Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3260 del 8 febbraio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3260/XVI - Interrogazione: "Verifiche sulla presenza di un medico anestesista rianimatore presso la struttura sanitaria di Donnas".

Bertin (Presidente) - Punto n. 69. Risponde l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - La domanda n. 1 chiede se corrisponde al vero che a partire dal mese di febbraio non sarà più garantita la presenza costante della figura del medico anestesista rianimatore presso la struttura sanitaria di Donnas. La domanda n. 2 chiede, in caso affermativo se tale situazione è temporanea e quindi modificabile. La domanda n. 3, se nella definizione del nuovo assetto organizzativo per la gestione dell'emergenza, sono stati sentiti anche gli Enti locali del territorio interessato.

Quanto affermato rispetto alla struttura di Donnas è vero, ma il nuovo modello organizzativo adottato, con ambulanza con infermiere a bordo e auto medica, può garantire interventi rapidi in un raggio d'azione diversificato a supporto delle necessità territoriali, come tra l'altro è stato trattato in V Commissione lo scorso martedì, sia dal direttore generale, che dal coordinatore del Dipartimento emergenza/urgenza dell'Azienda USL; per cui a questa domanda specifica i tecnici hanno risposto come adesso ribadisco.

In linea con tale modello, che è standard di eccellenza a livello europeo, è previsto che a Donnas sia operativa un'ambulanza con infermiere a bordo e che l'automedica della bassa Valle faccia capo alla sede di Verrès in quanto baricentrica.

Si tratta di un nuovo modello organizzativo che, oltre a continuare a garantire la piena collaborazione di tutti i medici specialistici nell'ambito dell'emergenza/urgenza, è volto a riconoscere e a valorizzare le competenze dei medici dell'emergenza territoriale e del personale infermieristico dell'emergenza.

Tali competenze sono acquisite con specifiche formazioni nell'ambito delle patologie tempo-dipendenti, nonché con l'esperienza diretta sul campo.

I professionisti lavorano attraverso protocolli validati e sono in contatto costante con il medico di Centrale Unica del Soccorso e pertanto garantiscono performance con standard elevati e uniformi.

Il modello, di fatto, che stiamo descrivendo, è già da tempo in uso a Morgex e a Châtillon, dove da anni sono operative ambulanze con questa formazione ed in tali contesti il servizio viene svolto con grande competenza ed efficacia.

Le risorse disponibili sulla bassa Valle (ambulanza con infermiere e auto medica), a cui si aggiunge il servizio di elisoccorso potenziato H24, rappresentano un sistema evoluto e flessibile dell'assistenza territoriale.

L'organizzazione quindi è stata condivisa e messa a punto dal direttore del Dipartimento di emergenza, rianimazione e anestesia e dal direttore del Pronto Soccorso medicina e chirurgia d'accettazione e urgenza, nonché dal responsabile della Centrale Unica del Soccorso e del 118.

La proposta è stata anche condivisa a livello regionale e trova declinazione nel Piano della salute e del benessere sociale 2022-2025, approvato dal Consiglio, che, nel suo percorso di approvazione, è stato oggetto di ampio confronto e condivisione con tutti i portatori d'interesse, in primo luogo, naturalmente, con gli Enti locali del territorio.

Questo però è un tassello fondamentale della più ampia presa in carico collegata all'elisoccorso H24 ed in tale ambito il servizio di elisoccorso è stato potenziato con il volo notturno e, dopo tre mesi di sperimentazione, dal primo febbraio scorso, vede il servizio garantito H24.

Nel potenziamento dell'elisoccorso, vi è stato un forte coinvolgimento a sua volta degli Enti locali, i quali sono resi partecipi delle varie fasi degli interventi, dall'allerta, all'arrivo sul luogo d'intervento, alla chiusura dell'intervento con l'eventuale trasferimento degli assistiti presso il presidio ospedaliero.

Lo sviluppo del servizio è stato attentamente e positivamente valutato dalla Protezione civile, dal Soccorso alpino valdostano e dalla componente sanitaria dell'emergenza.

Per i benefici che ne derivano a tutta la nostra comunità, è stato espressamente previsto nella programmazione sanitaria regionale da cui, tra l'altro, il citato PSBS deriva in piena concreta rappresentazione.

La riorganizzazione in corso del sistema dell'emergenza/urgenza a livello territoriale ha un duplice obiettivo: potenziare l'efficacia dei servizi erogati e valorizzare appieno le competenze di tutte le professionalità coinvolte gli anestesisti e rianimatori, i medici specialisti in medicina d'emergenza/urgenza (oggetto tra l'altro da pochissimi giorni da parte di un nuovo accordo integrativo regionale dopo quindici anni d'attesa), i chirurghi d'urgenza, i medici d'emergenza territoriale, MET, e gli infermieri addetti all'emergenza, nonché i volontari del soccorso, inoltre da tutti coloro che a vario titolo contribuiscono con grande dedizione e professionalità all'attività dell'emergenza/urgenza, ai quali va il mio personale ringraziamento, unitamente a quello di tutta l'Amministrazione regionale.

Presidente - Consigliera Minelli, ha facoltà di intervenire.

Minelli (PCP) - In parte, alcune risposte sono già venute durante la seduta della V Commissione di martedì e alcune cose lei le ha puntualizzate anche adesso.

Ci è stato spiegato che si è proceduto ad una riorganizzazione dell'emergenza territoriale con l'obiettivo - e poi lei lo ha ricordato anche adesso - di potenziare l'efficacia e di valorizzare le varie competenze.

Io voglio fare una premessa per sgombrare il campo da possibili equivoci: non c'è nessuno, immagino, e noi certamente no, che sia contrario all'utilizzo dell'elisoccorso, che riteniamo una conquista ed un'opportunità per la nostra regione. Però ci sono delle criticità.

Alcune settimane fa ci è stato segnalato - e lei lo ha confermato - che da febbraio, in concomitanza con l'avvio del servizio di elisoccorso notturno, un servizio, che in passato esisteva per le comunità della bassa Valle, non esisterà più, e mi riferisco alla presenza del medico rianimatore anestesista al polo di Donnas.

Prima della pandemia, la presenza di questo medico anestesista rianimatore era H24, poi è stata spostata soltanto nelle ore notturne, e adesso non ci sarà più, mentre il medico anestesista sarà di stanza ad Aosta, all'aeroporto, e salirà sull'elicottero per l'elisoccorso notturno.

Lei ha detto che ci saranno due automediche - è stato specificato anche in Commissione - una per Aosta e dintorni, l'altra al momento è a Donnas e ci è stato specificato in Commissione che verrà spostata a Verrès per essere più baricentrica. Più baricentrica significa che l'automedica, con un medico non rianimatore, ma un medico MET, di emergenza territoriale, che non avrà quelle competenze lì - ne avrà altre - servirà, nei momenti in cui il soccorso dell'elicottero non potrà arrivare banalmente per meteo avversa, la Valle di Gressoney, la Valle di Champorcher, la Val d'Ayas, la Valtournenche e tutta la zona del fondovalle. Un medico di emergenza territoriale sull'automedica, che è più veloce dell'ambulanza, ma servirà tutto questo vasto territorio.

Se l'elicottero non si alza in volo, il medico rianimatore non arriva, però il medico rianimatore c'è nella Plaine, c'è a due passi dall'Ospedale dove la rianimazione, grazie a Dio, c'è, funziona ed è attiva.

Quello che noi vogliamo sottolineare è questo: se si deve riorganizzare tutta l'emergenza territoriale, è corretto farlo ed è giusto aggiungere dei servizi come quello dell'elisoccorso notturno, però togliere da una parte per mettere dall'altra genera dei problemi.

Capiamo che c'è una difficoltà nell'avere delle risorse sufficienti, però qui il discorso è molto delicato, perché qui si sta parlando di emergenza, e quando si parla di emergenza, si parla di possibile pericolo di vita; avere un intervento tempestivo, di specialisti che hanno delle competenze quali quelle della rianimazione e dei medici animatori anestesisti, può fare la differenza, ma quale differenza? La differenza nella sopravvivenza.

Ora, io, che vivo a 70 chilometri dall'Ospedale di Aosta, credo di avere tutto il diritto di godere delle stesse opportunità che hanno altri.

In questa riorganizzazione, la domanda che faccio è questa: se non abbiamo medici rianimatori a sufficienza, ma perché mettere a Donnas il medico territoriale? A Châtillon c'è l'autoambulanza con l'infermiere a bordo, non c'è il medico, perché fino a prima del primo febbraio il medico c'era a Châtillon, quello di medicina territoriale, adesso non ci sarà più, ci sarà l'infermiere, perché se c'è bisogno arriva l'elicottero - se può arrivare! - e poi in alcuni posti non può nemmeno atterrare. Mi è stato detto che dove non ci saranno le piazzole, che sono già arrivate a cinquanta e sono in fase di aumento, si userà il verricello eccetera. Non è che sia così semplice.

Avere un medico rianimatore a bordo di un mezzo su gomma, che, in caso di maltempo, può arrivare dappertutto in venti minuti è un'altra cosa... Mi è stato detto: "L'elicottero in 20 minuti era a Valtournenche, ha fatto un elisoccorso notturno". Bene. Un'ambulanza, con a bordo un medico rianimatore, da Donnas a Gaby ci mette 20 minuti, è la stessa cosa. Però, allora, perché non mettere il medico rianimatore in bassa Valle, piuttosto che all'aeroporto, all'hangar? É una cosa che non ha senso.

Quello che spero è che, visto che adesso questa cosa parte, si faranno delle verifiche, perché spero che andranno avanti le verifiche, e si cercherà di modificare in parte questa situazione.