Oggetto del Consiglio n. 3220 del 7 febbraio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3220/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito al lavoro delle squadre di prevenzione per la tutela della specie lupo".
Bertin (Presidente) - Punto n. 29. Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Quest'interpellanza riprende in parte numerose iniziative presentate dal nostro gruppo, e anche dai colleghi d'opposizione, in merito a una tematica molto sentita, sia a livello nazionale che regionale, quella appunto che riguarda la presenza del lupo nel nostro territorio e con essa tutti i problemi che si riflettono sul mondo dell'agricoltura, in quello silvo-pastorale, nel mondo faunistico-venatorio e in tutto il mondo antropizzato, a causa, appunto, dell'aumento incontrollato della popolazione della specie canis lupus.
Lo abbiamo più volte evidenziato, la coesistenza tra uomo e lupo non è affatto semplice. Gli allevatori sono sicuramente quelli più preoccupati, visto gli innumerevoli casi di attacchi ad allevamenti e di animali predati.
Da fonti certe, sono stati 30 i bovini e 36 gli ovini predati nell'ultimo anno nella nostra regione, ma gli allevatori non sono i soli a essere preoccupati da questa situazione, esiste anche il mondo faunistico-venatorio che, in questi ultimi anni, ha subìto delle gravi perdite, infatti l'aumento incontrollato di questa specie ha ridotto notevolmente la disponibilità di selvaggina, agendo in maniera massiva sulla fauna selvatica, come già evidenziato dal sottoscritto in un'interpellanza presentata in questo Consiglio il 4 aprile del 2023 avente come oggetto "Azioni di contenimento della presenza del lupo sul territorio valdostano, in funzione di tutela e salvaguardia dell'intero mondo faunistico"; in quel caso, abbiamo messo in risalto che il numero dei caprioli censiti da parte dei cacciatori nell'anno 2021 risultava pressoché dimezzato. Un dato importante e non da sottovalutare, visto che anche gli uffici preposti al controllo evidenziano che l'aumento della presenza del lupo ha agito in modo negativo sulla specie del capriolo. Allora in merito a queste considerazioni, avrò modo di presentare un'altra iniziativa nel prossimo Consiglio regionale.
Ora, tornando all'iniziativa, vorrei far presente che in Italia, secondo i risultati del primo monitoraggio nazionale del lupo, gli esemplari presenti nell'arco alpino risultano essere 3.300, non si tratta di un censimento ma di una stima affidabile dal punto di vista scientifico, perché censire ogni singolo lupo, nel panorama ambientale italiano è tecnicamente impossibile.
Vorrei evidenziare che in Francia l'ultima valutazione dello stato di popolazione durante l'inverno 2019/2020 indicava un numero stimato intorno ai 530- 630 individui; ora se ne constano circa mille.
Ricordo che nell'Arco Alpino ci sono 3.300 esemplari.
La particolarità è che la gestione del lupo in Francia viene pianificata attraverso il piano d'azione nazionale mediante un monitoraggio e una gestione anche attraverso l'abbattimento.
In questo caso viene fissato in via preventiva un numero massimo di lupi che si possono legalmente abbattere, calcolato ogni anno sulla base dei dati di abbondanza e delle proiezioni di conservazione delle popolazioni.
In Francia ci sono meno lupi che in Italia ma allo stesso tempo attuano un piano di contenimento della specie.
Tenuto conto che nella nostra regione il numero dei branchi stimato è di 10, mentre il numero minimo di lupi era di 70 esemplari nell'anno 2023, e che all'ultimo rapporto riferito al 2022 i branchi erano 9 e i lupi 62, si evince che anche nella nostra regione la popolazione di lupi è aumentata, così come è aumentata in tutto l'arco alpino.
Per questo motivo, a fronte di questa rapida crescita numerica, tenuto conto della diffusione incontrollata e mal gestita della specie canis lupus, e ricordati gli innumerevoli investimenti volti a contenere i danni provocati al mondo agricolo, - e non solo, ricordo quello faunistico-venatorio -, il sottoscritto interpella il Governo regionale per conoscere il numero di branchi presenti nel territorio regionale, se il lupo d'Arvier, curato e accudito e rimesso in libertà con un collare GPS, è ancora presente nel territorio regionale, il numero di attacchi da parte dei lupi al mondo agricolo e quale sia stato lavoro svolto fino a oggi da parte delle squadre di prevenzione per la tutela della specie lupo.
Presidente - Assessore Carrel, per la risposta, a lei la parola.
Carrel (PA) - Io partirei dall'ultima domanda, quella più politica e quella di prospettiva, credo che le altre tre invece siano meramente dei dati che le comunicherò ma credo che la discussione sia appropriata sulla domanda.
"Quale sia stato il lavoro svolto fino a oggi da parte delle squadre di prevenzione per la tutela della specie lupo e come intenda procedere per il futuro": ancor prima del mio insediamento come Assessore all'agricoltura e risorse naturali, la Valle d'Aosta ha aderito al progetto "Wolfalps" che ha, tra gli indicatori progettuali, i seguenti: garantire assistenza agli allevatori e portatori d'interesse sul territorio; valutare azioni, comportamenti e danni arrecati dalla specie lupo; catalogare e identificare le cause di decesso del lupo stesso, anche legate ad avvelenamento; allineare le condizioni genetiche della specie lupo a livello di macroregione alpina europea; favorire la disseminazione d'informazioni di conoscenze alla popolazione; aumentare le competenze tecniche e scientifiche degli operatori sul campo.
Per poter ottenere un risultato sempre significativo rispetto alle descritte progettualità, si sarebbe reso necessario poter contare su una forza lavoro a esse esclusivamente applicata; cosa che di fatto non è stata possibile, in quanto vi sono state diverse attività concomitanti e continue riguardanti altre emergenze e per delle priorità che sono state date, diverse anche da queste.
Per quanto attiene la continuità del progetto "WolfAlps" - di cui lei mi ha chiesto informazioni - a oggi non si conoscono ancora i margini economici e i termini di finanziamento erogabili in futuro, si rende quindi necessario e indispensabile avviare delle prossime valutazioni delle risorse tecniche e degli enti operanti anche in Valle d'Aosta, ma non solo, credo che sia opportuno anche valutare gli strumenti innovativi applicabili sul nostro territorio, che possano permettere, favorire e incrementare il divulgare della conoscenza, del come si può gestire il fenomeno lupo.
Per quanto riguarda le prime tre domande che lei mi ha posto con quest'interpellanza, il numero dei branchi presenti nel territorio regionale a oggi, tenendo conto di quanto detto in premessa, risulterebbero dieci presenti nel nostro territorio, un numero che comunque ritengo essere significativo.
La risposta alla domanda n. 2, cioè "Se il lupo di Arvier è stato curato, accudito e rimesso in libertà con il collare GPS ed è ancora presente nel territorio regionale": insieme a lei abbiamo parlato più volte di questo tema.
Questo lupo è stato ferito e poi di fatto catturato dagli agenti del Corpo forestale il 16 marzo del 2022. É stato trasportato al CRAS dove è stato curato e dotato di un collare e sensore GPS e il 25 marzo del 2022 è stato liberato nella stessa zona. Grazie all'utilizzo del collare GPS che permette di ottenere la posizione dell'animale quasi in tempo reale, si è potuto rilevare che da marzo a luglio dello stesso anno il lupo si è spostato lungo l'asse della Valgrisenche salendo poi in quota. Il collare non ha più trasmesso dati dal mese di settembre del 2022. Si è provveduto a ricercare il segnale del dispositivo attraverso un sistema radio di emergenza senza ottenere purtroppo nessun riscontro.
All'ultima domanda, la terza, lei mi chiede il numero di attacchi da parte dei lupi del mondo agricolo: lo ha già ben detto lei nelle sue premesse, le predazioni sono state 38, la maggior parte riguarda degli allevamenti totalmente privi di misure di prevenzione ma ha toccato di fatto 66 capi, tra cui 32 ovini, 4 caprini e 30 bovini.
Presidente - Replica il consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per le risposte e per l'impegno volto a migliorare questa situazione, che non dipende forse principalmente da noi, ma dipende anche da norme europee, la Commissione di Berna, la legge 157/92 e la direttiva Habitat, però le Regioni che comprendono l'Arco Alpino non possono restare a guardare, e per quello che concerne la nostra regione tocca a lei, Assessore, e a chi ci amministra dare delle risposte concrete per risolvere il problema.
In riferimento alle sue risposte, devo ammettere che qualcosa è cambiato, lei lo ha ben evidenziato, la tabella in mio possesso dimostra che in alcuni casi i capi predati sono in diminuzione. Questo sta a significare che gli interventi fatti e le misure adottate hanno sicuramente ridotto il problema, ma non lo hanno risolto.
Per quello che concerne il lupo di Arvier, ahimè, si è perso il segnale e ne siamo dispiaciuti.
Concludo evidenziando che progetti importanti come "WolfAlps", finalizzati dall'Unione Europea, non hanno risolto assolutamente il problema.
La presenza del lupo nel nostro territorio è aumentata e la coesistenza tra attività umane e la presenza così massiva del lupo nel nostro territorio non è possibile, quindi occorre agire sulla gestione del lupo attraverso un piano d'azione basato sulla distribuzione e abbondanza della specie, prendendo spunto anche da quello che fa la Francia, attuando appunto questo piano di abbattimento con la finalità di salvaguardare la specie e di tutelare il mondo agricolo, silvo-pastorale e faunistico-venatorio, mantenendo sempre però alta l'attenzione perché, ripeto, la coesione tra lupo e mondo antropizzato nel contesto attuale in cui viviamo potrebbe rappresentare una minaccia.
Spero che lei Assessore si faccia portavoce di questa problematica anche nelle opportune sedi.