Oggetto del Consiglio n. 3136 del 10 gennaio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3136/XVI - Interpellanza: "Nuova strategia preventiva dei possibili danni gravi derivanti dalla concentrazione di branchi della specie lupo sul territorio regionale".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo all'ordine del giorno n. 35.
Per la presentazione, la parola al consigliere Planaz.
Planaz (RV) - Torniamo a parlare di lupi e non tanto di predazione ma di gestione della specie lupo a livello europeo e a livello italiano.
Illustrerò, come avete visto e magari avete già potuto appurare nelle premesse, la gestione di questa specie a livello europeo.
Qui faccio un appello: ci avviciniamo alle elezioni dell'Unione Europea, ci sono migliaia di regole da uno Stato all'altro, in questo caso anche confinanti, su una gestione di una specie che per molte persone è una risorsa, e purtroppo per altre che si trovano a lavorare a contatto per il lavoro, specialmente in agricoltura, cacciatori o quant'altro, lo vedono come un animale più nocivo che un animale che possa dare delle risorse; questa interpellanza nasce dal fatto che in quasi tutta Europa c'è stata una gestione diversa in ogni Stato.
Alcuni Stati, ad esempio la Svizzera - che è vicina a noi ma non è dentro l'Unione europea, però ha firmato assieme agli Stati d'Europa la Convenzione di Berna, per la protezione della classe delle specie protette o particolarmente protette, come nel caso del lupo - hanno attivato un piano di prelievo perché ormai la popolazione dei lupi non è più in via di estinzione e mette a rischio non solo tutte le attività agricole più piccole, che rischiano addirittura di chiudere, ma anche la parte di fauna selvatica che è soggetta a predazioni dei grandi carnivori; per la Valle noi fortunatamente parliamo solo di lupo, che è qua vicino a noi.
Hanno attivato un piano di caccia vicino a noi. Sappiamo tutti che gli animali possono attraversare i confini da uno Stato all'altro senza bisogno del passaporto, perché per fortuna loro non ne hanno necessità.
Visto che parte del territorio svizzero è confinante con la nostra regione, vista la politica di riforme sulla caccia adottata dallo stesso, non si corre il rischio di aumentare la popolazione dei lupi nel territorio valdostano, che attualmente può godere di una maggiore protezione. La maggiore protezione è riferita al lupo, perché se si trova braccato o cacciato in un territorio vicino è normale che, sconfinando o spostandosi, possa entrare nella nostra regione, aumentare la popolazione e recare ancora più danni nella nostra regione.
Il secondo quesito: "Qual è la nuova strategia preventiva di danni gravi che intenda porre in essere sul territorio, alla luce della posizione espressa dalla Commissione Europea, dei dati ISPRA e delle previsioni della legge che abbiamo adottato".
Lei, Assessore, è stato uno dei primi firmatari di quella legge e, le dico la verità, io mi aspettavo un altro approccio sulla gestione di questo animale.
Ci sono anche altri Stati: la Svezia, che ha più del triplo della superficie dell'Italia, ha adottato un piano di controllo: contano al loro censimento 450 esemplari e li vogliono diminuire al di sotto dei 300.
Noi dai dati ISPRA del 2018-2019 - lo sappiamo tutti, ormai l'abbiamo detto e ridetto - eravamo a più di 3.300 capi censiti; il nostro gruppo non riesce a capire perché lo Stato italiano abbia tutta questa paura d'intervenire e di prendere decisioni, anche poi a seguito della proposta della Commissione Europea che ha dichiarato che la concentrazione di branchi di lupi è diventata un pericolo reale per il bestiame e potenzialmente anche per gli esseri umani.
Queste sono le parole della Presidente della Commissione europea che ha avanzato la proposta di declassare la specie lupo da "particolarmente protetta" a "protetta".
Io mi chiedo: noi Valdostani, autonomisti, cosa aspettiamo a fare qualcosa.
Questo fare qualcosa non è prendere il fucile e andare a sparare i lupi - io non l'ho mai chiesto, magari l'ho pensato tante volte ma non l'ho mai chiesto - però almeno portare a conoscenza degli enti competenti, come ISPRA, le problematiche che ci sono nella nostra regione, perché se noi non facciamo i primi passi e continuiamo a dire che nella nostra regione non c'è nessun problema e che non ci sono - come ha detto lei, Assessore, una volta - casi di lupi problematici, mi sembra che lei viva in quel paese che abbiamo citato prima dove ci sono le contraffazioni di Fontina e nessuno qui lo sapeva, perché qui di problematiche ce ne sono tante; è solo che alla fine la gente un po' si è abituata a convivere con queste problematiche, però se si va ad ascoltare i cacciatori e i guardaparco, che sono a contatto stretto e conoscono il bosco, essi evidenziano che c'è un cambiamento totale della fauna selvatica, soprattutto nei caprioli, e che non è un non-problema il numero elevato di lupi nella nostra regione e in Italia, perché va a causare danni anche ad altre specie.
Perché dobbiamo far scomparire delle specie come il capriolo, poi dopo il capriolo arriverà il cervo e dopo il cervo il camoscio e supportare solo una specie che oggi, purtroppo, al di là di qualche caso, reca molti danni e che non sempre si riescono a risarcire perché, al di là dei rilievi che vengono effettuati per dimostrare effettivamente che quell'attacco sia stato effettuato da un lupo, bisogna poi anche avere le risorse per risarcire chi ha subito il danno.
A me sembra giusto che, al di là dei danni, ogni animale debba essere tutelato da noi in qualsiasi modo e il più possibile.
Per questo, visto che un po' attorno a tutto il nostro arco alpino si sono attivati per gestire, purtroppo in modo diverso, e io l'ho sempre detto: se noi non controlliamo questa specie già dall'inizio, arriveremo a un punto che dovremo attivare delle campagne di controllo degli animali, che si potevano evitare.
È normale che oggi, avendo cibo da tutte le parti, e poi con degli inverni miti come stiamo passando, anche queste specie hanno più possibilità di sopravvivenza, di aumentare i numeri e di aumentare anche tutte le problematiche.
Aspetto di sentire la sua risposta e di capire quali siano stati i provvedimenti presi al riguardo.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Carrel.
Carrel (PA) - Parto dalla chiusura del suo intervento, anche se è un po' fuori dalle domande che ha fatto nell'interpellanza.
Quello che stiamo facendo, come Regione, è un lavoro politico presso la CPA per cercare di avere finalmente un piano di gestione del lupo che - come lei sa e come ho già purtroppo ribadito anche in seno al Consiglio regionale - è un piano attualmente che non trova l'accordo di tutte le Regioni, quindi è un piano che non possiamo ancora approvare e portare al Ministero.
Questo piano però non risolve la questione del lupo, quindi come Regione ci stiamo muovendo in quella direzione.
Tornando all'oggetto della sua interpellanza, lei ci chiede "Se visto che la parte del territorio svizzero confinante con la nostra regione, e vista la politica di riforma sulla caccia adottata dallo stesso, non si corre il rischio di aumentare la popolazione dei lupi nel territorio valdostano"; in primis credo che sia opportuno, per una giusta informazione, ribadire che attualmente l'abbattimento dei lupi, autorizzato dalla Svizzera, è stato sospeso dal Tribunale amministrativo federale, la sospensione è stata confermata anche la settimana scorsa e quindi, a fronte di un ricorso, attualmente in Svizzera non vi è la possibilità di abbattere i lupi, ma, anche se vi fosse questa possibilità, non vediamo - e con i tecnici e gli uffici ci siamo confrontati - il rischio che lei ha giustamente sottolineato nelle sue premesse di avere dei lupi svizzeri che vengano in Italia in quanto sono più tutelati.
Anzi, attualmente in Valle d'Aosta vi sono dieci branchi che difendono attivamente il loro territorio soprattutto nei confronti di lupi non appartenenti al branco che potrebbero accidentalmente invadere il loro spazio.
Questi dieci branchi, di fatto, si dividono il territorio regionale e non vediamo la possibilità che vi sia un'entrata di altri branchi da parte della Svizzera del Canton Vallese; vediamo piuttosto la possibilità che i nostri, se diminuiscono i lupi in Svizzera, possano andare di là, ma non il contrario.
Per quanto riguarda la seconda domanda: anche noi abbiamo preso atto delle dichiarazioni, quindi dell'annunciata volontà della Commissione Europea di rivedere lo status di protezione della specie in virtù del fatto che la popolazione del lupo ha raggiunto ormai dimensioni tali - lo ha ben detto lei, in tutta Europa, quindi non solo in Italia - da permettere finalmente di parlare di gestione e non solamente di conservazione, ma queste sono ancora delle parole che non si sono tramutate in atti.
Nel momento in cui si tramuteranno in atti, e quindi lo status sarà modificato, come Regione Valle d'Aosta - e grazie anche alla legge che come ha ben ricordato mi vede tra i firmatari - sicuramente è nostra intenzione vagliare tutte le possibilità che si apriranno per gestire al meglio il fenomeno lupo, proprio perché crediamo che sia nostro dovere tutelare tutte le specie in via d'estinzione, tra cui anche la nostra razza valdostana, quindi anche i nostri bovini ma non solo: pensiamo agli ovicaprini, pensiamo a tutta la nostra fauna, che lei ha ben ricordato.
È nostra intenzione gestire il fenomeno lupo, ovviamente all'interno delle norme europee, ma come politica regionale stiamo lavorando insieme ad altri Assessori per portare quanto prima nuovamente in discussione, e speriamo all'approvazione, il piano di gestione del lupo a livello nazionale e premiamo perché a livello nazionale si vada nella direzione - quindi anche come politica europea - del riconoscimento di un cambio di status.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Planaz.
Planaz (RV) - Da quanto ne so io, parto dalla sua prima risposta che è riferita alla Svizzera: sì, sono stati sospesi gli abbattimenti ma a seguito delle quote che erano state assegnate, come per qualsiasi specie. Se non è così, andrò a informarmi, perché se mi parla della scorsa settimana, era stato impugnato, comunque qualche lupo era stato prelevato, di questo ne sono certo.
Poi se non è stata più autorizzata la caccia, mi sembra che era a causa del prelievo che era stato deciso di effettuare, perché mi sembra che anche loro parlano di dieci o quindici branchi e volevano portarli a dieci in un territorio come quello della Svizzera, e questo dovrebbe già farci pensare, perché lei mi ha parlato di dieci branchi nella nostra regione. Questo vuol dire che il nostro piccolo territorio ha la capienza per mantenere i lupi che ci sono nel territorio svizzero; lascio pensare a lei la differenza che c'è tra la nostra regione e il territorio svizzero.
Poi lei mi ha parlato della volontà dell'Unione Europea, e a me fin qua sta bene. La Presidente della Commissione Europea ha espresso con un documento questa proposta e lei dice: "Noi aspettiamo che facciano qualcosa gli altri, anche da parte del Ministero".
Ma lei - dopo che abbiamo presentato un documento assieme, dove c'era la possibilità, dopo tutte le verifiche, di intervenire - come Giunta regionale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, al di là di tutti gli aspetti scientifici che dovete aspettare, (e non so cosa dovete ancora aspettare), qual è il vostro documento e la vostra volontà riguardo a questa problematica?
Non possiamo fare un documento che metta nero su bianco la volontà politica, come abbiamo fatto con quella legge che non è mai stata attuata, perché a oggi ISPRA non ha neanche i dati reali della situazione di lupi nella nostra regione, io mi chiedo: va bene la Commissione Europa, il Ministro e finché ce n'è, ma la nostra regione... noi siamo qui, conosciamo il nostro territorio e le nostre problematiche, abbiamo una conduzione del bestiame che è diversa da altre regioni, che queste problematiche le vivranno sempre dopo di noi, anche se arrivano denunce di attacchi di animali anche dentro le stalle, adesso non c'è neanche più bisogno di parlare di misure di prevenzione perché tanto ormai entrano nelle stalle perché sono talmente confidenti... mi lascio prendere un po' dall'emozione su questi discorsi perché li vivo in prima persona.
Io vorrei conoscere la vostra volontà per questo 2024. Ci sono anche le elezioni europee, andremo a rafforzare il documento della Presidente della Commissione Europea dove diciamo: "Va bene, la Valle d'Aosta è d'accordo ad aprire un dibattito o una gestione di questa specie e vedere i dati reali di quali siano i danni, la convivenza e l'impatto di quest'animale nella nostra regione" e vediamo se portando anche questo documento a livello nazionale ci porta dei risultati, sennò lo faremo noi con una mozione - lo anticipo già - e vedremo qual è il risultato di quest'Aula.