Oggetto del Consiglio n. 3154 del 11 gennaio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3154/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno del Governo alla presentazione di una proposta di legge statale per l'istituzione della circoscrizione 'Valle d'Aosta' nell'ambito delle elezioni europee".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 52 all'ordine del giorno.
Per la presentazione della mozione, ha chiesto la parola il collega Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Nel prossimo giugno si terranno le elezioni europee; è un momento che spesso viene forse sottovalutato, dato per scontato, comunque non accende ancora i cuori non soltanto dell'elettorato ma di tutte le controparti che sono coinvolte; è un po' quello - e lo abbiamo anche detto in più di un'occasione - che avviene anche in un momento - e ci auguriamo possa avere una profondità e un'attenzione maggiore - come quello della sessione europea del Consiglio, cioè si sta dando un po' per scontato tutta una parte importante di politica, di gestione di finanze, di programmazione e di quant'altro, che in realtà ha una pesante incidenza sul nostro futuro.
Lo dicono anche i numeri e ce lo siamo detti anche nel bilancio regionale: sempre di più le risorse arrivano da fonte terza, PNRR a parte, che dovrebbe essere un'iniziativa legata al passato periodo, comunque la si pensi, che era relativo al discorso pandemico, se è un'iniziativa utile o no alla ripresa da una situazione di crisi.
Il dibattito su quest'argomento è andato un po' sottotono, ci sono state alcune prese di posizione negli scorsi anni; io ho ripreso soltanto una che è quella del giugno 2021, del Presidente del Consiglio, che in sede istituzionale di Conferenza dei Presidenti del Consiglio, ha richiesto e proposto di aprire una riflessione al fine di garantire ai cittadini di tutte le Regioni almeno un rappresentante al Parlamento europeo.
Sempre citando il presidente Bertin, "una rappresentanza che si rende sempre più necessaria, anche in considerazione dell'impatto delle politiche europee a livello regionale": proprio quello che stavo cercando di dire.
Ho citato questo passaggio ad esempio di altri che sono stati fatti.
Sappiamo che la Valle d'Aosta è all'interno della circoscrizione nord occidentale, con delle realtà più pesanti dal punto di vista numerico (Piemonte, Lombardia, Liguria) e sappiamo anche che il meccanismo che oggi è previsto dalla legge nazionale, quello di possibile apparentamento, il cosiddetto listino della minoranza linguistica, ha comunque una soglia che è notevole dal punto di vista dei numeri, e lo si vede ogni volta.
A fronte di questo, sappiamo anche che ci sono state delle iniziative, ne abbiamo citata una del 2008, c'è una proposta depositata al Senato, ci sono state tutta una serie di proposte di legge di modifica della legge oggi vigente per l'elezione dei membri del Parlamento europeo che - siamo molto realisti e pragmatici - non è che in zona Cesarini o comunque oggi noi potremmo pensare di andare a modificare - lo dico da un punto di vista di pragmatismo politico amministrativo e procedurale - però l'obiettivo era quello di porre sul tavolo la questione e almeno provare ad iniziare a sfruttare questo periodo pre-elettorale per lavorare ad un più lungo periodo e quindi per essere pronti per la prossima tornata elettorale; non tanto per la sola volontà di avere qualcuno all'interno di un organo, ma soprattutto di avere una rappresentanza, perché, ripeto come ho detto all'inizio che è una banalità, la politica europea sarà sempre più pervasiva e soprattutto l'utilizzo delle finanze che arrivano da fonte terza, necessiterà un intervento maggiore rispetto a quello che oggi c'è.
Sicuramente i rapporti istituzionali che ci devono essere tra il Governo regionale pro tempore, il Governo nazionale pro tempore, le Istituzioni europee ovviamente non vengono meno, o comunque non sono seconde ad una rappresentanza parlamentare, ma essere di più aiuta, questo è banale comunque la si pensi dal punto di vista politico.
Se non si è presenti in determinati organi di governo, di controllo e di programmazione, non si è presenti punto e basta.
Ho cercato di essere sintetico nell'economia dei tempi e anche per dare una risposta pratica e concreta alle sollecitazioni del presidente Marguerettaz.
Detto questo, non vado oltre perché c'è già stata un'interlocuzione con i rappresentanti del Governo sulla possibilità di trovare una definizione comune, un'impegnativa comune, che possa tenere in considerazione di tre soggetti: da un lato quella che può essere l'azione portata avanti dal Governo regionale per presentare, ad esempio, una proposta di legge statale o comunque una proposta di modifica normativa, una moral suasion nei confronti di chi oggi ci rappresenta al Parlamento italiano, quindi la senatrice e il deputato - ho citato giustamente un disegno di legge presentato al Senato della Repubblica - ma anche ognuno di noi che ha possibilità, chi più diretta, chi meno diretta - non entro nelle querelle sul discorso rappresentanti o referenze nazionali - ma ognuno di noi può fare a sua volta una moral suasion nei confronti di referenti collaboratori amici, perché poi alla fine quello che conta è la modifica di una legge che non dipende direttamente da questo Consiglio, ma è una legge nazionale.
L'obiettivo comune è quello di un impegno, quindi proporre una soluzione perseguibile che possa favorire e permettere una rappresentanza valdostana, o comunque territorialmente competente, al Parlamento europeo, ed un invito nei confronti dei nostri parlamentari e di ogni membro di questo Consiglio per poter arrivare a quest'obiettivo comune.
Lo dico proprio in chiusura di questa breve presentazione: qualche giornalista che ha letto l'ordine del giorno mi ha detto: "Ma qual è l'obiettivo? Avere un candidato unico?" No, quella è una questione politica, non è una questione di rappresentanza tecnica, io penso che avere un candidato unico non sia una soluzione corretta, perché nelle logiche della giusta rappresentanza, anche di quella che è la volontà elettorale, la pluralità è giusto che sia rappresentata, quindi l'obiettivo del candidato unico oggettivamente non lo vedo come un obiettivo che possa essere anche politicamente spendibile, perché ognuno ha le sue sensibilità, i suoi obiettivi, le sue sfaccettature, e direi che il corpo elettorale giustamente deve poter esprimersi liberamente, cosa che sappiamo; comunque sia, un candidato unico, per quanto possa essere super partes o ultra partes, comunque sia rappresenta qualcuno e non qualcun altro.
Presidente - Grazie collega. Si è prenotato l'assessore Caveri, ne ha facoltà.
Caveri (AV-VdA Unie) - Intervengo subito in discussione generale proprio per dar conto delle modifiche, che sono state congiuntamente apportate e firmate da tutti i gruppi, tranne uno; quindi diciamo che c'è una quasi unanimità su questo tema.
Io mi atterrò a qualche riflessione di ordine tecnico, più che di ordine politico, che parte ovviamente dall'elezione del primo Parlamento europeo a suffragio universale che avvenne 45 anni fa, nel 1979; all'epoca - io ero un giovane giornalista - si sviluppò già un grande dibattito su questa legge che, nel gennaio del 1979, regolamentò le elezioni del Parlamento europeo per l'Italia.
La speranza di molti, all'epoca, era quella che si potesse in qualche maniera riflettere su dei meccanismi di tutela analoghi a quelli presenti nell'articolo 47 dello Statuto di autonomia che, come voi ben sapete, recita: "Agli effetti delle elezioni per la Camera dei Deputati e per il Senato, la Valle d'Aosta forma una circoscrizione elettorale".
È interessante andare a vedere il dibattito che si sviluppò su quest'articolo alla Costituente, perché ci fu un po' di dibattito sul fatto se fosse il caso di scrivere anche Senato perché, come voi sapete, dal punto di vista teorico nella Costituzione il Senato dovrebbe essere su base regionale, poi all'italiana sappiamo che non è stato così.
La legge del 1979 è una legge che, secondo me, ha addirittura dei profili di incostituzionalità, che probabilmente non sono mai emersi e non si sono mai sollevati, perché, nel trattare la questione delle minoranze linguistiche e del loro diritto di rappresentanza al Parlamento europeo, si scelse questo meccanismo dell'apparentamento. Questo, in realtà, è un vestito ad uso della comunità sudtirolese, perché le cinquantamila preferenze che consentono ad un eventuale eletto nella lista apparentata delle minoranze di sostituire l'ultimo degli eletti della lista madre, è un criterio che non va bene né per i Valdostani e neanche per gli Sloveni, perché la legge del 1979 cita le tre minoranze.
Da allora, si sono scelte diverse strade; a dir la verità, all'inizio, nel tentativo di ottenere degli eletti, il mondo autonomista scelse di presentare una lista a livello nazionale, con il risultato ottenuto due volte di eletti del Partito sardo d'azione, ma tutto scomparve nel febbraio del 2009 - in particolare, devo dire - perché si fissò con una modifica della legge una soglia del 4%.
Ora, la questione di trovare delle soluzioni tecniche non è semplicissima, perché il Parlamento europeo ha comunque emanato delle linee direttrici, assieme al Consiglio e Commissione, in cui in sostanza si dice che il sistema elettorale deve essere proporzionale, quindi il sistema di voto che tutti i paesi dell'Unione Europea applicano è un sistema proporzionale.
Di due l'una: o si sceglie la strada di una modifica statutaria, come avviene ad esempio per la comunità germanofona del Belgio, che ottiene un eletto grazie ad una tutela, che deriva però dalla Costituzione belga (l'articolo 4 che cita: "Le due comunità, fiamminga vallona" e anche quella tedesca), ma ovviamente è molto più complicato immaginare di avere, come per Camera e Senato, una circoscrizione propria; tra l'altro, ricordo che il termine "circoscrizione" all'articolo 47 dello Statuto è stata una dizione preziosissima, perché io ho vissuto in Parlamento nel momento in cui si poteva addirittura mettere in discussione l'esistenza del collegio uninominale se lo Statuto avesse scritto "collegio" e non "circoscrizione", e per fortuna devo dire che i padri fondatori dell'autonomia, quando ebbero la possibilità di discutere con i costituenti, ebbero l'intuizione di far scrivere "circoscrizione".
Torno al punto: è assai probabile quindi che queste modifiche che noi proponiamo, e che sono state accolte da tutti, oggi parlino di un meccanismo che assicuri la possibilità di avere un proprio parlamentare europeo; oggi realisticamente ci dovrebbe essere un abbassamento congruo di quelle cinquantamila preferenze per consentire realisticamente di poter avere un eletto che vada a sostituire l'ultimo di una lista con cui ci si apparenti; è molto difficile oggi intravedere altre strade.
Devo dire, per verità, che i tentativi, dal 1979 in poi, che fossero modifica dello Statuto o fossero modifica della legge vigente, sono stati praticamente presentati da tutti i Parlamentari valdostani che da allora si sono succeduti, e ci sono state anche molte proposte di legge d'iniziativa di questo Consiglio, che purtroppo non hanno ottenuto un risultato.
Credo però, e con questo concludo, che sia bene continuare la battaglia e sia bene anche riflettere sul fatto che effettivamente quella norma, nello scrivere cinquantamila, ha creato un evidente vulnus a fronte di una comunità come la nostra, che ha delle sue caratteristiche, quindi annegata com'è all'interno di una circoscrizione, in Piemonte, Liguria e Lombardia, si trova veramente a fare la fine del vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro, e anche ci fosse la candidatura unica, che un po' ironicamente e anche con realismo politico veniva evocata dal collega Aggravi, è del tutto evidente che questa cifra è una cifra stellare.
Auguriamoci che si manifesti sempre di più una sensibilità nei confronti di questa necessità della rappresentanza.
Presidente - Ha chiesto la parola la collega Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - La mozione che hanno presentato i colleghi di Rassemblement Valdôtain e che ha illustrato il collega Aggravi, così come è stata originariamente formulata - il testo che abbiamo visto e che è stato depositato in Consiglio -, ci ha lasciate un po' perplesse e soprattutto una parte dell'impegnativa a noi pare insostenibile.
Chiedere l'istituzione di una circoscrizione elettorale specifica per la Valle d'Aosta, vale a dire per circa centomila, o forse meno, elettori, io credo che sia un po' utopista.
L'altra questione che ci ha lasciate perplesse è che questa mozione ci sembra fuori tempo; adesso il collega Aggravi ha chiarito un aspetto, cioè quello di essere per le elezioni del 2024 ormai anche più che in zona Cesarini, ma questo era chiaro; le elezioni saranno a giugno, fra tre mesi dovranno essere pronte le liste, quindi non ci sarebbero neppure credo i tempi tecnici per riuscire ad arrivare a questa modifica auspicata.
Se l'obiettivo invece, come mi è sembrato di capire, è il 2029, noi pensiamo che ci sarebbe stato comunque anche il tempo per fare dei ragionamenti un po' più approfonditi su quelle che possono essere le richieste, gli auspici e le varie posizioni.
Adesso abbiamo visto che ci saranno delle modifiche che valuteremo.
Al di là di questa questione, c'è però un aspetto che noi rileviamo in generale e che ci tengo a sottolineare, un aspetto che in qualche modo sottolineiamo anche con sconcerto, perché noi ci ritroviamo oggi, al mese di gennaio del 2024, a discutere di modifiche che riguardano le elezioni europee, quindi in un certo qual modo di una sollecitazione che si vuole fare a Roma a livello statale per le elezioni europee, mentre qui, per quanto riguarda una riforma elettorale che è nostra e che concerne la Valle d'Aosta, tutto è fermo.
Io ricordo che siamo ben oltre la metà della Legislatura, che era già stato dato inizialmente nel primo programma di Legislatura come termine massimo per arrivare ad una riforma elettorale, ma ricordo anche che, esattamente un anno fa, a gennaio, in questo Consiglio, quando è stata bocciata la richiesta di fare un referendum consultivo, proprio in quel momento era stato preso il solenne impegno di varare la legge entro la fine del 2023.
Oggi siamo a gennaio 2024, tutto è fermo; immagino che per la situazione contingente che è venuta a crearsi anche in Consiglio le cose staranno ferme ancora per molto tempo e ritengo che questa sia una cosa estremamente grave.
A mio avviso, quella bocciatura e quell'impegno disatteso completamente, io li vedo anche come una truffa nei confronti delle persone che hanno sottoscritto quella richiesta a suo tempo e hanno chiesto di cambiare la legge elettorale in un senso ben preciso.
Adesso noi qui cerchiamo di sollecitare Roma per un'elezione che, se andranno in porto le richieste di modifica, sarà nel 2029.
Da parte mia, penso che dovremmo occuparci maggiormente di quello che succede a casa nostra.
Detto ciò, e ci tenevo ad esplicitarlo, che sia poi importante che la nostra Regione, così come anche altre minoranze linguistiche che sono presenti sul territorio nazionale, sia rappresentata a livello europeo, è una cosa condivisibile, ma le modalità, come dicevo, a nostro avviso non sono quelle della circoscrizione territoriale valdostana. Ora ci sono delle modifiche che sono state apportate, alla luce di quelle modifiche noi adesso valuteremo il nostro voto.
La sollecitazione però che faccio, avendo la parola, è ancora una volta quella di muoversi nella direzione che ho auspicato, perché francamente mi sembra che siamo veramente non solo in ritardo, ma che non ci sia nessuna volontà di andare in una direzione di vero cambiamento, nonostante tutti se ne siano riempiti la bocca per un sacco di tempo.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Abbiamo condiviso e abbiamo sottoscritto la mozione, così come è stata riformulata: è una mozione che era stata presentata dai colleghi di Rassemblement Valdôtain e, come è stato esplicitato bene da chi mi ha preceduto, prevedeva l'impegnativa di realizzare e di proporre una circoscrizione per la Valle d'Aosta nell'ambito delle elezioni europee.
La nuova formulazione è più generica e sostanzialmente si prefigge di trovare una soluzione tecnica che possa garantire la rappresentatività della Regione Valle d'Aosta nel contesto europeo, e riteniamo che forse questa sia la strada giusta, anche perché, in un contesto europeo, dove, è stato chiarito, c'è un'indicazione precisa di andare verso il sistema proporzionale, molto difficile è la realizzazione di una circoscrizione; riteniamo che sia più semplice e più pragmatico intervenire a livello del numero di preferenze che oggi sono previste per l'apparentamento.
Un numero di preferenze che, ad oggi, di fatto, rende improponibile l'elezione di un europarlamentare per la Valle d'Aosta, perché cinquantamila preferenze sono tantissime per la nostra specificità territoriale.
Siamo consapevoli dell'importanza che ha quella di essere rappresentati a livello dell'Unione Europea in un contesto dove i problemi sono sempre di più affrontati a livello globale e a livello sovraordinato rispetto a quello della singola realtà territoriale regionale.
Pertanto, per noi è importante lavorare in questa direzione, è importante riuscire ad arrivare a perseguire l'obiettivo; siamo anche consapevoli che questo è un argomento che viene proposto sempre nell'occasione di questi appuntamenti elettorali: sicuramente, in questo caso non c'è margine temporale d'intervento per le prossime elezioni che si terranno a fine primavera 2024, ma che possa essere un buon inizio di percorso, di lavoro in prospettiva, per far sì che si possa perseguire un obiettivo concretizzabile per le elezioni che si terranno nei prossimi cinque anni.
Pertanto, riteniamo, come componente politica, come gruppo di Forza Italia, che sia pienamente condivisibile l'obiettivo e che tutti insieme, ciascuno per quanto di propria competenza, possa contribuire nell'ambito dei rispettivi partiti di appartenenza o movimenti e possa lavorare per andare nella direzione auspicata da tutti.
Presidente - Ha chiesto la parola il presidente Bertin, ne ha facoltà.
Bertin (FP-PD) - Intervengo, un po' perché sono stato citato nelle premesse e anche perché ero tra i firmatari della proposta di legge statale d'iniziativa regionale, sempre citata nelle premesse di questa mozione.
Colgo anche l'occasione per fare un piccolo riassunto dell'attività svolta su quest'aspetto: il Parlamento europeo, eletto a suffragio universale da tutti i cittadini europei, rimane un'Istituzione sentita molto distante, addirittura in certi casi estranea, e certi meccanismi elettorali non facilitano un avvicinamento tra i cittadini europei e il Parlamento europeo.
In particolar modo, in Italia il collegio unico delle cinque circoscrizioni attualmente vigenti hanno un effetto d'allontanamento del rapporto eletto-elettore; sono circoscrizioni che hanno milioni di elettori e che al loro interno determinano situazioni di sovra-rappresentazione e di sotto-rappresentazione.
Non è soltanto la Valle d'Aosta a non essere rappresentata, se non per miracoli che possono succedere a volte, ma sono molte Regioni a rischio: la Sardegna, che è posta nello stesso collegio Isole con la Sicilia, ha praticamente nessuna possibilità anch'essa di essere rappresentata; ma anche all'esterno del collegio Sud, tra le Regioni Campania, Puglia e Calabria, i rappresentanti della Campania, anche in ragione del meccanismo delle tre preferenze, sono prevalenti rispetto agli altri, con la sola rappresentazione della Regione Campania rispetto alle altre Regioni più piccole.
Anche al Nord, se si va a vedere nel grande collegio Nord-occidentale, prevale la Lombardia e all'interno della Lombardia la città di Milano. Una sola rappresentazione di chi già, per i numeri, sarebbe più che rappresentata, ed è qualcosa che è sentito anche al di fuori della nostra realtà e che riguarda non solo la piccola Valle d'Aosta.
Proprio in ragione del fatto che le Regioni sono comunque delle Istituzioni rappresentative dei cittadini più vicine che hanno un ruolo fondamentale nella gestione e nell'integrazione europea, è necessario che queste - a mio avviso - vengano coinvolte. E proprio anche in ragione della risoluzione approvata tempo fa all'unanimità da questo Consiglio, che faceva seguito ad un lavoro di approfondimento e che era collegata alla conferenza sul futuro dell'Europa, metteva in evidenza, tra le altre cose, anche quest'aspetto della rappresentanza all'interno delle Istituzioni europee e del Parlamento, nel caso specifico, perché vi è un impoverimento della rappresentanza democratica, come è organizzata ora l'elezione europea.
Credo che sarebbe meglio per tutti, non soltanto per la nostra piccola Regione, cambiare i meccanismi di elezione del Parlamento europeo, proprio in ragione di quella risoluzione presentata ed accolta qui, che era collegata alla conferenza sul futuro dell'Europa.
La riunione della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative nel giugno del 2021, quella citata nella premessa e anche adesso riportata dal collega Aggravi, metteva in evidenza quest'aspetto.
Da lì, abbiamo cercato di portare avanti questo ragionamento, innanzitutto all'interno del coordinamento dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni a Statuto speciale. Ci siamo riuniti lo stesso anno (stiamo parlando del 2021), il primo ottobre, per dare seguito a quanto riportato anche nelle premesse di questa risoluzione.
Il coordinamento delle Regioni a Statuto speciale ha dato mandato di approfondire, dal punto di vista tecnico, quest'aspetto, formando un tavolo tecnico e di immaginare uno schema tipo di legge o un meccanismo per risolvere ed affrontare la questione.
Proprio in quest'ottica, l'allora Presidente dell'Assemblea del Friuli ha incontrato Arno Kompatscher, nel novembre dello stesso anno, coordinatore dei Presidenti e Governi delle Regioni a Statuto speciale, per definire un'azione comune su questo aspetto della legge elettorale europea e non solo.
Proprio nell'ambito di questo incontro, si è deciso di presentare una risoluzione comune a tutte le Assemblee, che poi avrebbe dovuto tradursi in un disegno di legge d'iniziativa regionale portato dalle Regioni a Statuto speciale nelle proprie Assemblee e messo in condivisione con le altre Regioni italiane dell'Assemblea generale.
Ci siamo riuniti a Trento il 14 gennaio del 2022, come coordinamento per le Speciali, approvando la bozza di risoluzione su quest'iniziativa.
Il 10 gennaio questa bozza di risoluzione è stata poi trasmessa dalla Conferenza delle Assemblee a quella dei Governi, e da lì ci sono state alcune riunioni tecniche, ma non si è dato seguito alla vicenda, poiché il Presidente che coordinava la parte degli esecutivi, Kompatscher, di fatto non ha mai convocato su questo tema una riunione del Coordinamento delle speciali e così, lentamente, la situazione si è un po' arenata e la repentina caduta del Governo Draghi ha ulteriormente reso difficile il percorso, poiché, a seguire, oltre ai cambiamenti politici, vi sono stati i rinnovi elettorali di diverse Assemblee regionali, che hanno di fatto indebolito quest'azione che si è sostanzialmente fermata e non ha raggiunto l'obiettivo.
Credo però che l'avere una visione di rappresentanza istituzionale di tutte le Regioni sia l'approccio che può dare maggiori risultati anche per la nostra piccola realtà.
L'alternativa a quest'approccio può essere quella dello Statuto speciale: la grande assente dai nostri Statuti e dal nostro è l'Europa, che ovviamente era assente nei nostri Statuti perché l'Unione Europea era appena immaginata da qualcuno, ma non poteva ovviamente essere presente nei nostri Statuti. Ma è un'assenza che oggi si fa sempre più pesante, perché l'Europa è una protagonista della vita politica di tutti e riguarda anche tutti i cittadini, per cui quest'elemento deve essere inevitabilmente incorporato nel nostro Statuto.
Da questo punto di vista si può anche tentare, nel caso di una revisione, l'inserimento, come anche detto in precedenza, di una garanzia costituzionale ed una rappresentanza al Parlamento europeo.
La bozza Kompatscher di revisione dello Statuto non prevede questa possibilità, dovremo aspettare ancora tempi più lunghi, ma credo che sarà qualcosa che - se non verrà risolto con un approccio generale da tutte le Regioni italiane, riuscendo a coordinare un'azione comune che dia una rappresentanza più equilibrata da tutti - potrebbe essere quella della revisione dello Statuto, un'altra possibilità, tenendo conto che la legge attuale, in realtà, non è neanche che tuteli le minoranze.
La legge attuale tutela un partito, l'SVP, e niente di più; è fatta su misura, calzata esattamente ed esclusivamente su un partito, non come tutela delle minoranze in generale, che non si esauriscono soltanto alla minoranza di lingua tedesca, ma sono molte di più e che non sono assolutamente considerate da questa legge che, a mio avviso, deve essere superata, in qualche modo.
Realisticamente, le possibilità per questo rinnovo del Parlamento europeo sono oggettivamente inesistenti, è un lavoro che deve essere ripreso e che deve avere, come è riportato anche dalla mozione, l'impegno e il coinvolgimento di tutti, indipendentemente dai percorsi che si sceglierà di seguire.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - C'è un grande problema che è conseguenza della legge elettorale per quanto riguarda le elezioni europee in Valle d'Aosta: è la disaffezione, che porta all'astensionismo. Se si vanno a vedere, infatti, tutti i dati delle elezioni europee quanto a partecipazione, questi sono assolutamente impietosi; cito solamente l'ultimo, del 2019: 51,91% di Valdostani che sono andati a votare, quindi un valdostano su due è stato a casa.
Sicuramente, e questo è un trend che va al di là della Valle d'Aosta, le elezioni europee sono ancora viste come troppo lontane - purtroppo o per fortuna, non si sa - però noi sappiamo benissimo qua che ormai sempre più politiche che hanno delle ricadute anche sulla nostra Regione arrivano da Bruxelles.
Questo è un fatto negativo, perché interessarsi delle elezioni è sempre qualcosa di fondamentale, ma questo disamore è dato dal fatto anche la soglia per avere un candidato, un eletto valdostano, è praticamente difficile da raggiungere, se non impossibile: appunto, 50 mila preferenze.
In passato c'è stato il tentativo di qualcuno di cercare di mettere insieme diverse forze, e questo qualcuno è Bruno Salvadori, che già dalle prime elezioni europee aveva tentato, tramite la creazione di questa lista, Federalismo, di unire diversi partiti di diversi territori in modo da creare anche una sorta di massa critica che potesse puntare alle elezioni di un proprio rappresentante.
Quando si tratta di questo tipo di tema, non c'entra neanche tanto la politica, perché purtroppo contano i numeri.
Le Regioni più grandi non vogliono di certo cedere i loro potenziali eletti, le Regioni più piccole, come appunto la Valle d'Aosta, invece boccheggiano, perché purtroppo, di possibilità di avere degli eletti, invece non ne hanno quasi nessuna.
È proprio in questo senso che una mozione di questo tipo è assolutamente positiva, perché è necessario che comunque anche tutto l'ente, il Consiglio regionale - se ci sarà l'unanimità - prenda una posizione forte anche verso Roma riguardo ad un tema che riguarda la Valle d'Aosta e potrebbe riguardare anche altre Regioni.
Mi viene in mente la Sardegna che adesso è nella circoscrizione con la Sicilia.
Avere una voce del Consiglio regionale è essenziale anche per dare forza, ed è stato già citato precedentemente, ad un disegno di legge che è già depositato in Senato, ed è quello che è stato ripreso anche nelle premesse, presentato appunto dalla senatrice Spelgatti il 25 maggio 2023, ed è appunto il disegno di legge 732, che serve a sensibilizzare diverse forze politiche - non tutte per fortuna - del fatto che anche i piccoli territori abbiano necessità di rappresentazione a livello di Parlamento europeo.
È ovvio che in questa fase storica, in cui sembra che le piccole autonomie, i piccoli territori, che comunque in qualche maniera stiano un pochino rialzando la testa in Italia ma nel contesto europeo, avere una possibilità del genere è da sfruttare, anche perché purtroppo, e lo si era visto quando c'è stata la Brexit, che aveva come effetto positivo una ripartizione dei seggi tolti alla Gran Bretagna, all'Inghilterra e per gli altri Stati, quell'occasione non è stata sfruttata per diversi tipi di motivi, quindi una modifica della legge elettorale non c'è stata.
Dunque una mozione del genere, un impegno potenziale del Consiglio regionale, del Governo regionale all'interno delle varie Istituzioni, con una sorta di pressione anche a Roma è assolutamente essenziale; quindi, il gruppo Lega voterà, in continuità all'azione portata avanti anche dalla senatrice Spelgatti, questa mozione.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz, ne ha facoltà.
Lucianaz (RV) - Solo una puntualizzazione, con lo spirito collaborativo che mi è naturale con questo Governo: più volte, in quest'anno scorso, abbiamo sollecitato sia il Governo, sia la Presidenza dell'Assemblea a prendere a cuore questo fatto che si trascina da decenni.
Le risposte sono sempre state evasive o supponenti e ci troviamo, anche per questa Legislatura, allo stesso punto delle volte precedenti.
Questo ci tenevo a ricordarlo, perché non è che non si sia sollecitato più e più volte agli organi istituzionali del Consiglio.
Presidente - Ci sono altri interventi rispetto anche al testo modificato? Tutto è chiaro? Se non ci sono altri interventi e anche la riformulazione della mozione è chiara a tutti (è stata trasmessa), pongo in votazione la mozione 52. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 33
La mozione è approvata all'unanimità.