Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3268 del 8 febbraio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3268/XVI - Interpellanza: "Eventuali provvedimenti per la messa al bando totale dell'utilizzo del piombo nell'attività venatoria in Valle d'Aosta".

Bertin (Presidente) - Punto n. 77. Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Parliamo di un argomento che forse non è molto conosciuto: quello dell'avvelenamento da piombo.

Nella seconda metà del secolo scorso, vari studi scientifici hanno dimostrato che il piombo può avere degli effetti negativi sull'ambiente, la fauna e la salute dell'uomo, anche in caso di esposizioni limitate, e che può generare una forma di avvelenamento che va sotto il nome appunto di "saturnismo".

In passato, il saturnismo colpiva particolari categorie professionali, come i tipografi, che usavano gli inchiostri al piombo, i caratteri di stampa di quel materiale, gli operai delle miniere e delle fonderie dove veniva estratto e lavorato il metallo.

Nel tempo, le autorità sanitarie hanno sempre di più abbassato la soglia del rischio, fino a suggerire di evitare ogni possibile contatto con il piombo.

Se vi ricordate, un tempo ci facevano le otturazioni dentali con il piombo, poi sono assolutamente state abolite, perché è stato dimostrato che livelli crescenti di piombo nel sangue, soprattutto di bambini e ragazzi, possono provocare dei danni a livello intellettivo, ci sono effetti negativi sul sistema nervoso centrale, possono essere responsabili anche di patologie cardiovascolari, cefalee, disfunzioni renali, ipofertilità, eccetera.

Oggi il saturnismo, con effetti non trascurabili, può essere provocato anche nell'uomo dal consumo di selvaggina contaminata da frammenti o pallini di piombo, che è un materiale comunemente utilizzato nei proiettili da caccia, negli sport da tiro, oltre che nell'attrezzatura da pesca. Si stima che ogni anno, a causa di questi impieghi, vengano disperse nell'ambiente dell'Unione Europea circa 44 mila tonnellate di piombo; di queste, il 57% proviene dagli sport di tiro, il 32% dalla caccia, l'11% dalle attività di pesca.

Inoltre, l'accumulo di piombo nei sedimenti può portare ad un rischio concreto di contaminazione delle falde acquifere. É un fenomeno che non è da sottovalutare: già nel 2012, ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aveva prodotto e diffuso un rapporto dettagliato sulle problematiche legate al piombo nelle munizioni di caccia e nel 2018 aveva diffuso un dossier dell'Agenzia europea per le sostanze chimiche che rimarcava questo problema.

Se per l'uomo il consumo di selvaggina è saltuario ed episodico, non è così ovviamente per molte specie selvatiche, che sono più esposte al problema del saturnismo, e la presenza di frammenti più o meno grandi di piombo nei tessuti determina degli avvelenamenti che possono portare alla morte degli animali.

Uno studio, promosso recentemente dall'ERSAF, che è l'Ente regionale dei servizi agricoltura e foreste del Parco nazionale dello Stelvio e della Provincia di Sondrio, in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna e ISPRA, ha evidenziato che su un campione di 252 aquile reali e avvoltoi, raccolti feriti e morti in un'area dell'Europa centro-meridionale che va dai Pirenei all'Appennino, ben il 44% mostrava valori cronici superiori al normale e il 26% aveva livelli da avvelenamento.

Per ridurre l'inquinamento dovuto a questo metallo, va eliminata ogni possibile causa di dispersione nell'ambiente, come si è già fatto in tanti settori: nella produzione della benzina usiamo le benzine senza piombo, nelle vernici, nell'utilizzo di tubazioni, delle otturazioni dentali e via di questo passo.

Occorre quindi intervenire anche sull'uso dei proiettili, per cui da tempo si sta predisponendo presso l'Energia Chimica Europea una istruttoria per la messa al bando.

Nel 2021, l'Unione ha vietato l'utilizzo delle munizioni contenenti il piombo nelle aree umide, limitatamente alle aree umide, e nel nostro Paese questo divieto è stato poi confermato dal Tar del Lazio circa un anno fa, nel febbraio del 2023, in seguito ad una circolare del Ministero dell'ambiente che mirava a disattivare la portata di questo regolamento, sottoponendo così il nostro Paese a rischio di una probabile procedura di infrazione europea.

Facendo alcune ricerche nell'ambito della preparazione di quest'iniziativa, abbiamo appurato che il 100% dei cacciatori, incontrati dalle guardie venatorie del WWF in Lombardia nella caccia all'anatra e alle oche selvatiche, utilizza già delle cartucce in acciaio. Hanno deciso loro di non utilizzare più quelle al piombo, ottemperando ad una disposizione, ma anche avendo un atteggiamento di recepimento delle richieste.

Alla luce di queste informazioni, noi pensiamo che sia utile e importante anche da noi un'azione di sensibilizzazione per l'abbandono di questi proiettili e di queste cartucce, quindi chiediamo se, nelle more di una per noi auspicabile messa al bando totale dell'utilizzo di piombo nell'attività venatoria, siano stati presi o si intendano prendere dei provvedimenti in Valle d'Aosta per vietare, ridurre o scoraggiare l'utilizzo di questi proiettili e, in caso di divieti - e ci sono - quali sono le sanzioni previste, come avvengano i controlli e quali dati abbiamo disponibili riguardo alle infrazioni verificate.

Presidente - Risponde l'assessore Carrel.

Carrel (PA) -Una risposta sicuramente molto tecnica e molto importante, quindi leggo quanto mi è stato predisposto dagli uffici per riportarle il tutto: nel corso degli ultimi anni sono stati effettuati, a livello sia italiano che europeo, numerosi studi che riguardano la catena alimentare e la dispersione del piombo nelle catene alimentari, e purtroppo tutti riportano dati preoccupanti su tale fenomeno, che può dipendere, in parte, anche dalla caccia, in quanto le fonti di assunzione del piombo possono essere diverse (acqua, aria e da molte altre sostanze ingerite).

Tra gli animali ritrovati feriti o malati sul territorio regionale e conferiti al centro di recupero della fauna selvatica, sono arrivate nel corso degli anni alcune aquile affette da saturnismo, la grave malattia causata dall'avvelenamento da piombo, che questi rapaci contraggono nel momento in cui si nutrono di carcasse o parti di animali lasciate sul territorio.

Per tale motivo l'Amministrazione regionale è sempre stata molto attenta a questa problematica, tanto che, già a partire dal 2012, nel calendario venatorio approvato ogni anno con deliberazione di Giunta regionale, è stato introdotto e reso obbligatorio l'utilizzo di proiettili atossici per l'abbattimento di animali ceduti e destinati alla commercializzazione, con la richiesta di privilegiarne l'utilizzo in tutti gli altri casi.

Tal disposizione è partita dal 2013 ed è stata introdotta nelle deliberazioni della Giunta regionale di approvazione dei piani di controllo della specie cinghiale, le cui carcasse, una volta battute, devono essere conferite obbligatoriamente ai centri di lavorazione delle carni di selvaggina.

Inoltre, a tutela della fauna selvatica, nella stagione venatoria 2023-2024, per tutti i calciatori è stato reso obbligatorio l'utilizzo dei proiettili atossici all'interno dei siti Natura 2000 aperti al prelievo venatorio, presenti sul territorio regionale, esattamente come lei ha ben ricordato nelle premesse.

L'articolo 7 del calendario venatorio, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 813 del 24 luglio 2023, recita: "Per lo svolgimento dell'attività venatoria all'interno dei siti Natura 2000, è obbligatorio l'utilizzo di proiettili che non consentono il rilascio di contaminanti (piombo). Nel restante territorio regionale, l'utilizzo dei proiettili, che non consentono il rilascio di contaminanti nelle carni dei selvatici, è obbligatorio nel caso di abbattimenti di capi di selvaggina ceduti o commercializzati per uso alimentare. In genere, occorre privilegiare sempre l'utilizzo di proiettili che non rilasciano contaminanti".

I siti Natura 2000 interessati sono ventotto e coprono una superficie totale di 69.480 ettari. Il mondo venatorio si è immediatamente suddiviso tra chi difende l'efficacia dei proiettili privi di piombo e chi li critica affermando la minor letalità al colpo, e questo è un altro problema sul quale ci si sta confrontando, però, con il tempo e con il progredire della tecnologia, sembra man mano essere pressoché risolto.

Inoltre, nell'ambito della revisione del Piano regionale faunistico venatorio, è stato inserito un apposito paragrafo relativo al munizionamento, ribadendo che, considerate le implicazioni derivanti dall'utilizzo delle munizioni contenenti piombo, è quanto mai opportuno che i cacciatori vengano accompagnati nei prossimi anni ad abbandonare tale munizionamento a favore di quello atossico.

Il Piano faunistico lo stiamo di fatto redigendo, ci stiamo confrontando con le Associazioni, proprio per avere dei pareri preliminari prima di arrivare in Giunta, quindi è uno dei temi che troveremo e su cui ci confronteremo proprio anche in quest'Aula, durante la primavera del 2024.

Per quanto riguarda invece i controlli, il Corpo forestale della Valle d'Aosta è deputato al controllo dei cacciatori in attività venatoria. I cacciatori che partecipano al controllo della specie cinghiale devono conferire gli animali ad un centro di lavorazione della selvaggina; tutti i cacciatori devono aver frequentato con profitto un apposito corso di formazione, tenuto dai veterinari della ASL e dall'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, sull'igiene e la sanità delle carni di selvaggina, ai sensi del regolamento CE 853.

Le carcasse degli animali abbattuti devono essere accompagnate da un modulo in cui il cacciatore dichiara, oltre a varie informazioni di tipo sanitario, di avere utilizzato proiettili atossici. Inoltre, al centro di lavorazione, è presente un veterinario dell'ASL regionale, che verifica la commestibilità delle carni, nonché l'effettivo utilizzo dei proiettili senza piombo.

Nel corso dell'ultima stagione di caccia, nel periodo 10 settembre-4 dicembre 2023, nel periodo venatorio della caccia di selezione e della caccia vagante, sull'intero territorio regionale venabile sono stati controllati 707 cacciatori su 1.388 cacciatori in attività, nel corso dell'attività di caccia, con una media di 235 controlli/mesi così suddivisi: 660 cacciatori di ungulati, 23 cacciatori di lagomorfi, 22 cacciatori di galliformi alpini, 2 cacciatori di altra avifauna.

In questo periodo non sono state rilevate infrazioni in merito all'utilizzo di proiettili contenenti piombo all'interno dei siti Natura 2000.

Nel caso in cui siano rilevate infrazioni, si applicano le sanzioni previste dalla legge 11 febbraio 1992 n. 157, in particolare l'articolo 31 e la legge regionale 27 agosto 1994 n. 64, in particolare all'articolo 46.

Presidente - Consigliera Minelli, ha facoltà di replica.

Minelli (PCP) - Grazie all'Assessore per la sua risposta che, in qualche modo, conferma alcune cose che sapevamo già, cioè che dal 2012 nella nostra regione c'è questo divieto dell'utilizzo dei proiettili con piombo sia per i cinghiali che tutti gli altri ungulati. Però mi ha confermato quello che sapevo: che erano soltanto quelli da commercializzare; per gli altri non è prevista al momento un'altra determinazione. E poi che da questa stagione di caccia il divieto sia nei siti Natura 2000, e anche questa era una cosa che sapevo, ma volevo avere in qualche modo una conferma.

Lei ha detto, Assessore, che gli studi che sono stati effettuati nel tempo sulla catena alimentare rivelano dei dati preoccupanti e anche la caccia rientra nelle cause di tutto questo.

Ci ha fatto una specifica su quello che riguarda gli animali feriti in Valle d'Aosta: questa era una cosa che non sapevo, le aquile che sono state curate avevano effetti da saturnismo e mi ha anche detto che c'è un invito, oltre ai divieti specifici, ai cacciatori ad andare in una direzione diversa, cosa che ovviamente genera - e l'ha detto lei - delle diverse idee all'interno del mondo venatorio.

Quello che riscontro però è questo: lei ha parlato dei controlli che sono stati fatti e che non sono emerse delle particolari criticità, poi ha citato quelle che sono le sanzioni, e, se ho capito bene, visto che ha fatto un riferimento alla legislazione, ha dato anche informazioni sulle date di queste leggi (risaliamo agli anni '90, per la maggior parte), sono le cosiddette sanzioni generiche, le generiche del calendario venatorio, non ci sono delle sanzioni specifiche della nostra regione per quello che riguarda le eventuali infrazioni. In altre realtà, in altre regioni, questo è invece stato affrontato, sono state previste delle sanzioni specifiche e anche degli strumenti di controllo molto puntuali; lei ha fatto riferimento ai controlli che fa il veterinario nel centro di conferimento degli animali, però ci sono anche, in altre realtà, dei controlli che vengono fatti prima di questo conferimento, quindi ci sono modi di affrontare la situazione diversi, come è emerso recentemente in un convegno specifico che si si intitolava "Il peso del piombo", dove abbiamo appreso, appunto, che ci sono vari modi di rapportarsi a questa tematica.

L'auspicio, ed è quello che io formulo in questo momento, perché ci sta dicendo che a breve, nella primavera, arriverà il piano venatorio che state scrivendo, credo che in quel piano ci debba essere una riflessione molto approfondita su questo tema, che preveda non soltanto un accompagnamento - come lei ha detto - ai cacciatori, perché siano sensibilizzati a non utilizzare questi proiettili su cui l'Europa sta riflettendo, ma che ci sia anche - e questo sarebbe importante da parte della Regione Valle d'Aosta - una normativa precisa e una definizione delle sanzioni, che sia non legata alle sanzioni generiche, ma a quelle che riguardano il nostro territorio.