggetto del Consiglio n. 3322 del 21 febbraio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3322/XVI - Interpellanza: "Adozione di misure tempestive a sostegno delle attività commerciali per il contrasto del fenomeno della desertificazione del settore".
Bertin (Presidente) - Punto n. 52. Consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - Quest'iniziativa ha come finalità mantenere alta l'attenzione sul problema della crisi del settore del commercio.
Ricordo a tutti che la nostra prima iniziativa risale al lontano 15 dicembre 2022, già allora il nostro gruppo evidenziava la necessità di rilanciare il settore del commercio, attraverso un piano specifico e non solo.
Per questo motivo sono state innumerevoli le iniziative presentate in questo Consiglio regionale dal nostro gruppo a sostegno del settore del commercio; ricordo anche la nostra proposta di legge sulla creazione dei distretti del commercio, che andava nella giusta direzione: dare un piccolo contributo a questo settore.
Tornando all'iniziativa, prendiamo atto da alcuni organi di stampa e da siti web che negli ultimi anni, tra il 2012 e il 2023, gli ultimi dieci anni, secondo i dati di Confcommercio nazionale sono spariti circa 11 mila negozi a dettaglio e 24 mila attività di commercio ambulante, mentre sono aumentate le attività di ristorazione.
Nella nostra Regione il trend rispecchia quello nazionale, chiudono i negozi di commercio al dettaglio e aprono bar e ristoranti.
Abbiamo più volte evidenziato quali sono i fattori che hanno contribuito a creare o ad aumentare questa crisi del settore.
Detto questo, sarebbe opportuno ricordare le parole del Presidente di Confcommercio che in una sua intervista evidenziava l'importanza di creare i distretti del commercio.
"Per arginare un'eventuale emorragia di chiusura delle attività, la prospettiva formulabile nella nostra Regione è quella legata alla creazione dei distretti del commercio", parole del Presidente di Confcommercio.
Ora tenuto conto che il fenomeno della desertificazione commerciale non si è arrestato, anzi, seppur il Governo regionale abbia attuato una serie di misure di contrasto, evidenziato che nella nostra regione, soprattutto in Bassa Valle, quindi partendo da Châtillon per arrivare a Pont-Saint-Martin, le attività commerciali stanno chiudendo, in questi giorni ricordo che sta chiudendo un'attività proprio a Hône, tenuto conto anche delle preoccupazioni delle associazioni di categoria, si interpella l'Assessore competente per conoscere se sia intenzione dell'Amministrazione regionale porre in atto delle misure tempestive a sostegno delle attività commerciali al fine di contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale.
Presidente - Risponde l'assessore Grosjacques.
Grosjacques (UV) - Come lei ben sa, collega Ganis, per essere un operatore di questo settore, il declino che da tempo caratterizza il settore del commercio di vicinato in tutta Europa ha due matrici diverse, la prima, di carattere strutturale - nelle varie crisi economiche di questi ultimi quindici anni con la chiusura di alcune centinaia di migliaia di attività in tutti i settori - ha trovato origine nei principi della normativa euro unitaria a tutela della concorrenza (che hanno comportato l'introduzione nell'ordinamento di una disciplina di ampia liberalizzazione che ha generato una crescita significativa di medie e grandi strutture di vendita a danno delle microimprese), nell'avvento di Internet (che ha profondamente modificato la struttura dell'economia tradizionale, con la nascita tra gli altri del fenomeno dell'e-commerce, in virtù del quale si sono stabilmente insediate sul mercato multinazionali globali, competitori in grado di vendere su tutto il territorio prodotti a prezzi non sostenibili da parte delle piccole e medie imprese commerciali tradizionali) e nel calo demografico (che ha colpito anche la nostra regione e che non è da sottovalutare, e, in particolare, le comunità delle valli laterali, dove in molti casi l'esiguità del numero degli abitanti residenti stabilmente purtroppo non consente più, in molti casi, il mantenimento in vita dei piccoli esercizi di vicinato.
Poi vi è una seconda causa di carattere congiunturale che ha ulteriormente amplificato gli effetti della crisi strutturale del settore commerciale di prossimità in ragione di una serie di fenomeni, tra i quali l'evento pandemico, l'incremento dei prezzi dei combustibili dell'energia, la difficoltà di reperimento delle materie prime, gli eventi bellici, la crescita generalizzata delle dinamiche inflattive, a cui non è seguita una crescita proporzionale dei redditi, con la conseguente perdita di valore del potere di acquisto dei consumatori.
È un fenomeno che colpisce indistintamente anche tutto il territorio nazionale, pertanto la Valle d'Aosta di certo non potrebbe rappresentare un'eccezione, esattamente come riportato nella ricerca "Demografia d'impresa nelle città italiane", da lei citata nelle premesse dell'interpellanza, che si limita a un'analisi dei dati, senza peraltro proporre alcun tipo di soluzione da mettere in campo.
Nella stessa direzione - e qui le devo dare delle interpretazioni diverse rispetto a quelle che lei ha citato, che sono sicuramente attendibili - vanno i commenti dei massimi rappresentanti valdostani della categoria, da sempre molto attenti alle problematiche legate alla desertificazione commerciale e con i quali vi è un confronto continuo e costante, cito testualmente, hanno dichiarato, il primo: "Per evitare gli effetti più gravi di questo fenomeno" - quindi la chiusura dei piccoli esercizi - "Il commercio di prossimità deve puntare all'innovazione, alla ridefinizione dell'offerta e soprattutto a valorizzare i rapporti umani tra il commerciante e l'acquirente. Tali aspetti rappresentano le uniche opportunità del commercio fisico tradizionale per contrastare la crescita dell'e-commerce".
Mentre la seconda voce autorevole dice: "Dall'analisi emerge che la desertificazione dei centri storici sta diventando una preoccupante costante; spariscono unità locali di commercio al dettaglio ma viene ridefinita l'offerta, sostituita dall'apertura di bar e ristoranti grazie anche al turismo".
Nonostante il risultato negativo del commercio, il settore dei pubblici esercizi, diversificando meglio l'offerta e puntando sulla qualità delle proposte, può avere ancora ampia possibilità di spazio. Appare quindi opportuno, da parte di tutti, acquisire la consapevolezza che la crisi attuale ha radici profonde in un sistema economico globalizzato in rapidissima evoluzione, nel quale qualsiasi intervento a livello locale può sì rappresentare un utile sostegno agli operatori del settore, ma non di certo costituire da solo la panacea di tutti i mali o la soluzione definitiva.
La Regione Valle d'Aosta, come qualsiasi altra regione, non può certamente intervenire su Internet o intervenire su principi normativi di rango europeo ormai consolidati e volti a generare regimi di mercato fondati sulla libera concorrenza, così come mettere in campo misure volte ad attenuare dinamiche macroeconomiche o demografiche continentali e su cui quindi non si può incidere.
Un esempio concreto è quello riguardante gli sportelli bancari, nel solo anno 2023 ne sono stati chiusi 826, con il risultato che ormai un quarto dell'intero territorio nazionale, e oltre 3.300 Comuni, sono completamente privi di tale servizio.
Per quel che riguarda i dati statistici, in particolare quelli relativi alle aperture e chiusure delle attività commerciali in Valle relativi agli ultimi anni, si rileva come essi rispecchino nei valori percentuali il trend nazionale e siano, rispetto ad alcuni parametri, addirittura migliori della media italiana.
A titolo esemplificativo la variazione in diminuzione delle nuove iscrizioni al registro delle imprese dal 2022 al 2023, relativa al commercio al dettaglio in Valle d'Aosta, è stata circa del 2% rispetto a una media nazionale dell'8%, quindi nell'ultimo anno il dato nazionale è stato di quattro volte peggiore rispetto a quello valdostano, così come rilevato dai centri studi delle associazioni di categoria.
Non è certamente nostra intenzione procedere con la logica del mal comune mezzo gaudio, perché ovviamente noi dobbiamo intervenire sulla nostra realtà, anche se i dati appena citati parlano chiaro.
La nostra Valle, pur in una situazione di obiettiva difficoltà, ha risentito delle varie criticità in misura inferiore rispetto a quanto è accaduto in altre regioni.
La maggioranza regionale e il Governo regionale sono consapevoli del fatto che la situazione è seria e che va affrontata in modo altrettanto serio, con misure efficaci, concrete, mirate e che siano il frutto di studi approfonditi e condivisi con tutti i portatori d'interessi, e non di semplici tentativi mutuati da esperienze realizzate in realtà completamente diverse dalla nostra.
Nel triennio 2021-2023 è stata messa in campo la misura di aiuto sperimentale di cui abbiamo parlato innumerevoli volte in quest'aula, quindi ribadisco solo i dati: la misura era sperimentale e da quest'anno è diventata strutturale, ha già distribuito 2 milioni di euro a 426 esercizi finanziati, di cui 25 per nuove aperture.
Questa forma di sostegno, come le dicevo, è stata resa strutturale e sono state impegnate le risorse per il triennio 2024-2026.
Certo, non è stato risolto definitivamente il problema, ma si ritiene che l'intervento finanziario in questione, almeno in una certa misura, possa aver quantomeno attenuato la dinamica di mortalità che sta colpendo il settore e che potrà, purtroppo, continuare a farlo.
Inoltre, concludo, le imprese del settore commerciale, al pari di quelle di ogni altro settore, potrebbero beneficiare in un futuro non così lontano delle agevolazioni fiscali e contributive derivanti dall'approvazione di una norma di attuazione in materia di fiscalità di vantaggio per l'istituzione di aree denominate zone franche montane e zone produttive speciali, così come individuate nella relazione predisposta dalle strutture regionali sulle zone franche che nei giorni scorsi è stata illustrata dal Presidente della Regione alla I Commissione consiliare.
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Condivido le sue osservazioni, sicuramente la legge Bersani, che ha liberalizzato le licenze, ha contribuito in parte alla crisi del settore.
A mio avviso avere tre negozi da parrucchiere vicino sicuramente non aiuta.
Lei parla di voci autorevoli di qualche divinità, ma lei, Assessore, che strategia offre, a parte questa misura di sostegno? É chiaro che non è sufficiente ad arginare il problema, l'ha detto anche lei, perché, oltre alle problematiche che abbiamo più volte evidenziato, quello che sta succedendo è che viene a mancare un ricambio generazionale, perché non c'è più nessuno che subentri.
Le faccio un piccolo esempio: a Verrès i commercianti hanno in media 50-55 anni e non c'è più nessuno intenzionato a riprendere queste attività che - come lei ha detto e può immaginare - chiuderanno tra qualche anno. Avremo così, nel giro di qualche decennio, borghi senza negozi e paesi privi di attività commerciali.
Forse bisogna cambiare passo, investendo maggiormente sulle piccole realtà, occorre rivedere - e l'abbiamo detto più volte - la legge sul commercio, regolamentare anche la grande distribuzione. Questi sono dei consigli, soltanto così si potrà valorizzare al meglio le nostre attività commerciali e tutto il tessuto economico valdostano.