Oggetto del Consiglio n. 3315 del 21 febbraio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3315/XVI - Interpellanza: "Intendimenti del Governo regionale a seguito dell'approvazione del Senato del disegno di legge sull'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario".
Bertin (Presidente) - Passiamo ora alle interpellanze. Punto n. 27. Illustra l'interpellanza il consigliere Aggravi.
Aggravi (RV) - Il 23 gennaio scorso il Senato della Repubblica ha approvato in prima lettura il disegno di legge di iniziativa governativa sull'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario, un passo, almeno nei principi nell'azione politica del Governo centrale, che, come RV, riteniamo comunque importante rispetto a quanto fino ad oggi fatto in materia di autonomia nei confronti delle Regioni a Statuto ordinario. Oggi il testo è assegnato alla I Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati e il suo iter ha avuto inizio il 14 di febbraio scorso. I relatori sono due Deputati, l'uno di Fratelli d'Italia e l'altro di Forza Italia. In linea generale il testo definisce tra le proprie finalità i principi generali per l'attribuzione alle Regioni a Statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in attuazione dell'articolo 116 della Costituzione, in sintesi i rapporti tra lo Stato centrale e le Regioni a Statuto ordinario in tema di attuazione dell'autonomia differenziata. Qualcosa quindi che, sempre in linea generale, non dovrebbe interessare le speciali, per cui la Valle d'Aosta; tuttavia, in chiusura il testo, tra le disposizioni transitorie finali, il testo del 23 di gennaio prevede che, ai sensi dell'articolo 10 della legge costituzionale 3/2001, le disposizioni di cui alla presente legge si applicano anche nei confronti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano. La legge costituzionale a cui si rimanda è quella delle modifiche al Titolo V della parte II della Costituzione, in particolare l'articolo che ho citato dice: "Sino all'adeguamento dei rispettivi Statuti, le disposizioni della presente legge si applicano anche alle Regioni a Statuto speciale e alle Province autonome per le parti in cui prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già attribuite", quindi quelle definite nei propri Statuti.
Ora, in linea di principio si potrebbe sintetizzare tale assunto dicendo che per le speciali questo disegno di legge si applica in tutte quelle parti che prevedrebbero forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già presenti negli Statuti e in tal senso avrebbe anche giusta ragione di essere la prima parte dell'articolo 10 che ho citato, sino all'adeguamento dei rispettivi Statuti.
Con quest'interpellanza pertanto, certo del quadro ancora in itinere del testo di legge sull'autonomia differenziata, e considerando però capitale per il futuro della nostra autonomia speciale il mantenimento di un approccio di attenta e costante vigile attesa sulle evoluzioni parlamentari del testo, sia da Aosta che da chi frequenta i palazzi romani ormai con maggior dimestichezza, pongo all'attenzione del Governo, ma anche di tutta l'Aula, alcuni quesiti che in qualche modo finiscono per essere tangenti alla nostra realtà.
Il primo quesito chiede: se vi siano state delle interlocuzioni con il Ministero per gli affari regionali e le autonomie, o altri Dicasteri del Governo italiano, anche nell'ambito dei rapporti tenuti di concerto con le altre Regioni a Statuto speciale in merito agli effetti che la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, i famigerati LEP, potrebbero avere con riferimento alle competenze oggi già assegnate alla nostra Regione, con particolare riferimento alle previsioni di cui al comma 1 dell'articolo 4 e al comma 3 dell'articolo 9. Il tema è estremamente complicato ma in sintesi, tenuto conto che i LEP sono relativi ai Livelli Essenziali delle Prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e che questi interessano ambiti quali, ad esempio, la tutela della salute o il governo del territorio, il meccanismo che ho citato definito dagli articoli 4 e 9 che effetti potrebbero avere sui i nostri attuali o futuri Livelli Essenziali delle Prestazioni, soprattutto su quegli ambiti oggetto già di competenza speciale?
Il secondo interrogativo chiede al Governo se il Governo abbia intenzione di promuovere, nell'ambito del percorso legislativo di questo disegno di legge, anche per il tramite dei nostri Parlamentari il richiamo alle aree montane, parimenti a quello che è previsto già oggi nel testo per l'insularità. Vero è che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al DDL montagna e che ora questo sarà all'esame del Parlamento, se non erro, c'era anche una notizia che riguardava un passaggio fatto sulla Conferenza delle Regioni - guardo il collega Caveri che forse aveva preso posizione sul tema - ma tra i principi del DL 615, proprio laddove si parla dei principi di unità giuridica ed economica di coesione economica, sociale e territoriale, si fa espressamente riferimento all'insularità, di montagna non se ne parla. Sui principi sappiamo che è sempre meglio essere chiari, lo dico perché ovviamente l'articolo 1 è molto corposo di questo DL 615.
In conclusione mi si consenta anche una piccola provocazione, che è la terza domanda che pongo sul tavolo: "se alla luce dei contenuti del testo approvato dal Senato della Repubblica sia intenzione del Governo regionale valutare l'opportunità di perseguire le previsioni" che citavo prima, ovvero quelle consentite dall'articolo 11 del comma 2, cioè la possibilità appunto per la Regione autonoma di procedere laddove ci siano competenze non già previste all'interno del nostro Statuto seguendo il meccanismo dell'intesa, che è il meccanismo come oggi definito dal disegno di legge in discussione alla Camera dei Deputati.
Al di là della già tanto commentata e discussa iniziativa di proposta di modifica del nostro Statuto speciale, ricordo che se n'è parlato e il testo che è stato consegnato dalla maggior parte dei Presidenti delle Speciali alla presidente Meloni al Festival di Torino che riguarda anche i particolari meccanismi di modifica dello Statuto medesimo, ci sono anche dei disegni di legge presentati da singoli Parlamentari proprio sulle modalità di evoluzione di questi meccanismi, che sono più rigidi di quelli previsti per le leggi dello Stato, mi chiedo anche, alla luce delle roboanti dichiarazioni fatte da alcuni esponenti politici e rappresentanti delle massime istituzioni dello Stato e del Parlamento rispetto alle grandi possibilità che questo testo porterebbe anche alla Valle d'Aosta, se vi sia l'intenzione o si intraveda l'opportunità di sfruttare la previsione che questo DL già oggi consente e quindi, al di là delle competenze statutarie, di agire nell'ambito delle possibilità d'intesa secondo un percorso che non è quello rafforzato del nostro Statuto speciale.
Presidente - Risponde il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - Intanto parto da alcune considerazioni che ha fatto il consigliere Aggravi in merito al fatto che il DL sia in itinere, quindi ci siano ancora delle disquisizioni a bocce non ferme; diciamo che l'ambito di ragionamento e di valutazione è assai ampio e, proprio per la sua situazione di fluidità, definiamola così, può prestarsi a innumerevoli punti di vista e valutazioni, che evidentemente hanno fatto parte anche dell'analisi che è stata condotta con gli uffici, analizzando nell'intimo anche questo percorso.
Con la riposta si cercherà di dare un riscontro complessivo ai tre quesiti per mettere sul piatto delle valutazioni che si possono fare allo stato dell'arte. L'interpellanza difatti ci fornisce l'occasione per fare uno stato dell'arte della nostra posizione, cominciando con il dire che il Governo regionale della Valle d'Aosta da sempre si ispira ai principi del federalismo, della sussidiarietà dell'autonomia regionale e degli Enti locali e non può che riguardare con favore alle riforme istituzionali e amministrative che vanno in tale direzione. È pertanto in atto da parte nostra un attento monitoraggio sul percorso dell'autonomia differenziata al fine di cogliere le eventuali opportunità anche per la nostra Regione, così come per salvaguardare la nostra specialità.
Il 23 gennaio scorso il Senato ha approvato il disegno di legge del Governo: "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116 terzo comma della Costituzione" molto diverso dal primo disegno di legge presentato dal ministro Calderoli, ma dovendo il testo passare ancora al vaglio della Camera, non essendo quindi definitivo, risulta al momento difficile valutare la portata sull'effettiva percorribilità del processo delineato e sull'impatto sul sistema regionale nel suo complesso. Ogni valutazione verrà quindi fatta a tempo debito evidentemente, tanto più che il disegno di legge uscito dall'alto del Senato è molto più articolato e complesso rispetto a quello inizialmente presentato dal Ministro per gli affari regionali e l'autonomia, approvato il 2 febbraio 2023, quindi un anno fa, in Consiglio dei ministri.
Rimangono alcuni nodi che dovranno essere sciolti e che sono oggetto di dibattito politico e dottrinale; fino a quando non sarà approvato il testo definitivo, è dunque difficile trarre delle conclusioni sui termini di applicabilità del disegno di legge delle autonomie speciali. Uno dei nodi presenti - ed è anche oggetto di quest'interpellanza e delle domande del disegno di legge oggetto di discussione - riguarda la determinazione dei LEP concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, che, secondo autorevoli pareri degli studiosi, potrebbe vedere la luce tra alcuni anni, identificata in 4-5 anni come tempistica plausibile per la definizione di questo percorso. La determinazione dei LEP ha assunto un ruolo centrale nel disegno di legge dell'autonomia differenziata, atteso che la loro definizione costituisce una condizione obbligatoria per il trasferimento delle funzioni alle Regioni in quanto vi è l'esigenza di fornire il riferimento necessario per determinare le risorse da destinare alle Regioni che fanno richiesta di maggiore autonomia, le due cose evidentemente non possono che andare assieme. Non conoscendo i LEP, non è quindi oggi possibile dare una risposta generale sui loro effetti, che potranno essere valutati solo nel momento in cui gli stessi saranno esattamente definiti. Si può inoltre ragionevolmente ritenere che dovrebbe prevalere la possibilità di far valere la specialità, perché diversamente si appaleserebbero forti profili di incostituzionalità da mettere sul piatto e da considerare.
Va detto che la Regione Valle d'Aosta, come le altre autonomie speciali, a prescindere dal percorso dell'autonomia differenziata in atto, dispongono già dello strumento normativo finalizzato all'acquisizione di ulteriori funzioni nelle more della revisione degli Statuti e dunque anche quelle indicate nel terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione. Si tratta delle norme di attuazione statutaria che ben conosciamo alle quali la giurisprudenza costituzionale consolidata ha riconosciuto un ruolo interpretativo e integrativo delle sfere di competenza come delimitate dagli Statuti. Nelle more quindi della revisione dello Statuto speciale, nelle more della definizione dei LEP e nelle more del completamento dell'autonomia differenziata, sulla quale si faranno le opportune valutazioni al momento debito quando avremo un testo definitivo, la nostra Regione può avviare, come peraltro sta già facendo, le iniziative che riterrà utili e opportune per acquisire nuove funzioni, anche in relazione a quanto previsto dall'articolo 116 della Costituzione nel solco di quanto previsto dall'articolo 48bis dello Statuto speciale, cioè nell'ambito dell'attività svolta dalla Commissione paritetica, perché la nostra specialità derivante dallo stesso Statuto ci fa ritenere che lo si possa modificare o attuare solamente con procedure legislative ben definite e non con norme di legge ordinaria dello Stato così come quella prevista.
Presidente - La parola al consigliere Aggravi per la replica.
Aggravi (RV) - Diciamo che - e lo avevamo già detto nelle premesse - quest'interpellanza è di contenuto più politico e non su uno scenario definito; certe valutazioni vanno fatte sicuramente a bocce ferme, ma chi gioca a biliardo sa che a volte quella boccia che è tranquilla in un angolo finisce nei rimbalzi di essere colpita, quindi l'obiettivo è quello di tenere, come abbiamo detto, una guardia più alta del dovuto per tutta una serie di motivazioni: primo perché - ed è una motivazione che oggettivamente non mi è capitato di sollevare solo in questa sede con quest'interpellanza - il terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione è abbastanza esplicativo e già segna una strada di come potrebbe essere in maniera più semplice definita e strutturata l'autonomia differenziata, perché invece nel testo che è oggi in discussione alla Camera ci sono degli elementi differenti che non solo toccano o complicano il discorso dei LEP, però, a mio giudizio - ma non soltanto il mio, l'hanno scritto persone molto più titolate di me -, verrebbe meno e viene meno con il DL 615 il rapporto intercorrente tra la Regione e lo Stato, perché si inseriscono anche gli atti di indirizzo delle Camere, quindi oggettivamente il rapporto tra la Regione e lo Stato che è scritto e sancito nell'articolo 116 - e non parlo solo delle speciali, parlo di tutte - è qualcosa che dovrebbe essere e rimanere sacrosanto, perché altrimenti si crea - e soprattutto nell'ambito del DL 615 così sembra - un intermezzo dove viene sminuito il ruolo istituzionale di collaborazione e, se non paritario, come nel nostro caso, ancora di più, tra la Regione e lo Stato. Chi è che tratta l'autonomia? La Regione singola con lo Stato o la Regione con lo Stato ma con l'intermezzo e la possibilità di agire da parte delle Camere che non rappresentano necessariamente tutte le Regioni? Questo è un elemento molto particolare e che in parte mi preoccupa e dovrebbe preoccupare più i governatori delle Regioni a Statuto ordinario.
Sul discorso dei LEP quello che mi preoccupa al netto del discorso insularità e montagna - non l'ha citato nella risposta ma spero che sia ben considerato questo passaggio - è un meccanismo o comunque una determinazione che ci metterà del tempo, come ci metterà del tempo sicuramente anche l'analisi alla Camera io penso, però è bene ragionarci, perché soprattutto sul tema della tutela della salute e del governo del territorio li ho voluti citare perché sappiamo benissimo che il LEP di città è diverso dal LEP di montagna, come del LEP insulare o del LEP lacustre, nel senso che abbiamo un rischio che tocca direttamente il grande tema dei costi maggiori che vengono sostenuti da chi vive in determinate aree e lì sta anche un approccio strategico. Ci vogliamo rimanere in quelle aree oppure no? E standardizzare tutto a livello di LEP mi preoccupa.
Chiudo sulla preoccupazione maggiore: quella del perimetro di riferimento, perché mi sembra che la clausola di maggior favore inserita nell'articolo 11 sia un po' limitativa e diciamo molto perigliosa forse, perché quando si parla del fatto che i LEP devono essere garantiti alla stessa maniera su tutto il territorio nazionale, almeno di forme speciali che sono simili più all'indipendenza che ha l'autonomia, il territorio di riferimento coinvolge anche le Regioni a Statuto speciale e a me preoccupa questa definizione senza che si sia scritto bene e chiaro il fatto: "Fatte salve le competenze delle Regioni a Statuto speciale", perché quelle sono scritte in Statuti che hanno un rango maggiore delle normali norme dello Stato. Su questo passaggio io penso che bisogna tenere ulteriormente alta la guardia perché altrimenti sappiamo benissimo che una mattina ci potremmo trovare un Monti bis, ter, quater che aprono tutta una serie di contenziosi e finiscono ovviamente per generare quello che sappiamo.
Sicuramente parlare oggi di questo tema dell'autonomia differenziata può essere un vasto programma, però è meglio che ne parliamo e stiamo ben attenti di quello che accade, perché altrimenti potremmo una mattina svegliarci, aprire la finestra e trovare un mondo ben diverso da quello in cui fino ad oggi siamo stati, abbiamo operato e soprattutto abbiamo vissuto nelle terre di montagna.