Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2850 del 12 ottobre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2850/XVI - Interpellanza: "Azioni volte a garantire un adeguato servizio sanitario a tutti i cittadini valdostani".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 49 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Come l'Assessore ricorderà, ci eravamo trovati in quest'aula per discutere della maglia nera che era stata assegnata alla Valle d'Aosta rispetto ai dati della nostra sanità regionale. Questo era quello che era emerso da alcuni dati e da uno studio che era stato poi reso noto proprio dal Ministero della salute e, come abbiamo visto dispiacendoci di quanto accadeva, la maglia nera alla Valle d'Aosta sui LEA è stata nuovamente assegnata dalla Fondazione Gimbe, che ha redatto una propria relazione sullo stato di salute delle sanità regionali. Nel dettaglio Gimbe ha analizzato le differenze tra gli adempimenti 2020 e quelli del 2021 al fine di valutare la graduale ripresa dell'erogazione dei LEA dopo lo scoppio della pandemia, misurando i punteggi totali delle Regioni e le performance nazionali su tre macrolivelli assistenziali. Qui si può scorgere che dal 2020 la griglia dei LEA è stata sostituita da 22 indicatori CORE, nuovo sistema di garanzia, suddivisi in queste tre aree: la prevenzione collettiva e sanità pubblica, l'assistenza distrettuale e l'assistenza ospedaliera. In ogni area, rispetto allo studio che è stato reso noto, le Regioni potevano tenere un punteggio compreso fra 0 e 100 e venivano considerate adempienti se raggiungevano meno 60 punti in tutte e tre le aree. Al contrario, se il punteggio era inferiore anche a una sola area, la Regione risultava dai dati inadempiente. Ne emerge da quella che è stata l'analisi generale dello studio dei dati che, fatta eccezione per la Sardegna e la Valle d'Aosta, che nel 2021 hanno peggiorato le proprie performance, in tutte le altre regioni dopo lo stress test del 2020, i punteggi LEA sono aumentati seppure in maniera differente, questo è quello che si può leggere, è uno stralcio del report che abbiamo potuto leggere. Questo sempre per inquadrare la valutazione in generale rispetto a tutte le Regioni, anche per effettivamente verificare se vi siano poi dei cambiamenti, dei punteggi assegnati. Rispetto al 2020, le Regioni adempienti nel 2021 salgono da undici a quattordici, ovvero l'Abruzzo, la Basilicata, l'Emilia Romagna, il Friuli, il Lazio, la Liguria, la Lombardia, le Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto. Dal 2020 al 2021 le Regioni diventate adempienti sui LEA sono Abruzzo, Basilicata e Liguria. Rimangono inadempienti sette Regioni: Campania, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area: la Sardegna con un punteggio insufficiente in due aree e la Calabria e la Valle d'Aosta insufficienti in tutte e tre le aree. Nel dettaglio, per il 2021, la nostra Regione fa assegnare 45,31 punti nell'area della prevenzione, questo è il dato più basso purtroppo che c'è tra tutte le Regioni, il 49,31 dietro alla sola Calabria, che ha totalizzato un punteggio di 48,51 in quella dell'assistenza distrettuale e 52,59 in quella ospedaliera, davanti al Molise, con 48,55 punti. Su un massimo possibile di 300 punti, quindi sommando tutte le aree che erano considerate, la Valle d'Aosta si classifica all'ultimo posto con 147,2 punti, inadempiente quindi secondo il nuovo sistema di garanzia ministeriale. Il peggioramento, stando alle elaborazioni di Gimbe, tra il 2021 e il 2020 è di 43,1 punti in meno, il dato peggiore fra tutte le Regioni. Questa pagella peraltro evidenzia anche una cosa molto importante, cioè che c'è un importante gap fra la sanità del Nord e la sanità che sta al Sud, mentre in fondo alla classifica si trovano tutte le Regioni del Sud e poi c'è la Valle d'Aosta che è in fondo a tutto ed è l'unica Regione del nord.

Sappiamo, da quello che è stato resto noto dagli organi d'informazione che lei ha chiesto un incontro, Assessore, ovviamente mi rivolgo a lei, con il Ministro della salute Schillaci che era finalizzato, questo è quello che ha dichiarato, "Oltre a illustrare le necessità della sanità valdostana, ad allineare il sistema di monitoraggio dei LEA con la nostra realtà così particolare e specifica". Inoltre ha evidenziato una diminuzione dei tempi di attesa quando l'hanno intervistata nel merito di queste valutazioni: "Un miglioramento dei dati sulle tempistiche di presa in carico, permanenza ai boarding in Pronto Soccorso".

Noi abbiamo preso atto dei dati, lei, Assessore, ha difeso sempre il settore che le è stato assegnato dicendo che tutte queste valutazioni non tengono conto di una serie di fattori. Quello che trovo incompatibile con questa valutazione è che, per esempio, è vero che siamo la Regione più piccola d'Italia ma non siamo tanto dissimili, ad esempio, dal Molise, nel senso che abbiamo un numero di abitanti che è di poco inferiore rispetto al Molise. Ci sono Regioni che sono montane, quindi non differiamo da Regioni che sono altrettanto montane come le Province Autonome di Trento e di Bolzano. Ci sono Regioni che sono a Statuto speciale, altre che sono a Statuto ordinario, ci sono Regioni che hanno caratteristiche che possono essere simili alla nostra per popolazione, per conformazione geografica, per tipologia di gestione della sanità. In tutto questo non ci può essere una giustificazione che dice: "Va beh, ma è colpa dei dati e i dati purtroppo ci collocano lì", perché i dati vengono presi male o letti male, lei lo ha detto. Lei ha detto che c'è stata una diminuzione dei tempi di attesa, un miglioramento dei dati sulle tempistiche.

Io vorrei tanto crederci, Assessore, però devo dirle che c'è chi passa delle ore nella sala d'attesa del Pronto Soccorso. Penso che lei lo sappia, credo che lei abbia segnalazioni quotidiane, noi tutti le abbiamo. C'è chi si sente dire addirittura che gli esami non possono essere programmati perché non c'è posto, perché le liste di attesa non sono neanche aperte perché ormai sono piene e quindi si vedrà tra un anno. Di fronte a tutte queste cose, non si può parlare solo di una percezione, è evidente che ci sia qualcosa. Io spero che lo smentiscano ma mi dicono che, per esempio, adesso c'è una persona che ha dei problemi polmonari e che è ricoverata, che è stata trovata positiva e le si dice: "Va beh, adesso sei ricoverato e se sei anche positivo, puoi andare a casa". Io spero che questo non corrisponda a verità, nel caso si approfondiranno le motivazioni. A fronte di questo, con quest'interpellanza riteniamo che sia importante andare a capire qual è stato il dialogo e quali sono le motivazioni di quanto avvenuto, di quanto lei ha esposto sugli organi d'informazione e quali siano le azioni intraprese, visto l'annunciato dialogo con il Ministro della salute, per garantire un servizio adeguato a tutti i cittadini valdostani.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Avrò l'opportunità d'incontrare il Ministro alla salute il prossimo mese di novembre 2023: considerata la rilevanza dell'argomento, già lo scorso 28 giugno ho scritto infatti al Ministro della salute chiedendo un incontro finalizzato a rappresentare le peculiarità e le criticità che caratterizzano il nostro territorio, sul quale in alcuni casi gli indicatori standardizzati sono naturalmente utili, ma non risultano aderenti e funzionanti rispetto alla nostra realtà. Su questo tema abbiamo avuto molti contatti con la Segreteria del Ministro per trovare una data utile all'incontro dati gli impegni del Ministro stesso e in tal senso abbiamo anche dato notizia della lettera ai nostri due Parlamentari, che ringraziamo per la loro collaborazione.

Come ho già evidenziato in risposta alla precedente iniziativa del collega Aggravi, abbiamo potenziato l'attività di monitoraggio dei dati e dei flussi collegati alle prestazioni erogate dal Servizio sanitario regionale. Quest'attività rappresenta uno degli impegni prioritari dell'Assessorato e si pone un duplice obiettivo: a) rendere i flussi informativi effettivamente rispondenti alle attività che vengono svolte sul territorio regionale valdostano, garantendo la completa trasmissione di tutte le informazioni richieste; b) individuare i settori sui quali è necessario potenziare e rafforzare gli interventi. Migliorare la gestione dei flussi è di estrema importanza in quanto significa rendere maggiormente coerenti i dati alla nostra realtà ed evitare che dalle statistiche emergano letture negative, con conseguente danno d'immagine alla sanità regionale, nei confronti di tutti coloro che quotidianamente si impegnano per garantire l'assistenza sanitaria in tutte le sue forme. Contemporaneamente la competente struttura dell'Assessorato ha già intrapreso un proficuo dialogo con i competenti uffici tecnici ministeriali preposti alla determinazione degli algoritmi per il calcolo dei valori regionali al fine di approfondire la tematica.

Il primo effetto del dialogo è stata l'identificazione degli elementi che hanno condotto alla pubblicazione di indicatori con valori insufficienti, quelli del 2021 che lei ha citato, che mi permetto di dire sono sempre gli stessi. I dati, belli o brutti che siano, sempre gli stessi, vari interlocutori li hanno resi pubblici e naturalmente tutte le volte si è riaperto il giusto o sbagliato can-can. È emersa anche l'esigenza di potenziare l'attenzione dedicata alla qualità dei dati sanitari, un'attenzione che va condivisa con i competenti uffici e servizi dell'Azienda USL impegnati nell'implementazione dei dati che vanno a costituire ciascun flusso informativo. Il primo impegno che abbiamo assunto da subito per garantire un servizio adeguato è stato quello di rendere strutturali i momenti di confronto tra i tecnici dell'Assessorato e i tecnici dell'Azienda USL; in buona sostanza stiamo predisponendo un ufficio flussi dedicato all'interno del Dipartimento a cui ho già fatto cenno sempre in risposta all'interrogazione di ieri. Gli organi d'informazione hanno sottolineato a più riprese i vari deficit negli esiti di monitoraggio degli indicatori relativi ai LEA, che, di fatto, sono le prestazioni e i servizi che il servizio sanitario nazionale e regionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini.

Precisiamo che le pubblicazioni del 2023 fanno riferimento agli indicatori LEA del 2021 in quanto gli stessi vengono pubblicati annualmente, ma con uno scarto di due anni rispetto all'anno di pubblicazione. Gli indicatori oggetto di monitoraggio sono definiti dal Decreto del Nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell'assistenza sanitaria e riguardano i tre livelli di assistenza: prevenzione, territorio/distretti e ospedali. Alcuni indicatori monitorano aspetti su cui i piccoli numeri che caratterizzano la nostra realtà producono effetti statistici con elevata incidenza. Ciò comporta che alcune piccole variazioni possono portare a non raggiungere il valore di soglia di 60 che rappresenta la sufficienza. Stiamo quindi lavorando sugli indicatori che necessitano di un maggiore monitoraggio e l'obiettivo è quello di individuare eventuali errori statistici, migliorare la qualità dei dati e i livelli di prestazione, ove necessita che gli stessi debbano essere potenziati.

Per rendere maggiormente efficace quest'attività, abbiamo coinvolto i vertici aziendali al fine di condividere strategie di monitoraggio continuo alle attività erogative che necessitano di essere potenziate. Con gli indirizzi e obiettivi, la famosa delibera di indirizzi che ho citato e che è stata approvata in Giunta il 29 settembre 2023, la 1105, sono state individuate soluzioni organizzative condivise con l'Azienda che contribuiranno a migliorare l'efficacia dell'azione che ho descritto.

Ora mi prendo i cinque minuti che restano per dare un passaggio di natura comunicativa che ovviamente non vuole essere una captatio benevolentiae nei confronti del collega Manfrin, il quale, appena io smetterò di parlare, giustamente ci "picchierà" rispetto al tema di cui sopra, però, secondo me, è importante fare un distinguo su tre temi. Quello che si sta rendendo evidente è che, vista la peculiarità del Servizio sanitario regionale che si autofinanzia, non c'è mai stata particolare attenzione da parte dell'Azienda e del Dipartimento ai dati e soprattutto al flusso dei dati, in alcuni casi anche a mandare i dati. Noi siamo una particolarità rispetto al Servizio Sanitario Nazionale, per cui noi questi dati non li abbiamo mai filati più di tanto perché, di fatto, prima non erano così importanti e anche perché, di fatto, ci autofinanziamo. Autofinanziandoci, il fatto di fare attenzione ai dati non è mai stato il principale obiettivo della sanità valdostana, anche quando le cose andavano benissimo, tanto per essere chiari. Il tema dati quindi è una cosa diversa dai reali problemi che la sanità valdostana ha o non ha. In alcuni casi questi dati evidenziano anche dei problemi della sanità valdostana, per cui noi siamo impegnati su tre fronti.

1) gestire, analizzare e collaborare di più per fare in modo che i dati vengano studiati, analizzati, rendicontati in continuum;

2) questi dati evidenziano anche dei problemi del servizio sanitario valdostano: evidenziando dei problemi, diventano anche uno strumento per poter migliorare, per cui da una parte dobbiamo lavorare di più sui dati, dall'altra parte sui problemi che la sanità valdostana ha, indipendentemente dai dati, e a volte grazie anche a questi c'è la possibilità d'intervenire in maniera migliore;

3) nel momento in cui si ricoprono dei ruoli istituzionali, indipendentemente dal fatto che ci siano dei problemi negli ambiti che pro-tempore si gestiscono, naturalmente non si può - come invece si può fare da privati cittadini - dare solo ed esclusivamente delle visioni negative.

In questo momento la sanità pubblica nazionale e anche quella regionale hanno dei problemi oggettivi- in alcuni casi strutturali, in alcuni casi si potevano prevenire tanto per essere chiari - sui quali il semplice evidenziare continuativamente dei problemi, non è detto che porti dei vantaggi, soprattutto quando - e non sto parlando ovviamente del Consiglio, sto parlando dei social, sto parlando dei bar e via discorrendo - l'unico messaggio continuativo che si lancia sia a livello regionale che a livello nazionale è "il Servizio Sanitario Nazionale pubblico non funziona". Questo è un dato molto delicato da continuare a comunicare in questa maniera massiva. Prendo, ad esempio, le liste d'attesa: noi stiamo facendo delle analisi sulle liste di attesa della Regione Autonoma Valle d'Aosta e stiamo scoprendo che nel periodo prima del Covid erano peggiori rispetto a quelli attuali.

Ora che questi dati fossero peggiori è poco importante, visto che invece il percepito dei cittadini, a partire dal Covid in poi, è che il servizio sanitario pubblico, compreso quello valdostano, non funziona, per cui è molto importante distinguere questi tre aspetti:

1) i dati sono una maniera di comunicare che in questo momento, tra l'altro a livello nazionale, stanno assumendo sempre più significato, perché sono diventati uno strumento attraverso il quale Agenas e il Ministero comunicano con le Regioni, che poi di fatto finanzia. Questi dati vanno tutti bene per la Valle d'Aosta? Alcuni sì, alcuni no. Alcuni di questi dati non vanno bene per colpa nostra, altri non vanno bene perché siamo una Regione a parte per le nostre dimensioni e per i servizi che rendiamo. Questi dati, quando dicono cose brutte, sbagliano sempre? No, a volte dicono la verità, quindi diventano uno specchio per poter leggere meglio la sanità regionale valdostana, ma, per poterla leggere bene, bisogna anche fare in modo che questi dati vengano attenzionati di più. Fino ad oggi, per i motivi di cui sopra, cioè perché noi, visto che ci autofinanziamo, non gli davamo tanto retta, in alcuni casi i dati dicevano una cosa giusta, ma tanto non ce li filavamo, in altri casi non ce li filavamo anche quando dicevano delle cose buone, per cui occuparci dei dati risulta essere una cosa positiva;

2) da un punto di vista istituzionale e da un punto di vista comunicativo, considerato che il periodo è assolutamente delicato, è necessario da parte di chi ricopre dei ruoli istituzionali, anche quando perennemente si viene a conoscenza di continue criticità, cercare di assorbire l'impatto, tenere botta, lavorare tutti i giorni per migliorare le cose e non aggregarsi al lato di coloro i quali - e non sto parlando dei colleghi Consiglieri - continuano a dire soltanto cose negative. Questo istituzionalmente è sbagliato e anche perché noi abbiamo bisogno in alcuni casi di renderci anche appetibili ai nostri confini, perché, di fatto, da soli non ce la possiamo fare. È sempre stato così, lo è a maggior ragione in un periodo storico come questo dove il personale sanitario manca e quindi dobbiamo cercare di renderci ancor più attrattivi.

Dalle ore 16:33 assume la Presidenza il vicepresidente Sammaritani.

Sammaritani (Presidente) - Per la replica, la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Assessore, spero di sorprenderla, nel senso che, come lei sa, si deve cercare di essere obiettivi perché le bugie hanno le gambe corte, quindi se, da una parte, c'è l'attinenza a dare tutta una visione negativa e addossare sempre le colpe, è evidente che queste cose poi dopo, se non sono effettive, hanno vita breve.

Innanzitutto le dirò che apprezzo una sorta di ammissione del fatto che non c'è un muro e che quindi il fatto che ci siano dei dati negativi in parte, giustamente secondo la sua visione, è un problema di dati, ma dall'altra parte è un sintomo anche di alcune criticità della nostra sanità, quindi questo lo apprezzo assolutamente. Io credo che essere vicendevolmente onesti ci aiuti anche a progredire nel nostro percorso. Lei ha detto che sono state adottate una serie di soluzioni organizzative sfidanti, io mi auguro che siano sicuramente quelle che possono migliorare la situazione; lei comprenderà però, Assessore, che, di fronte sicuramente a una situazione critica dell'intera sanità del nostro Paese, e probabilmente forse non solo, la risposta che noi possiamo e dobbiamo dare a chi sta fuori da qui non è: "Eh, va beh, però da altre parti va meglio" oppure: "Eh, va beh, però noi abbiamo dato dei dati, non è proprio così negativo, ci sono anche delle cose positive". Dobbiamo affrontare il tutto con la massima trasparenza possibile, dire: "Sì, ci sono effettivamente dei problemi, stiamo provando a trovare delle soluzioni e le soluzioni potrebbero essere queste o queste altre". Secondo me, il paravento della realtà diversa e differente della Valle d'Aosta rispetto alle altre non regge molto, probabilmente può essere utilizzato per un esempio che lei ha fatto in aula, mi pare che l'avesse fatto sulle nascite o forse su un certo tipo di tumori: "Non ce ne sono sufficienti, non c'è un numero sufficiente di tumori e quindi non si può raggiungere un certo tipo di statistiche, quel dato manca e mancando quel dato questo può dare origine a una certa lettura". È altrettanto vero però che se confrontiamo alcuni dati con alcune realtà che sono al confine della nostra Regione, quando persone vanno a usufruire di prestazioni sanitarie al di fuori, spesso raccontano che c'è un mondo diverso, che c'è un'assistenza diversa, in alcuni casi migliore, in altri anche eventualmente peggiore, ma che ci sono dei tipi di organizzazione diversi.

Credo che, senza denigrare assolutamente la nostra sanità, che sicuramente è composta da centinaia e migliaia di persone che cercano di fare onorevolmente il loro lavoro, magari ci sono alcune mancanze e alcune criticità su cui si può porre un rimedio senza per forza dover dare la colpa ai dati o nascondersi dietro di essi. Apprezzo un passo avanti che lei ha fatto verso la trasparenza e mi auguro davvero che questi dati che si produrranno in futuro poi possano essere registrati in maniera positiva per la nostra comunità.