Oggetto del Consiglio n. 3005 del 23 novembre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 3005/XVI - Interpellanza: "Lettera aperta sul futuro del Vallone di Cime Bianche".
Bertin (Presidente) - Punto n. 74. Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Il 29 ottobre scorso sulle pagine regionali del quotidiano "La Stampa" è comparsa la lettera aperta sul futuro del Vallone delle Cime Bianche che l'ex Deputato e assessore regionale Roberto Nicco - ho guardato se mi era stato messo qualche omissis ma ho visto di no - ha inviato al presidente della Regione Testolin, al vicepresidente Bertschy e agli assessori Grosjacques e Sapinet. L'ex Deputato e Assessore nella sua lunga missiva, dopo una premessa generale sul sistema degli impianti a fune nella nostra Regione sulla rete delle aree protette, descrive il rilevante pregio ambientale e paesaggistico del Vallone di Cime Bianche e sottolinea la necessità della sua salvaguardia. Ricorda poi che già in passato, a metà degli anni Ottanta - ne abbiamo parlato anche ieri - cito quello che scrive: "La Valle d'Aosta è stata sfregiata dalla costruzione del Superphénix, con i suoi tralicci alti tra i 40 e i 75 metri con braccia di 20, ha devastato alcuni tra i siti ambientali di maggior pregio della Valle d'Aosta..." e li cita. "Allora non abbiamo saputo o voluto impedirlo e vani sono stati i tentativi di porvi rimedio". Poi l'onorevole Nicco scrive: "Oggi tutto dipende da noi, la responsabilità è interamente nostra. Tra l'altro, cosa potrebbe aggiungere all'offerta turistica della Valle d'Aosta il progettato collegamento tra Cervinia ed Ayas attraverso il Vallone delle Cime Bianche? Forse l'inserimento nel Guinness dei Primati come il Luna-park più esteso al mondo; è questo che serve alla Valle d'Aosta? Impossibile immaginare che il Vallone delle Cime Bianche possa essere deturpato dai piloni di un impianto funiviario e dalle connesse infrastrutture". La lettera continua poi con un'ulteriore osservazione: "Vi è, a mio parere, una questione di principio da cui non possiamo sfuggire. Il territorio non ci appartiene, ne siamo gli amministratori pro-tempore, abbiamo il dovere morale di trasmetterne alle generazioni future almeno alcune parti senza ulteriori ferite irreversibili e il Vallone delle Cime Bianche è tra queste". Da queste considerazioni discende poi l'invito ai quattro Amministratori regionali destinatari della lettera a non lasciare che nei libri di storia il Governo regionale, di cui fanno parte, sia associato a una scelta così devastante. Ecco, si tratta di una presa di posizione che, come ho detto, ha assunto carattere e rilevanza pubblici: è una lettera aperta, quindi richiede una risposta pubblica ed è il motivo per cui chiediamo al Presidente del Governo regionale se è stata data risposta alla lettera e all'appello dell'ex Deputato e assessore Roberto Nicco, in che data e quali sono i contenuti di questa risposta. Inoltre che cosa si intende fare per recepire le preoccupazioni espresse nella lettera riguardo al futuro del Vallone delle Cime Bianche.
Presidente - Risponde il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - La lettera dell'onorevole Roberto Nicco, peraltro trasmessaci in maniera strettamente riservata, non fa chiaramente parte delle ordinarie dinamiche consistenti in domande e risposte alle quali è necessario rendere conto nell'ambito dell'esercizio dell'attività amministrativa e non può dunque essere riconducibile, in maniera peraltro riduttiva, a un botta e risposta. Al contrario tale nota, molto ben scritta e dai toni pacati e, per certi versi, costruttivi, è parte di una più ampia interlocuzione nell'ambito della quale Roberto Nicco esplicita le proprie riflessioni legittime, come legittimo è ogni punto di vista riguardante la questione, a patto che sia sincero e non preconfezionato, in merito ad argomenti che necessitano sicuramente di una grande attenzione. Si tratta di temi, quelli evocati nella lettera, molto complessi, che vanno valutati alla luce di più punti di vista, tra i quali senza ombra di dubbio annoverato quello dell'onorevole Nicco, così come quelli che la pensano in maniera diversa dalla sua. Affrontando tali temi talvolta si rischia però di cadere in scelte di principio, quando invece è più opportuno affrontare la tematica in senso più pragmatico e realistico, cercando di adattarla alle reali esigenze del territorio e delle comunità che lo popolano. In ogni caso è obbligatorio evidenziare come le istanze, o come dice la Consigliera interpellante le preoccupazioni sollevate dalla nota, sono già state seriamente prese in considerazione e le analisi su che cosa fare contemplano senza ombra di dubbio le indispensabili e imprescindibili valutazioni di carattere ambientale, a valle delle quali si potrà verificare il determinarsi di una contemperanza fra la tutela del territorio e le altrettanto legittime istanze di sviluppo socio-economico rappresentate dalla comunità di riferimento che nello stesso vivono e che ne rappresentano il presidio e la sostenibilità.
Presidente - La parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - È molto curiosa questa sua risposta, lei dice: "La lettera è stata trasmessa in materia riservata e non è tra quelle che richiedono un botta e risposta", ma io ho qui l'articolo de "La Stampa", che ha un titolo: "Il territorio non è nostro, imparate da errori passati", i titoli li fanno le redazioni e poi c'è scritto: "Lettera aperta di Roberto Nicco a Testolin, Bertschy, Sapinet, Grosjacques, lasciate stare Cime Bianche, ricordatevi dell'elettrodotto Superphénix". Io prendo atto che voi avete ricevuto una lettera in forma riservata, noi l'abbiamo vista dai giornali, non è che qualcuno ci ha fatto avere questa lettera, è classificata come una lettera aperta... andiamo avanti... Quello che però rilevo è che non si dà una risposta, però questa è una lettera aperta e di solito, quando c'è una lettera aperta, si presume che ci sia anche una risposta pubblica. Non posso fare a meno di chiedermi se ci sia da parte vostra più imbarazzo o più arroganza nel non rispondere alle domande e alle sollecitazioni dell'onorevole Nicco, come di altre poi che c'erano state da parte di altri soggetti. Non credo che l'onorevole Nicco possa essere annoverato tra quelli che à tour de rôle vengono descritti come degli estremisti ambientalisti, come dei terroristi ecologisti, non so se l'onorevole Nicco è iscritto al CAI, allora questo sì forse potrebbe collocarlo in cattiva luce. Certo, lei ha rilevato il carattere pacato e la bella forma di questa lettera, non siete arrivati a lanciargli accuse di strumentalizzare la situazione e meno male, sicuramente credo che l'onorevole Nicco sia un autonomista, una persona legata alla sua terra, che non ha aderito a pericolosi movimenti ambientalisti o ad associazioni politiche che hanno questa matrice. Io rilevo comunque che è curioso che non venga data una risposta pubblica e mi sembra anche una cosa scortese. Di certo il silenzio che c'è stato di fronte a questa lettera aperta pubblicata sul giornale è un silenzio eloquente e sintomatico dell'atteggiamento che avete dimostrato più e più volte nei confronti di tutti coloro che si oppongono a questo ipotizzato devastante intervento, che sicuramente, se realizzato, potrebbe portare, come ha ben evidenziato anche l'onorevole Nicco, alla perdita di un patrimonio di inestimabile valore. Infine lei dice: "Le preoccupazioni sono state seriamente prese in considerazione", bene, vedremo che cosa discenderà da questa seria presa in carico delle preoccupazioni, intanto noi abbiamo visto soltanto una pagina del DEFR che va in una direzione ben precisa.