Oggetto del Consiglio n. 3018 del 23 novembre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 3018/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno per la realizzazione di un sentiero ufficiale per la salita al Mont Avic".
Bertin (Presidente) - Punto n. 87. Per l'illustrazione, la parola al consigliere Brunod.
Brunod (RV) - Chiedo in anticipo scusa se sarò un po' lungo. Se la passate, la diamo per letta e passiamo subito all'impegnativa, altrimenti giustamente, vista l'importanza del tema...
Presidente - Consigliere proceda, non dia troppo peso, proceda.
Brunod (RV) - ...prendendo atto che sul sito Internet dell'Ente Parco Mont Avic, nella parte intitolata: "Attività, cosa puoi fare nel Parco" all'interno della sezione "Escursioni, il meglio degli itinerari, passeggiate ed escursioni a piedi da percorrere in famiglia, con amici e in solitaria " viene indicata e descritta la salita Chevrère/Mont Avic. La salita del Mont Avic è possibile lungo due itinerari, tutti e due con tratti di semplice arrampicata, quello descritto è il più semplice, l'itinerario non è segnalato in quanto presenta alcuni tratti un po' esposti, va effettuato con il consiglio di essere accompagnati da persone esperte e con buone condizioni della montagna. Difficoltà di questi due itinerari è EE sulla scala del CAI Escursionisti Esperti. Un dislivello di 1.700 metri, cinque ore indicative di salita. Lasciata l'auto nel parcheggio della Veulla, si segue l'itinerario che sale nel Fondovalle per una decina di minuti. Adesso salto la prima parte per arrivare dopo i ruderi, all'alpeggio Fie si prosegue seguendo i segnavia 7 sino a raggiungere la stessa quota di un pianoro invaso da pietraie ben evidente circa 150 metri a sinistra del sentiero, 2430 metri di quota. Lasciato il sentiero per il Col Varotta si attraversa il suddetto pianoro sino a imboccare un ripido canale roccioso, posto immediatamente a destra della parete est del Mont Avic; procedendo per grossi massi si raggiunge faticosamente la cresta di confine del Parco. Si prosegue verso sinistra sempre tra massi sino a raggiungere il ripido tratto terminale, parliamo di 90-100 metri di dislivello per arrivare dai 2.900-3.000 metri della vetta. L'ultima parte del percorso richiede alcune nozioni di arrampicata e va effettuata con cautela. La discesa si svolge sullo stesso itinerario di salita. Per ridurre al minimo il disturbo della fauna, al di sotto dei 2.400 metri di quota si raccomanda di non uscire dai sentieri segnalati e dall'itinerario sopra descritto e tenere i cani al guinzaglio.
Evidenziamo che negli ultimi anni sono sempre maggiori gli appassionati di montagna e delle varie attività outdoor che manifestano grande interesse nel voler scegliere come meta la salita del Mont Avic, montagna simbolo del Parco con i suoi 3.006 metri di altezza. Purtroppo, pur essendo consentita la salita, il fatto di non esservi un sentiero ufficiale ben segnalato, molti frequentatori che tentano di raggiungere la vetta, devono abbandonare quest'obiettivo, in quanto arrivati ad una certa quota, non riescono più a individuare il tracciato per arrivarvi e, di conseguenza, oltre alla delusione di non essere riusciti a completare l'itinerario, accade spesso che nel tentare di ritrovare il percorso si perdono, generando potenziali situazioni di pericolo per sé stessi, per gli altri e con il rischio di inoltrare anche richieste di soccorso.
Abbiamo riscontrato che nella homepage del sito istituzionale dell'ente, nella parte relativa alle norme di comportamento, vengono riportati i seguenti contenuti: "Non uscire mai da sentieri segnalati, segnali gialli e neri, allegato 13 del piano di gestione territoriale". Ciò consente di evitare un diffuso disturbo degli animali e il danneggiamento della vegetazione dovuto al calpestio; ci sono oltre 100 chilometri di sentieri segnalati e seguendoli puoi visitare tutto il parco senza il rischio di perderti. Per raggiungere la cima del Mont Avic, dal Mont (incomprensibile) e Bec Costazza, puoi uscire dai sentieri segnalati per seguire le vie normali a queste vette. Anche d'inverno segui i sentieri segnalati per non disturbare gli animali che lottano contro il gelo e la fame". Tenendo conto che nella parte introduttiva del piano di gestione territoriale, approvato con delibera di Giunta regionale 794, si apprende che: finalità del piano di gestione, il piano del parco, oltre a rispondere alle finalità specifiche a esso attribuite dalla legge regionale 10 agosto 2004, si propone, come strumento di raccordo tra le politiche di salvaguardia delle risorse naturali e le più ampie strategie di valorizzazione del territorio e dell'economia locale, promosse da altri enti e soggetti istituzionali e privati.
Il ruolo del Parco per lo sviluppo locale della Bassa Valle: il Parco intende contribuire in modo fattivo allo sviluppo del territorio dell'economia della Bassa Valle e dell'intera Valle d'Aosta mettendo a disposizione il suo potenziale di attrattività turistica e di capacità di attività didattiche e scientifiche nel quadro di piani e programmi che coinvolgono sia i Comuni della Valle centrale, sia le Valli di Champdepraz e di Champorcher. Nello specifico il Parco intende partecipare a tavoli di lavoro, progetti integrati, programmi di sviluppo dal settore agricolo a quello turistico, mettendo a disposizione in ciascuna iniziativa i propri mezzi, le proprie risorse, le proprie competenze, sempre nel rispetto delle finalità istituzionali e senza un aggravio dei costi complessivi di gestione.
Le reti di relazioni con altre istituzioni: in particolare l'ente intende promuovere la cooperazione interistituzionale a livello della Regione Autonoma Valle d'Aosta, finalizzata all'attuazione di strategie che possano accrescere la performance e la competitività dell'intero sistema Regione. Rileviamo che nella parte relativa alla gestione delle attività antropiche si apprende: modalità di accesso e compatibilità del disturbo antropico, modalità pedestre con animali da sella e con biciclette. Nel territorio del Parco la mobilità pedestre è consentita sull'intera rete sentieristica, visualizzata con segnaletica orizzontale e verticale conforme alle vigenti norme regionali. La selezione dei sentieri è realizzata in modo da non compromettere i siti di maggior pregio naturalistico. Al fine di rendere compatibile, con la tutela dell'ambiente, la presenza di un consistente flusso di visitatori, è vietato uscire dalla rete sentieristica e delle altre aree sopra menzionate, fatte salve le seguenti eccezioni: nel caso in cui la copertura nevosa celi in tutto o in parte la segnaletica orizzontale, l'accesso e la pratica dello sci sono consentiti lungo i corridoi individuati nell'allegato cartografico 25 praticabile a rischio e pericolo degli utenti. I visitatori possono raggiungere, a loro rischio e pericolo, la vetta del Mont Avic seguendo le vie con difficoltà alpinistiche riportate nell'allegato 26 prive di segnaletica ufficiale. Gli scalatori possono altresì utilizzare a loro rischio e pericolo le vie di arrampicata attrezzate che è possibile realizzare nel sito cartografate nell'allegato 30. La pratica di specifiche attività sportive, l'effettuazione di visite guidate, possono essere effettuate anche al di fuori della rete sentieristica di cui all'allegato 13, seguendo le prescrizioni precisate al paragrafo "Didattica, escursionismo, sport e altre attività di tempo libero". Rimarchiamo che nel paragrafo "Manufatti, strutture e infrastrutture" sono riportati i seguenti contenuti: strade, sentieri, impianti a rotaia e a fune.
All'interno del Parco non sono ammesse né la realizzazione di strade o piste oltre a quelle esistenti elencate al paragrafo, accessibilità veicolare, trasporti su rotaia o a fune nell'apertura di sentieri, oltre a quelli ufficialmente segnalati inclusi nell'allegato 13 o la loro trasformazione funzionale all'uso di mezzi meccanici. L'Ente Parco può derogare a tali limitazioni nel caso in cui risulti necessario effettuare interventi con trascurabile impatto ambientale e funzionali a una migliore fruizione dell'area protetta.
Segnaletica e gestione dei flussi: è vietato collocare cartelli o realizzare segnalazioni permanenti sia orizzontali, sia verticali, fa eccezione la segnaletica predisposta dall'Ente Parco, dall'Amministrazione regionale e dai Comuni di Champdepraz e Champorcher in accordo con le vigenti normative, finalizzate ad attrezzare le strade e la rete sentieristica o a fornire informazioni di pubblica utilità.
Tenendo conto che, per quanto riguarda la parte infrastrutture per la fruizione dell'area protetta, nuove infrastrutture destinate al rafforzamento della fruizione dell'area protetta potranno essere realizzate dall'Amministrazione regionale o dall'Ente Parco Mont Avic. L'iter progettuale approvativo di tali opere dovrà comprendere la redazione preliminare di uno studio di fattibilità che analizzi in modo approfondito la sostenibilità economica, energetica, ambientale e inoltre la compatibilità con il sistema territoriale dei Comuni di Champdepraz e di Champorcher e ne verifichi la coerenza con gli strumenti di programmazione territoriale, urbanistica, a livello regionale e comunale.
Rifugi alpini, punti tappa e bivacchi: il Parco Mont Avic intende promuovere un'azione anche con l'eventuale concorso di altri enti, volta alla sempre maggiore qualificazione del sistema di ricettività all'interno dell'area protetta. Il Parco intende promuovere la qualificazione in termini di servizio offerto e l'eventuale certificazione delle strutture presenti e future affiancando proprietari e gestori in un percorso d'innovazione.
Evidenziamo quanto riportato nel DEFR 2024-2026 nella sezione Assessorato agricoltura e risorse naturali; come già segnalato, per il triennio 2024-2026 l'Assessorato continuerà a favorire la promozione e la manutenzione della rete escursionistica regionale nell'ottica dell'implementazione della sua fruibilità. Inoltre rimarchiamo quanto riportato nel DEFR 2024-2026 nella sezione Assessorato del turismo, sport e commercio dove, relativamente alla strategia da adottare per affrontare la destagionalizzazione, occorre proseguire con le azioni guidate dalla visione che mette al centro dello sviluppo turistico regionale e della comunicazione della destinazione Valle d'Aosta la sua autenticità. Il perseguimento di questa direttrice si attua, tra le altre cose, con la differenziazione dell'offerta, assegnando un'importanza prioritaria allo sviluppo e alla promozione delle componenti che afferiscono alla categoria del turismo lento, del turismo culturale in senso ampio e del turismo enogastronomico. Un rilievo significativo dovrà anche essere attribuito al wellness e a proposte tipiche delle stagioni di spalla, come gli itinerari per l'osservazione dei colori autunnali. Occorre anche indirizzarsi verso una diversificazione delle destinazioni a tutto vantaggio di una maggiore sostenibilità e resilienza del sistema turistico regionale nel suo complesso.
Riteniamo che la realizzazione ufficiale del percorso di salita al Mont Avic da entrambi i versanti consentiti, come è previsto dal piano di gestione territoriale, diventerebbe sicuramente una potenziale integrazione dell'attuale offerta turistica che andrebbe a vantaggio di tutti i Comuni facenti parte dell'area protetta, quindi anche l'ultimo Comune che è rientrato nella perimetrazione del Parco, quindi anche per il Comune di Fenis consentirebbe una nuova offerta e maggiore sinergia delle attività ricettive situate nell'area protetta e nei suoi pressi. Consideriamo che una di queste attività ricettive è proprio su una struttura di proprietà dell'Ente Parco, quindi dell'Amministrazione regionale, oltre alle altre strutture private che si trovano nell'area protetta. Inoltre il poter disporre di un percorso ben segnalato e ufficiale offrirebbe maggiori condizioni di sicurezza per i frequentatori, diminuirebbe sicuramente anche il disturbo della fauna selvatica presente e il danneggiamento della vegetazione all'interno dell'area naturalistica, così come ben rimarcato in diversi punti del piano di gestione territoriale.
Dopo queste lunghe premesse, il Consiglio regionale impegna gli Assessori competenti - perché in questo caso sicuramente vi è l'Assessorato dell'agricoltura, quello all'ambiente e anche quello al turismo - a portare avanti, in collaborazione con il Comune di Champdepraz e l'Ente Parco Mont Avic, tutte le necessarie azioni affinché vengano individuati e programmati, nel corso dell'anno 2024, i lavori per rendere la salita al Mont Avic da entrambi i versanti consentiti e un sentiero ufficiale come è previsto dalla relativa normativa regionale.
Presidente - Dopo quest'ampia e dettagliata presentazione, apriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta. Chi vuole intervenire? La discussione generale è chiusa. Per il Governo replica l'assessore Carrel.
Carrel (PA) - Grazie collega Brunod per la presentazione, ma sicuramente il tema che stiamo trattando è un tema importante e cercherò di spiegarle perché quello che propone, seppur condivisibile dal punto di vista della valorizzazione di quest'importante sentiero e di questa importante vetta che rappresenta ed è il simbolo di un Parco naturale, per noi non è accoglibile in questo momento. Innanzitutto credo che si debba partire dalla necessità di convivenza all'interno di un Parco, quindi bisogna andare a citare l'articolo 29 del piano di gestione del Parco, il quale riporta un approccio che non è assolutamente di divieto ma è estremamente prudente rispetto ai nuovi sentieri, facendo riferimento... e questo lo dico grazie alla collaborazione anche con la dottoressa Tutino del Dipartimento ambiente, la quale mi ha sottolineato che vi sono comunque 100 chilometri di sentieri all'interno del Parco che sono utili a raggiungere tutte le più importanti zone d'interesse dell'area protetta.
Dal punto di vista invece del Dipartimento risorse naturali, le segnalo che questa salita si configura come una salita alpinistica, come tante altre ne abbiamo in Valle d'Aosta, ed è praticamente impensabile poter effettuare i lavori che lei sta proponendo per il Mont Avic per tutte queste vette, perché capisce bene che sarebbe necessario un importante drenaggio sia di denaro ma soprattutto anche di risorse naturali. Ci tengo a sottolineare che vi sono anche delle valutazioni tecniche e geologiche fondamentali che bisognerebbe andare a fare su quel tratto di sentiero che è molto impervio e molto difficile da gestire. È una salita alpinistica e deve rimanere tale; ovviamente andando a creare un sentiero, andremmo a creare anche delle aspettative a delle persone che magari non hanno le capacità tecniche per affrontare questa via e potremmo creare dei problemi. Capisco bene che lei, in quanto atleta, sicuramente non ha di questi problemi ma potremmo crearne ad altri e questo credo che non sia l'obiettivo né suo che ha proposto giustamente quest'iniziativa, né di nessun altro.
Proprio per la difficoltà tecnica di andare a chiudere quel percorso che lei ci ha richiesto, e quindi di approfondimenti anche geologici necessari per delle risorse che richiederebbero tutto questo percorso molto importante di cui oggi non abbiamo contezza e non possiamo prenderci quest'impegno, ma soprattutto per lanciare anche un segnale che non tutte le vette possono essere raggiungibili con un sentiero, ma vi sono dei sentieri alpinistici, e abbiamo dei professionisti della montagna che possono accompagnarci lungo queste vette.
Crediamo che sia opportuno richiedere a lei di valutare di ritirare quest'iniziativa oppure, come maggioranza, ci asterremo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Brunod, ne ha facoltà.
Brunod (RV) - Sono molto dispiaciuto della risposta dell'Assessore in quanto, senza dare nessuna colpa a lui, diciamo che chi le ha fornito questa risposta o non ha ben presente di come è fatto quel territorio lì, o non c'è proprio la volontà di impegnarsi per raggiungere il risultato proposto attraverso questa mozione, perché se viene indicato come una salita alpinistica andare al Mont Avic, forse ci si sbaglia un po', e soprattutto mi piace riprendere non una cosa che dico io ma nell'itinerario che, come ho letto bene nelle premesse, si parla di difficoltà EE (Escursionisti Esperti). Quando si parla di alpinismo, c'è la A sulla scaletta, questo non lo dico io ma c'è scritto sulle cose regolamentari, quindi non mescoliamo le cose e non facciamo passare delle cose per una difficoltà che poi invece è un'altra.
Se vogliamo dire che l'ultimo tratto è un po' più difficoltoso di quello precedente, perfetto, ci sta e infatti nella mia impegnativa io non ho specificato né la lunghezza del tratto da effettuare, né le sue modalità d'intervento da un punto di vista tecnico, che ovviamente sono modalità da concordare con il Comune, con l'Ente e con la Regione in base alle caratteristiche perché, come ho detto bene prima, qua stiamo parlando di andare a fare un intervento che non è sicuramente uno spreco di denaro come è stato detto, anzi, dispiace aver sentito queste parole, ma realizzare una parte di sentiero senza nessun'opera che va a devastare l'ambiente ma semplicemente introducendo una palina segnaletica e le frecce come sono messe nella sentieristica regionale, per arrivare dal punto dove c'è quella grande criticità a 2.400 metri di quota, quindi siamo presenti a bordo di un sentiero su una parte dove c'è alcuna difficoltà, per arrivare, come ho detto, almeno all'attacco della base dell'ultimo punto, ai 2900 metri, stiamo parlando quindi di 550 metri di dislivello da una parte e altri 300 metri di dislivello dall'altra parte. Questo è quanto. Io credo che probabilmente non ci sia la volontà politica di andare a cercare di realizzare l'impegno di questa mozione, che non è un dispetto a me, perché come lei ha ben detto, io lo conosco quel sentiero, non ho problemi, però quando parliamo di valorizzare questi territori, in modo particolare parliamo sovente di Parco del Mont Avic per tutte le sue peculiarità, in modo particolare viene evidenziata la parte ambientale, la parte di tutela, però abbiamo sempre detto che accanto a questo ci va anche la parte di promozione e di valorizzazione.
Come lei ha detto, qualcuno le ha suggerito che dall'articolo 29, mi pare, sia vietata la realizzazione di questo sentiero; qua invece si parla bene al punto 1: "Realizzazione di strade e sentieri salvo deroghe rilasciate dall'ente per interventi trascurabili d'impatto ambientale", quindi credo che una palina nel punto critico e le frecce che ti portano fino all'attacco, con un'indicazione specifica di quello che è quest'itinerario, quindi EE, fino a dove è un sentiero. Poi è anche giusto citare alcuni sentieri che ci sono sul geonavigatore della Regione Valle d'Aosta come andare al rifugio Quintino Sella è segnato sul portale della sentieristica regionale con EEA e c'è, tra il rifugio Mezzalama e il rifugio Guide Val d'Ayas, stessa cosa, EEA ed è indicato, salita al Bivacco di Gervasutti idem, salita al rifugio Monzino la stessa cosa, il tratto della Platta de Grevon verso Punta Valletta, tutta la cresta, non ci sono rifugi, quindi lei potrebbe dirmi: "Lì ci sono i rifugi" e allora è giustificato, c'è anche qui un itinerario EEA.
Da Arnad per salire al Santuario di Machaby che viene usato in salita e in discesa anche dagli alpinisti c'è anche qui un tratto di EEA. Stiamo parlando di un sentiero che sul sito istituzionale dell'Ente Parco è definito con EE, quindi escursionisti esperti, e ci dispiace constatare che non ci sia una possibile apertura. Ci sono potenzialmente alcune criticità e nessuno lo mette in dubbio, però che tra tutti gli Assessorati coinvolti, come ho detto io, ci fosse un attimo una riflessione di dire: "Aspetta un attimo, ne parliamo bene", per vedere almeno d'arrivare fino all'attacco con la realizzazione di un semplice sentiero come è fatto dappertutto.
L'anno scorso ho fatto la competizione al Monte Emilius e nell'ultima parte non credo che sia una strada come in mezzo in Piazza Chanoux, stiamo parlando del Monte Emilius a 3.500 metri.
Quello che noi chiediamo è che ci sia da parte vostra una riflessione in merito a quest'impegnativa, anche rivedendola. Come ho detto, le tempistiche sono troppo brevi? Modifichiamole, ma che ci sia l'impegno di voler prendersi a carico un aspetto che riguarda sentieristica, ambiente e turismo in senso concreto.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, metto in votazione... la parola all'assessore Carrel per dichiarazione di voto.
Carrel (PA) - Solo per una brevissima delucidazione e specifico: non ho mai detto che è stato uno spreco di denaro o sarebbe uno spreco di denaro. Ho detto però che, a fronte delle risorse che abbiamo e dei progetti che abbiamo già in cantiere, questi ovviamente non rientrano, quindi in questo momento, non sapendo quante risorse questo richiederebbe, è inutile prendersi delle responsabilità e dire sì a un progetto a cui non sappiamo se possiamo far fronte.
Presidente - Consigliere Brunod, a lei la parola.
Brunod (RV) - Un brevissimo intervento; probabilmente non ha detto in quel modo lì, ha detto delle parole diverse, ma che in sostanza volevano dire quello, ma quello non importa, perché ci può stare. Quello che dispiace un po' è che questo è un intervento come vengono fatti tanti interventi nel piano lavori che voi programmate, è solo quello che ci dispiace, perché vuol dire che non c'è l'attenzione.
Quello che lei ha detto prima dei 100 chilometri di sentieri, okay, ci sono, però forse lei non lo so se lo sa, ma per tanti sentieri che per anni sono stati presenti in quella zona lì adesso dall'Ente Parco è stato messo il divieto d'accesso e quindi diciamo che si sta un po' andando indietro con questa visione di chiudere i sentieri, non impegnarsi per realizzare qualcosa che potrebbe valorizzare maggiormente il sistema turistico, ma non do delle colpe a lei, semplicemente faccio delle riflessioni che ci sia almeno la disponibilità e l'impegno di voler affrontare certi temi, perché ovviamente, anche nelle cose più difficili, quando c'è l'attenzione, si può ottenere il risultato. Vuole essere una critica costruttiva non solo rivolta a lei, ma anche agli altri Assessori competenti, anzi, mi dispiace anche un po' sapere che tra di voi in maggioranza c'è anche qualcuno che a Champdepraz è molto legato, il consigliere Cretier arriva da lì e sa bene di quello che sto parlando e ci sarebbe piaciuto che comunque avesse anche lui posto attenzione a questo tema.
Aggiungo ancora una cosa, che probabilmente non avete avuto modo di discutere meglio in maggioranza su questo tema, perché l'assessore Sapinet che ha preceduto lei in quell'Assessorato lì era ben a conoscenza della necessità dell'Amministrazione comunale in merito a questo tema.
Presidente - La parola al consigliere Cretier per dichiarazione di voto.
Cretier (FP-PD) - Non volevo intervenire ma ringrazio il collega Brunod che mi ha dato l'occasione.
Sulla base delle mie conoscenze e lecitamente in fase di discussione, cosa che si può fare sulle interpellanze perché lei spesso mi cita, noi lo sappiamo ma chi è fuori non lo sa, invece in una mozione posso esprimermi sulla questione. I tempi di percorrenza sono notoriamente piuttosto lunghi, come lei sa benissimo, a partire dal piazzale di Chevrère, per una persona normale non allenata ci vogliono 4 ore, per quelli un po' più allenati 2 e mezzo e lei sicuramente ce ne metterà meno, quindi le do merito e atto anche per la sua attività. A volte viene segnalato il rinvio della salita finale, in particolare per la scarsa preparazione e affaticamento, questo l'ho letto sui siti, e questo induce a volte all'abbandono della scalata, altre volte per il cambio repentino delle condizioni meteo. La zona inoltre ha caratteristiche di percorribilità spesso modificate per eventi meteorologici anche a causa di scariche elettriche e, come riportato dal sito Gulliver che penso conosciate tutti, cito testualmente: "Temporale improvviso e violento e con piccozza e ramponi nello zaino a fare da parafulmine". Questo è un rischio grosso per chi arriva lì affaticato e con tempi lunghi di percorrenza, quindi sostengo il fatto che quel sentiero lì deve essere segnalato ma non è praticabile da tutti. Penso che la sua sia una lodevole iniziativa per l'attenzione al territorio che abbiamo sicuramente tutti, ma non ci sono le condizioni come ha descritto bene l'Assessore. Porti pazienza, questo è il mio pensiero e, visto che mi ha citato, la ringrazio.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ho ascoltato con interesse l'esposizione del consigliere Brunod, che sicuramente conosce molto bene quella zona e ha delle competenze direi non soltanto perché è un atleta, ma anche perché ha seguito tutta la questione, partecipando anche al Consiglio d'amministrazione del Parco.
Noi su questa mozione ci asterremo per una questione soltanto: per l'impegno specifico. Lei ha parlato di "Individuare tutte le necessarie azioni per individuare gli interventi nel corso dell'anno 2024 e i lavori per rendere la salita al Mont Avic un sentiero ufficiale". Noi crediamo che, da un punto di vista della tempistica, non ci si stia in questo momento, perché crediamo che la questione sia abbastanza complessa, da quello che so io, possono esserci anche dei problemi per il tipo di percorso del sentiero.
Credo che, come lei auspicava, sarebbe stato opportuno un emendamento su questa mozione. Non essendoci la disponibilità di emendare, con quest'impegno noi ci asteniamo: per esempio, io credo che sarebbe stato utile inserire un comma nell'impegnativa che chiedeva di avere un'interlocuzione con il Presidente e con il Direttore soprattutto del Parco che hanno contezza della situazione, oltre che con le Amministrazioni. Così mi spiace ma ci asteniamo.
Presidente - Non vedo altri interventi, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 20 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.