Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3133 del 10 gennaio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3133/XVI - Interpellanza: "Eventuali azioni da mettere in atto per ovviare alle carenze riscontrate dalle statistiche nazionali relative all'attuazione da parte della Regione di alcuni obiettivi dell'Agenda ONU entro il 2030".

Bertin (Presidente) - Punto n. 32. Consigliere Sammaritani, a lei la parola.

Sammaritani (LEGA VDA) -. Si tratta di materie e di argomenti in particolare che sono già stati più volte trattati in questo Consiglio, ma, siccome ci sono degli aggiornamenti a queste statistiche e in particolare si fa riferimento all'alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile che ha pubblicato delle risultanze proprio a fine anno scorso a proposito dell'Agenda ONU 2030 che si proponeva degli obiettivi particolari in determinati settori, che non sono solo quelli di cui parliamo in quest'interpellanza ma sono anche altri, ad esempio il consumo del suolo, all'interno di questi obiettivi di sviluppo sostenibile la nostra attenzione è caduta proprio su due aspetti: innanzitutto quello del numero di laureati in giovane età, cioè nell'età in cui normalmente ci si deve laureare, quindi attorno ai 30 anni - e qui purtroppo abbiamo visto che la Regione Valle d'Aosta è una delle Regioni che, secondo queste statistiche, molto difficilmente raggiungeranno quest'obiettivo di arrivare almeno al 50% dei laureati, quindi di popolazione laureata in quella fascia di età - così come altro tema che è sempre stato abbastanza attenzionato anche da questo Consiglio è quello dei NEET (Not in Education, Employment or Training), cioè persone che non vanno a scuola, che non studiano e che non si formano professionalmente.

Anche qui purtroppo siamo a un livello molto scarso, scadente, perché siamo ai vertici delle statistiche, comunque non siamo probabilmente in grado di raggiungere questi obiettivi.

Alla luce di questi elementi che evidenziano un fallimento delle politiche fin qui attuate, interpelliamo il Governo regionale per sapere - immagino che il Governo abbia preso atto di queste risultanze statistiche - quali sono gli intendimenti del Governo e le azioni innovative che intende porre in essere per ovviare a queste carenze sopra riportate per riallinearsi, se possibile, agli obiettivi in materia.

Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.

Guichardaz J. (FP-PD) - Per quanto riguarda le risultanze delle statistiche citate, ci tengo a precisare che le stesse sono oggetto di monitoraggio da parte della struttura regionale della valutazione del sistema scolastico della Valle d'Aosta che annualmente a ottobre pubblica il memento statistico, mettendo a disposizione dati e informazioni su cui confrontarsi e discutere.

I dati, per lo più riferiti a diversi anni, presentano l'andamento dei fenomeni anche con riferimento alla realtà nazionale e dell'Italia settentrionale, macro-Regioni, Regioni e Province autonome.

Nello specifico - come si evince da quanto riportato nel memento 2023, pag. 10 fonte ISTAT, Noi Italia 2023 - il dato relativo ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, i cosiddetti NEET, è in calo rispetto a dieci anni fa.

A livello regionale la percentuale dei NEET che si attestava negli anni 13, 14 e 15 al 19%, risulta nel 2022 pari al 15,3%; per sottolineare il fatto che il dato valdostano dei giovani che non lavorano e non studiano è nettamente più basso di quello nazionale che è del 19%.

L'obiettivo è di avvicinarsi il più possibile al 9%, target previsto nell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell'ONU, cercando di contrastare le cause principali del fenomeno, ovvero la difficoltà di accesso al mondo del lavoro, la precarietà e la mancanza di opportunità, di formazione e di orientamento professionale.

Sempre per quanto attiene alla questione statistica, va comunque precisato che le rilevazioni ISTAT, anche quelle periodiche infrannuali, non possono fornire a livello regionale lo stesso ventaglio d'informazioni che vengono diffuse per il livello nazionale o circoscrizionale, in quanto il campione non garantisce una sufficiente tenuta statistica soprattutto nelle realtà più piccole come la nostra.

Per questo motivo già nel 2022 il Dipartimento politiche del lavoro e della formazione ha avviato, in collaborazione con l'UNI VDA, un'indagine metodologica per giungere a una quantificazione più puntuale del fenomeno dei NEET in tutte le sue sfumature.

L'obiettivo era quello di ottenere informazioni più precise provando a clusterizzare la corte per poi progettare iniziative ed azioni mirate per i sotto target.

L'esito dell'indagine metodologica è stato successivamente oggetto di sistematizzazione all'interno dei Data Warehouse regionali che ora fornisce in tempo reale il numero dei NEET residenti sul territorio.

Va tuttavia precisato che la condizione di NEET, per sua stessa natura è fluttuante, in quanto fotografa una situazione che può variare ovviamente in un lasso di tempo brevissimo.

La difficoltà è dunque quella di conoscere coloro che, tra i classificati NEET, vivono tale condizione come cronica e su quelli è importante intervenire, ma prima ancora intercettarli attraverso azioni sinergiche.

Allo stato attuale la quota di NEET regionali riportata dal Dipartimento politiche del lavoro e della formazione (che aggiorna costantemente i dati relativi all'occupazione, in particolare i giovani NEET) è in netta riduzione, ciò anche in considerazione probabilmente dell'incremento del lavoro stagionale riferito alla stagione invernale.

Passando invece al dato relativo all'Università, segnalo che gli immatricolati residenti in Valle d'Aosta sono, nell'ultimo quadriennio, oltre 600.

Nel 2022/2023 il tasso di passaggio dalla scuola all'Università è cresciuto, in particolare negli ultimi quattro anni si attesta ben al di sopra del 70%: dal 66,6 del 2018-2019 al 76,9 del 2022-2023.

Un ulteriore dato interessante è quello del numero di laureati che passa da 572 nel 2018 a ben 639 nel 2022.

Alla seconda domanda, tenuto conto della situazione statistica sopra riportata, che risulta in fase di netto miglioramento, si segnala la volontà da parte del Governo regionale di continuare a investire sui giovani, ponendo particolare attenzione all'attività di orientamento e di lotta alla dispersione scolastica in sinergia tra i vari Assessorati, l'Università e gli enti e associazioni del territorio.

In particolare, per quanto attiene all'incremento del numero di laureati di età 30-34 anni, l'Università della Valle d'Aosta ha introdotto, per il corso di studi di Scienze politiche delle relazioni internazionali, una nuova modalità di erogazione della didattica, al fine di ampliare lo spettro dei potenziali fruitori e delle potenziali fruitrici e di consentire ai lavoratori, alle lavoratrici o a chi avesse carichi di cura non compatibili con la frequenza tradizionale, di poter seguire lezioni a distanza in orario preserale, cioè dalle ore 18:00 alle ore 20:00.

L'azione è stata avviata nell'anno accademico 23-24 con carattere progressivo, coinvolgendo per l'anno accademico in corso il primo anno di Scienze politiche delle relazioni internazionali.

Dal prossimo anno accademico la misura sarà confermata sul primo anno ed estesa sul secondo, in vista di un'implementazione completa nell'anno accademico 25-26, che riguarderà l'intera Corte, quindi primo, secondo e terzo anno.

Per quanto riguarda poi il corso di studi in Scienze e tecniche psicologiche, si è deciso, a partire da quest'anno accademico, il 23-24, di affiancare i corsi tradizionali in orario mattutino-pomeridiano l'attivazione di 72 ore complessive di replica a distanza in orario preserale o serale; la misura sarà mantenuta anche per l'anno accademico 24-25.

L'Università della Valle d'Aosta ha deliberato di procedere con gli studi di fattibilità per l'avvio di nuovi percorsi di laurea triennali nelle classi, quindi Scienze delle comunicazioni L20 e Scienza dell'educazione L19, che si auspica possano intercettare anche l'interesse di coloro rimasti indifferenti all'attuale offerta formativa di UNI VDA, tra l'altro sono professionalità estremamente richieste oggi.

Nell'ambito del processo Nodes, Nord Ovest Digitale Sostenibile, finanziato con i fondi del PNRR, sono previste varie attività di formazione alle aziende, in particolare per la piccola e media imprenditoria, e corsi a catalogo sul sito Ecs-Nodes; sono molti e variegati e dall'elenco in continuo aggiornamento.

Alcuni corsi, offerti dalle sette Università che compongono il gruppo di ricercatori dell'intero progetto Nodes, sono totalmente gratuiti e alcuni anche offerti in modalità on-line, quindi espressamente pensati proprio per i NEET.

Questi corsi sono volti ad aumentare le competenze e le soft skill delle quali il mondo del lavoro ha urgente necessità e, di conseguenza, a favorire l'ingresso nel mondo del lavoro di quanti oggi sono esclusi.

Sempre per quanto attiene ai NEET, tenuto conto dell'ampia fascia d'età da considerare, quindi 15-29 anni - che è l'età tenuta in considerazione, che determina fabbisogni formativi e occupazionali specifici diversificati - sono stati previsti o sono in corso di realizzazione azioni articolate per sottogruppi di NEET, oltre a quelle rivolte a tutti i lavoratori in situazione di disoccupazione.

Il Dipartimento politiche del lavoro e della formazione ha attualmente impegnato, nella fase attuativa della co-progettazione con enti del terzo settore, azioni sperimentali destinate a giovani specificamente in situazioni NEET di età compresa tra i 16 e i 29 anni da realizzarsi nel 2024 e 2025, per una spesa complessiva pari a euro 122 mila.

Sono previsti percorsi di accompagnamento individuale per i giovani, sperimentazioni di gruppo e individuali in imprese, esperienze d'inserimento nel mondo del lavoro, con elementi innovativi nella definizione degli interventi e nelle metodologie educative calibrate sulle caratteristiche dei giovani da coinvolgere.

Inoltre il Centro Orientamento del Dipartimento ha definito nel corso dell'ultimo anno procedure innovative per intercettare e per coinvolgere i giovani in uscita precoce dalla scuola secondaria di secondo grado, per evitare situazioni di esclusione sociale e di mancata partecipazione al mondo della formazione e del lavoro.

In collaborazione con la Sovrintendenza sono state riviste modalità e strumenti di coordinamento tra scuole e Dipartimento per offrire alternative concrete agli studenti che hanno manifestato la decisione d'interrompere gli studi prima del raggiungimento del diploma conclusivo.

In questo modo il centro orientamento può intervenire in modo tempestivo sulle singole situazioni a orientare in maniera più mirata le politiche d'intervento.

Per il 2024, come indicato nel Piano attuativo regionale - che sarebbe noto come PAR VDA del programma GOL - sono previsti per i giovani NEET dei percorsi di orientamento e attivazione che hanno lo scopo di facilitare l'avvicinamento al mondo della professione e la transizione scuola-lavoro per coloro che presentano maggiori difficoltà.

Le attività svolte in piccolo gruppo si caratterizzano per la loro concretezza presso alcune aziende selezionate.

A fianco di quest'attività sono altresì previsti percorsi specificamente studiati per giovani adulti in situazioni di svantaggio, caratterizzati da un intenso tutoraggio per l'accompagnamento al lavoro e l'inserimento protetto in contesti lavorativi.

Proseguono infine le iniziative formative di upskilling per giovani, anche a valere su risorse del PNRR, attraverso gli avvisi di formazione del sistema duale, gli avvisi più tradizionali per l'acquisizione di competenze richieste dal mercato del lavoro con un'attenzione particolare all'accrescimento delle competenze digitali.

Presidente - Per la replica, consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Innanzitutto una premessa: io non sono né uno statistico né un attuario né una persona che s'intende di queste materie, però è vero ed è indubbio che la Valle d'Aosta è un soggetto a sé stante in quanto i numeri sono piccoli, molto piccoli, rispetto a quelli medi delle altre regioni, seppur piccole o comunque non enormi, quindi è evidente che anche su questo la statistica incide senza dubbio.

D'altra parte si potrebbe anche eccepire in modo magari non particolarmente tecnico, però di fatto si tratta di buon senso, che se operi sui numeri piccoli, probabilmente hai più facilità a cambiare le statistiche, perché se salvi dieci NEET, probabilmente già fai un salto di qualità rispetto a una regione in cui dieci persone non servono a nulla perché non fanno statistica.

Anche in statistica, che è materia scientifica, purtroppo o per fortuna, si possono fare le valutazioni che a volte sono contrastanti e contraddittorie.

Ma al di là di questo, tornando a noi, per quanto riguarda i laureati, anche io ho esaminato naturalmente i dati del nostro Osservatorio regionale, nella popolazione fra 25-64 anni purtroppo abbiamo una percentuale di persone che hanno solo il titolo di studio di scuola secondaria di primo grado, quindi per intenderci le medie, superiore alle altre regioni.

Siamo messi male sotto questo profilo, nel senso che se paragonati anche al resto del Nord Italia, siamo praticamente al 10% peggio (Tanto per far capire chiaramente a chi ci ascolta) dei migliori del Nord, quindi abbiamo un tasso di laureati nella grande fascia 25-34 anni purtroppo bassa, un livello scolastico basso.

Per il target dei laureati invece (quello dei 30-34 anni) si sarebbe dovuto raggiungere il 50% entro il 2030, siamo molto lontani dal raggiungere il risultato perché siamo attorno al 30,6%.

L'abbandono scolastico: purtroppo l'abbandono scolastico è un nostro tallone d'Achille, si sa già da parecchi anni; al Mezzogiorno abbiamo un 15,1%, al Centro l'8,2%, al Nord il 9,9%. La media italiana è 11,5%, noi siamo al 13,3%, quindi siamo sicuramente i peggiori del Nord. Senza voler offendere nessuno, siamo molto più vicini al Meridione che alle nostre zone limitrofe; addirittura per i maschi siamo al 17,9%, mentre per le femmine 8,5%, ci salvano un po' la media e quindi torniamo al 13%.

Qui, stranamente, dove siamo come al solito i peggiori del Nord, abbiamo Bolzano che è praticamente al nostro livello come livello di abbandono scolastico, però, se poi andiamo a vedere i NEET, noi abbiamo un 15,3%, contro una media italiana, come lei ha citato giustamente, del 19%, quindi qui siamo un po' meglio rispetto alla media, peccato che Bolzano, che ha un abbandono scolastico elevato come il nostro, abbia soltanto il 9,9% di NEET, quindi molto inferiore al nostro.

Evidentemente a Bolzano, per fare una lettura molto semplicistica, abbandonano di più la scuola ma lavorano anche di più o si formano o quanto meno faranno qualcosa di concreto perché, se non studiano, o si formano o stanno lavorando.

Concludendo, per far capire meglio a chi sta fuori: siamo i peggiori del Nord Italia come percentuale di laureati, i peggiori del Nord come abbandono scolastico, i peggiori del Nord come NEET.

Io direi che non sono risultati confortanti, evidentemente; o le politiche che abbiamo attuato non sono valide, o non stiamo mettendo in atto delle politiche di rimedio adeguate, quindi un pessimo segnale di un disagio sociale e un brutto presagio anche per il futuro, purtroppo.